Anno 2025
NICOLI Dario e SALATIN Arduino
L’offerta formativa verticale IeFP
Indagine sui quarti anni
e indicazioni per la riprogettazione
dei percorsi formativi nella prospettiva
delle filiere tecnologico professionali
(a cura di)
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SOMMARIO
Presentazione dell’indagine..................................................................................................................
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Presentazione della ricerca...................................................................................................................
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Sintesi del Report.....................................................................................................................................
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Il quarto anno per il diploma professionale IeFP.......................................................................
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Parte prima
L’INDAGINE SUI QUARTI ANNI NELLA FONDAZIONE CNOS-FAP ETS I.S.
Scopo ed obiettivi del questionario..................................................................................................
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Dati di base.................................................................................................................................................
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Caratteristiche e dinamiche degli allievi........................................................................................
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Modello formativo...................................................................................................................................
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Partnership territoriali.............................................................................................................................
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Opinioni sulle priorità e sulle esigenze integrative dei percorsi..........................................
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Richieste rivolte alla Fondazione CNOS-FAP ETS...................................................................
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Parte seconda
I CINQUE CASI DI STUDIO
Obiettivi e metodo della ricerca.........................................................................................................
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Piemonte.......................................................................................................................................................
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Lazio..............................................................................................................................................................
49
Lombardia....................................................................................................................................................
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Veneto............................................................................................................................................................
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Friuli-Venezia Giulia...............................................................................................................................
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Parte terza
RIFLESSIONI SULL’INDAGINE ED I CASI DI STUDIO
La sorpresa provocata dalla riforma 4+2.......................................................................................
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Due modelli di quarto anno.................................................................................................................
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Il dibattito interno sulla sperimentazione.......................................................................................
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L’impatto della riforma sui due modelli di diploma quadriennale......................................
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Le soluzioni adottate nei percorsi sperimentali...........................................................................
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Parte quarta
INDICAZIONI PER LA RIPROGETTAZIONE DEI PERCORSI
La questione dei requisiti di accesso dal diploma IeFP ai nuovi corsi ITS Academy...
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Un paradigma dell’educazione al lavoro autenticamente Salesiano...................................
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Un viaggio nei CFP della Fondazione CNOS-FAP ETS: più di una visita, un incontro educativo......................................................................................................................
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Bibliografia e sitografia...................................................................................................................
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A
llegato. Progetto integrativo quarti anni.........................................................................
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Presentazione della indagine
Nel Comunicato Stampa del 4 settembre 2025, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, afferma:
La filiera tecnologico-professionale, ossia il cosiddetto 4+2, da sperimentale diventa ordinamentale ed entra a pieno titolo nel sistema nazionale di istruzione e formazione.
La misura rafforza il collegamento tra Istituti tecnici e professionali (che arrivano al diploma in quattro anni e non più in cinque) e gli ITS Academy (due anni di eventuale specializzazione) delineando un percorso formativo capace di rispondere ai talenti degli studenti e ai fabbisogni del sistema produttivo, favorendo la ricerca e l’innovazione tecnologica.
Ad oggi sono state coinvolte nella sperimentazione 280 istituzioni scolastiche, con 395 percorsi attivati (89 nell’istruzione professionale e 306 nell’istruzione tecnica).
Il decreto stabilisce che i dirigenti scolastici, qualora sussistano le condizioni normative, proporranno al Ministero la candidatura per l’attivazione dei percorsi, garantendo così una programmazione tempestiva e un accesso regolare all’offerta formativa, al fianco dei percorsi quinquennali tradizionali.
La norma alla quale fa riferimento il Ministro è il Decreto-Legge 127/2025: “A decorrere dall’anno scolastico 2026/2027, i percorsi della filiera tecnologico-professionale … rientrano nell’offerta formativa del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione …”.
La riforma è stata introdotta con una fase di sperimentazione avviata nel 2023/2024.
Il 7 dicembre 2023, infatti, è stato pubblicato il Decreto Ministeriale 240 concernente il progetto nazionale di sperimentazione relativo all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale. Il decreto anticipava all’anno scolastico 2024/25 la possibilità di attivare, in via sperimentale, la filiera formativa tecnologico-professionale visto che il disegno di legge, avente il medesimo oggetto, e cioè la “Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale e revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti”, era ancora in discussione al senato (Atto Senato n. 924).
La sperimentazione è culminata, in questo breve arco di tempo, nella trasformazione della proposta in un modello ordinamentale che ha come protagonisti gli istituti tecnici e professionali i quali dovranno proporre, in presenza di una normativa favorevole, almeno un corso. Il quadro normativo prevede anche la creazione di reti (“campus”) che collegano Istituti tecnici, professionali, ITS Academy e Centri di Formazione Professionale (CFP). Le imprese saranno coinvolte
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soprattutto nella definizione dei programmi formativi e nella didattica, attraverso la collaborazione con docenti esterni e l’offerta di stage e tirocini.
In estrema sintesi possiamo affermare che la riforma del Ministro Valditara, detta anche “4+2”, prevede la trasformazione dei percorsi scolastici degli istituti tecnici e professionali da quinquennali a quadriennali, a cui segue un biennio di specializzazione (4+2) per l’acquisizione di competenze tecniche avanzate.
L’obiettivo della riforma è creare una filiera professionalizzante più corta, ma con un biennio post-diploma presso gli ITS Academy.
Più in particolare, al termine dei quattro anni, gli studenti potranno scegliere tra il mondo del lavoro, l’università o il biennio di specializzazione.
In questo quadro normativo, infine, “le Regioni possono aderire alla filiera formativa tecnologico-professionale assicurando la programmazione dei percorsi della filiera medesima e ne definiscono le modalità realizzative” (art. 1, comma 1 della Legge 8 agosto 2024, n. 121).
Anche con i soli pochi cenni è facile intuire che la riforma, come è formulata, riguardi soprattutto il sistema scolastico nei suoi indirizzi tecnici e professionali e lasci sullo sfondo il sistema formativo di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) di competenza regionale. Tuttavia, singole Regioni hanno avanzato, da subito, proposte per partecipare a questo processo coinvolgendo anche le istituzioni formative accreditate.
La Fondazione CNOS-FAP ETS I.S. ha ritenuto di partecipare, sin dagli inizi, al processo di riforma attraverso studi e partecipando alle sperimentazioni promosse nei territori.
Il libro che presentiamo, curato dai professori Dario E. Nicoli e Arduino Salatin, è il risultato del cammino compiuto fino ad oggi.
Nella sua globalità, il progetto aveva i seguenti obiettivi:
1. svolgere una ricerca circa gli approcci e le modalità con cui sono stati e vengono progettati e realizzati i quarti anni IeFP nei CFP della Fondazione CNOS-FAP ETS Impresa Sociale, per poter elaborare una mappa realistica dei modelli presenti e della loro diffusione territoriale e settoriale;
2. raccogliere ed approfondire le prassi significative in chiave progettuale, metodologica e delle interconnessioni con l’eco-sistema formativo di riferimento: scuola, impresa, servizi dell’orientamento e delle politiche del lavoro, e contemporaneamente individuare le necessità di intervento mirate a superare le eventuali criticità esistenti (talora dovute ad un utilizzo improprio del quarto anno rispetto alla legge istitutiva);
3. avanzare delle proposte per l’integrazione curricolare verticale dei percorsi IeFP (a partire dal II anno), con lo scopo di fornire agli allievi una formazione rispondente alle loro attese e coerente con i valori, gli stili e le metodologie del mondo IeFP.
Certamente una domanda verrà spontanea al lettore: perché una indagine sul IV anno del sistema formativo regionale di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP)? CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 6 05/11/25 07:41
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Una prima ragione sta nel fatto che il sistema di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) di competenza regionale appartiene, a pieno titolo, al Sistema educativo di Istruzione e Formazione, come affermato dalla legge 28 marzo 2003, nr. 53. Il sistema formativo, pertanto, non poteva essere lasciato ai margini.
C’è anche una seconda ragione: agli Enti di Formazione Professionale ed agli esperti della materia il IV anno del sistema di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), realizzato ormai in quasi tutte le Regioni anche a seguito delle risorse finanziare introdotte grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR), da “anno terminale” (il conseguimento del diploma professionale) può diventare, con la riforma del MIM, lo “snodo” per accedere direttamente ai percorsi dell’Istruzione Superiore non Universitaria (percorsi ITS Academy) o nell’Istruzione Superiore Universitaria.
Di qui la proposta della Fondazione CNOS-FAP di promuovere una ricerca avente come obiettivo principale quello di indagare sull’esperienza del IV anni attuati nelle Regioni per ricavare, però, anche elementi utili per la progettazione curriculare delle nuove filiere 4+2, per spingere nella direzione di una normativa più organica sulla riforma avviata.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, nel comunicato citato sopra, ha fotografato il livello di coinvolgimento delle istituzioni scolastiche raggiunto nel 2025: 280 istituzioni scolastiche coinvolte nella sperimentazione, con 395 percorsi attivati (89 nell’istruzione professionale e 306 nell’istruzione tecnica).
Pur in assenza di dati complessivi equivalenti circa il sistema formativo di competenza regionale, la Fondazione CNOS-FAP, attraverso il suo osservatorio, oggi partecipa comunque al processo di riforma con il coinvolgimento di 21 CFP, con l’attivazione di 24 Accordi di rete, con 21 primi anni e 13 secondi anni avviati, con la presenza in 2 campus.
Come il lettore avrà modo di verificare, la Fondazione CNOS-FAP ETS, con questo primo studio, intende offrire stimoli per contribuire alla realizzazione di una riforma che sta ammodernando certamente il sistema scolastico ma si augura che tale ammodernamento avvenga anche per il sistema formativo di competenza delle Regioni.
Roma 14 ottobre 2025
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Presentazione della ricerca
La ricerca, i cui esiti principali sono illustrati nelle pagine seguenti, è stata promossa dalla Fondazione CNOS-FAP ETS con l’intento di approfondire le pratiche e i processi “dal basso” con cui i CFP salesiani hanno recepito e/o stanno recependo il progetto governativo relativo all’istituzione della “filiera tecnologico-professionale” (più nota come “4+2”) consolidato sul piano normativo dalla Legge 8 agosto 2024, n.121.
L’intuizione della Fondazione si è dimostrata preveggente, in quanto la filiera - a seguito del Decreto-legge 9 settembre 2025, n. 127, in particolare secondo le previsioni dell’art. 2 - “Misure urgenti per il consolidamento e lo sviluppo della filiera formativa tecnologico-professionale” – viene ad assumere un ruolo pienamente “ordinamentale”.
L’indagine è partita dalle esperienze dei quarti anni dei percorsi di IeFP, ritenuti cruciali non solo ai fini dell’implementazione della nuova filiera, ma anche per il ripensamento (e rilancio) dell’intero curricolo della IeFP.
Per la verità, tale ripensamento era già stato oggetto negli anni scorsi di una ampia sperimentazione promossa da alcuni Enti della FP, tra cui la Fondazione CNOS-FAP ETS; si tratta del progetto denominato “curricolo dell’educazione alla vita e al lavoro” (noto anche come “Assi culturali e canone formativo”), in cui erano state elaborate dai formatori stessi coinvolti (quindi anche in questo caso secondo una logica “dal basso”) numerose e puntuali proposte curriculari, didattiche e metodologiche riguardanti l’intero quadriennio dei percorsi, secondo i diversi indirizzi di qualifica e di diploma.
Si può dire, quindi, che i CFP e i formatori protagonisti della presente indagine non partivano da zero, ma disponevano di una consapevolezza curriculare e di una cultura metodologica diffusa, un patrimonio che è stato confermato (e direi valorizzato) dalla ricerca stessa.
In particolare, la rilevazione più estesa fatta sui quarti anni (riportata nella parte prima) e ancor di più gli studi di caso (illustrati nella parte seconda e terza) hanno consentito di modellizzare gli approcci seguiti dai vari CFP, sia in rapporto ai percorsi del primo triennio, sia nella prospettiva di una continuità “verticale” dopo il conseguimento del diploma, oggi resa possibile dal nuovo assetto normativo della L.121.
Naturalmente, l’indagine ha evidenziato anche una serie di nodi e questioni aperte che corrispondono in larga parte alle sfide decisive che la IeFP dovrà affrontare nei prossimi anni, quindi ben al di là della stessa sperimentazione della filiera. Essi sono ben enucleati nella parte quarta del Rapporto, la quale fornisce anche interessanti elementi di tipo “prospettico”. Si tratta di elementi, talora di tipo “contro-intuitivo”, di particolare interesse quindi anche per i decisori, in primis per
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quelli politico-amministrativi (Ministeri e Regioni), ma anche per quelli degli Enti erogatori della IeFP, chiamati in molti punti ad avviare un “cambio di paradigma”. Nel caso della Fondazione CNOS-FAP ETS, tale cambiamento non è da intendersi, tuttavia, come fattore di erosione del carisma e del “sistema preventivo” (che ne esce, al contrario, rafforzato), quanto piuttosto - profeticamente - come spinta a rinnovare il proprio servizio ai giovani attraverso un impegno distintivo rispetto ai tradizionali modelli scolastici.
Al Rapporto è stata acclusa anche una originale testimonianza di Federica Barbanera, ricercatrice della Fondazione CNOS-FAP ETS, che rilegge “salesianamente” il percorso fatto col team di ricerca. La metafora scelta è quella dello storytelling di un viaggio alla scoperta dei vari CFP visitati, attraverso gli incontri e i volti dei formatori, direttori e allievi. Per questo trovo opportuno chiudere questa presentazione con le sue stesse parole:
Il 4+2 non è una scorciatoia, né una formula magica. È un processo educativo complesso, che ha bisogno di tempo, di accompagnamento, di scelte condivise. Ma può diventare – davvero – una filiera salesiana di eccellenza, capace di unire formazione tecnica, crescita personale e dignità del lavoro. Per farlo, serve un’alleanza tra scuole, territori, aziende, istituzioni. Un’alleanza fondata sulla fiducia nei ragazzi, sulla cura educativa e sulla convinzione che formare un giovane oggi non significa solo insegnargli un mestiere, ma aiutarlo a diventare una persona capace di immaginare, costruire e restituire al mondo ciò che ha ricevuto.
Arduino Salatin
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Sintesi del report
L’indagine sui 50 casi di quarto anno ed i cinque casi di studio hanno consentito di comprendere la realtà della IeFP da un punto di vista privilegiato in quanto il diploma professionale rappresenta lo snodo centrale dell’offerta formativa verticale IeFP.
I quarti anni indagati risultano caratterizzati da:
– adozione quasi totale del dispositivo duale che richiede una partnership formativa congiunta tra CFP ed impresa, nelle due formule dell’apprendistato e dell’alternanza lunga, con una tendenza ad attribuire al CFP il compito della formazione culturale;
– buona tenuta della partecipazione ed elevato successo formativo degli allievi;
– caratterizzazione professionalizzante dei corsi attivati, ma presenza, sia pure minoritaria, anche di due modelli differenti: la preparazione al passaggio verso la scuola di Stato tramite moduli aggiuntivi riferiti agli assi culturali e l’utilizzo inclusivo del quarto anno rivolto ad allievi neo qualificati ma non ancora pronti alla transizione nel mondo del lavoro;
– collaborazione stabile con le imprese e prevalenza di rapporti non sistematici con le scuole, legati quasi esclusivamente alla raccolta di informazioni o alla partecipazione a reti locali.
L’introduzione dei quarti anni hanno ha portato ad una più chiara visione dell’intero percorso formativo, la potenzialità della metodologia laboratoriale, un più intenso dialogo con le imprese partner, il costante aggiornamento delle figure professionali che in qualche caso si è spinto anche alla loro innovazione.
Dagli esiti della ricerca emerge innanzitutto una forte e positiva attenzione nei confronti della prospettiva della filiera tecnologico-professionale verticale. Accanto a ciò, colpisce la profonda consapevolezza del valore formativo e professionale del sistema della IeFP nella sua peculiarità di tradizione, metodo, centralità degli allievi e capacità di tessere alleanze con i soggetti economici presenti sul territorio.
Il dialogo svolto nelle sedi dei casi di studio ha fatto emergere una realtà che vive una stagione di rinnovamento sul piano metodologico e tecnologico, sulla spinta della volontà di rendere attuale l’offerta formativa in un tempo di grande cambiamento della cultura, dell’economia e del lavoro. Questa spinta prescinde dalla sperimentazione 4+2, ma mostra nello stesso tempo il valore di un approccio formativo la cui fecondità si estende anche al livello terziario.
Dopo un primo tempo di riflessione, data la sorpresa suscitata da una strategia inattesa, la nuova tappa riformatrice ha trovato in tutte le realtà indagate un terreno fertile su cui poter sviluppare sperimentazioni non formali, soprattutto là dove viene adottato il “modello IeFP” centrato sul legame tra esigenze di un sistema economico in forte trasformazione e preferenze degli adolescenti e dei giovani per
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un metodo non più basato sull’approccio teoria-prassi, bensì sul metodo dei casi da affrontare tramite l’ingaggio reale, la riflessione comune, l’ideazione e la soluzione.
Non così per il “modello passerella” che si è trovato spiazzato perché si tratta di una soluzione segnata dalla chiusura verso l’alto dei percorsi IeFP, ora resa possibile dalla riforma, e quindi dal superamento del monopolio del Diploma di Stato, un fatto storico che inaugura quella che abbiamo a lungo definito come la ricerca della “piena dignità” della Formazione Professionale in tutti i livelli del sistema educativo.
La norma sperimentale, attribuendo ad INVALSI il compito di validare i percorsi quadriennali IeFP, indica che il diploma di Stato non rappresenta lo standard di accesso ai nuovi percorsi ITS Academy biennali, ed esclude la suggestione del “doppio esame, doppio diploma”, spostando invece l’attenzione su requisiti di accesso posseduti dagli allievi. Ciò rafforza la strategia della revisione del curricolo IeFP, considerando i saperi, distinti in cognitivi e non cognitivi, che emergono dalle prove INVALSI come fattori essenziali della preparazione dei diplomati e puntando a prove finali idonee a rilevare e valutare nei candidati al diploma professionale IeFP il possesso di tali saperi.
Un lavoro da svolgere in stretto raccordo con INVALSI e con gli ITS Academy coinvolti nelle filiere, evitando i tre pericoli: lo scolasticismo sancito da un quadro orario impostato sulla separazione delle discipline e su un rigido schema teoria-prassi, il bricolage progettuale che manca di una organica e profonda comprensione della peculiarità dell’approccio formativo, ed infine del performativismo che pretende di costruire il curricolo sugli standard finali anziché sui dinamismi dell’apprendimento e della crescita propri del soggetto umano entro il contesto reale attuale.
Si rende evidente, nell’attuale fase, il valore anticipatorio ed anche profetico della proposta di curricolo dell’educazione alla vita e al lavoro elaborata entro il progetto sugli Assi culturali, il cui carattere esistenziale si fonda sull’esperienza, vissuta nello stile dell’educazione, come via prioritaria di accesso alla realtà, i cui capisaldi sono:
1) centrare gli insegnamenti in aula, in laboratorio e in impresa sui nessi vitali che sussistono tra il mondo sociale ed il mondo individuale, così da poter formare un’identità solida, radicata nelle comunità di appartenenza;
2) perseguire una “professionalità plus” intesa come capacità di agire in contesti complessi nei quali sono esaltate tutte le facoltà dell’intelligenza naturale come l’intuizione, l’insieme delle condizioni tecniche, giuridiche e organizzative che ne consentono l’esercizio positivo nel contesto in cui operiamo;
3) puntare sulla metodologia del compito di realtà, nelle diverse forme: ricerca, laboratorio, evento, commessa …, da non intendere unicamente in senso operativo, ma vissuto come un’esperienza che stimola il soggetto a cogliere il senso della realtà.
Lungo la ricerca, si è resa chiara l’idea che sia la legge 53/03 sia la riforma del 4+2 appartengono ad un paradigma formativo centrato sulla persona, sul lavoCNOS
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ro, sul pieno coinvolgimento educativo delle imprese e degli altri attori, e soprattutto sull’ingaggio degli allievi come postura favorevole all’apprendimento ed alla crescita personale.
La ricerca mette in guardia da un grande equivoco, quello di chi concepisce il 4+2 come un percorso da percorrere completamente fino in fondo. In realtà, sta all’allievo decidere se entrare subito nel mondo del lavoro dopo la qualifica oppure se procedere al quarto anno, dopo il quale ancora può inserirsi nel lavoro oppure proseguire con la specializzazione annuale IFTS o nel nuovo biennio ITS Academy.
Dovendo consentire un ingresso al lavoro dei ragazzi qualificati, sarà necessario evitare di procedere secondo lo schema - di matrice scolastica - della “base culturale” seguita dalla “applicazione pratica”, per privilegiare una progressione per gradi di padronanza di una cultura unitaria acquisita tramite compiti di realtà conformi ai profili EQF 3.
Secondo tutti gli interlocutori coinvolti, la sperimentazione deve essere anche l’occasione per rivedere con Stato e Regioni il modello del quadro orario del sistema duale, ed anche il tipo di cooperazione con le imprese affinché l’apprendimento in situazione possa suscitare tutti i dinamismi che presiedono alla formazione della personalità e della professionalità dei ragazzi.
Nella riprogettazione del curricolo e nella definizione dei nuclei del sapere formale e non formale, dei compiti sfidanti decisivi, dei luoghi di apprendimento e della loro dotazione tecnologica, infine degli standard di accesso ai corsi ITS Academy, va perseguito un approccio unitario nazionale per evitare la proliferazione di soluzioni parziali, frutto di adattamenti locali.
Il questionario mostra una forte attesa nei confronti della Fondazione CNOS-FAP, riguardante in primo luogo la tutela, negli incontri e nelle contrattazioni con i partner nazionali, dei valori e delle specificità della IeFP; segue la necessità di strumenti metodologici (progettazione, gestione didattica e valutazione). Si richiede poi il potenziamento della formazione dei formatori a livello regionale/territoriale, incentivando il confronto e gli scambi di esperienze significative.
Dopo più di quindici anni di sospensione, è stato riallacciato il nodo con la storia della Formazione Professionale – IeFP, una realtà che aspira non soltanto alla pari dignità, ma mira al perfezionamento del proprio approccio formativo, convinta che sia la strada più appropriata ai ragazzi, alle famiglie ed alle imprese del tempo nuovo.
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Il quarto anno per il diploma professionale IeFP
La normativa nazionale a partire dalla legge 53/03 ha previsto che il percorso di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) possa avere la durata di quattro anni per conseguire il diploma professionale di Tecnico. In seguito all’Accordo in Conferenza Unificata del 19 giugno 2003, i giovani che scelgono i percorsi triennali possono trovare uno sbocco naturale, dopo la qualifica, nella possibilità di un quarto anno che consente loro di inserirsi nel lavoro nei ruoli di tecnico di IV livello EQF, oltre che di proseguire gli studi accedendo tramite specifiche passerelle, sulla base della valutazione degli apprendimenti svolta dalle scuole, ad un quinto anno per affrontare l’esame di Stato1, necessario per iscriversi all’Università ed all’Istruzione Tecnica Superiore.
Per il modo in cui è stato creato, che si è svolto secondo una dinamica aggiuntiva, il quarto anno è stato introdotto perlopiù secondo lo schema 3+1, ma questa prospettiva è parziale, in quanto la norma del diritto-dovere di istruzione e formazione, essendo di impostazione europea, indica i 18 anni come età dell’assolvimento, e quindi allude a percorsi integri quadriennali, fatta salva la possibilità da parte del giovane di inserirsi nel mondo del lavoro dopo la qualifica triennale del livello 3 EQF. Il disegno che emerge dalla riforma risulta basato su percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) quadriennali integri, con una tappa triennale ed una successiva quadriennale.
L’integrità del percorso quadriennale riflette una caratteristica tipica delle democrazie occidentali secondo cui il diritto-dovere all’istruzione e formazione prevede periodicamente un innalzamento di livello, secondo il crescere della complessità della vita sociale ed economica, e quindi della formazione richiesta al cittadino affinché possa esercitare pienamente la sua libertà nel tempo nuovo che ad ogni stagione si disvela. Tre sono le tappe di questo percorso, con riferimento alla IeFP:
1. nel 1926 viene introdotto l’avviamento professionale triennale per la formazione dei figli del popolo dopo il conseguimento della licenza elementare (11-14 anni di età);
2. con la creazione della scuola media unica del 1962, i corsi professionali, divenuti biennali, escono dal quadro dell’istruzione obbligatoria (art. 44 Cost.) e divengono quindi volontari, con ingresso dopo la licenza media (14-16 anni di età);
3. nel 2005 viene introdotto il diritto dovere di istruzione e formazione fino al diciottesimo anno di età o con il compimento della qualifica professionale almeno triennale che diventa così titolo di studio; in tal modo il canale IeFP
1 L’esame di Stato è stato denominato “esame di maturità” (Decreto-legge 9 settembre 2025, n. 127).
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soddisfa il diritto-dovere di istruzione e formazione tramite percorsi della durata di 3-4 anni (14-18 anni di età).
Ognuna di queste tappe ha richiesto alla IeFP di ripensare al suo progetto formativo, in base alle novità che qualificano le dinamiche dell’innalzamento; in particolare, l’introduzione del diploma professionale quadriennale ha posto tre fattori nuovi:
– la maggiore profondità nella formazione dell’identità dell’allievo, in quanto persona e cittadino, perseguita tramite un’esperienza culturale che gli consenta di padroneggiare i saperi linguistici, matematici e scientifici ed umanistici come “cultura viva” in grado di affinarne la capacità di conoscere il mondo e sé;
– l’ampliamento della professionalità come capacità di cogliere i dinamismi tecnologici ed organizzativi entro cui si svolgono i processi di lavoro, di assumersi responsabilità propriamente tecniche, infine di guidare gli apprendisti ed i neoassunti nel loro cammino di ingresso;
– l’acquisizione di una disposizione interiore ricca di componenti soft quali la comunicazione, le competenze emotive e relazionali, lo stile cooperativo, la capacità di fronteggiare e risolvere i problemi, la gestione degli imprevisti e delle crisi, infine l’autovalutazione e l’autocorrezione.
La recente creazione della filiera professionalizzante 4+2 rappresenta la quarta tappa di questo cammino; tale ulteriore passo rende il quarto anno ancora più cruciale nel cammino formativo del giovane che sceglie la IeFP come via del suo percorso formativo. Da qui la necessità di svolgere un’analisi approfondita di come si configura realmente la quadriennalizzazione dei percorsi.
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Parte Prima
L’INDAGINE SUI QUARTI ANNI
NELLA FONDAZIONE CNOS-FAP ETS I.S.
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Scopo ed obiettivi del questionario
Il questionario, rivolto a tutti i CFP della Fondazione che hanno concluso corsi di quarto anno IeFP nel 2024, si inserisce in un progetto di ricerca della Fondazione CNOS-FAP ETS, avente lo scopo di fornire un contributo costruttivo all’istituzione della filiera tecnologico-professionale in Italia. Tale contributo consiste nella individuazione di possibili “nuclei essenziali” di contenuti curriculari e nell’elaborazione di moduli integrativi da introdurre al II, al III ed al IV anno dei percorsi di IeFP, da sperimentare e adattare poi alla luce delle peculiarità dei macrosettori di riferimento.
Gli obiettivi specifici del questionario sono:
•
comprendere lo stato dell’arte dei quarti anni della Fondazione, con riferimento al dispositivo normativo e finanziario, agli allievi, al modello formativo ed alle alleanze con imprese e scuole;
•
rilevare il modo in cui i referenti dei quarti anni si pongono di fronte alla prospettiva, le loro esigenze e le attese nei confronti della Fondazione;
•
individuare i fattori più importanti da approfondire, attraverso l’analisi dei casi di studio più significativi, per poter giungere ad una proposta integrativa nella prospettiva 4+2;
•
ottenere indicazioni su come costruire una mappa dei quarti anni presenti nell’offerta formativa dei CFP della Fondazione, tenuto conto della varietà di dispositivi progettuali presenti (ordinario, duale, territoriale) e delle differenze tra settori1.
1 Specialmente in riferimento alla corrispondenza con gli ambiti ITS Academy previsti dall’ordinamento, su cui si indirizzeranno i nuovi percorsi biennali della filiera tecnologico professionale 4+2.
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Dati di base
Enti/Centri che hanno preso parte all’indagine
Hanno risposto all’indagine 28 Enti/Centri, con un numero vario di questionari a testa, per un totale complessivo di 50.
Tabella 1: Enti/Centri che hanno compilato il questionario
Regione
Ente / CFP
Sede
N. questionari
CAMPANIA
Fondazione CNOS-FAP Napoli Ets
Napoli
2
EMILIA-ROMAGNA
Fondazione CNOS-FAP ETS Emilia-Romagna
Bologna
1
FRIULI-VENEZIA GIULIA
Fondazione CNOS-FAP ETS Bearzi
Udine
2
LIGURIA
Fondazione CNOS-FAP ETS Liguria Toscana
Vallecrosia (IM)
1
LAZIO
Associazione Centro Elis
Roma
1
LAZIO
Fondazione CNOS-FAP ETS Lazio Borgo Ragazzi
Roma
3
LOMBARDIA
Fondazione CNOS-FAP ETS Lombardia
Arese (MI)
1
LOMBARDIA
A.F.P. Patronato San Vincenzo
Bergamo
1
LOMBARDIA
Fondazione CNOS-FAP ETS Lombardia
Brescia
2
LOMBARDIA
Fondazione CNOS-FAP ETS Milano
Milano
3
LOMBARDIA
Fondazione CNOS-FAP ETS Lombardia
Sesto S. Giovanni (MI)
6
LOMBARDIA
Fondazione CNOS-FAP ETS Lombardia
Treviglio (BG)
2
MOLISE
Scuola e Lavoro
Termoli (CB)
1
PIEMONTE
Azienda Formazione Professionale
Cuneo
1
PIEMONTE
Fondazione CNOS-FAP ETS Piemonte
Serravalle Scrivia (AL)
1
PIEMONTE
Fondazione CNOS-FAP ETS Piemonte Rebaudengo
Torino
1
PIEMONTE
Fondazione CNOS-FAP ETS Piemonte
Savigliano (CN)
1
PIEMONTE
Fondazione CNOS-FAP ETS Piemonte
Fossano (CN)
1
PIEMONTE
CNOS-FAP Piemonte Valdocco
Torino
1
PUGLIA
Fondazione CNOS-FAP ETS Puglia “Mons. Pafundi”
Cerignola (FG)
1
SARDEGNA
Fondazione CNOS-FAP ETS Sardegna
Selargius (CA)
1
UMBRIA
Fondazione CNOS-FAP ETS Umbria
Perugia
1
VENETO
Fondazione FP INE - IS San Zeno
Verona
4
VENETO
Fondazione Fp INE - IS don Bosco
Schio (VI)
3
VENETO
Fondazione FP INE - IS Tusini
Bardolino (VR)
1
VENETO
Fondazione FP INE - IS
San Donà di Piave (VE)
2
VENETO
Fondazione FP INE - IS
Este (PD)
3
VENETO
SFP San Marco
Venezia-Mestre (VE)
2
TOTALI
50
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21
Coloro che hanno partecipato all’indagine sono in grande maggioranza CFP appartenenti al Fondazione CNOS-FAP ETS2, la sigla dell’Ente salesiano che si occupa di Istruzione e Formazione Professionale. Solo il CFP “Scuola e Lavoro”, che ha partecipato con un questionario, non appartiene alla rete salesiana. Inoltre, troviamo, con un questionario a testa, ELIS con sede a Roma, AFP Patronato San Vincenzo con sede a Bergamo e AFP Dronero con sede a Cuneo.
La distribuzione dei questionari per regione vede la prevalenza del Veneto con 15 casi, seguita dalla Lombardia con 8, dal Piemonte con 6, dal Lazio con 4, ed il Friuli-Venezia Giulia e la Campania entrambe con 2 casi. Sono rappresentate inoltre, con un caso ciascuna, l’Emilia-Romagna, la Liguria, il Molise, La Puglia, la Sardegna e l’Umbria. Così delineato, si può affermare che il campione di ricerca corrisponde alla reale distribuzione dei CFP nel territorio italiano.
Figure professionali
Ecco le figure professionali su cui sono stati formati gli allievi dei corsi oggetto della rilevazione che, come già indicato, si riferisce all’anno formativo 2023-24.
Tabella 2: Figure professionali (compresi anche i percorsi misti)
Figura professionale
n. citazioni
Settore primario e alimentare
1
Tecnico agricolo
1
2
Tecnico delle produzioni alimentari
2
Settore secondario e impianti
3
Tecnico dell’automazione industriale
4
4
Tecnico elettrico / impianti termici
9
5
Tecnico delle energie rinnovabili
1
6
Tecnico grafico
6
7
Tecnico degli impianti di produzione / CNC
7
8
Tecnico riparatore di veicoli a motore
5
9
Tecnico dei servizi logistici
1
10
Tecnico termoidraulico
2
Settore terziario
11
Tecnico commerciale delle vendite
2
12
Tecnico di cucina / sala e bar
5
13
Tecnico dell’acconciatura
1
14
Tecnico informatico
1
15
Tecnico turistico
3
TOTALE
50
2 Compresa la Fondazione FP INE – IS del Veneto e la SFP San Marco di Mestre.
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La macroarea professionale prevalente è quella industriale e degli impianti,
con 35 casi distribuiti sulle seguenti figure: tecnico dell’automazione industriale,
tecnico elettrico / impianti termici, tecnico delle energie rinnovabili, tecnico grafico,
tecnico degli impianti di produzione / CNC, tecnico riparatore di veicoli a
motore, tecnico dei servizi logistici, tecnico termoidraulico. L’ambito dei servizi
riguarda 12 casi (commerciale delle vendite, cucina / sala e bar, acconciatura, informatico,
turistico). Infine, vi è la macroarea primaria con 3 casi riguardanti il
tecnico agricolo e il tecnico delle produzioni alimentari.
Questa suddivisione rappresenta bene il quadro delle attività formative del
Fondazione CNOS-FAP ETS tradizionalmente molto presente nel settore industriale
e degli impianti.
Dispositivo formativo
La seguente tavola ci consente di approfondire una variabile molto importante,
ovvero il tipo di dispositivo formativo entro cui si svolgono i corsi di quarto
anno o quadriennali, considerata la distinzione tra corsi ordinari con alternanza e
corsi appartenenti al sistema duale in apprendistato o alternanza lunga.
Tavola 1: Tipologie di percorso formativo
Dispositivo formativo
La seguente tavola ci consente di approfondire una variabile molto importante, ovvero il tipo di
dispositivo formativo entro cui si svolgono i corsi di quarto anno o quadriennali, considerata la
distinzione tra corsi ordinari con alternanza e corsi appartenenti al sistema duale in apprendistato o
alternanza lunga.
Tavola 1: Tipologie di percorso formativo
Il grafico ci indica la grande maggioranza (27) di percorsi duali, pur se variamente denominati, e
solo tredici ordinari, anch’essi indicati nel grafico con piccole variazioni nel nome. Ciò corrisponde
alla decisione delle Regioni e Province autonome di avvalersi, nella realizzazione dei quarti anni, dei
finanziamenti notoriamente più cospicui costituiti dalla fonte governativa e da quella del PNRR,
riducendo così il peso dei finanziamenti propri. Ciò rende necessario riflettere sul tipo di divisione
dei compiti formativi tra impresa e CFP, un aspetto che approfondiamo più avanti.
Anno di prima attivazione
Vediamo ora l’anno di prima attivazione dei corsi considerati nell’indagine.
Tabella 3: Anno di prima attivazione dei corsi
Trienni n. casi
2009-2015 27
2016-2019 15
2020-2023 8
Totale 50
Il gruppo più numeroso, con 27 casi, ha avviato l’attività da 15-11 anni, seguito con 15 casi da
quello collocato nella forbice da 8-6 anni. Solo il terzo gruppo, composto da otto casi, ha iniziato i
corsi di quarto anno da1-3 anni.
Percorso misto, apprendistato e alternanza scuola lavoro
Percorso ordinario
Percorso duale in apprendistato
Percorso duale in alternanza lunga
Percorso sia in alternanza scuola lavoro che duale
Apprendistato ed alternanza lunga
Percorso duale in alternanza lunga ed apprendistato
2 percorsi ordinari 1 percorso duale
Il grafico ci indica la grande maggioranza (27) di percorsi duali, pur se variamente
denominati, e solo tredici ordinari, anch’essi indicati nel grafico con piccole
variazioni nel nome. Ciò corrisponde alla decisione delle Regioni e Province
autonome di avvalersi, nella realizzazione dei quarti anni, dei finanziamenti notoriamente
più cospicui costituiti dalla fonte governativa e da quella del PNRR,
riducendo così il peso dei finanziamenti propri. Ciò rende necessario riflettere sul
tipo di divisione dei compiti formativi tra impresa e CFP, un aspetto che approfondiamo
più avanti.
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Anno di prima attivazione
Vediamo ora l’anno di prima attivazione dei corsi considerati nell’indagine.
Tabella 3: Anno di prima attivazione dei corsi
Trienni
n. casi
2009-2015
27
2016-2019
15
2020-2023
8
Totale
50
Il gruppo più numeroso, con 27 casi, ha avviato l’attività da 15-11 anni, seguito con 15 casi da quello collocato nella forbice da 8-6 anni. Solo il terzo gruppo, composto da otto casi, ha iniziato i corsi di quarto anno da1-3 anni.
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Caratteristiche e dinamiche degli allievi
Allievi nel ciclo di vita del corso
La seguente tabella ci presenta una fotografia del percorso degli allievi lungo il ciclo di vita del corso; questa ci permette di comprendere il grado di tenuta ed il successo formativo evidenziato dall’acquisizione del diploma finale.
Tabella 4: Dinamica degli allievi lungo il ciclo di vita del corso
Allievi iscritti all’avvio
Allievi che hanno terminato
Differenza rispetto agli iscritti iniziali
Calo % rispetto agli iscritti
Allievi diplomati
Differenza rispetto a chi ha terminato
Calo % rispetto
a chi ha terminato
1224
1128
-96
7,84%
1112
-16
1,42%
Il grado di tenuta degli allievi lungo l’intero ciclo di vita dei corsi risulta pari al 92,16%, un valore molto alto, simile ai dati nazionali che pongono la IeFP nella fascia più elevata dell’intero sistema educativo italiano.
Si ricorda che non l’intero valore del 7,84% è da intendere come dispersione in quanto comprende anche casi di allievi che si sono trasferiti con la famiglia in altri territori oppure che hanno trovato lavoro durante l’attività formativa.
Ugualmente, il successo formativo, evidenziato dal conseguimento del diploma da parte degli allievi che hanno concluso l’anno, risulta molto elevato (98,58%).
Provenienza degli allievi
Gli allievi che hanno frequentato i corsi quadriennali oggetto della presente indagine sono nella grande maggioranza (con una media di oltre il 93%) provenienti dai corsi triennali dello stesso CFP; 74, ovvero circa il 6% del totale degli iscritti, hanno conseguito una qualifica presso altri CFP, mentre i restanti 2 provengono dalle istituzioni scolastiche.
Tabella 5: Provenienza degli allievi dei quarti anni
Allievi qualificati
nello stesso CFP
Allievi qualificati
in altri CFP
Allievi qualificati o diplomati
presso istituti scolastici
V.A.
%
V.A.
%
V.A.
%
1148
93,79%
74
6,05%
2
0,16%
Intenzioni degli allievi dopo il diploma
Abbiamo chiesto ai responsabili dei corsi quadriennali oggetto della ricerca di sondare i propri allievi per avere una stima circa le loro intenzioni future una volta
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acquisito il diploma professionale. Si tratta quindi di un dato approssimativo che indica una tendenza non supportata dalle dinamiche relative agli attuali percorsi di vita degli allievi, visto che il questionario è stato compilato a tre mesi dal conseguimento del diploma professionale.
Tabella 6: Intenzioni degli allievi dopo l’acquisizione del diploma (stima)
Inserimento lavorativo come diplomati
Inserimento lavorativo come qualificati
Passaggio nelle scuole per acquisire il diploma di Stato
IFTS
o altra formazione
64%
6%
28%
2%
Prevale, con il 64% delle indicazioni, lo sbocco “naturale” del quarto anno IeFP ovvero l’inserimento lavorativo in una posizione di lavoro corrispondente al titolo di studio conseguito.
Successivamente troviamo con il 28% il gruppo di allievi che intendono passare alla scuola di Stato allo scopo di conseguire il diploma quinquennale. La cifra è concentrata soprattutto su nove corsi che, in questo modo, presentano per la quasi totalità degli iscritti la caratteristica di passerella verso il percorso scolastico. In due di questi corsi, entrambi presenti nel CFP del CNOS-FAP di Milano, gli allievi intendono iscriversi al quinto anno gestito dallo stesso CFP per il passaggio all’esame di Stato.
L’opzione dell’inserimento lavorativo come qualificati riguarda il 6% del totale degli allievi; quasi tutti concentrati su tre corsi che, in questo modo, rivelano la loro natura di rinforzo formativo per coloro che dopo la qualifica non si sentivano ancora in grado di affrontare l’inserimento nel mondo del lavoro.
Il 2% del totale sceglie di proseguire gli studi in prevalenza presso i corsi IFTS.
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Modello formativo
Orari dei corsi e ripartizione delle ore
Ben 38 enti/ centri dichiarano una durata di 990 ore e 8 di 995. Solo quattro presentano una durata più lunga rispettivamente di 1011 e di 1056 ore.
È molto rilevante il dato circa la ripartizione delle ore svolte tra i CFP e le aziende.
Tabella 7: Numero di ore svolte nel CFP
Ore gestite dal CFP
n. casi
Da 390 a 440
5
Da 495 a 502
21
Da 528 a 599
8
Da 600 a 690
13
Misti
3
TOTALE
50
Le ore svolte presso il CFP sono per 20 casi pari a 495 a cui si aggiunge uno con 502 ore: tutti presentano una uguale suddivisione delle ore tra CFP e impresa, ovvero il valore standard previsto per il sistema duale. Sempre con 21 casi troviamo CFP che gestiscono un numero maggiore di ore, e precisamente 8 tra 528 e 599 e 13 tra 600 a 690.
Vi sono 5 CFP che gestiscono un numero inferiore di ore, con un valore minimo di 390 e massimo di 440.
I tre corsi rimanenti presentano orari misti tra alternanza lunga ed apprendistato.
Tabella 8: Numero di ore svolte in azienda
Ore gestite dall’azienda
n. casi
Da 300 a 440
20
Da 450 a 488
2
495
20
Da 528 a 595
5
Misti
3
TOTALE
50
In 20 casi gli orari di formazione in azienda, pari a 495 ore, corrispondono a quelli attribuiti ai CFP. Troviamo poi 22 aziende che svolgono un numero di ore inferiore, di cui 20 tra 300 e 440 e 2 da 450 a 488.
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Segue il gruppo di 5 aziende che svolge un numero di ore più consistente, posto tra 528 e 595.
Gli altri casi riguardano 3 corsi misti tra alternanza lunga ed apprendistato, già riscontrata nella tabella precedente.
Un CFP precisa che sono previste ulteriori 104 ore svolte in azienda, “considerate ore di lavoro effettivo”.
È ugualmente interessante, anche nella prospettiva dell’allineamento rispetto al prossimo diploma biennale ITS Academy, il dato relativo alla ripartizione delle ore attribuite al CFP tra assi culturali, area di indirizzo e area trasversale.
Tabella 9: Ripartizione delle ore nel CFP distinte per aree (valore medio)
Assi culturali
Area di indirizzo
Area trasversale
49%
46%
5%
Le due aree prevalenti presentano mediamente un numero di ore quasi equivalente: il 49% viene attribuito all’area culturale, mentre il 46% è finalizzato all’area di indirizzo.
Troviamo infine l’area trasversale, quella dedicata alle competenze soft, tra cui le relazioni, il lavoro cooperativo, il problem solving e la comunicazione, che impegna il rimanente 5% delle ore.
Analizzando meglio, al di là della media generale, si scorgono due tipologie di fondo:
– corsi duali con forte impegno orario dell’azienda, dove il CFP è impegnato in prevalenza sugli assi culturali;
– corsi ordinari ed alcuni duali nei quali il CFP svolge anche una intensa attività formativa riferita all’area di indirizzo.
Evidentemente, vi sono differenti modelli di progettazione formativa, un aspetto decisivo che viene approfondito nei casi di studio.
Progettualità regionale
Nella grande maggioranza dei casi, la progettualità didattica ed organizzativa dei quarti anni segue una linea guida regionale dal carattere vincolante, mentre nei rimanenti è l’Ente/CFP che procede tramite una propria impostazione.
Ecco le Regioni che hanno fornito tali linee guida, con dell’indirizzo web in cui si possono reperire:
Emilia-Romagna
https://formazionelavoro.regione.emilia-romagna.it/IeFP/approfondimenti/offerta-formativa/offerta-formativa-2024-2025
Friuli-Venezia Giulia
https://portalequalificazioni.regione.fvg.it/apex/f?p=119:41:2224302004223:::RP,41:P41_PROF,P41_PAGE:18232,42 CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 27 05/11/25 07:41
28
Liguria
https://www.alfaliguria.it/_docs/formazione/2019_11_11_for_dec_RL_593_2018.pdf
Lombardia
https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/servizi-e-informazioni/Enti-e-Operatori/istruzione/Offerta-formativa/offerta-formativa-2023-2024/offerta-formativa-2023-2024
Molise
https://www.regione.molise.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7050
Piemonte
https://www.regione.piemonte.it/web/#
Puglia
https://www.sistema.puglia.it/SistemaPuglia/diplomaprofessionale2016
Sardegna
https://www.sardegnalavoro.it/wp-content/uploads/2024/05/LINEE_GUIDA_avviso_IeFP_4_anno_A.F_2024-25.pdf
Veneto
https://spazio-operatori.regione.veneto.it/formazione
Moduli aggiuntivi
Abbiamo visto che in alcuni corsi molti allievi si iscrivono motivati dalla possibilità di poter passare alla scuola secondaria superiore.
Per tale motivo abbiamo chiesto se gli Enti / CFP hanno previsto moduli aggiuntivi che integrano la loro formazione relativamente agli assi culturali.
Tabella 10: Moduli aggiuntivi
Tipo di modulo
n. casi
N. ore
Integrazione asse dei linguaggi – italiano e asse matematico
2
50 + 50
Larsa di passaggio al quinto anno della scuola
4
da 40 a 80
Potenziamento
3
60
Effettivamente, ciò viene riscontrato in nove casi, di cui 4 con Larsa (laboratori di sviluppo e recupero degli apprendimenti) con durata variabile da 40 a 80 ore.
Vi sono anche moduli di potenziamento che non necessariamente riguardano i passaggi, ma si riferiscono alla totalità degli allievi partecipanti.
Infine, sono indicati due moduli di integrazione di cui vengono specificati gli assi di riferimento: italiano, inglese, francese, matematica ed elettronica.
Ciò significa che gli allievi di questi nove CFP svolgono un numero significativo di ore aggiuntive nella tre differenti modalità indicate.
Queste esperienze ci possono fornire indicazioni interessanti nell’individuazione dei moduli integrativi per il nuovo modello verticale 4+2.
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Partnership territoriali
Collaborazione con le scuole
Vediamo ora come si configura la collaborazione tra CFP e scuole presenti
sul territorio.
Tavola 2: Collaborazione con le scuole
Partnership territoriali
Collaborazione con le scuole
Vediamo ora come si configura la collaborazione tra CFP e scuole presenti sul territorio.
Tavola 2: Collaborazione con le scuole
Prevale, con il 50% dei casi, una collaborazione sistematica, specie quando gli allievi diplomati
del CFP intendono passare al quinto anno della scuola secondaria di secondo grado. Segue con il
34% la collaborazione casuale, solitamente quando sono le famiglie e/o gli allievi ne fanno richiesta
per ottenere documenti o indicazioni circa il percorso scolastico degli studi. Gli accordi saltuari
vengono per ultimi con il 16% e sono l’effetto di collaborazioni che si attivano quando lo richiedono
i progetti, anche non necessariamente su iniziativa dei CFP.
Collaborazione con le imprese
Approfondiamo ora il tema della collaborazione con le imprese
Tavola 3: Collaborazione con le imprese
Le attività prevalenti, che ricorrono nel 66% dei casi, riguardano la gestione degli stage, ovvero
la modalità più diffusa di collaborazione tra CFP e imprese. Segue con il 28% la cooperazione tra
imprese e CFP nel caso dell’apprendistato, un istituto che viene attivato dalle prime con il vincolo
del coinvolgimento della struttura formativa.
La cooperazione per l’inserimento lavorativo degli ex allievi ricorre solo nel 6% dei questionari,
ma va rilevato che tale compito viene svolto solitamente dai Servizi per il lavoro presenti nel CFP.
Prevale, con il 50% dei casi, una collaborazione sistematica, specie quando gli
allievi diplomati del CFP intendono passare al quinto anno della scuola secondaria
di secondo grado. Segue con il 34% la collaborazione casuale, solitamente quando
sono le famiglie e/o gli allievi ne fanno richiesta per ottenere documenti o indicazioni
circa il percorso scolastico degli studi. Gli accordi saltuari vengono per ultimi
con il 16% e sono l’effetto di collaborazioni che si attivano quando lo richiedono
i progetti, anche non necessariamente su iniziativa dei CFP.
Collaborazione con le imprese
Approfondiamo ora il tema della collaborazione con le imprese
Tavola 3: Collaborazione con le imprese
Partnership territoriali
Collaborazione con le scuole
Vediamo ora come si configura la collaborazione tra CFP e scuole presenti sul territorio.
Tavola 2: Collaborazione con le scuole
Prevale, con il 50% dei casi, una collaborazione sistematica, specie quando gli allievi diplomati
del CFP intendono passare al quinto anno della scuola secondaria di secondo grado. Segue con il
34% la collaborazione casuale, solitamente quando sono le famiglie e/o gli allievi ne fanno richiesta
per ottenere documenti o indicazioni circa il percorso scolastico degli studi. Gli accordi saltuari
vengono per ultimi con il 16% e sono l’effetto di collaborazioni che si attivano quando lo richiedono
i progetti, anche non necessariamente su iniziativa dei CFP.
Collaborazione con le imprese
Approfondiamo ora il tema della collaborazione con le imprese
Tavola 3: Collaborazione con le imprese
Le attività prevalenti, che ricorrono nel 66% dei casi, riguardano la gestione degli stage, ovvero
la modalità più diffusa di collaborazione tra CFP e imprese. Segue con il 28% la cooperazione tra
imprese e CFP nel caso dell’apprendistato, un istituto che viene attivato dalle prime con il vincolo
del coinvolgimento della struttura formativa.
La cooperazione per l’inserimento lavorativo degli ex allievi ricorre solo nel 6% dei questionari,
ma va rilevato che tale compito viene svolto solitamente dai Servizi per il lavoro presenti nel CFP.
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Le attività prevalenti, che ricorrono nel 66% dei casi, riguardano la gestione degli stage, ovvero la modalità più diffusa di collaborazione tra CFP e imprese. Segue con il 28% la cooperazione tra imprese e CFP nel caso dell’apprendistato, un istituto che viene attivato dalle prime con il vincolo del coinvolgimento della struttura formativa.
La cooperazione per l’inserimento lavorativo degli ex allievi ricorre solo nel 6% dei questionari, ma va rilevato che tale compito viene svolto solitamente dai Servizi per il lavoro presenti nel CFP.
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Opinioni sulle priorità e sulle esigenze integrative dei percorsi
Veniamo ora al punto cruciale della presente indagine: il parere che i referenti
degli Enti/CFP si sono fatti in previsione del prossimo mutamento dell’offerta formativa
professionalizzante che corrisponde allo schema 4+2.
Finalità prevalente dei percorsi attuali
Il primo quesito, necessario per comprendere il punto di partenza del percorso
di riallineamento, si riferisce alla finalità prevalente degli attuali corsi di quarto anno.
Il quesito chiedeva di indicare, fra le tre seguenti, l’opzione ritenuta più pertinente:
a) Formazione della figura del diplomato IeFP alle esigenze del mondo del
lavoro, in base ad un preciso accordo con le imprese;
b) Preparazione degli allievi al passaggio al quinto anno per l’acquisizione
del diploma di Stato;
c) Recupero sociale di ragazzi maggiormente in difficoltà.
Tavola 4: Finalità prevalente del corso
Opinioni sulle priorità e sulle esigenze integrative dei percorsi
Veniamo ora al punto cruciale della presente indagine: il parere che i referenti degli Enti/CFP si sono
fatti in previsione del prossimo mutamento dell’offerta formativa professionalizzante che corrisponde
allo schema 4+2.
Finalità prevalente dei percorsi attuali
Il primo quesito, necessario per comprendere il punto di partenza del percorso di riallineamento,
si riferisce alla finalità prevalente degli attuali corsi di quarto anno.
Il quesito chiedeva di indicare, fra le tre seguenti, l’opzione ritenuta più pertinente:
a) Formazione della figura del diplomato IeFP alle esigenze del mondo del lavoro, in base ad
un preciso accordo con le imprese;
b) Preparazione degli allievi al passaggio al quinto anno per l’acquisizione del diploma di Stato;
c) Recupero sociale di ragazzi maggiormente in difficoltà.
Tavola 4: Finalità prevalente del corso
Correttamente, la quasi totalità dei compilatori (90%) ha optato per la prima risposta, in quanto è
quella indicata nelle norme e relative linee guida. Dei restanti, 3 indicano il passaggio alla scuola di
Stato, mentre un altro dichiara che la finalità prevalente consiste nel recupero sociale.
Anche se abbiamo visto dalle intenzioni degli studenti che, di fatto, nove casi parrebbero orientati
verso il passaggio alle scuole di Stato e tre al rinforzo formativo di allievi qualificati ma ancora
debolmente formati.
Influenza innovativa del quarto anno sul modello formativo della IeFP
Il quesito successivo intende approfondire l’influenza che l’introduzione del quarto anno ha avuto
all’innovazione del modello formativo precedente; questa esperienza, infatti, pur essendo segnata
dal limite dell’additività, può essere considerata anticipatrice di quanto potrà accadere ora in
riferimento all’introduzione del gradino terziario dell’offerta formativa della IeFP. Infatti, come
vediamo ora, è rimarchevole l’influenza che tale innovazione dell’offerta formativa IeFP ha avuto
sulla visione progettuale dell’intero quadriennio e sulle dinamiche organizzative e relazionali
adottate.
Tavola 5: Incidenza dei quarti anni sull’innovazione dei corsi
Correttamente, la quasi totalità dei compilatori (90%) ha optato per la prima
risposta, in quanto è quella indicata nelle norme e relative linee guida. Dei restanti,
3 indicano il passaggio alla scuola di Stato, mentre un altro dichiara che la finalità
prevalente consiste nel recupero sociale.
Anche se abbiamo visto dalle intenzioni degli studenti che, di fatto, nove casi
parrebbero orientati verso il passaggio alle scuole di Stato e tre al rinforzo formativo
di allievi qualificati ma ancora debolmente formati.
Influenza innovativa del quarto anno sul modello formativo della IeFP
Il quesito successivo intende approfondire l’influenza che l’introduzione del
quarto anno ha avuto all’innovazione del modello formativo precedente; questa
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esperienza, infatti, pur essendo segnata dal limite dell’additività, può essere considerata
anticipatrice di quanto potrà accadere ora in riferimento all’introduzione
del gradino terziario dell’offerta formativa della IeFP. Infatti, come vediamo ora, è
rimarchevole l’influenza che tale innovazione dell’offerta formativa IeFP ha avuto
sulla visione progettuale dell’intero quadriennio e sulle dinamiche organizzative e
relazionali adottate.
Tavola 5: Incidenza dei quarti anni sull’innovazione dei corsi
La risposta prevalente, che riguarda il 52% dei questionari, indica il valore intermedio
“abbastanza”, subito seguita però dal valore più elevato con il 28% delle opzioni espresse.
In totale, le risposte affermative circa l’influenza dell’introduzione dei quarti anni sul modo di
impostare l’intero quadriennio assommano all’80% del totale, ovvero 40 Enti/CFP.
Il 18% dei compilatori indica invece un’influenza minima, mentre uno solo segnala una non
incidenza.
Quindi, il passo dal triennio al quadriennio ha avuto un impatto significativo sul modello formativo
della IeFP.
Diversi referenti dei corsi oggetto dell’indagine hanno indicato in cosa consiste questa influenza:
− Innovazione intesa come maggior dialogo tra scuola e impresa, approfondito sia nei
contenuti didattici condivisi che nell’aspetto delle metodologie laboratoriali (5).
− Suddivisione differente del monte ore perché così come sono state suddivise 495 di lezione
e 495 di stage formativo si corre il rischio di perdere il contatto con i partecipanti del corso.
− Step fondamentale per il completamento della filiera formativa professionale (2).
− I corsi sono in costante aggiornamento e perfezionamento grazie a un contatto continuo e
diretto con le aziende, in più abbiamo creato alcuni 4 anni per figure professionali che a
livello italiano non erano ancora presenti.
− Maggiore personalizzazione della didattica (2).
− I ragazzi iscritti al Quarto Anno con Apprendistato Duale lo vivono con maggior impegno,
nella duplice identità di studenti e di lavoratori. Considerano la formazione una preziosa
occasione per specializzarsi e per effettuare un pre-inserimento nel mondo del lavoro, dal
momento che le aziende operanti con noi in Apprendistato Duale concludono con
l’assunzione vera e propria dell’allievo.
− Partnership con importanti aziende del territorio dei diversi settori.
− Partecipazione di referenti aziendali alla programmazione didattica, alla gestione di alcuni
interventi formativi in aula ed agli eventi di settore, oltre all’attivazione di numeri consistenti
di apprendistato di primo livello.
− Oltre ad avere creato delle figure di diploma non ancora presenti a livello nazionale, i corsi
sono sempre aggiornati e migliorati secondo le esigenze del mercato.
La risposta prevalente, che riguarda il 52% dei questionari, indica il valore
intermedio “abbastanza”, subito seguita però dal valore più elevato con il 28%
delle opzioni espresse.
In totale, le risposte affermative circa l’influenza dell’introduzione dei quarti
anni sul modo di impostare l’intero quadriennio assommano all’80% del totale,
ovvero 40 Enti/CFP.
Il 18% dei compilatori indica invece un’influenza minima, mentre uno solo
segnala una non incidenza.
Quindi, il passo dal triennio al quadriennio ha avuto un impatto significativo
sul modello formativo della IeFP.
Diversi referenti dei corsi oggetto dell’indagine hanno indicato in cosa consiste
questa influenza:
– Innovazione intesa come maggior dialogo tra scuola e impresa, approfondito sia nei
contenuti didattici condivisi che nell’aspetto delle metodologie laboratoriali (5).
– Suddivisione differente del monte ore perché così come sono state suddivise 495 di
lezione e 495 di stage formativo si corre il rischio di perdere il contatto con i partecipanti
del corso.
– Step fondamentale per il completamento della filiera formativa professionale (2).
– I corsi sono in costante aggiornamento e perfezionamento grazie a un contatto continuo
e diretto con le aziende, in più abbiamo creato alcuni 4 anni per figure professionali
che a livello italiano non erano ancora presenti.
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– Maggiore personalizzazione della didattica (2).
– I ragazzi iscritti al Quarto Anno con Apprendistato Duale lo vivono con maggior impegno, nella duplice identità di studenti e di lavoratori. Considerano la formazione una preziosa occasione per specializzarsi e per effettuare un pre-inserimento nel mondo del lavoro, dal momento che le aziende operanti con noi in Apprendistato Duale concludono con l’assunzione vera e propria dell’allievo.
– Partnership con importanti aziende del territorio dei diversi settori.
– Partecipazione di referenti aziendali alla programmazione didattica, alla gestione di alcuni interventi formativi in aula ed agli eventi di settore, oltre all’attivazione di numeri consistenti di apprendistato di primo livello.
– Oltre ad avere creato delle figure di diploma non ancora presenti a livello nazionale, i corsi sono sempre aggiornati e migliorati secondo le esigenze del mercato.
– Nei percorsi del Settore Benessere l’opportunità di conseguire l’abilitazione professionale.
Si sta cercando di strutturare il percorso triennale nell’ottica del profilo del quarto anno, e non lasciando tutto a quel singolo anno. ES: nel settore elettrico abbiamo inserito la programmazione PLC già dal primo anno per fornire maggiori competenze nell’ottica del profilo del tecnico dell’automazione.
Durante il quarto anno ogni allievo deve strutturare un Project work per l’accesso all’esame di diploma. L’elaborato fa riferimento a casi reali della realtà lavorativa aziendale (simulazione apertura di un locale, simulazione manuale HACCP di un laboratorio, simulazione caso studio relativo ad una commissione cliente, organizzazione di un evento lavorativo relativo ad una produzione di settore) (2).
– Una parte delle ore dell’Unità formativa professionalizzante viene dedicata all’approfondimento teorico relativo alle Scienze degli alimenti e Tecniche amministrative della struttura ricettiva, due materie caratteristiche dei corsi di studio del V anno di Enogastronomia e ospitalità alberghiera. I programmi sono comunque in linea con quanto previsto nelle competenze e abilità del profilo in oggetto.
– Approfondimento delle competenze professionali da spendere nel mondo del lavoro.
– Investimenti tecnologici da parte delle aziende sul CFP, mirati alla formazione degli allievi del quarto anno al per il successivo inserimento lavorativo (3).
Quanto sopra riportato ci suggerisce le seguenti riflessioni:
ü i passi che concorrono al completamento della filiera professionale apportano una maggiore consapevolezza circa l’intero percorso formativo, poiché introducendo traguardi più elevati chiariscono meglio il contributo dei passi precedenti al loro perseguimento, come nel caso del settore elettronico in riferimento alla collocazione anticipata della programmazione PLC;
ü l’aspetto più rilevante riguarda la metodologia laboratoriale, ovvero la caratteristica peculiare della IeFP, effetto di un maggiore dialogo con le imprese partner riguardante i contenuti didattici condivisi e perseguiti in modo consonante, fino anche alla individuazione ed al costante aggiornamento di figure professionali o loro curvature, maggiormente consone con lo sviluppo delle imprese; quindi, dotate di maggiore adeguatezza rispetto al mondo reale,
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ü emerge l’urgenza di un vero e proprio accordo curricolare con le imprese;
ü emerge con più chiarezza l’importanza dell’opzione apprendistato dei percorsi duali; in forza della sua natura “duale” di formazione e lavoro è una proposta che risulta particolarmente motivante per una parte degli allievi, ed inoltre rappresenta un “sentiero” prezioso ed efficace di inserimento nel mondo del lavoro;
ü il riferimento al livello EQF 4 ha consentito l’accesso all’abilitazione professionale del settore Benessere; nella prospettiva del 4+2 si apre la possibilità di accesso anche alle altre abilitazioni che ora risultano ancora limitate ai diplomati dello Stato.
Le esigenze integrative richieste dalla filiera 4+2
Così come accaduto con l’introduzione dei quarti anni, la prospettiva della filiera tecnologico-professionale 4+2 sollecita delle integrazioni su parte o tutta l’offerta formativa verticale.
I compilatori dei questionari hanno indicato le seguenti esigenze, per ordine di rilevanza:
1) Potenziare la cultura matematica e scientifica (STEM).
2) Potenziare le competenze nelle lingue straniere.
3) Potenziare la cultura umanistica.
4) Potenziare le competenze di gestione di compiti complessi.
5) Potenziare la capacità di riflessione e di giudizio critico.
6) Potenziare le competenze emotive (soft skill).
7) Sviluppare competenze specifiche relative all’Intelligenza artificiale.
La priorità accordata alla cultura matematica e scientifica ed alle competenze relative alle lingue straniere indica le aree di assoluta priorità su cui intervenire. Ma anche la collocazione dell’area umanistica, che per ordine di rilevanza viene subito dopo le prime due, esprime la necessità di una maggiore padronanza del linguaggio, oltre che di apertura mentale e di ampliamento dell’immaginazione che possono provenire dall’area umanistica.
Subito dopo, con valori sempre significativi e tendenzialmente decrescenti, troviamo tutto il blocco dei saperi trasversali molto rilevanti circa il livello EQF 5, quali la gestione di compiti complessi, la capacità di riflessione e di giudizio critico. Ricevono, infine, segnali di interesse anche la formazione alle soft skill e, per ultime, le competenze richieste dall’intelligenza artificiale.
Si può quindi affermare che tutto l’arco degli item proposti rientra, sia pure con priorità differenti, nell’ambito delle necessità integrative per il prossimo passo della verticalizzazione dell’offerta formativa, con un’accentuazione più forte per gli assi culturali.
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Necessità di intervento in vista della partecipazione del CFP alla nuova filiera verticale
La domanda successiva va intesa come un approfondimento della precedente, in quanto parla non più solo di “esigenze”, ma anche di “necessità” rese urgenti dalla partecipazione del CFP al nuovo cantiere della filiera tecnologico-professionale verticale.
Ecco, in ordine di rilevanza, le necessità indicate dai compilatori dei questionari:
1) Sviluppare la revisione dell’intero curricolo verticale 4+2.
2) Consolidare l’accordo con le scuole (e gli ITS Academy) per definire i traguardi culturali e tecnico-professionali, anche come prerequisiti per l’accesso ai nuovi percorsi ITS Academy.
3) Potenziare la collaborazione con le imprese per condividere gli obiettivi del curricolo e per meglio integrare le attività reciproche, soprattutto in materia di alternanza e apprendistato.
4) Definire un modello formativo che valorizzi l’iniziativa e la consapevolezza degli allievi.
5) Potenziare la formazione del personale del CFP e dei tutor aziendali.
ü Colpisce la prima opzione in quanto indica la necessità più impegnativa, quella che prevede una revisione dell’intero curricolo verticale 4+2. Si potrebbe definire questa opzione “inclusiva” di tutte le altre. Essa indica la consapevolezza che un’offerta formativa verticale non può essere il risultato di aggiunte progressive, ma richiede un approccio organico che corrisponda al modello formativo peculiare della IeFP in grado di rispondere alle esigenze formative dei giovani e di corrispondere alle dinamiche del lavoro e delle organizzazioni;
ü subito dopo troviamo la necessità, molto pratica, di un confronto con le scuole e gli ITS Academy allo scopo di definire in modo congiunto, e consonante con il modello formativo IeFP, i reali traguardi formativi che consentono l’accesso ai nuovi ITS Academy biennali;
ü ciò richiede un piano di intervento formativo sul personale interno congiuntamente ai tutor aziendali: si tratta delle figure dalle quali dipende in modo decisivo la possibilità di un cambiamento effettivo a vantaggio di tutti, in primo luogo gli allievi;
ü il tema dell’alleanza più profonda con le imprese è presente in tutti gli item proposti, entro una prospettiva curricolare che consideri il valore della formazione mista o duale;
ü lo stesso dicasi per l’importanza di una proposta che esalti la consapevolezza degli allievi, in quanto questo fattore traspare da tutti gli item proposti.
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Richieste rivolte alla Fondazione CNOS-FAP ETS I.S.
E veniamo all’ultimo quesito, quello nel quale si chiede agli Enti/CFP cosa si aspettano prioritariamente dalla Fondazione CNOS-FAP ETS per rispondere alle esigenze indicate in precedenza, supportandolo in modo adeguato allo scenario che si apre per il prossimo triennio.
Tavola 6: Attese nei confronti della Fondazione CNOS-FAP ETS
24 Richieste rivolte alla Fondazione CNOS-FAP ETS I.S. E veniamo all’ultimo quesito, quello nel quale si chiede agli Enti/CFP cosa si aspettano prioritariamente dalla Fondazione CNOS-FAP ETS per rispondere alle esigenze indicate in precedenza, supportandolo in modo adeguato allo scenario che si apre per il prossimo triennio. Tavola 6: Attese nei confronti della Fondazione CNOS-FAP ETS L’opzione in testa nelle preferenze dei compilatori, con ben l’87,2% delle risposte, è quella che richiede di tutelare (assieme all’Associazione Forma e agli altri Enti nazionali) i valori e le specificità della IeFP a livello istituzionale e politico. Ciò rivela la consapevolezza circa l’importanza di una gestione qualificata dei vari livelli di confronto e di negoziazione che si apriranno nel prossimo triennio, in modo da giungere a soluzioni che valorizzino la peculiarità della componente IeFP della nuova filiera. Subito dopo troviamo, con il 66% di preferenze, l’urgenza di poter disporre di strumenti metodologici (per la progettazione, la gestione didattica e la valutazione) in riferimento al curricolo che il quesito precedente ha posto al centro delle attenzioni. Segue (44,7%) la richiesta di un potenziamento della formazione dei docenti a livello regionale/territoriale, opzione che possiamo legare alla successiva (con il 27,7%) che richiede di incentivare il confronto e gli scambi di buone pratiche tra i CFP, in quanto indica la metodologia prevalente da adottare nel piano di formazione del personale. Il tema del supporto per definire accordi con grandi imprese e/o associazioni di categoria riceve consensi inferiori (27,3%), ma inferiore, probabilmente in quanto il contesto economico di riferimento dei CFP è prioritariamente territoriale e regionale. Bassissima (2,1%) infine è la segnalazione circa le attese nei confronti della Fondazione di un intervento per consolidare gli accordi con le scuole e con gli ITS Academy, probabilmente perché questi vengono gestiti quasi totalmente a livello locale. Fornire strumenti metodologici Potenziare la formazione dei docenti a livello regionale/territoriale Incentivare il confronto e gli scambi di buone pratiche tra i CFP Tutelare i valori e le specificità della IeFP a livello istituzionale e politico Supportare accordi con grandi imprese e/o associazioni di categoria Consolidare l’accordo con le scuole (e gli ITS Academy)
L’opzione in testa nelle preferenze dei compilatori, con ben l’87,2% delle risposte, è quella che richiede di tutelare (assieme all’Associazione Forma e agli altri Enti nazionali) i valori e le specificità della IeFP a livello istituzionale e politico. Ciò rivela la consapevolezza circa l’importanza di una gestione qualificata dei vari livelli di confronto e di negoziazione che si apriranno nel prossimo triennio, in modo da giungere a soluzioni che valorizzino la peculiarità della componente IeFP della nuova filiera.
Subito dopo troviamo, con il 66% di preferenze, l’urgenza di poter disporre di strumenti metodologici (per la progettazione, la gestione didattica e la valutazione) in riferimento al curricolo che il quesito precedente ha posto al centro delle attenzioni.
Segue (44,7%) la richiesta di un potenziamento della formazione dei docenti a livello regionale/territoriale, opzione che possiamo legare alla successiva (con il 27,7%) che richiede di incentivare il confronto e gli scambi di buone pratiche tra i CFP, in quanto indica la metodologia prevalente da adottare nel piano di formazione del personale.
Il tema del supporto per definire accordi con grandi imprese e/o associazioni di categoria riceve consensi inferiori (27,3%), ma inferiore, probabilmente in quanto il contesto economico di riferimento dei CFP è prioritariamente territoriale e regionale.
Bassissima (2,1%) infine è la segnalazione circa le attese nei confronti della Fondazione di un intervento per consolidare gli accordi con le scuole e con gli ITS Academy, probabilmente perché questi vengono gestiti quasi totalmente a livello locale. CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 36 05/11/25 07:41
Parte Seconda
I CINQUE CASI DI STUDIO
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Obiettivi e metodo della ricerca
La ricerca ha voluto approfondire gli approcci e le modalità con cui sono stati progettati e vengono realizzati i quarti anni IeFP nei CFP della Fondazione CNOS-FAP ETS, tenuto conto delle tre tipologie emergenti dall’indagine campionaria, ovvero:
- il modello proprio di carattere tecnico-professionale, coerente con l’impostazione normativa che mira a delineare percorsi formativi professionalizzanti verticali e che prevedono al termine dei quarti anni il rilascio di un titolo di tecnico professionale di livello 4 EQF, una figura dotata di una buona cultura tecnica, in grado di intervenire nei processi di lavoro con competenze non solo operative in relazione ai processi, ma anche di programmazione, coordinamento e verifica, sapendo assumere gradi soddisfacenti di autonomia e responsabilità, in relazione con i responsabili delle unità operative in cui operano. Questo modello è l’evidenza di una nuova filosofia formativa basata sui risultati di apprendimento, con una prevalenza dell’azione reale e della riflessione sui fattori che la costituiscono, entro una stretta cooperazione tra organismo formativo ed imprese dove queste ultime sono coinvolte non solo come “luogo della pratica”, ma soggetti di una cultura del sapere agito. Una visione che - come vedremo - anticipa di quindici anni la sperimentazione quadriennale dei percorsi tecnici e professionali;
- il modello scolastico che si è concentrato soprattutto sulla lettera h, art. 2 della legge 53/2003, là dove si dice che “i titoli e le qualifiche conseguiti al termine dei percorsi del sistema dell’istruzione e della formazione professionale di durata almeno quadriennale consentono di sostenere l’esame di Stato, utile anche ai fini degli accessi all’Università e all’alta formazione artistica, musicale e coreutica, previa frequenza di apposito corso annuale, realizzato d’intesa con le Università e con l’alta formazione artistica, musicale e coreutica, e ferma restando la possibilità di sostenere, come privatista, l’esame di Stato anche senza tale frequenza”. È un modello conforme al desiderio delle famiglie di far ottenere ai propri figli un diploma scolastico, inteso come simbolo di riscatto sociale ma anche porta di accesso all’Università;
- il modello sociale che concepisce il quarto anno come uno strumento di rinforzo dell’utenza più difficile che, pur avendo conseguito la qualifica professionale triennale, non risulta avere i requisiti per un positivo ingresso nel mondo delle imprese e delle professioni. Questa impostazione, molto più rara delle precedenti, è un segnale della crescita di adolescenti e giovani che presentano particolari difficoltà, e che in diversi casi venCNOS
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gono consigliati di iscriversi ai corsi di IeFP in quanto caratterizzati da un metodo più pratico e personalizzato, favorito anche dalle piccole medie dimensioni dei CFP.
Tramite la ricerca si sono volute approfondire, in riferimento a questi modelli, spesso ibridi (in riferimento sia al CFP sia al quarto anno di corso), le visioni, le progettazioni e le prassi formative più significative, ricostruendo le interconnessioni con i fattori portanti dell’ecosistema di riferimento: famiglie e giovani, imprese, scuole, servizi dell’orientamento e delle politiche del lavoro, e contemporaneamente individuare le necessità di intervento mirate a superare le eventuali criticità connesse ad un utilizzo improprio del quarto anno rispetto alla legge istitutiva.
Contemporaneamente si è inteso rilevare il tipo di risposta che è stata data all’opportunità di partecipazione alla sperimentazione nazionale relativa alle filiere tecnologico-professionali. Una risposta che richiede una rivisitazione del curricolo del quarto anno perlomeno per ciò che riguarda gli assi culturali, se non proprio una revisione dell’intero percorso quadriennale.
L’approfondimento della risposta all’operazione sperimentale permetterà di chiarire l’impegno progettuale ed organizzativo profuso nei vari contesti regionali, in cui sono coinvolti anche gli istituti tecnici superiori, da cui trarre indicazioni circa la riprogettazione dei percorsi formativi IeFP.
Per la scelta dei casi di studio è stato svolto un lavoro puntuale di ricerca delle realtà significative coinvolte nella sperimentazione. Da tale lavoro sono emersi i cinque casi significativi della famiglia salesiana che presentiamo di seguito, di cui quattro (Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia) del Nord Italia, mentre uno solo (Lazio) del Centro. Non è stato possibile trovare un caso significativo nel Sud e nelle Isole. È una situazione non imprevista poiché, com’è noto, il sistema IeFP è presente soprattutto nel Nord e, in misura minore, nel Centro Italia, con qualche esperienza nel Sud che però risulta poco rilevante nell’attuale movimento sperimentale.
I cinque casi che presentiamo presuppongono che il processo sperimentale prosegua positivamente così come sancito dagli accordi tra Regioni e MIM, ed in modo coerente a quanto scritto nei progetti.
A titolo prudenziale, occorre qui segnalare che a tutt’oggi, in attesa dell’avvio dell’anno scolastico 2025-26, in alcune Regioni non è ancora chiaro se e quali percorsi IeFP 4+2 partiranno davvero, perché alcune scuole capofila non sembrano ancora riuscite a formare la classe sperimentale prevista.
Nei prossimi mesi sarà quindi necessario monitorare con accuratezza il cammino della sperimentazione, per comprendere le dimensioni e le tipologie di percorsi che procedono secondo le modalità e le tempistiche dichiarate.
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Piemonte
Il caso di studio svolto presso la Fondazione CNOS-FAP ETS Piemonte ha mostrato una realtà differenziata nel modo di intendere i quarti anni e nella prospettiva della filiera tecnologico-professionale. Infatti, abbiamo trovato due esempi delle differenti strategie: mentre nel CFP San Benigno prevale la prospettiva dei moduli integrativi ricavata dalla lunga esperienza dei passaggi dal quarto anno IeFP al quinto della scuola al fine di consentire agli allievi di acquisire il diploma di Stato, nel CFP Rebaudengo a prevalere è la strategia della revisione del curricolo, secondo la metodologia peculiare della IeFP fondata sul metodo induttivo e sull’apprendimento radicato nella realtà.
La differenza tra i due modelli risiede nel fattore che viene assunto come prerequisito per il passaggio dal diploma IeFP al nuovo ITS Academy biennale: nel primo caso si tratta del diploma di Stato, mentre nel secondo è costituito dal profilo del tecnico composto da un insieme organico di saperi, competenze e soft skill mirati alla formazione della persona, del cittadino e del lavoratore, in riferimento all’attuale stagione dello sviluppo tecnologico.
Abbiamo usato l’espressione “prevalenza” perché ambedue i casi non sono caratterizzati da modelli progettuali “puri” ma da una differente combinazione dei due elementi indicati. In effetti, l’impianto adottato dal CNOS-FAP Piemonte circa la filiera 4+2 prevede una progettualità conforme all’approccio pedagogico induttivo, e, nel contempo, accoglie moduli integrativi riferiti alle discipline che richiedono un riallineamento rispetto ai percorsi scolastici, allo scopo di integrare i contenuti dei percorsi e di formare negli allievi dotati di diploma di tecnico IeFP una familiarità con l’approccio concettuale.
Certamente l’avvio della sperimentazione 4+2 ridimensiona la metodologia dei passaggi in quanto introduce la possibilità di accesso al nuovo diploma biennale ITS Academy non solo per studenti che provengono dalla scuola di Stato sia quinquennale che quadriennale, ma anche da allievi della IeFP. Ma va segnalata la forte differenziazione tra percorsi IeFP che trovano una piena corrispondenza nell’offerta formativa ITS Academy – come nel caso della meccatronica e degli impianti energetici – e percorsi che invece – come l’alberghiero, il grafico e i servizi alla persona – presentano problemi di coincidenza nel passaggio dal livello del diploma IeFP a quello degli ITS Academy.
Il punto di incontro tra i due modelli è costituito dalla strategia regionale di riprogettazione del curricolo che da circa due anni è in atto in tutte le sedi, mirata a formare allievi capaci di agire in un contesto complesso nel quale non basta saper agire per processi standard – in quanto questi li sanno svolgere ottimamente i sistemi automatizzati – ma serve la capacità di immaginare soluzioni ad hoc a
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partire dalle esigenze e dai problemi degli utenti e dei clienti, facendo uso di tecnologie evolute.
Da qui l’impegno volto a rendere l’offerta formativa IeFP più attuale, tenuto conto delle continue innovazioni riguardanti non solo le tecnologie, ma anche l’organizzazione del lavoro, le figure professionali e la cultura ed etica del lavoro. Uno sforzo che intende venire incontro anche alla preferenza accordata dai giovani per l’apprendimento in situazione, decisamente più attraente dell’apprendimento per concetti ed applicazioni standard.
Il CFP San Benigno
I quarti anni
I quarti anni che fanno parte dell’offerta formativa di San Benigno sono tre:
- tecnico delle energie rinnovabili;
- produzione energia termica, tecnico per la programmazione e la gestione di impianti di produzione;
- sistemi a CNC e CAD CAM e tecnico di cucina.
Gli studenti che li frequentano sono in maggioranza proiettati al lavoro, mentre chi vuole continuare lo fa per ottenere il diploma scolastico sia per poter avere la possibilità in un futuro di partecipare ad un concorso pubblico, seguendo l’orientamento della famiglia, sia per proseguire all’Università. Nessuno conosce l’ITS Academy nonostante questa opportunità sia stata presentata loro durante gli incontri di orientamento svolti nelle scuole secondarie di primo grado.
Va detto che tutti gli allievi sin dal primo anno desiderano proseguire anche in quarta; è una proposta che il nostro Centro offre ormai da 10 anni e che ora è diventata ordinaria nella cultura dei ragazzi e delle loro famiglie.
La progettazione dei quarti anni risente delle differenti intenzioni dei ragazzi e delle loro famiglie, ma anche della reale applicazione nel mercato del lavoro della figura del tecnico IeFP così come prevista dalle norme nazionali e regionali.
Ciò accade ad esempio in cucina, dove l’unica figura di rilievo è il cuoco. Quindi la quarta è intesa come una specializzazione post qualifica. Gli allievi dell’anno 2025 hanno concluso lo stage di 300 ore in ristoranti o hotel, con lo stesso metodo adottato per la terza, ma con qualcosa in più e con maggiori responsabilità, ma sempre nella stessa prospettiva, in quanto in cucina il cuoco ha bisogno di gente operativa.
L’anno scorso due ragazzi hanno fatto 440 ore di stage presso la panetteria del Gigante, una realtà diversa dalla cucina in quanto si colloca entro un’organizzazione complessa, che magari potrebbe aver bisogno proprio di una figura di tecnico.
Quindi gli aggiustamenti che si stanno apportando al percorso formativo del quadriennio dipendono dal progetto degli allievi: se intendono entrare nel mercato del lavoro con il diploma professionale, il quarto anno assume la forma di una
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specializzazione pratica; se invece la prospettiva è il passaggio alla scuola, il quarto anno ed anche i tre precedenti vengono piegati in vista del passaggio al quinto anno della scuola al fine di ottenere il diploma di Stato.
Ad esempio, la quarta di cucina di quest’anno è considerata una buona classe. Siccome ben 21 su 25 lo desiderano, li stiamo preparando per passare al quinto anno della scuola. Come già anticipato, questa scelta è sostenuta soprattutto dai genitori, ma occorre ricordare che questi ragazzi considerano la scuola troppo teorica. Tramite moduli Larsa (laboratori di recupero e sviluppo degli apprendimenti) della durata di 55 ore, gestiti secondo il metodo dell’accompagnamento personale, gli allievi vengono preparati al passaggio, sapendo che hanno bisogno certamente di contenuti integrativi, ma soprattutto di apprendere il metodo di studio ed il modello mentale previsto dalla scuola.
Allo stesso modo, anche nella quarta classe dei meccatronici, tramite Larsa di 50 ore, gli allievi vengono preparati ad un insegnamento centrato sulla lezione frontale, avendo come riferimento il programma scolastico. Essi possiedono una capacità manuale molto importante, ma soprattutto una notevole memoria visiva: a loro occorre sempre far capire che i concetti che presentiamo loro hanno un legame con la realtà.
Tranne che per l’inglese, tutti gli altri insegnamenti sono gestiti da docenti della scuola; è tramite essi che gli allievi possono acquisire nuove conoscenze, ma soprattutto abituarsi ad un altro modo di stare in classe e di lavorare tenendo conto dell’approccio ai saperi tipico delle scuole. Ciò richiede un adattamento del metodo di insegnamento da parte di tutti i formatori.
La prospettiva 4+2
Innanzitutto, va detto che, se potessero passare all’ITS Academy, diversi degli allievi del CFP di San Benigno ci andrebbero. Vi è anche un caso reale: una ex-allieva ora frequenta l’ITS Academy, dove si trova benissimo, ne è addirittura entusiasta. Ciò anche perché con l’ITS Academy c’è molta affinità dal punto di vista del metodo di studio; inoltre è un percorso più breve quando sarà attivato il nuovo ITS Academy biennale della filiera tecnologico professionale.
Le formatrici del CFP propendono per un percorso quadriennale simile alle passerelle di oggi, in cui nell’anno di diploma professionale siano inserite materie integrative e riferite alla parte teorica mancante rispetto agli studenti provenienti dalla scuola di Stato:
- per il passaggio al nuovo corso di meccatronica ITS Academy le materie integrative riguarderanno italiano, inglese e matematica, inoltre elettrotecnica e fisica;
- per il passaggio dei tecnici di cucina ai percorsi affini dell’ITS Academy (agroindustriale e turismo) si dovrebbero prevedere, oltre a italiano, inglese e matematica, anche francese e scienze dell’alimentazione, e forse diritto.
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Ma c’è un dubbio: i responsabili ITS Academy sono molto critici sulla presenza di allievi della IeFP. Loro preferirebbero ragazzi diplomati ai licei, per i quali prevedono quindi un “allenamento” maggiore sul piano tecnico pratico, il contrario di quanto serve invece per chi proviene dalla IeFP.
Il punto cruciale è quindi rappresentato dalle competenze che verranno indicate come prerequisiti necessari per l’ingresso nei nuovi ITS Academy.
Anche se le esigenze delle imprese riguardo ai tecnici superiori si avvicinano più all’impostazione del diploma professionale IeFP che a quello degli istituti scolastici.
Il CFP Rebaudengo
Il cambio di paradigma nel corso elettrico
L’inserimento del quarto anno nel corso elettrico è stata l’occasione per una riprogettazione dell’intero percorso.
Il passo iniziale ha consistito nell’adeguare la proposta formativa all’attualità del lavoro. Le tecnologie adottate provengono dalle aziende Schneider e Siemens, che sono leader nel settore e promuovono soluzioni avanzate per l’automazione industriale, quelle presenti nelle aziende della realtà torinese. Nell’ambito dell’impiantistica civile provengono dall’azienda Finder, che offre soluzioni innovative per la gestione e il controllo degli impianti in ambito civile specie residenziale. Per il disegno elettrico sono stati adottati i software di SD Project ed altri presenti sul Web. Di fondamentale importanza ultimamente è la IA.
- per il passaggio meccatronica integrative inglese e elettrotecnica - per il cucina ai Academy (agroindustriale dovrebbero inglese e matematica, e scienze diritto. Ma c’è un Academy presenza di preferirebbero per i quali prevedono quindi un “allenamento” maggiore sul piano tecnico quanto serve invece per chi proviene dalla IeFP. Il punto cruciale è quindi rappresentato dalle competenze che verranno necessari per l’ingresso nei nuovi ITS Academy. Anche se le esigenze delle imprese riguardo ai tecnici superiori si avvicinano del diploma professionale IeFP che a quello degli istituti scolastici. Il CFP Rebaudengo Il cambio di paradigma nel corso elettrico L’inserimento del quarto anno nel corso elettrico è stata l’occasione dell’intero percorso. Il passo iniziale ha consistito nell’adeguare la proposta formativa tecnologie adottate provengono dalle aziende Schneider e Siemens, che promuovono soluzioni avanzate per l’automazione industriale, quelle presenti realtà torinese. Nell’ambito dell’impiantistica civile provengono dall’azienda soluzioni innovative per la gestione e il controllo degli impianti in ambito Per il disegno elettrico sono stati adottati i software di SD Project ed fondamentale importanza ultimamente è la IA. Fin dal primo anno gli allievi vengono guidati a concepire il lavoro partendo viene chiamata “commessa”, inviata tramite un’e-mail o una specifica segna l’inizio del loro percorso laboratoriale professionalizzante ed integrativo4. L’unità formativa “documentazione degli impianti” gioca un ruolo pensiero critico, poiché non si limita alla semplice produzione di schemi CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 44 05/11/25 07:41
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Fin dal primo anno gli allievi vengono guidati a concepire il lavoro partendo da un incarico che viene chiamata “commessa”, inviata tramite un’e-mail o una specifica scritta in altra forma, che segna l’inizio del loro percorso laboratoriale professionalizzante ed integrativo1.
L’unità formativa “documentazione degli impianti” gioca un ruolo cruciale nello sviluppo del pensiero critico, poiché non si limita alla semplice produzione di schemi elettrici, ma richiede di analizzare, organizzare e rappresentare in modo chiaro le informazioni tecniche. La U.F. “dimensionamento impianti”, invece, affina la capacità di scelta consapevole dei componenti, non solo in base al loro funzionamento, ma anche considerando le grandezze elettriche fondamentali. Questo processo include anche la gestione economica, con l’elaborazione di preventivi e l’acquisto dei materiali. Infine, nella fase di realizzazione, gli impianti documentati e dimensionati vengono concretamente assemblati sui rack, trasformando la teoria in pratica.
Tuttavia, altrettanto fondamentali sono le materie integrative, che insegnano ai ragazzi a comunicare in modi e stili diversi efficacemente attraverso il corpo, la parola e la relazione con gli altri, sviluppando una competenza essenziale: il lavoro di squadra.
Lo sfondo che ispira ogni intervento formativo è l’educazione così come è stata consegnata in eredità da don Bosco. I formatori stanno concentrando i propri sforzi nel non essere più l’unica fonte di sapere per i ragazzi, ma piuttosto diventare mediatori della conoscenza, insegnando loro come studiare e trovare in modo autonomo le informazioni di cui hanno bisogno.
Essi hanno scoperto che sia in aula che in laboratorio, tutti i ragazzi possono esprimere il proprio talento nel momento in cui si rendono conto di essere capaci. Ciò di cui hanno bisogno non è un’unica modalità di apprendimento, ma tempi diversi di esecuzione nell’autoformazione. È questo il modo in cui viene utilizzata la tecnologia.
Il metodo della “commessa di lavoro” gestita da un software per la creazione del prodotto a cui si affianca, quando necessario, un altro software che consente loro di verificare la correttezza di quanto realizzato, stimola i ragazzi all’autoapprendimento mentre i formatori si muovono tra i banchi per chiarire dubbi in modo mirato, rivolgendosi ai singoli studenti anziché a tutta la classe indistintamente. Questo rende ciascuno protagonista attivo del proprio percorso formativo.
Mentre nei primi mesi gli allievi incontrano qualche difficoltà, non essendo abituati a lavorare in autonomia, ben presto “scatta qualcosa: capiscono il metodo, si appassionano e non li ferma più nessuno!” Anche chi inizialmente dichiara di avere difficoltà di apprendimento si trasforma.
Insegnando loro a studiare ed a muoversi tramite l’autoapprendimento e l’auto-mutuo-aiuto, i formatori dimostrano concretamente che tutti possono farcela. Mentre imparano, la disciplina in classe ed in laboratorio migliora e l’intero ambiente formativo fiorisce.
1 Per “area integrativa” nella Regione Piemonte si intendono gli assi culturali.
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L’approccio educativo dell’équipe consiste in questo: fare in modo che un impianto sia funzionante e ben cablato non è un merito, è la base minima del mestiere. Ciò che davvero fa la differenza è il pensiero che sta dietro al progetto, l’intuizione che ha guidato le scelte, la capacità di spiegare il lavoro svolto e l’atteggiamento con cui lo si presenta.
Gli studenti che hanno bisogno di più tempo possono usufruire del settore anche oltre l’orario standard. Le attività terminano alle 15:00, ma il lunedì, martedì e mercoledì i laboratori restano aperti fino alle 16:45. Il formatore è presente, ma le attività sono autogestite. Ogni commessa di lavoro ha un numero prestabilito di ore, ad esempio 18. Durante le attività quotidiane, il conteggio del tempo avanza regolarmente, mentre i recuperi pomeridiani, facoltativi, non influiscono sul conteggio, lasciando invariato il totale delle ore assegnate. In questo modo i ragazzi vengono responsabilizzati alla consegna, eliminando la scusa della lentezza, quindi, del non fare.
Fondamentale è il processo di valutazione, che non si limita a un semplice numero, ma considera molteplici aspetti: il pensiero progettuale, il tempo effettivo di esecuzione, il corretto funzionamento dell’impianto, la qualità del cablaggio, la capacità di ricerca guasti, l’esposizione orale e la gestione autonoma delle difficoltà che emergono.
Un notevole impegno viene dedicato alla formazione dei formatori, ma in chiave rinnovata secondo due strategie:
– in primo luogo, l’autoformazione tra colleghi che si svolge con incontri periodici, anche solo di un’ora, per condividere conoscenze ed esperienze che ogni formatore porta con sé. In tal modo il confronto diventa un’occasione preziosa per crescere insieme;
– la seconda, forse ancora più stimolante, è imparare insieme ai ragazzi: i progetti più ambiziosi proposti dagli studenti spesso rappresentano una sfida anche per i formatori, sia per la complessità dei contenuti sia per le tecnologie coinvolte. Qui entra in gioco un principio fondamentale: ammettere di non sapere tutto non è una debolezza, ma un’opportunità sia per i formatori che per gli allievi.
La sperimentazione 4+2 come laboratorio di studio del modello formativo
Il progetto coinvolge l’Istituto Tecnico C. Grassi (capofila), 3 Agenzie formative (Associazione CIOFS-FP Piemonte ETS, Associazione CNOS-FAP Regione Piemonte, Immaginazione e Lavoro Soc. Coop.) e 3 Fondazioni ITS Academy (I.T.S. per le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, I.T.S. Agroalimentare per il Piemonte, I.T.S. Energia). La Filiera, inoltre, si compone di diverse realtà del sistema produttivo.
La sperimentazione vede coinvolti 5 ambiti professionali per un totale di 14 classi in sperimentazione, 7 percorsi quadriennali dell’ITS C. Grassi e 7 percorsi formativi della IeFP all’interno delle 3 istituzioni formative.
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All’interno dei percorsi di IeFP, inoltre, convivono i due modelli oggi presenti ovvero percorsi triennali a cui seguirà il IV anno di Diploma professionale di Tecnico di riferimento e percorsi di IeFP quadriennali di Diploma professionale.
A marzo 2024 si è proceduto alla costituzione della Rete Tecnico Professionale FILTECPRO tra le istituzioni educative e le aziende.
Gli elementi fondamentali per l’efficacia della Sperimentazione sono tre:
1. La Riprogettazione dei percorsi
Per cogliere la centralità della sperimentazione, le prime annualità vengono riprogettate secondo tre macroaree:
- Trasversale: competenze di base comuni a tutti gli indirizzi;
- Professionalizzante: competenze tecniche specifiche per ogni settore;
- Misure di Supporto: per facilitare il raggiungimento degli obiettivi della filiera.
2. Il Coordinamento
Un aspetto chiave del progetto è il riconoscimento e la valorizzazione della filiera formativa FILTECPRO attraverso tavoli di lavoro dedicati. Questi momenti di lavoro insieme favoriscono la condivisione di esperienze, delle pratiche didattiche, dell’appartenenza alla filiera.
3. Le attività condivise nella filiera
La sperimentazione prevede l’implementazione di alcune attività condivise: sviluppo delle soft skills, potenziamento delle discipline STEM e del coding attraverso una sperimentazione e una challenge, prova esperta: un’attività comune a tutta la filiera per consolidare le competenze acquisite durante la prima annualità.
Il modello formativo è associato alla parola “velocità” che rappresenta tutto ciò che sta succedendo in questo periodo sia nel mondo del lavoro che nel contesto educativo e culturale.
Per questo, il CNOS-FAP Piemonte sta cercando di sviluppare una visione strategica a breve, medio e lungo termine, cercando di mettere insieme la mission, la soddisfazione dei beneficiari (allieve/allievi e famiglie) e il riconoscimento dell’importanza delle persone con cui si lavora tutti i giorni.
Alcuni stimoli importanti della proposta sono:
- focus sul green
- focus sul digitale
- focus sulle pari opportunità
- l’avanzamento tecnologico delle aziende
- i cambiamenti nel sistema regionale IeFP
- i cambiamenti nel sistema istruzione.
Tramite questi stimoli viene ridefinito il paradigma dei percorsi IeFP con l’obiettivo di formare menti fertili, pronte a recepire i cambiamenti di questi e dei prossimi anni.
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Il progetto di Sperimentazione 4+2 che si sta delineando si appoggia pertanto su un lavoro di rinnovamento dei percorsi formativi dalla struttura ben delineata e solida che non viene assolutamente snaturata.
La crescita verticale si evidenzia nel passo decisivo dell’accesso all’ITS Academy, ma è altrettanto importante la visione che vuole condurre allieve e allievi a conoscere a fondo le opportunità fornite dalla rete e dal campus.
Le misure integrative e di supporto operano in questo senso e cercano di favorire una crescita orizzontale ampliando lo sguardo alla realtà in cui siamo immersi: la consapevolezza del percorso scelto, l’appartenenza alla filiera, l’approfondimento delle soft skills, la conoscenza delle STEAM con una challenge finale, le visite in azienda e gli scambi con gli altri studenti della rete per conoscere insieme le future professioni, una esperienza all’estero già al primo anno, una prova esperta comune che fa da filo conduttore.
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Lazio
La sperimentazione nel cambio del paradigma formativo
L’avvio della sperimentazione tecnologico-professionale 4+2 si è inserita in una fase molto dinamica in cui il CNOS-FAP Lazio sta affrontando un importante cambio di paradigma formativo, avviato dall’anno scolastico 2023-24, con l’intento di fornire ai giovani una preparazione più adatta al nostro tempo. Infatti, l’accelerazione sempre più accentuata dei processi di trasformazione del sistema economico ha sollecitato ad adottare una nuova strategia: non più concentrarsi nella progettazione di un percorso da intendere come punto fermo più avanzato rispetto a quello precedente, in modo da “essere a posto” per i prossimi 10-15 anni, ma acquisire l’habitus del cambiamento permanente, in risposta agli stimoli che provengono dalla continua innovazione culturale, economica e tecnologica.
Questo esito viene perseguito trasformando la collaborazione tradizionale tra CFP ed imprese, avente come scopo la disponibilità di queste ultime nell’accogliere gli allievi negli stage, in una vera e propria alleanza formativa con soggetti economici appartenenti ai settori in cui si articola l’offerta dei CFP laziali. Tale alleanza, fondata su una condivisione di valori chiave, è mirata, dal punto di vista delle imprese, all’inserimento nel mercato del lavoro di persone dotate di una formazione di qualità; contemporaneamente, offre all’Ente di formazione tre benefici, tutti volti ad accrescere i saperi e le competenze degli allievi, assieme alla maturazione di una personalità solida, equilibrata e orientata al futuro:
- acquisire una conoscenza di prima mano del mondo economico, per arricchire e rinnovare la propria rappresentazione della realtà, i profili reali di riferimento dei percorsi formativi, i saperi e le competenze traguardo effettivamente richiesti e il modo della loro formazione;
- la coprogettazione dei percorsi formativi e la co-formazione entro un approccio non polarizzato (teoria-pratica), ma dinamico e generativo, fondato sul disvelamento dei saperi partendo da situazioni reali sfidanti in cui gli allievi svolgono un ruolo da protagonisti;
- la costruzione di sentieri di formazione e accompagnamento all’inserimento lavorativo in cui gli allievi siano coinvolti sin dall’inizio del percorso entro una triangolazione generativa con CFP e imprese.
La peculiarità del modo di procedere del CNOS-FAP Lazio consiste nel selezionare le imprese madrine che mostrano di aver intrapreso il passaggio dalla stagione della gestione delle risorse umane a quella delle risorse persona, ciò che viene indicata nella letteratura come humanocracy, un nuovo paradigma di impresa “decentralizzato e flessibile; aperto e fondato sulla relazione e sulla comunità;
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leggero nelle regole ma solido nella condivisione degli obiettivi; dinamizzato dalla capacità di sperimentare e di sbagliare; guidato da una strategia condivisa”2.
L’esempio del laboratorio formativo su sicurezza e cybersicurezza
L’esempio più evidente di questa nuova strategia formativa lo troviamo nel “Laboratorio integrato per sostenere l’innovazione e la formazione dei professionisti nel settore della sicurezza e cybersicurezza” inaugurato il 23/05/2023 presso il CFP salesiano Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma, grazie al concreto contributo delle aziende coinvolte nel progetto didattico Sicurezza 4.0. Un intervento realizzato nella struttura didattica e formativa dedicata al settore energia, che già ospita i Laboratori di domotica civile – KNX training center e automazione industriale – Test center Siemens.
Il laboratorio rappresenta una nuova struttura, unica nel suo genere, al servizio delle esigenze formative quotidiane dei ragazzi, ma con un risvolto professionale innovativo aperto alla formazione, all’aggiornamento ed alla riqualificazione del personale operante nelle imprese del settore safety, security e cybersecurity. Si tratta di un modello di laboratorio integrato altamente sofisticato, di supporto per la formazione degli studenti nei settori building automation, sicurezza anticrimine, videosorveglianza, controllo accessi, sicurezza antincendio, con un’annessa area laboratoriale esterna tecnologicamente avanzata, per le simulazioni progettuali e funzionali direttamente in campo.
Tutto questo è stato reso possibile grazie all’intermediazione che Giovanni Villarosa ha saputo condurre con i maggior player di settore; forte è la stima di cui gode presso i vertici aziendali, che immediatamente si sono resi disponibili, quando hanno toccato con mano la finalità del programma didattico e la struttura formativa di riferimento, fornendo sin da subito, in maniera totalmente gratuita, tutte le tecnologie necessarie e l’importante know-how aziendale.
All’allestimento tecnologico integrato del laboratorio hanno contribuito diverse aziende leader nel settore: Beta Cavi, Lince Italia, Tecnoalarm, Tecnofire, EEA, Dea Security, Essegibi, Elex, Ksenia Security, Tsec, Provision ISR, CESPIS, Ethos Media Group.
Con le stesse aziende è stato concordato un nuovo programma didattico, al fine di costruire nuove ed aggiornate competenze e formare nuove figure tecniche. Questo grazie alla progettualità introdotta dalla comunità formativa del centro, coordinata dall’ex direttore Alessandro Chiorri, oggi direttore generale del CNOS - FAP Lazio, dal responsabile del settore energia Gaetano Capozzi e da tutti i formatori dell’area tecnica-professionale, che si sono impegnati non solo nella progettazione, ma nella fattiva messa in opera delle tecnologie: Sergio Caresia, Giuseppe Petrera, Ivan Quattrociocchi e Luciano Clinco.
Il progetto didattico si sviluppa per step successivi: infatti grazie all’introduzione dei laboratori interattivi saranno presto attivati corsi di alta specializzazione manageriale indirizzati ai professionisti della cybersecurity, della sicurezza urbana e sussidiaria, avvalendosi della preziosa collaborazione di Felice Ferlizzi, presidente del CESPIS, associazione inserita con un proprio laboratorio operativo all’interno del corso di laurea in Scienze per l’Investigazione e la Sicurezza, attivo presso l’Università di Perugia, un’organizzazione formata da alti professionisti della sicurezza, di cui Villarosa è membro e componente del comitato tecnico scientifico.
2 Gary Hamel e Michele Zanini (2021), Humanocracy. Imprese straordinarie come le loro persone, Ayros editore, Milano.
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34 Il progetto didattico si sviluppa per step successivi: infatti grazie all’introduzione dei laboratori interattivi saranno presto attivati corsi di alta specializzazione manageriale indirizzati ai professionisti della cybersecurity, della sicurezza urbana e sussidiaria, avvalendosi della preziosa collaborazione di Felice Ferlizzi, presidente del CESPIS, associazione inserita con un proprio laboratorio operativo all’interno del corso di laurea in Scienze per l’Investigazione e la Sicurezza, attivo presso l’Università di Perugia, un’organizzazione formata da alti professionisti della sicurezza, di cui Villarosa è membro e componente del comitato tecnico scientifico. 25 maggio 2023: inaugurazione del laboratorio di “sicurezza integrata e cyber sicurezza La regione Lazio sul 4+2 L’approccio della Regione della filiera tecnologico professionale 4+2 ha visto due fasi tra di loro molto differenti: − in un primo tempo essa non voleva partecipare alla sperimentazione della filiera tecnologico-professionale, mostrando di non aver afferrato né la volontà del MIM nel perseguire questa riforma né i vantaggi che essa avrebbe potuto offrire allo stesso sistema formativo regionale; − successivamente, soprattutto per merito dell’iniziativa di Forma Lazio, l’ha sostenuta in modo convinto, assumendo su di sé il ruolo di stimolo affinché vi aderissero tutte le altre regioni, andando oltre il mero adattamento dell’orario, ma condividendo pienamente la prospettiva della riprogettazione del curricolo emanando un bando che, per la prima volta, indicava i fattori chiave del dispositivo formativo. La prospettiva entro cui si muove la Regione Lazio è espressa in modo chiaro nel presente testo: «La filiera formativa tecnologico-professionale 4+2 offre un’innovativa offerta integrata, che collega
25 maggio 2023: inaugurazione del laboratorio di “sicurezza integrata e cyber sicurezza”
La Regione Lazio sul 4+2
L’approccio della Regione Lazio alla proposta della filiera tecnologico professionale 4+2 ha visto due fasi tra di loro molto differenti:
- in un primo tempo essa non voleva partecipare alla sperimentazione della filiera tecnologico-professionale, mostrando di non aver afferrato né la volontà del MIM nel perseguire questa riforma né i vantaggi che essa avrebbe potuto offrire allo stesso sistema formativo regionale;
- successivamente, soprattutto per merito dell’iniziativa di Forma Lazio, l’ha sostenuta in modo convinto, assumendo su di sé il ruolo di stimolo affinché vi aderissero tutte le altre regioni, andando oltre il mero adattamento dell’orario, ma condividendo pienamente la prospettiva della riprogettazione del curricolo emanando un bando che, per la prima volta, indicava i fattori chiave del dispositivo formativo.
La prospettiva entro cui si muove la Regione Lazio è espressa in modo chiaro nel presente testo: «La filiera formativa tecnologico-professionale 4+2 offre un’innovativa offerta integrata, che collega i percorsi di Istituti tecnici e professionali, quelli di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), le Istituzioni Formative accreditate dalle Regioni e gli ITS Academy. Questo sistema potenzia il collegamento con il territorio, le imprese e le attività professionali, garantendo agli studenti una formazione all’avanguardia. Al termine dei quattro anni di studio, gli studenti conseguono il diploma e possono scegliere se proseguire gli studi presso un’Università, continuare il percorso in un ITS Academy, o entrare nel mondo del lavoro.»3
3 Comunicato stampa a seguito del primo tavolo regionale della filiera tecnologico- professionale 4+2 tenuto a Roma il 2 dicembre 2024 (primo incontro realizzato in Italia con questo oggetto).
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La Regione ha pubblicato un bando atipico, in quanto i 20 corsi sperimentali previsti per il comparto IeFP sono finanziati dai fondi FSE, adottando di conseguenza le regole dei percorsi formativi rivolti ai disoccupati. Di conseguenza, anche per la mancanza di certezze circa i finanziamenti, gli Enti di IeFP non hanno potuto promuovere da subito i percorsi quadriennali sperimentali, tanto che fino al 6 settembre 2024 gli alunni ritenevano di essere iscritti a percorsi triennali ordinari.
In seguito, questi percorsi sono stati inseriti nel sistema duale, con una quota oraria in alternanza crescente dalla seconda alla quarta.
Il CNOS-FAP ha però preferito chiudere i triennali duali in quanto, a seguito delle esperienze fatte, non condivide la soluzione della simulazione di impresa riferita al primo anno, oltre che l’eccessivo spazio esagerato dedicato all’alternanza (350 ore). In ambedue i casi mancavano i pilastri che rendessero riconoscibile l’impostazione salesiana del progetto educativo.
Ora i ragazzi sanno che vanno verso il quarto anno, per acquisire titoli equipollenti all’esame di Stato con il quale poter proseguire nel nuovo ITS Academy. Ciò anche perché questo percorso è coerente con la richiesta, più volte espressa dalle famiglie, di poter continuare dentro la Casa salesiana il percorso formativo dei figli in modo da fornire loro una più consistente formazione umana e professionale.
L’orario annuale dei percorsi sperimentali è di 1129 ore, mentre la IeFP ordinaria è di 1020 ore.
Come le famiglie, anche le aziende hanno accolto positivamente l’avvio dei percorsi sperimentali. Occorre ricordare che le aziende della Tiburtina appartengono quasi tutte al settore della meccanica industriale in quanto terziste di Leonardo. Esse hanno “fame” di occupati e non cercano di assumere i ragazzi lungo il cammino formativo (come accade in altri casi), in quanto sono convinte della bontà del percorso quadriennale.
Piuttosto, le esigenze delle imprese delineano una figura che va oltre gli attuali standard formali, una sorta di professionista plus competente, ma soprattutto dotato delle qualità personali che lo rendono capace di operare in organizzazioni fondate su cooperazione entro l’équipe di lavoro, l’accettazione delle sfide, l’innovazione conseguita tramite il positivo fronteggiamento di situazioni nuove, tali da aprire strade inedite.
Il colloquio al Pio XI con il Direttore regionale, Alessandro Chiorri
Il colloquio, avvenuto il 21 febbraio, ha avuto come oggetto principale l’impostazione del percorso formativo, prima ancora dell’avvio della sperimentazione 4+2, a seguito del cambio di paradigma già indicato in precedenza. Questo è avvenuto secondo quattro passaggi:
ü Primo passaggio: confrontare il percorso formativo, il profilo finale ed i laboratori previsti con le aziende che forniscono le tecnologie alle imprese, in gran parte medio piccole, che fanno parte dell’area economica territoriale di
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riferimento dei CFP, allo scopo di acquisire tecnologie attuali, entro un disegno integrato tra differenti marchi.
ü Secondo passaggio: impostare il progetto secondo la metodologia della modularità. Dai colloqui con le aziende è emerso che il “sistema lavoro” odierno richiede questa impostazione piuttosto che una configurazione rigida, entro un disegno coerente con l’impostazione generale del processo realmente in atto nelle stesse aziende, nel quale si evidenzia l’importanza di unità formative che consentano agli allievi di saper utilizzare tutte le diverse tecnologie in uso.
ü Terzo passaggio: adottare nuovi laboratori concepiti come infrastruttura di automazione industriale, dotata di un sistema predittivo informatico tale che, tramite il pc, in ogni momento si possa monitorare il sistema di produzione ed ottenere avvisi riferiti, ad esempio, alla necessità di sostituire quella specifica valvola entro una settimana in quanto sta completando il suo ciclo funzionale. È stato molto importante l’accordo “ingegno per la vita” con il gruppo Education di Siemens, per laboratori al termine dei quali è prevista una valutazione e vengono certificate le competenze4.
ü Quarto passaggio: discutere con i formatori il nuovo disegno formativo concreto, partendo dalla consapevolezza che il mondo economico richiede non più figure soltanto “operative” ma profili professionali complessi. Ad esempio, non esiste più la figura dell’impiantista; anche in un appartamento civile non entra più una persona sola, ma più figure in grado di gestire più elettro impianti di domotica5. Un esempio: un allievo del CNOS-FAP in stage ha fatto ripartire tempestivamente l’impianto di ossigeno all’Ospedale Sant’Andrea riprogrammando il plc. Il passaggio dalla figura operativa al profilo professionale complesso porta con sé un importante cambiamento della strategia formativa: la logica di programmazione non è più intuitiva, secondo un processo che si sviluppa dall’astratto al concreto e dal generale al particolare ma, al contrario di come imparato all’Università, richiede di trattare sin dall’inizio il sistema applicativo. Ora si procede secondo tre passi: prima ci si concentra su cosa sa fare il sistema, ovvero quali risultati permette di raggiungere, poi si analizzano le funzioni tramite cui opera, infine si procede alla programmazione per ottenere quei risultati che corrispondono alle necessità del compito affrontato.
È decisivo, in questo approccio, poter operare con tutor aziendali preparati alla formazione e disponibili ad accompagnare gli allievi in stage.
4 Vedi: la brochure di Siemens sulla certificazione: https://www.siemens.com/it/it/azienda/sostenibilita/sce.html
5 Un impianto elettrico domotico si basa su un insieme di dispositivi elettronici interconnessi che consentono la gestione e il controllo degli aspetti elettrici e digitali di un’abitazione. Tra i componenti principali di un impianto domotico ci sono i sensori, gli attuatori, le centraline e i sistemi di controllo.
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Si ricorda che i laboratori del CNOS-FAP sono finanziati totalmente dalla Fondazione Johnson & Jhonson6 che non solo li fornisce, ma si impegna anche ad aggiornare le tecnologie di pari passo con i miglioramenti e le innovazioni.
Inoltre, la Direzione regionale ha chiarito con le imprese fornitrici di tecnologie che non si entra nei CFP salesiani con l’impostazione commerciale, ma con quella formativa. Ciò significa che spetta all’Ente selezionare quanto gli viene proposto a partire proprio dalla finalità educativa dell’opera.
L’effetto di questo cambiamento sugli allievi, che stanno al centro di ogni attenzione del CNOS-FAP, è decisamente positivo in quanto la nuova strategia, centrata sin dall’inizio sulla realtà, consente loro di acquisire conoscenze e competenze che via via si disvelano lungo un percorso che chiede loro di trovare la migliore soluzione alle esigenze che vengono loro presentate. Questa modalità “situata” di formazione consente loro di acquisire una più chiara e solida consapevolezza del valore di quanto hanno appreso, accrescendo il senso di autoefficacia e di fierezza. Tutto ciò contribuisce alla formazione di un’identità personale solida ed orientata positivamente al futuro.
L’INCONTRO CON DUE ALLIEVI E DUE FORMATORI
È un esito confermato dal colloquio con due allievi del secondo anno del quadriennio elettrici del Borgo, ragazzi che appartengono al ceto popolare del quartiere, di cui uno con trascorsi negativi a scuola ed anche nelle amicizie e nei comportamenti. Ambedue hanno mostrato piena consapevolezza del percorso degli studi che stanno vivendo, delle caratteristiche innovative e delle potenzialità della figura professionale di riferimento, esponendo una chiara prospettiva circa il cammino futuro. Essi ci hanno dichiarato che terranno in seria considerazione la possibilità di frequentare il nuovo biennio ITS Academy, in quanto sanno che le imprese del territorio sono decisamente orientate verso una figura professionale plus.
Lo stesso si può dire per i due formatori incontrati, entrambi appartenenti all’area tecnico professionale. Sono persone con un profilo molto differente rispetto a quello ordinario dei tecnici di laboratorio; essi, infatti, oltre a mostrare una notevole preparazione sulle tecnologie innovative del settore, presentano una solida formazione culturale nei due ambiti della fisica e dell’organizzazione del lavoro. Avendo un’esperienza ultradecennale, hanno maturato personalmente il passaggio dall’impostazione centrata sulla figura dell’operatore qualificato triennale a quella del professionista plus. Nell’esporre questa trasformazione emerge costantemente nel loro linguaggio il riferimento al metodo educativo di don Bosco e l’attenzione prioritaria agli allievi, nella convinzione che l’offerta formativa rinnovata viene maggiormente incontro alle loro caratteristiche ed aspettative. Sappiamo che la convinzione dei formatori circa la riuscita degli allievi è un buon indicatore circa la strategia formativa adottata ed ha un effetto di rinforzo della motivazione degli allievi stessi.
L’approccio che viene adottato è ispirato al contratto di apprendistato di don Bosco, che era rivoluzionario a suo tempo ma che mostra un valore profetico anche
6 https://fondazionejnj.it/
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oggi in quanto possedeva già una prospettiva di filiera, entro una visione educativa condivisa tra i diversi attori in gioco.
La sperimentazione 4+2 trova quindi un terreno già fecondo in cui inserirsi, esito della revisione del triennio che abbiamo esposto in precedenza, da cui emerge la convinzione che una buona formazione si realizza solo in presenza di un coinvolgimento concorde di più soggetti.
Un elemento critico riguarda le scuole, in quanto vi sono docenti che si oppongono ad un’alleanza con le aziende, un cambiamento che evidentemente li spaventa. Ma ciò deriva dal fatto che la loro preparazione è di tipo teorico, ma non vale solo per gli assi culturali, in quanto spesso gli insegnanti tecnico-pratici non sanno usare in modo professionale le macchine di cui sono dotati i loro laboratori. Questa necessità ha spinto il CNOS-FAP regionale a presentare sulla piattaforma Sofia del MIM dei corsi di automazione industriale sia per la certificazione di base che per la certificazione superiore. Prima nessuno si iscriveva, ora si è giunti al quarto istituto tecnico che iscrive i suoi docenti. Questi affermano che con i fondi PON le loro scuole hanno acquistato tecnologie che ora però, ancora imballate, non vengono utilizzate.
Ecco due esempi di corsi rivolti ai docenti della scuola:
Corso di preparazione per i docenti dell’IISS Luigi Calamatta di Civitavecchia (RM) per la certificazione SCE BASE sul PLC S7 1200 presso il Siemens SCE TEST Center di Roma Centro Formazione Professionale Salesiano – “Borgo Ragazzi Don Bosco”.
Laboratorio Automazione Industriale SIEMENS. Il laboratorio certificato Siemens SCE è orientato alla teleassistenza con piattaforme di gestione per reti remotizzate per il controllo di utenti e dispositivi su cloud o su reti VPN.
Inoltre, il laboratorio è focalizzato sul tema del risparmio ed efficientamento energetico dei cicli produttivi nell’ottica dell’Industria 4.0
Ugualmente, notiamo come gli ITS Academy che non funzionano sono quelli che non fanno rete, si basano su un modello organizzativo autoreferenziale che non prevede legami forti con gli altri attori.
Dal punto di vista dell’Ente, sembra preferibile avere come partner gli istituti tecnici, anche perché sono loro che guidano gli ITS Academy.
Dopo aver verificato la bontà dell’alleanza con le imprese fornitrici di tecnologie, la direzione del CNOS-FAP regionale porta alla Fondazione CNOS-FAP ETS I.S. quanto sperimentato affinché ne possano usufruire anche le altre sedi. È il caso di Siemens, il primo rapporto con il quale è avvenuto con il responsabile del Lazio ed ha portato all’allestimento del primo laboratorio, per poi espandersi tramite la sede nazionale su tutto il territorio italiano.
Attualmente la stessa dinamica sta avvenendo con Ariston che è stata “provata” al Borgo ed ora è maturato il tempo di portarla a livello nazionale. Il principio di realtà che, come abbiamo visto in precedenza, caratterizza l’impianto progettuaCNOS
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le, è presente anche nella dinamica di generazione delle partnership con le aziende fornitrici di tecnologie: sono i progetti locali ad essere i più ricchi di temperatura, secondo il criterio fisico dell’impulso. Nell’impulso c’è la spinta alla ricerca, è lì dentro che si trova il vero contenuto. I fenomeni impulsivi durano pochissimo, ma sono dotati di forze enormi. Per questo vengono rappresentati con grafici molto stretti ma intensissimi. Mentre i fenomeni stazionari sono i più facili da comprendere, ma con loro non si può fare nulla7.
Ora si sta sperimentando con la Fondazione CNOS-FAP ETS I.S., che ha sede in Roma, via Appia Antica 78, l’introduzione della IA nei corsi. La prima impressione è buona, in quanto vi è fiducia nelle persone che la gestiscono. Si capirà più avanti quanto può essere propedeutica allo sviluppo del settore.
Il prossimo step dell’impegno del CNOS-FAP laziale riguarda il settore informatico: anche qui è cambiata la filosofia della programmazione: prima si partiva dal software e dal linguaggio di programmazione e dai suoi costrutti tecnici per poi passare alla fase applicativa fondata su modelli standard, ora è richiesta la creatività, la base da cui originano i fenomeni impulsivi di cui sopra.
7 Un esempio di fenomeno impulsivo è quello dato dall’incontro della pallina da tennis lanciata in aria dal giocatore con la racchetta che la colpisce: la prima cambia la sua direzione iniziale secondo una formula che unisce la forza impulsiva e la quantità di moto. Ciò avviene in un tempo decisamente piccolo: mentre l’occhio umano vede la traiettoria della pallina, il momento dell’impulso risulta fuori dalla sua portata in quanto presenta un ordine di grandezza dei centesimi di secondo. https://www.youmath.it/lezioni/fisica/dinamica/2996-impulso.html
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Lombardia
Una strategia in due tappe
La Lombardia è la Regione che prima di tutte si è mossa nell’ambito della sperimentazione della filiera tecnologico-professionale, seguendo un percorso caratterizzato da tre passi:
1. nel primo, avviato alla fine del 2023, la Regione Lombardia ha prodotto un documento con l’intento di disciplinare la partecipazione della IeFP alla sperimentazione. In questa fase essa ha privilegiato una strategia che possiamo definire di posizionamento, tesa ad evidenziare il valore dell’offerta IeFP e a definire una geografia delle aggregazioni dei CFP entro le filiere tecnologico-professionali sperimentali8;
2. con i decreti dell’agosto 20249 è emersa una linea centrata sulla revisione dell’offerta formativa, un approccio che è stato così espresso: “La partecipazione alla sperimentazione delle filiere tecnologico-professionali (FTP) rappresenta un’occasione per la messa in valore delle potenzialità dell’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) e per una sua eventuale nuova caratterizzazione, più adeguata alle evoluzioni generali del contesto socioculturale e del mondo del lavoro. La partecipazione alle FTP rappresenta sicuramente una sfida, che vede la IeFP non in una posizione di inferiorità, ma con elementi di valore aggiunto, che le permettono di entrare nella partita a condizioni di parità, se capace di utilizzare tutte le leve di flessibilità peraltro già previste dal suo ordinamento, puntando al contempo al rinnovamento – sempre nel solco della sua tradizione – delle forme organizzative e delle metodologie di sviluppo degli apprendimenti. In tal senso la sperimentazione può rappresentare l’occasione per una ridefinizione più complessiva dello stesso modello di offerta ordinamentale”. Ciò che è mancato, e che manca tuttora, è un investimento economico specifico e aggiuntivo rispetto all’ordinario riferito ai percorsi 4+2;
3. nel 2025, la strategia regionale ha assunto un carattere progettuale avente per oggetto l’iniziativa degli enti di IeFP e la costruzione delle filiere tecnologico-professionali, in riferimento ai seguenti tre punti10:
8 Si tratta della Delibera n. 1655 del 21 dicembre 2023 dal titolo “Approvazione delle prime linee di attuazione della sperimentazione delle filiere formative tecnologico-professionali in Regione Lombardia”.
9 Si veda il Decreto n. 12267 del 6 agosto 2024 intitolato “Disposizioni regionali per i percorsi quadriennali di IeFP della sperimentazione delle filiere tecnologico-professionali della Lombardia. Architettura, standard minimi di erogazione e indicazioni metodologico-operative”.
10 “L’attivazione della filiera formativa tecnologico-professionale in Regione Lombardia”, 18
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- ripensare l’intero percorso fin dalla prima annualità, secondo lo schema 2+1+1 e per livelli progressivi di acquisizione (certificabili) delle competenze;
- sviluppare in modo integrato sin dalla prima annualità le competenze di base (con particolare riferimento a quelle digitali, linguistiche e matematico-scientifiche), tecnico professionali e trasversali;
- garantire la fisionomia del Tecnico di IV livello EQF e una preparazione che comprende gli elementi di dominio culturale e tecnologico che facilitano l’accesso all’ITS Academy (TVET).
Ciò significa che la Regione Lombardia ha voluto mantenere la tappa della qualifica triennale. In tal modo, la fisionomia della IeFP rimane per ora invariata: si mantiene il riferimento alle competenze e si indica la necessità di rafforzare quelle di base e trasversali, come prevede il decreto ministeriale, ma senza parallelamente indebolire quelle tecnico-professionali.
Un punto rilevante della posizione Lombarda è costituito dalla presenza nell’offerta ordinaria, ma solo in autofinanziamento o in apprendistato art. 43, anche dei quinti anni di acquisizione del diploma di Stato, un intervento che certamente subirà una ridefinizione visto che l’accesso agli ITS Academy sarà garantito dalla filiera sperimentale, ma che richiede un ulteriore chiarimento circa la possibilità di accesso ai percorsi universitari, condizione che però, al pari del biennio iniziale sopra indicato, richiederebbe l’adozione di una progettualità corrispondente a quella della scuola.
Il caso di studio su cui si è svolta la nostra ricerca ha riguardato il CFP di Arese, una struttura di medio-grandi dimensioni molto dinamica, che ci ha permesso di cogliere nel vivo l’approccio salesiano alla riforma 4+2.
Questo studio si è poi esteso considerando la strategia regionale CNOS-FAP tramite un approfondimento col Direttore, Franco Pozzi.
Il CFP di Arese
Il Centro salesiano “San Domenico Savio”, che origina da un evento singolare in quanto nasce nel 1955 su volere del cardinal Montini, allora Arcivescovo di Milano e poi papa Paolo VI, per trasformare il precedente carcere minorile “Cesare Beccaria” in una scuola professionale, si trova oggi in un momento di continua espansione sia dal punto di vista degli iscritti ai percorsi in diritto-dovere di istruzione e formazione sia in quelli relativi alla formazione continua ed a quella connessa alle politiche dell’inclusione e del lavoro.
Quello di Arese è il CFP lombardo che presenta un’offerta formativa che copre la gran parte dei settori del sistema di IeFP, riflesso di un territorio molto vivace dal punto di vista economico e sociale.
marzo 2025.
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L’incontro realizzato il 25 marzo 2025 sul tema del “4+2” è stata l’occasione per riflettere, insieme ad un’ampia delegazione di figure che operano nel Centro, su alcuni elementi della sua evoluzione, partendo dalla tenuta e dall’efficacia del quarto anno dei percorsi formativi per poi estendersi anche al quinto anno, in un’ottica di filiera formativa coerente.
Ecco i punti emersi:
1. Esiti e differenziazione settoriale dei quarti anni
A partire dalla sua introduzione datata a circa 15 anni fa, la progettazione del quarto anno è stata rivista in tutti i settori, in quanto il confronto con le imprese ha portato a un adeguamento più marcato dei contenuti dell’intero quadriennio. Ciò risente anche della vivacità del mondo economico del territorio in cui opera il CFP, un fattore che favorisce una forte cooperazione tra i soggetti del sistema formativo professionalizzante.
2. Connessione con le imprese e stage
La collaborazione con le aziende del territorio è stata valorizzata, anche grazie all’impegno del SAL (Servizio al Lavoro) presente nel Centro, che ha reso possibile l’attivazione di percorsi di apprendistato e uno stage curriculare di 7-10 settimane (a seconda dell’annualità). Questo permette un efficace raccordo tra formazione scolastica e mondo del lavoro.
3. Rivisitazione dei contenuti e della progettazione
Negli anni precedenti, alcune competenze teoriche venivano affrontate nei primi tre anni; con l’introduzione del quarto anno, vi è stato un riposizionamento dei contenuti. Questo ha portato, come già detto, ad un miglior allineamento con la realtà aziendale, ed ha provocato di conseguenza la necessità di una revisione delle figure professionali standard, vista l’accelerazione dei mutamenti riguardanti le organizzazioni delle imprese, il mercato e la stessa cultura del lavoro.
4. Gestione del quinto anno e passaggi post-diploma
Si è resa necessaria una più attenta progettazione del quinto anno in Apprendistato art. 43, un percorso realizzato a partire dal 2020-21 in collaborazione con l’Istituto di Istruzione Superiore “Puecher-Olivetti” di Rho, che in soli tre anni ha già portato 74 giovani apprendisti a conseguire il diploma di Stato assieme ad una specializzazione in manutenzione ed assistenza tecnica. Recentemente è stata sollevata la necessità di evitare sovrapposizioni tra contenuti già trattati e quelli previsti nei percorsi post-quarto anno. La vera sfida è ripensare la progettazione dei percorsi in un’ottica di filiera, che accompagni lo studente fino a una qualificazione professionale completa e realmente specializzata.
5. Prospettive per l’ITS Academy e strategia IFTS
Dai frequenti rapporti instaurati, è emerso che le aziende conoscono poco l’ITS Academy e ne fanno un uso ancora marginale. Ciò sembra dipendere dal numero contenuto di diplomati tecnici superiori. Inoltre, è stato più volte evidenziato CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 59 05/11/25 07:41
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il rischio che, senza un coordinamento efficace, i percorsi ITS Academy possano portare a una ripetizione di competenze già acquisite nei percorsi precedenti, soprattutto quando risentono eccessivamente di un’impostazione scolastica. È stata inoltre ribadita l’importanza di non abbandonare la strategia IFTS, ovvero l’anno di specializzazione post-diploma, che negli anni ha mostrato di poter garantire flessibilità e diversificazione dell’offerta formativa.
6. Aspetti normativi ed esame di Stato
Tra i temi emersi vi è stata anche una riflessione sull’attuale formulazione dell’esame di Stato e sull’opportunità di una sua rivisitazione, per rispecchiare meglio la complessità e la specificità dei percorsi formativi tecnico-professionali.
7. Riforma 4+2.
È attualmente in corso un’attività di pianificazione a livello di ente CNOS con incontri periodici tra i direttori e i coordinatori didattici delle varie sedi. Ogni sede ha proposto una propria pianificazione tenendo conto delle percentuali richieste da Regione Lombardia per le diverse competenze e aree tematiche. Quello di seguito riportato rappresenta il quadro orario elaborato dalla sede di Arese relativo al primo anno 4+2 confrontato con quello tradizionale. Il modello è ancora in fase di progettazione ma sono emerse alcune criticità, quali: spazi, ore di incarico del personale, fatiche dei ragazzi nell’aumento delle ore di aula…
42 TRIENNALE TRADIZIONALE QUADRIENNIO RIFORMA ORE % SOMMA % ORE settimanali scostamento % su area base % su tot SOMMA % area base LINGUA ITALIANA (Comunicazione) 102 9,92% 19,84% 136 4 -34 22,22 12,90% 30,36% STORIA (Competenze SGGE) 0,00% 34 1 -34 5,56 3,23% ECONOMIA-DIRITTO (competenze cittadinanza) 34 3,31% 48 1,4 -14 7,84 4,55% MOTORIA (Attività motoria) 34 3,31% 68 2 11,11 6,45% IRC 34 3,31% 34 1 5,56 3,23% MATEMATICA+SCIENZE (STEM) 114 11,09% 26,46% 156 4,6 -42 25,49 14,80% 27,70% INFORMATICA (Competenze digitali) 56 5,45% 34 1 22 5,56 3,23% LINGUA INGLESE (Comunicazione in lingua inglese) 102 9,92% 102 3 0 16,67 9,68% STAGE/AFS trasversale ORIENT/CAP. PERSONALI (Soft skill) 38 3,70% 3,70% 0 38 SUBTOT. AREA BASE 514 612 18 58,06% area tecnico professionale TECNOLOGIA 31 3,02% 46,30% 170 5,0 -139 16,13% 41,94% LABORATORIO 31 3,02% 272 8 -241 25,81% ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 166 16,15% 166 98 9,53% 98 STAGE/AFS 150 14,59% 150 0,00% SUBTOT. AREA TP 476 442 13,0 41,94% monte ore TOTALE 1028 96,30% 96% 1054 -30 100,00% 100,00% N.B: Le materie indicate tra parentesi sono al momento solo una prima idea di Ente per uniformare i nomi di tutte le sedi, e quindi sostituirebbero le voci scritte in maiuscolo.
N.B: Le materie indicate tra parentesi sono al momento solo una prima idea di Ente per uniformare i nomi di tutte le sedi, e quindi sostituirebbero le voci scritte in maiuscolo.
Per quanto riguarda la filiera di ristorazione si stanno avviando diversi tavoli di lavoro sui seguenti argomenti:
ü Gruppo Esame di Stato
Obiettivo - definire regole e modalità per consentire l’accesso all’esame agli allievi in uscita dal IV anno IeFP.
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ü Gruppo Percorsi ITS Academy
Obiettivo - definire offerta formativa “+2” e relative soglie in ingresso per favorire la continuità didattica in uscita dai percorsi IP e IeFP.
ü Gruppo Allineamento CFP
Obiettivo - definire i “paletti” per una programmazione didattica che consenta passerelle e livelli in uscita omogenei nel rispetto delle singolarità.
Circa la filiera di Grafica, sono già stati svolti diversi incontri preliminari alla progettazione di dettaglio.
Ambedue le filiere indicate presentano difficoltà di corrispondenza tra le figure di tecnico professionale del sistema IeFP e le figure degli ITS Academy affini.
L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di confronto e riflessione. È emersa la necessità di un monitoraggio costante dei percorsi, di una progettazione didattica più aderente alle esigenze del mondo produttivo e di una maggiore valorizzazione delle filiere formative, in particolare nel passaggio verso gli ITS Academy. L’esperienza maturata presso la nostra scuola, soprattutto nella costruzione di rapporti solidi con le aziende del territorio, rappresenta un punto di forza da cui partire per costruire percorsi sempre più coerenti, efficaci e orientati all’occupabilità dei nostri studenti.
Nello scambio di riflessioni è emersa una duplice esigenza: offrire agli allievi, e al territorio, figure professionali coerenti con l’evoluzione della cultura delle organizzazioni e del lavoro e porre gli allievi al centro del cammino formativo secondo la sensibilità propria di questa generazione, entro una strategia inclusiva. A tutti è sembrato possibile perseguire entrambi questi obiettivi adottando un approccio non scolastico né addestrativo, ma centrato sull’ingaggio degli allievi su compiti reali visti come sfide positive nelle quali mostrare le loro qualità, ed anche come modo “naturale” e non astratto di accesso al sapere. Vi è l’esigenza di dedicare il giusto tempo e le diverse energie nel delineare un metodo formativo attuale e propriamente salesiano.
La strategia del CNOS-FAP Lombardia
Innanzitutto, viene confermato il dato già indicato all’inizio del presente report: la Regione Lombardia non ha messo nessun euro in più per i percorsi sperimentali; ogni costo rientra nel finanziamento normale, ovvero la dotazione individuale di 6.654 euro omnicomprensivi.
Questo finanziamento è composto da diversi canali che prevede fonti regionali, trasferimenti ministeriali, PNRR e Fondo sociale europeo, con differenti combinazioni di tali risorse. Ma non tutti gli allievi sono “dotati”, in quanto la Regione prevede un tetto massimo definito “budget di Ente”; quest’anno il CNOS-FAP, per venire incontro alle crescenti esigenze delle famiglie, ha accolto 200 allievi in più rispetto ai 300 rientranti nel dispositivo finanziario.
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L’impegno dell’Ente in tema di sperimentazione riguarda una prima classe avviata nel 24/25 per ognuna delle tre seguenti sedi: Arese (ristorazione), Brescia (motoristica) e Milano (grafica). Si tratta di corsi sostitutivi di quelli già previsti. Ciò perché la Regione Lombardia, pur avendo partecipato sin dall’inizio alla sperimentazione, lo ha fatto a costo zero, una condizione che potrebbe indurre gli Enti IeFP a adottare un approccio basato sull’adattamento del curricolo piuttosto che su una sua revisione. Per il 25/26 si prevede di partire con 6 primi anni con 6 filiere diverse in 4 settori (2 ad Arese, 1 a Brescia, 1 a Milano, 1 a Sesto San Giovanni e 1 a Treviglio), in modo da avere un corso sperimentale in ognuna delle sedi.
Va detto che dopo un inizio rallentato, ora la Regione sta mettendo in moto la macchina di accompagnamento alla sperimentazione con una cabina di regia e gruppi di supporto ed accompagnamento per la riprogettazione dei percorsi - ma senza stravolgimenti - e per l’intesa con gli ITS Academy. Ciò sarà possibile a tre condizioni:
- che non si perda la finalità dell’inclusione;
- che rimanga anche nei percorsi quadriennali la possibilità degli allievi di acquisire la qualifica e il diploma professionale, e quindi la possibilità di inserirsi a quel punto nel mondo del lavoro;
- che i requisiti di ingresso ai nuovi corsi biennali ITS Academy, ed il focus della progettazione, privilegino la capacità degli allievi di fronteggiare positivamente situazioni professionali reali secondo un approccio più coerente con il metodo della IeFP.
La questione critica è rappresentata dall’esame di Stato: è positiva se i quarti anni IeFP, tramite un doppio esame, consentiranno l’acquisizione del diploma di Stato, se invece il titolo di diploma quadriennale di tecnico avrà solo valore di accesso ai nuovi percorsi ITS Academy biennali, dovranno essere mantenute aperte entrambe le possibilità: quadriennio della filiera 4+2 e quinto anno integrativo per consentire agli allievi diplomati l’ingresso anche all’Università.
Inoltre, occorrerà verificare se i requisiti di accesso ai nuovi ITS Academy biennali saranno focalizzati su competenze e casi reali della filiera tecnologico professionale, con insegnamenti potenziati rispetto ai percorsi ordinari, altrimenti rischiamo la scolarizzazione, che stravolgerebbe il nostro metodo formativo cenPer
in più per i percorsi sperimentali; ogni costo rientra nel finanziamento dotazione individuale di 6.654 euro omnicomprensivi. composto da diversi canali che prevede fonti regionali, trasferimenti sociale europeo, con differenti combinazioni di tali risorse. Ma non tutti gli quanto la Regione prevede un tetto massimo definito “budget di Ente”; per venire incontro alle crescenti esigenze delle famiglie, ha accolto 200 rientranti nel dispositivo finanziario. in tema di una prima classe ognuna delle tre seguenti Brescia (motoristica) di corsi sostitutivi di perché la Regione partecipato sin sperimentazione, lo ha fatto a condizione che potrebbe adottare un approccio curricolo piuttosto revisione. Per il 25/26 si primi anni con 6 filiere Arese, 1 a Brescia, 1
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trato sull’approccio del fare e sull’inclusione, ragione per cui risulta indispensabile mantenere l’uscita dopo l’acquisizione della qualifica triennale.
Rimane un problema di corrispondenza tra tutti i settori e le figure professionali del sistema IeFP, quelle del sistema scolastico ed infine quelle degli ITS Academy attualmente attivi. Infatti, alcune filiere tecnologico professionali – come quelle del comparto industriale - presentano percorsi lineari, mentre in altre – come grafica, ristorazione, acconciatura ed estetica - vi sono differenze rilevanti di profili professionali ed anche assenza di sbocchi negli ITS Academy.
In questo contesto AEF, l’Associazione degli Enti di formazione professionale ha svolto fin dall’inizio un ruolo importante, avendo indicato alla Regione che il quadriennio in Lombardia esiste già: è quello che rilascia il diploma di tecnico IeFP ed avendo inoltre indicato l’importanza di valorizzare le diverse anime formative negli accessi ai nuovi percorsi ITS Academy.
Sin dall’inizio si è sviluppato in AEF un confronto che ha rivelato l’esistenza di tre differenti posizioni:
- chi punta ad ottenere il riconoscimento per l’accesso ai nuovi ITS Academy biennali;
- chi sostiene che in vista della sperimentazione 4+2 non va cambiato nulla degli attuali quattro anni di IeFP;
- chi richiede di chiarire l’esame di Stato e di ripensare al quadriennio secondo un approccio progettuale rinnovato.
Il confronto ha portato ad un fronte comune sulla prima posizione indicata: garantire l’accesso diretto dal diploma IeFP ai nuovi ITS Academy biennali in una logica di filiera tecnico professionale pluralistica. Questo approccio vale per tutti e tre i percorsi previsti nell’offerta formativa IeFP: tradizionale, in apprendistato art. 43 e duale. Il diritto di accesso è sembrato a tutti gli Enti il punto più naturale dell’elevazione dell’offerta formativa della IeFP.
Ora l’attenzione si è concentrata sui “tavoli di filiera”, soprattutto sul confronto con le attuali Fondazioni ITS Academy per giungere a definire gli sbocchi degli allievi provenienti dai percorsi IeFP. È questo il punto su cui si stanno concentrando attualmente le figure coinvolte nella sperimentazione, unitamente allo sforzo di rivedere, aggiornare, integrare e completare la progettazione formativa.
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Veneto
Veneto: i due tempi della strategia 4+2
Siamo nella regione italiana con più alta percentuale di giovani (9%, contro una media nazionale di circa il 5%) che frequentano i corsi di Istruzione e Formazione Professionale, dove il sistema produttivo, molto vivace, è fondato sulle piccole, medie e piccolissime imprese a carattere familiare, la cui cooperazione con i Centri di Formazione Professionale (qui chiamati per legge “scuole professionali”) è tanto intensa e prolungata nel tempo da rappresentare uno degli architravi dello sviluppo dell’economia locale.
L’avvio della strategia della filiere tecnologico-professionali ha avuto un impatto destabilizzante in questo contesto nel quale, in riferimento alla natura dei percorsi IeFP, si è creato nel corso degli anni una sorta di equilibrio tra due finalità: quella di carattere professionalizzante propria dell’ordinamento, orientata all’acquisizione di titoli di qualifica professionale triennale e di diploma professionale di tecnico quadriennale, che formano ad un mestiere e quindi decisamente favorevoli all’ingresso nel mondo del lavoro, e quella finalizzata, tramite specifici passaggi, all’acquisizione del diploma di Stato, un titolo che presenta specie per le famiglie un importante valore culturale ed anche simbolico di prestigio sociale.
Di questa doppia natura del sistema IeFP, ne è un chiaro esempio quanto scritto sul sito dell’Ufficio scolastico regionale per il Veneto, là dove viene presentato il quarto anno IeFP: “Diploma professionale, referenziato al quarto livello EQF, che non consente di accedere direttamente all’Università, ma di sostenere l’Esame di Stato dei percorsi quinquennali, a seguito della frequenza di un anno integrativo”.
È evidente la concezione del quarto anno come di un elemento spurio, di cui si tace la natura professionale, essendo visto solo come passo propedeutico all’acquisizione del diploma di Stato.
Ma un’accoglienza decisamente scettica è stata riservata anche di fronte all’introduzione dei quarti anni di IeFP, avvenuta peraltro con quasi 8 anni di ritardo rispetto al gruppo iniziale di Regioni e Province autonome11. In Veneto vigeva infatti una centralità della qualifica professionale triennale, in quanto soddisfaceva le esigenze di un mondo del lavoro artigiano e piccolo-medio industriale dove dominava una cultura del lavoro convenzionale di impronta operativa e dove quanto veniva
11 Si ricorda che a Legge 28 marzo 2003, n. 53, oltre alla qualifica triennale del sistema IeFP, ha introdotto una seconda tappa quadriennale al cui esito viene rilasciato un titolo di tecnico professionale, i cui profili professionali sono stati definiti dall’Accordo del 27 luglio 2011 tra il Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, le Regioni, le Province autonome di Trento e Bolzano, le Province i Comuni e le Comunità montane, e comunità montane.
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insegnato nei corsi rappresentava la base su cui si innestava successivamente la formazione implicita svolta per affiancamento e per osmosi entro i luoghi di lavoro.
La quadriennalizzazione dei percorsi IeFP è avvenuta in un periodo di grande trasformazione culturale, tecnologica ed organizzativa del sistema economico, segnata dal declino dell’etica tradizionale del lavoro e la comparsa del “lavoratore plus”, non più soltanto in possesso delle abilità pratiche, ma anche dei saperi e delle competenze che lo pongono in grado di fronteggiare i compiti del nuovo contesto segnato da elevata complessità.
Per questo è estremamente utile, per comprendere la prima reazione scettica del Veneto – Ufficio scolastico regionale, Regione, Enti di formazione – di fronte alla strategia del 4+2, approfondire il modo in cui sono stati realizzati i quarti anni che conducono al Diploma tecnico IeFP.
Essi riflettono questa duplice motivazione delle imprese, delle famiglie e di una buona parte dei giovani, che ha portato a delineare un triennio IeFP dal tono decisamente operativo, in risposta ad una domanda consistente di ragazzi qualificati, ed un diploma professionale dal carattere ibrido.
Dopo una prima fase piuttosto incerta, è stata la spinta di Forma Veneto a convincere la Regione ad impegnarsi fattivamente su questo disegno che vede nelle filiere professionali verticali – che comprendono in sé i tre passi della qualifica, del diploma professionale e del diploma tecnico superiore – il fattore centrale di un sistema VET italiano unitario e adatto alla nuova realtà sociale ed economica.
L’aspetto più critico, rispetto alla cultura qui descritta, è dato dalla possibilità offerta ai ragazzi diplomati IeFP di iscriversi direttamente ai nuovi percorsi biennali dell’Istruzione tecnica superiore, in quanto – almeno sulla carta – in tema di prerequisiti di ingresso sembra spostare l’accento dall’enfasi sul diploma professionale di Stato al mix di competenze, saperi e qualità personali proprio della nuova figura del lavoratore plus oggi richiesto dalle imprese.
Per approfondire questo caso emblematico, abbiamo previsto due interviste, la prima ad un dirigente del sistema IeFP e la seconda ad un progettista dello stesso.
L’intervista ad Alberto Grillai
Alberto Grillai è Amministratore delegato della Fondazione Salesiani per la Formazione Professionale INE (Italia Nord Est), un’impresa sociale che riunisce le scuole professionali ed i CFP salesiani presenti in Veneto e nel Friuli-Venezia Giulia. Inoltre, è Delegato per la IeFP oltre che Direttore della sede di Mestre.
La spinta a concepire la strategia 4+2 come un’importante opportunità per la IeFP è venuta soprattutto da Forma Veneto, che ne ha capito il carattere strategico e che ha posto le basi per un percorso che punta a giungere fino alla revisione del curricolo quadriennale. La motivazione principale consiste nel considerare l’introduzione della filiera tecnologico professionale come un’occasione per garantire la
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pari dignità dei percorsi IeFP e la verticalità degli stessi comprendendo il livello terziario; essa consente di offrire ai giovani che si iscrivono ai percorsi IeFP un’offerta formativa completa eliminando una parte degli elementi di inferiorità rispetto al canale scolastico.
Forma Veneto ha dato avvio ad una “macchina”, anche sovradimensionata, per accompagnare gli Enti nella riprogettazione dei percorsi formativi: la creazione di una cabina di regia unitaria tra i diversi Enti, ognuno dei quali presenta una particolare modalità di azione nel contesto IeFP, coinvolgendo però anche le scuole paritarie presenti in diversi di loro, con cui sono stati condivisi i progetti, tanto che alcune di loro sono divenute scuole capofila nelle filiere previste dalla Regione.
Questo impegno mostra la maturazione che consente di superare l’impostazione “riduttiva” dei quarti anni e lo scarso investimento progettuale sugli stessi, considerati quasi come un tirocinio di quasi 1000 ore finalizzato a rafforzare la preparazione degli allievi tramite un’esperienza da svolgersi quasi esclusivamente in azienda.
Dietro questa spinta, la Regione Veneto ha avviato un Tavolo tecnico di confronto con Scuole, ITS Academy e IeFP, costituito da 14 componenti, così suddivisi:
L’intervista ad Alberto Grillai Alberto Grillai è Amministratore delegato della Fondazione Salesiani per la Formazione Professionale INE (Italia Nord Est), un’impresa sociale che riunisce le scuole professionali ed i CFP salesiani presenti in Veneto e nel Friuli-Venezia Giulia. Inoltre, è Delegato per la IeFP oltre che Direttore della sede di Mestre. La spinta a concepire la strategia 4+2 come un’importante opportunità per la IeFP è venuta soprattutto da Forma Veneto, che ne ha capito il carattere strategico e che ha posto le basi per un percorso che punta a giungere fino alla revisione del curricolo quadriennale. La motivazione principale consiste nel considerare l’introduzione della filiera tecnologico professionale come un’occasione per garantire la pari dignità dei percorsi IeFP e la verticalità degli stessi comprendendo il livello terziario; essa consente di offrire ai giovani che si iscrivono ai percorsi IeFP un’offerta formativa completa eliminando una parte degli elementi di inferiorità rispetto al canale scolastico. Forma Veneto ha dato avvio ad una “macchina”, anche sovradimensionata, per accompagnare gli Enti nella riprogettazione dei percorsi formativi: la creazione di una cabina di regia unitaria tra i diversi Enti, ognuno dei quali presenta una particolare modalità di azione nel contesto IeFP, coinvolgendo però anche le scuole paritarie presenti in diversi di loro, con cui sono stati condivisi i progetti, tanto che alcune di loro sono divenute scuole capofila nelle filiere previste dalla Regione. Questo impegno mostra la maturazione che consente di superare l’impostazione “riduttiva” dei quarti anni e lo scarso investimento progettuale sugli stessi, considerati quasi come un tirocinio di quasi 1000 ore finalizzato a rafforzare la preparazione degli allievi tramite un’esperienza da svolgersi quasi esclusivamente in azienda. Dietro questa spinta, la Regione Veneto ha avviato un Tavolo tecnico di confronto con Scuole, ITS Academy e IeFP, costituito da 14 componenti, così suddivisi: L’impegno di Forma Veneto consiste in due obiettivi: 1. configurare i nuovi quadrienni di filiera per i percorsi relativi alla IeFP; 2. elaborare proposte tecniche per il Tavolo regionale del 4+2 e per le reti territoriali. Filiera Formativa tecnologico professionaleTavolo Tecnico Regione Veneto – Sintesi incontro incontroIntervento iniziale Politiche economiche, comunitaria.Nella discussione importanti•Tempistiche molto Mancanza dei Poca conoscenza •Mancanza di un è concluso confermando necessario che importante la una grande opportunità e il mondo del di un lo stato dell’arte delle Tavolo Tecnico•definire linee guida supportare la monitorare l'andamento CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 66 05/11/25 07:41
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L’impegno di Forma Veneto consiste in due obiettivi:
1. configurare i nuovi quadrienni di filiera per i percorsi relativi alla IeFP;
2. elaborare proposte tecniche per il Tavolo regionale del 4+2 e per le reti territoriali.
Essa opera con il seguente metodo:
– definizione da parte del CdA del Quadro generale comune di riferimento
(compresi vincoli di tipo economico e organizzativo);
– comparazione traguardi finali, quadri orari e piani di studio tra Quinquennio
IT / IP – quadriennio IeFP – Biennio ITS Academy (a ritroso);
– incontri con Fondazioni ITS Academy e imprese coinvolte;
– elaborazione proposte (es. saperi essenziali) e validazione nei vari sottogruppi.
Ecco il quadro delle filiere presentate e approvate dalla Regione:
Essa opera con il seguente metodo:
- definizione da parte del CdA del Quadro generale comune di riferimento (compresi vincoli di
tipo economico e organizzativo);
- comparazione traguardi finali, quadri orari e piani di studio tra Quinquennio IT / IP – quadriennio
IeFP – Biennio ITS Academy (a ritroso);
- incontri con Fondazioni ITS Academy e imprese coinvolte;
- elaborazione proposte (es. saperi essenziali) e validazione nei vari sottogruppi.
Ecco il quadro delle filiere presentate e approvate dalla Regione:
Come si vede, nel primo anno della sperimentazione (2023-24) erano presenti solo due percorsi,
entrambi di ENAIP, mentre nel secondo anno se ne sono aggiunti altri 8 coinvolgendo tutti gli Enti.
Il primo anno parte in modo ordinario; inizieremo a riprogettare a partire dal secondo anno dei percorsi
sperimentali. La cornice di riferimento teorica è ancora a livello di proposta, non si è ancora giunti ad
un quadro con capisaldi ben definiti. Stiamo dicendo alla Regione come intendiamo procedere anche
per offrire ai giovani un buon orientamento per i giovani e le loro famiglie, in un quadro dell’offerta
formativa indubbiamente molto complesso e difficilmente comprensibile.
A tale scopo sono state formulate le seguenti domande guida:
A) Struttura del curricolo:
- come strutturare un QUADRO ORARIO COMPLESSIVO (annuale, settimanale, giornaliero) per
l’area generale (assi culturali) e l’area di indirizzo (tecnico - professionale), funzionale ai requisiti di
ingresso all’ITS Academy?
- come rivedere la quota e i modelli di alternanza scuola-lavoro?
- come assicurare la compatibilità con l’attuale schema 3+1?
B) Competenze prioritarie da promuovere e nuclei essenziali di conoscenze da apprendere:
- come assicurare il potenziamento (previsto dalla L.121/2024) degli insegnamenti STEM (discipline
scientifiche – matematiche – tecnologiche) e delle lingue straniere?
C) Impianto metodologico:
- quali modalità di personalizzazione del percorso vanno introdotte?
- quali metodologie didattiche sono più opportune e pertinenti per favorire gli apprendimenti degli allievi
durante il percorso?
- quali modalità e quote orarie di formazione a distanza sincrona e asincrona vanno introdotte?
- quali modalità e quote ore di interdisciplinarità e/o compresenza dei docenti vanno introdotte?
- quali elementi vanno considerati per un adeguato impianto di valutazione delle competenze hard e
Filiera Formativa tecnologico professionale
Le filiere presentate e approvate
Le Filiere
FORMA Veneto
Amministrazione Finanza e Marketing
Informatico
Grafico – Communication
Grafico – Digital Marketing
Turismo – Accoglienza (2)
Turismo - Enogastronomia
Energy
Meccatronico
Internazionalizzazione di impresa
Agroalimentare-Ristorazione
ENAIP
ENAIP
FONDAZIONE SAN NICOLO’, ISTITUTI SALESIANI,
CENTRO STIMMATINI, ENAC, ENGIM
FONDAZIONE SAN NICOLO’, ISTITUTI SALESIANI,
CENTRO STIMMATINI, ENAC, ENGIM
ENGIM, ENAIP
ENGIM, CENTRO STIMMATIN, ENAIP
ENAIP, ENGIM
FOND.S. NICOLO’, IST. SALESIANI, C.STIMMATINI,
ENGIM, ENAIP, SAN GAETANO, LEPIDO ROCCO, BERNA
ENAC
FOND.S. NICOLO’, IST. SALESIANI, C.STIMMATINI, ENAC,
ENGIM, ENAIP, SAN GAETANO, LEPIDO ROCCO, BERNA
11
59
Filiere
Percorsi
2024
2024 2025
Come si vede, nel primo anno della sperimentazione (2023-24) erano presenti
solo due percorsi, entrambi di ENAIP, mentre nel secondo anno se ne sono aggiunti
altri 8 coinvolgendo tutti gli Enti.
Il primo anno parte in modo ordinario; inizieremo a riprogettare a partire
dal secondo anno dei percorsi sperimentali. La cornice di riferimento teorica è
ancora a livello di proposta, non si è ancora giunti ad un quadro con capisaldi
ben definiti. Stiamo dicendo alla Regione come intendiamo procedere anche
per offrire ai giovani un buon orientamento per i giovani e le loro famiglie, in
un quadro dell’offerta formativa indubbiamente molto complesso e difficilmente
comprensibile.
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A tale scopo sono state formulate le seguenti domande guida:
A) Struttura del curricolo:
– come strutturare un QUADRO ORARIO COMPLESSIVO (annuale, settimanale, giornaliero) per l’area generale (assi culturali) e l’area di indirizzo (tecnico - professionale), funzionale ai requisiti di ingresso all’ITS Academy?
– come rivedere la quota e i modelli di alternanza scuola-lavoro?
– come assicurare la compatibilità con l’attuale schema 3+1?
B) Competenze prioritarie da promuovere e nuclei essenziali di conoscenze da apprendere:
– come assicurare il potenziamento (previsto dalla L.121/2024) degli insegnamenti STEM (discipline scientifiche – matematiche – tecnologiche) e delle lingue straniere?
C) Impianto metodologico:
– quali modalità di personalizzazione del percorso vanno introdotte?
– quali metodologie didattiche sono più opportune e pertinenti per favorire gli apprendimenti degli allievi durante il percorso?
– quali modalità e quote orarie di formazione a distanza sincrona e asincrona vanno introdotte?
– quali modalità e quote ore di interdisciplinarità e/o compresenza dei docenti vanno introdotte?
– quali elementi vanno considerati per un adeguato impianto di valutazione delle competenze hard e soft?
– come valorizzare l’orientamento scolastico in ingresso e professionale in uscita?
Lungo questa strada, occorre garantire la peculiarità della IeFP, specie in riferimento alla questione delle ore del tirocinio in azienda: come conciliare, in coerenza con il metodo preventivo, la triade di cortile, laboratorio e impresa? Va preso atto che ciascuno degli Enti svolge i tirocini del quarto anno in maniera diversa. Per questo si sta pensando di potenziare le competenze culturali; non si tratta di un problema, quanto di una difficoltà nell’affrontare un cambiamento rispetto al modo usuale di progettare la didattica.
Fa parte di questo percorso il progetto pilota denominato “GO BEYOND. TRADITIONAL EDUCATION. Plasmare il futuro dell’educazione, insieme”, una sperimentazione nazionale dell’applicazione dell’Intelligenza artificiale nella didattica svolta da Google con i Salesiani per la scuola, la Fondazione CNOS-FAP ETS e l’Ispettoria del Nord-Est, une delle esperienze maggiori portate avanti da Google nel mondo per l’applicazione alla didattica. Essa spazia dall’arte alla letteratura, dalla grafica alla personalizzazione della didattica, dove i docenti delle scuole e i formatori dei Centri di Formazione Professionale (CFP) hanno sperimentato il potenziale della IA con risultati sorprendenti dove sono i ragazzi ad essere protagonisti.
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Si tratta di circa 600 esperienze didattiche dove l’elemento cui si dà maggiore importanza è la creatività. Siamo veramente molto contenti di quanto sta emergendo; l’IA non è solo dedicata alla produzione di testi ma abbraccia un ventaglio molto ampio di contesti di apprendimento che riguarda anche i laboratori professionali. Come è emerso nell’incontro del 29 maggio 2025 all’Istituto Salesiano San Zeno.
Fa parte di questo percorso il progetto pilota denominato “GO BEYOND. TRADITIONAL EDUCATION. Plasmare il futuro dell’educazione, insieme”, una sperimentazione nazionale dell’applicazione dell’Intelligenza artificiale nella didattica svolta da Google con i Salesiani per la scuola, la Fondazione CNOS-FAP ETS e l’Ispettoria del Nord-Est, une delle esperienze maggiori portate avanti da Google nel mondo per l’applicazione alla didattica. Essa spazia dall’arte alla letteratura, dalla grafica alla personalizzazione della didattica, dove i docenti delle scuole e i formatori dei Centri di Formazione Professionale (CFP) hanno sperimentato il potenziale della IA con risultati sorprendenti dove sono i ragazzi ad essere protagonisti. Si tratta di circa 600 esperienze didattiche dove l’elemento cui si dà maggiore importanza è la creatività. Siamo veramente molto contenti di quanto sta emergendo; l’IA non è solo dedicata alla produzione di testi ma abbraccia un ventaglio molto ampio di contesti di apprendimento che riguarda anche i laboratori professionali. Come è emerso nell’incontro del 29 maggio 2025 all’Istituto Salesiano San Zeno. La possibilità di accesso agli ITS Academy è una bellissima opportunità per i nostri ragazzi. Per questo stiamo investendo sulla riprogettazione dei percorsi, affinché chi intende scegliere questa strada possa perseguirla con successo. Gli Istituti professionali statali hanno sempre avuto la possibilità di accesso agli ITS Academy, nessuno ha mai posto condizioni in sede di rilascio del diploma di Stato. Mentre i ragazzi che provengono dagli istituti tecnici e dai licei sono obiettivamente più preparati. La quadriennalizzazione rischia però di creare nei ragazzi una condizione decisamente stressante. Su questi aspetti decisivi, rimane una grande preoccupazione data dal fatto che, da quello che posso vedere, la scuola non sembra avere una strategia progettuale, visto che nella stragrande maggioranza procede per compattamento dei cinque anni in quattro.
La possibilità di accesso agli ITS Academy è una bellissima opportunità per i nostri ragazzi. Per questo stiamo investendo sulla riprogettazione dei percorsi, affinché chi intende scegliere questa strada possa perseguirla con successo.
Gli Istituti professionali statali hanno sempre avuto la possibilità di accesso agli ITS Academy, nessuno ha mai posto condizioni in sede di rilascio del diploma di Stato. Mentre i ragazzi che provengono dagli istituti tecnici e dai licei sono obiettivamente più preparati.
La quadriennalizzazione rischia però di creare nei ragazzi una condizione decisamente stressante.
Su questi aspetti decisivi, rimane una grande preoccupazione data dal fatto che, da quello che posso vedere, la scuola non sembra avere una strategia progettuale, visto che nella stragrande maggioranza procede per compattamento dei cinque anni in quattro.
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L’intervista a Luca Finelli
Luca Finelli è progettista della formazione, referente sistema Duale, Project Manager progetti Erasmus della Scuola Professionale dell’Istituto Salesiano San Zeno di Verona, una struttura in cui sono presenti 50 laboratori professionali didattici, 689 allievi e 50 partnership con alcune tra le più importanti aziende dei settori di riferimento.
L’Istituto Salesiano ospita al suo interno, oltre alla Scuola della Formazione Professionale, anche l’Istituto Tecnico Tecnologico (5 anni) con quattro indirizzi attivi (Elettronica ed elettrotecnica, Grafica e comunicazione, Grafica e marketing, Meccanica e meccatronica, Energia e termotecnica), attività di Formazione Continua e Superiore per aziende e per professionisti, un ufficio Servizi al Lavoro (SAL) per mettere in contatto offerte e domande di lavoro.
L’offerta formativa IeFP
La Scuola professionale prevede tre indirizzi di corsi triennali: meccanico, elettrico e grafico, al termine dei quali i qualificati hanno tre possibilità:
1) accedere all’Istituto tecnico tipicamente nei settori di indirizzo della scuola professionale;
2) inserirsi direttamente nel mondo del lavoro;
3) accedere ad un quarto anno per ottenere il diploma professionale del sistema IeFP.
L’opzione dei quarti anni di diploma professionale IeFP prevede cinque diversi indirizzi:
– Tecnico per l’Automazione Industriale;
– Tecnico programmazione gestione impianti produzione;
– Tecnico Elettrico;
– Tecnico degli Impianti Termici;
– Tecnico Grafico.
È un percorso in modalità duale, ossia con un’attività formativa in alternanza “lunga” e apprendistato, che offre opportunità di imparare il mestiere in maniera pragmatica e concreta di ingresso in azienda ed efficace per accedere al mercato del lavoro con grandi chance. Possono accedervi solamente gli allievi che hanno ottenuto la corrispondente qualifica professionale.
Questa offerta formativa ha la durata di un anno e prevede un’esperienza in azienda di 500 ore e 490 a scuola fra teoria e laboratorio.
Nel caso di contratti di apprendistato di I° livello con l’azienda ospitante, gli allievi assumono lo status di studenti/lavoratori attraverso un contratto di lavoro fino al conseguimento della qualifica o del diploma professionale.
Allo stesso tempo, tale percorso è potenziato con tre ore aggiuntive settimanali ad integrazione delle competenze culturali e scientifiche, al fine di preparare studentesse e studenti al proseguimento degli studi. In tal modo, essi possono passare CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 70 05/11/25 07:41
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all’Istituto Tecnico senza perdere anni di studio. Si trovano così ad avere un diploma di istruzione tecnica, ma anche una manualità professionale, un mix molto apprezzato da parte delle aziende. È questo un cammino consolidato e perfezionato nel corso degli anni, che integra le due componenti, professionale e culturale, in modo da soddisfare sia le esigenze delle famiglie sia quelle delle imprese, oltre che dei ragazzi che desiderano acquisire un diploma di Stato presso l’Istituto Tecnico Tecnologico.
Gli interventi formativi che concludono con il diploma professionale IeFP sono stati progettati in risposta alle richieste delle aziende, ma anche delle famiglie. Ma con una differenza importante: mentre le prime mirano alle figure professionali previste dagli standard nazionali IeFP, le seconde pongono l’accento sulla possibilità per i propri figli di accedere al diploma di Stato.
Nella gran parte, le imprese con cui la scuola collabora mostrano una preferenza per gli allievi dei corsi IeFP in quanto ricercano ragazzi che possano intervenire sulla progettazione PLC, ma che allo stesso tempo sappiano anche riparare un guasto meccanico. Ma vanno tenute in conto anche le aspettative delle famiglie riguardo ai titoli di studio e l’importanza di coinvolgerle nel processo educativo. Esse sono molto interessate a che il proprio figlio possa accedere ad un livello formativo più elevato, in modo da ottenere una formazione più consistente sia sul piano professionale che su quello della personalità.
Anche i ragazzi sono affezionati al mondo salesiano e tendono a fidarsi di quanto viene loro offerto.
I percorsi IFTS
Per chi termina il IV anno vi è infine un’ulteriore possibilità: frequentare un percorso di specializzazione IFTS che consente ai diplomati IeFP di approfondire la propria preparazione ed inserirsi nel lavoro con una formazione consistente. Questa opzione che consente loro di accedere anche ai percorsi Istruzione Tecnica Superiore presenti nell’Istituto Salesiano.
Ecco la scheda di presentazione del percorso denominato “tecniche di disegno e progettazione industriale”.
Il corso IFTS “Tecniche di disegno e progettazione industriale” ti offre le competenze per entrare nel mondo dell’industria 4.0.
Il percorso si sviluppa in due parti, una presso la scuola professionale e l’altra in azienda, entrambe della durata di 400 ore.
« La componente in aula sviluppata con 130 ore di competenza trasversali di gestione aziendale, relazionali e matematiche applicate e con 270 ore di focus specifichi tecnici di progettazione cad tridimensionali e modellazione con stampa 3d, con programmazione robotica avanzata su robot FANUC e programmazione su PLC Siemens.
« Lo stage si svolgerà presso aziende leader del settore, che ti permetteranno di applicare subito le competenze acquisite.
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L’attività in aula sarà articolata in 400 ore di formazione in cui verranno approfonditi:
– Disegno meccanico 2D
– Modellazione 3D Automazione industriale
– Stampa 3D e prototipazione rapida
– Programmazione PLC e robot: controlla le macchine e i sistemi di produzione
DIVENTERAI ESPERTO IN
Ø Ideazione di nuovi prodotti;
Ø Sviluppo di soluzioni integrate per l’automazione;
Ø Gestione di progetti complessi.
La formazione di alto livello sarà erogata da docenti esperti in laboratori con tecnologie all’avanguardia.
SELEZIONE
Il corso verrà attivato con il raggiungimento di 15 iscritti ed inizierà a fine novembre.
È previsto un colloquio conoscitivo e di selezione.
In realtà, i corsi IFTS hanno creato un po’ di scompiglio nelle famiglie in quanto, essendo percorsi di specializzazione professionale, non sono adatti al passaggio all’Istituto tecnico per la mancanza di moduli riferiti agli assi culturali. La carenza di domande di iscrizione si spiega per questo motivo; infatti, diverse famiglie hanno preferito per i loro figli il passaggio dalla III di qualifica alla IV dell’Istituto tecnico. Per questo motivo, specie nel settore grafico, siamo tornati indietro, puntando soprattutto sulle qualifiche professionali.
La figura IFTS del settore meccanico e meccatronico è il tecnico di progettazione, ma abbiamo rilevato delle difficoltà da parte di molti ragazzi in quanto preferivano orientarsi al reparto operativo. Anche le aziende richiedono una maggiore presenza degli allievi in azienda, pari a due giorni la settimana. In diversi casi esse sarebbero contente di assumere gli allievi anche dopo il secondo anno di formazione; in generale apprezzano la continuità formativa presso le loro sedi secondo le modalità dell’apprendistato duale e dei tirocini, in quanto ciò consente una maggiore conoscenza dei ragazzi.
Vediamo che alcuni ragazzi che hanno acquisito presso l’Istituto Salesiano sette anni fa il diploma professionale, oggi sono capiofficina; è un traguardo che conferma la validità della formazione che gli è stata offerta, ma che dipende in buona parte dalla loro personalità. È fondamentale che non si sentano bloccati in contesti limitati, specie le piccole imprese familiari che offrono limitate prospettive di carriera. Quello della mobilità dei dipendenti specie più giovani da azienda ad azienda è un fenomeno crescente che nel passato non era presente in maniera così intensa. Infatti, sono molto pochi i ragazzi che rimangono nella stessa realtà.
A causa di questa polarizzazione di esigenze, abbiamo ipotizzato di creare nei corsi due gruppi distinti di allievi, l’uno orientato al lavoro e l’altro al diploma di Stato.
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La prospettiva del 4+2
Il punto decisivo della sperimentazione 4+2 sarà verificare come si troveranno i nostri ragazzi con quelli provenienti dai licei, avendo i primi un approccio più operativo mentre i secondi più astratto. Ma non potrà essere un post liceo, in quanto occorre considerare le dinamiche del mercato del lavoro, in modo da puntare su una formazione corrispondente alle esigenze reali delle imprese.
Di conseguenza, nel riprogettare i percorsi formativi, occorre confrontarsi non con una domanda omogenea, ma con una dicotomia di attese e di conseguenza di modelli formativi ed organizzativi da adottare.
La Regione Veneto ha dato indicazione di svolgere il primo anno sperimentale come nei percorsi ordinari, quindi senza finanziamenti aggiuntivi, mentre per gli anni successivi mette a disposizione moduli integrativi provenienti dai resti del programma “Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL).
Così come si sta impostando, l’ITS Academy sembrerebbe più adatto ai diplomati degli Istituti tecnici, mentre il percorso 4+2 sarà probabilmente scelto da un numero limitato di ragazzi della IeFP. Di contro, nella IeFP risulterà maggioritaria la componente di chi frequenta i quattro anni per acquisire il diploma professionale, così da poter essere meglio preparati all’inserimento nel mondo del lavoro, ma anche per corrispondere alla domanda delle famiglie di una formazione ulteriore rispetto alla qualifica professionale.
Nel riprogettare i percorsi sarà importante chiarire la differenza tra il quarto anno di diploma professionale e quello dell’IFTS, tenuto conto della varietà di traguardi.
La prospettiva delle filiere professionali 4+2 dipenderà anche dal buon orientamento: se spiegate bene, le famiglie iscriveranno i loro figli nei percorsi in quanto, dopo 1700 ore in azienda, saranno pronti a inserirsi nelle imprese in posti coerenti con i titoli acquisiti.
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Friuli-Venezia Giulia
Premessa
Come già ricordato nel quarto caso di studio riferito al Veneto, anche il Friuli-Venezia Giulia fa parte della Fondazione Salesiani per la Formazione Professionale INE (Italia Nord Est), un’impresa sociale che riunisce le scuole professionali ed i CFP salesiani presenti nelle due regioni.
Quindi, anche qui viene adottata la linea esposta da Alberto Grillai che della Fondazione è Amministratore delegato, là dove afferma che la strategia 4+2 è un’importante opportunità per la IeFP che ne ha capito il carattere strategico, ponendo le basi per un percorso che punta a giungere fino alla revisione del curricolo quadriennale.
Il Centro di Formazione Professionale Bearzi è una struttura di medie-grandi dimensioni, con laboratori aggiornati, la cui offerta formativa riguarda i settori Elettrotecnica, Meccanica, Meccanico auto e Informatica. In ognuno di essi è presente un percorso di 4 anni da 1056 ore per ciascuna annualità, al cui termine gli allievi conseguono il Diploma Professionale (EQF4). Naturalmente, al termine del 3° anno essi raggiungono un primo traguardo con il conseguimento di una Qualifica Professionale, dopo la quale possono optare per una delle seguenti scelte:
- proseguire in continuità al 4° anno per il Diploma Professionale presso il CFP, opzione che presenta anche la possibilità di sottoscrivere contestualmente un contratto di apprendistato con un’azienda partner12;
- cambiare percorso e proseguire presso l’ITI con l’inserimento al 3° anno;
- cambiare percorso e proseguire presso l’IPSIA con l’inserimento al 4° anno;
- entrare nel mondo del lavoro con la qualifica professionale.
Al termine del quarto anno, dopo aver conseguito il diploma professionale, molti studenti chiedono di essere ammessi al quinto anno presso alcuni Istituti Professionali (IPSA) del territorio. Questi istituti si dimostrano spesso propensi ad accoglierli, pur con una notevole eccezione: un IPSIA in particolare richiede un esame d’ingresso che, per una questione di principio, ha sempre esito negativo, rendendo di fatto impossibile il passaggio dal quarto al quinto anno. (Se entrano in 4^ va bene senza esame; in 5^ serve l’esame! Evidentemente non hanno ancora necessità di allievi).
Il trasferimento avviene senza un esame di ammissione formale, ma attraverso la validazione delle competenze acquisite dagli studenti. La maggior parte di loro riesce poi a superare con successo l’esame di maturità. La scelta di proseguire gli
12 Gli allievi iniziano il quarto anno formativo avendo già firmato un contratto di lavoro. Nel mese di luglio l’esame di diploma, che coinvolge entrambi i partner formativi (CFP e aziende) certificherà le competenze acquisite e, se l’esito sarà positivo, il contratto di lavoro potrà essere confermato.
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studi per il quinto anno è motivata principalmente dalla necessità di ottenere un diploma quinquennale, requisito indispensabile per poter partecipare a concorsi pubblici nelle Forze Armate, nelle Forze dell’Ordine e nei Vigili del Fuoco.
In questo momento, la gestione dei ragazzi con contratto risulta particolarmente complessa in quanto hanno un numero diverso di ore di formazione rispetto agli allievi senza contratto; ciò lo troviamo discriminante e difficile da gestire con i calendari; pertanto, non promuoviamo e attiviamo i contratti se non fortemente richiesti dalle aziende o allievi.
L’importanza dei due canali di passaggio agli istituti scolastici, perseguiti mediamente dall’95% degli allievi (nonostante la destinazione all’Istituto tecnico richieda agli allievi un ulteriore anno di studio), rivela una forte domanda da parte delle famiglie e degli stessi ragazzi, che attribuiscono al diploma di Stato un importante valore sociale oltre che professionale.
È proprio per questa caratteristica che l’incontro avvenuto il 15 maggio 2025 ha assunto il carattere di un confronto con un gruppo numeroso di responsabili e coordinatori, dedicato alla riflessione sugli effetti dell’introduzione delle filiere tecnologico-professionali, con particolare attenzione ai due nodi di fondo:
Ø il modo in cui, a partire dal 2029-30, si attuerà l’accesso ai nuovi ITS Academy biennali da parte degli allievi in possesso del diploma tecnico IeFP, e precisamente se ciò avverrà tramite un duplice esame che comprenderà anche quello finalizzato all’acquisizione del diploma di Stato, oppure se con il solo diploma IeFP validato dall’INVALSI;
Ø come si realizzerà la quadriennalizzazione dei percorsi degli Istituti tecnici e professionali, se per “compressione” dei cinque anni in quattro, oppure per revisione del curricolo in base ad un approccio personalizzato, nuclei del sapere essenziali e tramite una stretta connessione tra teoria e pratica.
Si tratta di due questioni decisive non solo per gli allievi, ma anche per il modello formativo in atto nell’Istituto Bearzi. Il punto su cui si concentra l’impatto del nuovo sistema delle filiere tecnologico professionali è rappresentato dalla natura del quarto anno, nella sua duplice funzione tecnico-professionale ed insieme di formazione culturale e civica.
Il confronto ha consentito di approfondire le questioni di interesse dei partecipanti e di delineare le possibili mosse dell’Istituto, tenuto conto però della non ancora chiarita questione se tra i requisiti di accesso ai nuovi corsi biennali ITS Academy sia previsto il possesso del diploma di Stato oppure se basterà il diploma tecnico IeFP, purché validato dall’INVALSI in base a criteri riguardanti la presenza di specifici saperi, competenze e qualità personali.
Nel primo caso potrebbero venir meno una parte degli attuali passaggi all’Istituto tecnico, provocando di conseguenza una difficoltà sostanziale circa il suo futuro, mentre nel secondo caso risulterà necessaria una riprogettazione non solo del quarto anno ma dell’intero quadriennio, in base ai requisiti di accesso che saranno definiti dagli ITS Academy corrispondenti all’offerta formativa della IeFP.
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Sicuramente risulterà necessaria una riconsiderazione del modello duale specie per il grande numero di ore previste per la formazione da svolgere nelle imprese; l’ampliamento del tempo dedicato agli assi culturali, secondo un metodo consonante con l’approccio della IeFP, richiederà una negoziazione tra gli Enti stessi e con la Regione.
L’iniziativa della Regione
Per l’a.s. 2024/2025, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha autorizzato l’avvio di tre sperimentazioni di filiera formativa tecnologico-professionale sul territorio del Friuli-Venezia Giulia.
La Regione Friuli-Venezia Giulia opera di comune accordo con la Regione Lombardia allo scopo di elaborare un progetto congiunto. Per la sua realizzazione, si avvale della fattiva collaborazione dei sette Cluster regionali costituiti ai sensi della legge regionale 20 febbraio 2015, n. 313, in quanto attori primari delle filiere produttive strategiche, che aggregano più soggetti appartenenti a settori/filiere rilevanti per l’economia regionale.
In riferimento alla seconda annualità 2025-2026, la Regione si è assunta il compito di coordinare tutta l’attività connessa alla strategia della filiera tecnologico professionale, coinvolgendo scuole, Centri di Formazione Professionale e ITS Academy.
La Regione, similmente alla Lombardia, ha deciso di affrontare la questione della riprogettazione dei quadrienni IeFP concentrandosi soprattutto sulla revisione dei programmi allo scopo di incrementare i moduli degli assi culturali (inglese, italiano, scienze e matematica), facendo ricorso ai residui finanziari del programma GOL. In tal modo, per ogni anno formativo vi sarà un aumento di 132 ore, passando dalle attuali 1056 a 1188.
Uno dei problemi più rilevanti per i CFP riguarda la tipologia di utenza, in quanto in gran parte dei propri corsi vi è una crescente presenza di ragazzi con varie forme di difficoltà, per i quali la prospettiva del 4+2 risulta inadatta. Da questo punto di vista il Bearzi ha allievi più motivati e meno problematici.
Ma vi è un ulteriore problema riguardante la mancanza di chiarezza circa alcuni snodi decisivi della riforma. Per questo motivo, l’Istituto Salesiano è rimasto sinora fuori, in quanto non vi è chiarezza su quanto proporre alle famiglie, specie per ciò che riguarda i passaggi ai nuovi percorsi ITS Academy e l’eventuale possibilità di ottenere il titolo di Diploma tecnico di Stato.
Quattro Enti di formazione Professionale hanno comunque deciso di partecipare alla sperimentazione, come emerge dalla seguente tabella riguardante i corsi quadriennali connessi alla filiera tecnologica professionale 4+2 approvati per la regione Friuli-Venezia Giulia - A.S. 2025/2026 (Decreto MIM nr. 111 del 20/01/2025) riferita a 11 filiere14.
13 https://old.inapp.org/sites/default/files/NORMATIVA/Archivio/Regionale/20150220_LeggeRegionale_n3_FVG.pdf
14 https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/istruzione-ricerca/regione-per-orientatori/allegati/FVG_2025-2026_Filiere_tecnologico-professionali.pdf
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FILIERA
ISTITUTO SECONDARIO DI SECONDO GRADO
INDIRIZZO DI STUDI
ENTI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE
ITS ACADEMY
METALMECCANICA E MECCATRONICA
I.S.I.S. “Arturo Malignani” di Udine
– Meccanica e Meccatronica che ingloba anche:
– Telecomunicazioni
– Costruzione del mezzo-opzione Costruzioni Aeronautiche
– IAL FVG
– ENAIP F-VG
– Consorzio Friuli Formazione (CFF)
– ITS Academy UDINE
– ITS Academy ALTO ADRIATICO di Pordenone
I.S.I.S. “Evangelista Torricelli” di Maniago
Manutenzione e Assistenza Tecnica
IAL FVG
ITS Academy UDINE
ENERGIA
I.S.I.S. "Fermo Solari" di Tolmezzo
Energia
(già attivato nell’a.s. 2024/2025)
ITS Academy UDINE
I.S.I.S."Enrico Mattei" di Latisana
Elettronica ed Elettrotecnica (già attivato nell’a.s. 2024/2025)
– ITS Academy UDINE
– ITS ALTO ADRIATICO di Pordenone
SERVIZI DIGITALI
I.S.I.S. "Bassa Friulana" di Cervignano del Friuli
Telecomunicazioni
CIOFS-FP FVG ETS di Trieste
– ITS Academy LIFETECH di Trieste
– ITS Academy Udine
TURISMO
I.S.I.S."Enrico Mattei" di Latisana (presso la sede di Lignano Sabbiadoro)
Turismo
IAL FVG
ITS Academy UDINE
I.S.I.S. "Cecilia Deganutti" di Udine
Relazioni internazionali per il marketing, con curvatura sul settore turistico
IAL FVG
ITS Academy UDINE
EDILIZIA
I.T. "Gian Giacomo Marinoni" di Udine
Costruzioni, Ambiente e Territorio
CEFS (Centro edile per la formazione e la sicurezza)
ITS Academy UDINE
AGROALIMENTARE
I.S.I.S. "Paolino d’Aquileia" di Cividale del Friuli
Agraria, agroalimentare e agroindustria – Produzioni e trasformazioni
– CIVIFORM
– CEFAP
– ITS Academy ALTO ADRIATICO di Pordenone
– ITS Academy LIFETECH di Trieste
SERVIZI COMMERCIALI
I.S.I.S. "Paschini - Linussio" di Tolmezzo
Sistemi Informativi Aziendali
IAL FVG
– ITS Academy UDINE
– ITS Academy NAUTICA DELL’ADRIATICO di Trieste
– ITS Academy ALTO ADRIATICO di Pordenone
I.S.I.S. "Bassa Friulana" di Cervignano del Friuli (presso la sede di Palmanova)
Servizi commerciali
– IAL FVG
– CIOFS-FP FVG ETS di Trieste
– ITS Academy ACCADEMIA NAUTICA DELL’ADRIATICO di Trieste
– ITS Academy UDINE
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Le motivazioni dei quattro Enti sono spiegate dal Ciofs-fp Friuli-Venezia Giulia, come risulta dalla presentazione postata nel loro sito15:
La nuova filiera formativa tecnologico-professionale rappresenta un’importante evoluzione nel panorama dell’istruzione, unendo istruzione tecnica e professionale, IeFP e ITS Academy in un unico percorso integrato e all’avanguardia.
UN MODELLO INNOVATIVO
Questo nuovo modello offre una visione integrata tra:
– Istruzione tecnica e professionale: acquisirai competenze specialistiche e conoscenze teoriche fondamentali per il mondo del lavoro;
– IeFP: otterrai una qualifica professionale riconosciuta a livello regionale e nazionale, con un forte focus sulla pratica e l’esperienza sul campo;
– ITS Academy: accederai a percorsi di alta specializzazione tecnica, in linea con le esigenze delle imprese e del territorio;
– Un collegamento diretto con il mondo del lavoro.
La filiera formativa è strettamente connessa con il mondo delle imprese e i territori di riferimento, grazie a:
- partenariati con aziende: avrai l’opportunità di entrare in contatto con aziende leader nel tuo settore, attraverso stage, tirocini e progetti formativi;
- laboratori e tecnologie all’avanguardia: potrai esercitarti in ambienti moderni e tecnologicamente avanzati, utilizzando attrezzature e software di ultima generazione;
- docenti esperti: sarai seguito da professionisti qualificati, con una solida esperienza nel mondo del lavoro e una forte passione per l’insegnamento.
UN PERCORSO PERSONALIZZATO.
La filiera formativa riconosce pari dignità a tutti i percorsi, offrendoti la possibilità di costruire un percorso personalizzato in base alle tue attitudini e interessi. Potrai scegliere il livello di approfondimento e specializzazione più adatto alle tue ambizioni, con un’ampia scelta di corsi e laboratori.
UN INVESTIMENTO PER IL FUTURO
Scegliere la filiera formativa tecnologico-professionale significa investire nel tuo futuro, acquisendo competenze richieste dal mercato del lavoro e aprendoti le porte a numerose opportunità di carriera.
OPPORTUNITÀ
ü Diploma in 4 anni + Maturità: Completa la tua formazione secondaria in 4 anni e consegui il diploma professionale. In più, avrai la possibilità di sostenere l’esame di maturità per accedere all’Università!
ü ITS Academy a portata di mano: accedi direttamente agli ITS Academy e specializzati con una formazione tecnica di alto livello, in linea con le richieste del mercato del lavoro.
ü Cultura e Impresa: ricevi una preparazione culturale completa e al contempo un forte collegamento con il mondo delle imprese, grazie a stage, tirocini e progetti formativi.
ü Flessibilità e Continuità: percorsi modulari e flessibili ti permettono di personalizzare il tuo percorso formativo. La Scuola ti supporterà nel tuo percorso di apprendimento, garantendo continuità e successo.
15 https://www.ciofs.it/percorsi-quadriennali-di-filiera-novita-2025/
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Occorre dire che, a tutt’oggi, i dati circa le iscrizioni ai primi anni dei percorsi approvati non sono incoraggianti. Ciò sembra confermare un certo scetticismo circa il successo di questa strategia.
Ciò che è emerso dal confronto
Le questioni emerse dal confronto sono le seguenti:
« il quadro normativo è tutt’altro che completo e ciò rende difficile decidere i passi da intraprendere a breve tempo, vista la loro influenza sul futuro dell’Istituto Bearzi sia sul lato scolastico che su quello formativo. Infatti, come già affermato, le opzioni in gioco sono ancora tutte aperte, riguardanti i prerequisiti dell’accesso ai nuovi corsi ITS Academy biennali. Le idee non sono ancora chiare: vi sono coloro che vorrebbero sottoporre all’esame di Stato anche gli allievi diplomati IeFP, mentre altri, richiamandosi agli atti normativi finora esistenti, ritengono più probabile una prova Invalsi al termine del percorso, oppure una variante di questa seconda ipotesi, che preveda la validazione dei progetti e delle prove finali, sempre sotto l’egida dell’INVALSI;
« gli ITS Academy non hanno un’impostazione meramente scolastica, in quanto la presenza delle imprese è garanzia di una formazione di tecnici superiori in grado di intervenire in contesti aziendali complessi, dove è richiesta soprattutto una capacità di agire in modo cooperativo sapendo intervenire nelle situazioni specifiche non tramite l’applicazione di procedure standard fondate su un quadro teorico rigido, ma trovando soluzioni ad hoc ed imparando via via dall’esperienza. Da questo punto di vista i diplomati IeFP avrebbero una chance in più rispetto agli studenti provenienti dai percorsi liceali come pure da quelli tecnici e professionali;
« considerando più probabile la seconda prospettiva affidata all’Invalsi, risulta urgente un lavoro approfondito di riprogettazione dei percorsi quadriennali, intervenendo non solo sul foglio Excel delle ore, ma approfondendo i contenuti ed il modo del loro apprendimento, valorizzando il metodo dei compiti di realtà e dell’approccio induttivo secondo una dinamica incrementale verso l’alto. L’esperienza degli ITS Academy mostra molti spunti interessanti in questa direzione, specie quando sollecita gruppi di studenti a mobilitare la creatività e la capacità di adattamento al contesto;
« sempre secondo questa prospettiva, il desiderio di poter acquisire il diploma di Stato, molto avvertito da famiglie e giovani, potrebbe essere soddisfatto nel gradino terziario, in quanto al termine dei percorsi ITS Academy è previsto il rilascio del corrispondente diploma di Stato. Rimarrebbe da garantire la possibilità da parte di chi termina tali percorsi, di poter valorizzare quanto acquisito come crediti formativi che possono accelerare i tempi per l’eventuale raggiungimento di una laurea triennale;
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« la riprogettazione dei percorsi non dipende esclusivamente dall’introduzione delle filiere tecnologico professionali; essa risulta da tempo necessaria, a causa del cambiamento culturale, tecnologico ed organizzativo delle imprese e dei mercati, un movimento in atto da circa 15 anni. È vero che quelle sperimentali sono classi elettive frequentate tendenzialmente da allievi eccellenti, ma la strategia di filiera ha in sé dei caratteri universali in quanto riguardano tutti: i qualificati, i diplomati ed anche gli specializzati IFTS, intesi come gradi di una formazione rivolta ad una figura di tipo nuovo che provvisoriamente possiamo definire “tecnico plus”, dal forte tratto personale e insieme civico.
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Parte Terza
RIFLESSIONI SULL’INDAGINE
E SUI CASI DI STUDIO
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La sorpresa provocata dalla riforma 4+2
La prima riflessione che si impone, al termine dell’indagine e dei casi di studio, non si limita all’ambito degli organismi formativi, come nel caso del CNOS-FAP, ma riguarda il mondo più vasto di tutti i soggetti coinvolti dalla riforma delle filiere tecnologico professionali. L’impressione che essa ha suscitato in tutti questi organismi è stata di sorpresa, unita ad un senso di impreparazione. È questo un punto rilevante, in quanto spiega il perché di una risposta in due tempi, di cui il primo molto scettico mentre il secondo li ha visti più partecipi. Ciò è accaduto anche al (sotto)sistema IeFP composto dagli organismi formativi accreditati da Regioni e Province autonome; queste ultime, cui spetta la competenza del sistema di IeFP, hanno espresso subito una reazione critica per un disegno che dal loro punto di vista poteva minacciare le proprie prerogative istituzionali, mentre successivamente si sono mostrate più disposte a fare la loro parte.
Sorpresa e preoccupazione miste ad impreparazione trovano una spiegazione nel carattere decisamente innovativo della sperimentazione 4+2, in quanto rappresenta un tentativo di ridisegno radicale dell’intero mondo della formazione orientata a titoli di valore professionale nelle sue tre componenti fondamentali: gli istituti tecnici e professionali, gli enti di formazione accreditati ed infine gli ITS Academy. Quello che in termini un po’ enfatici viene chiamato il “sistema VET italiano” è in realtà un insieme di sigle riferite ad una varietà di organismi ognuno dei quali fa parte di ambiti con proprie nomenclature professionali, collegate tra di loro solo da tabelle di comparazione.
La riforma si poggia su tre capisaldi per così dire rivoluzionari per la realtà italiana:
- strutturare i percorsi formativi non come tasselli a sé stanti, ma secondo un numero definito di aree omogenee e progressive, coerenti con le Aree tecnologiche su cui sono strutturati gli ITS Academy;
- ridurre a quattro gli anni della componente secondaria di secondo grado, al termine dei quali è previsto il rilascio dei relativi diplomi;
- consentire a tutti gli utenti dotati del titolo di diploma quadriennale, sia scolastico sia formativo, di poter accedere ad un nuovo biennio ITS Academy del livello terziario, al fine di ottenere il diploma di Tecnico superiore.
Nelle intenzioni del MIM, la riforma mira a dar vita ad un nuovo modello educativo della durata di sei anni, coerente con le esigenze del mondo economico e delle professioni, con percorsi orientati alla didattica laboratoriale ed alle esperienze on the job, prevedendo il potenziamento delle discipline STEM, dei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO)1 oltre che dei processi
1 I “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento” (PTCO) sono stati ridefiniti come “Formazione scuola - lavoro” (Decreto-legge 9 settembre 2025, nr. 127).
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di internazionalizzazione. Si coglie, sullo sfondo di questo nuovo ordinamento, una pedagogia che fonda gli apprendimenti sull’esperienza reale, piuttosto che sul trasferimento di saperi bell’è fatti secondo il metodo della docenza frontale e della verifica teorica. Una pedagogia non addestrativa, che si propone di coinvolgere le imprese come partner di un’operazione autenticamente formativa.
Appare quindi evidente come un disegno siffatto abbia potuto suscitare negli organismi interessati una forte sorpresa mista alla difficoltà di comprensione del disegno del nuovo sistema che si andava avviando, organismi che si muovono nell’attuale contesto secondo una visione tendenzialmente autoreferenziale:
- sul lato scolastico, sembrava che il disegno di rinnovamento del quadro giuridico fosse compiuto: l’Istituto professionale era stato riformato nel 20172, mentre quello dell’Istituto tecnico è di più recente emanazione3. Si tratta di due norme più modeste rispetto agli obiettivi della riforma 4+2, in quanto interventi di modernizzazione dei curricoli, con speciale attenzione agli aspetti metodologici ed organizzativi piuttosto che a quelli dell’ordinamento complessivo del comparto;
- gli ITS Academy si trovano in una stagione per certi versi ancora pionieristica, con un numero di allievi molto contenuto rispetto a quanto accade nei Paesi con una più lunga stagione di formazione di livello terziario; una stagione sottoposta peraltro ad una forte accelerazione in quanto l’ampliamento degli ITS Academy rappresenta uno dei capisaldi del PNNR per la parte riguardante il sistema educativo;
- la posizione degli enti di formazione accreditati è differente dalle due realtà precedenti, per due motivi: in primo luogo, essi dipendono direttamente da Regioni e Province autonome il cui modo di procedere, trattandosi di una componente più leggera del sistema educativo e del lavoro rispetto a quella scolastica in quanto agisce perlopiù tramite organismi convenzionati, non prevede disegni riformatori, ma predilige un approccio “tecnodidattico” la cui natura consiste nell’adattamento regolativo ed amministrativo alle mutate condizioni del contesto. Inoltre, essi operano in attuazione di disposizioni legislative governative gestite perlopiù secondo progetti corredati da linee guida; così è accaduto per il sistema duale4 che prevede una formazione congiunta tra
2 Con il decreto legislativo n. 61 del 13 aprile 2017, in attuazione della legge n. 107 del 2015, il Governo ha inteso rilanciare l’istruzione professionale facendone un laboratorio permanente di ricerca e di innovazione, in continuo rapporto con il mondo del lavoro, motore di sviluppo e di crescita.
3 Con il Decreto-legge n. 45 del 7 aprile 2025, in attuazione della legge 175 del 2022, il Governo si propone, a partire dall’anno scolastico 2026/2027, una trasformazione significativa degli istituti tecnici italiani. La riforma prevede l’introduzione di nuovi indirizzi e quadri orari, sulla base di una maggiore integrazione tra teoria e pratica. L’obiettivo è fornire agli studenti competenze tecniche e professionali che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro, in particolare nei settori dell’innovazione digitale e della sostenibilità ambientale.
4 Si tratta dell’Intervento 1.4 «Sistema duale», parte integrante del Piano nuove competenze, nel PNRR.
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impresa ed organismo formativo comprendente sia l’alternanza “rafforzata” sia l’apprendistato, ed il Programma GOL, un’azione prevista dal PNRR allo scopo di facilitare l’accesso e la ricollocazione nel lavoro.
La novità della sperimentazione delle filiere tecnologico professionali 4+2 sollecita gli Enti di formazione nel riprendere il percorso storico del proprio sistema entro un quadro interpretativo che consente di distinguere le vere riforme che ne mutano l’assetto dagli interventi di modernizzazione e di adattamento al contesto che invece modificano ed ampliano le possibilità di intervento.
Forti di questa distinzione, possiamo ricostruire il percorso storico della formazione professionale nelle tre seguenti tappe:
1. la prima fa riferimento alla legge quadro del 21 dicembre 1978, n.845 che ha dato ordine alle tante iniziative formative precedenti attuando quanto stabilito dall’articolo 117 della Costituzione circa la competenza regionale della “istruzione artigiana e professionale”;
2. la seconda è segnata dalla riforma del Titolo V della Costituzione (2001) che ha confermato la competenza legislativa esclusiva delle Regioni e delle Province autonome in materia di formazione professionale art. 117, comma 4 Cost.), distinguendola dall’istruzione scolastica, che resta invece soggetta a competenza concorrente;
3. l’ultima tappa veramente riformatrice va fatta risalire alla già citata Legge 28 marzo 2003, n. 53 con la quale, in aggiunta alla qualifica triennale del sistema IeFP, è stata introdotto un secondo titolo quadriennale al cui esito viene rilasciato un titolo di diploma di tecnico professionale. È un tassello della progressione verticale della più generale strategia di riforma, risalente alla fine del secolo scorso, con la quale si è voluto realizzare un sistema educativo non più fondato unicamente sulle scuole, bensì unitario in quanto comprendente in chiave pluralistica anche i percorsi degli Enti di IeFP.
Proprio su quest’ultimo punto, all’avvio della riforma 4+2, si è concentrata la presente ricerca in quanto, mancando sino ad oggi di dati e riflessioni specifiche su come si è concretizzato l’ampliamento dell’offerta formativa IeFP, occorreva comprendere in che modo sono stati attuati i quarti anni e il tipo di domande a cui i responsabili degli Enti hanno ritenuto di dover dare risposta, e con quali priorità.
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Due modelli di quarto anno
Questa ricostruzione ha lo scopo di riprendere le fila del percorso di sviluppo del sistema di Formazione Professionale, l’approccio corretto per comprendere l’attuale riforma che aggiunge il livello terziario all’offerta formativa verticale delle IeFP. Essa conferma il diploma professionale come baricentro di tale offerta, come emerge dal seguente grafico:
Questa ricostruzione ha lo scopo di riprendere le fila del percorso di sviluppo del sistema di Formazione Professionale, l’approccio corretto per comprendere l’attuale riforma che aggiunge il livello terziario all’offerta formativa verticale delle IeFP. Essa conferma il diploma professionale come baricentro di tale offerta, come emerge dal seguente grafico: Il percorso dell’offerta formativa degli Enti di Formazione Professionale si può svolgere secondo tre tappe: qualifica, diploma e diploma superiore; l’IFTS rappresenta una specializzazione della figura di diploma. Per circa quindici anni i diplomati IeFP non hanno avuto la possibilità di accesso al livello terziario degli ITS Academy. Durante questo tempo il quarto anno è rimasto per così dire orfano di una tappa ulteriore che ne rendesse chiaro la dinamica verticale e completasse il ventaglio delle opzioni a disposizione dei giovani diplomati IeFP. Questo vuoto ha fatto sì che, nei fatti, esso venisse modellato in base alle esigenze del contesto, ponendo in ombra il suo valore riformatore, quello che invece è apparso evidente nel momento in cui è stata avviata la quarta tappa di sviluppo del sistema. I cinque casi di studio, preceduti dall’indagine su 50 quarti anni, hanno consentito di conoscere in modo diretto la realtà e di comprendere come è stato concepito il percorso quadriennale, tenuto conto della tipologia di utenza dei CFP e delle domande di famiglie, giovani ed imprese. Il primo elemento che emerge con forza dai casi di studio, già anticipato dall’indagine, è la compresenza di due modelli di quarto anno: quello che assume come riferimento prioritario l’impresa e le sue esigenze professionali, che chiameremo “modello IeFP”, e quello che invece dà voce preferenzialmente al desiderio delle famiglie, e di parte degli allievi, di poter transitare nel sistema scolastico allo scopo di poter perseguire il diploma tecnico o professionale di Stato che chiameremo invece “modello passerella”. Obiettivamente, vanno tenute in conto le aspettative delle famiglie riguardo ai titoli di studio e l’importanza di coinvolgerle nel processo educativo. Esse sono molto interessate a che il proprio figlio o la propria figlia possano accedere ad un livello formativo più elevato, in modo da ottenere una formazione più consistente sia sul piano professionale che su quello della formazione della personalità. Così come risulta forte l’apprezzamento delle imprese per il tipo di formazione offerta agli allievi, in quanto, pur essendo dotati di una sufficiente cultura di base, mostrano un’ottima disposizione operativa
Il percorso dell’offerta formativa degli Enti di Formazione Professionale si può svolgere secondo tre tappe: qualifica, diploma e diploma superiore; l’IFTS rappresenta una specializzazione della figura di diploma.
Per circa quindici anni i diplomati IeFP non hanno avuto la possibilità di accesso al livello terziario degli ITS Academy. Durante questo tempo il quarto anno è rimasto per così dire orfano di una tappa ulteriore che ne rendesse chiaro la dinamica verticale e completasse il ventaglio delle opzioni a disposizione dei giovani diplomati IeFP. Questo vuoto ha fatto sì che, nei fatti, esso venisse modellato in base alle esigenze del contesto, ponendo in ombra il suo valore riformatore, quello che invece è apparso evidente nel momento in cui è stata avviata la quarta tappa di sviluppo del sistema.
I cinque casi di studio, preceduti dall’indagine su 50 quarti anni, hanno consentito di conoscere in modo diretto la realtà e di comprendere come è stato concepito il percorso quadriennale, tenuto conto della tipologia di utenza dei CFP e delle domande di famiglie, giovani ed imprese.
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Il primo elemento che emerge con forza dai casi di studio, già anticipato dall’indagine, è la compresenza di due modelli di quarto anno: quello che assume come riferimento prioritario l’impresa e le sue esigenze professionali, che chiameremo “modello IeFP”, e quello che invece dà voce preferenzialmente al desiderio delle famiglie, e di parte degli allievi, di poter transitare nel sistema scolastico allo scopo di poter perseguire il diploma tecnico o professionale di Stato che chiameremo invece “modello passerella”.
Obiettivamente, vanno tenute in conto le aspettative delle famiglie riguardo ai titoli di studio e l’importanza di coinvolgerle nel processo educativo. Esse sono molto interessate a che il proprio figlio o la propria figlia possano accedere ad un livello formativo più elevato, in modo da ottenere una formazione più consistente sia sul piano professionale che su quello della formazione della personalità.
Così come risulta forte l’apprezzamento delle imprese per il tipo di formazione offerta agli allievi, in quanto, pur essendo dotati di una sufficiente cultura di base, mostrano un’ottima disposizione operativa e di un vivo desiderio di imparare, due caratteristiche sulle quali può agire con buoni esiti la formazione in accompagnamento acquisibile nei luoghi di lavoro.
Va peraltro segnalato che nelle realtà regionali non si riscontrano però modelli “puri”, quanto soluzioni ibride che riflettono il modo in cui si configura il “triangolo strategico” che unisce le tre polarità: domande delle imprese, domande delle famiglie e dei ragazzi, offerta formativa e scolastica presente nell’Istituto salesiano.
Le realtà in cui gli Istituti salesiani comprendono sia i CFP sia gli istituti tecnici, tendono a segnalare una forte domanda delle famiglie, ed in parte dei giovani, verso il diploma di Stato e offrono la possibilità di accedere a tale titolo di studio secondo il “modello passerella”.
Di contro, le realtà che intrattengono un’alleanza strategica con le imprese ed hanno già posto mano ad un significativo rinnovamento del curricolo nella direzione della nuova concezione della professionalità plus, si orientano verso un diploma quadriennale progettato secondo il “modello IeFP”.
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Il dibattito interno sulla sperimentazione
Il secondo elemento riguarda il tipo di risposta alla possibilità di partecipare alla sperimentazione 4+2.
I rappresentanti intervistati non hanno nascosto le perplessità iniziali e il dibattito che si è sviluppato non solo nel mondo salesiano ma soprattutto tra gli enti di Formazione Professionale.
Sostanzialmente, possiamo rintracciare in esso tre posizioni:
1. Vi è chi pone al centro dell’offerta formativa IeFP la qualifica professionale e vede il quarto anno come accessorio, legato ad esigenze specifiche come il passaggio alla scuola per poter acquisire il diploma di Stato. È una concezione che riflette la storia della Formazione Professionale che ha sempre fornito giovani qualificati alle imprese del territorio di riferimento, divenuti spesso responsabili di area ed anche imprenditori, contribuendo in questo modo allo sviluppo dell’economia locale. È quindi una posizione comprensibile, che però non fa i conti con il mutamento della cultura dell’impresa e del lavoro, che non si riduce alla sola componente tecnologica, ma riguarda anche il modo di concepire la persona del lavoratore e le sue disposizioni personali.
2. Vi è poi chi enfatizza il carattere sociale ed assistenziale della IeFP e che ha mostrato la maggiore resistenza a partecipare alla sperimentazione perché coglie una incompatibilità della maggioranza degli allievi rispetto alla possibilità di accesso al livello terziario dell’offerta formativa. È questa una visione che riflette la caratteristica dell’inclusione propria della Formazione Professionale e fortemente sollecitata dalle richieste crescenti nonostante il calo demografico, proveniente dai servizi di cura, dalle scuole ed anche dalle famiglie. Va detto che l’argomento che spesso viene portato per motivare queste richieste, ovvero il fatto che nei CFP si svolge una formazione pratica con solo una spolveratura culturale, è in realtà uno stereotipo del passato, in gran parte superato nel corso del tempo, ma che si conserva nella forma di un atteggiamento culturale ancora presente che possiamo definire praticistico. Le numerose esperienze realizzate nell’ultimo quindicennio, il periodo in cui vi è stato un continuo e preoccupante aumento di ragazzi certificati o genericamente definibili in difficoltà, nonostante il calo demografico, hanno mostrato che la capacità di inclusione dei corsi IeFP trova un limite obiettivo nel numero delle persone accolte in ogni classe, superato il quale diventa difficile fornire a tutti gli allievi una formazione rispettosa degli standard previsti dalla legislazione. Inoltre, vanno considerati i requisiti peculiari delle figure professionali di riferimento, sia quelli fisici che quelli psichici e comportamentali.
3. Troviamo, infine, la posizione di chi coglie nella sperimentazione, e quindi nella verticalità dei percorsi comprendendo il livello terziario, un’opportunità
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per proseguire nel cammino di pari dignità della Formazione Professionale rispetto alla componente scolastica. La terza posizione è risultata quella prevalente, tanto che diverse rappresentanze regionali - come nel Lazio e nel Veneto - hanno convinto le rispettive regioni, che all’inizio si erano mostrate piuttosto reticenti, ad aderire alla sperimentazione in modo pieno, mettendo a disposizione testa e risorse. La filiera verticale IeFP va a vantaggio degli allievi che intendono perseguirla interamente, senza esclusioni come quella riferita ai percorsi ITS Academy, un ostacolo che oggi si vuole eliminare.
È opportuno, in questa fase del confronto, segnalare un grande equivoco, ovvero il fatto che con il 4+2 occorra costruire filiere rivolte ad adolescenti e giovani che desiderano percorrerle completamente fino in fondo. In realtà, come abbiamo visto in precedenza, la norma sul diritto-dovere di istruzione e formazione considera assolti coloro che hanno acquisito una qualifica professionale IeFP; sta all’allievo decidere se inserirsi subito nel mondo del lavoro oppure se procedere al quarto anno, dopo il quale ancora può inserirsi nel lavoro oppure proseguire con la specializzazione annuale IFTS o nel nuovo biennio ITS Academy.
Giustamente, diversi interlocutori incontrati lungo la presente ricerca si sono posti la domanda su quali tra gli iscritti ai primi anni possiedono le caratteristiche per un positivo completamento del sessennio.
Ma sappiamo per esperienza che diversi allievi che in un primo tempo avevano dichiarato di fermarsi dopo la qualifica, lungo il cammino si sono poi decisi a continuare nel quarto anno. Ma si tratta di una decisione libera degli utenti e non di una strategia dell’organismo formativo. Infatti, la possibilità di proseguire la filiera in verticale non è una concessione, ma rappresenta un diritto garantito dalla Costituzione che il giovane può esercitare subito al termine del triennio e del quadriennio, oppure riprendere più avanti da giovane adulto o da adulto nel proprio cammino professionale.
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L’impatto della riforma sui due modelli di diploma quadriennale
Il terzo elemento riguarda l’impatto della nuova riforma sui due modelli di quarto anno emersi sia dall’indagine che dai casi di studio.
Il cambio della normativa sui percorsi formativi professionalizzanti trova tutte le realtà formative indagate in un periodo decisamente dinamico.
In Piemonte è in atto da qualche anno un impegno straordinario che possiamo chiamare di “cambio di paradigma formativo”. Un impegno volto a rendere l’offerta formativa IeFP più attuale, tenuto conto delle continue innovazioni riguardanti un insieme di fattori tra di loro strettamente intrecciati - tecnologie, organizzazione del lavoro, figure professionali, cultura ed etica del lavoro - con un particolare investimento metodologico, l’apprendimento in situazione, che vede una convergenza di consensi sia delle imprese sia degli allievi. È decisiva l’alleanza con le imprese leader dei vari settori che promuovono soluzioni avanzate specie per l’automazione industriale e l’impiantistica civile, adottando anche dispositivi di IA.
Nel Lazio è avvenuto qualcosa di simile, sempre precedente all’avvio della sperimentazione 4+2, con un approccio graduale che inizia dal confronto con le aziende che forniscono le tecnologie alle imprese partner, allo scopo di mettere a verifica l’attualità del percorso formativo, il profilo finale ed i laboratori previsti, allo scopo di acquisire tecnologie attuali, entro un disegno integrato tra differenti marchi. Da qui nasce la decisione di riprogettare il curricolo secondo la metodologia della modularità, adottare nuovi laboratori dotati di un sistema predittivo informatico, discutere con i formatori il nuovo percorso. Il cuore del cambio consiste nel passare dalla figura operativa al profilo professionale complesso, adottando l’approccio per casi reali.
Il Veneto ed il Friuli-Venezia Giulia hanno intuito l’importanza di adottare l’Intelligenza artificiale nelle pratiche formative, compresi i laboratori professionali. Potendo collaborare con i docenti dell’Università Salesiana di Mestre, hanno dato vita al progetto “GO BEYOND. TRADITIONAL EDUCATION. Plasmare il futuro dell’educazione, insieme”, realizzato con Google e successivamente esteso anche a livello nazionale, avviando una sperimentazione sui vantaggi dell’adozione dell’IA in ambito educativo: come strumento di supporto per i docenti (assistenza nella creazione di attività didattiche, personalizzazione dei percorsi formativi e preparazione delle verifiche), come ripensamento dello studio a casa per prevenire l’uso passivo della tecnologia e un utilizzo collaborativo dell’IA in classe per la co-costruzione del sapere, e infine come stimolo a rinnovare il ruolo del docente verso l’accompagnamento, focalizzato sullo sviluppo del pensiero critico e attivando il rapporto scuola-famiglia nella gestione responsabile delle tecnologie emergenti.
Anche la Lombardia ha vissuto una fase di riprogettazione dei quarti anni, tenendo conto delle esigenze di un contesto economico e tecnologico in continuo
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cambiamento, come dimostra il caso di Arese. Recentemente è stata rivista la progettazione del quarto anno in tutti i settori, si è investito sull’alleanza con le aziende del territorio anche allo scopo di avviare dei percorsi di apprendistato ed uno stage curriculare più qualificato; sono stati rivisitati i contenuti e la progettazione, in modo da ottenere un miglior allineamento con la realtà aziendale. Un impegno rilevante che ha reso urgente una revisione delle figure professionali standard, considerato il nuovo contesto economico e culturale, dove le imprese segnalano la necessità di una cultura del lavoro più attuale non solo in senso tecnologico ma anche sul piano umanistico.
In modi differenti, la nuova tappa riformatrice ha trovato in tutte le realtà indagate un terreno fertile su cui poter sviluppare sperimentazioni non formali, soprattutto là dove viene adottato il “modello IeFP” centrato sul legame tra esigenze di un sistema economico in forte trasformazione e preferenze degli adolescenti e dei giovani per un metodo non più basato sull’approccio teoria-prassi, bensì sul metodo dei casi da affrontare tramite l’ingaggio reale, la riflessione comune, l’ideazione e la soluzione.
Le riflessioni circa l’impatto della riforma mostra che il modello peculiare della IeFP risulta potenzialmente consonante con la prospettiva della filiera verticale.
Non così per il “modello passerella” che si è trovato al contrario spiazzato per due motivi:
- in primo luogo, perché la soluzione delle passerelle è segnata dalla chiusura verso l’alto delle traiettorie formative dei percorsi IeFP; com’è noto, la riforma cerca di rimuovere proprio questo ostacolo, aprendo loro un ventaglio completo di opportunità di scelta;
- inoltre, perché nell’immaginario diffuso, specialmente nelle famiglie e nelle scuole, ma in parte anche nelle imprese, l’unico modo per proseguire gli studi consiste nel passaggio alle scuole in modo da acquisire il diploma di Stato, un titolo di studio che possiamo definire “monopolistico” in quanto rappresenta l’unico accesso al livello terziario del sistema formativo ed ai concorsi pubblici5.
È per questo che, specie in ambito salesiano, si riscontra un certo interesse per il passaggio ai nuovi percorsi ITS Academy tramite l’opzione del doppio esame al termine del quarto anno, con il rilascio dei due diplomi, quello IeFP e quello di Stato.
Una soluzione che appare però poco realistica, non solo perché non risulta contemplata nei documenti della sperimentazione, ma anche - come vedremo nella parte successiva - perché l’attenzione dell’INVALSI si sta concentrando sui requisiti sostanziali in termini di saperi, competenze e soft skill.
5 Su questo aspetto è necessario un approfondimento, in quanto spesso le leggi in materia di concorsi pubblici richiedono un “diploma di Stato” e non sono state aggiornate rispetto all’ultimo nato, il “diploma di tecnico professionale IeFP”. In realtà alcune norme parlano di “diploma quinquennale”, e ciò può rappresentare un problema per i nuovi percorsi scolastici sperimentali quadriennali.
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Con la riforma, le passerelle degli allievi IeFP verso il diploma di Stato hanno perso rilevanza in quanto soluzioni motivate da quel monopolio; si rafforza di contro il valore del diploma professionale quadriennale come titolo di livello EQF 4, equivalente per l’ingresso alla formazione terziaria, al termine della quale viene rilasciato un diploma di tecnico superiore, un titolo di studio post-diploma emesso dal Ministero dell’Istruzione, valido in tutta Italia e spendibile anche in Europa. Esso si colloca al livello EQF 5 e subito sotto la laurea triennale (EQF 6).
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Le soluzioni adottate nei percorsi sperimentali
La Formazione Professionale, rispetto alle scuole, presenta l’indubbio vantaggio di un’offerta formativa che da quasi quindici anni comprende percorsi quadriennali, corrispondenti a quelli di tutti gli altri paesi europei. Essa ha quindi precorso quanto sta avvenendo ora nel sistema scolastico italiano.
Le soluzioni adottate in questa prima stagione dei percorsi sperimentali 4+2 si concentrano quindi sui quarti anni, tenuto conto dei due modelli rilevati. Esse si distinguono per l’intensità dell’intervento progettuale, secondo una progressione composta da due livelli di intervento, facendo sì che possano interagire reciprocamente:
« l’inclusione nel curricolo, specie nel quarto anno, dei moduli culturali che risultano carenti nei percorsi progettati secondo il “modello IeFP” in quanto troppo leggeri e impliciti. Solitamente, tali moduli riguardano l’inglese, la matematica, le scienze ma anche la lingua italiana. Nel procedere in tale direzione, ha cura di conservare il “tocco” della Formazione Professionale: familiarità, concretezza, accompagnamento e centralità dell’allievo.
« Il rinnovamento della proposta formativa in modo da renderla più attuale, non solo per le imprese ma innanzitutto per gli allievi che si trovano più a loro agio con la cultura del lavoro emergente che supera il dualismo teoria-prassi e predilige come luogo dell’apprendimento l’analisi dei casi reali, il confronto di gruppo, la riflessione e l’approfondimento, l’elaborazione di una strategia di intervento e la sua messa alla prova reale. Il processo di rinnovamento ruota su tre cardini: la personalità (soft skill o disposizioni interiori), la comunità (condivisione e cooperazione), la padronanza dei processi e delle tecnologie arricchiti dall’IA.
Occorre far sì che la revisione ed il rinnovamento dei curricoli procedano per passi o “tentativi” progressivi, vigilando su due pericoli che i nostri interlocutori hanno mostrato di avere ben presenti:
- la prima vigilanza riguarda il pericolo dell’assimilazione al modello scolastico strutturato per discipline autoconsistenti che forniscono quadri teorici e procedure di lavoro bell’è fatti, che richiedono ai singoli studenti di essere interiorizzati ed applicati, senza stimolarli ad essere loro protagonisti della scoperta del sapere insito nella realtà e nel potere della mente umana di conoscere il mondo nello stesso momento in cui se ne fa esperienza;
- la seconda vigilanza si riferisce al pericolo del bricolage o patchwork progettuale, che avviene quando il percorso formativo non è fondato su un pensiero solido, dove i vari moduli galleggiano giustapposti gli uni agli altri non entrando in relazione reciproca senza fornire agli allievi un senso tale da suscitarne le corde di risonanza.
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Nell’opera di revisione del curricolo si coglie l’attenzione ad alzare il livello di coinvolgimento delle imprese come veri e propri partner, rendendole a loro volta consapevoli della nuova cultura del lavoro centrata sull’apprendimento per ingaggio per gruppi su casi reali, un approccio simile a quello della scoperta che stimola la motivazione, la creatività, l’intelligenza comune e la cultura del gesto compiuto e verificato.
A tale proposito, tutti avvertono la necessità di rivedere il modello duale non solo nella divisione del quadro orario, ma soprattutto nella capacità di suscitare i dinamismi che presiedono alla formazione della personalità e della professionalità dei ragazzi. In tal modo, il coinvolgimento delle imprese si concentra su un metodo che riscuote la preferenza degli allievi in quanto valorizza l’apprendimento in situazione svolto in comune, decisamente più attraente dell’apprendimento per concetti ed applicazioni standard.
Un cammino in fieri, progressivo, che sta mutando velocemente via via che ci si addentra nelle questioni concrete. Ma è anche - come vedremo poco avanti - un cantiere che punta sul valore del metodo proprio della Formazione Professionale di ispirazione cristiana, quindi carismatica e pertanto profetica, che impegna specie la famiglia salesiana a fornire ai giovani un cammino di crescita personale, civica e professionale più vicino alle loro caratteristiche ed ai loro desideri.
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Parte Quarta
INDICAZIONI PER LA
RIPROGETTAZIONE DEI PERCORSI
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La questione dei requisiti di accesso dal diploma professionale IeFP ai nuovi corsi ITS Academy
Per indirizzare nella giusta direzione l’opera di riprogettazione dei quarti anni IeFP, con influenza su tutto il quadriennio, occorre chiarire innanzitutto un nodo cruciale: in che modo si configura il passaggio dal diploma professionale rilasciato al termine di questi percorsi al nuovo biennio ITS Academy. Un nodo che per la IeFP risulta di grande attualità, in quanto la norma specifica che il passaggio dal diploma di Stato acquisito mediante i percorsi quadriennali avviene automaticamente.
La legge 8 agosto 2024, n. 121, nel comma 1 dell’articolo 25-bis indica chiaramente che «gli studenti che abbiano conseguito il diploma professionale al termine dei percorsi quadriennali sperimentali attivati ai sensi del presente disegno di legge, o al termine dei percorsi quadriennali regionali che abbiano aderito alla filiera e che siano stati opportunamente validati, possano accedere direttamente ai percorsi formativi degli ITS Academy o a quelli dell’istruzione superiore».
In sostanza, l’allievo che ha ottenuto il diploma professionale IeFP attraverso percorsi quadriennali sperimentali, aderenti alla filiera e validati, può accedere direttamente ai percorsi biennali ITS Academy, senza ulteriori percorsi intermedi o integrativi.
Un contributo interpretativo offerto da ADAPT (Fumarola 2024) esplicita che l’accesso diretto è possibile a condizione che:
– le istituzioni formative regionali che erogano i percorsi quadriennali IeFP abbiano aderito alla filiera formativa tecnologico-professionale;
– i percorsi quadriennali IeFP siano validati tramite un sistema di valutazione fondato sugli esiti delle rilevazioni INVALSI.
L’attribuzione all’INVALSI del compito di validazione dei percorsi quadriennali IeFP escluderebbe la suggestione del “doppio esame, doppio diploma”, in quanto sposta l’attenzione su requisiti di accesso posseduti dagli allievi, ricavandoli dai fattori cruciali, sanciti dalle rilevazioni periodiche.
È ipotizzabile che l’intervento dell’INVALSI possa prevedere due passi: l’analisi del curricolo effettivo del diploma quadriennale IeFP ed il sistema di valutazione previsto per il rilascio del titolo di diploma professionale.
Il curricolo, pertanto, dovrebbe essere strutturato sui seguenti due aspetti:
Ø i saperi, distinti in cognitivi e non cognitivi, che emergono dalle prove INVALSI come fattori essenziali della preparazione dei diplomati;
Ø le prove tramite cui viene rilevato e valutato nei candidati il possesso di tali saperi.
Vi è il tempo necessario per far bene questo lavoro che richiede uno stretto raccordo con INVALSI e la collaborazione con gli ITS Academy coinvolti nelle
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filiere, evitando non solo la fretta, ma anche i due pericoli dello scolasticismo e del bricolage progettuale.
Inoltre, va aggiunta una ulteriore vigilanza, che mira ad evitare che il disegno progettuale si costruisca sugli output finali, e non su un cammino formativo conforme al paradigma dell’educazione al lavoro proprio della tradizione della Formazione Professionale. Emerge da qui la struttura del percorso a due tappe, propria della IeFP: il triennio ed il quarto anno.
Dovendo consentire un ingresso al lavoro dei ragazzi qualificati, sarà necessario evitare di procedere secondo lo schema della “base culturale” cui segue la sua “applicazione pratica”, ma andrà privilegiata una progressione per gradi di padronanza di una cultura unitaria acquisita tramite compiti di realtà conformi ai profili EQF 3.
Nel terzo anno sarà necessario anticipare la formazione di saperi cognitivi e non cognitivi di natura complessa, il metodo del coding e la logica dell’apprendimento svolta in gruppo secondo l’approccio che prevede l’ingaggio, la riflessione e l’approfondimento, l’ideazione di soluzioni, la messa alla prova e la formalizzazione di quanto si è scoperto.
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Un paradigma dell’educazione al lavoro autenticamente salesiano
L’intervento di revisione del curricolo, in grado di evitare i tre pericoli del bricolage, dello scolasticismo e del performativismo, non può che perseguire la via maestra dell’educazione alla vita e al lavoro nel solco della genuina sequela di don Bosco.
Ecco il confronto – volutamente polarizzato - tra le i tipi di approccio sulla base di criteri comuni di analisi:
Criteri
Approccio
Scolastico
Approccio
Formativo
Concezione del sapere
Il sapere si presenta come un insieme ordinato di principi, leggi, nozioni che il giovane deve acquisire per poter essere considerato preparato.
Il sapere si presenta come un campo d’azione nel quale lo studente si coinvolge fronteggiando compiti e problemi che gli consentono di conquistare una effettiva padronanza.
Metodologia
Prevale la docenza frontale che mira al trasferimento di saperi formali, strutturati per discipline, secondo una sequenza di unità didattiche organizzate per spiegazione-studio individuale-esercizio-verifica.
Prevale il laboratorio tramite il quale, in riferimento a situazioni di apprendimento specifiche, lo studente, in gruppo e da solo, è stimolato con domande e consegne a svolgere compiti e risolvere problemi ed in questo modo a conquistare il sapere.
Focus del lavoro dei docenti
Il docente è tenuto a completare la trattazione di tutti i contenuti previsti dal programma, sulla base di un manuale ad impianto disciplinare, e quindi ad esporli alla classe in forma di lezione.
Le conoscenze inseguono gli studenti.
L’insegnante traduce i saperi essenziali in domande e compiti strutturati sotto forma di unità di apprendimento che sollecitano gli studenti alla ricerca ed al padroneggiamento degli strumenti culturali.
Gli studenti inseguono le conoscenze.
Focus della valutazione
La valutazione mira a misurare quanti dei contenuti impartiti lo studente possiede mediante ripetizione e riflessione, riproponendo quanto gli è stata insegnato.
La valutazione mira a rilevare ciò che lo studente è in grado di fare, assolvendo compiti e risolvendo problemi, utilizzando le conoscenze e le abilità acquisite, sulla base di compiti originali.
L’impostazione formativa appartiene al “costruttivismo pedagogico” il cui elemento fondamentale è che la conoscenza umana, l’esperienza, l’adattamento sono caratterizzati da una partecipazione attiva dell’individuo (Bannister; Fransella 1986).
È molto evocativa di questa visione la seguente frase di J.D. Novak nel suo libro più importante, dal titolo “Imparando a imparare” (2005, p. 17): “Gli inseCNOS
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gnanti hanno dovuto faticare per prepararsi a raggiungere qualcosa che non funziona, che è gravoso da portare avanti e perciò è costoso: ci si aspettava da loro che producessero apprendimento negli studenti, quando invece l’apprendimento non può che essere prodotto dallo studente stesso”. È un altro modo per dire che, senza il contributo diretto, la “voglia” di imparare degli studenti, non vi può essere un apprendimento autentico e duraturo. È questo il punto centrale del discorso costruttivista in pedagogia, e indica che il sapere si conquista personalmente, e che questo è un cammino pieno di vitalità, non limitato solamente ad un livello cognitivo dell’intelligenza umana.
Va considerato però che il costruttivismo spesso si associa al relativismo etico, per cui occorre ripulirlo dalle componenti ideologiche ed integrarlo con una forte enfasi sulla ricerca della verità nelle sue diverse forme: fattuale, scientifica, storica, morale, ecc.
Si delinea in questo modo il legame tra dimensione cognitiva e dimensione sociale: l’apprendimento dei saperi non avviene esclusivamente tramite uno lavoro individuale di acquisizione; i processi di costruzione della conoscenza si realizzano nel corso delle interazioni e risultano situati nelle attività proprie di un contesto. È l’implicazione in quest’ultimo che le persone, entro una dimensione sociale, ne acquisiscono gli strumenti culturali propri.
Nel mondo dell’educazione al lavoro risulta decisivo il ruolo dell’azione su casi reali dal carattere sfidante concepita come luogo di apprendimento per coinvolgimento e per scoperta. Tramite l’ingaggio, gli allievi possono cimentarsi in gruppo nel cogliere la complessità del reale, ricevere ed approfondire gli stimoli culturali riflettendo su quanto si presenta loro davanti, suscitare la propria intelligenza comprendente la razionalità formale ed anche quella non formale per immaginare condotte di soluzione delle domande emergenti e di superamento dei problemi incontrati lungo il percorso, applicarle con intelligenza e verificarne la sensatezza e l’efficacia coinvolgendo gli interlocutori che fanno parte del contesto.
Un precedente provvidenziale
Nel triennio 2020-2023 è stato realizzato, per iniziativa di sette Enti di Formazione Professionale, il “Progetto assi culturali e canone formativo”, allo scopo di porre le basi di un curricolo unitario per l’educazione al lavoro di carattere non solo cognitivo e pratico, ma “esistenziale” che superasse i due modelli prevalenti: quello dell’istruzione, fondato sul primato dei contenuti, ma poco in grado di fornire all’allievo le risorse perché possa agire in modo positivo nella società complessa, e quello dell’addestramento, che dà sicurezza all’allievo nella manualità e nella routine da esercitare entro un contesto stabile nel tempo, ma non gli fornisce la preparazione che lo ponga in grado di agire da protagonista in contesti più dinamici, soggetti all’innovazione ed all’imprevisto.
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Il carattere esistenziale del curricolo è costituito dall’esperienza come via prioritaria di accesso alla realtà. Il vissuto soggettivo rappresenta il modo dell’apprensione originaria del reale da parte dell’allievo; esso possiede una propria struttura, di cui va reso consapevole in quanto risposta ragionevole alle questioni che stanno sullo sfondo del mondo di vita di ogni persona: chi sono? In che senso il mio io costituisce un valore? Come devo pormi di fronte al mondo così da contribuire al bene? In tal modo il soggetto assume una disposizione che gli permette di realizzare il desiderio di compimento della sua vocazione che ne smuove i dinamismi.
I “Gruppi interpares” hanno realizzato materiali significativi su tre temi trasversali (risonanza, inclusione e valutazione) e sei temi degli assi culturali (italiano, inglese, storico-sociale, economico, matematico e scientifico tecnologico). Nella seconda parte il lavoro si è esteso al presidio pedagogico, ai compiti di realtà intesi come raccordo tra gli assi culturali e l’area di indirizzo. Inoltre, è stato svolto uno studio su 14 CFP significativi dal titolo «Per una nuova formazione professionale» ed è stata organizzata una Summer school (Roma, 29-30 agosto 2023) per la validazione del curricolo di base.
In quegli anni non potevamo prevedere l’intenzione del MIM di realizzare la VET italiana disegnando la filiera tecnologico professionale 4+2. Ma questa strategia ha svelato il carattere provvidenziale del progetto sugli assi culturali ed il canone formativo dell’educazione alla vita e al lavoro, che Arduino Salatin, corresponsabile scientifico del progetto, ha riassunto nella seguente tabella:
Ambiti di riflessione e validazione
Aspetti fondativi del curricolo
Curricolo esplicito
Curricolo implicito
Comunità educativa
Saperi e competenze richiesti
Aumento livelli di alfabetizzazione di base e capacità di astrazione/ formalizzazione
Maggiore rilevanza delle competenze relative a linguaggi, STEM e digitale
Maggiore attenzione alle competenze trasversali (soft) e alla cittadinanza
Forte cooperazione tra formatori
Didattica
Inter-disciplinarità
Attenzione alla valutazione e alla certificazione (anche in vista dei possibili passaggi)
Cura della personalizzazione (in funzione delle vocazioni e dei talenti)
Coinvolgimento e valorizzazione del protagonismo degli allievi
Organizzazione
Co-progettazione con le aziende e il mondo del lavoro
Sviluppo dell’innovazione metodologica
Flessibilità nella gestione degli spazi e dei tempi
Formazione formatori e direttori
Quanto qui indicato corrisponde agli esiti della presente ricerca. Si tratta dei nodi fondamentali che emergono dalla presenta indagine nella prospettiva della riforma 4+2 e che confermano il compito che riguarda gli Enti di IeFP, che si difCNOS
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ferenzia da quello degli istituti scolastici che ancora devono affrontare lo scoglio decisivo della quadriennalizzazione dei percorsi secondari, spesso gestita secondo l’approccio della “compattazione” di cinque anni in quattro. Ma vi sono anche esperienze più interessanti di scuole che perseguono un nuovo focus progettuale inserendo nel curricolo diverse esperienze di “messa all’opera” degli studenti, che stimolano l’approccio ai saperi per via induttiva.
Nell’incamminarsi entro una prospettiva integrale propria del curricolo verticale IeFP, vanno considerati i tre caratteri dell’educazione al lavoro proposti dal progetto sugli assi culturali:
1) disegnare i nessi vitali che sussistono tra il mondo sociale, in particolare il contesto dell’economia e del lavoro, ed il mondo individuale nella prospettiva della formazione di un’identità solida, radicata nelle comunità di appartenenza. Ciò in quanto le esperienze formative di successo dimostrano che il fattore personale di gran lunga più prezioso è dato dalla vocazione, che è molto più di una “attitudine” in quanto rappresenta una speciale chiamata, indica la strada della realizzazione di sé la compagni con cui si intraprende tale cammino sorretti dal «fuoco» che accende la passione per il lavoro buono per gli altri e per la comunità oltre che ben fatto;
2) proporre una concezione ampliata della “professionalità plus” intesa come capacità di agire in contesti complessi nei quali sono esaltate tutte le facoltà dell’intelligenza naturale come l’intuizione, l’insieme delle condizioni tecniche, giuridiche e organizzative che ne consentono l’esercizio positivo nel contesto in cui operiamo. Specie in un contesto nel quale si stanno diffondendo a tutti i livelli i dispositivi dell’intelligenza artificiale, serve una razionalità “estesa” composta di categorie di analisi adeguate che consentano al soggetto di andare in profondità, ma comprendente anche la saggezza della tradizione, l’intuizione e molto buon senso;
3) puntare sulla metodologia del compito di realtà, nelle diverse forme: ricerca, laboratorio, evento, commessa, …, da non intendere unicamente in senso operativo, ma vissuto come un’esperienza che stimola il soggetto a cogliere il senso della realtà, a comprendere le caratteristiche della situazione e del servizio richiesto, immaginare la soluzione, ad adottare un piano coerente e verificarne gli esiti passo passo ed al termine dell’impegno.
Un suggerimento molto importante che emerge dalla ricerca riguarda la cura del modo in cui verranno definiti gli standard formativi, e come questi saranno posti a verifica - secondo un approccio formativo e non certo selettivo - al fine dell’iscrizione ai nuovi corsi ITS Academy biennali. Va privilegiato un approccio dialogante che colga nei candidati l’intreccio dei fattori motivazionali, morali, cognitivi e operativi, ovvero quell’alchimia di elementi - sempre imperfetti - che sostengono la persona nell’intrapresa di un’azione formativa efficace. CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 102 05/11/25 07:41
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Anche la formazione del personale richiede un piano organico da sviluppare al livello centrale, regionale e territoriale, coinvolgendo anche i rappresentanti delle associazioni di impresa, i sindacati ed i tutor locali. La ricerca suggerisce a tale proposito due criteri di fondo:
- operare su casi reali portatori di pratiche “significative”1 dai quali ricavare i criteri di una formazione riuscita;
- avere a disposizione strumenti metodologici operativi, anche sotto forma di esempi con cui paragonare la propria realtà, per la progettazione, la gestione didattica e la valutazione.
Occorre porre attenzione alla possibilità degli allievi di poter acquisire le varie abilitazioni professionali che consentano loro, nei vari ambiti di professionalità, di elaborare e firmare progetti, una condizione su cui si coglie una giusta lamentela visto che le attuali norme vincolano il rilascio di questo riconoscimento formale solo a conclusione di un percorso scolastico quinquennale.
Nella riprogettazione del curricolo secondo l’approccio dell’educazione alla vita e al lavoro, e nella definizione dei fattori decisivi come gli standard di accesso ai corsi ITS Academy, va perseguito un approccio unitario nazionale per evitare, in sede di definizione degli aspetti cruciali, di produrre una varietà di soluzioni che risentono delle diverse sensibilità regionali e delle differenti condizioni di contesto.
La parte più impegnativa riguarda pertanto l’azione della Fondazione CNOS-FAP ETS da cui ci si aspetta:
ü la tutela, nei vari ambiti in cui si definiscono gli aspetti generali del modello 4+2, dei valori e delle specificità della IeFP;
ü la definizione di un metodo formativo di verifica dei prerequisiti di accesso ai nuovi corsi ITS Academy biennali da parte degli allievi che hanno acquisito il diploma di tecnico professionale;
ü la formazione del personale e la produzione di materiali efficaci ma non “calati dall’alto”.
1 Preferiamo questa dizione rispetto a “buone pratiche” in quanto quest’ultima è apparsa ultimamente troppo enfatica in quanto il principio della contestualizzazione non consente di trasferire in un altro luogo ciò che ha funzionato in un contesto differente. La significatività di una prassi suggerisce dei criteri di giudizio che orientano le decisioni di chi svolge l’attività formativa, e che non può essere esentato dalla corretta analisi dei fattori di contesto.
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UN VIAGGIO NEI CFP SALESIANI:
PIÙ DI UNA VISITA, UN INCONTRO SIGNIFICATIVO
Federica Barbanera1
Questa ricerca nasce dal desiderio di rispondere a una sfida educativa e culturale profonda: come rendere davvero significativa, per i giovani e per il Paese, la proposta del modello “4+2” voluto dal Ministro Valditara? Ma ancor più, essa si pone come racconto di un incontro: quello tra un progetto di riforma e la visione educativa salesiana, viva e pulsante nei Centri di Formazione Professionale visitati.
Non si tratta dunque di un’analisi fredda e tecnica, ma del frutto di un cammino, personale e collettivo, tra laboratori, cortili, parole e sguardi. Un cammino che ha portato alla luce non solo criticità e proposte, ma soprattutto un orizzonte possibile: quello di una formazione che sappia essere ponte, casa, officina e laboratorio di umanità. La filiera 4+2 può essere tutto questo, se letta e vissuta alla luce del Sistema Preventivo di Don Bosco, dove la centralità del giovane, la cura della relazione e il lavoro come vocazione diventano i cardini di una riforma vera.
La mia intenzione è quella di restituire uno sguardo duplice: da un lato, lucido e critico sul contesto normativo e organizzativo della sperimentazione; dall’altro, empatico e narrativo sul senso educativo che ne può scaturire. Perché, come ci insegnano i CFP salesiani, non si costruisce futuro senza passione educativa, e non si cambiano i sistemi senza cambiare lo sguardo su ogni ragazzo.
Il progetto
Il progetto nasce nell’ambito dell’iniziativa degli Enti di IeFP, con l’obiettivo di contribuire in modo costruttivo al disegno del MIM per la strutturazione di una filiera tecnologico-professionale unitaria e pluralistica secondo il modello 4+2.
In questo contesto, la Fondazione CNOS-FAP ETS ha avviato un percorso di revisione del curricolo, mirato all’ampliamento verticale dell’offerta formativa IeFP. Questo consentirà ai giovani in possesso di un diploma professionale IeFP di accedere ai nuovi corsi ITS Academy biennali, che verranno attivati con il completamento della prima fase della sperimentazione “4+2”.
Questa iniziativa rappresenta un’opportunità significativa per il sistema formativo nazionale, le Regioni, le Province autonome e gli Enti di formazione, in quanto mira ad offrire un percorso educativo continuativo per adolescenti e giova1
Fondazione CNOS-FAP ETS, I. S., componente del team di ricerca.
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ni, fondato sulla concezione del “lavoro buono” – inteso come efficace e significativo a livello culturale, professionale ed esistenziale.
Parallelamente a questo percorso di revisione curricolare, la Fondazione CNOS-FAP ETS I.S. intende condurre una ricognizione e un bilancio critico dell’esperienza dei quarti anni IeFP (previsti dalla Legge 53/2003), al fine di ricavare elementi utili per la progettazione curricolare delle nuove filiere “4+2”.
In sintesi, lo scopo della ricerca è duplice:
1. Contribuire attivamente alla defi nizione di una fi liera tecnologico-professionale unitaria e pluralistica proposta dal MIM.
2. Fornire elementi informativi e critici, basati sull’esperienza dei quarti anni IeFP, utili per la progettazione dei nuovi percorsi formativi “4+2”.
Il progetto 4+2: tra potenzialità e criticità, alla luce del sistema preventivo
L’introduzione del progetto 4+2 nei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) ha sollevato interrogativi cruciali, tanto sul piano pedagogico quanto su quello sistemico: si tratta di un semplice prolungamento del triennio tradizionale o di un suo ripensamento radicale? È solo una nuova offerta, o piuttosto un’occasione per rigenerare dall’interno l’impianto formativo dei CFP, rendendolo più coerente con le esigenze dei giovani e con le trasformazioni del mondo del lavoro?
Una delle sfide più evidenti è quella legata alla transizione verso gli ITS Academy. Ancora poco conosciuti e spesso percepiti come riservati a studenti provenienti da percorsi liceali o tecnici, gli ITS Academy rischiano di essere meno accessibili per i ragazzi dei CFP, che possono trovarsi in difficoltà, non solo per i contenuti, ma per un’impostazione didattica più accademica e meno esperienziale. Questo ha portato a una selezione naturale che vede circa il 40% degli studenti non arrivare all’esame finale. Il rischio è quello di creare una “classe di bravi”, selettiva, che esclude invece di includere, in evidente contrasto con la vocazione originaria dei CFP salesiani: educare tutti, salvare ogni ragazzo, come ci ha insegnato Don Bosco.
Ecco perché alcune realtà formative hanno deciso di ripensare i curricoli, sviluppando quarti anni più articolati e significativi, rivedendo approcci didattici, definendo nuovi standard educativi e - soprattutto - progettando percorsi personalizzati, nei quali il valore educativo prevalga sulla semplice performance scolastica. In questa prospettiva, è fondamentale che le competenze di base non siano solo strumenti per superare l’esame di Stato, ma tappe significative in un cammino di crescita integrale.
Qui torna con forza la visione di don Bosco. Il Sistema Preventivo non è solo una pedagogia affettiva e relazionale, ma è anche un’idea profonda di progetto educativo personalizzato:
«Educare è cosa di cuore», e non può ridursi a un tracciato standard. Ogni giovane è unico, e ha bisogno di un ambiente che lo accolga, lo comprenda, lo moCNOS
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tivi e lo accompagni. I maestri di ieri, artigiani e testimoni di vita, insegnavano un mestiere ma soprattutto formavano il cuore; i maestri di oggi nei CFP continuano questa missione, reinventandola nei contesti contemporanei, tra tecnologie, imprese e sfide sociali. Nei loro occhi si legge ancora il desiderio di salvare ogni ragazzo, di offrirgli un futuro, di credere nelle sue possibilità anche quando lui stesso ha smesso di farlo.
A questo scopo, può risultare utile il ricorso a strumenti come il modello delle competenze strategiche di Pellerey, che valorizza le cosiddette soft skills - autonomia, responsabilità, cooperazione, consapevolezza - fondamentali per abitare il mondo del lavoro e della cittadinanza in modo maturo. Ma più ancora è necessario mantenere flessibilità e personalizzazione: percorsi che si adattino ai bisogni reali dei ragazzi, e non viceversa. Progetti che non siano modelli blindati, ma cantieri aperti, in cui l’educazione non sia un’esercitazione formale, ma una risposta concreta ai sogni e alle fragilità di ogni giovane.
Perché, alla fine, il cuore del progetto 4+2 - come quello dell’opera di Don Bosco - non è una riforma di ordinamenti, ma la salvezza dei giovani attraverso l’educazione. Un’educazione vera, integrale, artigianale e comunitaria, che si costruisce ogni giorno nel cortile, nei laboratori, nei colloqui, nei silenzi condivisi. E soprattutto negli sguardi: quegli sguardi pieni di speranza e fiducia, che raccontano a ogni ragazzo - oggi come ieri - che vale la pena credere in sé.
Le esperienze raccolte nei CFP evidenziano che il successo del modello 4+2 dipende fortemente dai contesti territoriali. In alcune zone, la forte domanda di lavoro porta i ragazzi a inserirsi nel mondo produttivo già dopo il terzo anno, rendendo poco attrattivo il quarto anno. In altri territori, invece, emerge un forte bisogno di percorsi più lunghi e articolati, capaci di valorizzare competenze tecniche avanzate e soft skills.
Da qui nasce l’urgenza di:
• ripensare gli assi culturali non come blocchi rigidi, ma come strumenti dinamici di crescita personale;
• sganciare le competenze di base dall’esame di Stato, privilegiando una valutazione formativa continua e centrata sulla persona;
• rendere i percorsi flessibili, capaci di adattarsi ai bisogni educativi e professionali dei singoli studenti, mantenendo la relazione educativa come baricentro.
Tutto questo non può essere realizzato senza una solida cornice pedagogica. E qui, il Sistema Preventivo di Don Bosco si rivela più che mai attuale. Fu proprio Don Bosco, nella Torino dell’800, a inventare i primi corsi professionali per “insegnare un mestiere” ai suoi ragazzi, sottraendoli alla marginalità sociale e alla strada. Ma non si limitava a insegnare: educava con amorevolezza, con fiducia, con cuore, offrendo ai giovani un senso, una direzione, una speranza.
I CFP salesiani di oggi, pur tra mille trasformazioni, custodiscono quello stesso spirito. Lo si legge negli occhi dei formatori, nei laboratori vissuti come “botteghe CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 107 05/11/25 07:41
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di umanità”, nel modo in cui si accoglie ogni ragazzo, non per quello che è, ma per ciò che può diventare. I maestri di oggi, come quelli di ieri, non sono solo tecnici o insegnanti, ma educatori, testimoni, fratelli maggiori. E i percorsi formativi diventano percorsi di vita, dove si cresce insieme, dove il sapere si intreccia con l’essere.
Il progetto 4+2, se vissuto dentro questa visione, non sarà una riforma calata dall’alto, ma una risposta viva e concreta ai bisogni reali dei giovani, una palestra di futuro dove ogni ragazzo, anche il più fragile, possa trovare la sua strada.
Il viaggio
Visitare un Centro di Formazione Professionale salesiano non è mai una semplice esperienza tecnica o di osservazione: è un incontro trasformativo, dove si respira la concretezza del metodo educativo di Don Bosco. Ogni ambiente, ogni laboratorio, ogni interazione con i formatori e gli studenti restituisce l’eco di un carisma vivo, che continua ad accompagnare e formare generazioni di giovani con fiducia, amorevolezza e visione, si percepisce come la figura del maestro artigiano di un tempo riviva nei formatori contemporanei.
I CFP non sono soltanto luoghi di addestramento tecnico, ma spazi di relazione, di ascolto e di crescita integrale. Qui, la Formazione Professionale si intreccia con la formazione umana e spirituale, dando vita a percorsi di sviluppo che accompagnano il giovane nel diventare “buon cristiano e onesto cittadino”.
I laboratori - oggi tecnologicamente avanzati e connessi al mondo produttivo - restano fedeli allo spirito originario: sono officine di vita, dove si apprendono saperi e valori, competenze e atteggiamenti.
Le visite svolte nei CFP salesiani hanno confermato una ricchezza educativa e metodologica straordinaria. Le buone pratiche osservate vanno ben oltre l’efficienza organizzativa o l’adeguamento alle normative regionali. Sono frutto di una cultura formativa profonda, capace di unire tradizione e innovazione, spiritualità e professionalità.
In tutte le realtà visitate – da Borgo Don Bosco a Roma, a San Benigno Canavese in Piemonte, fino a Torino Rebaudengo, Arese, Mestre ed Udine – si respira una coerenza forte con la missione edu75
fiducia, con cuore, offrendo ai giovani un senso, una direzione, una speranza. I CFP salesiani di oggi, pur tra mille trasformazioni, custodiscono quello stesso spirito. Lo si legge negli occhi dei formatori, nei laboratori vissuti come “botteghe di umanità”, nel modo in cui si accoglie ogni ragazzo, non per quello che è, ma per ciò che può diventare. I maestri di oggi, come quelli di ieri, non sono solo tecnici o insegnanti, ma educatori, testimoni, fratelli maggiori. E i percorsi formativi diventano percorsi di vita, dove si cresce insieme, dove il sapere si intreccia con l’essere. Il progetto 4+2, se vissuto dentro questa visione, non sarà una riforma calata dall’alto, ma una risposta viva e concreta ai bisogni reali dei giovani, una palestra di futuro dove ogni ragazzo, anche il più fragile, possa trovare la sua strada. Il viaggio Visitare un Centro di Formazione Professionale salesiano non è mai una semplice esperienza tecnica o di osservazione: è un incontro trasformativo, dove si respira la concretezza del metodo educativo di Don Bosco. Ogni ambiente, ogni laboratorio, ogni interazione con i formatori e gli studenti restituisce l’eco di un carisma vivo, che continua ad accompagnare e formare generazioni di giovani con fiducia, amorevolezza e visione, si percepisce come la figura del maestro artigiano di un tempo riviva nei formatori contemporanei. I CFP non sono soltanto luoghi di addestramento tecnico, ma spazi di relazione, di ascolto e di crescita integrale. Qui, la Formazione Professionale si intreccia con la formazione umana e spirituale, dando vita a percorsi di sviluppo che accompagnano il giovane nel diventare “buon cristiano e onesto cittadino”. I laboratori - oggi tecnologicamente avanzati e connessi al mondo produttivo - restano fedeli allo spirito originario: sono officine di vita, dove si apprendono saperi e valori, competenze e atteggiamenti. Le visite svolte nei CFP salesiani hanno confermato una ricchezza educativa e metodologica straordinaria. Le buone pratiche osservate vanno ben oltre l’efficienza organizzativa o l’adeguamento alle normative regionali. Sono frutto di una cultura formativa profonda, capace di unire tradizione e innovazione, spiritualità e professionalità. In tutte le realtà visitate – da Borgo Don Bosco a Roma, a San Benigno Canavese in Piemonte, fino a Torino Rebaudengo, Arese, Mestre ed Udine – si respira una coerenza forte con la missione educativa salesiana. I formatori non sono semplici docenti, ma maestri di vita: conoscono i nomi degli allievi, ne ricordano le storie, li accompagnano passo dopo passo in un cammino fatto di ascolto, fiducia e responsabilizzazione. Una delle caratteristiche più forti del modello salesiano è il rapporto stretto e strutturato con il mondo del lavoro. Le imprese non sono viste solo come sbocco finale, ma come partner educativi, coinvolti nella CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 108 05/11/25 07:41
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cativa salesiana. I formatori non sono semplici docenti, ma maestri di vita: conoscono i nomi degli allievi, ne ricordano le storie, li accompagnano passo dopo passo in un cammino fatto di ascolto, fi ducia e responsabilizzazione.
Una delle caratteristiche più forti del modello salesiano è il rapporto stretto e strutturato con il mondo del lavoro. Le imprese non sono viste solo come sbocco finale, ma come partner educativi, coinvolti nella progettazione dei percorsi, nella definizione delle competenze, nella formazione in aula e in laboratorio.
Questa sinergia si concretizza in tre vantaggi chiave:
1. Accesso diretto e aggiornato alle esigenze del sistema economico locale e nazionale;
2. Co-progettazione dinamica dei percorsi formativi, centrati sullo studente;
3. Costruzione di un patto educativo triangolare: CFP – studente – impresa.
Nel progetto “4+2”, questa alleanza si rafforza ulteriormente, aprendo spazi per una formazione tecnica superiore ancorata ai contesti reali, con l’obiettivo di colmare il divario tra formazione iniziale e mondo del lavoro, senza scolarizzare l’identità dell’IeFP.
In quest’ottica, la tradizionale collaborazione tra CFP e imprese evolve in una vera e propria alleanza formativa. Le aziende non sono più soltanto luoghi di stage, ma diventano co-protagoniste nella progettazione dei percorsi, nella definizione dei profili professionali, nella formazione in aula e in laboratorio. L’obiettivo comune è chiaro: inserire nel mondo del lavoro giovani preparati tecnicamente, ma anche solidi interiormente, capaci di affrontare le sfide del futuro con competenza e umanità.
Per un Ente di Formazione Professionale, come quelli della rete salesiana, la collaborazione strutturata con il mondo produttivo non è solo una strategia vincente, ma una condizione essenziale per realizzare una formazione davvero efficace e trasformativa. In questo senso, si possono individuare almeno tre vantaggi chiave che scaturiscono da questa alleanza educativa.
Anzitutto, l’accesso diretto e costante al tessuto economico-produttivo consente ai CFP di mantenere aggiornati i percorsi formativi, adattandoli con flessibilità alle trasformazioni del mercato del lavoro. Le imprese diventano fonti preziose di osservazione e ascolto, permettendo di cogliere segnali deboli e tendenze emergenti che spesso sfuggono ai radar istituzionali. Questa vicinanza al reale consente ai formatori di proporre contenuti sempre pertinenti e attuali, e agli studenti di percepire la formazione come qualcosa di vivo, utile, spendibile.
In secondo luogo, la co-progettazione dei percorsi insieme alle aziende permette di costruire proposte formative dinamiche, su misura, capaci di valorizzare le attitudini e i talenti dei ragazzi. Il dialogo con il mondo produttivo non si traduce in un adattamento passivo della scuola al lavoro, ma in un confronto continuo, in cui si mettono al centro le potenzialità dello studente. Ne nascono itinerari perCNOS
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sonalizzati, orientati a far emergere vocazioni professionali autentiche, evitando standardizzazioni eccessive.
Infine, grazie a questa sinergia, è possibile costruire fin dall’inizio un patto educativo triangolare tra CFP, studente e impresa, che accompagni il giovane in modo coerente verso l’inserimento lavorativo. Non si tratta solo di prevedere uno stage finale, ma di impostare un percorso in cui il contatto con il lavoro sia graduale, significativo, trasformativo. Le aziende diventano così soggetti educanti, corresponsabili del cammino formativo dei giovani.
All’interno di questa cornice si colloca con coerenza e slancio innovativo la proposta sperimentale del progetto “4+2”. Essa rappresenta una possibile evoluzione naturale del modello IeFP, soprattutto in quelle realtà, come i CFP salesiani, in cui è già presente una solida integrazione tra formazione e mondo del lavoro.
Il “4+2” apre infatti prospettive promettenti:
• permette di superare la cesura tra la formazione iniziale e i percorsi di specializzazione, offrendo un ponte concreto verso gli ITS Academy e quindi verso professioni qualificate e richieste;
• consente di capitalizzare le competenze tecniche, pratiche e trasversali già maturate nei primi quattro anni, prolungandone l’efficacia e portandole a un livello superiore;
• rafforza un modello educativo fondato sul fare, sulla relazione e sull’orientamento personalizzato, caratteristiche già centrali nei CFP salesiani;
• combatte la dispersione, non con logiche selettive, ma proponendo percorsi flessibili, capaci di riconoscere la pluralità degli stili di apprendimento, i tempi diversi di crescita, le storie individuali.
Tuttavia, come ogni innovazione, anche questa richiede attenzione, visione, coraggio pedagogico. Non mancano infatti criticità che vanno affrontate con lucidità e responsabilità.
Il primo rischio è quello di snaturare l’identità dell’IeFP, cercando di rincorrere modelli scolastici più tradizionali, come i licei o gli istituti tecnici. Così facendo, si perderebbe quella dimensione laboratoriale, relazionale, esperienziale che rappresenta la vera forza dei CFP.
Un secondo pericolo riguarda l’equità dell’accesso: se il “4+2” diventasse un percorso d’élite, riservato solo agli studenti più brillanti o motivati, si rischierebbe di lasciare indietro proprio quei ragazzi per cui l’IeFP è spesso l’unica vera opportunità formativa e di riscatto.
Un terzo nodo critico è l’integrazione curricolare tra IV anno e ITS Academy: senza una progettazione condivisa, si potrebbe cadere in sovrapposizioni, ridondanze o disallineamenti che minano l’efficacia del percorso.
Infi ne, forse il punto più delicato: serve una visione pedagogica forte a sostenere questa sperimentazione. Senza una cornice valoriale chiara, il rischio è che tutto si riduca a una questione gestionale o burocratica, perdendo per strada il senso profondo dell’educare.
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Il “4+2”, quindi, non può essere solo un progetto tecnico: deve essere un atto educativo, radicato in una cultura della persona, della relazione e della professionalità. Solo così potrà davvero diventare uno spazio di futuro per i giovani e un’opportunità di rinnovamento per il sistema formativo nel suo complesso.
Un esempio tangibile di questo modello è il CFP salesiano di Borgo Don Bosco a Roma, dove i laboratori raccontano un legame autentico con il tessuto produttivo locale, fortemente orientato al settore terziario e tecnologico. Le aziende del mondo Leonardo non solo accolgono i ragazzi, ma collaborano attivamente alla loro crescita, rendendo l’esperienza formativa un vero percorso di inserimento umano e professionale.
Ma Borgo Don Bosco non è un caso isolato. In tutta Italia i CFP salesiani testimoniano quotidianamente come la buona formazione passi sempre attraverso una buona relazione educativa.
A San Benigno Canavese, nel cuore del Piemonte, l’Istituto Scuole Professionali Salesiane, fondato da don Bosco nel 1879, si distingue per l’attenzione al settore agroalimentare e meccanica-industriale, con una forte componente esperienziale. I formatori, competenti e appassionati, educano al rispetto per la terra, al lavoro ben fatto e alla responsabilità personale.
In Piemonte in alcune sedi il IV anno non decolla perché non c’è disoccupazione ed i ragazzi già dopo il terzo anno entrano nel mondo del lavoro non sentendo quindi la necessità di prendere un diploma. Questo per sottolineare che l’esito della sperimentazione dipende anche molto dall’aspetto geografico e dalla realtà locale. A Torino Rebaudengo, polo formativo dell’innovazione tecnica, si preparano giovani nei settori della meccanica, dell’elettronica e dell’automazione. È dalle parole di Ivan L’Abbate, formatore del CNOS-FAP che capiamo che qui si respira un clima educativo fondato sulla fiducia: l’errore non è fallimento, ma tappa del processo di apprendimento. I formatori accompagnano i ragazzi come guide sicure e pazienti. All’inizio del percorso formativo, spesso ai ragazzi si propone un esempio semplice ma efficace: un elettricista, per essere considerato un vero professionista, non deve solo far funzionare un lampadario. La differenza la fanno il suo ordine, il rispetto per l’ambiente in cui lavora, il modo in cui comunica e spiega, l’educazione nei gesti e nelle parole. È proprio questo il cuore dell’educazione nei laboratori salesiani: non basta “fare bene”, bisogna anche essere nel modo giusto.
Nel cammino educativo dei CFP salesiani, anche la valutazione assume un valore profondamente formativo. Non si limita a un numero, ma si estende alla qualità del pensiero progettuale, all’efficienza nell’esecuzione, alla precisione tecnica e alla capacità di affrontare e risolvere problemi. È un processo che tiene conto della crescita complessiva del ragazzo: il suo modo di esprimersi, di lavorare in autonomia, di reagire alle difficoltà.
Pur essendo costretti dalla normativa regionale ad assegnare voti numerici, i formatori salesiani hanno scelto un’altra via: usare il voto solo come riferimento indicativo, preferendo strumenti come le rubriche valutative e i descrittori di abilità. Ma soprattutto, adottano un linguaggio che parla al cuore del ragazzo: una pacca
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sulla spalla, un “Bravo!” o un “Attenzione, qui possiamo fare meglio”. Perché è l’emozione che accende l’apprendimento, che lo rende vivo e memorabile.
Valutare, per i formatori salesiani, significa anche progettare meglio, insegnare con più consapevolezza e rispondere con autenticità ai bisogni veri del mondo del lavoro e della vita. È qui che si realizza la vera differenza educativa: non un sistema che misura, ma un ambiente che accompagna e trasforma.
L’obiettivo è chiaro: formare professionisti completi, che sappiano unire competenza tecnica, spirito critico e atteggiamento etico. Nei CFP salesiani si lavora secondo i livelli EQF, diversificando le metodologie didattiche in base all’età e alla maturità degli allievi. In prima si coltiva l’autonomia nello studio, in quarta si stimola la capacità di fare ricerca e innovare. È un percorso progressivo che porta i giovani a scoprire sé stessi, le proprie attitudini e passioni, fino a diventare “uomini formati”, capaci di inserirsi con responsabilità nel mondo del lavoro.
Anche l’aggiornamento tecnico dei formatori nei CFP Salesiani rappresenta una sfida cruciale, data la limitatezza del tempo disponibile, il carico di ore di docenza frontale e la frequenza annuale degli aggiornamenti strutturati dalla Fondazione CNOS-FAP ETS. Per superare tali ostacoli, sono state individuate due strategie principali. La prima è l’autoformazione tra colleghi, basata sulla condivisione periodica di conoscenze ed esperienze interne, valorizzando le diverse competenze di ciascun formatore. La seconda, ancora più innovativa, è l’apprendimento congiunto con gli studenti. I progetti ambiziosi proposti dagli allievi diventano un’opportunità di crescita per i formatori, che, ammettendo di non avere tutte le risposte, intraprendono un percorso di ricerca e problem solving collaborativo, sfruttando le capacità degli studenti, le risorse tecnologiche (IA, online) e il potenziale coinvolgimento delle aziende. Questo approccio trasforma i formatori in apprendenti quotidiani, promuovendo un aggiornamento continuo, la generazione di nuova didattica e contenuti futuri. La parola chiave è “insieme”, sottolineando il ruolo del formatore come mediatore del sapere piuttosto che semplice trasmettitore.
Per questo motivo, le attività didattiche si basano su commesse reali, multidisciplinari, dove ogni ragazzo ha un
spirito critico e atteggiamento etico. Nei CFP salesiani si lavora secondo i livelli EQF, diversificando metodologie didattiche in base all’età e alla maturità degli allievi. In prima si coltiva l’autonomia nello studio, in quarta si stimola la capacità di fare ricerca e innovare. È un percorso progressivo che porta i giovani a scoprire sé stessi, le proprie attitudini e passioni, fino a diventare “uomini formati”, capaci di inserirsi con responsabilità nel mondo del lavoro. Anche l’aggiornamento tecnico dei formatori nei CFP Salesiani rappresenta una sfida cruciale, data la limitatezza del tempo disponibile, il carico di ore di docenza frontale e la frequenza annuale degli aggiornamenti strutturati dalla Fondazione CNOS-FAP ETS. Per superare tali ostacoli, sono state individuate due strategie principali. La prima è l’autoformazione tra colleghi, basata sulla condivisione periodica di conoscenze ed esperienze interne, valorizzando le diverse competenze di ciascun formatore. La seconda, ancora più innovativa, è l’apprendimento congiunto con gli studenti. progetti ambiziosi proposti dagli allievi diventano un’opportunità di crescita per i formatori, che, ammettendo di non avere tutte le risposte, intraprendono un percorso di ricerca e problem solving collaborativo, sfruttando le capacità degli studenti, le risorse tecnologiche (IA, online) e il potenziale coinvolgimento delle aziende. Questo approccio trasforma i formatori in apprendenti quotidiani, promuovendo un aggiornamento continuo, la generazione di nuova didattica e contenuti futuri. La parola chiave è insieme”, sottolineando il ruolo del formatore come mediatore del sapere piuttosto che semplice trasmettitore. Per questo motivo, le attività didattiche si basano su commesse reali, multidisciplinari, dove ogni ragazzo ha un ruolo preciso all’interno di un gruppo di lavoro: dal disegno alla programmazione, dalla grafica alla vendita. Così il laboratorio diventa un microcosmo produttivo, specchio del mondo del lavoro, in cui si impara davvero a collaborare per un obiettivo comune. Generare nuovi profili professionali, non solo nel nome – come nel caso del meccatronico – ma soprattutto nelle metodologie didattiche consolidate che li rendano davvero innovativi, competitivi e spendibili in termine di competenze acquisite dai ragazzi nelle aziende che li accoglieranno. Ad Arese, nel cuore della Lombardia manifatturiera, il CFP offre percorsi nell’ambito automotive, meccatronico e dei servizi alla persona. I formatori sono testimoni e maestri, capaci di unire rigore tecnico a un accompagnamento umano che dura nel tempo. Chi visita questi CFP, resta colpito non solo dalla qualità didattica, ma dall’atmosfera unica che vi si respira: accoglienza, calore, rispetto, ascolto. Sono luoghi in cui si sente che ogni ragazzo conta davvero. I laboratori diventano così spazi vita, dove la tecnica si intreccia all’etica, e la competenza va di pari passo con l’umanità. ARESE CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 112 05/11/25 07:41
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ruolo preciso all’interno di un gruppo di lavoro: dal disegno alla programmazione, dalla grafi ca alla vendita. Così il laboratorio diventa un microcosmo produttivo, specchio del mondo del lavoro, in cui si impara davvero a collaborare per un obiettivo comune.
Generare nuovi profili professionali, non solo nel nome – come nel caso del meccatronico – ma soprattutto nelle metodologie didattiche consolidate che li rendano davvero innovativi, competitivi e spendibili in termine di competenze acquisite dai ragazzi nelle aziende che li accoglieranno.
Ad Arese, nel cuore della Lombardia manifatturiera, il CFP offre percorsi nell’ambito automotive, meccatronico e dei servizi alla persona. I formatori sono testimoni e maestri, capaci di unire rigore tecnico a un accompagnamento umano che dura nel tempo. Chi visita questi CFP, resta colpito non solo dalla qualità didattica, ma dall’atmosfera unica che vi si respira: accoglienza, calore, rispetto, ascolto. Sono luoghi in cui si sente che ogni ragazzo conta davvero. I laboratori diventano così spazi di vita, dove la tecnica si intreccia all’etica, e la competenza va di pari passo con l’umanità.
Un contesto in evoluzione
A Mestre abbiamo incontrato una realtà molto attiva nel dialogo con la rete regionale per costruire un IV anno capace di dare valore non solo tecnico, ma anche orientativo e riflessivo al tirocinio. L’obiettivo? Presentarsi uniti e credibili di fronte agli ITS Academy, costruendo un ponte solido tra formazione professionale e alta specializzazione tecnica. “Possiamo trasformare 1000 ore di lavoro in 1000 ore di crescita?”, ci si chiede. Ma la vera domanda è: possiamo dare a queste ore un valore aggiunto? Possiamo trasformarle in un tempo non solo di lavoro, ma anche di orientamento, riflessione e scelta consapevole? Ed è una domanda che accompagna tutto il nostro viaggio.
A Verona, il confronto con Luca Finelli ci ha riportati con i piedi per terra: il sistema duale funziona, specie nei settori meccanico ed elettrico. Le aziende apprezzano, i ragazzi si inseriscono, il meccanismo gira. Ma attenzione: il passaggio dal IV anno all’ITS Academy non è scontato. Molti studenti si fermano, anche perché le aziende li assumono subito. E non sempre si sente l’esigenza di “alzare
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l’asticella”. Eppure - ci è stato detto - c’è un bisogno crescente di giovani che sappiano progettare, non solo eseguire. Ragazzi capaci di andare oltre il compito e immaginare soluzioni.
A Udine, nel CFP Bearzi, si sogna in grande. Il dialogo con la Regione e la Lombardia ha aperto spiragli per costruire un continuum formativo che colleghi il IV anno ai percorsi ITS Academy. Ma si avverte anche il rischio di perdersi nelle logiche delle ore, delle tabelle, dei piani da compilare. “Serve una vera revisione pedagogica”, ci ripetono. E hanno ragione: senza un’anima, la riforma si spegne.
Cosa funziona già
In tutti i CFP visitati abbiamo trovato energie positive. Innanzitutto, il tirocinio del IV anno è una risorsa enorme: credibile, efficace, in alcuni casi già strutturato come apprendistato. È un ponte concreto verso il mondo del lavoro, ed è riconosciuto dalle imprese.
Ma soprattutto – e ci tengo a dirlo – abbiamo trovato una forte identità salesiana, viva anche nei percorsi più tecnici. Il cortile non scompare: si trasforma, si adatta, entra in fabbrica e resta nell’accompagnamento educativo. Questo è un valore che dobbiamo continuare a custodire.
In ambito tecnico-produttivo, poi, la continuità tra 4 e +2 è una possibilità reale. Alcuni CFP stanno già sperimentando percorsi modulari, adattabili al profilo in uscita. C’è voglia di innovare, e c’è terreno fertile. Ma ci sono nodi da sciogliere.
Non mancano però le criticità, ed è giusto nominarle.
La prima è la mancanza di linee guida chiare, sia a livello regionale che nazionale. Questo frena le scuole più intraprendenti e lascia troppo spazio all’improvvisazione.
La seconda riguarda la disomogeneità tra i settori. Mentre il meccanico e l’elettrico rispondono bene, altri ambiti – come quello grafico – faticano a costruire una vera filiera 4+2.
E poi c’è il tema del salto culturale. Dal fare all’ideare, dal lavorare al progettare. Alcuni ragazzi arrivano al IV anno preparati sul piano operativo, ma privi di strumenti per affrontare il pensiero critico, l’astrazione, la pianificazione. Sono competenze fondamentali per lavorare nelle imprese del futuro.
79 consapevole? Ed è una domanda che accompagna tutto il nostro viaggio. A Verona, il confronto con Luca Finelli ci ha riportati con i piedi per terra: il sistema duale funziona, specie nei settori meccanico ed elettrico. Le aziende apprezzano, i ragazzi si inseriscono, il meccanismo gira. Ma attenzione: il passaggio dal IV anno all’ITS Academy non è scontato. Molti studenti si fermano, anche perché le aziende li assumono subito. E non sempre si sente l’esigenza di “alzare l’asticella”. Eppure - ci è stato detto - c’è un bisogno crescente di giovani che sappiano progettare, non solo eseguire. Ragazzi capaci di andare oltre il compito e immaginare soluzioni. A Udine, nel CFP Bearzi, si sogna in grande. Il dialogo con la Regione e la Lombardia ha aperto spiragli per costruire un continuum formativo che colleghi il IV anno ai percorsi ITS Academy. Ma si avverte anche il rischio di perdersi nelle logiche delle ore, delle tabelle, dei piani da compilare. “Serve una vera revisione pedagogica”, ci ripetono. E hanno ragione: senza un’anima, la riforma si spegne. Cosa funziona già In tutti i CFP visitati abbiamo trovato energie positive. Innanzitutto, il tirocinio del IV anno è una risorsa enorme: credibile, efficace, in MESTRE CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 114 05/11/25 07:41
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Infine, va detto che il modello 4+2 richiede una regia solida. Non bastano le buone pratiche. Serve un coordinamento stabile tra IeFP, ITS Academy e aziende, capace di sostenere i percorsi e farli evolvere.
Le proposte emerse dai territori sono chiare.
• Ripensare il IV anno come uno spazio flessibile e orientativo, non come una tappa obbligata e standardizzata.
• Introdurre moduli legati alla cultura della progettazione, co-progettati con le imprese.
• Rafforzare la filiera attraverso una regia condivisa e riconosciuta.
• Valorizzare il diploma del V anno, anche in chiave di accesso ai concorsi pubblici.
• Utilizzare i fondi disponibili – come quelli del programma GOL – per costruire moduli integrativi nel primo anno degli ITS Academy.
• E, perché no, sperimentare classi di eccellenza, per chi vuole e può proseguire con motivazione.
Infine, è importante investire nella comunicazione verso le famiglie: raccontare bene cosa significa 4+2, quali sbocchi offre, quale valore aggiunto può rappresentare.
Conclusione
Il 4+2 non è una scorciatoia, né una formula magica. È un processo educativo complesso, che ha bisogno di tempo, di accompagnamento, di scelte condivise. Ma può diventare – davvero – una filiera salesiana di eccellenza, capace di unire formazione tecnica, crescita personale e dignità del lavoro.
Per farlo, serve un’alleanza tra scuole, territori, aziende, istituzioni. Un’alleanza fondata sulla fiducia nei ragazzi, sulla cura educativa e sulla convinzione che formare un giovane oggi non significa solo insegnargli un mestiere, ma aiutarlo a diventare una persona capace di immaginare, costruire e restituire al mondo ciò che ha ricevuto.
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
Bibliografia
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• Cepoll aro G., Le competenze non sono cose. Lavoro, apprendimento, gestione dei collaboratori, Guerini e Associati, Milano, 2008.
• Fond azion e Cnos -Fap Ets Nazion ale – «Lo sviluppo della Filiera professionale e il modello 4+2» (seminario nazionale, 10 ottobre 2024): pagina di presentazione. URL: https://www.Fondazione CNOS-FAP ETS .it/notizia/lo-sviluppo-della-filiera-professionale-e-il-modello-42
• Dehaene S., Imparare: Il talento del cervello, la sfida delle macchine, Raffaello Cortina Editore, 2020.
• Engest röm Y., Developmental Work Research. Expanding Activity Theory in Practice, ICHS, Berlino, 2005.
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• Fumarol a F. (2024). La costituzione della filiera formativa tecnologico-professionale. Criticità e prospettive della c.d. riforma Valditara, Bollettino ADAPT n. 8/2024.
• Gio vannini F. – M. Sant anicc hia, Formare competenze chiave nella IeFP. fondamenti e sperimentazione di un dispositivo di valutazione formativa, INAPP, Roma, 2021.
• Heckman J. – T. Kautz, Formazione e valutazione del capitale umano. L’importanza dei “character skills” nell’apprendimento scolastico, Il Mulino, Bologna, 2016.
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• Marcon atoTO G., Ambienti di apprendimento per la formazione continua, Guaraldi, Rimini, 2013.
• MargottiniOTTINI M. - OTTONe E. - PeLLerey M. (a cura di), Dirigere se stessi nello studio e nel lavoro. Competenzestrategiche.it: strumenti e applicazioni, Roma, 2020
• Negri A. (1980). Filosofia del lavoro, Marzorati, Milano.
• Nicoli D., Ferro C. (2023). Una nuova formazione professionale. Ricerca su 14 Centri significativi, FrancoAnge.li, Milano.
• Novak J.D. (2005), Imparando a imparare, SEI, Torino.
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• Nussb aum M., Giustizia sociale e dignità umana. Da individui a persone, Bologna, Il Mulino, 2012.
• Pell erey M., L’identità professionale oggi. Natura e costruzione, FrancoAngeli, 2021.
• Pedrizzi T., Rav e formazione professionale, così gli “ultimi” diventano primi, https://www.ilsussidiario.net/news/scuola-rav-e-formazione-professionale-cosi-gli-ultimi-diventano-primi/2870462/
• Pont eco rvo C. - Ajello A.m. - Zucc hermaglio C. (cur), I contesti sociali dell’apprendimento, LED, 1995.
• Salatin A., Nicoli D.e., Tosti F., Spata S., Ceron e M., «Cantiere delle riforme: L’esperienza dei quarti anni della IeFP e la filiera tecnologico‑professionale 4+2», URL: https://www.Fondazione CNOS-FAP ETS .it/articolo-rassegna/cantiere-delle-riforme-lesperienza-dei-quarti-anni-della-IeFP-e-la-filiera-tecnologicoprofessionale
• Sen A., L’idea di giustizia, Milano, Arnoldo Mondadori, 2010.
Sitografia
• INDIRE – Filiera formativa tecnologico-professionale (4+2): https://www.indire.it/progetto/filiera-formativa-tecnologico-professionale-42/
• INDIRE – Presentazione dell’iniziativa a Roma (dicembre 2024): https://www.indire.it/2024/12/20/presentata-a-roma-la-sperimentazione-della-filiera-tecnologico-professionale-42/
• CISL Scuola – Prosegue sperimentazione 2025/26: https://www.cislscuola.it/news/dettaglio/article/prosegue-anche-nellanno-scolastico-202526-la-sperimentazione-della-filiera-formativa-tecnologico/
• Unica – Guida del Ministero: https://unica.istruzione.gov.it/it/orientamento/guida-alla-scelta/dal-sistema-integrato-0-6-anni-al-secondo-ciclo-di-istruzione/filiera-formativa-tenologico-professionale
• Orizzonte Scuola – Sperimentazione 2025/26: https://www.orizzontescuola.it/filiera-tecnologico-professionale-42-sperimentazione-anche-nel-2025-parere-del-cspi/
• Il Sole 24 Ore – Lombardia prima regione: https://www.ilsole24ore.com/art/scuola-lombardia-prima-partire-filiere-tecnologiche-professionali-42-AF9eWCFD
• Tuttoscuola – Sperimentazione in Lombardia: https://www.tuttoscuola.com/riforma-42-la-sperimentazione-avviata-dagli-enti-di-fp-le-sfide-della-sperimentazione-nella-regione-lombardia/
• Aula di Scienze Zanichelli – Come funziona la filiera 4+2: https://aulascienze.scuola.zanichelli.it/ITS ACADEMY Academy-academy/la-filiera-tecnologico-professionale-4-2 CNOS - QUARTI ANNI 2025.indd 118 05/11/25 07:41
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ALLEGATO
PROGETTO INTEGRATIVO QUARTI ANNI
Questionario di rilevazione dei corsi di quarto anno IeFP
Scopi del questionario
Il questionario, rivolto a tutti i CFP della Fondazione che hanno svolto corsi di quarto anno IeFP, si inserisce in un progetto di ricerca della Fondazione CNOS-FAP ETS, avente lo scopo di fornire un contributo costruttivo all’istituzione della filiera tecnologico-professionale in Italia. Tale contributo consiste nella individuazione di possibili “nuclei essenziali” di contenuti curriculari e nell’elaborazione di moduli integrativi da introdurre al II, al III ed al IV anno dei percorsi di IeFP, da sperimentare e adattare poi alla luce delle peculiarità dei macrosettori di riferimento.
Gli obiettivi specifici del questionario sono di:
• costruire una mappa dei quarti anni presenti nell’offerta formativa dei CFP della Fondazione, tenuto conto della varietà di dispositivi progettuali presenti (ordinario, duale, territoriale) e delle differenze tra settori1;
• individuare i fattori più importanti da approfondire, attraverso l’analisi dei casi di studio più significativi, per poter giungere ad una proposta integrativa nella prospettiva 4+2.
Testo del questionario
Si chiede di compilare il seguente questionario per ogni corso di quarto anno concluso nell’anno formativo 2023-24.
Esso è strutturato in 5 sezioni:
– Dati di base
– Caratteristiche e dinamiche degli allievi
– Modello formativo
– Partnership territoriali
– Opinioni sulle priorità e sulle esigenze integrative dei percorsi
1 Specialmente in riferimento alla corrispondenza con gli ambiti ITS ACADEMY ACADEMY previsti dall’ordinamento, su cui si indirizzeranno i nuovi percorsi biennali della filiera tecnologico professionale 4 + 2.
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A) DATI DI BASE
1. Denominazione del Centro di Formazione Professionale
____________________________________________________________________________________________________________________________________________
2. Sede didattica (Comune, Provincia e Regione)
____________________________________________________________________________________________________________________________________________
3. Figura professionale di riferimento del corso
____________________________________________________________________________________________________________________________________________
4. Tipologie di percorso (barrare con una crocetta la tipologia più attinente)
- percorso ordinario
- percorso duale in apprendistato
- percorso duale in alternanza lunga
- altro (specificare) ______________________________________________________________________________________________________________
5. Anno di prima attivazione nel vostro CFP _________
B) CARATTERISTICHE E DINAMICHE DEGLI ALLIEVI
6. Numero di allievi partecipanti
N. Iscritti all’avvio dell’anno formativo
N. Allievi che hanno terminato il percorso
N. Allievi che si sono diplomati
(di cui % sugli iscritti iniziali)
7. Provenienza degli allievi
riportare % sul totale degli iscritti
Qualificati nel vostro CFP
Qualificati presso altri CFP
Qualificati o diplomati presso istituzioni scolastiche
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8. Intenzioni degli allievi dopo il diploma (stima)
riportare % sul totale dei diplomati
Inserimento lavorativo come diplomati
Inserimento lavorativo come qualificati
Passaggio nelle istituzioni scolastiche per acquisire il diploma di stato
Altro (specificare)
C) MODELLO FORMATIVO
9. Durata totale del corso
Monte ore: ____________
Di cui:
a) numero di ore svolte nel CFP _____
b) numero di ore svolte in azienda (apprendistato, alternanza, …) _____
10. Distribuzione del monte ore svolto nel CFP
tipologia
Peso %
– assi culturali
– area di indirizzo
– attività trasversali
11. La vostra Regione ha fornito indicazioni vincolanti (DGR, …) e/o linee guida per la gestione didattica e organizzativa dei quarti anni?
Se sì, inserire il link di riferimento _________________________________
12. Presenza di moduli aggiuntivi per gli allievi che desiderano passare al quinto anno della scuola per acquisire il diploma di Stato
Denominazione del modulo
Durata
Contenuti prevalenti
D) PARTNERSHIP TERRITORIALI
13. Tipologia prevalente di collaborazione con le scuole
(apporre una crocetta su quella ritenuta più pertinente)
a) Casuale (su richiesta di singoli allievi/famiglie)
b) Saltuaria (in relazioni a specifici progetti/iniziative territoriali, anche non di iniziativa del CFP)
c) Sistematica (specie per i passaggi al quinto anno di diploma di Stato)
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14. Attività di prevalente collaborazione con le imprese
(apporre una crocetta su quella ritenuta più pertinente)
a) Stage
b) Apprendistato
c) Inserimento lavorativo degli ex allievi
d) Altro (indicare)
E) OPINIONI SULLE PRIORITÀ E SULLE ESIGENZE INTEGRATIVE DEI PERCORSI
15. Tenuto conto delle caratteristiche in precedenza indicate, quale ritenete sia la finalità prevalente del vostro corso di quarto anno?
(apporre una crocetta su quella ritenuta più pertinente)
a) Formazione della figura del diplomato IeFP alle esigenze del mondo del lavoro, in base ad un preciso accordo con le imprese
b) Preparazione degli allievi al passaggio al quinto anno per l’acquisizione del diploma di Stato
c) Recupero sociale di ragazzi maggiormente in difficoltà
d) Altro (specificare)
16. Le esperienze fatte nei percorsi di quarto anno, quanto hanno contribuito – secondo voi - all’innovazione del modello formativo (e/o della metodologia) della IeFP?
a) Non hanno inciso
b) Relativamente poco
c) Abbastanza
d) Molto
Potreste segnalare un esempio concreto di contributo all’innovazione?
____________________________________________________________________________________________________________________________
17. In vista di una riprogettazione della filiera tecnologico-professionale 4+2, quali ritenete siano le principali esigenze integrative – a livello curriculare - relative al vostro corso?
(sono possibili più risposte)
Poco rilevante
Abbastanza rilevante
Molto rilevante
a) Potenziare la cultura umanistica
b) Potenziare la cultura matematica e scientifica (STEM)
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c) Potenziare le competenze nelle lingue straniere
d) Potenziare le competenze di gestione di compiti complessi
e) Potenziare la capacità di riflessione e di giudizio critico
f) Potenziare le competenze emotive (soft skill)
g) Sviluppare competenze specifiche relative all’Intelligenza artificiale
h) Altro (specificare)
18. Quali ritenete siano le più importanti necessità a cui dare risposta, in vista della partecipazione del vostro CFP ad eventuali percorsi 4+2 (sono possibili più risposte)
Poco rilevante
Abbastanza rilevante
Molto rilevante
a) Consolidare l’accordo con le scuole (e gli ITS Academy) per definire i traguardi culturali e tecnico-professionali, anche come prerequisiti per l’accesso ai nuovi percorsi ITS Academy
b) Definire un Modello formativo che valorizzi l’iniziativa e la consapevolezza degli allievi
c) Potenziare la collaborazione con le imprese per condividere gli obiettivi del curricolo e per meglio integrare le attività reciproche, soprattutto in materia di alternanza e apprendistato
d) Sviluppare la revisione dell’intero curricolo verticale 4 + 2
e) Potenziare la formazione del personale del CFP e dei tutor aziendali
f) Altro (specificare)
19. Che cosa dovrebbe fare soprattutto la Fondazione CNOS-FAP ETS per corrispondere alle vostre esigenze e supportare il lavoro dei CFP nel prossimo triennio? (max 2 risposte)
a) Fornire strumenti metodologici (per la progettazione, la gestione didattica e la valutazione)
b) Potenziare la formazione dei docenti a livello regionale/territoriale
c) Incentivare il confronto e gli scambi di buone pratiche tra i CFP
d) Tutelare (assieme all’Associazione Forma e agli altri Enti nazionali) i valori e le specificità della IeFP a livello istituzionale e politico
e) Supportare accordi con grandi imprese e/o associazioni di categoria
f) Altro (specificare)
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INDICE
Presentazione dell’indagine..................................................................................................................
5
Presentazione della ricerca...................................................................................................................
9
Sintesi del Report.....................................................................................................................................
11
Il IV anno per il diploma professionale IeFP...............................................................................
15
Parte prima
L’INDAGINE SUI QUARTI ANNI NELLA FONDAZIONE CNOS-FAP ETS I.S.
Scopo ed obiettivi del questionario..................................................................................................
19
Dati di base.................................................................................................................................................
20
Caratteristiche e dinamiche degli allievi........................................................................................
24
Modello formativo...................................................................................................................................
26
Partnership territoriali.............................................................................................................................
29
Opinioni sulle priorità e sulle esigenze integrative dei percorsi..........................................
31
Richieste rivolte alla Fondazione CNOS-FAP ETS...................................................................
36
Parte seconda
I CINQUE CASI DI STUDIO
Obiettivi e metodo della ricerca.........................................................................................................
39
Piemonte.......................................................................................................................................................
41
Lazio..............................................................................................................................................................
49
Lombardia....................................................................................................................................................
57
Veneto............................................................................................................................................................
64
Friuli-Venezia Giulia...............................................................................................................................
74
Parte terza
RIFLESSIONI SULL’INDAGINE ED I CASI DI STUDIO
La sorpresa provocata dalla riforma 4+2.......................................................................................
83
Due modelli di quarto anno.................................................................................................................
86
Il dibattito interno sulla sperimentazione.......................................................................................
88
L’impatto della riforma sui due modelli di diploma quadriennale......................................
90
Le soluzioni adottate nei percorsi sperimentali...........................................................................
93
Parte quarta
INDICAZIONI PER LA RIPROGETTAZIONE DEI PERCORSI
La questione dei requisiti di accesso dal diploma IeFP ai nuovi corsi ITS Academy...
97
Un paradigma dell’educazione al lavoro autenticamente Salesiano...................................
99
Un viaggio nei CFP della Fondazione CNOS-FAP ETS: più di una visita, un incontro educativo......................................................................................................................
105
Bibliografia e sitografia...................................................................................................................
117
A
llegato. Progetto integrativo quarti anni.........................................................................
119
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