Enrica MARSILII
Dalla ricerca al rapporto di lavoro
Opportunità, regole e strategie
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Prima sezione
IL LAVORO DI CUI SI È IN CERCA
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Capitolo primo
Primi passi nella ricerca del lavoro.
Introduzione alla ricerca
La ricerca di un’occupazione è, oggi, un percorso estremamente difficile a cui
è necessario dedicarsi con impegno e gran dispendio di energie. Non è sufficiente,
infatti, cercare lavoro, ma è estremamente importante saperlo fare con metodo e
sistematicità.
Prima tappa in tal senso è la ricerca di molte informazioni, utili a pianificare il
proprio futuro professionale, documentarsi sul settore economico nel quale inse-
rirsi, individuare le opportune strategie di ingresso nel mondo del lavoro o, in altri
casi, per decidere di voler proseguire gli studi, scegliendo tra le molteplici alterna-
tive formative.
Molto spesso, infatti, l’inadeguatezza delle informazioni o la mancanza di
idonee azioni di orientamento/accompagnamento determinano errori o insuccessi
nelle scelte formative o professionali, causando ripensamenti, interruzioni o addi-
rittura l’abbandono dei percorsi intrapresi.
È importante, dunque, prima di mettersi in cerca di un impiego, appropriarsi di
alcune semplici regole che serviranno a non “perdere l’orientamento” e a non sco-
raggiarsi durante la ricerca che in molto casi potrebbe richiedere anche diversi
mesi.
Per ottimizzare l’impegno richiesto ed evitare il rischio di tentativi casuali e
sporadici è necessario, in primo luogo, rispettare le seguenti tappe:
1) individuazione degli “OBIETTIVI” da raggiungere
2) pianificazione delle “AZIONI” da porre in essere
3) predisposizione degli “STRUMENTI” da utilizzare.
Il buon esito della ricerca, infatti, è subordinato in primo luogo ad una chiara
definizione degli obiettivi che si intende perseguire e che fungeranno da volano per
approntare le “mosse” successive ed individuare gli strumenti da impiegare.
Fase nevralgica del percorso è, dunque, l’individuazione dei propri obiettivi
professionali, a cui si perviene dopo un’attenta valutazione delle proprie risorse e
aspirazioni personali.
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“Chi sono?” “che cosa so fare?” “che cosa desidero fare?” sono gli interro-
gativi fondamentali per pervenire alla conoscenza di sé stessi, delle proprie reali
competenze, aspirazioni e inclinazioni personali, elementi da cui partire per la defi-
nizione del proprio personale progetto professionale.
Chi sono Che cosa so fare Cosa desidero far
Significa prendere coscienza
di:
� attitudini personali
� caratteristiche umane
� affinità con tipi
di impiego
� punti di forza e di
debolezza
Significa capire cosa si
vuole e si sa fare, ponendo a
confronto le possibilità of-
ferte dal mercato del lavoro
con le:
� reali capacità
possedute
� esperienze maturate nel
corso degli anni
Significa individuare il tipo
di lavoro che si desidera
svolgere, riflettendo su una
pluralità di elementi condi-
zionanti, quali ad esempio:
� il settore produttivo
di riferimento
� livello di autonomia e
di responsabilità
� ambiente e orario
di lavoro
� prospettive di carriera.
La definizione di un progetto professionale basato su obiettivi realistici e con-
creti consente di non porsi sul mercato del lavoro con la richiesta di un “lavoro
qualunque”.
Tale richiesta, infatti, sebbene potrebbe apparire come una dichiarazione di
massima disponibilità alle possibilità offerte dal mercato, in realtà – almeno sotto
due diversi aspetti – potrebbe inficiare il successo della ricerca: la disponibilità, in-
fatti, ad accettare un lavoro qualunque vuol dire non interrogarsi sulle proprie reali
aspirazioni, trascurando studi effettuati, esperienze professionali realizzate ed esi-
genze personali.
Su un piano meramente pratico poi, il reperimento di informazioni, nonché
la gestione di una domanda di lavoro così ampia – proprio perché non riferibile ad
un settore ben definito e circoscritto – richiederebbe un notevole dispendio di
energie, correndo il rischio di allungare notevolmente i tempi della ricerca.
Alla luce di quanto detto, è importante, dunque, che colui che è alla ricerca
di un impiego individui tra i diversi ambiti professionali, quello di maggiore inte-
resse, limitando a questo soltanto la ricerca delle opportunità offerte dal mondo del
lavoro.
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1. IL BILANCIO DELLE COMPETENZE
L’individuazione delle potenzialità ed aspirazioni personali presuppone a
monte, come si diceva, un importante processo di analisi e valutazione, da realiz-
zare possibilmente con il supporto di personale esperto.
Figure professionali specifiche cui chiedere assistenza sono, ad esempio, i con-
sulenti di orientamento, che operano gratuitamente in una pluralità di strutture, pre-
senti ormai in ogni provincia:
� Centri per l’impiego, pubblici e privati;
� Informagiovani;
� Centri di Orientamento;
� Università;
� Centri di Formazione Professionale;
� Sportelli di Associazioni di Volontariato;
� Servizi per il lavoro.
Ognuna di queste strutture offre una diversa tipologia di servizio, utile per il
sostegno e il potenziamento della professionalità degli utenti:
� supporto nella scoperta delle proprie attitudini, degli interessi personali e bi-
lancio di competenze;
� costruzione di un progetto lavorativo personale;
� ricerca di informazioni sul mercato del lavoro e sulle opportunità formative;
� incontro tra domanda ed offerta di lavoro;
� consultazione banche dati;
� assistenza nella redazione dei curricula vitae e delle lettere di auto-candidatura;
� sostegno all’auto-imprenditorilità, ecc.
Tra tutti gli interventi e i possibili servizi erogati da tali strutture, quello più
funzionale ed utile all’elaborazione del proprio progetto professionale è sicura-
mente il “bilancio di competenze” o “bilancio orientativo”, vale a dire lo stru-
mento destinato a chi cerca o vuole cambiare lavoro, utilizzato per individuare il
proprio obiettivo professionale e tratteggiare i percorsi possibili per raggiun-
gerlo, sulla base delle caratteristiche del proprio profilo professionale e perso-
nale. In altre parole, tale intervento è finalizzato a fare il punto della propria si-
tuazione formativa e professionale con l’assistenza di personale esperto di orien-
tamento.
Si tratta, generalmente, di un intervento strutturato perché utilizza strumenti
come griglie di valutazione, test, simulazioni, utili a mettere in luce sia l’iter forma-
tivo e professionale certificato e dimostrabile, sia le attitudini, le abilità, le compe-
tenze non certificabili, le potenzialità e le aspirazioni della persona.
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Al termine di tale percorso, che di norma si realizza nel corso di 4 ai 6 incontri
individuali, si perviene alla produzione di 3 documenti finali:
� il “bilancio delle competenze”: la fotografia, lo stato dell’arte della persona in
quel momento, comprendente anche le potenzialità, le aspirazioni, i valori, le
priorità della persona;
� il “progetto professionale” vale a dire l’obiettivo e il percorso che la persona si
propone di raggiungere. Il risultato di questo percorso deve portare ad un docu-
mento in grado di evidenziare i possibili sviluppi professionali ed aiutare ad
orientare la ricerca di un lavoro, individuando nel caso gli interventi formativi
necessari per candidarsi alle posizioni di proprio interesse.
� La “sintesi” cioè il documento finale, condiviso dal consulente di orientamento
e dalla persona, che comprende i primi due documenti e traccia i passi concreti
e la strategia attuativa del progetto professionale disegnato.
2. LA COSTRUZIONE DEL PROGETTO PROFESSIONALE
Una volta realizzato, dunque, con l’aiuto di esperti, il bilancio delle compe-
tenze è possibile pervenire all’elaborazione del proprio “progetto professionale”, la
cui presenza, a prescindere dal livello di strutturazione e di dettaglio, sarà guida
preziosa per affrontare tutte le fasi della ricerca di una prima occupazione o nel
passaggio ad una nuova collocazione nel mercato del lavoro.
La consapevolezza delle varie fasi del percorso da realizzare, permetterà di
fare, in ogni momento, un’analisi corretta e puntuale della situazione, prevedendo,
nel caso, una serie di azioni e/o di eventuali correttivi per poterla gestire nel modo
più appropriato.
Per l’elaborazione di un progetto professionale vincente si dovrà tener conto di
una serie di variabili: interessi, attitudini, qualificazione scolastica e/o formativa,
esperienze professionali, esigenze particolari e bisogni personali (livello di reddito,
condizioni di contratto, aspettative lavorative, disponibilità a trasferimenti), ele-
menti questi che rappresentano per il soggetto le priorità sulla base delle quali co-
struire il proprio progetto professionale.
1) Un possibile strumento di lavoro
Per supportare l’elaborazione del progetto professionale, si propone di seguito
una possibile traccia di lavoro, articolata in sezioni, ciascuna delle quali è finaliz-
zata a rilevare un set di informazioni quali:
� Tipo di lavoro di cui si è in cerca;
� disponibilità e condizioni alle quali ci si intende collocare;
� altri elementi che potrebbero influenzare le scelte;
� tempi e i modi di realizzazione della ricerca.
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2) Indicazioni per la compilazione
La presente guida si prefigge l’obiettivo di supportare coloro che cercano un
impiego con un utile strumento che fornisca loro le informazioni necessarie per im-
postare la ricerca di un lavoro e li accompagni in ogni fase del percorso.
Ciascuna delle sezioni in cui si articola la traccia di progetto professionale
troverà, infatti, una corrispondenza in termini di contenuti all’interno del volume.
In particolare, la I sezione: “Elementi di scenario” che mira essenzialmente
a descrivere alcuni elementi di scenario, fornisce un breve quadro delle caratteri-
stiche del mercato del lavoro e dei soggetti che vi operano.
FIGURA PROFESSIONALE
SETTORE LAVORATIVO
Pubblico
Amministrazioni centrali
Enti locali
Aziende municipalizzate
Forze armate
Privato
Dimensioni dell’azienda
Forma giuridica
Proprietà
PRIMA SEZIONE
SECONDA SEZIONE
TIPOLOGIA DI CONTRATTO
ORARIO DI LAVORO
AREA TERRITORIALE DI PREFERENZA
DIMENSIONI AZIENDALI
RETRIBUZIONE
QUARTA SEZIONE
TERZA SEZIONE
ALTRI FATTORI E OPPORTUNITÀ
(ad es. lavoro all’estero, nel Terzo settore, esperienze di volontariato, ecc.)
MODALITÀ, STRUMENTI E TEMPI DELLA RICERCA DI LAVORO
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La II sezione, volta ad individuare “Disponibilità e condizioni alle quali ci si
intende porre sul Mercato del lavoro” è, invece, dedicata all’illustrazione dei pos-
sibili percorsi di inserimento, sollecitando una valutazione personale in merito alle
opportunità di un collocamento nel settore privato o in quello pubblico. Molto
spazio, inoltre, è dedicato alla regolamentazione del rapporto di lavoro e alle nume-
rose forme contrattuali introdotte dalla L. n. 30/2003 (cosiddetta Legge Biagi),
senza tralasciare di descrivere, seppur brevemente, le opportunità di alternanza
scuola/lavoro (apprendistato, stage e tirocini formativi).
La sezione, dunque, stimola una riflessione in merito ad una serie di aspetti e
priorità, utili a definire la situazione lavorativa ideale: lavoro pubblico o privato,
autonomo o dipendente, dimensioni aziendali, ambiente e sede di lavoro, tipo di
occupazione, tipologia di contratto, prospettive di carriera, ecc.
Nella III sezione, relativa ad “Altri fattori e opportunità” si offre, invece,
una panoramica sulle nuove opportunità di studio e di lavoro, trattando nello speci-
fico due interessanti tematiche: l’Europa e il Terzo settore.
Nella IV sezione, infine, dedicata ai “Modi e tempi della ricerca di lavoro”,
l’attenzione non è più rivolta al soggetto che interroga sé stesso sulle scelte da fare,
bensì si sposta sul mercato del lavoro e sui modi e le tecniche più efficaci per inte-
ragire con esso. Obiettivo della sezione è, dunque, impostare strategie e tempi della
ricerca di lavoro, sulla base della conoscenza dei principali canali informativi, delle
tecniche di promozione e delle modalità per affrontare un colloquio di lavoro.
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Capitolo secondo
Elementi di scenario.
I soggetti del mercato del lavoro
1. IL MERCATO DEL LAVORO
Per “Mercato del lavoro” s’intende comunemente “il luogo in cui en-
trano idealmente in contatto Offerta e Domanda di lavoro”.
Sebbene si tratti di una definizione parziale, essa fa riferimento ai due
principali elementi che compongono il mercato del lavoro:
� Offerta di lavoro: vale a dire l’insieme delle forze di lavoro, ossia quella
parte della popolazione che lavora (occupati) o che attivamente è alla ri-
cerca di occupazione (disoccupati); tra questi ultimi, quanti sono in cerca di
prima occupazione sono definiti inoccupati. Quindi, a differenza di quanto
si intende comunemente, le forze di lavoro non domandano, bensì offrono le
proprie competenze sul mercato del lavoro.
� Domanda di lavoro: è l’insieme delle richieste di lavoro avanzate sul
mercato dalle imprese e dalla Pubblica Amministrazione. Pertanto, anche in
questo caso, va ribaltata l’opinione comune secondo cui i datori di lavoro
(pubblici e privati) non offrono, bensì domandano una prestazione profes-
sionale, in cambio di una retribuzione.
Disoccupato è, pertanto, chi non riesce a trovare un “acquirente” in un
mercato in cui l’offerta è in eccedenza rispetto alla domanda.
Relativamente alla sua articolazione, il Mercato del lavoro è suddiviso
in settori economici. La classificazione più comunemente utilizzata è quella
curata dall’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica (ATECO 2002):
a. Agricoltura, Caccia e Silvicoltura
b. Pesca, Piscicoltura e Servizi connessi
c. Estrazione di minerali
d. Attività manifatturiere
e. Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua
f. Costruzioni
g. Commercio all’ingrosso e al dettaglio; Riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni perso-
nali e per la casa
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h. Alberghi e ristoranti
i. Trasporti, Magazzinaggio e Comunicazioni
j. Intermediazione monetaria e finanziaria
k. Attività immobiliari, Noleggio, Informatica, Ricerca
l. Pubblica amministrazione e Difesa; Assicurazione Sociale Obbligatoria
m. Istruzione
n. Sanità e altri Servizi sociali
o. Altri servizi pubblici, sociali e personali
p. Servizi domestici presso famiglie e convivenze
q. Organizzazioni e organismi extraterritoriali
A partire dal 2008 l’ISTAT adotterà la nuova classificazione delle attività econo-
miche, denominata “ATECO 2007 ”, che scaturisce da una revisione completa della
precedente e dall’esigenza di avere un’unica classificazione di riferimento a livello
mondiale definita in ambito ONU (ISIC Rev. 4). A causa del complesso processo di
convergenza, la nuova classificazione risulta profondamente cambiata, sia nella strut-
tura, sia nei contenuti. La classificazione vigente ATECO 2002 potrà essere utilizzata
fino a gennaio 2008, quando entrerà in vigore la nuova, consultabile sul sito ISTAT
al seguente indirizzo: http://www.istat.it/strumenti/definizioni/ateco/ateco2007.html
Per coloro che intendono documentarsi e approfondire le caratteristiche del
mercato del lavoro è interessante consultare i risultati dell’attività di monitoraggio
del Sistema Informativo Excelsior, realizzato annualmente da Unioncamere e dal
Ministero del Lavoro.
Per ampiezza e profondità di analisi, Excelsior è lo strumento informativo più
completo oggi a disposizione dell’opinione pubblica per la conoscenza dei fabbi-
sogni delle imprese sul mercato del lavoro. Attraverso tale indagine, infatti, ogni
anno vengono intervistate oltre 100.000 imprese di tutti i settori economici e di
tutte le dimensioni, a cui viene chiesto di fare previsioni sul proprio fabbisogno di
occupazione, individuando così i settori economici che assumono e quelli che al
contrario riducono i propri dipendenti, le professioni più richieste, le caratteristiche
delle assunzioni per tipologia di contratti, i livelli formativi e indirizzi di studio.
Si segnala, inoltre, per ulteriori approfondimenti anche il sito dell’ISFOL (Isti-
tuto per lo Sviluppo della Formazione dei Lavoratori) ed in particolare la sezione
dedicata all’analisi dei fabbisogni professionali (http://fabbisogni.isfol.it/), che for-
nisce informazioni di carattere quali-quantitativo sulla carenza di figure e/o compe-
tenze nei diversi settori di attività economica.
2. IL RAPPORTO DI LAVORO
Quando idealmente si incontrano chi offre e chi domanda lavoro, normalmente
si instaura un rapporto di lavoro, i cui protagonisti sono:
– il lavoratore, vale a dire la persona che svolge un’attività manuale o intellettuale
a scopo produttivo, in cambio di un compenso.
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– il datore di lavoro, vale a dire il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il la-
voratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’organizzazione del-
l’impresa, ha la responsabilità dell’impresa stessa ovvero dell’unità produttiva
in quanto titolare dei poteri decisionali e di spesa.
Dal rapporto di lavoro ha origine il contratto di lavoro che è caratterizzato da
due obbligazioni principali: l’obbligazione in capo al datore di lavoro è quella della
retribuzione, mentre quella in capo al lavoratore è quella della prestazione lavorativa.
In sintesi, dunque, il contratto di lavoro si connota giuridicamente come un
contratto oneroso di scambio (o a prestazioni corrispettive), caratterizzato dai se-
guenti elementi essenziali:
– Prestazione di lavoro
– Retribuzione del lavoro prestato
Affinché il contratto di lavoro sia valido è necessario che sussistano
una serie di requisiti:
Rispetto all’accordo sono essenziali la capacità delle parti di concludere un
contratto e l’assenza di vizi nella formazione del consenso.
La causa del contratto di lavoro consiste nello scambio tra prestazione del la-
voratore e retribuzione e deve essere, per la validità dell’accordo, lecita, ossia con-
forme alla legge, all’ordine pubblico ed al buon costume.
Nei contratti cosiddetti a causa mista, come quello di apprendistato e di inseri-
mento al lavoro (ex contratto di formazione e lavoro), accanto al normale rapporto
di lavoro è previsto l’obbligo per il datore di lavoro di garantire la formazione ne-
cessaria al lavoratore, per acquisire competenze e mansioni per cui è stato assunto;
di contro, il datore di lavoro usufruisce di sgravi contributivi e previdenziali.
Oggetto del contratto di lavoro è qualsiasi attività manuale o intellettuale,
purché lecita, possibile, determinata o determinabile.
Ulteriore requisito necessario a perfezionare il contratto, una volta raggiunto il
consenso tra lavoratore e datore di lavoro sugli elementi essenziali dello stesso, è la
forma scritta.
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Si ricorda, infine, che il contratto di lavoro è nullo (vale a dire non è mai esi-
stito) in caso di mancanza o illiceità della causa o dell’oggetto; esso è annullabile
nelle ipotesi di vizi del consenso (errore, violenza, dolo) e di mancanza della capa-
cità delle parti.
2.1. Le parti del rapporto di lavoro: il lavoratore
Nel nostro ordinamento sono molteplici le forme con cui un’attività lavorativa
può essere resa, anche se esse sono tendenzialmente riconducibili a una delle tre
principali tipologie di rapporto di lavoro e di conseguenza di lavoratori1:
1) autonomo
2) subordinato
3) parasubordinato
Dallo schema seguente è possibile evincere i tratti distintivi delle tre tipologie
di rapporto di lavoro, così come vengono desunte dalle fonti normative , nonché le
relative tipologie contrattuali possibili.
1 Va sottolineato che, alle varie tipologie si applica una disciplina differente sia sul piano norma-
tivo che fiscale.
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La difficoltà di distinguere in modo netto le diverse tipologie è, in primo
luogo, una scelta del legislatore che ha descritto, in maniera sommaria, i tratti di-
stintivi delle stesse. Il Codice Civile che costituisce la principale fonte normativa al
riguardo, si limita, infatti, a qualificare in modo sommario solamente il lavoro sub-
ordinato e quello autonomo.
Così, ad esempio, l’art. 2094 c.c. definisce lavoratore subordinato colui che si
impegna, a fronte di una retribuzione, a prestare il proprio lavoro alle dipendenze e
sotto la direzione dell’imprenditore, senza ulteriori specificazioni.
Si ha, invece, un contratto d’opera, e quindi una prestazione di lavoro auto-
nomo, quando ci si obbliga a rendere in prima persona un’opera o un servizio
“senza vincolo di subordinazione” (art. 2222 c.c.).
A tale carenza sopperisce in parte la giurisprudenza che ha individuato una
serie di indici, la cui verifica è utile per valutare se un rapporto lavorativo sia carat-
terizzato o meno da subordinazione o autonomia.
Tra gli indici di cui si deve tenere conto, quello che comunemente assuma im-
portanza nel rivelare la natura subordinata del rapporto riguarda il pieno assogget-
tamento del prestatore di lavoro al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del
datore di lavoro. In concreto, tale assoggettamento significa:
– operare secondo orari di lavoro indicati dall’imprenditore;
– nei locali aziendali e con strumenti messi a disposizione dal datore di lavoro;
– svolgere tutte le attività indicate dall’imprenditore e che sono necessarie per il
buon andamento dell’impresa;
– dover richiedere permessi in caso si abbia necessità di assentarsi o non si possa
rispettare gli orari previsti;
– dover comunicare assenze e malattie;
– dover effettuare le ferie nei periodi indicati dal datore di lavoro, ecc.
Si può aggiungere che, sebbene il rapporto di lavoro autonomo presenti in-
dubbi vantaggi sul piano dell’autonomia e della retribuzione (generalmente più alta
rispetto a quella del lavoratore dipendente), comporta di contro un forte carico fi-
scale e una minor contribuzione previdenziale, oltre all’impossibilità di ricevere
un’indennità nei periodi di malattia che rimane completamente a carico del lavora-
tore (la legge non prevede alcuna integrazione, pubblica o da parte del datore di la-
voro, del reddito perduto).
In sintesi, al lavoratore autonomo non si applicano molte delle tutele che, in-
vece, sono accordate al lavoratore subordinato, a partire da quelle che garantiscono
la stabilità del posto di lavoro.
In questa ottica, se è facile comprendere quale sia la differenza tra il lavoro
subordinato e quello autonomo (che, nel linguaggio comune, si identifica con
quello del libero professionista o del commerciante), più difficile è capire quale
spazio residui per i rapporti di lavoro parasubordinati.
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A differenza del lavoratore autonomo che ha di regola una propria, sia pur mi-
nima, struttura imprenditoriale, una specifica professionalità e, dunque, una possi-
bilità di operare a favore di più soggetti, il collaboratore coordinato è colui che, di
regola, rende la propria prestazione per un periodo significativo a favore di uno
specifico soggetto, secondo modalità predeterminate e senza margini di discrezio-
nalità. Di fatto, ciò finisce col produrre, in gran parte dei casi, un affievolimento
delle distinzioni con i lavoratori subordinati, divenendo, anche il collaboratore,
parte integrante della struttura imprenditoriale, con la necessità di sottostare ad ob-
blighi analoghi a quelli previsti per i dipendenti, ma senza le medesime tutele.
2.2. Le parti del rapporto di lavoro: il datore di lavoro
Il datore di lavoro pubblico è generalmente una Pubblica Amministrazione,
vale a dire l’insieme di Enti e soggetti pubblici (Stato, Ministeri, Comuni, Pro-
vince, Regioni, ecc.) e talora privati (Organismi di diritto pubblico, concessionari,
s.p.a. miste), preposti a svolgere funzioni amministrative nell’interesse della collet-
tività e, quindi, nell’interesse pubblico.
La Pubblica Amministrazione è gerarchicamente dipendente dal Governo che
ne orienta gli indirizzi generali attraverso i diversi Ministeri.
Per datore di lavoro privato s’intendono, invece, ditte, imprese o società pri-
vate in genere.
È bene ricordare che le società costituiscono un “numero clausus”, vale a dire
un numero chiuso, nel senso che è precluso all’autonomia privata creare nuovi tipi
di società oltre a quelli espressamente previsti dalla legge.
Nel nostro ordinamento si distinguono due principali tipologie: le società di
persone e le società di capitali che verranno illustrate alla fine di questa sezione.
3. GLI ALTRI SOGGETTI DEL MERCATO DEL LAVORO
1) Le parti sociali
Cosa sono
Per Parti sociali si intendono le organizzazioni dei lavoratori (Sindacati dei la-
voratori) e le associazioni che rappresentano il mondo dell’imprenditoria (Associa-
zioni di categoria degli imprenditori).
Il Sindacato è, infatti, l’associazione che si impegna a tutelare i diritti dei lavo-
ratori nel caso del lavoro dipendente o parasubordinato e che si fa carico di orga-
nizzarne la rappresentanza. In Italia non esiste l’obbligo di iscriversi ad un sindaca-
to: l’iscrizione è quindi lasciata alla libera valutazione dei singoli lavoratori, che
hanno anche la facoltà di scegliere tra più sigle sindacali che sono l’espressione
delle diverse impostazioni culturali, ideologiche e politiche presenti nella nostra
società.
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Il servizio fondamentale che i sindacati offrono ai lavoratori iscritti è duplice:
– rappresentano gli interessi di tutti i lavoratori di una determinata categoria nel
confronto con gli organi dello Stato e con le associazioni dei datori di lavoro, ad
esempio per la stipula dei C.C.N.L.;
– forniscono una serie di servizi di informazione e di consulenza rivolta ai singoli
lavoratori. In genere i servizi di informazione sono rivolti a tutti i lavoratori,
mentre i servizi di consulenza (fiscale, legale, ecc.) sono forniti solo ai lavora-
tori iscritti a quel sindacato.
Se, invece, si è scelto un lavoro autonomo, la funzione di rappresentanza è as-
solta dalle associazioni di categoria degli imprenditori e dei liberi professionisti; il
servizio svolto da tali associazioni è sostanzialmente analogo a quello dei sindacati:
rappresentare gli interessi della categoria con le controparti e fornire servizi indivi-
duali di informazione e consulenza.
Le Parti sociali, tuttavia, oltre al ruolo di consultazione, negoziazione, concer-
tazione, esercitano soprattutto la contrattazione collettiva, vale a dire concludono
accordi a vario livello che vengono generalmente chiamati contratti collettivi; essi
rappresentano lo strumento principale attraverso cui i rapporti di lavoro vengono
regolamentati congiuntamente da sindacato e imprese.
Si possono suddividere in tre principali gruppi:
Gli accordi interconfederali, siglati dalle Confederazioni dei lavoratori e dei datori di
lavoro, trovano applicazione ai grandi comparti economici (industria, artigianato, ter-
ziario e servizi, ecc.). I loro contenuti sono generalmente rivolti alla disciplina di istituti
specifici con valenza inter-categoriale, come ad esempio il lavoro temporaneo,
l’apprendistato, il contratto di inserimento (ex contratto di formazione e lavoro), la sicu-
rezza nei luoghi di lavoro, le rappresentanze unitarie dei lavoratori in azienda. Sono in-
tese di portata più generale raggiunte dalle Confederazioni dei lavoratori e dei datori di
lavoro, con l’intervento del Governo (e per questo definiti di “concertazione trilaterale”).
Questi atti comprendono spesso una parte programmatica nella quale vengono fissati, nel
quadro delle compatibilità macroeconomiche di breve/medio periodo, gli indirizzi di
fondo e le linee generali di intervento in materia di politica dei redditi, previdenza so-
ciale, mercato del lavoro, sviluppo degli investimenti e dell’occupazione (vedi, da ul-
timo, il Patto per l’Italia del 5 luglio 2002).
I contratti collettivi di categoria che costituiscono l’asse portante delle relazioni sinda-
cali e contengono la disciplina generale, valida su tutto il territorio nazionale, delle con-
dizioni minime di trattamento economico-normativo per i singoli istituti contrattuali (in-
quadramento, orario di lavoro, minimi tabellari, trattamenti in caso di malattia e infor-
tunio, ecc.). Secondo il Protocollo 23 luglio 1993 il contratto nazionale di categoria:
- ha durata quadriennale per la materia normativa e biennale per la materia retributiva;
- definisce gli ambiti della contrattazione di secondo livello (aziendale o, alternativa-
mente, territoriale laddove previsto nell’ambito di specifici settori), la tempistica dei
cicli negoziali e le materie nelle quali essa si articola;
- stabilisce le procedure per la presentazione delle piattaforme contrattuali per il rinnovo
dei contratti collettivi di categoria, per la contrattazione a livello aziendale o territo-
riale, nonché i tempi di apertura dei negoziati con l’obiettivo, tra l’altro, di evitare pe-
riodi di vacanza contrattuale.
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È espressamente stabilito dal Protocollo che la dinamica degli effetti economici del con-
tratto di categoria deve essere coerente con i tassi di inflazione programmata, assunti
dalle parti come obiettivo comune.
I contratti aziendali o territoriali di secondo livello che sono previsti secondo le mo-
dalità e negli ambiti definiti dal contratto nazionale di categoria. Tale contrattazione ri-
guarda questioni legate alla specifica realtà di riferimento e prevede anche la definizione
di erogazioni economiche - in presenza di margini di produttività eccedente quella even-
tualmente già utilizzata per riconoscere gli aumenti retributivi a livello di contrattazione
nazionale - peraltro correlate ai risultati di programmi rivolti ad incrementi di produtti-
vità, qualità ed altri elementi di competitività, nonché a risultati legati all’andamento
economico dell’impresa.
Chi sono
Le principali associazioni nazionali di categoria degli imprenditori sono:
- ABI Associazione bancaria italiana (www.abi.it)
- ance associazione nazionale costruttori edili (www.ance.it)
- anep associazione nazionale educatori professionali (www.anep.it)
- cna confederazione nazionale dell’artigianato (www.cna.it)
- confartigianato (www.confartigianato.it)
- confagricoltura (www.confagricoltura.it)
- confcommercio (www.confcommercio.it)
- confapi confederazione nazionale piccole e medie imprese private (www.confapi.org)
- confesercenti (www.confesercenti.it)
- confindustria (www.confindustria.it)
I principali sindacati nazionali dei lavoratori sono:
- CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro)
- CISL (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori)
- UIL (Unione Italiana del Lavoro)
- UGL (Unione Generale del Lavoro)
Per i lavoratori atipici sono disponibili servizi di assistenza specifici:
- CISL-ALAI (Associazione lavoratori atipici e interinali);
- CGIL-NIDIL (Nuove identità di lavoro) www.nidil.cgil.it
- UIL-CPO (Coordinamento per l’occupazione) www.uil.it/cpo/default.htm
2) I patronati
Cosa sono
I Patronati sono enti che rappresentano, tutelano ed assistono gratuitamente i
lavoratori, per aiutarli ad ottenere tutte le prestazioni previdenziali ed assistenziali a
cui hanno diritto: assegni familiari, l’assistenza sanitaria, l’indennità di maternità
per le lavoratrici autonome, commercianti, artigiane, pensione di vecchiaia, di an-
zianità, di inabilità, assegno di invalidità, ecc.
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3) I servizi per l’impiego
Cosa sono
Attorno al termine Servizi per l’impiego regna non di rado una certa confusio-
ne, perché si tende a identificare dietro la stessa denominazione sia la funzio-
ne/servizio operata, sia il soggetto/ente responsabile che fornisce tale servizio. Non
solo: le forti differenze che esistono localmente, frutto di scelte progettuali molto
diverse Regione per Regione (e Provincia per Provincia) rendono di fatto impossi-
bile tracciare una descrizione sempre e comunque valida su tutto il territorio nazio-
nale.
La definizione più accreditata dei Servizi per l’impiego è che questi rappresen-
tano le azioni, le prestazioni e le attività erogate dagli organi compresi nel “sistema
regionale per l’impiego” in cui un ruolo fondamentale è riconosciuto alle province,
che provvedono a gestire e a erogare i servizi tramite strutture denominate Centri
per l’impiego, diffusi capillarmente su tutto il territorio nazionale.
Cosa fanno
a. Accoglienza ed informazione orientativa
È un primo vaglio della domanda e del bisogno del cliente (lavora-
tore/impresa), fornisce una prima informazione di carattere generale, indirizzando
l’utenza verso uno o più servizi specifici. In questo senso la struttura svolge le se-
guenti attività:
- fornitura di servizi strutturati di informazione;
- raccolta di dati anagrafici e verifica della posizione amministrativa;
- identificazione delle esigenze dell’utente;
- avviamento dell’utente verso le altre funzioni.
b. Gestione delle procedure amministrative
È la gestione degli atti obbligatori in base alla normativa sia nazionale che re-
gionale. le principali azioni svolte dalla struttura sono:
- integrazione dei dati anagrafici del lavoratore tramite la scheda professionale (com-
presa l’appartenenza a categorie speciali ai sensi della normativa statale e regionale);
- integrazione della scheda professionale;
- gestione movimenti dei lavoratori (iscrizioni, avviamenti, cancellazioni, ecc...);
- gestione di liste, elenchi e graduatorie (quando previste dalla normativa);
- gestione della banca dati delle imprese interessate.
c. Orientamento e Consulenza
La struttura eroga servizi ed attività di natura consulenziale, sia alle aziende
che alle persone per consentire un orientamento consapevole verso i percorsi di for-
mazione e di inserimento al lavoro:
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- colloqui individuali di orientamento;
- orientamento sia formativo che finalizzato all’inserimento al lavoro;
- individuazione di aspettative, preferenze e fabbisogni degli utenti;
- individuazione e proposta di una strategia di inserimento;
- preselezioni degli utenti verso le opportunità che le politiche, le misure ed i progetti
per il lavoro possono offrire e promozione di tirocini formativi e di orientamento al la-
voro;
- identificazione di capacità, attitudini, professionalità e competenze dell’utente;
- erogazione di servizi mirati di orientamento per disabili e categorie svantaggiate.
d. Promozione di segmenti del mercato del lavoro e sostegno delle “fasce deboli”
È l’attività finalizzata ad evidenziare i bisogni delle persone e delle aziende,
per far emergere le variabili relative alla capacità lavorativa del soggetto, valoriz-
zando in tal modo le risorse spendibili. L’attività di promozione prevede:
- raccolta di informazioni utili alla gestione mirata della lista di collocamento obbliga-
torio;
- servizi mirati di orientamento per disabili e categorie svantaggiate;
- supporto all’inserimento mirato dei disabili;
- attività di sostegno ai disoccupati di lunga durata;
- inserimento lavorativo degli stranieri;
- ricollocamento guidato dei lavoratori cassa-integrati o in mobilità dalle grandi imprese;
- promozione dell’inserimento occupazionale dei post-cinquantenni.
e. Incontro domanda/offerta
La struttura provvede alla raccolta e alla sistematizzazione delle informazioni
sui soggetti in cerca di lavoro o l’accesso ad una misura di inserimento lavorativo,
ma anche le proposte di impiego delle imprese nonché le opportunità di pre-inseri-
mento (tirocini, piani di inserimento, ecc...):
- raccolta delle informazioni sui lavoratori, sulla base della scheda professionale (profilo pro-
fessionale, storia lavorativa e percorsi formativi, tipo di impiego ricercato, disponibilità);
- raccolta delle richieste delle imprese (proposte di impiego o di altri tipi di rapporto del ge-
nere work experiences).
4) Le agenzie per il lavoro
Cosa sono
Con il D.lgs. 297/2002, tappa fondamentale del processo di riforma del go-
verno del mercato del lavoro, vengono istituite, accanto ai servizi pubblici per
l’impiego, le agenzie private per il lavoro che sanciscono l’abolizione del mono-
polio pubblico in materia di incontro tra domanda ed offerta del lavoro. Si realizza
pertanto un sistema misto, in cui pubblico e privato, attraverso forme di raccordo,
concorrono alla promozione di una società attiva e di un lavoro di migliore qualità.
Alle agenzie autorizzate, infatti, è consentito di svolgere l’attività di fornitura di
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manodopera e l’attività di collocamento e come organo tecnico-progettuale hanno
il compito di promuovere e realizzare i provvedimenti previsti dal piano di politica
del lavoro.
Cosa fanno
I compiti di pertinenza delle Agenzie del lavoro sono i seguenti:
- analisi dello stato del mercato del lavoro a livello di pertinenza e pubblicazione dei dati
relativi;
- promozione e incentivazione dell’incontro tra offerta e domanda di lavoro;
- attività di orientamento alla scelta lavorativa;
- sostegno alla diffusione di nuove attività di lavoro autonomo e di imprese di piccole di-
mensioni;
- facilitazioni nell’inserimento lavorativo di soggetti appartenenti a fasce deboli;
- incentivazione dell’assunzione di disoccupati di lungo periodo, licenziati e individui in
condizioni di marginalità sociale;
- creazione di opportunità lavorative in attività di utilità sociale;
- sostegno alla creazione/implementazione di azioni positive nei confronti dell’occupa-
zione femminile;
- sostegno alle azioni volte a favorire l’occupazione regolare dei lavoratori extracomuni-
tari.
5) INPS
Cosa è
L’INPS è il più grande ente previdenziale italiano che assiste quasi tutti i lavoratori
dipendenti del settore privato, alcuni del settore pubblico e la maggior parte dei la-
voratori autonomi.
Cosa fa
Il suo compito principale è quello di svolgere delle attività per proteggere il lavora-
tore da tutti gli eventi che possono intaccare il reddito individuale e familiare.
I compiti di pertinenza dell’Istituto sono il pagamento di:
- pensioni di vecchiaia, anzianità, invalidità, inabilità ai superstiti sociali in convenzione
internazionale per lavoro svolto all’estero;
- assegno per il nucleo familiare e assegni familiari, indennità di disoccupazione e di
mobilità;
- cassa integrazione guadagni e integrazioni salariali, indennità di malattia e maternità,
indennità economiche per malattie trattamento di fine rapporto, assegno per congedo
matrimoniale, trattamento di richiamo alle armi;
- prestazioni a sostegno del reddito (disoccupazione, malattia, maternità, cassa integra-
zione);
- assegno per il nucleo familiare, assegni di sostegno per la maternità e per i nuclei fami-
liari concessi dai Comuni;
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- visite mediche per l’accertamento dell’inabilità e dell’invalidità;
- visite mediche per cure termali;
- emissione dei modelli di certificazione fiscale.
L’INPS assicura tali prestazioni tramite il prelievo dei contributi, vale a dire le
somme di denaro che, nel caso del lavoro dipendente, il datore di lavoro detrae
ogni mese dalla busta paga per poi versarle all’INPS.
Il lavoratore può versare dei contributi volontari ad integrazione di quelli ver-
sati obbligatoriamente. Il versamento dei contributi è obbligatorio per: i lavoratori
dipendenti, gli artigiani, i commercianti,i lavoratori autonomi agricoli, i lavoratori
parasubordinati.
6) INPDAP
Cosa è
L’INPDAP svolge un ruolo importante per il sostegno e lo sviluppo della previ-
denza complementare nel pubblico impiego. Oltre alle attività previste dalla legge,
l’Istituto può fornire servizi ai fondi pensione e alle amministrazioni pubbliche.
Cosa fa
Per quanto riguarda le attività obbligate, l’INPDAP deve:
- accantonare e rivalutare le quote di TFR destinate alla previdenza complementare;
- accantonare e rivalutare anche la quota aggiuntiva, pari all’1,5% del TFS, per gli “op-
tanti” (coloro che passano dal regime di TFS al regime di TFR);
- acquisire dal bilancio dello Stato e ripartire le risorse destinate al finanziamento della
previdenza complementare;
- trasferire ai singoli fondi le quote a carico delle amministrazioni statali datrici di lavoro
e le risorse destinate dalla legge a coprire gli oneri di avvio e di funzionamento dei
fondi pensione destinati ai dipendenti pubblici.
L’Istituto propone, attraverso la stipula di apposita convenzione gratuita, altri
servizi ai fondi pensione che intendono avvalersene, per favorire lo sviluppo della
previdenza complementare, limitare i costi di avvio e di gestione e ottimizzare lo
scambio di flussi informativi con le amministrazioni pubbliche, centrali e periferiche.
Nel dettaglio l’INPDAP:
- acquisisce i dati relativi alla contribuzione del datore di lavoro e del lavoratore attra-
verso le denunce mensili analitiche (DMA);
- gestisce le anagrafiche degli iscritti e verifica la correttezza delle informazioni desti-
nate ai fondi pensione;
- trasmette periodicamente al fondo gli aggiornamenti sugli accantonamenti figurativi;
- trasmette periodicamente al fondo i dati analitici relativi alla contribuzione versata dal-
l’Inpdap per conto dell’amministrazione statale datrice di lavoro;
- fornisce informazioni agli interessati sui fondi pensione (sulla base di documenti uffi-
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ciali forniti dai fondi stessi) in merito a modalità di adesione, prestazioni offerte e re-
quisiti di accesso;
- fornisce assistenza agli Enti datori di lavoro per gli adempimenti in tema di previdenza
complementare.
7) INAIL
Cosa è
L’INAIL è l’ente che assicura i lavoratori contro gli infortuni e le malattie che
possono verificarsi sul luogo di lavoro. All’INAIL devono essere iscritti obbligato-
riamente:
- lavoratori dipendenti
- lavoratori parasubordinati
- artigiani
- lavoratori autonomi dell’agricoltura
Il lavoratore dipendente che si infortuna sul lavoro o contrae una malattia profes-
sionale, ha diritto ad usufruire delle prestazioni INAIL (prestazioni economiche, in-
terventi sanitari, di prevenzione e riabilitazione), anche se il datore di lavoro non lo
ha assicurato. Il lavoratore straniero che presta la propria attività in imprese operanti
in Italia, riceve le prestazioni INAIL indipendentemente dal paese di provenienza.
Quando un datore di lavoro assume un lavoratore, deve darne comunicazione
all’INAIL immediatamente. Nel caso di lavoro dipendente, il costo dell’assicura-
zione, chiamato “premio”, è a carico del datore di lavoro. Per il lavoro autonomo, è
lo stesso lavoratore che deve denunciare l’inizio dell’attività lavorativa.
4. LE SOCIETÀ
1) Le società di persone
Cosa sono
Sono così definite perché è data rilevanza alla persona dei soci che le compon-
gono e non ai capitali da essi versati.
Qualora la società non fosse in grado di adempiere alle obbligazioni, i singoli
soci (a eccezione dei soci accomandanti delle S.a.s.) sono chiamati a risponderne
con i propri patrimoni, secondo il principio della responsabilità illimitata; inoltre,
ciascun socio potrebbe dover rispondere anche della quota di altri soci (principio
della responsabilità solidale). Per tali motivi, le società di persone sono usualmente
costituite fra poche persone in rapporto di reciproca fiducia.
La costituzione di una società di persone deve avvenire per atto pubblico o con
una scrittura privata autenticata e, qualora sia richiesto per lo svolgimento delle at-
tività, i soci devono iscriversi ad un albo/registro professionale.
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Quali sono
Le società di persone indicate dal Codice Civile sono: la società in nome col-
lettivo (S.n.c.); la società in accomandita semplice (S.a.s.).
Società in nome collettivo
La tipologia della società in nome collettivo viene adottata quando due o più persone vo-
gliano svolgere una attività commerciale senza limitazione di responsabilità. Essa è di-
sciplinata dagli articoli 2291-2312 c.c. e, per quanto non disposto da tali norme, da
quelle previste per la società semplice.
La S.N.C. è soggetta, ai sensi dell’art. 2296 c.c. alla iscrizione nel il Registro delle Im-
prese; la mancata registrazione determina lo stato di irregolarità della società stessa per
cui i rapporti tra la società ed i terzi sono regolati dalle norme sulla società semplice,
ferma restando la responsabilità illimitata e solidale di tutti i soci e la possibilità per la
società di essere sottoposta a fallimento. La responsabilità dei soci è da intendersi soli-
dale ed illimitata: i soci che compongono una S.n.c., nel caso il capitale della società non
sia in grado di far fronte a inadempienze, sono chiamati a rispondere interamente, ossia
non in misura proporzionale alla propria quota di partecipazione e personalmente, con
tutto il proprio patrimonio.
Di solito, tanto la rappresentanza legale che l’amministrazione di una S.n.c. sono in ca-
rico a tutti i soci; peraltro, i soci stessi possono convenire nel porre delle limitazioni. In-
fine, le S.n.c., nella loro denominazione, devono riportare il nome di almeno uno dei soci
e l’indicazione del rapporto sociale.
Società in accomandita semplice
È composta, per la sua caratteristica peculiare, da due tipi di soci:
- accomandatari che in maniera del tutto identica ai soci delle S.n.c. rispondono solida-
mente e illimitatamente delle obbligazioni sociali;
- accomandanti che rispondono limitatamente alla quota loro conferita (unico caso per
quanto riguarda le società di persone).
Le S.a.s. possono essere amministrate unicamente da soci accomandatari. Se un socio ac-
comandante compie atti amministrativi, diviene automaticamente responsabile in ma-
niera solidale e illimitata (come i soci accomandatari) nei confronti di terzi. Lo stesso ac-
cade nel caso in cui un socio accomandante concluda singoli affari per conto della so-
cietà; una speciale delega, però, può consentirgli di non incorrere nella responsabilità illi-
mitata e solidale.
La denominazione sociale deve includere il nome di almeno un socio accomandatario e,
ovviamente, l’indicazione del tipo di società.
2) Le società di capitali
Cosa sono
A differenza di quanto previsto per le società di persone, i soci delle società di
capitali rispondono alle obbligazioni sociali esclusivamente con la quota di capitale
da essi sottoscritta, secondo il principio della responsabilità limitata (con
l’eccezione dei soci accomandatari delle società in accomandita per azioni).
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Quindi, il principio che regola la responsabilità nelle società di capitali è che
sono queste (non i soci) a rispondere delle obbligazioni assunte, attraverso il patri-
monio sociale.
La loro costituzione avviene necessariamente attraverso un atto pubblico.
Quali sono
Il Codice Civile prevede tre società di capitali: società per azioni (S.p.A.); so-
cietà in accomandita per azioni (S.a.p.a.); società a responsabilità limitata (S.r.l.).
Società per azioni
La società per azioni (S.p.A.) è disciplinata dagli artt. 2325-2451 c.c. Le caratteristiche
principali di tale tipo di società possono essere rinvenute dalla limitazione della respon-
sabilità in capo ai soci nel limite del capitale sociale sottoscritto ed essendo il capitale so-
ciale suddiviso in azioni.
La società può essere costituita per contratto o per atto unilaterale.
Le condizioni per la costituzione della S.p.A., a norma dell’art. 2329 c.c., sono:
� Sottoscrizione del capitale sociale Il capitale sociale minimo per la costituzione di una
S.p.A. è di almeno 120.000 €. Esistono due modalità per la sottoscrizione delle azioni:
- simultanea (la più adottata), quando la stipulazione del contratto avviene alla pre-
senza del notaio e alla presenza di tutti i soci fondatori;
- pubblica sottoscrizione, con la quale i promotori redigono un programma nel quale si
precisano le caratteristiche fondamentali della società. Coloro che partecipano all’i-
niziativa sottoscrivono le azioni e versano il 25% dei conferimenti in denaro. Solo
successivamente alla sottoscrizione di tutte le quote si convoca l’assemblea dei sot-
toscrittori per la stipulazione dell’atto costitutivo
� Versamento del 25% dei conferimenti in denaro presso una banca;
� Conferimenti sia in denaro che in natura;
� Autorizzazioni governative ed esistenza delle condizioni richieste dalle leggi speciali
in ordine alla costituzione, in funzione dell’oggetto.
� Controllo giudiziario in sede di omologazione;
� Iscrizione della società nel Registro delle Imprese.
L’atto costitutivo va redatto ad opera del notaio e poi iscritto nel registro delle imprese,
previo controllo del Tribunale. Con questa procedura la società acquista una personalità
giuridica.
Le S.p.A. operano mediante i propri organi formati da persone fisiche e sin dall’inizio
deve essere in carica un organo che controlli l’operato degli amministratori: il Collegio
Sindacale. Eletto dall’assemblea, è l’organo di controllo della società. Il Collegio con-
trolla se la contabilità è tenuta in modo regolare e se la legge e quanto previsto dall’atto
costitutivo sono debitamente osservati. Questo organismo è retto da un Presidente che
deve essere iscritto all’Albo dei Revisori Contabili.
La direzione del lavoro degli amministratori spetta all’Assemblea dei soci, organo che
viene convocato tramite avviso su Gazzetta Ufficiale e a cui spetta l’approvazione della
relazione dell’organo di amministrazione e del bilancio annuale. Si riunisce una volta al-
l’anno (assemblea ordinaria) per approvare il bilancio, nominare gli amministratori e i
sindaci e per prendere ogni altra decisione prevista nell’atto costitutivo.
La società è diretta dagli amministratori, rispettando le decisioni prese dall’assemblea,
che è l’organo che li elegge. Costoro costituiscono il Consiglio d’amministrazione;
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La quota di partecipazione di ciascun socio è rappresentata da azioni, per cui è con
queste che ogni socio risponde delle obbligazioni.
Questo tipo di società è particolarmente adatto per la costituzione di grandi imprese.
Società in accomandita per azioni
La società in accomandita per azioni (Sapa) è una diretta derivazione della Società in ac-
comandita semplice, con la differenza che la S.A.P.A. ha l’obbligo di iscrizione nel Regi-
stro delle Imprese per poter acquistare la personalità giuridica; le quote di partecipazione
sono rappresentate, per l’appunto, da azioni; le norme applicabili sono quelle degli artt.
2452 – 2461 c.c. e, per espressa disposizione dell’art. 2454 c.c., in quanto applicabili, le
norme sulle S.p.A.
Come avviene nelle S.a.s., anche in questo tipo di società vi sono due tipi di soci:
- accomandatari, che rispondono solidamente e illimitatamente delle obbligazioni so-
ciali (unico caso per quanto riguarda le società di capitali);
- accomandanti, che rispondono limitatamente alla quota da loro sottoscritta.
È amministrabile esclusivamente da soci accomandatari, il nome di almeno uno dei quali
deve comparire nella denominazione sociale.
Società a responsabilità limitata
La società a responsabilità limitata è disciplinata dagli articoli 2462 – 2483 c.c. la S.R.L.,
come la società per azioni (SPA), essendo dotata di personalità giuridica, risponde per le
obbligazioni sociali soltanto col suo patrimonio; il capitale sociale minimo è previsto in
euro 10.000,00 e per questo, oltre che per la gestione più semplificata e leggera e per i
poteri assegnati ai soci, è il modello societario adatto alle imprese di importanza minore
rispetto a quelle organizzate in forma S.p.A.
La costituzione può avvenire con contratto o con atto unilaterale, l’atto costitutivo, re-
datto per atto pubblico, deve contenere le indicazioni prescritte dall’art. 2463 c.c., le for-
malità per la costituzione e per la successiva iscrizione della società presso il Registro
delle Imprese sono identiche, in virtù di apposito rinvio, a quelle dettate per le S.p.A.;
pertanto sino alla iscrizione per le obbligazioni sociali rispondono i soci solidalmente ed
illimitatamente.
Nelle S.R.L. il capitale sociale non può essere suddiviso in azioni, pertanto la partecipa-
zione sarà caratterizzata da “quote”; conseguentemente i diritti in capo ai soci, in difetto
di diversa disposizione statutaria, spettano agli stessi in misura proporzionale alla parte-
cipazione da ciascuno posseduta. Le quote sono liberamente trasferibili, tuttavia l’atto
costitutivo può vietare o limitare il loro trasferimento.
Tanto le società di persone che le società di capitali rientrano, giuridicamente
nella più estesa famiglia delle imprese collettive, in cui sono comprese anche le Co-
operative, particolari forme di società il cui numero di soci è illimitato (ma non in-
feriore a nove) e con capitale variabile; possono essere sia a responsabilità limitata
che responsabilità illimitata.
La particolarità delle società cooperative è data dal fatto che i soci, siano essi
consumatori o lavoratori, sono accomunati dall’obiettivo di soddisfare un comune
bisogno, di solito rappresentato da esigenze economiche; per questo motivo le co-
operative svolgono tutta una gamma di azioni che nel commercio e nell’industria
sono appannaggio di intermediari. Infatti, le cooperative non sono società a fini di
lucro, bensì hanno lo scopo di fornire servizi o lavoro a condizioni più favorevoli
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che all’esterno e proprio per questo, di solito, quando si registrano utili questi ven-
gono distribuiti, tra tutti i soci della cooperativa stessa, in parti proporzionate al-
l’apporto dato da ciascuno.
Distinguendole in base allo scopo che si prefiggono, possiamo così suddivi-
dere le cooperative:
– edilizie: procurano ai soci abitazioni a prezzi inferiori a quelli di mercato e con
forme agevolate di mutui e pagamenti rateali.
– di credito: agevolano il credito di imprenditori di piccole industrie e di artigiani.
– di consumo: acquistano prodotti di varia natura all’ingrosso e li rivendono ai
soci a prezzi vantaggiosi.
– di produzione: sono costituite da lavoratori che si uniscono per sostituirsi agli
imprenditori, assumendosi quindi i rischi di una conduzione d’impresa. Questo
tipo di cooperative si distingue in Industriali, di lavoro, agricole.
3) Le strutture organizzative dell’azienda
Secondo la convinzione più radicata, una organizzazione è principalmente:
– uno strumento per raggiungere determinati fini;
– uno strumento che viene guidato secondo principi di razionalità.
Tale impostazione è stata assimilata a tal punto da ritrovarla sia nelle tradizioni
teoriche dominanti, sia come concezione comune nella vita di tutti i giorni.
In realtà, questa rappresentazione delle organizzazioni è diventata sempre più
insoddisfacente a seguito delle profonde trasformazioni avvenute nell’economia
mondiale. Oggi, infatti, è molto più difficile rispetto, ad esempio, a trenta anni fa,
definire in poche parole cosa sia un’organizzazione e descriverla nei suoi aspetti
principali.
I fattori che stanno modificando le strutture organizzative e del lavoro sono
principalmente:
a) l’economia della flessibilità, orientata a fornire risposte adeguate nel minor
tempo possibile alle richieste di mercato. Si caratterizza per flessibilità delle
strutture organizzative e per la creazione di reti di organizzazioni in collabora-
zione tra loro, e in concorrenza con altre reti;
b) la terziarizzazione, ossia l’aumento di persone che lavorano stabilmente nel set-
tore dei servizi, con nuovi compiti di lavoro e in strutture organizzative diverse
da quelle tradizionali;
c) le nuove tecnologie informatiche, che da un lato facilitano i processi di “flessibi-
lizzazione” e “terziarizzazione” di cui abbiamo appena parlato, mentre dall’altro
rendono possibili nuovi lavori.
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Questi profondi cambiamenti hanno fatto nascere nuove teorie sulle organizza-
zioni, secondo le quali:
– un’organizzazione è un luogo dove entrano in contatto differenti stili e idee di
direzione;
– non esistono i fini dell’organizzazione, bensì i fini di quanti ne sono in un dato
momento a capo;
– i principi di razionalità con cui è guidata un’organizzazione non sono assoluti,
ma sono quelli più adatti a chi la sta dirigendo.
I tipi più comuni di assetti organizzativi d’azienda sono così definiti: gerar-
chico-funzionale; divisionale; a matrice; rete.
a) L’organizzazione gerarchico-funzionale
È la forma più antica di struttura razionale e, molto probabilmente, ancora la
più ricorrente, soprattutto per quanto riguarda i livelli alti delle organizzazioni. Si
affermò con la prima rivoluzione industriale, ricalcata dalle organizzazioni militari,
smussandone progressivamente i connotati rigidamente gerarchici.
In questi tipi di organizzazione le varie direzioni controllano gruppi di attività
funzionali simili tra di esse; i dirigenti, a loro volta, rendono conto del proprio ope-
rato a una direzione generale. Di solito, le attività vengono diversificate su due li-
velli:
– il primo, sulla base di una vicinanza tra direzione strategica e direzione opera-
tiva, in cui si applica un modello gerarchico puro;
– il secondo è il livello delle diversificazioni in base alle principali funzioni azien-
dali.
Nelle organizzazioni di tipo gerarchico-funzionale è fortemente sviluppata la
competenza specialistica; il criterio economico prevalente è quello di scala, mentre
un sistema relativamente semplice di comunicazioni e decisioni consente un pronto
adeguamento operativo alle esigenze dettate dal mercato economico.
Il sistema con cui vengono prese le decisioni, però, perde dinamismo quando
l’organizzazione tratta un grande numero di prodotti, quando aumentano oltre un
certo limite le sue dimensioni, oppure, infine, quando il mercato in cui opera
l’azienda diviene meno stabile: i processi decisionali e logistici diventano più con-
flittuali e per una serie di motivi la prontezza di reazione agli stimoli del mercato
diminuisce. Poiché esiste una unica direzione generale, questa è chiamata a pro-
nunciarsi in merito a decisioni operative, strategiche e gestionali, fissando priorità e
disperdendo attenzione fra molte problematiche. Le decisioni che vengono di solito
privilegiate in simili condizioni sono quelle operative, perché meglio identificabili
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e in virtù del loro carattere di urgenza immediata; per contro le attività innovative
ricevono attenzioni secondarie.
I problemi sopra evidenziati si accrescono se non vengono ben specificati i
confini tra attività di tipo stabile e quelle innovative: le condizioni di trasferimento
dell’innovazione, difficili per definizione, vengono aggravate dalle conflittualità le-
gate a differenti tipi di funzioni professionali, sicché la direzione deve impegnarsi
in una continua e dispendiosa attività di controllo e mediazione. Nel tempo sono
state studiate una serie di misure correttive, volte a ridurre la conflittualità: inca-
richi a rotazione nelle differenti unità funzionali, oppure gruppi di lavoro misti
sono orientati a combattere il formarsi di visioni parziali degli obiettivi organizza-
tivi e, tutto sommato, hanno ottenuto qualche risultato, soprattutto quando alcune
attività di controllo interdisciplinare sono state attivate a carattere permanente.
b) L’organizzazione divisionale
La struttura divisionale, o per prodotto e mercato, appare negli anni Venti, in
alternativa alle organizzazioni funzionali, spinte in progressivo affanno dai muta-
menti nel sistema competitivo e dalle accresciute difficoltà di gestione. Il modello
si caratterizza come una notevole innovazione: le attività vengono raggruppate per
prodotto e mercato, non più per funzionali tra loro simili; ogni unità di pro-
dotto/mercato è guidata da un dirigente con piena facoltà, nell’area di competenza,
di assumere decisioni strategiche, operative e di gestione. I direttori di ciascuna di-
visione si ritrovano a gestire una unità operativa con discreti margini di autonomia,
di cui devono curare le performances, mentre la direzione centrale si occupa di ge-
stire la diversificazione delle mansioni.
Le organizzazioni divisionali, comunque, non sono semplicemente nuove
forme di articolazione di grandi imprese, bensì introducono almeno due criteri sco-
nosciuti alle strutture gerarchico-funzionali.
Il primo, come già detto, riguarda la diversificazione in base al prodotto e non
in base alle funzioni; il secondo comporta la separazione tra attività strategiche e
quelle amministrative, dando luogo a gradi di management che operano su diffe-
renti livelli di controllo del risultato. Questa separazione dovrebbe consentire alla
direzione centrale di dedicarsi pienamente alla elaborazione strategica e strutturale,
lasciando il peso delle decisioni operative alle varie linee divisionali.
In realtà, i problemi sollevati dalle organizzazioni per prodotto non sono meno
notevoli di quelli propri delle gerarchie funzionali, perché si aprono una serie di
conflitti per l’attribuzione delle risorse, gli strumenti di progettazione strategica de-
vono risultare al massimo grado di affidabilità, si richiede un aumento di organico
ad alto livello retributivo e si assiste sovente alla duplicazione di risorse speciali-
stiche che non si riflette in un arricchimento cognitivo dell’organizzazione stessa.
c) L’organizzazione a matrice
Il modello per matrice inizia a svilupparsi dopo la seconda guerra mondiale in
aziende a elevati livelli di innovazione e in quelle con tecnologie complesse.
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L’organizzazione a matrice si basa sul tentativo di combinare le caratteristiche
funzionali con quelle divisionali, in un mercato che si era fatto più complesso e
competitivo.
Una prima versione è l’organizzazione per progetto, in cui a una struttura ge-
rarchico-funzionale se ne affianca un’altra incaricata di seguire uno o più progetti,
sotto la direzione di project managers, in grado di gestire le risorse a disposizione
con un grande margine di autonomia. I progetti assorbono a tempo pieno un certo
numero di specialisti per un periodo solitamente lungo; quando i progetti vengono
sciolti, i componenti tornano ai rispettivi settori funzionali e l’organizzazione as-
sume di nuovo una connotazione più tradizionale.
La seconda versione è l’organizzazione a matrice pura, in cui strutture e/o
ruoli rispondono nel contempo a due o più linee di autorità e di competenza,
creando appunto una matrice in cui i singoli devono lealtà a più unità, in un in-
treccio piuttosto complesso. In questo tipo di organizzazioni è normale che esistano
contemporaneamente più centri di autorità, pertanto la struttura organizzativa che
ne risulta è tutt’altro che un compatto, unico blocco: al contrario, è un luogo in cui
si manifestano (e si contrappongono) differenti criteri di razionalità e in cui le esi-
genze legate al conseguimento dei fini sono interpretate secondo schemi solo di
rado coincidenti nelle varie coalizioni formali o informali.
d) L’organizzazione rete
L’evoluzione più o meno lineare del modello a matrice è rappresentato dall’or-
ganizzazione rete, una forma di struttura aziendale che sta diffondendosi sotto la
spinta dei meccanismi di globalizzazione economico-produttiva. In realtà, sotto lo
stesso nome trovano posto differenti casi economici e imprenditoriali.
– Un primo tipo è legato al forte decentramento di processi produttivi e di servizi
da una impresa principale verso imprese subalterne, evento che ha dato luogo a
una nuova classe di organizzazioni, che negli Usa sono state chiamate hollow
corporations. Queste imprese operano una sorta di supervisione, acquistando da
altri soggetti singoli componenti che poi verranno assemblati, o addirittura pro-
dotti finiti; si instaura in tal modo un reticolo tra un soggetto principale, che
espone il proprio nome sul mercato e i soggetti fornitori che si incaricano dei
processi produttivi (e/o dei servizi).
– Un secondo tipo è conosciuto come costellazioni di imprese, ovvero un insieme
di unità legate tra loro in un ciclo produttivo; queste imprese, che solo talvolta
siglano tra esse accordi formali, hanno potenti sistemi cooperazione operativa
che sopperiscono all’assenza di collegamenti societari.
– In una classe diversa rientrano quei sistemi di imprese su base geografica, detti
anche distretti industriali. Essi segnano profondamente uno specifico contesto
urbano e, laddove una serie di fattori socioeconomici lo rendono possibile, tal-
volta anche regionale. Una variante sul tema è rappresentata dai parchi tecnolo-
31
gici, aree che si caratterizzano per la produzione di beni e servizi ad alto livello
di innovazione.
Inoltre, interessante è anche il caso di quelle grandi imprese che si stanno arti-
colando in unità organizzative sempre di più somiglianti a imprese autonome. In
queste realtà organizzative le singole divisioni sono in grado di legarsi a realtà
esterne, cioè ditte sub-fornitrici o anche grandi imprese con cui si raggiungono si-
tuazioni di collaborazione di varia natura e durata. Si ha così una impresa centrale
legata a imprese non soggette al suo controllo giuridico, in un contesto comunica-
tivo reticolare in cui i rapporti non sono regolati dall’autorità, ma dalle capacità di
intervento delle singole unità operative presenti.
I vantaggi propri delle organizzazioni rete riguardano la flessibilità strutturale,
permettendo loro una notevole diversificazione degli obiettivi e forti capacità di
adattamento ai bruschi cambiamenti del difficile mercato dell’economia globaliz-
zata: in tal senso sono adatte ad affrontare rischi e forniscono alti risultati, come
pure la rapidità di scomposizione dei processi produttivi e la capacità di riorganiz-
zarli a seconda delle esigenze le rendono vantaggiose in relazione alle imprese che
agiscono nelle rigidità delle economie di scala; per contro, hanno difficoltà nel for-
nire risposte uniformi a fronte di situazioni critiche, rendendo particolarmente one-
roso il compito degli organi direttivi centrali (quando ve ne siano). Inoltre, qual-
siasi intervento direttivo o progettuale che parta dal centro della struttura organiz-
zativa avrà nella diversità strutturale un’antagonista che spesso renderà vano qual-
siasi sforzo di coinvolgere tutte le componenti.
Le organizzazioni rispondenti alla modellistica reticolare sono in costante au-
mento a partire dalla metà degli anni Ottanta, il che, però, non deve portare a rite-
nere finite le esperienze gerarchico-funzionali e divisionali, per le quali si ipotizza
un futuro legato alla gestione di particolari strutture, segnatamente quelle legate
alle direzioni centrali, chiamate a tenere le fila di organizzazioni estremamente
flessibili e dinamiche, ma difficilmente gestibili nella loro globalità.
33
Capitolo terzo
L’incontro tra domanda ed offerta di lavoro.
Le strutture a servizio dell’utenza
1. L’INCROCIO TRA DOMANDA ED OFFERTA DI LAVORO
Il Mercato del lavoro, come si è già avuto modo di dire, è il luogo dove, ideal-
mente, si realizza l’incontro tra “domanda” ed “offerta”: le imprese reclutano il
personale di cui hanno bisogno, mentre le persone che offrono lavoro trovano le
aziende disposte ad usufruirne e a remunerarlo.
Questo incontro, tuttavia, non è automatico: tra la domanda e l’offerta di la-
voro, infatti, devono instaurarsi innanzitutto, gli opportuni canali di comunicazione
che permettano la conoscenza reciproca e la possibilità di entrare in contatto.
L‘impresa che domanda forza lavoro deve conoscere chi è disponibile a fornirla e
di converso chi è alla ricerca di lavoro deve poter vagliare le opportunità e le of-
ferte del Mercato. Il possesso delle informazioni “giuste” e di efficaci strumenti di
comunicazione diventano, quindi, un elemento fondamentale nelle scelte strate-
giche di chi è alla ricerca di un’occupazione.
Tradizionalmente, il compito di favorire l’incrocio tra la domanda e l’offerta di
lavoro e, dunque, facilitare l’inserimento occupazionale, è stato svolto dalle Sezioni
Circoscrizionali per l’Impiego, oggi Centri per l’impiego: in sostanza il vecchio
Ufficio di Collocamento, denominazione questa che ancora oggi, nel parlare co-
mune, è la più frequente.
Ad essi, tuttavia, si sono affiancati di recente anche numerose strutture private
che, offrendo una pluralità di servizi ulteriori, di fatto si prefiggono di favorire
l’incontro tra domanda e l’offerta di lavoro, aumentare le opportunità di inseri-
mento professionale e concorrere all’innalzamento dei livelli occupazionali.
2. IL COLLOCAMENTO PUBBLICO
Il collocamento pubblico ha svolto in passato, principalmente un ruolo di certi-
ficazione dello stato di disoccupazione e di gestione burocratico-amministrativa
delle liste di collocamento (iscritti, liste di mobilità, sussidi, etc.) perché nella pra-
tica, solo in misura marginale, ha ricoperto un ruolo attivo di ricerca e selezione del
personale.
L’inadeguatezza di tale sistema ha fatto sì che da più parti se ne reclamasse
una complessiva ridefinizione, che ne ha modificato sia l’assetto istituzionale, sia i
compiti operativi.
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Il processo di riforma, realizzato attraverso l’emanazione di recenti provvedi-
menti finalizzati a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, è stato av-
viato con il D.Lgs 469/97, di stretta derivazione dal Patto per il lavoro, siglato tra
Governo, Sindacati e imprenditori nel settembre 1996.
Si è trattato di un processo di rinnovamento molto articolato e complesso, pe-
raltro ancora in corso, che con la L. 30/2003 (Riforma Biagi) è approdato alla defi-
nitiva scomparsa del monopolio pubblico nel servizio di collocamento e all’istitu-
zione capillare sul territorio di Agenzie di collocamento privato.
In un’ottica di decentramento istituzionale sono stati conferiti alle Regioni e
agli Enti locali, funzioni e compiti in materia di Mercato del lavoro. Il decreto
469/97, infatti, ha delegato alle Regioni le competenze in materia di collocamento,
avviamento al lavoro e politiche attive, funzioni queste che si vanno a integrare con
quelle già proprie delle regioni, relative alla formazione professionale, orienta-
mento e osservazione del Mercato del lavoro.
Il sistema di decentramento alle Regioni e agli altri Enti locali delle funzioni e
dei compiti in tema di Mercato del lavoro, realizza un sistema di deleghe sul terri-
torio – dallo Stato alle Regioni e da queste alle Province – al fine di avvicinare
sempre più le politiche per l’occupazione ai reali bisogni di uno specifico territorio.
Il decentramento amministrativo ha consentito la trasformazione dei servizi pub-
blici di collocamento, in un sistema integrato di Servizi per l’Impiego, imperniato
dal punto di vista amministrativo, programmatico e gestionale sulle Amministra-
zioni Provinciali e, dal punto di vista strutturale, sui Centri per l’impiego.
In linea generale, il sistema di deleghe a livello locale delinea un assetto in cui:
– a livello centrale viene mantenuto il ruolo generale di indirizzo, promozione e
coordinamento;
– alle Regioni viene attribuito il ruolo di legislazione, organizzazione ammini-
strativa, valutazione, progettazione e controllo dei servizi per l’impiego;
– alle Province quello di erogatore di servizi sul territorio, nonché di raccordo
con altri Enti locali.
Punti chiave del complesso processo di riforma sono anche l’istituzione di
Agenzie di collocamento private, l’istituzione del Sistema informativo Lavoro
(S.I.L.) e della Borsa continua nazionale del lavoro (B.C.N.L.).
1) I Servizi per l’impiego
Cosa sono
Rappresentano la struttura portante del nuovo sistema di servizi per l’occupazione.
Sulla base dell’accordo tra il Ministero del lavoro, Regioni e province, sancito in
sede di Conferenza Unificata nel dicembre del 1999, le funzioni fondamentali per
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assicurare uno standard minimo di prestazioni per l’utenza in cerca di occupazione
sono:
– accoglienza ed informazione orientativa;
– gestione delle procedure amministrative;
– orientamento e consulenza;
– promozione dei segmenti del mercato del lavoro e “sostegno alle fasce deboli”
– incontro tra domanda ed offerta di lavoro
La filosofia a cui si ispira il processo di riforma è, dunque, l’introduzione il
nuovo modello che, sostituendo il vecchio e troppo vincolistico collocamento pub-
blico, si configuri, al contrario, come un sistema più ampio di servizi da offrire ai
lavoratori e alle aziende.
La nuova normativa, come trattato più ampiamente oltre, ha apportato molte
novità, anche di tipo burocratico-amministrativo, quali ad esempio la scomparsa
del libretto di lavoro, sostituita da una scheda personale e delle liste di colloca-
mento, basate sulla classificazione e sugli ordini di precedenza, cui subentra un
elenco anagrafico.
Come funzionano
Con l’emanazione di un secondo provvedimento, il D.Lgs 20 Aprile 2000 -
“Disposizioni in materia di incontro tra domanda e offerta di lavoro”, sono state
introdotte ulteriori novità in merito alle procedure di funzionamento dei servizi del-
l’impiego.
In particolare, il provvedimento ha introdotto:
– Dichiarazione dello stato di disoccupazione:
il provvedimento stabilisce che l’interessato dovrà presentare al Centro per
l’impiego competente una dichiarazione volta a indicare l’immediata disponi-
bilità dello stesso allo svolgimento di un’attività lavorativa.
– Accertamento del permanere dello stato di disoccupazione:
i Centri per l’impiego verificheranno il permanere dello stato di disoccupa-
zione attraverso un sistema di interviste periodiche volte, in alternativa, a of-
frire un servizio di orientamento entro sei mesi dall’inizio dello stato di disoc-
cupazione, oppure a promuovere l’adesione a iniziative di inserimento lavora-
tivo o di formazione e/o riqualificazione professionale.
– Cause della perdita dello stato di disoccupazione:
si verifica quando il disoccupato o l’inoccupato non si presenti al colloquio di
orientamento. Si perde, invece, l’anzianità dello stato di disoccupazione, se si
rifiuta un’offerta di lavoro a tempo indeterminato, determinato o di lavoro tem-
poraneo, la cui durata e distanza dal domicilio del lavoratore è di competenza
regionale.
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Con il “Regolamento per il collocamento”, approvato dal Consiglio dei Mini-
stri il 9 Giugno 2000 (DPR 442/2000) e il D.Lgs 297/2002 altre tappe fondamentali
del processo di riforma, vengono fissati i criteri organizzativi, cui devono attenersi
i nuovi servizi per l’impiego. In particolare, il regolamento ha previsto:
• l’istituzione di un elenco anagrafico delle persone in cerca di lavoro (art. 4) in
sostituzione delle vecchie liste di collocamento che restano in piedi solo per
quattro categorie di soggetti: a) disabili; b) lavoratori in mobilità; c) gente di
mare; d) lavoratori dello spettacolo.
L’elenco anagrafico deve contenere i dati relativi a:
- residenza o eventuale domicilio;
- composizione nucleo familiare;
- titolo di studio posseduto;
- eventuale appartenenza a categorie protette e stato occupazionale.
L’aggiornamento di tale elenco è su base volontaria da parte del lavoratore e,
d’ufficio, sulla base delle comunicazioni obbligatorie, provenienti dai datori di
lavoro, società di fornitura di lavoro temporaneo e soggetti autorizzati all’atti-
vità di mediazione tra domanda e offerta.
• l’istituzione di una scheda personale, contenente tutte le informazioni relative
alle esperienze formative e professionali e alla disponibilità del lavoratore (art.
5). Viene rilasciata dal Centro per l’impiego competente e può contenere anche
i dati relativi alle certificazione delle competenze professionali, in raccordo
con le disposizioni in materia di formazione professionale.
• obblighi di comunicazione dei datori di lavoro ai Centri per l’impiego. In parti-
colare:
- i datori di lavoro, all’atto dell’assunzione e prima dell’inizio della prestazione lavora-
tiva, devono consegnare ai lavoratori una dichiarazione contenente i dati della loro re-
gistrazione e informarli sulle condizioni applicabili al contratto/rapporto di lavoro;
- i datori di lavoro devono fornire al Centro per l’impiego competente la comunicazione
del nominativo del lavoratore, nonché della data di assunzione, della tipologia contrat-
tuale, della qualifica professionale e del trattamento economico e normativo. Sono al-
tresì tenuti a comunicare la cessazione dei rapporti di lavoro entro i cinque giorni suc-
cessivi, che diventano due giorni se il rapporto lavorativo non è di durata superiore ai
dieci giorni.
- le agenzie di somministrazione devono comunicare al Centro per l’impiego in cui è ubi-
cata la loro sede operativa, l’assunzione, la proroga e la cessazione dei lavoratori.
Il D.Lgs. 297/02, perseguendo in modo incisivo la finalità di agevolare al mas-
simo l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, riordina in maniera ancora più ra-
dicale la disciplina del collocamento per avviare a completamento le operazioni di
semplificazione e modernizzazione, iniziate con il D.Lgs. 181/00.
In questo scenario, le Regioni e le Province Autonome hanno avviato una pro-
pria regolamentazione, in coerenza con gli obiettivi del decentramento amministra-
tivo. Pertanto, tutte le Regioni a Statuto ordinario hanno emanato i provvedimenti
necessari a disciplinare l’organizzazione amministrativa, le modalità di esercizio
37
delle funzioni e dei compiti loro conferiti dal D.Lgs. 469/97. Le Regioni a Statuto
speciale e le Province Autonome hanno, invece, adeguato al D.Lgs.469/97 le già
proprie competenze in materia di lavoro.
2) Le agenzie regionali per il lavoro
Cosa sono
Sono Enti strumentali delle amministrazioni regionali che hanno la funzione di
supportare i servizi per il lavoro a livello locale. Sui loro portali possono essere rin-
tracciate molte informazioni utili per gli utenti:
Provincia autonoma di Trento: www.agenzialavoro.tn.it
Provincia autonoma di Bolzano: www.provinz.bz.it/arbeit/index_i.asp
Regione Abruzzo: www.abruzzolavoro.com
Regione Emilia-Romagna: www.regione.emiliaromagna.it/formazione/agenzia.htm
Regione Lazio: http.//agenzia lavoro.sirio.regione.lazio.it/all.run
Regione Liguria: www.aligurialavoro.it/index.asp
Regione Lombardia: www.agenzialavorolombardia.it
Regione Marche: www.armal.marche.it
Regione Molise: www.agenziamoliselavoro.it
Regione Piemonte: www.agenziapiemontelavoro.net/default.htm
Regione Puglia: htpp://web.tiscali.it/aglavpuglia
Regione Sardegna: www.regione.sardegna.it/agenziadellavoro
Regione Sicilia: www.regione.sicilia.it/lavoro/uffici/agimp
Regione Valle d’Aosta: www.aostavalley.com/aglavoro/it/
Regione Veneto: www.venetolavoro.it
3) Servizi particolari
Il “collocamento pubblico” si occupa, inoltre, di alcuni particolari servizi per
l’occupazione, dedicati in particolare a specifici settori economici e a specifiche ti-
pologie di utenza; si tratta, in particolare delle seguenti strutture: collocamento
dello spettacolo; collocamento della gente di mare; collocamento per i soggetti por-
tatori di disabilità.
a) Il collocamento dello spettacolo
Cosa è:
È la struttura di riferimento per coloro che desiderano lavorare nel mondo
dello spettacolo. Istituito con il DPR 2053/63, il servizio è stato successivamente
regolamentato dal D.Lgs. 469/97 che ha disposto il decentramento di alcune delle
competenze proprie dell’ufficio. Tuttavia, proprio per la specificità del settore, rico-
nosciuta anche dalla L. 14 febbraio 2003, n. 30, viene riconfermata la disciplina
speciale del collocamento dello spettacolo.
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Cosa fa:
In base alla normativa vigente la Segreteria del Collocamento dello Spettacolo è
competente per:
- il coordinamento e l’indirizzo del collocamento spettacolo su tutto il territorio nazionale;
- il rilascio delle autorizzazioni al lavoro ai cittadini extracomunitari da occuparsi nel
settore dello spettacolo;
- le autorizzazioni al lavoro rilasciate per esigenze connesse alla realizzazione e produ-
zione di spettacoli;
- la gestione della “Lista Unica Nazionale degli iscritti”.
Modalità di iscrizione:
I lavoratori che intendono lavorare nel settore dello spettacolo devono iscri-
versi nella Lista Unica Nazionale.
Per ottenere l’iscrizione, occorre aver compiuto il 18° anno di età e presentare
un documento di riconoscimento. L‘Ufficio rilascia agli iscritti un apposito ta-
gliando che costituisce la prova dell’avvenuta iscrizione. L’iscrizione viene effet-
tuata presso la sede di Roma, in alternativa ci si può rivolgere presso il Centro per
l’Impiego di residenza o di domicilio, il quale trasmetterà la richiesta d’iscrizione
nella lista speciale, alla Segreteria del Collocamento dello Spettacolo di Roma.
L’iscrizione alla lista nazionale non prevede la revisione periodica e soprattutto non
attestando lo stato di disoccupazione, è possibile iscriversi contemporaneamente
anche nelle liste del collocamento ordinario.
Si segnala che è in fase di ultimazione il sito www.dgimpiego.listaspettacolo.it
che permetterà il collegamento, tramite Internet, con i Centri per l’Impiego di tutta
Italia, in modo da gestire in tempo reale la Lista Unica Nazionale e creare un punto
di incontro virtuale per tutti gli operatori del settore dello spettacolo.
La Segreteria del Collocamento dello Spettacolo è ubicata presso il Ministero del
Lavoro in Via Fornivo, 8 - 00192 – Roma - telefono 06.36.75.58.25 - 06.36.75.50.39 -
06.36.75.41.28 - fax 06.36.75.50.26
b) Il collocamento della gente di mare
Che cos’è:
Dal 28.07.2006 sono in vigore le disposizioni del D.P.R. n. 231 del
18.04.2006, (G.U. n. 161/2006), contenente la disciplina in materia di colloca-
mento della gente di mare. Tale provvedimento disciplina il collocamento e
l’arruolamento dei lavoratori marittimi, appartenenti alla gente di mare, disponibili
a prestare servizio a bordo di navi italiane. È escluso il personale delle imprese in
appalto che non fa parte dell’equipaggio.
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Modalità di iscrizione:
La nuova disciplina dispone che i lavoratori vengano inseriti nell’Anagrafe na-
zionale dei lavoratori della gente di mare, vale a dire l’elenco anagrafico cui pos-
sono attingere coloro che necessitano di personale.
Per essere iscritti nell’anagrafe occorre essere in possesso dei seguenti requisiti:
- essere cittadini italiani o comunitari;
- aver compiuto i sedici anni di età;
- aver adempiuto al diritto-dovere di istruzione e formazione.
Per l’inserimento nell’elenco anagrafico è necessario rivolgersi alle seguenti strut-
ture:
- uffici di collocamento istituiti presso le Capitanerie di Porto;
- enti bilaterali del lavoro marittimo;
- agenzie per il lavoro con autorizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche so-
ciali.
All’atto dell’ iscrizione nell’elenco anagrafico viene compilata e rilasciata al
lavoratore marittimo, la scheda professionale che contiene i dati personali anagra-
fici e professionali del lavoratore. Tutti i dati confluiscono nella Borsa continua del
lavoro marittimo, istituita per realizzare lo scambio delle offerte e delle domande di
lavoro, la trasparenza e la circolazione delle informazioni, l’integrazione dei servizi
pubblici e privati autorizzati, presenti nel territorio, il monitoraggio del mercato del
lavoro marittimo.
Si segnala, infine, che in questo settore, le assunzioni e gli arruolamenti avven-
gono mediante assunzione diretta.
c) Il collocamento per i soggetti portatori di disabilità (legge 68/99)
Che cos’è:
Il collocamento obbligatorio, per lungo tempo disciplinato dalla legge
2.4.1968 n. 482, è stato riformato dalla legge 12.3.1999 n. 68 (e relativo regola-
mento di attuazione D.P.R. 10.10.2000 n. 333).
La legge persegue come finalità “la promozione dell’inserimento e della inte-
grazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro”, attraverso servizi
di sostegno e di collocamento mirato.
Il servizio si rivolge alle persone disabili, valorizzandone le competenze pro-
fessionali, le capacità e le abilità psico-fisiche. La legge dispone, da una parte, che
i datori di lavoro pubblici e privati con più di 15 dipendenti debbano rispettare
l’obbligo di assunzione di una quota di lavoratori disabili, dall’altra prevede
l’accesso ad agevolazioni economiche e supporti tecnici e consulenziali.
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4) Borsa continua nazionale del lavoro
Cosa è:
Ulteriore novità della legge n. 30/03 è l’istituzione della Borsa continua del la-
voro. Allo scopo di rendere più fluido il rapporto tra domanda ed offerta di lavoro, la
legge ha previsto una rete informatica a nodi regionali, alimentata obbligatoriamente
da tutti gli operatori del Mercato del lavoro; le candidature dei lavoratori e le pro-
poste di imprese ed datori di lavoro possono essere esposte a livello provinciale, re-
gionale e nazionale, garantendo la trasparenza e la completezza delle informazioni.
Una volta a regime, la Borsa continua consentirà ai singoli lavoratori e alle im-
prese di inserire direttamente le informazioni senza ricorrere a intermediari e cana-
lizzando un numero altissimo di offerte di impiego provenienti da fonti diverse, di-
ventando un punto di riferimento fondamentale per la ricerca telematica di un’oc-
cupazione.
Il primo nucleo sperimentale della Borsa continua del lavoro è stato attivato
nel corso del 2005 ed attualmente sono collegate in rete 14 regioni (Piemonte,
Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia; Emilia Romagna, Toscana, Marche,
Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna).
5) Il sistema informativo lavoro
Per rispondere alle esigenze di omogeneizzazione delle informazioni raccolte
da ogni singolo contesto in tema di collocamento, impiego, formazione ed orienta-
mento e per disporre in tempo reale di una base informativa sul mercato del lav-
moro, utile sia alle persone in cerca di un impiego, sia alle aziende è stato creato il
Sistema informativo lavoro (SIL).
Tramite il SIL, è possibile la connessione e lo scambio di dati tra il Ministero
del lavoro, Regioni ed Enti locali e soggetti autorizzati alla mediazione tra do-
manda e offerta.
I soggetti autorizzati sono tenuti a trasmettere al SIL entro 48 ore i dati relativi
alle richieste di personale, pervenute dai datori di lavoro. Ciascuna ricerca è diffusa
dal SIL su tutto il territorio nazionale in forma anonima, in modo tale che gli inte-
ressati possano presentare le candidature direttamente al soggetto che ha richiesto
l’inserzione.
3. IL COLLOCAMENTO PRIVATO
Tappa fondamentale del processo di riforma e forte elemento di rottura con il
passato è l’istituzione del “Collocamento privato” e il conseguente superamento
del monopolio pubblico nella gestione dei Servizi per l’impiego.
Il processo, avviato con la legge 196/97, ha trovato il suo compimento con la
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L. n. 30/2003 che ha ulteriormente regolamentato requisiti e modalità di funziona-
mento dei soggetti privati che erogano servizi di intermediazione tra domanda ed
offerta di lavoro.
Le agenzie per il lavoro
Cosa fanno:
Esse svolgono, accanto ai servizi pubblici per l’impiego, attività di mediazione
per mettere in contatto lavoratore e azienda, stipulare il contratto di lavoro e perce-
pire per questo servizio svolto, una provvigione che sarà a carico del solo datore di
lavoro che ha commissionato la ricerca e la selezione.
Si distinguono in:
Agenzie di somministrazione:
Possono fornire sia manodopera a tempo determinato (agenzie generaliste), sia
a tempo indeterminato (agenzie specialistiche). Generalmente le agenzie di sommi-
nistrazione svolgono anche attività di intermediazione, ricerca e selezione del per-
sonale.
Agenzie di intermediazione
L’attività prevalente è l’incrocio tra la domanda e l’offerta di lavoro, con parti-
colare attenzione anche per le fasce deboli (disabili e lavoratori svantaggiati).
Iscritte nell’apposita sezione dell’Albo, sono automaticamente autorizzate a svol-
gere anche attività di selezione, supporto e ricollocamento professionale.
Agenzie di selezione
Svolgono attività di natura consulenziale, per la risoluzione di specifiche esi-
genze del committente, attraverso l’individuazione delle persone idonee a ricoprire
le posizioni vacanti delle aziende.
Agenzie di supporto alla ricollocazione del personale
L’attività di ricollocazione di lavoratori sul mercato del lavoro può essere effet-
tuata solo su specifico incarico del committente, anche in base ad accordi sindacali.
Le agenzie possono essere gestite da privati, oppure da:
- Università pubbliche o private
- Comuni
- Camere di Commercio
- Istituti di scuola secondaria di II grado, statali e paritarie
- Associazioni datoriali e sindacali
- Enti bilaterali
- Ordine nazionale dei consulenti del lavoro.
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Esse fanno riferimento alla Direzione generale del Ministero del Lavoro –
Mercato del Lavoro che rilascia, in presenza dei requisiti richiesti (tra questi
l’interconnessione con Banca continua nazionale del lavoro) una particolare auto-
rizzazione, soggetta tuttavia a revoca, qualora vengano riscontrate dagli Ispettori
del lavoro, violazioni alle disposizioni di legge che regolano i rapporti di lavoro.
Devono, inoltre, iscriversi ad un apposito Albo informatico, suddiviso in 5 se-
zioni a seconda del tipo di attività svolta:
- somministrazione di lavoro generico
- somministrazione di lavoro specialistico
- intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro
- ricerca e selezione del personale
- supporto alla ricollocazione professionale.
Il Ministero del lavoro è incaricato di provvedere alla tenuta dell’Albo, di ac-
quisire le domande di iscrizione e la documentazione necessaria a rilasciare, su ri-
chiesta il certificato d’iscrizione.
L’Albo informatico è disponibile sul sito:
http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/md/AreeTematiche/occupazione/AlboInformatico/
La realtà del collocamento privato è in rapidissima evoluzione: partite inizial-
mente col cercare di soddisfare la richiesta da parte delle aziende di lavoratori con
basse qualifiche, le agenzie per il lavoro hanno ampliato nel tempo il loro raggio
d’azione e, oggi, sono in grado di coprire le richieste di mansioni di ogni tipo.
Quasi tutte le agenzie hanno allestito un proprio sito web:
Ad Interim - www.adinterim.it
Brook street - www.brookstreet.it
Collocare S.r.l. - www.collocare.it E-mail Collocare@bitnik.it
Idea lavoro - www.consorzioidealavoro.it
Cronos Lavoro S.p.A. - www.cronos-lavoro.com E-mail cronoslavoro@io.it
Emporio dei Lavori - www.emporiodeilavori.it E-mail Emplav@tin.it
Esplora risorse - http://www.explorarisorse.it/
Kelly service - www.kellyservices.it
Lavoro più - www.lavoropiù.it
Job on Line S.a.s. - www.job-on-line.com E-mail jobonline@piw.it
Job Point s.p.a. - www.jobpoint.it
Labor S.r.l. - www.media-work.it E-mail media-work@media-work.it
Manpower - www.manpower.it
Metis - www.metis.it
Obiettivo lavoro - www.obiettivolavoro.it
Progetto Impiego S.r.l. - E-mail Proimp@katamail.com
Quanta - www.quanta.com
Sud Lavoro S.r.l. - www.sudlavoro.it Email Sudlavoro@tin.it
Temporary - www.temporary.it
Umana - www.umana.it
Sud Lavoro S.r.l. - www.sudlavoro.it E-mail Sudlavoro@tin.it
Vedior - www.vedior.it
43
Seconda sezione
DISPONIBILITÀ E CONDIZIONI
PER L’INSERIMENTO LAVORATIVO
45
Capitolo quarto
Settore pubblico o privato?
Le vie d’accesso al mondo del lavoro
1. L’IMPIEGO NEL SETTORE PUBBLICO
La ricerca di un’occupazione nel settore pubblico ha sempre rappresentato
l’aspirazione di quanti, di fronte alle difficoltà e alle incertezze del settore privato,
ravvisano, invece, in un impiego nella Pubblica Amministrazione maggiori ele-
menti di stabilità.
Si tratta, tuttavia, di generalizzazioni troppo diffuse e spesso fuorvianti che
non tengono in debito conto di quanto oggi si sia progressivamente ridotta la di-
stanza tra il settore pubblico ed il settore privato.
Da tempo, infatti, si assiste ad un importante fenomeno di “assimilazione” tra i
due settori, verificatosi sia per effetto della trasformazione di importanti e numerosi
Enti pubblici in organizzazioni di tipo privatistico (con conseguente adozione delle
regole relative ai rapporti di lavoro), sia per il passaggio sempre più frequente di
servizi e beni, gestiti un tempo dalla Pubblica amministrazione, a privati. Sebbene
tali precisazioni di ordine generale contribuiscano a ridimensionare in qualche mi-
sura la forte attrattiva, da sempre esercitata dal settore pubblico, quest’ultimo rap-
presenta ancora un’interessante opportunità per i giovani alla ricerca di un’occupa-
zione.
1) I lavoratori della pubblica amministrazione
Se, come si è avuto modo di dire, la Pubblica amministrazione è l’insieme di
Enti e soggetti pubblici (Stato, Ministeri, Comuni, Province, Regioni, ecc.) e talora
privati (Organismi di diritto pubblico, concessionari, s.p.a. miste), preposti a svol-
gere funzioni amministrative nell’interesse della collettività, per “dipendenti pub-
blici” s’intendono coloro che sono impiegati presso:
- Ministeri, aziende statali, scuole pubbliche
- Enti locali (Regioni, Province, Comuni)
- Aziende municipalizzate e consorzi
- Unità sanitarie locali e ospedali
- Università
- Camere di commercio
- Corpi militari (Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco, ecc)
46
2) Tratti caratteristici del lavoro pubblico
Ma quali sono le caratteristiche peculiari del lavoro dipendente pubblico?
Esse sono sintetizzabili come segue:
- non esiste un “padrone“ o un “datore di lavoro fisico” , bensì un’ entità astratta, vale a
dire lo Stato, la Regione, ecc.;
- lo scopo sociale dell’Amministrazione pubblica non è quello di realizzare un profitto,
cioè un utile dal punto di vista economico, quanto piuttosto di fornire un servizio pub-
blico, dal valore economico difficilmente quantificabile;
- le condizioni di lavoro sono codificate in modo molto preciso per quanto riguarda orari
e mansioni (in genere esiste una suddivisione in livelli e qualifiche);
- i livelli di autonomia decisionale sono piuttosto limitati in quanto esiste una organizza-
zione gerarchica e legislativa molto precisa che deve essere rispettata. Una volta as-
sunti a tempo indeterminato esiste una certa sicurezza (anche se minore rispetto al pas-
sato) di stabilità del posto di lavoro;
- le prospettive di carriera e, quindi, le motivazioni professionali sono legate al supera-
mento di concorsi interni o alla presenza di meccanismi automatici di avanzamento: se-
guono, quindi, procedure molto formalizzate che, non sempre, sono in grado di valoriz-
zare la professionalità e la competenza dei singoli. I livelli retributivi sono rigidi e
poco finalizzati ad incentivare la qualità del lavoro.
In sintesi, le caratteristiche positive di questa tipologia di lavoro attengono alla
relativa stabilità lavorativa e all’elevato livello di sicurezza sociale (non esistono,
ad esempio, fenomeni di lavoro nero e ci sono molte forme di tutela come la possi-
bilità di fruire di permessi per motivi familiari e/o di studio, ecc.).
Quelle negative, invece, attengono alle limitate possibilità di carriera, alla dif-
ficoltà di accesso attraverso i concorsi, alla carenza di autonomia decisionale, al ri-
schio di demotivazione e di scarsa valorizzazione della professionalità.
Nella situazione attuale, il numero dei nuovi posti disponibili nel Pubblico Im-
piego non è molto elevato, a causa delle restrizioni della finanza pubblica che
hanno determinato un notevole freno alle nuove assunzioni; in genere, ci si limita a
coprire i vuoti nell’organico dovuti ai pensionamenti del personale in servizio.
La Pubblica amministrazione, poi, sempre più spesso attua una politica di
“esternalizzazione” per la fornitura di molti servizi.
Si tratta, in alcuni casi, di attività strumentali (supporto gestionale, ammini-
strativo, rapporto con gli utenti, call center, trasporti, pulizia, ecc.), in altri casi di
attività specialistiche (ad esempio progetti, formazione, sicurezza sul lavoro, ri-
cerca, progetti informatici, ecc.). Inoltre, molte pubbliche amministrazioni si
stanno orientando a soddisfare particolari esigenze di organico – dovute all’attiva-
zione di nuovi servizi o alla necessità di reperire professionalità specifiche – me-
diante contratti esterni di fornitura con altre aziende, cooperative, liberi professio-
nisti: pertanto potrebbe non essere inconsueto lavorare nel settore pubblico con
forme di lavoro parasubordinato o autonomo.
Non sempre, dunque, essere dipendente di una Pubblica Amministrazione si-
gnifica necessariamente avere un contratto di lavoro subordinato perché, sempre
47
più spesso, vengono stipulati contratti di collaborazione, di somministrazione, di
appalto, ecc. Di conseguenza sono molte le vie dall’accesso al settore pubblico,
l’importante è disporre delle giuste informazioni e degli strumenti adeguati per affi-
nare le strategie di ricerca.
3) I requisiti per l’accesso al pubblico impiego
L’accesso al pubblico impiego è, di norma, subordinato dalla legge al possesso
di alcuni requisiti:
- cittadinanza italiana o di un paese dell’Unione Europea;
- età non inferiore a 18 anni;
- idoneità fisica a ricoprire l’incarico;
- titolo di studio richiesto;
- non essere stati destituiti o dispensati da un impiego presso la Pubblica Amministra-
zione;
- non aver riportato condanne penali;
- godere dei diritti politici.
Alcuni di questi requisiti sono di rilevanza giuridica, altri di idoneità della
persona:
REQUISITI
DI RILEVANZA GIURIDICA
REQUISITI
DI IDONEITÀ DELLA PERSONA
• cittadinanza italiana o appartenenza ad uno
dei Paesi membri dell’Unione Europea
• 18 anni d’età
• idoneità fisica all’impiego
• idoneità cosiddetta “intellettuale”
- titolo di studio
- superamento di prove concorsuali.
Di conseguenza è precluso l’accesso al pubblico impiego a coloro che sono
stati esclusi dall’elettorato attivo o sono stati destituiti dall’impiego presso una
Pubblica Amministrazione.
4) Le modalità di accesso al pubblico impiego
Secondo il nostro ordinamento (D.lgs. n. 165/2001), l’accesso al Pubblico im-
piego, sia a tempo pieno che a tempo parziale è regolato, a seconda delle quali-
fiche, in base alle seguenti modalità:
– Procedure concorsuali
(concorso pubblico per esami, titoli, titoli ed esami, corso-concorso)
per le Qualifiche superiori al V livello
48
– Inserimento nelle “liste speciali
per le Qualifiche inferiori al V livello (richiesta solo la scuola dell’obbligo)
– “Chiamata numerica”
per gli appartenenti alle Categorie Protette (L. n. 482/1968)
1.1. Le procedure concorsuali
Il concorso pubblico è un procedimento di reclutamento del personale nei set-
tori della P.A., tramite selezioni volte a verificare la professionalità richiesta da
svolgersi secondo criteri prefissati, contenuti nei bandi di concorso.
Il bando, vale a dire il documento ufficiale che regolamenta un concorso pub-
blico, fornisce in dettaglio tutte le informazioni necessarie per parteciparvi.
In particolare, ogni bando descrive:
- posto a concorso: descrizione del profilo professionale, trattamento economico e tipo di
contratto;
- requisiti per l’ammissione: elenco delle condizioni richieste per partecipare (titolo di
studio e le eventuali esperienze);
- modalità di presentazione della domanda: informazioni da inserire nella domanda, indi-
rizzo a cui va spedita, modalità attraverso cui può essere recapitata e data di scadenza per
la presentazione;
- documentazione da allegare alla domanda: ad esempio copia di documenti che attestano
eventuali titoli, del curriculum o della ricevuta del vaglia postale comprovante il versa-
mento della tassa di ammissione al concorso;
- commissione esaminatrice: modalità di nomina, componenti, poteri;
- criteri per la valutazione dei titoli (di servizio, di studio e curriculum professionale) e re-
lativi punteggi;
- programma e diario delle prove: articolazione delle prove d’esame (scritta, pratica,
orale) e i suoi contenuti;
- valutazione delle prove: i punteggi attribuibili a ciascuna prova;
- titoli di preferenza: elenco dei titoli di preferenza che possono essere presentati dopo
aver superato le prove;
- nomina del vincitore: modalità attraverso cui viene nominato il vincitore e disposizioni
per assumere servizio.
L’Ente promotore è tenuto a dare massima pubblicità e diffusione al concorso
attraverso la pubblicazione del Bando sulla Gazzetta Ufficiale - IV serie speciale
Concorsi ed esami 1, nei giorni di martedì e venerdì o di “Avvisi” che riportano solo
un estratto del bando stesso.
La diffusione degli avvisi e dei bandi di concorso avviene per lo più attraverso
la pubblicazione su giornali e riviste specializzate, che hanno in genere cadenza
quindicinale, ma anche su siti internet e televisione.
1 La Gazzetta Ufficiale è reperibile nelle edicole, ma è possibile consultarne copia presso le bi-
blioteche pubbliche, gli Uffici Informazioni dei Servizi per l’Impiego o, dove sono presenti, i Centri di
Informazione.
49
Bandi riferibili a particolari settori sono rinvenibili sulle seguenti fonti uffi-
ciali: Gazzetta ufficiale della Comunità, Bollettino ufficiale della Regione, Bollet-
tino ufficiale del CNR, Bandi di concorso dei Comuni, Bandi di concorso delle
Aziende, USL.
1) Le diverse tipologie di concorso
Esistono sostanzialmente due tipologie di concorso pubblico.
a) Concorso unico: recente introduzione del nostro ordinamento, può essere
bandito sia a livello nazionale che circoscrizionale, ogni due anni. Scopo di
tale tipologia concorsuale è predisporre una graduatoria, cui possano attin-
gere le varie amministrazioni pubbliche per reclutare il personale di cui
hanno bisogno. Ciascuna amministrazione, quindi, non bandisce autonoma-
mente i concorsi finalizzati all’inserimento di personale nel proprio orga-
nico. Viste le caratteristiche di questo concorso, i candidati possono indi-
care nella domanda di ammissione le amministrazioni e le sedi in cui, se
vincitori, intendono essere assegnati.
Si segnala che non possono ricorrere al concorso unico le seguenti ammini-
strazioni:
- Regioni
- Amministrazioni del Servizio sanitario nazionale
- Enti locali e loro consorzi
- Istituzioni universitarie, di ricerca e sperimentazione
b) Concorso bandito dall’Ente interessato ad assumere: in questo caso è la
singola amministrazione che procede autonomamente alla ricerca di perso-
nale da inserire nel proprio organico.
Indipendentemente dalla tipologia concorsuale, possono essere previsti i se-
guenti criteri di selezione:
- per esami: l’assunzione avviene dopo che i candidati hanno sostenuto e superato una
o più prove (scritte, orali e talvolta basate su quesiti a risposta sintetica o test)2;
- per titoli3: In questo caso i partecipanti non devono affrontare alcuna prova di sele-
zione, ma solo presentare i titoli elencati nel bando, in base ai quali verrà elaborata
una graduatoria per stabilire l’ordine di assunzione;
2 Nei concorsi per esami il numero di prove varierà a seconda del tipo di profilo professionale ri-
chiesto.
Per quelli della settima qualifica o superiore consisterà in almeno due prove scritte e in una orale
comprendente l’accertamento di almeno una lingua straniera. Per quelli di quinta o sesta qualifica in
due prove scritte, di cui una almeno di contenuto teorico-pratico, e in una orale. Le prove scritte in ogni
caso potranno consistere anche in quesiti o test da risolvere in un tempo determinato.
50
- per titoli ed esami: in questo caso entrambi i criteri sono adottati nella selezione dei
candidati. Nella compilazione delle graduatorie definitive, si terrà conto sia degli esiti
degli esami sostenuti che dei titoli posseduti e della valutazione degli stessi;
- corso-concorso: si basa normalmente su una selezione pubblica, a seguito della quale
i vincitori devono partecipare a specifici corsi di formazione e qualificazione. Al ter-
mine di questi, l’assunzione è subordinata al superamento di una prova;
- selezione: consiste nello svolgimento di prove pratiche tendenti ad accertare
l’idoneità del candidato a svolgere le mansioni attinenti il futuro lavoro.
2) Come partecipare al concorso
È importante dedicare molta attenzione alla lettura del bando, per accertarsi di
possedere tutti i requisiti richiesti e per conoscere gli adempimenti e le scadenze in-
dicate.
Alcuni bandi prevedono una riserva di posti per il personale già in servizio
presso l’Ente e spesso anche una riserva per i candidati appartenenti alle categorie
protette (L. n. 68/1999).
Per partecipare ad un concorso pubblico è necessario compilare la domanda di
ammissione, che può essere presentata su carta semplice sulla base di fac-simili o
appositi prestampati, generalmente contenuti nei bando di concorso o in distribu-
zione presso gli uffici preposti. Nella domanda, i partecipanti devono dichiarare di
norma le seguenti informazioni:
a. nome e cognome, domicilio e recapito4;
b. luogo e data di nascita;
c. possesso della cittadinanza italiana (o equiparata);
d. godimento dei diritti politici e non esclusione dall’elettorato politico attivo (o i motivi
del mancato godimento);
e. condanne penali o i procedimenti penali in corso (dichiarazione da rendere anche se
negativa);
f. posizione nei riguardi degli obblighi militari
g. servizi eventualmente prestati presso pubbliche amministrazioni e le cause di risolu-
zione dei precedenti rapporti di pubblico impiego (la dichiarazione va resa anche se ne-
gativa);
h. provvedimenti di destituzione, dispensa o decadenza dall’impiego presso pubbliche
amministrazioni (dichiarazione da rendere anche nel caso in cui non si abbia mai pre-
stato servizio);
i. titoli di studio posseduti con l’esatta indicazione delle date e degli istituti presso cui
sono stati conseguiti nonché delle votazioni riportate;
j. possesso dell’idoneità fisica all’impiego;
k. iscrizione alle liste elettorali del Comune di appartenenza (o motivi della cancellazione
dalle stesse);
3 Per titoli, di solito, si intendono titoli di studio, accademici ed eventuali specializzazioni, espe-
rienze lavorative maturate, pubblicazioni.
4 I candidati devono dichiarare nella domanda il recapito al quale desiderano siano trasmesse
eventuali comunicazioni.
51
l. conoscenza della lingua italiana (solo per i candidati appartenenti all’Unione Europea);
m. eventuale richiesta di ausilio per l’espletamento delle prove (in caso di candidati porta-
tori di handicap);
n. titoli di riserva, precedenza o preferenza posseduti (tra quelli previsti dall’art. 5 del
D.P.R. 9/5/1994, n. 487);
o. conoscenza della lingua straniera all’accertamento della quale essere sottoposti nel-
l’ambito della prova orale (solo per concorsi a posti di 7a qualifica o superiori).
3) Note per la compilazione della domanda
Nella compilazione della domanda è necessario porre attenzione ad alcuni im-
portanti aspetti formali che potrebbero al contrario inficiare la validità della parte-
cipazione.
- Tutti i requisiti devono essere posseduti alla data di scadenza del termine fissato nel
bando per la presentazione della domanda di ammissione.
- In base alle nuove regole sulla semplificazione amministrativa, non è più necessario alle-
gare i certificati e i documenti che attestano la veridicità delle dichiarazioni emesse, ma
è sufficiente l’autocertificazione del dichiarante, fermo restando che l’Ente può riservarsi
di richiedere copia della documentazione al candidato vincitore.
- Non è più necessaria neanche l’autenticazione della firma in calce alla domanda di par-
tecipazione. Ai sensi dell’art. 18 L. n. 241/90 (Nuove norme in materia di procedimento
amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), i concorrenti, infatti,
possono avvalersi anche in questo caso dell’autocertificazione.
- La domanda di partecipazione al concorso non deve presentare cancellature o correzioni
e deve necessariamente essere datata e firmata.
- La domanda deve essere presentata perentoriamente entro il termine fissato dal bando
che, di norma corrisponde al trentesimo giorno dalla data di pubblicazione dello stesso
sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Speciale – Concorsi ed esami. Conseguentemente, non
possono essere prese in considerazione domande che per un qualsiasi motivo, non
esclusa la forza maggiore, siano state presentate o spedite oltre il termine prefissato.5
- La domanda di partecipazione va generalmente inoltrata a mezzo raccomandata con av-
viso di ricevimento; qualora il bando lo preveda, è necessario effettuare tramite vaglia o
bollettino di c/c postale, anche il versamento di una tassa d’ammissione, la cui ricevuta
va allegata alla domanda.
Nel caso di non ammissione al concorso, la Pubblica Amministrazione prov-
vede, generalmente, a darne notizia al candidato tramite telegramma o a mezzo rac-
comandata; in caso di convocazione, invece, l’Amministrazione può anche non in-
viare alcuna comunicazione: in questo caso il candidato deve presentarsi al con-
corso sulla base del calendario d’esami, pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
5 La data di spedizione è stabilita e comprovata dal timbro a data dell’ufficio postale accettante.
Se il termine di scadenza corrisponde con un festivo, lo stesso è prorogato al primo giorno lavorativo
successivo.
52
4) Come si prepara il concorso
Indipendentemente dal tipo di prove previste, per partecipare ad un concorso è
fondamentale iniziare per tempo la preparazione. Infatti, se nel settore privato è ne-
cessario, soprattutto, informarsi riguardo l’azienda presso cui si dovrà sostenere la
selezione e conoscere il settore produttivo di riferimento, nel settore pubblico è ne-
cessario essere ben preparato nelle materie oggetto d’esame.
E per allenarsi alle prove richieste, esistono in commercio numerose pubblica-
zioni che preparano ad affrontare i concorsi pubblici.
A tal fine, si consiglia di non aspettare la comunicazione del diario delle prove
d’esame per cominciare a studiare, ma di iniziare a farlo dal momento stesso del-
l’invio della domanda, leggendo con attenzione gli argomenti d’esame, reperendo i
manuali e i testi di legge necessari.
Potrebbe risultare di molta utilità anche intervistare persone che ricoprono il
profilo professionale per cui si concorre, dalle quali sarà possibile ricavare utili in-
dicazioni su come affrontare l’esame, cosa studiare e come prepararsi alle prove.
5) Le prove del concorso
I concorsi prevedono di norma una o più prove scritte e una o più prove orali.
Generalmente la prova scritta può consistere in un tema, un questionario, un
test a risposta multipla da risolvere in un lasso di tempo prestabilito, nella stesura
di un atto amministrativo oppure in prove attitudinali, quali ad esempio:
- test psicoattitudinali, utilizzati soprattutto per effettuare una prima scrematura dei candi-
dati, sono caratterizzati da una serie di quiz che saggiano le attitudini logico-matematiche
e linguistiche;
- quiz a scelta multipla, si tratta di una serie di domande di cultura generale o sulle materie
d’esame, alle quali si deve rispondere scegliendo tra un numero limitato di risposte dis-
ponendo di un lasso di tempo abbastanza breve;
- domande con risposta sintetica caratterizzata da una serie di quesiti a cui bisogna rispon-
dere liberamente rispettando però lo spazio massimo a disposizione.
La prova orale consiste in un colloquio sulle stesse materie di quella scritta,
con l’aggiunta eventualmente di altre, quali ad esempio la prova di informatica o di
lingua.
È importante ricordare che i disabili e i portatori di handicap possono benefi-
ciare nell’espletamento delle prove degli ausili necessari e dei tempi aggiuntivi ne-
cessari, facendone esplicita richiesta nella domanda di partecipazione al concorso.
53
6) Dopo lo svolgimento del concorso
Superate le prove scritte, il candidato verrà informato sui voti ottenuti e sulla
data di svolgimento del colloquio, con almeno un preavviso di circa 20 giorni. Le
procedure concorsuali dovranno, in ogni caso, concludersi entro sei mesi dal ter-
mine delle prove scritte.
Vengono ritenuti idonei i candidati che superano le prove scritte e la prova
orale con un punteggio non inferiore a 21/30. Il punteggio finale è dato dalla
somma dei voti ottenuti nelle prove e quello attribuito dai titoli.
In caso di parità tra due o più candidati, la preferenza viene determinata da:
- numero dei figli a carico;
- lodevole servizio presso le amministrazioni pubbliche;
- età anagrafica (viene preferito il candidato più giovane).
I vincitori del concorso, superato il periodo di prova che può variare dai 3 ai 6
mesi, entrano nell’organico dell’Ente. Le graduatorie hanno validità temporanea
(circa 18 mesi) e sono utilizzabili, in tempi successivi, per la copertura dei posti
che eventualmente si rendessero vacanti.
1.2. L’assunzione delle basse qualifiche tramite avviamento dei centri per
l’impiego (art. 16 della legge n. 56/1987)
Cosa è
Ai sensi dell’art. 16 della L. n. 56 del 28.2.87 gli Enti pubblici6, le amministra-
zioni dello Stato anche ad ordinamento autonomo, gli Enti pubblici non economici
a carattere nazionale, Province e i Comuni hanno la possibilità di assumere, senza
concorso, personale destinato a qualifiche di basso contenuto professionale (ausi-
liari, inservienti, bidelli, operai, impiegati video terminalisti, ecc.) per le quali è
sufficiente il solo requisito della scuola dell’obbligo o l’eventuale professionalità
richiesta.
Le assunzioni avvengono tramite i Centri per l’impiego e possono essere sia a
tempo indeterminato, sia a tempo determinato.
1) I requisiti richiesti
Per poter essere assunti, i candidati devono, inoltre, possedere i seguenti requisiti:
- cittadinanza italiana;
- aver assolto l’obbligo scolastico o titolo equipollente;
6 Sono esclusi dal campo di applicazione della legge gli enti pubblici economici, il Ministero del-
l’Interno e il Ministero di Grazia e Giustizia.
54
- idoneità fisica all’impiego;
- godimento dei diritti politici;
- aver compiuto il 18° anno d’età;
- possedere particolari qualifiche richieste dall’Ente;
- essere disoccupato o occupato a tempo determinato;
- essere iscritti alle liste dell’art. 16.
2) Modalità di iscrizione alle liste
Gli interessati all’iscrizione nelle liste dell’art. 16 devono inoltrarne richiesta
ai Centri per l’impiego, territorialmente competenti, presentando al momento del-
l’iscrizione, un documento d’identità, un’autocertificazione del proprio reddito, i
carichi familiari, lo stato civile, il titolo di studio e l’eventuale qualifica.
Al lavoratore possono essere attribuiti dei punteggi aggiuntivi, in presenza di
eventuali corsi di formazione svolti o di precedenti esperienze lavorative.
3) Le modalità di assunzione
Le assunzioni avvengono tramite i Centri per l’Impiego, territorialmente com-
petenti e interessano tutti i disoccupati, iscritti nella lista riservata per le assunzioni
di personale della Pubblica Amministrazione, chiamata appunto “articolo 16”.
Quando l’Ente pubblico interessato all’assunzione invia la richiesta al centro
dell’impiego, questo provvede a darne opportuna pubblicità. Per comunicare la
propria disponibilità, gli interessati devono presentarsi personalmente al Centro per
l’Impiego, dove verrà predisposta un’apposita graduatoria dei candidati, sulla base
dei seguenti criteri:
a) Carico familiare.
b) Situazione economica e patrimoniale del lavoratore da accertarsi attraverso la Certifi-
cazione ISEE (reddito e patrimonio dell’intero nucleo familiare). La dichiarazione
ISEE è quella che si fonda sulla situazione reddituale dell’anno precedente inteso in
senso fiscale (esempio: fino al 31/07/2007 si richiede l’ISEE relativa ai redditi, patri-
moni e situazione familiare del 2005; dal 01/08/2007 fino al 31/07/2008 si richiede
l’ISEE relativa ai redditi, patrimoni e situazione familiare del 2006).
c) Anzianità dello stato di disoccupazione (il cui criterio viene definito dal d.lgs 297/02).
Per ogni mese di anzianità, per un massimo di 24 mesi, verranno sottratti 50 punti al-
l’indicatore ISEE. Il risultato di questa operazione determinerà la posizione in gradua-
toria del lavoratore.
Per le chiamate a tempo determinato possono partecipare solo gli iscritti al
Centro per l’Impiego, in qualità di disoccupati immediatamente disponibili al la-
voro e privi di qualsiasi occupazione.
Per le chiamate a tempo indeterminato possono partecipare tutti i lavora-
55
tori/trici. In questo caso la graduatoria viene formulata rispettando le priorità di se-
guito elencate:
- Hanno la precedenza disoccupati e sospesi (dunque coloro che sono privi di lavoro, co-
loro che lavorano a tempo determinato entro i limiti che escludono la sospensione, coloro
che lavorano a tempo determinato superando i limiti di legge e sono sospesi, gli auto-
nomi e gli indeterminati part-time che mantengono l’iscrizione);
- In subordine, possono rispondere i lavoratori occupati a tempo determinato con la perdita
dello stato di disoccupazione;
- Infine gli occupati a tempo indeterminato la cui posizione in graduatoria verrà determi-
nata esclusivamente dalla certificazione ISEE.
Gli avviamenti a selezione vengono effettuati esclusivamente sulla base della
graduatoria dei candidati presenti. Sarà poi cura dell’Ente Pubblico contattare il la-
voratori/trice e sottoporlo alla prova selettiva, a cui sarà avviato un numero di per-
sone doppio rispetto ai posti disponibili.
È importante segnalare che il candidato che rinunci o non si presenti alla sele-
zione per un impiego a tempo indeterminato senza giustificato motivo verrà auto-
maticamente cancellato dalla lista.
1.3. Le assunzioni dei disabili
Cosa è
L’inserimento disabili nel mondo del lavoro è regolamentato dalla Legge 12
marzo 1999 n. 68, la cosiddetta legge sul collocamento obbligatorio, che vincola i
datori di lavoro pubblici e privati ad assumere lavoratori disabili dalla lista degli in-
validi e delle altre categorie protette.
Tale provvedimento che si propone di favorire l’integrazione socio-lavorativa
delle persone disabili attraverso una serie di interventi volti a stabilire una diretta
correlazione tra le capacità lavorative dei soggetti protetti e le occasioni d’impiego,
ha radicalmente modificato la regolamentazione del “collocamento obbligatorio”,
rinviando però alle Regioni la competenza della sua organizzazione nel quadro
della regionalizzazione dei servizi per l’impiego.
1) Requisiti dei beneficiari
Beneficiari del provvedimento sono tutti coloro che si trovano in condizioni di
disoccupazione e rientrano in una delle seguenti categorie:
- invalidi di guerra (militari e civili);
- persone non vedenti (cecità assoluta o residuo visivo non superiore a un decimo in en-
trambi gli occhi);
- sordomuti (sordità congenita o contratta prima d’iniziare a parlare);
- persone invalide del lavoro con invalidità superiore al 33%;
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- persone affette da minoranze fisiche, psichiche e sensoriali e portatori di handicap intel-
lettivo con una riduzione delle capacità lavorative superiore al 45%;
- orfani per cause di lavoro, guerra e servizio ed equiparati, profughi;
- invalidi per servizio e del lavoro (riduzione della capacità lavorativa non inferiore ad un
terzo, accertata dall’INAIL);
- invalidi civili (invalidità superiore al 45% sia di tipo fisico che psichico, accertata dalla
ASL);
Gli interessati devono, inoltre, possedere i seguenti requisiti:
- aver assolto l’obbligo scolastico;
- essere in età lavorativa (fino a 60 anni per le donne - fino a 65 per gli uomini);
- essere domiciliati o residenti nella zona di riferimento del centro per l’impiego;
- essere disoccupati.
L’accertamento delle condizioni che danno diritto ai benefici del sistema dei
soli invalidi civili è effettuato dalla commissione medica della ASL, secondo i cri-
teri indicati da uno specifico atto di indirizzo e coordinamento del presidente del
Consiglio. Per la valutazione della riduzione della capacità lavorativa, derivante da
infortunio sul lavoro e malattia professionale è sufficiente la certificazione rila-
sciata dall’INAIL. L’accertamento delle invalidità di guerra e civili continua ad es-
sere effettuato ai sensi del Testo unico approvato con il DPR 915/78.
2) Le quote d’obbligo da parte delle aziende
Per l’assunzione dei lavoratori disabili, la legge ha disposto delle quote
d’obbligo; in particolare sono tenuti all’assunzione obbligatoria, così come previsto
dalla L. 68/99, art. 3, tutte le Pubbliche Amministrazioni, nelle seguenti misure:
- da 15 a 35 dipendenti: 1 assunzione, con richiesta nominativa;
- da 35 a 50 dipendenti: 2 assunzioni, con una richiesta nominativa ed una numerica;
- oltre 50 dipendenti: 7% dei lavoratori occupati (con le esclusioni previste dalla Legge),
di cui il 60% a richiesta nominativa ed il 40% a richiesta numerica.
3) Le modalità di assunzione
I datori di lavoro possono procedere a tali assunzioni ricorrendo alle seguenti
modalità: chiamata numerica; chiamata nominativa mediante convenzione; con-
corsi pubblici.
a) Chiamata numerica:
Nel settore pubblico l’assunzione avviene mediante chiamata numerica per co-
prire la propria quota di riserva limitatamente alle categorie A e B1, per le quali
non è previsto il concorso pubblico. Essa avviene sulla base dell’ordine della gra-
duatoria e alla qualifica richiesta.
57
Le graduatorie vengono formate sulla base dei seguenti criteri:
- anzianità d’iscrizione;
- carico familiare;
- condizione economica;
- grado d’invalidità.
La permanenza nella graduatoria è subordinato alla dichiarazione annuale del
reddito e del carico familiare.
b) Chiamata nominativa mediante convenzione:
Gli Enti pubblici possono stipulare delle convenzioni sulla base delle quali
procedere all’assunzione di personale corrispondente alle qualifiche A e B1.
La procedura prevede che l’Ente chieda alla Provincia la segnalazione dei can-
didati da sottoporre alla selezione cui segue l’invio della proposta preliminare di
convenzione. L’ufficio per il collocamento mirato individua, anche mediante av-
viso pubblico, l’elenco dei candidati e lo trasmette all’Ente richiedente, il quale ef-
fettua la selezione dei candidati segnalati e trasmette la graduatoria alla provincia.
Infine, la provincia e l’Ente stipulano la convenzione con la collaborazione di
partner istituzionali (ASL, Centri di formazione, Comune) o con la collaborazione
di cooperative sociali.
c) Concorsi pubblici:
I disabili possono partecipare a qualunque concorso pubblico, ma per consen-
tirgli di concorrere in condizioni di effettiva parità, i bandi prevedono generalmente
speciali modalità di svolgimento. Coloro che abbiano conseguito idoneità possono
essere assunti anche se non versano in stato di disoccupazione, ma oltre il limite
dei posti ad essi riservati.
58
FAC SIMILE
BANDO DI CONCORSO
Senato della Repubblica
Servizio del Personale
Senato della Repubblica
3 giugno 2007
n. Prot. 21567/a22
CONCORSO PUBBLICO PER TITOLI ED ESAMI PER LA
COPERTURA DI N. 10 POSTI DI
“COADIUTORE PARLAMENTARE”
XX QUALIFICA FUNZIONALE
IL PRESIDENTE
Vista la deliberazione del Consiglio di Presidenza del 15 dicembre 1999,
n. 8
SU PROPOSTA DEL SEGRETARIO GENERALE
RENDE NOTO
È indetto un pubblico concorso per titoli ed esami per la copertura di n. 10
posti di “Coadiutore parlamentare” XX qualifica funzionale - presso il Se-
nato della Repubblica.
Lo stipendio iniziale di Euro XXXX, corrisponde alla XX qualifica fun-
zionale, è suscettibile di progressione economica ai sensi delle norme del
vigente Regolamento Organico del personale del Senato.
Saranno inoltre corrisposti l’assegno annuo di L. XXXX, l’indennità inte-
grativa speciale, le eventuali altre indennità spettanti al personale comu-
nale, nonché gli assegni per il nucleo familiare se spettanti e la tredice-
sima mensilità nella misura consentita dalle vigenti disposizioni.
Tutti gli assegni saranno assoggettati alle ritenute erariali, previdenziali ed
assistenziali di legge.
L’età minima per partecipare al concorso è di anni 18.(*)
Sono ammessi al concorso gli aspiranti in possesso del seguente titolo di
studio:
Diploma di Istruzione Secondaria di secondo grado.
Tutti i requisiti prescritti devono essere posseduti alla data di scadenza del
termine stabilito nel bando di concorso per la presentazione della do-
manda di ammissione.
SCHEDA D’APPROFONDIMENTO
Data
emissione
bando
Figura
professionale
Livello
Stipendio
Requisito
d’età
Titolo
di studio
richiesto
59
In relazione alla specialità ed alle mansioni del posto messo a concorso, si
precisa che, ai sensi della L. 28 marzo 1991 n. 120, non possono essere
ammessi al concorso i soggetti privi di vista.
Ai sensi dell’art. 37 del D.Legs. 3 febbraio 1993, n. 29 anche i cittadini
degli Stati membri della Comunità Economica Europea possono accedere
ai posti presso le amministrazioni pubbliche.
La domanda di ammissione al concorso, da redigersi sull’apposito modulo
ed indirizzata Senato della Repubblica deve essere presentata entro le ore
17.00 del giorno lunedi 3 luglio 2007. Per le domande inviate a mezzo
posta, vale la data del timbro postale.
Gli aspiranti, pena l’esclusione dal concorso, debbono dichiarare nella do-
manda:
a) la data e il luogo di nascita e la precisa indicazione del domicilio al
quale devono essere trasmesse le comunicazioni;
b) il possesso della cittadinanza italiana o quella di uno degli Stati
membri dell’Unione Europea;
(*) N.B. In base alla L. 15 maggio 1997, n. 127 il limite massimo di
età per poter partecipare ai concorsi pubblici è stato abolito.
c) il Comune di iscrizione nelle liste elettorali, ovvero i motivi della non
iscrizione o della cancellazione dalle liste medesime;
d) lo stato civile;
e) il titolo di studio posseduto con l’indicazione dei seguenti elementi:
- la votazione finale riportata;
- l’Istituto o la Scuola presso cui è stato conseguito;
- la data di conseguimento;
f) il godimento dei diritti civili (per i cittadini degli Stati membri del-
l’Unione Europea; il godimento dei diritti civili e politici anche nello
stato di appartenenza o provenienza);
g) le eventuali condanne penali riportate od i procedimenti penali in
corso o l’assenza assoluta di condanne e procedimenti penali;
h) la posizione nei riguardi degli obblighi militari (per i concorrenti di
sesso maschile);
i) lo stato di sana e robusta costituzione fisica con esenzione da difetti
che possano influire sul rendimento del servizio;
j) i servizi prestati presso Pubbliche Amministrazioni e le cause di riso-
luzione di eventuali precedenti rapporti di pubblico impiego.
La firma in calce alla domanda non deve essere più autenticata come dis-
posto dall’art. 3, comma 5, della legge 15 maggio 1997, n.127.
Per gli aspiranti che siano dipendenti statali e degli altri Enti Locali è suf-
ficiente il visto, rispettivamente del capo dell’Ufficio nel quale prestano
servizio e del capo dell’Amministrazione da cui dipendono.
Alla domanda di ammissione devono essere allegati i seguenti documenti:
1) QUIETANZA rilasciata dal Tesoriere comunale - Banca “X” o rice-
vuta del versamento effettuato sul Conto Corrente Postale n. XXXX
intestato al Comune di “X” - Servizio di Tesoreria (indicando obbli-
gatoriamente la causale Tassa concorso pubblico a n. 1 posto vacante
di “Assistente amministrativo” liv. 6°), comprovante il pagamento
della tassa di concorso di L. 7.500;
Data di
scadenza
60
2) gli eventuali titoli (in originale o in copia autenticata) comprovanti il
diritto di precedenza o preferenza alla nomina.
Si precisa che la documentazione di cui sopra potrà essere sostituita da di-
chiarazione temporaneamente sostitutiva, sottoscritta dall’interessato ai
sensi dell’art. 3 della legge 15.5.1997 n. 127, ad esclusione della quie-
tanza di versamento.
Ai sensi della L. 23 agosto 1988 n. 370, le domande di concorso e gli atti
e documenti allegati sono esenti dall’imposta di bollo.
PROVE D’ESAME
I candidati ammessi al concorso dovranno sostenere le seguenti prove
d’esame: una prova scritta ed una prova orale sulle seguenti materie:
a) Prova scritta
- nozioni di diritto civile e di diritto amministrativo;
- nozioni di amministrazione del patrimonio e contabilità pub-
blica.
b) Prova orale
- materie delle prove scritte;
- nozioni di organizzazione comunale;
- ordinamento dello Stato.
Il diario delle prove d’esame sarà comunicato ai singoli candidati nei
modi e nei termini stabiliti dal vigente Regolamento Organico del perso-
nale.
L’assenza dagli esami comporta l’esclusione dal concorso.
Per essere ammessi a sostenere le prove di esame, i concorrenti devono
essere muniti di un idoneo documento di riconoscimento.
Il concorrente, dichiarato vincitore, sarà invitato dall’Amministrazione a
presentare, nel termine di giorni 30 dalla data di ricevimento della parteci-
pazione, a pena di decadenza, i documenti stabiliti dal vigente Regola-
mento Organico del personale, precisamente:
a) il certificato generale del Casellario Giudiziario;
b) l’originale del diploma di studio o il documento rilasciato dalla com-
petente autorità scolastica, in sostituzione del diploma, ovvero copia
di uno dei suddetti documenti, autenticata dal pubblico ufficiale;
c) il certificato medico attestante la sana e robusta costituzione e
l’idoneità fisica all’impiego;
d) gli altri documenti necessari per dimostrare il possesso dei requisiti
prescritti.
Il personale statale e degli altri Enti Locali di ruolo deve presentare una
copia integrale dello stato di servizio, il titolo di studio ed il certificato
medico; è, invece, esonerato dalla presentazione di documenti per dimo-
strare il possesso degli altri requisiti.
La nomina del vincitore diventerà definitiva dopo il periodo di prova sta-
bilito dal vigente Regolamento Organico del personale.
Materie delle
prove scritte e
orali
61
La graduatoria degli idonei potrà essere utilizzata, per tre anni dalla data
di approvazione della graduatoria stessa, da parte dell’Amministrazione,
non solo per il posto messo a concorso ma anche per quelli che rimar-
ranno disponibili entro tale termine.
L’espletamento del presente bando di concorso sarà attuato nel pieno ri-
spetto delle norme contenute nella Legge 2.4.1968, n. 482. Gli apparte-
nenti alle categorie indicate dalla normativa predetta che abbiano conse-
guito l’idoneità, verranno inclusi nell’ordine di graduatoria tra i vincitori;
a parità di punteggio valgono le precedenze stabilite dall’art. 5 del T.U.
approvato con D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3 e successive modificazioni.
Saranno osservate le disposizioni di cui alle Leggi 24.12.86, n. 958 (a tal
fine sarà ritenuta valida unicamente la produzione del foglio matricolare
dello stato di servizio che costituisce il documento probatorio per
l’applicazione delle norme di tale Legge) e 5.2.1992, n. 104.
Per quanto previsto dal presente bando valgono le disposizioni contem-
plate dalla L.R. n. 4 del 5.3.1993 e dal vigente Regolamento Organico del
personale.
Ogni utile informazione potrà essere fornita dall’ufficio Concorsi del Se-
nato della Repubblica (tel.).
IL SEGRETARIO GENERALE IL PRESIDENTE
Durata della
graduatoria
62
DOMANDA DI PARTECIPAZIONE AL CONCORSO
Al
Comune di “X”
Il/La sottoscritto/a _____________________________________
nato/a a _____________________________ il _______________,
residente a __________________________ in via __________________________
presa visione del bando con il quale è stato indetto il concorso pubblico per esami per la coper-
tura di n. 1 posto vacante di “Assistente amministrativo” 6a qualifica funzionale - presso il Set-
tore organizzazione Generale - indetto da codesta Amministrazione
c h i e d e
di poter partecipare allo stesso.
A tal fine lo/la scrivente dichiara sotto la propria responsabilità di:
1. essere cittadino/a italiano/a;
2. essere iscritto/a nelle liste elettorali del Comune di ;
ovvero di non essere iscritto/a per i seguenti motivi: ____________________________;
3. essere di stato civile: _________________ (celibe/nubile/coniugato/a con n. _____ figli);
4. essere in possesso del seguente titolo di studio __________________________________
conseguito in data ______________ presso _________________________________ con
votazione finale di _________;
5. godere dei diritti civili; per i cittadini degli Stati membri della Comunità Economica Eu-
ropea: di godere dei diritti civili e politici anche nello stato di appartenenza o provenienza;
6. non avere riportato condanne penali;
ovvero aver riportato le seguenti condanne penali: _________________________________
7. non avere procedimenti penali pendenti;
ovvero avere i seguenti procedimenti penali pendenti: ______________________________
8. essere nella seguente posizione nei riguardi degli obblighi militari (per i concorrenti di sesso
maschile): _______________________________________________________;
9. essere di sana e robusta costituzione fisica con esenzione da difetti che possano influire sul
rendimento del servizio;
10. aver diritto all’elevazione del limite massimo di età per i seguenti motivi: ______________
11. non essere stato destituito o dispensato dall’impiego presso pubbliche amministrazioni.
Chiede infine che ogni comunicazione relativa alla presente domanda venga fatta al seguente in-
dirizzo: ______________________________________________________________________
telefonico _______________________________.
Data _________________ Firma ______________________________
Allega alla domanda i seguenti documenti:
1. ________________________________________________________
2. ________________________________________________________
63
2. L’IMPIEGO NEL SETTORE PRIVATO
Tratti caratteristici del lavoro privato
Come si è già avuto modo di dire, appartengono al settore privato i dipendenti
che lavorano in ditte, imprese e società private e gli elementi che caratterizzano il
lavoro dipendente privato sono i seguenti.
- Il datore di lavoro è una persona fisica che ha la direzione e la responsabilità dell’azienda.
Ciò implica da un lato un maggiore controllo sul personale dipendente, dall’altro una mag-
giore attenzione ai rapporti e alle relazioni interpersonali.
- Fine ultimo dell’impresa privata è la produzione di un profitto economico, vale a dire la
produzione di un bene o un servizio per venderlo sul mercato, ricavandone un utile.
- Le condizioni di lavoro sono in genere regolamentate da contratti di lavoro, ma di fatto ri-
sentono di maggiore elasticità e flessibilità legate all’andamento del mercato e dell’azienda.
- I livelli di autonomia decisionale sono generalmente più ampi che nel settore pubblico e,
quindi, anche i livelli di responsabilità. La stabilità del posto di lavoro è, invece, certa-
mente minore proprio perché è legata alle leggi del mercato.
- Le prospettive di carriera sono, generalmente, più elevate e sono legate a processi di cre-
scita professionale, svincolati da norme burocratiche o dal possesso di titoli specifici.
- I livelli retributivi presentano una maggiore variabilità in funzione del riconoscimento
delle capacità professionali.
Tra gli elementi positivi del settore privato si annoverano le maggiori prospet-
tive di crescita professionale ed economica, offerte al contrario dall’impiego nel
settore pubblico, ma anche l’accesso diretto al mercato del lavoro, senza passare at-
traverso concorsi.
Tra gli elementi negativi, si rileva la minore stabilità del posto del lavoro e la
maggiore concorrenzialità e competitività.
Le modalità d’assunzione nel settore privato
L’assunzione nel settore privato avviene, oggi, prevalentemente attraverso le
seguenti tre modalità di accesso: chiamata nominativa e diretta; mediazione di
agenzie per il lavoro e altri operatori autorizzati; per effetto della legge sulle assun-
zioni obbligatorie.
2.1. La chiamata nominativa e diretta
L’assunzione con chiamata nominativa avviene, dunque, attraverso un rapporto
diretto tra datore di lavoro e l’aspirante lavoratore che sceglie in piena autonomia il
lavoratore da assumere, sulla base delle esigenze dell’azienda e senza il vincolo di
alcuna graduatoria. Il rapporto che si configura è, quindi, di tipo personale e la
scelta del lavoratore da assumere scaturisce dalla valutazione delle capacità e della
professionalità degli aspiranti.
L’istituto dell’assunzione diretta (introdotto dal Decreto legge n. 494 del 1994)
prevede che sia l’azienda a scegliere ed assumere direttamente il lavoratore, dando
64
immediata comunicazione ai Servizi per l’Impiego (Legge 27 dicembre 2006,
n. 296 - legge finanziaria 20077). Spetta, dunque, al datore di lavoro comunicare le
principali informazioni relative al lavoratore e al contratto stipulato (nominativo del
lavoratore assunto, la data di assunzione, il tipo di contratto, la qualifica, tratta-
mento economico e normativo).
L’assunzione rimane, dunque, un contratto che si stipula tra lavoratore ed
azienda. Il primo accetta le condizioni offerte e si impegna al rispetto dei vincoli e
delle norme indicate nel contratto, l’impresa si impegna a corrispondere la retribu-
zione indicata e a garantire il rispetto delle regole contrattuali e legislative a tutela
dei lavoratori. L’assunzione può prevedere un periodo iniziale di prova, la cui du-
rata, diversa in relazione alla qualifica ed al livello, è fissato all’interno dei CCNL
(Contratti collettivi nazionali di lavoro).
Si ricorda che è vietata qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto
riguarda l’accesso al lavoro (legge 903/77, “Parità di trattamento tra uomini e
donne in materia di lavoro”). Eventuali deroghe sono ammesse soltanto per man-
sioni particolarmente pesanti che devono essere individuate dalla contrattazione
collettiva.
2.2. L’intermediazione delle agenzie di collocamento private
L’assunzione nel settore privato può avvenire per il tramite delle agenzie di
collocamento privato che svolgono, accanto ai servizi pubblici per l’impiego, at-
tività di intermediazione somministrazione, ricerca e selezione del personale,
supporto alla ricollocazione professionale e più in generale di incrocio domanda-
offerta di lavoro. Le agenzie per il lavoro devono essere autorizzate o accreditate
e iscritte in una delle cinque sezioni dell’Albo nazionale istituito presso il Mini-
stero del lavoro e delle politiche sociali.
Nell’ambito di tali strutture, discorso a parte meritano le agenzie di sommini-
strazione per la particolarità del rapporto di lavoro che si instaura tra il lavoratore,
l’agenzia e l’azienda interessata: i lavoratori, infatti, vengono assunti non dall’a-
zienda, bensì dai soggetti abilitati per legge alla fornitura di manodopera, vale a
7 Dal 1° gennaio 2007 la Legge 296/2006 (Legge Finanziaria 2007) ha previsto l’obbligo di co-
municazione al Centro per l’Impiego della instaurazione del rapporto di lavoro entro il giorno antece-
dente. La novità riguarda tutti i rapporti di lavoro subordinato e di lavoro autonomo in forma coordina-
ta e continuativa, anche nella modalità a progetto, di socio lavoratore di cooperativa, di associato in
partecipazione con apporto lavorativo, di agenzia e rappresentanza di commercio e anche nel caso di
tirocini di formazione e di orientamento e ad ogni altro tipo di esperienza lavorativa ad essi assimilata.
L’obbligo riguarda tutti i datori di lavoro privati e pubblici. Solamente per le Agenzie per il Lavoro che
applicano il contratto di somministrazione di lavoro sono previsti termini diversi. Per tali soggetti è
previsto l’obbligo di comunicare entro i 20 giorni successivi, al Centro per l’Impiego nel cui ambito
territoriale è ubicata la loro sede operativa dell’Agenzia, l’assunzione, la proroga e la cessazione dei
lavoratori nel corso del mese precedente.
65
dire l’agenzia, per essere inviati però ad eseguire la prestazione di lavoro presso
altri soggetti, ovvero le imprese utilizzatrici.
Si tratta in ogni caso di un lavoratore subordinato, che non esegue la sua pre-
stazione a favore del suo datore di lavoro (che è comunque responsabile del suo sa-
lario e del rispetto delle normative che regolano il suo impiego), ma nei confronti
di un’impresa terza, che gli fornisce le istruzioni e lo inserisce nella sua organizza-
zione, ma rimane legata solamente da un rapporto commerciale con l’Agenzia, per
gli aspetti collegati all’instaurazione della relazione lavorativa e alla remunerazione
delle prestazioni effettuate dal lavoratore.
L’assunzione del lavoratore da parte dell’Agenzia può avvenire tanto a tempo
indeterminato (il lavoratore è sempre a disposizione, ma viene remunerato per le
prestazioni effettuate) quanto a tempo determinato (corrispondente alla durata del-
l’impiego, in una situazione che fa dell’Agenzia sostanzialmente un intermediario
di manodopera occasionale). All’impresa utilizzatrice, il lavoratore costa un po’ di
più del lavoratore che avrebbe assunto alle dipendenze, ma il risparmio avviene su
altri piani: non vi è selezione del personale, non vi sono procedure da rispettare per
l’attivazione e conclusione del rapporto di lavoro, non vi sono costi salariali ecce-
denti lo stretto tempo di utilizzo del lavoratore necessario.
Il contratto di somministrazione rappresenta una buona opportunità per i gio-
vani che vogliono inserirsi nel mercato del lavoro, permettendo di conoscere le
aziende e di realizzare una prima serie di esperienze certificabili di lavoro, spendi-
bili nella costruzione del proprio curriculum.
Per avere informazioni su indirizzi e link delle agenzie italiane in Italia è dis-
ponibile il portale InterinaleItalia e i siti delle principali associazioni di agenzie:
- www.interinaleitalia.it
- www.ailt.it
- www.confinterim.it
2.3. Le assunzioni obbligatorie
Anche per il settore privato operano le disposizioni dettate dalla legge n. 68
del 12 marzo 1999, in materia di assunzioni obbligatorie. Sono tenuti all’assun-
zione obbligatoria, così come previsto dalla L. 68/99 art. 3, tutti i datori di lavoro
privati, nelle seguenti misure:
- da 15 a 35 dipendenti: 1 assunzione, con richiesta nominativa;
- da 35 a 50 dipendenti: 2 assunzioni, con una richiesta nominativa ed una numerica;
- oltre 50 dipendenti: 7% dei lavoratori occupati (con le esclusioni previste dalla Legge),
di cui il 60% a richiesta nominativa ed il 40% a richiesta numerica.
Per il calcolo della base occupazionale bisogna far riferimento al personale in
forza al 31 dicembre di ogni anno, escludendo da tale calcolo i disabili occupati ob-
66
bligatoriamente, i contratti a termine, di durata non superiore a nove mesi, i soci di
cooperative di lavoro, i dirigenti, gli apprendisti, i contratti di formazione lavoro e
di reinserimento, nonché i lavoratori a domicilio e i lavoratori part-time, in propor-
zione all’orario svolto.
Ogni anno, i datori di lavoro tenuti all’applicazione della legge dovranno in-
viare un prospetto informativo al Centro per l’Impiego, entro il 31 gennaio di ogni
anno (limitatamente al 2000 entro il 31 marzo), indicando il numero complessivo
dei lavoratori dipendenti e quello escluso dal computo; il numero ed i nominativi
dei lavoratori disabili in forza, computabili nella quota di riserva con l’indicazione
del sesso, dell’età, della qualifica e dell’anzianità di servizio, nonché la tipologia di
contratto di lavoro stipulato; il numero dei dipendenti svantaggiati; il numero dei
posti di lavoro e le mansioni disponibili per i lavoratori disabili da assumere.
67
Capitolo quinto
Le forme del rapporto di lavoro. I contratti
1. LE DIVERSE TIPOLOGIE CONTRATTUALI
Per coloro che sono alla ricerca di un impiego è importante non solo conoscere
i canali di comunicazione con il mondo del lavoro, cioè i modi con cui entrare in
contatto con le diverse forme di occupazione, ma è importante anche sapersi orien-
tare nella “giungla” dei diversi rapporti di lavoro possibili: le tipologie contrattuali,
infatti, stanno costantemente aumentando e con esse i canali d’ingresso nel mondo
del lavoro.
Come si è già avuto modo di dire nel capitolo II, la prima distinzione da fare in
proposito, riguarda i possibili percorsi di inserimento, rappresentati dal lavoro
subordinato o dipendente e dal lavoro autonomo o indipendente, area quest’ultima
che, negli ultimi anni, si è andata complessivamente ampliando, per comprendere
posizioni che assomigliano molto a quelle del lavoro dipendente: si pensi, ad
esempio, alle diverse forme di lavoratore parasubordinato.
Oltre alle caratteristiche delle diverse tipologie di rapporto di lavoro, è però
opportuno documentarsi sulle nuove e sempre più numerose forme di lavoro cosid-
dette “atipiche”, introdotte o ridefinite dalla Riforma Biagi (L. n. 30/2003 e D.Lgs.
276/2003), e concepite per favorire l’ingresso o il reinserimento nel mondo del la-
voro. L’introduzione di forme di lavoro flessibili ha determinato un forte ridimen-
sionamento del rapporto di lavoro a tempo indeterminato: da molti studi di settore,
tra cui quelli realizzati dall’ISFOL 1, emerge infatti, che in Italia il lavoro è sempre
più spesso “a termine”, coinvolgendo circa dieci italiani su cento.
Si tratta soprattutto di contratti a tempo determinato, apprendistato o interinali,
a cui si deve aggiungere il 5,7% dei lavoratori che hanno un contratto di collabora-
zione.
Il lavoro atipico coinvolge, dunque, nel complesso quasi 3,5 milioni di per-
sone, poco più del 15% dell’occupazione, includendo gli occupati a termine (com-
preso l’apprendistato) e i parasubordinati (occupati autonomi esposti a più vincoli
di subordinazione).
1 Cfr. Rapporto ISFOL 2007, Rubettino.
68
Infine, l’indagine rileva che la natura atipica coinvolge soprattutto il segmento
dei più giovani: tra gli “under 30” il 24,7% ha un contratto di dipendente a termine,
il 10 per cento è autonomo, l’8,4% ha un contratto di collaborazione e il 4,3 % ha
altri contratti non standard.
Tra loro solo il 53% ha un contratto a tempo indeterminato, come riportato
nella tabella seguente.
Dipendente a tempo indeterminato
Dipendente a tempo determinato
Autonomi
Collaborazioni
Altri accordi non standard
63,02%
9,57%
19,5%
5,72%
2,72%
53,08%
24,66%
10,03%
8,4%
4,27%
58,25%
11,95%
20,31%
5,44%
4,36%
63,77%
13,13%
12,09%
7,75%
4,08%
Totale “Under 30” Sud Donne
Tipo
Contratti
2. IL RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO
Secondo il codice civile, svolge un lavoro dipendente “chi si obbliga mediante
retribuzione a collaborare nell’impresa prestando il proprio lavoro intellettuale o
manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore”.
Tuttavia, un contratto di lavoro dipendente si può caratterizzare:
con riferimento alla durata del contratto:
- lavoro a tempo indeterminato
- lavoro a tempo determinato
con riferimento alla forma del rapporto contrattuale
- lavoro somministrato
con riferimento al tempo della prestazione
- lavoro a tempo pieno
- lavoro part-time
- lavoro intermittente
- lavoro ripartito
con riferimento al luogo della prestazione
- telelavoro
con riferimento alla causa della prestazione
- di apprendistato
- d’inserimento
- tirocinio
Fonte: ISFOL, 2007
69
2.1. Il contratto di lavoro a tempo indeterminato
È il tipico contratto di lavoro a tempo subordinato, che solitamente si conclude
per iscritto e non ha né scadenze, né limiti prefissati.
1) La forma e i contenuti del contratto
Secondo le disposizione del D.Lgs. n. 152/97, il datore di lavoro è tenuto a for-
nire al lavoratore, in forma scritta, alcune informazioni sul contenuto del contratto,
anche nel caso in cui sia stato stipulato verbalmente.
Si tratta, in particolare, delle informazioni riguardanti:
- luogo e l’orario di lavoro;
- mansioni assegnate al lavoratore e il conseguente inquadramento;
- importo della retribuzione;
- durata delle ferie.
Tutte queste notizie devono essere fornite al lavoratore tramite la lettera di as-
sunzione, oppure in un altro documento scritto, che deve essere consegnato entro
trenta giorni dalla data dell’assunzione.
2) L’attribuzione della qualifica e delle mansioni
Il datore di lavoro, nel momento in cui procede ad un’assunzione, è tenuto a
comunicare al lavoratore la qualifica e il profilo che gli sono stati attribuiti.
Spesso le lettere di assunzione non contengono una descrizione analitica delle
mansioni e cioè dell’insieme delle prestazioni del contratto di lavoro; in esse ci si
limita a richiamare l’inquadramento contrattuale (es.: impiegato di 1° livello, 2° o
3°, quadro, operativo), volendo riferirsi soltanto ad una certa posizione gerarchica
all’interno dell’organizzazione produttiva.
Al lavoratore devono, invece, essere assegnate le mansioni (vale a dire i com-
piti, le attività) per le quali è stato assunto o quelle corrispondenti alla categoria su-
periore che abbia successivamente acquisito o le mansioni equivalenti alle ultime
effettivamente svolte.
Tale individuazione elastica risponde ad un’esigenza di flessibilità delle im-
prese: il nostro ordinamento, infatti, riconosce al datore di lavoro la possibilità di
modificare le mansioni del lavoratore sia in senso verticale, cioè innalzando e mi-
gliorando il livello di inquadramento del proprio dipendente all’interno della scala
gerarchica, ma anche in senso orizzontale, cioè modificando le mansioni assegnate,
purché anche nello svolgimento delle nuove mansioni il lavoratore possa utilizzare
quel patrimonio di professionalità in precedenza acquisito.
70
3) Il periodo di prova
Una delle clausole più comuni del contratto è il patto di prova. Con il patto in
esame, che serve a verificare la convenienza di entrambe le parti a rendere defini-
tivo il rapporto, datore di lavoro e lavoratore stabiliscono che per un determinato
periodo di tempo ciascuno dei due contraenti potrà recedere dal contratto senza ne-
cessità di motivazione e senza dover dare il preavviso. La durata del patto di prova
è generalmente prevista dai contratti collettivi, ma in ogni caso, secondo la legge,
non può superare sei mesi, oltre il quale il rapporto diviene definitivo ed il periodo
di prova si computa nell’anzianità di servizio del lavoratore.
Il lavoratore, durante il periodo di prova, ha diritto allo stesso trattamento di
tutti gli altri lavoratori.
È opportuno che il lavoratore consulti il contratto collettivo di lavoro applicato
dall’impresa nella quale è stato assunto, il quale è reperibile, normalmente, presso
un sindacato o presso le librerie. Risulta, inoltre, necessario conoscere l’eventuale
regolamento interno dell’impresa per non incorrere in multe o sanzioni (v. ritardi,
mancato rispetto delle norme antinfortunistiche, ecc.).
Il lavoratore potrà così conoscere i suoi diritti e i suoi doveri e, in dettaglio,
quali comportamenti e quali procedure adottare in particolari situazioni, come, ad
esempio, malattia, maternità, dimissioni, ecc.
2.2. Il contratto di lavoro a tempo determinato
Il contratto di lavoro subordinato che prevede esplicitamente nella lettera di as-
sunzione la data di scadenza è definito contratto a tempo determinato.
L’assunzione a termine è regolata dalla legge (in specifico dal D.Lgs.
368/2001) e dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL).
1) Quando è possibile l’apposizione del termine
Normalmente è prevista quando si presentano determinate situazioni di carat-
tere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo. Il contratto deve essere stipu-
lato in forma scritta, pena la trasformazione del rapporto in contratto a tempo inde-
terminato.
La stipula di un contratto di lavoro a termine, invece, non è mai ammessa nei
seguenti casi:
- per la sostituzione di lavoratori che esercitano il diritto di sciopero;
- presso unità produttive nelle quali negli ultimi sei mesi si sia proceduto a licenziamenti
collettivi che abbiano riguardato lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il
contratto a tempo determinato;
- presso unità produttive nelle quali sia operante una sospensione dei rapporti o una ridu-
zione dell’orario, con diritto al trattamento d’integrazione salariale, che interessino lavo-
ratori adibiti alle mansioni cui si riferisce il contratto a termine.
71
2) La forma e i contenuti del contratto
Il contratto deve essere, quindi, necessariamente stipulato:
- in forma scritta2
- sottofirmato dal lavoratore
- prevedere per iscritto il termine del contratto3
3) La proroga
Il contratto può essere prorogato, con il consenso del lavoratore, solo quando
la durata iniziale del contratto sia inferiore a tre anni. In questi casi la proroga è
ammessa una sola volta e a condizione che sia richiesta da ragioni oggettive e si ri-
ferisca alla stessa attività lavorativa per la quale il contratto è stato stipulato.
Se il rapporto di lavoro continua oltre il termine fissato, senza le condizioni di
cui sopra, il datore di lavoro è tenuto a corrispondere al lavoratore una maggiora-
zione retributiva per ogni giorno di continuazione del rapporto, pari al 20% fino al
decimo giorno successivo e al 40% per ciascun giorno ulteriore. Se il rapporto di
lavoro continua oltre il ventesimo giorno, in caso di contratto di durata inferiore a
sei mesi, ovvero oltre il trentesimo negli altri casi, il contratto si considera a tempo
indeterminato dalla scadenza dei predetti termini.
4) La risoluzione del contratto
Per quanto concerne la risoluzione del contratto, il lavoratore sino alla sca-
denza del termine, non può essere licenziato se non per giusta causa. Il licenzia-
mento intimato senza giusta causa prima del termine, comporta il risarcimento del
danno, calcolato in base alle retribuzioni a cui il lavoratore avrebbe avuto diritto se
il rapporto fosse proseguito fino alla scadenza del termine.
Non è ammesso il licenziamento per giustificato motivo. In questo caso,
l’azienda è tenuta a corrispondere tutte le retribuzioni, calcolate fino al termine del
contratto.
5) I termini per la riassunzione
Scaduto il contratto, è consentita la riassunzione a termine dello stesso lavoratore
a condizione che tra la fine del precedente rapporto e l’inizio del nuovo trascorrano
almeno dieci giorni (venti se il contratto scaduto aveva una durata superiore a sei
mesi). Se questo intervallo non è rispettato, il secondo contratto si considera a tempo
2 La forma scritta è indispensabile per qualsiasi contratto a tempo determinato, a prescindere dal
settore in cui è collocata l’impresa, e quindi anche nel turismo e in agricoltura.
3 In mancanza, il contratto si considera a tempo indeterminato fin dall’inizio.
72
indeterminato, mentre se tra le due assunzioni non trascorre nemmeno un giorno, il
rapporto si considera a tempo indeterminato fin dalla stipula del primo contratto.
Infine, si ricorda che al lavoratore assunto con contratto a tempo determinato
spetta il medesimo trattamento previsto per i lavoratori con contratto a tempo in-
determinato (ferie, mensilità aggiuntive ed ogni altro trattamento in atto nell’im-
presa in proporzione al periodo lavorativo prestato).
2.3. Il contratto di somministrazione lavoro
La legge Biagi ha abrogato la normativa relativa al lavoro temporaneo, alla
quale è subentrata, senza molti cambiamenti, la somministrazione di manodopera;
contestualmente alla sua istituzione vengono abrogati anche gli artt. 1-11 della
Legge 196/97, relativi alla disciplina del lavoro interinale.
La somministrazione rientra nell’ambito delle esternalizzazioni delle attività di
impresa, ma è diretta, da un lato, ad offrire alle aziende un nuovo ed efficiente stru-
mento per procurarsi forza lavoro e, dall’altro, ad offrire particolari garanzie ai la-
voratori somministrati.
1) La regolamentazione
Il contratto di somministrazione è un contratto attraverso il quale un soggetto
(somministratore), mette a disposizione di un altro soggetto (utilizzatore) i lavora-
tori, che operano poi sotto la direzione e il controllo dell’utilizzatore stesso.
Nella somministrazione, che si può stipulare in tutti i settori occorre distin-
guere due contratti diversi:
- un contratto di somministrazione stipulato tra l’utilizzatore e il somministratore, di natura
commerciale;
- un contratto di lavoro subordinato stipulato tra il somministratore e il lavoratore.
Entrambi possono essere stipulati: a tempo indeterminato, a tempo determi-
nato.
La somministrazione di lavoro a tempo indeterminato è ammessa per ragioni
di carattere tecnico, produttivo e organizzativo ed esclusivamente per determinate
attività definite dalla legge, quali:
- per servizi di consulenza e assistenza nel settore informatico, compresa la progettazione e
manutenzione di reti intranet e extranet, siti internet, sistemi informatici, sviluppo di soft-
ware applicativo, caricamento dati;
- per servizi di pulizia, custodia, portineria;
- per servizi, da e per lo stabilimento, di trasporto di persone e di trasporto e movimenta-
zione di macchinari e merci;
- per la gestione di biblioteche, parchi, musei, archivi, magazzini, nonché servizi di eco-
nomato;
73
- per attività di consulenza direzionale, assistenza alla certificazione, programmazione
delle risorse, sviluppo organizzativo e cambiamento, gestione del personale, ricerca e se-
lezione del personale;
- per attività di marketing, analisi di mercato, organizzazione della funzione commerciale;
- per la gestione di call-center, nonché per l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali nelle
aree Obiettivo 1;
- per costruzioni edilizie all’interno degli stabilimenti, per installazioni o smontaggio di
impianti e macchinari, per particolari attività produttive, con specifico riferimento all’e-
dilizia e alla cantieristica navale, le quali richiedano più fasi successive di lavorazione,
l’impiego di manodopera diversa per specializzazione da quella normalmente impiegata
nell’impresa;
- in tutti gli altri casi previsti dai CCL nazionali o territoriali.
Tale forma contrattuale, al contrario, non si può applicare in alcuni casi, quali:
- la sostituzione di lavoratori che esercitano il diritto di sciopero;
- salva diversa disposizione degli accordi sindacali, presso unità produttive nelle quali si
sia proceduto, entro i 6 mesi precedenti, a licenziamenti collettivi che abbiano riguar-
dato lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il contratto di somministra-
zione, ovvero presso unità produttive nelle quali sia operante una sospensione dei rap-
porti o una riduzione dell’orario, con diritto al trattamento di integrazione salariale, che
interessino lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il contratto di sommini-
strazione;
- da parte delle imprese che non abbiano effettuato la valutazione dei rischi.
2) L’autorizzazione
Il somministratore è un soggetto regolarmente autorizzato a svolgere l’attività
e iscritto nell’apposita sezione dell’albo delle Agenzie per il lavoro, istituito presso
il Ministero del lavoro.
3) La forma e i contenuti del contratto
Il contratto è stipulato in forma scritta e contiene i seguenti elementi:
a) gli estremi dell’autorizzazione rilasciata al somministratore;
b) il numero dei lavoratori da somministrare;
c) i casi e le ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo;
d) l’indicazione della presenza di eventuali rischi per l’integrità e la salute del lavoratore e
delle misure di prevenzione adottate;
e) la data di inizio e la durata prevista del contratto;
f) le mansioni alle quali saranno adibiti i lavoratori e il loro inquadramento;
g) il luogo, l’orario e il trattamento economico e normativo delle prestazioni lavorative;
h) assunzione da parte del somministratore della obbligazione del pagamento diretto al
lavoratore del trattamento economico, nonché del versamento dei contributi previden-
ziali;
74
i) assunzione dell’obbligo dell’utilizzatore di rimborsare al somministratore gli oneri retri-
butivi e previdenziali da questa effettivamente sostenuti in favore dei prestatori di la-
voro;
j) assunzione dell’obbligo dell’utilizzatore di comunicare al somministratore i trattamenti
retributivi applicabili ai lavoratori comparabili.
4) Il trattamento economico e normativo dei lavoratori
I lavoratori dipendenti dal somministratore hanno diritto a un trattamento eco-
nomico e normativo complessivamente non inferiore a quello dei dipendenti di pari
livello dell’utilizzatore, a parità di mansioni svolte. Il principio non trova applica-
zione con riferimento ai contratti di somministrazione conclusi da soggetti privati
autorizzati nell’ambito di specifici programmi di formazione, inserimento e riquali-
ficazione professionale erogati, a favore dei lavoratori svantaggiati, in concorso
con Regioni, Province ed Enti locali (c.d. Agenzie sociali per il lavoro).
Il lavoratore non è computato nell’organico dell’utilizzatore ai fini della appli-
cazione di normative di legge o di contratto collettivo, fatta eccezione per quelle re-
lative alla materia dell’igiene e della sicurezza sul lavoro. La disciplina in materia
di assunzioni obbligatorie e di riserva di una quota delle assunzioni a favore di sog-
getti a rischio di esclusione sociale, eventualmente prevista a livello regionale, non
si applicano in caso di somministrazione.
Gli oneri contributivi, previdenziali, assicurativi ed assistenziali, previsti dalle
vigenti disposizioni legislative, sono a carico del somministratore che è inquadrato
nel settore terziario.
Gli obblighi per l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali,
sono determinati in relazione al tipo e al rischio delle lavorazioni svolte. I premi e i
contributi sono determinati in relazione al tasso medio, o medio ponderato, stabilito
per la attività svolta dall’impresa utilizzatrice, nella quale sono inquadrabili le lavo-
razioni svolte dai lavoratori temporanei, ovvero sono determinati in base al tasso
medio, o medio ponderato, della voce di tariffa corrispondente alla lavorazione ef-
fettivamente prestata dal lavoratore temporaneo, ove presso l’impresa utilizzatrice
la stessa non sia già assicurata.
Nel settore agricolo e in caso di somministrazione di lavoratori domestici tro-
vano applicazione i criteri erogativi, gli oneri previdenziali e assistenziali previsti
dai relativi settori.
2.4. Tempo pieno
Per orario effettivo di lavoro si intende, il tempo che il lavoratore mette a dis-
posizione del datore di lavoro, con l’esclusione del tempo impiegato per recarsi al
posto di lavoro.
L’orario normale di lavoro è fissato in 40 ore settimanali, anche se i contratti
collettivi nazionali possono stabilire una durata minore e riferire l’orario normale
75
alla durata media delle prestazioni lavorative in un periodo non superiore all’anno.
I contratti nazionali di lavoro hanno di fatto abbassato tale limite, portandolo, ad
esempio, a 36 ore nel pubblico impiego.
2.5. Tempo parziale (o part-time)
Viene definito contratto a tempo parziale (o part-time) quell’attività lavorativa
svolta per un orario inferiore rispetto a quello ordinario, previsto dalle leggi dello
Stato e dai contratti collettivi di lavoro.
La possibilità per i lavoratori dipendenti, di effettuare un orario di lavoro infe-
riore a quello contrattuale, è stata introdotta dalla Legge 863 del 1984, ma la sua
disciplina è stata prima modificata in modo significativo dal D.Lgs. 61/2000 e dal
D.Lgs. 100/2001 e per ultimo rivisitata dal D.lgs. 276/2003.
1) Le tipologie di part-time
Il rapporto di lavoro a tempo parziale può essere:
- parziale orizzontale, quando si ha una prestazione lavorativa ad orario inferiore a quello
ordinario in tutti i giorni della settimana;
- parziale verticale, quando si ha una prestazione lavorativa ad orario complessivamente
inferiore rispetto a quella ordinaria, ma concentrata solo in alcuni giorni della settimana,
del mese o in alcuni mesi dell’anno;
- parziale misto, quando c’è una combinazione tra le due ipotesi sopra citate.
2) La regolamentazione
È importante ricordare che:
- la retribuzione e i contributi previdenziali sono proporzionali alla quantità di ore lavo-
rate;
- il contratto va stipulato per iscritto e da esso deve risultare l’accordo delle parti alla defi-
nizione dell’orario ridotto;
- è possibile prestare lavoro straordinario, solo nel part-time verticale o misto;
- le percentuali dei dipendenti assunti con questo tipo di contratto possono venire decise
dalla contrattazione collettiva;
- i lavoratori a tempo parziale hanno il diritto di precedenza, nel caso l’azienda faccia
nuove assunzioni, nel trasformare il rapporto da parziale a tempo pieno;
- il periodo feriale per i lavoratori assunti con contratto di lavoro part-time è uguale a
quello previsto per il tempo pieno.
Il part-time deve ritenersi compatibile con il contratto a termine, con il con-
tratto d’inserimento, con l’apprendistato ove la peculiare articolazione dell’orario
non sia da ostacolo al raggiungimento delle finalità, di adattamento alle compe-
tenze professionali ovvero formative tipiche di quei contratti.
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2.6. Il contratto di lavoro intermittente (o lavoro a chiamata)
Il contratto di lavoro intermittente è una forma di contratto, prevista dal D.Lgs.
276/2003, mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore di la-
voro per lo svolgimento di prestazioni a carattere discontinuo o intermittente, indi-
viduate dai contratti collettivi. Il contratto può essere stipulato anche a tempo deter-
minato.
L’obiettivo di questo contratto che costituisce una novità per l’ordinamento ita-
liano, è la regolarizzazione della prassi del cosiddetto lavoro a fattura, usato finora
per le richieste di attività lavorativa non occasionale, ma con carattere intermit-
tente. Esso, inoltre offre ai lavoratori un’ulteriore possibilità di inserimento o rein-
serimento nel mercato del lavoro.
1) A chi si rivolge
In via sperimentale, la stipulazione di un contratto di lavoro intermittente può
essere conclusa per lo svolgimento di prestazioni rese da soggetti in stato di disoc-
cupazione con meno di 25 anni di età o da lavoratori con più di 45, espulsi dal ciclo
produttivo o siano iscritti alle liste di mobilità e di collocamento.
2) Le tipologie
Esso prevede due forme: con o senza obbligo di corrispondere un’indennità di
disponibilità, a seconda che il lavoratore scelga di essere o meno vincolato alla
chiamata.
3) La forma e i contenuti del contratto
Il contratto è stipulato in forma scritta ai fini della prova dei seguenti elementi:
- indicazione della durata e delle ipotesi, oggettive o soggettive, che consentono la stipula-
zione del contratto;
- luogo e la modalità della disponibilità, eventualmente garantita dal lavoratore, e del rela-
tivo preavviso di chiamata del lavoratore che in ogni caso non può essere inferiore a un
giorno lavorativo;
- il trattamento economico e normativo spettante al lavoratore per la prestazione eseguita e
la relativa indennità di disponibilità, ove prevista;
- indicazione delle forme e modalità, con cui il datore di lavoro è legittimato a richiedere
l’esecuzione della prestazione di lavoro, nonché delle modalità di rilevazione della pre-
stazione;
- i tempi e le modalità di pagamento della retribuzione e della indennità di disponibilità;
- le eventuali misure di sicurezza specifiche necessarie in relazione al tipo di attività de-
dotta in contratto.
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4) Il trattamento economico e normativo del lavoratore
Fermi restando i divieti di discriminazione diretta e indiretta previsti dalla le-
gislazione vigente, il lavoratore intermittente non deve ricevere, per i periodi lavo-
rati, un trattamento economico e normativo complessivamente meno favorevole ri-
spetto al lavoratore di pari livello, a parità di mansioni svolte.
Il trattamento economico, normativo e previdenziale del lavoratore intermit-
tente è riproporzionato, in ragione della prestazione lavorativa effettivamente ese-
guita, in particolare per quanto riguarda l’importo della retribuzione globale e delle
singole componenti di essa, nonché delle ferie e dei trattamenti per malattia, infor-
tunio sul lavoro, malattia professionale, maternità, congedi parentali.
2.7. Il contratto di lavoro ripartito (o job sharing)
È uno speciale contratto di lavoro, previsto dal D.Lgs. 276/2003, mediante il
quale due lavoratori assumono in solido l’adempimento di una unica e identica ob-
bligazione lavorativa.
Fatte salve diverse intese tra le parti contraenti o previsioni dei contratti o ac-
cordi collettivi, i lavoratori hanno la facoltà di determinare discrezionalmente e in
qualsiasi momento sostituzioni tra di loro, nonché di modificare consensualmente
la collocazione temporale dell’orario di lavoro.
Eventuali sostituzioni da parte di terzi, nel caso di impossibilità di uno o en-
trambi i lavoratori coobbligati, sono vietate e possono essere ammesse solo previo
consenso del datore.
Salvo diversa intesa tra le parti, le dimissioni o il licenziamento di uno dei la-
voratori coobbligati comportano l’estinzione dell’intero vincolo contrattuale, a
meno che se, su richiesta del datore, l’altro prestatore di lavoro si renda disponibile
ad adempiere l’obbligazione lavorativa, integralmente o parzialmente, nel qual
caso il contratto di lavoro ripartito si trasforma in un normale contratto di lavoro
subordinato.
1) Forma e contenuti del contratto
Il contratto è stipulato in forma scritta ai fini della prova dei seguenti elementi:
– la misura percentuale e la collocazione temporale del lavoro giornaliero, setti-
manale, mensile o annuale che si prevede venga svolto da ciascuno dei lavora-
tori coobbligati, secondo le intese tra loro intercorse, ferma restando la possibi-
lità per gli stessi lavoratori di determinare discrezionalmente, in qualsiasi mo-
mento, la sostituzione tra di loro ovvero la modificazione consensuale della
distribuzione dell’orario di lavoro;
– il luogo di lavoro, nonché il trattamento economico e normativo spettante a
ciascun lavoratore;
78
– le eventuali misure di sicurezza specifiche necessarie in relazione al tipo di at-
tività dedotta in contratto.
2) Trattamento economico e normativo dei lavoratori
Fermi restando i divieti di discriminazione diretta e indiretta previsti dalla le-
gislazione vigente, il lavoratore ripartito non deve ricevere, per i periodi lavorati,
un trattamento economico e normativo complessivamente meno favorevole rispetto
al lavoratore di pari livello, a parità di mansioni svolte.
Il trattamento economico e normativo dei lavoratori coobbligati è riproporzio-
nato, in ragione della prestazione lavorativa effettivamente eseguita, in particolare
per quanto riguarda l’importo della retribuzione globale e delle singole componenti
di essa, nonché delle ferie e dei trattamenti per malattia, infortunio sul lavoro, ma-
lattia professionale, congedi parentali.
Ciascuno dei lavoratori coobbligati ha diritto di partecipare alle riunioni as-
sembleari, entro il previsto limite complessivo di dieci ore annue, il cui trattamento
economico verrà ripartito fra i coobbligati proporzionalmente alla prestazione lavo-
rativa effettivamente eseguita.
Ai fini delle prestazioni previdenziali e assistenziali e delle relative contribu-
zioni connesse alla durata giornaliera, settimanale, mensile o annuale della presta-
zione lavorativa i lavoratori contitolari del contratto sono assimilati ai lavoratori a
tempo parziale. Non è dovuta la contribuzione per l’assicurazione per la correspon-
sione degli assegni per il nucleo familiare, i quali sono comunque erogati secondo i
criteri previsti per il lavoratori a tempo parziale, con oneri a carico della gestione
per gli interventi assistenziale e di sostegno costituita presso l’INPS. Il calcolo
delle prestazioni previdenziali e dei contributi è effettuato non preventivamente ma
su base mensile, dividendo l’importo delle retribuzioni per il numero dei lavoratori
che risultano obbligati al momento di inizio dell’evento, salvo conguaglio a fine
anno a seguito dell’effettivo svolgimento della prestazione lavorativa.
2.8. Il telelavoro
Il telelavoro è una modalità di organizzazione del lavoro in cui le mansioni
professionali vengono svolte a distanza da un qualsiasi luogo (da casa, dalla strada,
da un centro tecnologico), grazie all’utilizzo degli strumenti informatici e di teleco-
municazione.
1) Le tipologie contrattuali
Viene adottato indifferentemente da lavoratori con contratto a tempo pieno
(full-time) e a tempo parziale (part-time).
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Esistono varie tipologie di telelavoro, distinte a seconda del luogo in cui il la-
voratore svolge le proprie mansioni, luogo che non corrisponde quindi alla sede
tradizionale.
Le principali sono:
– Telelavoro da casa
Il telelavoratore svolge la sua attività dal proprio domicilio.
– Telelavoro mobile
È la forma attualmente più adottata in Italia e raggruppa tutti i lavoratori che svolgono la
loro attività in modalità “mobile” sul territorio, senza una sede d’ufficio fissa.
– Telelavoro dal telecentro
Il telelavoratore lavora da un centro tecnologicamente attrezzato, dotato di svariate appa-
recchiature telematiche (informatica+telecomunicazioni). Il telecentro assume così la veste
di un centro d’affari utilizzato da parecchie organizzazioni/aziende o da lavoratori auto-
nomi in base ad un contratto d’affitto flessibile, in cui gli affittuari sono forniti delle dota-
zioni informatiche e di telecomunicazioni essenziali.
– Telelavoro da un ufficio satellite
Per ufficio satellite si intende un ufficio utilizzato da parecchi lavoratori appartenenti alla
stessa organizzazione o azienda. Generalmente il centro satellite è situato in periferia, vi-
cino alla residenza dei lavoratori.
Nel settore privato, la disciplina del contratto è dettata principalmente dall’Ac-
cordo interconfederale del 16.07.2002, con cui è stato recepito in Italia, l’accordo
quadro europeo sul telelavoro. L’accordo quadro mira a fornire una disciplina ge-
nerale dell’istituto, lasciando ai contratti collettivi di settore l’introduzione di
norme più dettagliate. Il principio fondamentale della disciplina è quello della vo-
lontarietà: il telelavoro è modalità di svolgimento della prestazione lavorativa che
può essere adottata solo previo accordo, individuale o collettivo, tra le parti.
L’accordo quadro pone a carico del datore di lavoro i costi di fornitura, installa-
zione, manutenzione e riparazione degli strumenti informatici, nonché quelli neces-
sari per fornire i supporti tecnici necessari allo svolgimento del lavoro. È inoltre
previsto che il datore di lavoro debba adottare tutte le misure opportune per preve-
nire l’isolamento del lavoratore e per tutelarne la salute e la riservatezza.
A carico del lavoratore è posto l’obbligo di aver cura degli strumenti di lavoro
e di informare tempestivamente l’azienda in caso di guasti o malfunzionamenti
delle attrezzature. Il prestatore è libero di gestire autonomamente il suo tempo di
lavoro, fermo restando che i carichi di lavoro assegnati devono essere equivalenti a
quelli dei prestatori presenti nei locali dell’azienda. Si è precisato infine che ai tele-
lavoratori competono i medesimi diritti dei lavoratori “tradizionali”.
Per quanto riguarda, invece, la Pubblica Amministrazione il telelavoro è
espressamente regolato dal D.P.R. 70/99 che, dapprima distingue tra lavoro a di-
stanza e telelavoro (tale distinzione è basata sul criterio della prevalenza nell’uti-
80
lizzo degli strumenti informatici), e, poi, detta nei successivi articoli la disciplina
specifica della materia.
2.9. Contratto di apprendistato
Con il D.Lgs. 276/2003, il contratto di apprendistato ha subito importanti tra-
sformazioni, pur mantenendo la sua caratteristica di strumento di formazione attra-
verso il quale il datore di lavoro ha il dovere di impartire all’apprendista
l’insegnamento necessario a conseguire la capacità tecnica per diventare lavoratore
qualificato.
Il decreto ha introdotto tre diverse tipologie, aventi ciascuna funzioni e desti-
natari diversi.
Le tipologie contrattuali
1) Apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione.
Questo contratto consente di conseguire una qualifica professionale e favorisce
l’entrata nel mondo del lavoro dei più giovani.
A chi si rivolge
È rivolto ai giovani e agli adolescenti che abbiano compiuto 16 anni 4, ha una
durata massima di 2 anni e può essere stipulato in tutti i settori di attività.
La regolamentazione
Devono essere garantiti alcuni aspetti, tra i quali:
- la forma scritta del contratto, con la descrizione della prestazione richiesta, del piano for-
mativo e della qualifica che al termine del periodo potrà essere raggiunta;
- il recesso del datore di lavoro, se non ci sono le cause di cui sotto, è possibile solo a fine
contratto, rispettando i termini di preavviso;
- il recesso che prima era possibile in presenza di giusta causa ora è possibile anche per giu-
stificato motivo;
- nel contratto deve essere indicato il monte ore di formazione necessario a raggiungere la
qualifica, e la formazione effettuata va registrata nel libretto formativo;
- infine, deve essere presente un tutor aziendale con formazione e competenze adeguate.
2) Apprendistato professionalizzante per il conseguimento di una qualifica
Questo contratto consente di ottenere una qualifica attraverso una formazione
sul lavoro e un apprendimento tecnico-professionale.
4 A seguito dell’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni.
81
A chi si rivolge
È rivolto a tutti i giovani tra i 18 e i 29 anni (17 se in possesso di una qualifica
professionale) e riguarda tutti i settori di attività. La sua durata non può essere
inferiore a 2 anni e superiore a 6.
Devono essere garantiti gli aspetti validi per la tipologia (a) e deve prevedere un
monte ore di formazione esterna all’impresa che non può essere inferiore alle
120 ore annue.
3) Apprendistato per l’acquisizione di un diploma o per percorsi di Alta forma-
zione
Questo contratto consente di conseguire un titolo di studio di livello secondario,
universitario o di alta formazione e per la specializzazione tecnica superiore.
A chi si rivolge
È rivolto ai giovani con età tra i 18 e i 29 anni (17 se in possesso di una quali-
fica professionale). Può essere stipulato in tutti i settori di attività.
La durata deve essere stabilita, per i soli profili che riguardano la formazione,
dalle Regioni in accordo con le parti sociali e le istituzioni formative coinvolte.
La regolamentazione
Si ricorda che, in tutte le sue forme, la categoria di inquadramento del lavora-
tore non potrà essere inferiore di più di due livelli rispetto alla categoria che
sarà raggiunta.
Inoltre, il numero di apprendisti, che un datore di lavoro può assumere, non può
superare il 100% dei qualificati. Questo limite non si applica alle aziende arti-
giane.
I vantaggi per le imprese
Il contratto di apprendistato prevede un sottoinquadramento del lavoratore
neoassunto fino a due livelli. Per incentivare tale contratto, inoltre, è previsto
per tutta la durata dello stesso, come illustrato nel prossimo capitolo, l’esonero
contributivo per i datori di lavoro, essendo dovuta una contribuzione notevol-
mente ridotta e in quota fissa.
2.10. Il contratto d’inserimento
Con il decreto delegato n. 276/03 di attuazione della legge 30/03, il contratto
di formazione e lavoro viene abrogato e sostituito con il contratto di inserimento, il
quale mira a inserire, o reinserire, nel mercato del lavoro alcune categorie di per-
sone attraverso un progetto individuale di adattamento delle competenze professio-
nali del singolo a un determinato contesto lavorativo, che deve garantire
l’acquisizione di competenze professionali attraverso la formazione on the job.
82
A chi si rivolge
Le categorie a cui il contratto può essere applicato sono:
- i soggetti di età compresa tra i 18 e i 29 anni;
- i disoccupati di lunga durata (cioè alla ricerca di una nuova occupazione da più di 12
mesi) da 29 fino a 32 anni;
- lavoratori con più di 50 anni privi di un posto di lavoro;
- lavoratori che intendono riprendere un’attività e che non hanno lavorato per almeno 2
anni;
- donne di qualsiasi età che risiedono in aree geografiche in cui il tasso di occupazione
femminile sia inferiore almeno del 20% di quello maschile (oppure quello di disoccupa-
zione superiore del 10 %);
- persone riconosciute affette da un grave handicap fisico, mentale o psichico.
La durata
Il contratto d’inserimento va da 9 a 18 mesi (fino a 36 per gli assunti con grave
handicap fisico, mentale o psichico); ai fini della durata non vanno conteggiati i pe-
riodi relativi al servizio civile o militare e l’assenza per maternità. Non può essere
rinnovato tra le stesse parti, ma si può stipulare un nuovo contratto d’inserimento
con un diverso datore di lavoro e le eventuali proroghe devono comunque essere
entro il limite massimo di durata.
Da chi possono essere stipulati
Questo contratto può essere stipulato da:
- enti pubblici economici
- imprese e loro consorzi
- gruppi d’imprese
- associazioni professionali, socioculturali e sportive
- fondazioni
- enti di ricerca pubblici e privati
- organizzazioni e associazioni di categoria.
La regolamentazione
Condizione necessaria per poter stipulare contratti di inserimento è il manteni-
mento in servizio almeno del 60% dei contratti di inserimento, scaduti nei 18 mesi
che precedono la nuova assunzione.
Il contratto d’inserimento deve avere forma scritta e contenere l’indicazione
precisa del progetto individuale d’inserimento, la mancanza di forma scritta com-
porta la nullità del contratto e la trasformazione in un rapporto di lavoro a tempo
indeterminato. La definizione del progetto individuale di inserimento deve avvenire
con il consenso del lavoratore e nel rispetto di quanto stabilito dai contratti collet-
tivi nazionali, territoriali o aziendali, oppure all’interno di enti bilaterali.
Si ricorda che, al contratto di inserimento si applica la disciplina prevista per i
contratti a tempo determinato (D.Lgs. 368/2001) e che durante il rapporto la cate-
goria di inquadramento del lavoratore non può essere inferiore per più di due livelli,
alla categoria spettante ai lavoratori per i quali è in essere il progetto d’inserimento.
83
I vantaggi per le imprese
Il contratto consente al datore di lavoro di risparmiare sui livelli di retribuzione
da attribuire al lavoratore neoassunto, che può essere “sotto inquadrato” fino a due
livelli rispetto a quella che spetterebbe per le mansioni svolte.
Sono previste, inoltre, agevolazioni che variano a seconda della localizzazione
e del tipo di imprese, come illustrato nel capitolo successivo.
2.11. Verso l’occupazione
Il tirocinio, che non è un rapporto di lavoro vero e proprio, si configura come
uno strumento per realizzare un’alternanza tra lavoro e studio ed è volto ad agevo-
lare le future scelte professionali del tirocinante, attraverso la conoscenza diretta
del mondo del lavoro. È, dunque, uno strumento – per studenti, diplomandi, lau-
reandi, laureati – per farsi conoscere e per acquisire un minimo di competenze da
spendere in una futura occupazione.
1) Tirocini formativi
L’art. 18 della legge 196 del 1997, prevede tirocini formativi ed orientativi di
cui possono beneficiare i soggetti che abbiano assolto l’obbligo scolastico.
I tirocini possono essere attivati tramite convenzioni tra gli enti promotori (isti-
tuzioni formative) e i datori di lavoro.
La loro durata massima è la seguente:
- per gli studenti che frequentano la scuola secondaria non più di 4 mesi;
- per i lavoratori inoccupati o disoccupati non più di 6 mesi;
- per gli allievi di istituti professionali di Stato, di corsi di formazione professionale e di at-
tività formative post-laurea per non più di 6 mesi;
- per gli studenti universitari e per persone svantaggiate (ad esclusione di portatori di han-
dicap) non più di 12 mesi;
- per i portatori di handicap non più di 24 mesi.
Durante il periodo di stage, il tirocinante è tenuto a frequentare l’azienda ospi-
tante, seguendo le istruzioni che gli vengono impartite secondo il progetto di ap-
prendimento o progetti formativi, predisposti dai soggetti promotori (agenzie regio-
nali per l’impiego, università, Provveditorato agli Studi, istituzioni scolastiche sta-
tali, cooperative sociali, servizi di inserimento lavorativo).
Di norma, non è prevista la corresponsione di alcun compenso, anche se
spesso viene erogata una borsa o premio al termine dello stage.
Rivolgendosi alle agenzie regionali per l’impiego si può ottenere il modulo da
compilare per la richiesta di firma della convenzione che deve contenere anche il pro-
getto formativo, la durata dello stage e il nome del tutor preposto alla formazione.
84
2) Tirocini estivi e di orientamento
Il D.Lgs. 276/03 di attuazione della legge Biagi introduce anche un ulteriore
possibilità di alternanza tra studio e lavoro: i cd. tirocini estivi di orientamento.
Tuttavia, l’Istituto in esame, a seguito di una sentenza della Corte costituzio-
nale, può essere applicato solo in caso di specifica regolamentazione regionale.
Si tratta di tirocini svolti, durante le vacanze estive, da giovani regolarmente
iscritti a un ciclo di studi presso Università o istituti scolastici di ogni ordine e
grado che non possono superate la durata di 3 mesi.
3. LAVORO PARASUBORDINATO
Questa tipologia di rapporti di lavoro è contraddistinta da una struttura giuri-
dica particolare, che deriva non dal codice civile ma da alcune leggi ad hoc (ad
esempio, dalla legge 30/2003) ed è talvolta vicina per alcune caratteristiche al la-
voro subordinato e per altre a quello autonomo.
Alcune collaborazioni, specificamente quelle con carattere di continuazione e
coordinamento, solo ai fini fiscali sono assimilati al lavoro dipendente, ma la loro
caratteristica è definita contrattualmente come lavoro autonomo.
Dal punto di vista contributivo, il collaboratore ha davanti a sé un solo adem-
pimento: la richiesta d’iscrizione alla gestione separata INPS, mediante la presenta-
zione di una domanda in forma libera o utilizzando l’apposito modello messo a dis-
posizione dall’INPS. L’iscrizione alla gestione separata è un compito che spetta al
lavoratore.
3.1. Lavoro a progetto
Prevedono rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, prevalentemen-
te personale e senza vincolo di subordinazione, riconducibili a uno o più progetti spe-
cifici o programmi di lavoro o fasi di esso (previsti dal D.Lgs. 276/03, artt. 61-69).
Il progetto o le sue fasi sono determinati dal committente e gestiti autonoma-
mente dal collaboratore in funzione del risultato, nel rispetto del coordinamento
con la organizzazione del committente e indipendentemente dal tempo impiegato
per l’esecuzione della attività lavorativa.
Con questa tipologia contrattuale si cerca di impedire l’utilizzo improprio e
fraudolento delle collaborazioni coordinate e continuative e di tutelare maggior-
mente, rispetto al passato, il lavoratore.
Infatti, i contratti instaurati senza l’individuazione di uno specifico progetto,
programma di lavoro o fase di esso sono considerati rapporti di lavoro subordinato
a tempo indeterminato, sin dalla data di costituzione del rapporto.
Qualora venga accertato dal giudice che il rapporto instaurato sia venuto a
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configurare un rapporto di lavoro subordinato, esso si trasforma in un rapporto di
lavoro subordinato, corrispondente alla tipologia negoziale di fatto realizzatasi tra
le parti.
I requisiti essenziali
I requisiti essenziali possono essere considerati:
- il contenuto personale della prestazione;
- l’assenza di vincoli di subordinazione del lavoratore; per garantire ciò è necessario che le
parti definiscano nel momento di inizio del rapporto le caratteristiche e le modalità ese-
cutive della prestazione;
- il coordinamento, che può riguardare sia i tempi di lavoro che le modalità di esecuzione
del progetto o programma di lavoro; fermo restando che il committente non può richie-
dere una prestazione o un’attività che esula dal progetto o programma originariamente
definito.
Questo tipo di contratto si può stipulare per tutti i lavori, con l’esclusione:
- degli agenti e rappresentanti di commercio;
- delle prestazioni occasionali, intendendosi per tali i rapporti di durata complessiva non
superiore a 30 giorni nel corso dell’anno solare con lo stesso committente, salvo che il
compenso complessivamente percepito, con lo stesso committente, nel medesimo anno
solare sia superiore a 5.000 euro;
- delle professioni intellettuali, per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appo-
siti albi professionali;
- dei rapporti e delle attività di collaborazione coordinata e continuativa, comunque rese e
utilizzate a fini istituzionali in favore delle associazioni e società sportive dilettantistiche
affiliate alle federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive associate e agli enti di
promozione sportiva riconosciute dal C.O.N.I.;
- dei componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società e dei parteci-
panti a collegi e commissioni;
- di coloro che percepiscono la pensione di vecchiaia.
Forma e contenuti del contratto
Il contratto è stipulato in forma scritta e deve contenere i seguenti elementi:
- indicazione della durata, determinata o determinabile, della prestazione di lavoro;
- indicazione del progetto o programma di lavoro, o fasi di esso, individuato nel suo conte-
nuto caratterizzante, che viene dedotto in contratto;
- il corrispettivo e i criteri per la sua determinazione, nonché i tempi e le modalità di paga-
mento e la disciplina dei rimborsi spese;
- le forme di coordinamento del lavoratore a progetto al committente, che in ogni caso non
possono essere tali da pregiudicarne l’autonomia nella esecuzione dell’obbligazione la-
vorativa;
- le eventuali misure per la tutela della salute e sicurezza del collaboratore.
Il trattamento economico e normativo del lavoratore
La retribuzione corrisposta deve essere proporzionata alla quantità e qualità
del lavoro eseguito e deve tenere conto dei compensi normalmente corrisposti
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per analoghe prestazioni di lavoro autonomo, nel luogo di esecuzione del rap-
porto.
Il lavoratore a progetto, salvo diverso accordo fra le parti, può impegnarsi con
più committenti. Infatti, il contratto individuale può limitare in tutto o in parte tale
facoltà.
Al collaboratore, inoltre, durante lo svolgimento della collaborazione, viene ri-
conosciuta dal legislatore una serie diritti:
- il diritto ad essere riconosciuto quale autore dell’invenzione fatta nello svolgimento del
lavoro a progetto;
- il diritto di sospensione del contratto in occasione di eventi quali l’infortunio, la malattia,
la maternità. Questi eventi comportano la sospensione del rapporto senza corresponsione
di compenso e non la risoluzione del rapporto contrattuale. Tale sospensione non genera
l’automatica proroga del contratto; solo in caso di gravidanza la durata del rapporto è pro-
rogata di 180 giorni, salvo diversa disposizione più favorevole del contratto individuale. La
sospensione necessita che il collaboratore sia in grado di produrre adeguata certificazione
scritta. Il committente potrà decidere di recedere dal contratto nel solo caso in cui la malattia
o l’infortunio si protragga per oltre un sesto della durata stabilita per il contratto, se questa
è determinata, oppure 30 giorni per i contratti con durata non stabilita;
- il diritto alla tutela economica in caso di maternità e malattia. Alle collaboratrici iscritte
alla gestione separata INPS di cui all’art. 2, comma 26 L. 335/95 è garantita, infatti,
l’indennità di maternità direttamente versata dall’istituto senza anticipo né integrazione
da parte del datore di lavoro. Non è più prevista, invece, l’erogazione dell’assegno per il
nucleo familiare;
- il diritto all’assicurazione INAIL contro gli infortuni.
I compensi percepiti a seguito di lavoro a progetto continuano a subire un trat-
tamento fiscale pari alle collaborazioni coordinate e continuative. Per i lavoratori a
progetto, quindi, come per i collaboratori coordinati e continuativi sussiste
l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS.
Secondo i chiarimenti apportati dalla circolare INPS n. 8 del 27 gennaio 2005,
il lavoratore iscritto alla Gestione separata INPS non deve iscriversi nuovamente
nel momento in cui cambia committente e, nel caso in cui intraprenda un’attività di
lavoro autonomo in qualità di professionista non iscritto ad albi o casse professio-
nali, è tenuto ad una nuova iscrizione versando in proprio la relativa contribuzione.
A partire dal 1° gennaio 2004 la contribuzione alla gestione separata INPS è
passata:
- al 17,80% per lo scaglione di reddito fino a € 37.883,00;
- al 18,80% per i redditi superiori a € 37.883,00 e fino a concorrenza del massimale
(€ 82.401,00).
I contratti si risolvono al momento della realizzazione del progetto o del pro-
gramma o della fase di esso che ne costituisce l’oggetto. Le parti possono recedere
prima della scadenza del termine per giusta causa ovvero secondo le diverse causali
o modalità, incluso il preavviso, stabilite dalle parti nel contratto di lavoro indivi-
duale.
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3.2. Lavoro occasionale
La prestazione occasionale è un tipo di collaborazione non subordinata per la-
vori meramente saltuari (previsto dal D.Lgs. 276/03, art. 61, comma 2).
Proprio per la sua “limitata portata”, la prestazione occasionale si distingue da
quella di tipo accessorio, resa da particolari categorie di soggetti e dall’attività di
lavoro autonomo vero e proprio, mancando un coordinamento ed una continuità
nelle prestazioni. Per questo motivo, la collaborazione occasionale non è soggetta
all’obbligo contributivo presso la gestione separata INPS.
Nell’ipotesi in cui la collaborazione occasionale perda i suoi requisiti (svolgi-
mento dell’attività per periodi non superiori a 30 giorni per anno solare e compenso
non superiore a € 5.000 per anno solare per ciascun committente), troveranno ap-
plicazione o il lavoro a progetto (se c’è l’elemento della coordinazione) oppure il
lavoro autonomo (per più prestazioni abituali). In questi casi ci sarà l’obbligo di
iscrizione alla gestione separata INPS e il pagamento dei relativi contributi.
Al contrario di quanto previsto per i contratti di lavoro occasionale di tipo ac-
cessorio, che vedremo di seguito, i contratti di lavoro occasionale possono essere
applicati a qualsiasi tipologia di attività lavorativa.
Chi può stipularlo
L’art. 61 del D.Lgs. esclude da questo tipo di rapporto di lavoro i seguenti sog-
getti:
- i professionisti intellettuali, con iscrizione ad apposito albo;
- coloro che hanno rapporti di collaborazione coordinata e continuativa con associazioni o
società sportive associate a federazioni nazionali o ad enti di promozione sportiva ricono-
sciute dal CONI;
- i dipendenti di pubbliche amministrazioni;
- i componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società;
- i partecipanti a collegi e commissioni.
3.3. Lavoro occasionale di tipo accessorio
Sono rapporti di lavoro particolari con una natura meramente occasionale e ac-
cessoria (previsti dal D.Lgs. 276/03, artt. 70-74); infatti, il lavoratore è coinvolto in
una data attività per un periodo non superiore ai 30 giorni nel corso dell’anno so-
lare e il suo compenso per il periodo lavorativo non può essere superiore ai 5.000
euro.
Le attività lavorative di natura meramente occasionale si possono svolgere nel-
l’ambito:
- dei piccoli lavori domestici a carattere straordinario, compresa la assistenza domiciliare
ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con handicap;
- dell’insegnamento privato supplementare;
- dei piccoli lavori di giardinaggio, nonché di pulizia e manutenzione di edifici e monu-
menti;
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- della realizzazione di manifestazioni sociali, sportive, culturali;
- della collaborazione con enti pubblici e associazioni di volontariato per lo svolgimento di
lavori di emergenza, come quelli dovuti a calamità o eventi naturali improvvisi, o di soli-
darietà.
Tale forma contrattuale è prevista per alcuni soggetti a rischio di esclusione so-
ciale o, comunque, non ancora entrati nel mercato del lavoro, ovvero in procinto di
uscirne, quali:
- disoccupati da oltre un anno;
- casalinghe, studenti e pensionati;
- disabili e soggetti in comunità di recupero;
- lavoratori extracomunitari, regolarmente soggiornanti in Italia, nei sei mesi successivi
alla perdita del lavoro.
Se una persona vuole utilizzare questa particolare tipologia contrattuale deve
comunicare la sua disponibilità ai servizi per l’impiego o ai soggetti accreditati. A
seguito della comunicazione sarà recapitata al richiedente, a proprie spese, una tes-
sera magnetica nella quale deve risultare la propria condizione.
Per ricorrere a prestazioni di lavoro accessorio, i beneficiari acquistano presso
le rivendite autorizzate uno o più carnet di buoni per prestazioni di lavoro acces-
sorio del valore nominale di 7,5 €.
Il prestatore percepisce il proprio compenso presso uno o più enti o società con-
cessionari all’atto della restituzione dei buoni ricevuti dal beneficiario della presta-
zione, in misura pari a 5,8 € per ogni buono consegnato. Tale compenso è esente da
qualsiasi imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato del
prestatore. L’ente o società concessionaria provvede al pagamento delle spettanze
alla persona che presenta i buoni, registrando i dati anagrafici e il codice fiscale e
provvedendo, per suo conto, al versamento dei contributi per fini previdenziali al-
l’INPS, alla gestione separata INPS, in misura di 1 € per ora di lavoro e per fini as-
sicurativi contro gli infortuni all’INAIL, in misura di 0,5 € per ora di lavoro.
L’ente o società concessionaria trattiene l’importo di 0,2 € per ogni ora di la-
voro, a titolo di rimborso spese.
4. LAVORO AUTONOMO
In base alla definizione del codice civile, si ha un cosiddetto contratto d’opera
e quindi una prestazione di lavoro autonomo, quando ci si impegna a rendere in
prima persona un’opera o un servizio “senza vincolo di subordinazione”.
Nel lavoro autonomo esistono maggiori rischi, minori tutele e maggiori oneri
rispetto ad un loro subordinato; infatti le entrate economiche non sono garantite e
stabili, ma sono legate all’andamento degli “affari”: se gli affari vanno male, non
c’è guadagno; inoltre non sono concessi ai lavoratori autonomi molti dei diritti e
delle tutele spettanti ai lavoratori dipendenti (per esempio nessuno paga al lavora-
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tore autonomo le ferie, le indennità di maternità, le indennità di malattia o la cassa
integrazione); i contributi previdenziali ed assistenziali, versati per avere diritto alla
pensione pubblica e per ricevere i servizi sanitari pubblici sono completamente a
carico dal lavoratore autonomo, a differenza di quanto accade nel caso del lavora-
tore dipendente; in più sono molto numerosi gli adempimenti di tipo burocratico,
contabile e fiscale a cui il lavoratore autonomo è tenuto.
Le principali strade per intraprendere un lavoro autonomo sono: libera profes-
sione; costituzione di un’impresa.
1) Libera professione
Per avviare un’attività nell’ambito della libera professione (in questa categoria
rientrano avvocati, geometri, architetti, ragionieri, commercialisti, consulenti del
lavoro, ecc.) è necessario:
- aprire la Partita IVA;
- iscriversi al proprio albo professionale di appartenenza (per accedere al
quale bisogna avere i titoli di studio idonei e, generalmente, superare un
esame di idoneità);
- iscriversi alla “Cassa di previdenza autonoma”, relativa alla propria cate-
goria o all’INPS.
2) Costituzione di un’impresa
Per costituire un’impresa è necessario:
- aprire la Partita IVA;
- iscriversi al Registro delle Imprese, presso la Camera di Commercio;
- iscriversi all’INPS;
- se l’impresa non è individuale ma collettiva, è necessario preventivamente
costituire la “società”.
In generale, si ricorda che gli elementi distintivi della prestazione di lavoro au-
tonomo che possono essere citati sono i seguenti:
a) Inizio del rapporto di lavoro
Generalmente non viene effettuata una vera assunzione, ma c’è solo un ac-
cordo tra le parti, se entrambe preferiscono essere vincolate per un determinato
periodo. Se non è stato firmato alcun documento scritto, sia il datore di lavoro
che il professionista sono liberi da vincoli di impegno reciproco.
b) Orario di lavoro
Esso è orientativamente concordato col committente sulla base delle sue ne-
cessità e della disponibilità del lavoratore autonomo. Non sono previste ferie
90
pagate: quando il lavoratore vorrà godere di ferie ne darà comunicazione e in
quel periodo non percepirà compensi.
c) Retribuzione
Il compenso è generalmente concordato. Spesso, però, bisogna giungere a
compromessi perché può essere imposto dal datore di lavoro. Può essere valu-
tato a giornata lavorativa (se non sono previsti straordinari) oppure ad ore ef-
fettuate. Si ricorda che solitamente è prevista l’apertura di una partita Iva il cui
numero di riferimento servirà per le fatture che saranno emesse. Il reddito con-
sisterà nel compenso decurtato del 20% di Iva, dei costi previdenziali e delle
spese non detraibili.
d) Previdenza
Non esistono versamenti previdenziali da parte del datore di lavoro per la co-
pertura di malattia, invalidità, pensione. Il costo per il datore di lavoro è unica-
mente quello concordato con il professionista. Occorre iscriversi presso l’INPS
al fondo pensionistico specializzato, se esiste, o a quello generico negli altri
casi. I versamenti vanno effettuati direttamente dal lavoratore.
91
Capitolo sesto
Il rapporto di lavoro dipendente. Le regole
Instaurato un rapporto di lavoro dipendente attraverso la stipula del contratto,
il lavoratore beneficia di una serie di tutele, derivanti da diritti riconosciuti ed ac-
quisiti nel corso degli anni, che ne caratterizzano la categoria.
Infatti, con un contratto individuale di lavoro, accanto alle obbligazioni princi-
pali di prestare lavoro e retribuire il lavoro prestato, si instaurano molteplici situa-
zioni giuridiche regolamentate dalla legge e dalla contrattazione collettiva.
Come detto in precedenza, è necessario pertanto che il lavoratore conosca le
norme di legge che regolamentano i principali istituti contrattuali, il contratto col-
lettivo di riferimento e, ove presente, il regolamento interno all’azienda.
INFORMAZIONI SU: REPERIBILI PRESSO:
Forme e caratteristiche dei
contratti di lavoro
• Ex-Sezioni Circoscrizionali per l’Impiego
• Ufficio Provinciale del Lavoro
• Agenzia Regionale del Lavoro
Previdenza sociale e
assistenza sanitaria
• Ex-Sezioni Circoscrizionali per l’Impiego
• Ispettorato Provinciale del Lavoro
• Aziende per i Servizi Sanitari
Sicurezza sul lavoro e
tutela della salute
dei lavoratori
• Ispettorato Provinciale del Lavoro
• I.N.A.I.L.
• Aziende per i Servizi Sanitari (Servizi di Medicina del Lavoro)
La legislazione del lavoro è un campo certamente molto complesso ed in con-
tinua trasformazione, in cui esistono però dei capisaldi che possono essere così
identificati:
– innanzitutto la Costituzione italiana e lo Statuto dei Lavoratori che fissano le
norme fondamentali che regolano i rapporti di lavoro;
– in secondo luogo la legislazione che regolamenta i vari tipi di contratti di la-
voro;
– in terzo luogo, i contratti collettivi nazionali di lavoro (C.C.N.L.): sono degli
accordi stipulati tra organizzazioni sindacali e le associazioni di rappresen-
92
tanza dei datori di lavoro, pubblici e privati, aggiornati periodicamente (in ge-
nere ogni due o quattro anni), che determinano le condizioni sia economiche
che organizzative in cui si svolge l’attività lavorativa in un determinato settore
(scuola, enti locali, industria chimica, commercio, ecc.). E’ importante quindi
sapere se esiste in ogni settore lavorativo un C.C.N.L. e se sono previsti degli
accordi integrativi a livello locale;
– in quarto luogo, la normativa relativa alla previdenza sociale e all’assicura-
zione sanitaria (contributi previdenziali ed assistenziali), da cui discendono
importanti diritti per i lavoratori, quali ad esempio la pensione, l’assistenza sa-
nitaria pubblica, ecc., che sono regolamentati da un quadro legislativo in con-
tinua trasformazione, man mano che si affermano nuove e più complesse tipo-
logie contrattuali. E’ questo un elemento di fondamentale importanza nel dis-
criminare le forme di lavoro regolare, anche nell’ambito dei contratti “atipici”
(come quelli che rientrano nell’area del lavoro parasubordinato o interinale) da
quelle irregolari (il cosiddetto “lavoro nero”);
– infine, la normativa relativa agli ammortizzatori sociali che intervengono in
caso di diminuzione o sospensione del rapporto di lavoro, ma anche quella re-
lativa agli incentivi all’assunzione, previsti dal nostro ordinamento nel caso di
stipula di alcune particolari tipologie contrattuali o per l’assunzione di alcune
categorie di lavoratori.
1. GLI OBBLIGHI DEL LAVORATORE E I POTERI DEL DATORE DI LAVORO
Oltre all’obbligazione principale che è quella di prestare l’attività lavorativa
oggetto del contratto di lavoro, il lavoratore è tenuto all’osservanza di una serie di
obblighi secondari, ugualmente importanti per il normale funzionamento del rap-
porto di lavoro.
Essi sono:
– l’obbligo di diligenza, che impone al lavoratore di svolgere la propria presta-
zione lavorativa osservando la diligenza richiesta in relazione all’incarico affi-
dato;
– l’obbligo di obbedienza, che impone al lavoratore nello svolgimento delle sue
mansioni, l’osservanza delle direttive tecniche che saranno impartite dal datore
di lavoro o dai superiori gerarchici;
– l’obbligo di fedeltà, che impone al lavoratore di non svolgere attività lavora-
tive, in concorrenza con il proprio datore di lavoro e non divulgare notizie ed
informazioni relative all’organizzazione produttiva.
La violazione degli obblighi appena descritti, come il mancato adempimento
dell’obbligo di prestare l’attività lavorativa, potrà essere sanzionato dal datore di
93
lavoro con l’erogazione di provvedimenti disciplinari. Essi possono variare dal
semplice richiamo scritto o verbale alla sospensione disciplinare, sino al massimo
provvedimento costituito dal licenziamento.
In corrispondenza degli obblighi spettanti al lavoratore, al datore di lavoro per
legge sono conferiti i seguenti poteri:
– il potere direttivo, cioè il potere di decidere l’attività da affidare al lavoratore e
le modalità con le quali devono essere svolte;
– il potere di vigilanza e controllo, cioè la facoltà di verificare direttamente o at-
traverso i propri collaboratori che il lavoratore si attenga alle istruzioni date;
– il potere disciplinare, cioè il potere di punire con sanzioni disciplinari il lavo-
ratore che non rispetti gli obblighi principali e secondari.
L’esercizio del potere disciplinare da parte datoriale trova limitazione nella
legge stessa e nella contrattazione collettiva.
Lo statuto dei lavoratori sancisce che l’imprenditore deve predisporre un rego-
lamento disciplinare da portare a conoscenza dei lavoratori mediante affissione, al-
trimenti non può esercitare tale potere. Nel regolamento devono essere elencati tas-
sativamente i comportamenti contrari agli obblighi contrattuali, nonché i provvedi-
menti disciplinari.
La predisposizione del regolamento non è affidata unilateralmente all’impren-
ditore poiché, di norma, viene recepito quanto disposto nei contratti collettivi (na-
zionali o aziendali).
I provvedimenti disciplinari
L’inosservanza da parte del lavoratore delle disposizioni inerenti i suoi ob-
blighi contrattuali può dare luogo all’applicazione dei seguenti provvedimenti:
1) richiamo verbale;
2) ammonizione scritta;
3) multa non superiore a 4 ore di paga base e contingenza;
4) sospensione dal servizio e dalla retribuzione fino a un massimo di 10 giorni;
5) licenziamento.
Il datore di lavoro non può comminare provvedimenti, più gravi del rimpro-
vero verbale, nei confronti del lavoratore senza avergli preventivamente contestato
l’addebito e siano trascorsi 5 giorni dalla contestazione. Il lavoratore deve conte-
stare, entro il termine perentorio di 7 giorni, il provvedimento e può farsi assistere
da un rappresentante dell’organizzazione sindacale cui aderisce o conferisce man-
dato. Ha diritto ad essere sentito a suo discapito e a richiedere la costituzione di un
collegio arbitrale. In tale caso la sanzione rimane sospesa fino alla decisione da
parte del collegio.
94
I provvedimenti disciplinari, con esclusione del licenziamento, possono essere
impugnati in sede sindacale, secondo quanto previsto dalle norme contrattuali.
Nel caso di mancato rispetto di tale procedura, il provvedimento, compreso il
licenziamento per giustificato motivo, è dichiarato illegittimo.
Non sono ammissibili sanzioni che comportino mutamenti definitivi del rap-
porto, quali il trasferimento, la retrocessione nell’inquadramento, i mutamenti delle
mansioni, ecc.
2. L’ORARIO DI LAVORO
Per orario effettivo di lavoro si intende il tempo che il lavoratore mette a dis-
posizione del datore di lavoro, con l’esclusione del tempo impiegato per recarsi al
posto di lavoro.
L’art. 13 della L. 196 del 1997 ha fissato l’orario normale di lavoro in 40 ore
settimanali, mentre l’art. 2107 del Codice civile sancisce che la durata giornaliera e
settimanale non può superare i limiti stabiliti dalle leggi speciali.
La regolamentazione dell’orario di lavoro è stata completamente riformata dal
D.Lgs. 66 del 2003, in parte modificato dal D. Lgs. 213 del 2004, che ha dato at-
tuazione alle direttive comunitarie 104/1993 e 34/2000. Il provvedimento detta
principi in tema di organizzazione dell’orario di lavoro (orario normale, durata
massima settimanale, lavoro straordinario) di pause, riposi (giornalieri e settima-
nali), ferie e lavoro notturno.
La durata dell’orario di lavoro
La disciplina del decreto 66 dà una lettura flessibile della disciplina degli orari
e come il citato art. 13 legge 196 fissa la durata normale dell’orario di lavoro in 40
ore settimanali.
Il decreto, inoltre, apre alla possibilità di fare riferimento, per una minore rego-
lamentazione dell’orario, non solo ai contratti collettivi nazionali di lavoro, ma
anche alla disciplina negoziale di secondo livello (aziendale e territoriale).
Per quanto riguarda la durata massima dell’orario di lavoro (orario di lavoro
normale + straordinario) il decreto ne affida la determinazione alla contrattazione
collettiva, stabilendo che “la durata media dell’orario di lavoro non può … supe-
rare, per ogni periodo di 7 giorni, le 48 ore, comprese le ore di straordinario”.
Il lavoro straordinario
L’orario di lavoro eccedente quello previsto viene, generalmente, computato
come straordinario.
La materia è stata riformata dal D.Lgs. 66 del 2003. Con esso si stabilisce che,
in una azienda con più di 10 dipendenti, se si superano le 48 ore di lavoro settima-
nale, con prestazioni di lavoro straordinario il datore di lavoro è tenuto a informare
la Direzione provinciale del lavoro competente per territorio.
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Comunemente, si ritiene che il ricorso al lavoro straordinario deve essere conte-
nuto. Se non è regolamentato dalla contrattazione collettiva, è ammesso, previo accor-
do tra datore di lavoro e lavoratore, per un periodo che non superi le 250 ore annue.
Si ricorda anche che, il disagio relativo al prolungamento dell’orario di lavoro
oltre il limite previsto dal contratto o derivante dal lavoro su turni viene compen-
sato con la maggiorazione della paga. L’entità di tale maggiorazione è definita in
modo particolareggiato dai vari contratti collettivi.
Il riposo giornaliero
Il D.Lgs. 66 del 2003 non prevede direttamente alcun limite giornaliero, anche
se stabilisce che, ferma restando la durata normale dell’orario settimanale, il diritto
del lavoratore a 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore. Il diritto al periodo mi-
nimo di riposo giornaliero (di 11 ore) vale sempre, anche se il lavoratore è titolare
di più rapporti di lavoro.
Il riposo settimanale
Il lavoratore ha diritto ad un periodo di riposo di almeno 24 ore consecutive,
ogni 7 giorni, da cumulare con le ore di riposo giornaliero per un totale di 35
(24+11) ore di riposo a settimana. Solitamente, le 24 ore consecutive coincidono
con la domenica.
Si ricorda che il lavoro svolto di domenica, che è definito lavoro festivo, dà di-
ritto a una maggiorazione retributiva, stabilita dalla contrattazione collettiva.
Il lavoro notturno
Con il D.Lgs. 532 del 1999 nel nostro ordinamento vengono introdotte la no-
zione di “periodo notturno” e la figura di “lavoratore notturno”.
È lavoratore notturno chi, durante il periodo appena citato, svolge almeno tre
ore del tempo di lavoro giornaliero.
È lavoro notturno quello di almeno 8 ore consecutive comprendente il periodo
che va dalla mezzanotte alle cinque del mattino.
Il lavoro notturno non può superare le 8 ore di lavoro in media nelle 24, salvo
che i contratti collettivi o aziendali non stabiliscano di calcolare la media su un pe-
riodo più ampio.
Il datore di lavoro in caso di lavoro notturno deve adempiere una serie di ob-
blighi, tra i quali:
– consultare le organizzazioni sindacali prima di introdurre l’orario notturno
nella sua azienda;
– sottoporre i lavoratori notturni ad accertamenti medici preliminari e periodici.
Le festività
Durante i giorni festivi il lavoratore ha il diritto di astenersi dal lavoro perce-
pendo però la retribuzione.
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Per le festività comunque lavorate (previo accordo tra lavoratore e datore di
lavoro), al lavoratore spetta la retribuzione giornaliera, o quella relativa alle ore ef-
fettivamente prestate (per gli operai) aumentata della maggiorazione per lavoro fe-
stivo. Se le festività cadono di domenica, i lavoratori che prestano la loro attività,
ricevono una retribuzione doppia.
Nei casi di assenza dal lavoro per malattia, infortunio, maternità obbligatoria o
facoltativa, congedo matrimoniale, ferie, permesso o assenza giustificata, al lavora-
tore è in ogni modo garantito il diritto al compenso previsto per le festività.
Le giornate festive, sono determinate dalla legge e dai contratti collettivi, che
riconoscono come festivi i seguenti giorni:
- il primo giorno dell’anno
- il 6 gennaio (Epifania)
- il 25 aprile (Liberazione)
- il lunedì dopo Pasqua
- il 1° Maggio (Festa del Lavoro)
- il 2 Giugno (Fondazione della Repubblica Italiana)
- il 15 Agosto (Assunzione)
- il 1° Novembre (Ognissanti)
- l’8 Dicembre (Immacolata)
- il 25 Dicembre (Natale)
- il 26 Dicembre (S. Stefano)
È da ricordare, inoltre, che ogni Comune ha come festività ulteriore la giornata
coincidente con il Santo patrono.
Le ferie
Il diritto del lavoratore di godere di ferie annuali retribuite è riconosciuto dal-
l’art. 36 della Costituzione, che ne afferma l’irrinunciabilità e dall’art. 2109 del Co-
dice civile. La durata delle ferie, in genere, è prevista dai contratti collettivi e varia
in base alla categoria di appartenenza e all’anzianità di servizio.
Il periodo di utilizzo delle ferie deve essere concordato con il datore di lavoro,
il quale deve tenere conto, oltre che delle esigenze del lavoratore, anche di quelle
aziendali.
Anche il lavoratore che ha maturato una anzianità inferiore all’anno, ha co-
munque il diritto di godere delle ferie, che saranno calcolate in proporzione dei
mesi di lavoro svolti. Il diritto alle ferie matura anche durante i periodi di sospen-
sione dal lavoro previsti dalla legge, quali assenze per malattia o infortunio, as-
senza per maternità, congedo matrimoniale, ecc.
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3. LA RETRIBUZIONE E GLI ELEMENTI DELLA BUSTA PAGA
La retribuzione è il corrispettivo che spetta al lavoratore per l’attività lavora-
tiva svolta. È la principale obbligazione in capo al datore di lavoro. La retribuzione
connota il rapporto di lavoro come un contratto oneroso di scambio (o a prestazioni
corrispettive).
L’art. 36, comma 1, della Costituzione stabilisce che il lavoratore deve essere
retribuito proporzionatamente al lavoro svolto e sufficientemente per poter aver
una “esistenza libera e dignitosa”.
La retribuzione è stabilita, nei limiti predetti di proporzione sufficienza, dalla
contrattazione collettiva e, in senso migliorativo, da quella individuale. La retribu-
zione non è mero corrispettivo dell’adempimento dell’attività, ma dell’impegno
profuso personalmente nell’attività; infatti, spesso il lavoratore viene retribuito
anche quando non adempie all’obbligazione (ferie, permessi...).
Comunemente, si ritiene che la retribuzione misura la quantità e la qualità di
lavoro che è prestato:
– quantità, perché la retribuzione è direttamente proporzionale alle ore – giornate
lavorate;
– qualità, perché, a seconda del lavoro svolto, con più o meno responsabilità o
con più o meno professionalità, si ha diritto a una retribuzione diversa.
La retribuzione vera e propria si compone di tre parti:
RETRIBUZIONE
diretta indiretta differita
parte della retribuzione
che viene accantonata
dal datore di lavoro per
essere consegnata
al termine del rapporto
(cd. T.F.R.)
parte che deriva da
specifici istituti
(ad es. tredicesima,
ferie, festività ecc.)
parte relativa
all’effettiva
prestazione
del lavoratore
98
Elementi fissi della retribuzione sono:
– la paga base, che è la retribuzione minima prevista dai CCNL per le singole
qualifiche;
– gli scatti di anzianità, che sono quella parte della retribuzione legata alla per-
manenza del lavoratore nell’azienda. Si deve, comunque, far riferimento ai sin-
goli CCNL in quanto sono regolamentati in maniera diversa sia nel numero,
che nella percentuale o quantificazione come nella cadenza temporale;
– eventuale ex contingenza (pregressa o conglobata);
– premi aziendali fissi.
Elementi variabili più comuni sono:
– straordinari;
– indennità varie;
– assegni per nucleo familiare.
La busta paga
La busta paga è il prospetto che, dettagliatamente, indica la somma che il la-
voratore percepisce come compenso per un determinato periodo di lavoro.
La legge 5 gennaio 1953, n. 4 impone al datore di lavoro di consegnare, in-
sieme alla retribuzione, un prospetto di paga in cui devono essere indicati, oltre ai
dati anagrafici, a quelli relativi all’inquadramento professionale e al periodo lavo-
rativo in questione, tutti gli elementi che concorrono a determinare la retribuzione
lorda e le detrazioni che portano alla paga netta. La busta paga deve essere firmata
dal datore di lavoro o da chi ne fa le veci o contenere una sigla o un timbro del da-
tore medesimo.
In altre parole, è possibile affermare che la busta paga esprime, in termini mo-
netari, l’insieme dei rapporti del lavoratore con il datore di lavoro (la paga), con lo
Stato (le imposte) e con gli enti previdenziali (per esempio le trattenute INPS).
Infatti, le voci economiche di cui si compone possono essere suddivise in
quattro gruppi, e cioè:
– gli elementi fissi della retribuzione;
– la parte variabile;
– le trattenute previdenziali;
– le trattenute fiscali;
99
Il procedimento di formazione di una busta paga
Primo passo nel calcolo della busta paga consiste nello stabilire la paga di rife-
rimento, da cui partire per il calcolo delle maggiorazioni percentuali.
Essa si ottiene nel seguente modo:
Paga base da contratto nazionale
+ voci di contingenza
+ scatti di anzianità
+ superminimo (individuale o collettivo)
+ eventuale cottimo
= paga di riferimento per il calcolo delle maggiorazioni percentuali.
Per ottenere la retribuzione complessiva lorda è necessario sommare le seguenti
voci alla paga di riferimento per il calcolo delle maggiorazioni percentuali:
Paga di riferimento per il calcolo delle maggiorazioni percentuali
+ compenso per lavoro straordinario
+ premio di produzione
+ indennità di mensa
+ altre indennità
= retribuzione complessiva lorda
Dalla retribuzione complessiva lorda si ottiene la retribuzione imponibile:
Retribuzione complessiva lorda
- trattenute previdenziali e assistenziali
= retribuzione imponibile
Dalla retribuzione imponibile si ottiene la retribuzione netta:
Retribuzione imponibile
- trattenute fiscali
= retribuzione netta
Dalla retribuzione netta si arriva alla retribuzione in busta paga:
Retribuzione netta
+ eventuale assegno per il nucleo familiare
= retribuzione in busta paga
Si riporta qui di seguito un esempio di busta paga, nella quale sono elencate
tutte le voci che in essa possono comparire.
100
Note:
1) Vidimazione INAIL
2) Mese di riferimento - Indica il mese a cui si riferisce la retribuzione
3) Numero progressivo - Listini paga dell’azienda
4) Numero progressivo INAIL
5) Qualifica - operaio, intermedio, impiegato. Nel nostro caso “OP” significa “operaio”
6) Livello o Categoria - Trattasi di lavoratore di 4° livello. Varia a seconda della professiona-
lità e dell’anzianità
7) Data dell’assunzione del lavoratore: 02/01/1982
8) Eventuale data della cessazione dell’attività lavorativa
Esempio di una busta paga di un operaio di 4° categoria, con una retribuzione annua lorda presunta
di 17.000 euro
101
9) Nome, ragione sociale ed eventuale indirizzo dell’azienda
10) Cognome e nome del lavoratore
11) Codice fiscale del lavoratore
12) Numero aziendale del lavoratore
13) Data di nascita del lavoratore
14) Retribuzione base o minimo conglobato - Si ottiene dividendo il minimo tabellare mensile
previsto dal contratto per ore 173
15) Contingenza - Con l’accordo Interconfederale del 31/07/92 viene a cessare il sistema di in-
dicizzazione del salario, quindi questa voce della busta paga rimane invariata e a partire dal
01/07/1999 viene conglobata alla paga base
16) E.D.R. - Elemento distinto della retribuzione, erogazione di somma forfetaria a titolo di sa-
natoria per il mancato pagamento della contingenza per il periodo 1992/93 (accordo inter-
confederale del 31 luglio 1992). Tale importo è frazionabile a giornata e ad ora.
17) Aumenti periodici di anzianità
18) Premio di produzione; si ricorda che, la denominazione e la normativa è stata sostituita dal
Premio di risultato
19) Superminimo - Cifra che può comprendere sia aumenti frutto di accordi aziendali, sia au-
menti “al merito” che premiano la professionalità o la “collaborazione” e che sono dati in
modo unilaterale dal datore di lavoro
20) Retribuzione o paga oraria - Somma di tutte le voci che compongono la paga oraria (14 +
15 + 16 + 17 + 18 + 19)
21) Giorni di retribuzione per l’INPS - Nel mese marzo 2002 i giorni lavorativi teorici corri-
spondono a 26
22) Giorni di effettiva prestazione di lavoro - Nel nostro caso sono state lavorate h. 160 ordi-
narie, pari a 20 giorni (160 : 8 h. = 20 giorni)
23) Ore ordinarie - Ore lavorate non in straordinario. Nel nostro caso sono di 160
24) Ore di assenza - Nel nostro caso sono costituite da 8 ore di assenza usufruite per permesso
retribuito
25) Retribuzione ordinaria = ore ordinarie x paga oraria
26) Straordinario - In questo caso sono state ipotizzate 20 ore di straordinario con la maggiora-
zione del 25% (numero ore di straordinario x valore ora di lavoro ordinario x 25%)
27) Festività - In questo caso non vi sono festività
28) Assegni per nucleo familiare - Il nucleo familiare in questo caso è composto da 3 persone
(nucleo familiare con entrambi i genitori e un figlio minore in cui non sono presenti compo-
nenti inabili), con un reddito di euro 24.000
29) Permesso retribuito
30) Assistito INAIL - Il lavoratore (come tutti gli operai) è assistito INAIL (Istituto Nazionale
Assicurazioni Infortuni sul Lavoro) come previsto dal D.P.R. 30 Giugno 1965 n. 1124.
31) Totale competenze o retribuzione complessiva lorda - È la somma di tutte le competenze
(somma colonna “competenze”) = 25 + 26 + 27 + 28 + 29.
32) Imponibile contributivo: è la cifra rispetto alla quale vengono calcolate le trattenute previ-
denziali ed assistenziali. Non sono soggetti a trattenute previdenziali gli assegni per il nu-
cleo familiare, quindi l’imponibile contributivo è costituito dalla retribuzione lorda meno gli
assegni per il nucleo familiare. La cifra ottenuta di imponibile contributivo deve essere arro-
tondata
33) F.A.P. - Fondo Adeguamento Pensioni: imponibile contributivo x 0.0889 (8,89%)
34) S.S.N. - Dal 01/01/98 tale contributo è stato abolito. Ora si paga l’Addizionale regionale.
35) GESCAL - Dal 01/01/97 tale contributo è stato abolito ed inglobato nel contributo previ-
denziale FAP
36) CIG/S - Imponibile contributivo x 0,0030 (0,30%)
37) Totale contributi - È la somma dei contributi sociali = 33 + 34 + 35 + 36
102
38) Contributo a Cometa - È il contributo trattenuto dalla paga del lavoratore che sarà versato
dall’azienda al fondo previdenza complementare. In questo caso si tratta del contributo mi-
nimo, pari all’1,2% del minimo tabellare conglobato, più E.D.R.
39) Imponibile IRPEF - Normalmente è dato dal totale competenze meno le trattenute previden-
ziali e i contributi eventualmente versati ai fondi pensione integrativi (Cometa). Non sono
soggetti a trattenute IRPEF gli assegni per il nucleo familiare
40) Deduzione - In pratica si rapporta, il reddito di riferimento di 26.000 euro e la deduzione
massima di 7.500 euro, al valore all’imponibile lordo annuo presunto e la deduzione annua
che ne risulta viene divisa per 12 e applicata alla mensilità
41) Imponibile netto: è dato dall’imponibile lordo meno la deduzione applicata alla mensilità.
Su questo imponibile si applicano le previste aliquote per calcolare l’imposta da pagare
42) Detrazioni figli - In questo caso 1 figlio a carico
43) Totale detrazioni - È la somma di tutte le detrazioni spettanti
44) Imposta netta - Corrisponde a quanto effettivamente viene pagato di IRPEF come acconto
mensile, applicando le aliquote previste dalla legge, meno le eventuali detrazioni per fami-
liari a carico
45) Addizionale Regionale - È stato assunto il valore stabilito dalla Regione Piemonte per
questa fascia di reddito = 1,40% dell’imponibile IRPEF
46) Addizionale Comunale -Varia da comune a comune. In questo caso è stato assunto un va-
lore dello 0,30% dell’imponibile IRPEF
47) Trattenuta sindacale - Sottoscrizione volontaria al sindacato che varia a seconda della cate-
goria. Viene calcolata all’1% del minimo conglobato
48) Arrotondamento precedente - È quanto l’azienda ha corrisposto, nel mese precedente per ar-
rotondare il “netto in busta” all’euro
49) Totale trattenute - È la somma delle imposte da pagare, più la trattenuta sindacale, più even-
tuali arrotondamenti del mese precedente
50) Arrotondamento attuale - È quanto l’azienda corrisponde per arrotondare il “netto in busta”
all’euro
51) Netto in busta - Totale competenze - totale trattenute, arrotondato all’euro
52) Dati fiscali e contributivi progressivi - È la somma progressiva, mese per mese, di quanto
considerato nelle varie voci, serviranno per verificare il conguaglio fiscale di fine anno
103
Le trattenute previdenziali e assistenziali
L’onere del versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali grava sia
sul datore di lavoro che sul lavoratore. Nella busta paga devono essere riportati i
versamenti effettuati dal datore di lavoro agli istituti previdenziali per conto del la-
voratore. L’entità di queste trattenute, effettuate sulla retribuzione lorda, sono stabi-
lite dalla legge. Le aliquote delle trattenute previdenziali ed assistenziali variano
per settore produttivo (pubblica amministrazione, industria, commercio, ecc.), per
attività svolta e per le dimensioni aziendali.
Il controllo dei versamenti all’INPS e le denuncie annuali delle retribuzioni
Per difendere la propria è necessario partire dalla conoscenza della propria po-
sizione contributiva e in particolare attraverso il controllo che lo stesso lavoratore e
il sindacato esercitano sui versamenti del datore di lavoro.
Si ricorda che, sia per il controllo dei versamenti contributivi che per le ri-
chieste di pensione, è possibile rivolgersi ai patronati sindacali che offrono gratui-
tamente, a tutti i lavoratori, la consulenza sui vari problemi e la predisposizione
delle pratiche.
Come si è già avuto modo di dire, la responsabilità della corresponsione delle
assicurazioni agli Enti previdenziali grava sul datore di lavoro che deve effettuare
all’INPS il versamento mensile dei contributi attraverso apposito modulo. Il datore
è anche tenuto a consegnare annualmente al lavoratore il modello CUD, nel quale
figurano le retribuzioni corrispondenti ai contributi versati ai fini previdenziali.
Il trattamento fiscale: l’IRPEF e le detrazioni
L’IRPEF rappresenta la trattenuta fiscale sul reddito delle persone fisiche,
operata sulla retribuzione del lavoratore dipendente da parte del datore di lavoro.
Se il lavoratore possiede altri redditi deve provvedere personalmente, in sede
di dichiarazione dei redditi, al pagamento della maggiore imposta dovuta in rela-
zione al reddito complessivo.
Per quanto concerne l’imposta sul reddito di lavoro dipendente è il datore di
lavoro che provvede ad effettuare il versamento allo Stato per conto del lavoratore.
L’imposta viene calcolata sulla retribuzione imponibile, vale a dire quella al
netto delle ritenute previdenziali ed assistenziali e dell’assegno per il nucleo fami-
liare. Le trattenute sulla retribuzione mensile imponibile vengono effettuate sulla
base degli scaglioni di reddito e delle relative aliquote, determinando in tal modo
l’imposta lorda. A questa somma si applicano le detrazioni di imposta.
L’imposta netta, dovuta mensilmente dal lavoratore, si ottiene pertanto sot-
traendo le detrazioni dall’imposta lorda, ad eccezione delle mensilità aggiuntive
sulle quali non vanno operate le detrazioni.
Si deve anche ricordare che, alla fine di ogni anno viene calcolato il cosiddetto
conguaglio: il datore di lavoro cioè, calcola l’ammontare dell’imposta complessi-
104
vamente dovuta dal lavoratore, al fine di stabilire se l’imposta è stata assolta per in-
tero. Nel caso le trattenute risultino inferiori a quanto dovuto, viene effettuata
un’ulteriore trattenuta, pari alla differenza tra quanto dovuto e quanto già versato.
In caso contrario il lavoratore viene rimborsato del maggior versamento effettuato.
Le addizionali IRPEF: regionali e comunali
Alle aliquote erariali dovute allo Stato, vanno aggiunte le addizionali Irpef re-
gionali e comunali. Dal 2001, le aliquote regionali possono variare da un minimo
dello 0,9% a un massimo dell’1,4%; mentre quelle comunali possono oscillare tra
lo zero ed un massimo dello 0,5%.
Le addizionali sono calcolate dal datore di lavoro in sede di conguaglio di fine
anno e trattenute nel corso dell’anno in un numero massimo di 11 rate.
L’assegno per il nucleo familiare
Tra gli elementi della retribuzione, vi è l’assegno per il nucleo familiare. Il go-
dimento dell’assegno viene riconosciuto ed erogato, in relazione al reddito fami-
liare, a tutti i lavoratori dipendenti o in pensione.
Il nucleo familiare è composto dai coniugi, con esclusione del coniuge legal-
mente separato e dai figli di età inferiore ai 18 anni compiuti, ovvero senza limiti di
età qualora siano totalmente impossibilitati, a causa di infermità o difetto fisico, a
svolgere attività lavorativa. Alle stesse condizioni possono far parte del nucleo fa-
miliare anche fratelli, sorelle e nipoti orfani di entrambi i genitori e non titolari di
trattamenti pensionistici.
Per ottenere il riconoscimento dell’assegno il lavoratore deve compilare, entro
giugno di ogni anno, una dichiarazione relativa al reddito percepito ed ai compo-
nenti il nucleo familiare da inoltrare alla propria azienda.
Il reddito del nucleo familiare è costituito dall’ammontare di tutti i redditi del-
l’anno precedente, assoggettabili ad imposta (da lavoro, fabbricati, terreni, ecc.),
con esclusione di quelli a tassazione separata (trattamento di fine rapporto, arre-
trati, ecc.).
4. LE CAUSE DI SOSPENSIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO
Si tratta di Istituti tipici del rapporto di lavoro dipendente, regolamentati dalle
leggi e dalla contrattazione collettiva, che consentono al lavoratore di usufruire di
interruzioni temporanee della prestazione lavorativa senza togliere validità al rap-
porto stesso.
1) Malattia
Il lavoratore assente per malattia ha il diritto, nei limiti fissati dalla legge e dai
contratti collettivi, alla conservazione del posto di lavoro ed al trattamento economico.
105
Per garantirsi tali condizioni deve produrre idonea certificazione medica ed ac-
cettare controlli sul suo stato di salute. Il lavoratore deve immediatamente rivol-
gersi al proprio medico curante, il quale rilascia il certificato attestante la durata
della malattia. In genere, il certificato va trasmesso all’azienda, tramite raccoman-
data con ricevuta di ritorno, o tramite fax, entro un periodo che varia dai due a
cinque giorni dall’inizio dell’assenza dal lavoro, a seconda di quanto previsto dai
contratti collettivi e dai regolamenti interni dell’azienda.
Se la certificazione viene prodotta fuori dal termine previsto, il lavoratore
perde la retribuzione corrispondente al periodo intercorrente tra l’inizio dell’as-
senza e l’invio della certificazione stessa. Tale sanzione non si applica nel caso di
motivata impossibilità del lavoratore a rispettare i termini previsti.
Si deve ricordare che per quanto riguarda i controlli la legge vieta al datore di
lavoro di effettuarli direttamente. Per provvedere al controllo deve rivolgersi alla
ASL che utilizzerà il proprio personale a ciò addetto.
Le visite di controllo avvengono in orari prestabiliti, e cioè la mattina dalle ore
10 alle 12 ed il pomeriggio dalle ore 17 alle 19, tutti i giorni comprese le dome-
niche ed i festivi.
Entro queste fasce orarie il lavoratore deve essere reperibile presso il proprio
domicilio. Nel caso in cui il lavoratore non possa giustificare i motivi dell’assenza
dal domicilio, è soggetto a sanzioni comportanti la sospensione della retribuzione.
L’assenza del lavoratore dal proprio domicilio è considerata giustificata in rela-
zione a una serie di cause, quali ad esempio:
l’effettuazione di visite dal proprio medico di base, prestazioni e/o accerta-
menti specialistici;
l’assenze dovute alla necessità di evitare gravi conseguenze per sé o per il pro-
prio nucleo familiare, ecc.
Il datore di lavoro non può legittimamente licenziare il lavoratore, anche nelle
ipotesi di frequenti e continue assenze per malattia, prima che sia stato superato il
periodo di comporto previsto dal contratto collettivo.
ASSENZE PER MALATTIA
Durata Effetti economici Osservazioni
18 mesi in 3 anni I primi 9 mesi retribuzione
intera.
Per triennio si intendono i 3 anni
precedenti la malattia.
I successivi 3 mesi retribuzione
al 90%.
Tali assenze non interrompono la
maturazione dell'anzianità di
servizio.
Gli ultimi 6 mesi retribuzione al
50%.
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2) Maternità e paternità
Le donne lavoratrici sono destinatarie di una specifica protezione legislativa in
caso di maternità. Negli ultimi anni, poiché l’attenzione è stata rivolta sempre più
all’interesse di tutela del bambino, si è assistito all’estensione al lavoratore padre
delle garanzie poste per la lavoratrice madre.
La materia è stata regolamentata con la legge 53 del 2000, sui congedi paren-
tali, volta ad assicurare ad entrambi i genitori la possibilità di assentarsi dal lavoro
per accudire i figli minori di 8 anni o per gravi motivi familiari.
Queste norme sono state riunite nel Testo Unico, approvato con D.Lgs. 151 del
2001.
La legge tutela la maternità in tutti i suoi aspetti e conseguenze, così come
l’adozione che, di diritto, viene equiparata. La madre, infatti, durante la gestazione
ed il primo anno di vita del bambino, non può essere licenziata, sospesa dal lavoro,
ne tanto meno posta in cassa integrazione.
3) Congedo di maternità e paternità
Per la tutela della maternità è anche disposto il divieto alla donna di lavorare
nei 2 mesi antecedenti il parto (3 se l’attività può compromettere la salute della la-
voratrice) ed i 3 successivi (puerperio).
Fermo restando che la durata massima di assenza obbligatoria è di 5 mesi, è
prevista la possibilità di continuare a lavorare fino all’ottavo mese di gravidanza, e,
quindi, di usufruire di 1 mese di astensione prima del parto e di 4 successivi.
Per usufruirne, è necessario che la lavoratrice presenti al datore di lavoro il
certificato medico di gravidanza, con l’indicazione della data presunta del parto.
Il trattamento economico consiste nel pagamento dell’80% della retribuzione,
(comprendendovi i ratei della 13a mensilità e delle altre erogazioni aggiuntive).
Il periodo è altresì valido ai fini del riconoscimento integrale dell’anzianità di
servizio. Va infine ricordato che l’astensione dal lavoro, dopo la nascita del figlio,
può essere concessa anche al lavoratore padre nel caso in cui la madre, per gravi
motivi, non sia in grado di assistere il figlio.
4) Astensione anticipata
L’assenza anticipata si ottiene, presentando domanda con allegato certificato al
servizio ispettivo della Direzione provinciale del Lavoro, quando:
– la lavoratrice abbia gravi complicazioni della gestazione;
– sia adibita a prestazioni pericolose per le sue condizioni;
Il trattamento economico è, in questo caso, identico a quello previsto per
l’astensione obbligatoria e il periodo è riconosciuto utile come anzianità di servizio.
107
5) Congedo parentale
Conclusosi il periodo di congedo di maternità, si può richiedere un ulteriore
periodo di congedo parentale.
La madre (o il padre), una volta esauritosi il periodo di assenza obbligatoria,
può richiedere un ulteriore periodo di assenza, della durata massima di 6 mesi.
Dell’astensione deve essere dato preavviso al datore di lavoro e si ha diritto al
30% della retribuzione ed al riconoscimento dell’anzianità di servizio (non ai fini
però della 13a mensilità e per le ferie).
6) RIPOSI GIORNALIERI
Fino al compimento del primo anno di vita del bambino è prevista una ridu-
zione dell’orario giornaliero di lavoro di 2 ore, solo se l’orario ordinario sia almeno
di 6 ore. La distribuzione giornaliera di tale riduzione va concordata tra lavoratrice
e datore di lavoro.
I riposi sono estesi al padre lavoratore dipendente, quando:
– la madre non se ne avvalga;
– la madre non sia lavoratrice dipendente;
– i figli siano affidati al solo padre;
– la madre sia deceduta o gravemente inferma.
I riposi giornalieri non danno luogo a decurtazione della retribuzione, ma sono
assoggettati a contribuzione figurativa ridotta.
7) CONGEDI PER MALATTIA BAMBINO
La madre (o il padre) può richiedere permessi non retribuiti per malattia del
bambino fino al compimento del 3° anno di vita, dietro presentazione al datore di
lavoro di certificazione medica.
Entrambi i genitori hanno anche il diritto di astenersi dal lavoro durante la ma-
lattia del bambino fino al compimento del suo ottavo anno. Nel caso di figli con età
compresa tra 3 e 8 anni, l’astensione è possibile nel limite di 5 giorni lavorativi al-
l’anno per ciascun genitore, dietro presentazione del certificato medico. Per tali as-
senze non è corrisposta la retribuzione.
8) MISURE PER I GENITORI DI FIGLI PORTATORI DI HANDICAP
La lavoratrice madre (o il padre), anche adottivi, hanno diritto al prolunga-
mento fino a 3 anni del periodo di assenza facoltativa, quando la struttura pubblica
accerti una situazione di gravità nelle condizioni del bambino. In alternativa si può
108
richiedere al datore di lavoro di usufruire di 2 ore di permesso giornaliero retri-
buito.
9) ALTRE CAUSE DI SOSPENSIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO:
IL DIRITTO ALLO STUDIO
Sono principalmente 3 i tipi di intervento previsti dalla legge e dai contratti
collettivi per garantire il diritto allo studio, e sono: le facilitazioni per i lavoratori
studenti, i permessi retribuiti per la formazione culturale del lavoratore (le cd. “150
ore”) e i congedi formativi.
10) LE FACILITAZIONI PER I LAVORATORI STUDENTI
Sono stabilite particolari facilitazioni per i lavoratori che frequentano “corsi
regolari di studio in scuole d’istruzione primaria, secondaria e di qualificazione
professionale, statali ecc. o comunque abilitate a rilasciare titoli di studio legali”.
Le principali facilitazioni sono le seguenti:
– il diritto a turni che agevolino la frequenza dei corsi e la preparazione agli
esami;
– la previsione di premessi giornalieri retribuiti per i giorni di esame.
11) “150 ORE”
Quasi tutti i contratti collettivi prevedono permessi retribuiti per motivi di
studio e per coloro che vogliono aumentare la propria preparazione culturale e pro-
fessionale.
I contratti prevedono, in genere, che il lavoratore può usufruire di questi per-
messi per un monte ore massimo di 150 ore nel corso di un triennio. Le 150 ore
possono essere utilizzate tutte anche in un solo anno.
È la contrattazione stessa che determina i requisiti per l’utilizzo delle 150 ore;
ad esempio, si ricorda che vi sono delle percentuali massime di lavoratori dell’a-
zienda che possono usufruirne contemporaneamente (che varia in genere tra il 2% e
il 3% del totale dei dipendenti).
12) CONGEDI FORMATIVI
La legge 53 del 2000 prevede per i lavoratori che hanno maturato almeno 5
anni di anzianità di servizio presso la stessa azienda di chiedere una sospensione
del rapporto di lavoro per congedi per la formazione per un periodo non superiore
agli 11 mesi.
109
Per “congedo per la formazione” si intende quello finalizzato al completa-
mento della scuola dell’obbligo, al conseguimento del diploma di scuola di se-
condo grado, del diploma universitario o di laurea.
Durante questo periodo il dipendente conserva il posto di lavoro, ma non ha
diritto alla retribuzione e non matura l’anzianità di servizio.
13) LICENZA MATRIMONIALE
Il lavoratore in occasione del proprio matrimonio può usufruire di permessi re-
tribuiti.
Per gli impiegati, la durata minima è fissata dalla legge in 15 giorni consecu-
tivi, per le altre categorie è opportuno consultare il rispettivo contratto di lavoro.
Generalmente il congedo per matrimonio ha bisogno di un preavviso ed al ri-
entro al lavoro bisogna presentare la certificazione dell’avvenuto matrimonio.
14) ALTRI PERMESSI PER MOTIVI PERSONALI
Tutti i lavoratori hanno il diritto di assentarsi dal posto di lavoro, usufruendo
anche di appositi permessi, sia retribuiti che non. Durante l’assenza i lavoratori
conservano il posto di lavoro e, al termine del periodo, hanno diritto, salvo rinuncia
espressa, di rientrare nella stessa unità produttiva o altra ubicata nello stesso co-
mune e di essere adibiti alle mansioni da ultimo svolte o a mansioni equivalenti.
Il lavoratore può usufruire dei permessi per motivi di:
- donazione di sangue;
- cariche pubbliche ed elettive;
- per attività sociali;
- motivi medici e sanitari;
- permessi sindacali e assemblea sindacale;
- motivi personali.
Per quanto riguarda i motivi personali, la legge ne prevede la fruizione nei casi
di documentata grave infermità, o di decesso del coniuge, di un parente entro il se-
condo grado, o di un convivente.
Tali permessi sono concessi nella misura di tre giorni annui (come previsto
dalla Legge 53 del 2000). Il lavoratore deve comunicare al proprio datore di lavoro
la necessità di usufruire del permesso e i giorni nei quali questo sarà utilizzato.
I giorni di permesso devono essere utilizzati entro sette giorni dall’evento gra-
voso. Il lavoratore che usufruisce dei permessi per grave infermità, deve presentare,
entro cinque giorni dalla ripresa dell’attività lavorativa documentazione del medico
specialista del servizio sanitario nazionale o convenzionato.
110
5. LE CAUSE DI ESTINZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO
A differenza delle cause di sospensione del rapporto di lavoro, che come visto,
comportano una interruzione temporanea della prestazione da parte del lavoratore,
le cause di estinzione interrompono in modo definitivo il rapporto per motivi attri-
buibili al lavoratore.
Pertanto non verranno trattate le cause di estinzione del rapporto da ascrivere
al datore di lavoro (si pensi, ad esempio, al fallimento dell’azienda).
1) La cessazione del rapporto di lavoro
Un rapporto di lavoro può interrompersi per vari motivi:
– pensionamento per raggiunti limiti di età o di anzianità di servizio;
– dimissioni da parte del lavoratore;
– licenziamento individuale da parte del datore di lavoro;
– per scadenza del termine, nei contratti a tempo determinato.
2) Dimissioni da parte del lavoratore
Il lavoratore che desidera dare le dimissioni ha unicamente l’obbligo del
preavviso, ossia una comunicazione che deve essere inviata al datore di lavoro, la
cui durata è stabilita dai contratti collettivi. In mancanza del preavviso, il lavoratore
è tenuto al pagamento di una indennità equivalente alla retribuzione corrispondente
ai giorni di preavviso non lavorati.
Il preavviso non è dovuto durante il periodo di prova o se le dimissioni avven-
gono per giusta causa (es. il datore di lavoro non paga lo stipendio).
Le dimissioni diventano irrevocabili nel momento in cui il datore di lavoro ne
giunga a conoscenza, non sono soggette a verifica, vincolo, accettazione o permesso
da parte del datore di lavoro, né il lavoratore è tenuto a comunicare le motivazioni
che lo inducono ad interrompere il rapporto. Durante il preavviso il lavoratore non
può usufruire di periodi feriali. Per evitare contestazioni, si consiglia di utilizzare
sempre la forma scritta con raccomandata A/R, anche se ciò non è espressamente pre-
visto dal contratto.
Per evitare che le dimissioni siano presentate a seguito di sollecitazione da
parte del datore di lavoro, la legge richiede l’adempimento di specifiche formalità
in casi meritevoli di speciale tutela:
– quando le dimissioni della lavoratrice siano presentate nel periodo che inter-
corre fra la richiesta delle pubblicazioni di matrimonio ed un anno dopo la ce-
lebrazione delle nozze. Le stesse sono valide solo se convalidate entro 30
giorni dal Servizio lavoro (Ispettorato del lavoro);
111
– quando le dimissioni della lavoratrice siano presentate dall’inizio del periodo
di gestazione fino al compimento di 1 anno di età del bambino. Le dimissioni
devono essere convalidate dal Servizio lavoro (Ispettorato del lavoro).
3) Licenziamento individuale da parte del datore di lavoro
Qualora sia il datore di lavoro a decidere di risolvere il rapporto, il nostro ordi-
namento prevede una disciplina particolare a tutela della posizione dei lavoratori. Il
datore di lavoro potrà risolvere il rapporto con o senza preavviso solamente però in
presenza di: una giusta causa, un giustificato motivo.
Per giusta causa s’intende un comportamento scorretto del lavoratore, tal-
mente grave da annullare il rapporto di fiducia che deve esistere tra datore di lavoro
e dipendente e non consentire la prosecuzione neppure temporanea del rapporto (ad
esempio, grave insubordinazione ai superiori, furto nell’azienda, danneggiamento
volontario di materiale dell’azienda).
Il giustificato motivo è, invece, un evento che, sebbene imputabile alla per-
sona del lavoratore, consenta l’espletamento del normale periodo di preavviso e
si definisce:
– soggettivo, quando si è in presenza di gravi mancanze del lavoratore rispetto a
obblighi contrattuali (ad esempio assenza ingiustificata oltre 4 giorni consecu-
tivi, abbandono del posto di lavoro da parte del personale cui sono affidate
mansioni di sorveglianza, custodia).
– oggettivo, quando il licenziamento trova origine in ragioni legate anche all’at-
tività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al suo regolare funzionamento
(ad esempio, la riduzione dell’attività lavorativa, come conseguenza della sop-
pressione o della trasformazione dell’attività stessa, imposta da motivi econo-
mici).
Il datore di lavoro ha l’obbligo, quando intende disporre un licenziamento, di
seguire delle procedure che salvaguardino la possibilità del lavoratore di contestare
il licenziamento stesso: deve comunicare per iscritto il licenziamento e, qualora ri-
chiesto dal lavoratore, deve indicare i motivi dello stesso.
Nel caso in cui la comunicazione non avvenga per iscritto, il licenziamento
non è efficace. Se la lettera non contiene i motivi del licenziamento, il lavoratore
può farne richiesta entro 15 giorni ed il datore di lavoro è obbligato a rispondere
per iscritto entro i 7 giorni successivi alla richiesta.
La legge prevede anche che il lavoratore possa opporsi al provvedimento; deve
però comunicare tale opposizione per iscritto, con lettera raccomandata inviata al
datore di lavoro, entro 60 giorni.
112
In caso di licenziamento illegittimo, si applicano due differenti sistemi sanzio-
natori. In relazione a determinati requisiti occupazionali, infatti, il datore di lavoro
può essere condannato a: reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro occupato in
precedenza (c.d. tutela reale); oppure può scegliere tra la riassunzione od il paga-
mento di una penale (c.d. tutela obbligatoria).
6. IL TRATTAMENTO PENSIONISTICO
Il diritto alla pensione, così come il diritto all’assistenza in caso di infortunio,
malattia o disoccupazione involontaria, è sancito dall’art. 38, comma 2, della Co-
stituzione.
La pensione è, infatti, la forma di remunerazione post lavorativa delle società
industrializzate. In Italia ha prevalentemente una natura pubblica ed è erogata da
Enti di previdenza statali o da enti previdenziali para-statali, come le casse degli or-
dini professionali.
Il nostro sistema pensionistico è, poi, di tipo contributivo: per i lavoratori di-
pendenti del settore privato l’ente di riferimento è l’INPS, mentre per quelli che la-
vorano nel settore pubblico è l’INPDAP.
La pensione “statale” poi, può essere cumulata con fondi pensioni “privati”:
in questo caso, si parla di previdenza complementare.
1) Forme di contribuzione
Esistono 4 forme di contribuzione utili ai fini della pensione.
– Contribuzione obbligatoria: è il versamento effettuato dal datore di lavoro,
calcolato in percentuale sulla retribuzione imponibile del lavoratore dipen-
dente. Per l’anno 2006 la percentuale totale da versare era pari al 32,70%, di
cui l’8,89% era a carico del lavoratore.
– Contribuzione figurativa: è riferita ai periodi di forzata assenza dal lavoro
(malattia, infortunio, gravidanza, puerperio, disoccupazione, cassa integra-
zione guadagni, aspettativa sindacale e politica, ecc.) ed è accreditata sulla po-
sizione assicurativa del lavoratore, a condizione che in precedenza risulti ver-
sato almeno un contributo obbligatorio.
– Contribuzione volontaria: è riferita a periodi di interruzione del rapporto di la-
voro che non rientrano nei casi di contribuzione figurativa, nei quali il lavora-
tore, attraverso contributi versati trimestralmente e su appositi bollettini di
conto corrente postale, continua ad incrementare la sua posizione contributiva
ai fini pensionistici. L’importo del contributo è calcolato sulla base della retri-
buzione media imponibile, percepita nell’anno di contribuzione precedente la
data della domanda.
113
– Contribuzione da riscatto: è riferita a specifici periodi (quali, ad esempio, i
corsi legali di laurea) che il lavoratore può volendo riscattare ai fini pensioni-
stici, versando i contributi previsti.
È importante sapere che si possono ricongiungere, presso un unico ente previ-
denziale, periodi di assicurazione maturati in diversi settori produttivi, con iscri-
zione in diverse gestioni previdenziali.
2) Tipi di pensioni
Dai primi anni novanta, il sistema pensionistico italiano è stato oggetto di un
articolato processo di riforma volto a contenere la spesa pensionistica.
Con la L. 243/2004 (cosiddetta “Maroni”), recante “Norme in materia pensio-
nistica e delega al Governo nel settore della previdenza pubblica, per il sostegno
alla previdenza complementare e all’occupazione stabile e per il riordino degli enti
di previdenza e assistenza obbligatoria” cambia volto la normativa previdenziale,
soprattutto per le pensioni di anzianità e quelle di vecchiaia, liquidate con il sistema
di calcolo contributivo. Tale riforma rappresenta un’importante evoluzione nella
storia della previdenza italiana. Essa è incentrata, infatti, sullo sviluppo di un si-
stema pensionistico basato su due “pilastri”:
– il primo, rappresentato dalla previdenza obbligatoria (erogata da INPS,
INPDAP, Casse professionali ecc.) che assicura la pensione di base;
– il secondo, rappresentato dalla previdenza complementare che è finalizzata a
erogare una pensione aggiuntiva a quella di base.
Per quanto riguarda la pensione di anzianità, dal 2008 i lavoratori, privati e
pubblici, possono ottenere, a domanda, le pensioni di anzianità con:
– un’anzianità contributiva pari a 40 anni, indipendentemente dall’età anagrafica;
– in alternativa, limitatamente agli uomini lavoratori dipendenti, 35 anni di con-
tributi e 60 anni di età dal 2008 al 2009, 61 dal 2010 al 2013 e 62 anni dal
2014.
Inoltre l’art. 1 della legge 243 del 2004 modifica, a partire dal 1° gennaio
2008, i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia.
Il limite d’età passa da 57 a 65 anni per gli uomini e a 60 per le donne con al-
meno 5 anni di contributi effettivi. In alternativa resta la possibilità di far valere 40
anni di contributi, indipendentemente dall’età.
Gli altri trattamenti pensionistici previsti dal nostro ordinamento sono:
– pensione di reversibilità: è la pensione che, alla morte del lavoratore assicurato
o pensionato, spetta ai componenti del suo nucleo familiare. Questa pensione
114
può essere di reversibilità, se la persona deceduta era già pensionata (pensione
di vecchiaia, anzianità o inabilità) oppure indiretta se aveva almeno 15 anni di
contributi oppure era assicurato da almeno 5 anni di cui almeno 3 versati nel
quinquennio precedente la data di morte;
– pensione di invalidità: è un assegno che spetta ai lavoratori dipendenti e auto-
nomi, affetti da un’infermità fisica o mentale, che possono far valere determi-
nati requisiti contributivi (nelle forme dell’assegno ordinario d’invalidità e
della pensione ordinaria d’inabilità);
– assegno sociale: è una prestazione di natura assistenziale riservata ai cittadini
italiani che hanno 65 anni di età, risiedono stabilmente in Italia e che hanno
redditi inferiori ai limiti previsti dalla legge. Dal 1° gennaio 1996 l’assegno so-
ciale ha sostituito la pensione sociale, che continua comunque ad essere ero-
gata a coloro che, avendone i requisiti, ne hanno fatto domanda entro il 31 di-
cembre 1995.
La riforma della previdenza complementare
In attuazione della legge 243 del 2004, è stato adottato il decreto legislativo
252 del 2005 che disciplina le forme pensionistiche complementari.
La legge 296 del 2006 (legge finanziaria 2007) ha anticipato l’entrata in vigore
del decreto, inizialmente fissata al 1° gennaio 2008 al 1° gennaio 2007.
Si ricorda che lo scopo della riforma è l’incremento dell’entità di flussi di fi-
nanziamento alle forme pensionistiche complementari.
La riforma – che riguarda circa 12 milioni di lavoratori dipendenti privati (le
norme escludono il versamento ai fondi integrativi della liquidazione di quelli pub-
blici) – ha come elemento centrale per il decollo della previdenza complementare il
criterio del “silenzio assenso”.
Dal 2007 il lavoratore può decidere se lasciare il TFR in azienda o a quale
fondo destinarlo. Se il lavoratore non si esprime, il suo TFR “maturando” sarà ver-
sato dal datore di lavoro nel fondo previsto dal contratto.
7. IL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO (TFR)
Il trattamento di fine rapporto (chiamata più comunemente “liquidazione”) è
un istituto di natura prevalentemente retributiva.
Spetta al lavoratore alla cessazione del rapporto di lavoro, qualunque ne sia la
causa (dimissioni, licenziamento per giusta causa o giustificato motivo) ed è disci-
plinata dall’art. 2120 del codice civile.
Il TFR gioca un ruolo fondamentale nella nuova riforma della previdenziale
complementare: infatti, la legge n. 243 del 2004 stabilisce il “dirottamento” auto-
matico alla previdenza complementare, salvo diverso avviso da parte del lavora-
tore. In pratica vige la regola del silenzio-assenso per la quale se entro sei mesi
115
dalla data di assunzione, il lavoratore non esprime nulla in merito alla quota del
TFR, questa verrà automaticamente versata nel fondo pensione di categoria. Qua-
lora non esistesse il fondo pensione negoziale, o di categoria, è facoltà del lavora-
tore scegliere a quale fondo pensione aderire.
1) Come utilizzare il proprio TFR
Il lavoratore dipendente del settore privato ha quindi fondamentalmente due
opzioni di scelta.
a) Può continuare a lasciare il proprio TFR in azienda (come accadeva prima
della riforma), prestando in pratica tale somma al datore di lavoro che gliela
restituirà al termine del rapporto di lavoro. Per attivare questa opzione il la-
voratore deve comunicare per iscritto le proprie intenzioni all’azienda. Si
ricorda che in questo caso, il lavoratore potrà rivedere la sua scelta e avrà la
possibilità ogni anno di cambiare idea destinando diversamente (ossia ai
fondi pensione) il TFR che maturerà da quel momento in poi (il TFR matu-
rato precedentemente rimane in azienda).
b) Può delegare l’azienda a trasferire, per conto suo, il TFR che maturerà da
quel momento in poi ad un fondo pensione di sua scelta. Si ricorda che in
questo caso, il lavoratore non potrà rivedere la sua scelta e non avrà la pos-
sibilità di far ritornare il TFR in azienda, ma potrà cambiare il fondo pen-
sione ogni anno.
È importante inoltre precisare che, in caso di licenziamento o dimissioni solo il
TFR lasciato in azienda potrà essere ottenuto, mentre, il TFR versato nei Fondi
pensione potrà essere ottenuto solo con il raggiungimento dei requisiti per la pen-
sione.
Solo nel caso in cui il dipendente trascorra un periodo di 2 anni di disoccupa-
zione o mobilità potrà richiedere la liquidazione totale del Fondo pensione anche
senza requisiti di pensionamento a condizione che siano trascorsi almeno 5 anni
dall’inizio dei versamenti.
2) Come si calcola il TFR
Il TFR si determina accantonando per ciascun anno di lavoro una quota pari al
6,91% della retribuzione lorda (per questo motivo come abbiamo visto il TFR
viene anche definito retribuzione differita). La retribuzione utile per il calcolo del
TFR comprende tutte le voci retributive corrisposte in dipendenza del rapporto di
lavoro, salvo diversa previsione dei contratti collettivi. Gli importi accantonati sono
rivalutati, al 31 dicembre di ogni anno, con l’applicazione di un tasso costituito
dall’1,5% in misura fissa e dal 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo
ISTAT. Al momento della liquidazione, il TFR è tassato, in linea generale, con
116
l’applicazione dell’aliquota IRPEF media del lavoratore nell’anno in cui è percepito.
Per la parte di TFR che si riferisce agli anni di lavoro decorrenti dal 1° gennaio 2001,
l’amministrazione finanziaria provvede poi a riliquidare l’imposta, applicando
l’aliquota media di tassazione del lavoratore degli ultimi 5 anni.
3) Le anticipazioni del TFR e del fondo pensione
La legge 297 del 1982 ha previsto la possibilità per il lavoratore di ottenere
un’anticipazione del TFR maturato.
Infatti, il lavoratore che abbia almeno otto anni di servizio presso lo stesso da-
tore di lavoro può ottenere, una sola volta nel corso del rapporto, un anticipo, non
superiore al 70% del TFR maturato.
Le richieste di anticipo vengono soddisfatte annualmente entro i limiti del 10%
degli aventi titolo e comunque del 4% del numero totale dei dipendenti.
L’anticipo del TFR può essere richiesto in due casi:
- per le spese sanitarie per terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle
competenti strutture pubbliche;
- per l’acquisto della prima casa di abitazione per sé o per i figli, documentato
con atto notarile.
È importante sottolineare che, come previsto dall’art. 2120 del Codice civile,
condizioni di miglior favore (in deroga al vincolo degli otto anni, o del 70% o alle
motivazioni) possono essere previste dai contratti collettivi o a discrezione del
datore di lavoro. In pratica ogni datore di lavoro può “negoziare” con i propri di-
pendenti come, quando e quanto rilasciare a titolo di anticipazione del TFR.
Anche il lavoratore che decida di destinare il proprio TFR alla previdenza
complementare, può conseguire un’anticipazione della posizione individuale matu-
rata. In qualsiasi momento, infatti, può essere richiesta un’anticipazione fino al
75% della posizione maturata:
- per spese sanitarie conseguenti a situazioni gravissime attinenti a sé, al co-
niuge o ai figli, per terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle compe-
tenti strutture pubbliche;
- inoltre, dopo otto anni di iscrizione, per un importo non superiore al 75%,
per l’acquisto o ristrutturazione della prima casa di abitazione, per sé o per i
figli;
- fino al 30% per la soddisfazione di qualsiasi esigenza senza doverne giustifi-
care il motivo.
Ogni Fondo pensione mette a disposizione dei propri iscritti (ad esempio sul
sito internet) un documento denominato “documento sulle anticipazioni”, conte-
nente tutte le indicazioni precise circa la modulistica da produrre in allegato alla
domanda di anticipazione.
117
8. AMMORTIZZATORI SOCIALI ED INCENTIVI ALL’OCCUPAZIONE
8.1. Ammortizzatori sociali
Per ammortizzatori sociali si intende un complesso ed articolato sistema di tu-
tela del reddito dei lavoratori che sono in procinto di perdere o hanno perso il posto
di lavoro: cassa integrazione guadagni; indennità di disoccupazione; indennità di
mobilità; lavori socialmente utili; contratti di solidarietà; progetti e programmi di
incentivazione al reinserimento o inserimento lavorativo.
1) Cassa integrazione
È un intervento di sostegno per lavoratori di aziende in difficoltà.
La cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) interviene per difficoltà
temporanee e a carattere transitorio dell’industria (escluso l’artigianato) a prescin-
dere dal numero di dipendenti, del settore edile e dell’agricoltura. L’ente compe-
tente in materia di CIGO è l’INPS.
La cassa integrazioni guadagni straordinaria (CIGS) è concessa nei casi di
crisi, ristrutturazione, riorganizzazione, conversione produttiva, privatizzazioni, fal-
limento, ecc., alle imprese industriali con più di 15 dipendenti e del commercio con
più di 50, e alle aziende dell’editoria. Entrambi gli istituti garantiscono ai lavoratori
messi in cassa integrazione, cioè temporaneamente sospesi dal lavoro, un sostegno
al reddito.
2) L’indennità di mobilità
Si parla di mobilità quando interviene il licenziamento del lavoratore, spesso
in seguito a un periodo di Cassa integrazione straordinaria, o quando le imprese che
hanno beneficiato della CIGS non riescono, per motivi tecnici o produttivi, a rein-
serire tutti i lavoratori sospesi e il personale eccedente viene licenziato e l’impresa
avvia la procedura di mobilità. I lavoratori inseriti nelle liste di mobilità acquisi-
scono il diritto ad un’indennità, nel caso in cui abbiano una anzianità aziendale di
almeno 12 mesi e abbiano un contratto continuativo a tempo indeterminato. La du-
rata del trattamento è di 12 mesi, prolungabili a 24 o 36 nel caso di lavoratori che
abbiamo raggiunto rispettivamente 40 o 50 anni di età.
3) Lavoratori socialmente utili
Sono le attività che hanno per oggetto la realizzazione di opere e la fornitura di
servizi di utilità collettiva, mediante l’utilizzo di lavoratori in mobilità o in cassa
integrazione guadagni straordinaria o in disoccupazione speciale, oppure mediante
il coinvolgimento, in progetti di lavori socialmente utili, di soggetti in cerca di
prima occupazione o disoccupati.
La gestione dei lavori socialmente utili e le azioni di politica attiva del lavoro
118
riferita ai lavoratori LSU, è demandata alle Regioni, che agiscono sulla base di
convenzioni con il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale.
4) Indennità di disoccupazione
Spetta ai lavoratori assicurati contro la disoccupazione involontaria, che siano
stati licenziati. Dal 2005 spetta anche ai lavoratori che sono stati sospesi da aziende
colpite da eventi temporanei non causati né dai lavoratori né dal datore di lavoro.
L’indennità si può ottenere quando il lavoratore può far valere: almeno due anni di
assicurazione per la disoccupazione involontaria e almeno 52 contributi settimanali
nel biennio precedente la data di cessazione del rapporto di lavoro. L’indennità
viene corrisposta per 180 giorni, ma può durare fino a nove mesi se il disoccupato
ha superato i 50 anni di età. È prorogata anche per il 2007 la norma provvisoria che
prevede l’aumento della durata delle indennità a 7 mesi per i lavoratori di età infe-
riore a 50 anni e a 10 mesi per quelli di età da 50 anni in poi.
L’indennità è corrisposta nella misura del 40% della retribuzione percepita nei
tre mesi precedenti la cessazione dal lavoro, nei limiti di un importo massimo men-
sile lordo che per il 2007 è di € 844,06, elevato a € 1.014,48 per i lavoratori che
possono far valere una retribuzione lorda mensile superiore a € 1.826,07.
L’indennità viene pagata mensilmente dall’INPS con un assegno.
5) Contratti di solidarietà
Il contratto di solidarietà è uno strumento per affrontare le situazioni di ridu-
zione di personale in caso di crisi aziendale. Previsti dalla legge 236 del 1993, i
contratti di solidarietà sono accordi aziendali la cui finalità è quella di evitare ridu-
zioni di personale (c.d. difensivi) o di favorire nuove assunzioni (c.d. espansivi)
mediante una diminuzione dell’orario di lavoro. In genere, vengono utilizzati dalle
imprese che non rientrano nel campo di applicazione della CIGS. Possono benefi-
ciare del provvedimento:
- Operai e impiegati delle imprese industriali rientranti nel campo di applica-
zione della C.I.G.S.;
- Lavoratori in carico ad aziende non rientranti nel campo di applicazione
della C.I.G.S., che chiedono il contributo ed abbiano un rapporto di lavoro
subordinato, compresi lavoratori con contratti a termine, contratto di appren-
distato e contratto di inserimento.
Il contratto di solidarietà può essere stipulato per un periodo non superiore a
24 mesi, ai sensi della legge 863/84, e può essere prorogato, ai sensi della L. n.
48/88, per un massimo di 36 mesi nelle aree del Mezzogiorno (DPR 218/78 e suc-
cessive modificazioni) e per un massimo di 24 mesi nelle altre aree.
Il contributo è pari al 25% della retribuzione persa ed è corrisposto in uguale
misura anche all’azienda. Il contratto non può superare i 24 mesi.
119
6) Progetti speciali
Sono previste inoltre attività progettuali finalizzate alla ricollocazione nel mer-
cato del lavoro, di soggetti destinatari di ammortizzatori sociali o di sussidi legati
allo stato di disoccupazione ed inoccupazione.
Le attività progettuali, realizzate ai sensi dell’art. 30 della L. 28 dicembre 2001
n. 448, coniugano l’erogazione di ammortizzatori sociali o il sostegno al reddito, nei
confronti di lavoratori appartenenti a fasce svantaggiate e politiche attive del lavoro.
L’erogazione di risorse è stata, quindi, affiancata da azioni sperimentali, per facilitare
l’accesso al mercato del lavoro (formazione, tutoraggio, ecc.) dei soggetti interessati.
In alcuni casi, sono state sperimentate nuove forme di sostegno al reddito indirizzate
ai disoccupati di lunga durata, coinvolti nei progetti di ricollocazione. L’obiettivo è
quello di affiancare al sistema di Welfare passivo, basato sull’erogazione del sussidio
o dell’ammortizzatore, un sistema attivo di Welfare to Work, in cui vengono attivate
le risorse del territorio (servizi pubblici e privati per il lavoro, sistema delle imprese,
lavoratori), al fine di creare un sistema integrato in cui le politiche passive agiscono
di pari passo con le politiche attive e con le politiche di sviluppo locale.
Se ne ricordano alcuni:
- Progetto Pari - Programma Azioni per il reimpiego di lavoratori svantaggiati
- Marchi d’Area - Progetto per lo sviluppo dell’occupazione nel settore agroa-
limentare
- Aree Marine protette - Progetto sperimentale per la promozione dello svi-
luppo sostenibile e l’occupazione all’interno delle aree marine protette
- Progetto Artigiani - Progetto di sostegno alle imprese artigiane per la crea-
zione di nuove opportunità occupazionali
Per approfondimenti consultare il sito del Ministero del Lavoro all’indirizzo:
http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/md/AreeTematiche/AmmortizzatoriSociali/.
8.2. Incentivi all’occupazione
Il nostro Ordinamento prevede, inoltre, una serie di agevolazioni contributive
ed economiche a favore dei datori di lavoro che assumono soggetti che:
- hanno perso il posto di lavoro;
- sono in procinto di perderlo;
- sono a rischio di esclusione sociale.
Il sistema degli incentivi previsti dalla normativa vigente riguarda: lavoratori
in CIGS; lavoratori in mobilità; disoccupati da almeno 24 mesi; disoccupati con
trattamento speciale di disoccupazione da almeno 12 mesi; soggetti rientranti in
una delle categorie previste dal D.Lgs. n. 276/03; disabili tutelati ex lege 68/99;
soggetti rientranti in una delle categorie previste dalla L. n. 381/91.
2) Lavoratori in mobilità
I benefici riguardano i lavoratori iscritti nelle liste di mobilità, con esclusione
di coloro che sono stati collocati in mobilità nei sei mesi precedenti dalla stessa
azienda o da altra collegata e dei dipendenti licenziati da datori di lavoro non im-
prenditori (D.Lgs. 110/2004). I lavoratori in mobilità sono i lavoratori licenziati a
seguito di una riduzione del personale delle aziende ammesse al trattamento di
CIGS che non siano in grado di garantire il reimpiego di tutti i lavoratori sospesi e
che intendano licenziare anche un solo lavoratore e le imprese con più di 15 dipen-
denti che, per riduzione o trasformazione di attività o di lavoro, intendono proce-
dere ad almeno 5 licenziamenti, nell’arco di 120 giorni.
120
1) Lavoratori in CIGS
Sono i lavoratori dipendenti da imprese che, trovandosi in situazione di crisi,
sono costrette a contrarre o sospendere temporaneamente la propria attività.
Contratto
Riguarda i lavoratori assunti a tempo indeterminato anche part-time.
Lo sgravio non è ammesso in caso di trasformazione a tempo indeterminato di un
precedente rapporto a termine.
Aziende
Possono beneficiarne tutti i datori di lavoro, comprese le società cooperative che
assumono soci lavoratori con rapporto di subordinazione. Non sono ammesse le
assunzioni per sostituire lavoratori di pari professionalità licenziati o sospesi per
qualsiasi causa; tale divieto non si applica trascorsi 6 mesi dal licenziamento o
dalla sospensione.
Benefici
contributivi
- per le imprese artigiane: riduzione del 100% dei contributi previdenziali e assi-
stenziali a carico del datore di lavoro per 36 mesi;
- per le imprese diverse da quelle artigiane: riduzione del 50% dei contributi pre-
videnziali e assistenziali a carico del datore di lavoro per 36 mesi.
Contratto Riguarda i lavoratori assunti a tempo indeterminato.
Aziende Possono beneficiarne tutti i datori di lavoro, comprese le società cooperative che
assumono soci lavoratori con rapporto di subordinazione.
Benefici
contributivi
• contribuzione a carico del datore di lavoro pari a quella prevista per gli appren-
disti per la durata di 18 mesi.
• contributo mensile pari al 50% dell’indennità di mobilità che sarebbe stata ero-
gata al lavoratore per un periodo massimo di:
- 12 mesi per il lavoratore fino a 50 anni;
- 24 mesi per il lavoratore con più di 50 anni.
121
Contratto
Riguarda tutti i lavoratori assunti a tempo indeterminato anche part time. Lo
sgravio non è ammesso in caso di trasformazione a tempo indeterminato di un pre-
cedente rapporto a termine.
Aziende
Riguarda tutti i datori di lavoro, comprese le società cooperative che assumono
soci lavoratori con rapporto di subordinazione. Non sono ammesse le assunzioni
per sostituire lavoratori di pari professionalità licenziati o sospesi per qualsiasi
causa; tale divieto non si applica trascorsi 6 mesi dal licenziamento o dalla sospen-
sione.
Benefici
contributivi
I benefici contributivi che hanno una durata di 36 mesi riguardano:
- le imprese artigiane per le quali è prevista una riduzione del 100% dei contributi
previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro;
- i datori di lavoro diversi dalle imprese artigiane per i quali è prevista una ridu-
zione del 50% dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di
lavoro.
Contratto
Riguarda tutti i lavoratori assunti a tempo indeterminato anche part-time. Lo
sgravio non è ammesso in caso di trasformazione a tempo indeterminato di un pre-
cedente rapporto a termine.
Aziende
Riguarda tutti i datori di lavoro, comprese le società cooperative che assumono
soci lavoratori con rapporto di subordinazione. Non sono ammesse le assunzioni
per sostituire lavoratori di pari professionalità licenziati o sospesi per qualsiasi
causa; tale divieto non si applica trascorsi 6 mesi dal licenziamento o dalla sospen-
sione.
Benefici
contributivi
- per le imprese artigiane riduzione del 100% dei contributi previdenziali e assi-
stenziali a carico del datore di lavoro per 36 mesi;
- per le imprese diverse da quelle artigiane riduzione del 50% dei contributi previ-
denziali e assistenziali a carico del datore di lavoro per 36 mesi.
3) Disoccupati da almeno 24 mesi
Sono i lavoratori, iscritti presso il Centro per l’Impiego territorialmente com-
petente, che si trovino in stato di disoccupazione da almeno 24 mesi e per i quali
non risultino, al Centro per l’Impiego stesso, comunicazioni di assunzione.
Dal 30 gennaio 2003, con l’entrata in vigore del D.Lgs. 297/2002 di riforma
del Collocamento, lo stato di disoccupazione viene riconosciuto solo a coloro di-
chiarino al Centro per l’Impiego competente per domicilio l’immediata disponibi-
lità al lavoro. La dichiarazione di disponibilità comporta l’impegno di accettare le
iniziative di promozione dell’occupazione del Centro per l’Impiego (occasioni di
lavoro, tirocini, corsi di formazione professionale, di orientamento, di migliora-
mento della propria occupabilità).
4) Disoccupati con trattamento speciale di disoccupazione da 12 mesi
122
5) Soggetti svantaggiati ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 276/2003
Il D.Lgs. 276/2003 di attuazione delle deleghe in materia di occupazione e
mercato del lavoro (Riforma Biagi) prevede all’art. 13 delle misure di incentiva-
zione del raccordo pubblico e privato per favorire l’inserimento di lavoratori svan-
taggiati.
Contratto Riguarda tutti i lavoratori assunti con contratto a termine non inferiore a 9 mesi.
Aziende Riguarda le Agenzie autorizzate alla somministrazione di lavoro.
Benefici
contributivi
I seguenti benefici hanno durata massima di 12 mesi:
- detrazione dai contributi dovuti dell’ammontare dei contributi figurativi even-
tualmente previsti;
- detrazione dal compenso dovuto di quanto percepito dal lavoratore a titolo di
indennità o sussidio.
Contratto Riguarda tutti i lavoratori assunti con contratto di durata da 9 a 18 mesi, ovverofino a 36 mesi per i lavoratori con disabilità grave.
Aziende
Riguarda Enti pubblici economici, imprese e loro consorzi; gruppi di imprese; as-
sociazioni professionali, socio-culturali, sportive; fondazioni; enti di ricerca, pub-
blici e privati; organizzazioni e associazioni di categoria.
Benefici
contributivi
Sono quelli già previsti dal contratto di Formazione e lavoro o, se più favorevoli,
quelli del contratto di reinserimento di cui all’art. 20 comma 2 Legge 223/1991.
Gli incentivi economici sono esclusi nel caso di assunzione di soggetti di età com-
presa tra 18 e 29 anni.
6) Contratto di inserimento lavorativo
Tale contratto ha lo scopo di adattare, mediante specifico progetto individuale,
le competenze professionali del lavoratore alle esigenze delle aziende ed è finaliz-
zato all’inserimento o reinserimento lavorativo. In caso di gravi inadempienze nella
realizzazione del progetto individuale di inserimento, il datore di lavoro e’ tenuto a
versare la quota dei contributi agevolati, maggiorati del 100%.
7) Contratto di apprendistato
Le agevolazioni alle imprese sono subordinate all’effettiva partecipazione
degli apprendisti alle iniziative di formazione; nel caso di inadempimento il datore
di lavoro è tenuto a versare la differenza tra i contributi pagati e quelli dovuti mag-
giorata del 100%.
123
Contratto
- per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione: massimo 3 anni;
- professionalizzante: da 2 a 6 anni;
- per l’acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione: flessibile;
- vecchia disciplina Legge 25/1955: stabilita dai contratti collettivi nazionali di
lavoro, comunque non inferiore a 18 mesi e non superiore a 4 anni, ovvero 5
anni per il settore artigiano.
Aziende Riguarda tutti i datori di lavoro.
Benefici
contributivi
La Legge 296/2006 (Legge Finanziaria 2007) ha definito la nuova contribuzione
a carico del datore di lavoro nella misura del 10% della retribuzione imponibile
ai fini previdenziali. Inoltre viene meno la distinzione tra soggetti con e senza
INAIL.
Per i datori di lavoro che occupano alle loro dipendenze un numero di addetti pari
o inferiore a nove, l’aliquota è fissata in misura pari a:
- 1,5% per i primi 12 mesi di durata del contratto;
- 3% per i mesi dal 13° al 24°;
- 10% per i mesi oltre i 24.
I benefici sono mantenuti per un ulteriore anno dal riconoscimento della qualifica
e dalla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato. Anche per i lavoratori i
contributi a proprio carico continuano ad essere dovuti nella misura prevista per
gli apprendisti.
Contratto
I benefici sono compatibili, parzialmente o totalmente anche con la stipula dei
seguenti contratti:
- • contratti a tempo indeterminato;
- • contratti di apprendistato;
- • contratti di inserimento;
- • contratti a tempo determinato per un minino di 12 mesi;
- • tirocini finalizzati all’assunzione.
Aziende
- Datori di lavoro privati
- Cooperative e consorzi sociali
- Organizzazioni di volontariato
Gli incentivi sono erogati anche per i datori di lavoro che, pur non essendo sog-
getti agli obblighi della presente legge, procedono all’assunzione di disabili.
Benefici
contributivi
a) Fiscalizzazione totale dei contributi a carico del datore di lavoro per la durata
massima di 8 anni per:
- disabile con invalidità superiore al 79% I-III categoria T.U. D.P.R.
23.12.1978 n. 915 per pensioni di guerra.
- disabile psichico e intellettivo (con invalidità a partire dal 46% fino al 100%).
b) Fiscalizzazione al 50% dei contributi a carico del datore di lavoro per la durata
massima di 5 anni per:
- disabile con invalidità tra il 67% e il 79% oppure IV-VI categoria T.U.
D.P.R. 23.12.1978 n. 915 per pensioni di guerra.
- rimborso fino all’80% delle spese sostenute per ogni disabile con invalidità
superiore al 50% per trasformazione del posto di lavoro; uso di tecnologie
del telelavoro; eliminazione barriere architettoniche.
8) Disabili tutelati ex lege 68/99
Gli incentivi riguardano gli iscritti nelle liste del collocamento obbligatorio con de-
terminate percentuali di invalidità e particolari patologie.
124
9) Soggetti rientranti in una delle categorie previste dalla legge 381/91
I soggetti per i quali è possibile fruire degli incentivi, specificamente indivi-
duati dal legislatore, sono:
- ex degenti di istituti psichiatrici;
- persone detenute o internate in istituti penitenziari;
- condannati e gli internati ammessi alle misure alternative alla detenzione e al lavoro;
- esterno;
- invalidi fisici, psichici e sensoriali;
- soggetti in trattamento psichiatrico;
- tossicodipendenti;
- alcolisti;
- minori in età lavorativa in situazione di difficoltà familiare.
Aziende
- le cooperative sociali che organizzano attività all’interno o all’esterno degli
istituti penitenziari;
- cooperative sociali che assumono invalidi fisici, psichici e sensoriali, a sog-
getti in trattamento psichiatrico, a tossicodipendenti, ad alcolisti e a minori in
età lavorativa in situazione di difficoltà familiare;
- cooperative sociali che assumono ex degenti di istituti psichiatrici, anche giu-
diziari, condannati e internati ammessi alle misure alternative alla detenzione
e al lavoro esterno;
- aziende pubbliche o private che organizzano attività all’interno degli istituti
penitenziari.
Benefici
Gli incentivi sono diversi a seconda del settore di appartenenza del datore di la-
voro e della categoria a cui appartiene il soggetto assunto:
- se il datore di lavoro è una cooperativa sociale che assume persone detenute o
internate negli istituti penitenziari, ex degenti di istituti psichiatrici giudiziari,
persone condannate e internate ammesse al lavoro esterno, la normativa pre-
vede che l’aliquota contributiva complessiva sia ridotta nella misura dell’80%,
per il periodo della prestazione lavorativa. Tale agevolazione si applica anche
nei 6 mesi successivi allo stato di detenzione.
- Se il datore di lavoro è una cooperativa sociale che assume invalidi fisici, psi-
chici e sensoriali, oggetti in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alco-
listi, minori in età lavorativa in situazione di difficoltà familiare, la normativa
prevede che l’aliquota contributiva complessiva sia ridotta a zero;
- se il datore di lavoro è una azienda pubblica o privata che assume persone de-
tenute o internate negli istituti penitenziari, la normativa prevede che
l’aliquota contributiva complessiva sia ridotta nella misura dell’80%, per il pe-
riodo della prestazione lavorativa. Tale agevolazione si applica anche nei 6
mesi successivi allo stato di detenzione.
Terza sezione
ALTRI ELEMENTI CHE
INFLUENZANO LE SCELTE
127
Capitolo settimo
Studiare nei Paesi della U.E.
Le opportunità dei Programmi comunitari
Al giorno d’oggi, arricchire il proprio curriculum con un’esperienza di studio
all’estero rappresenta la maniera migliore per affrontare, con maggiori possibilità
di successo, un mercato del lavoro sempre più competitivo. Un periodo di studio
all’estero, infatti, contribuisce a migliorare la propria competenza linguistica, aiuta
a comprendere le diverse realtà culturali e socioeconomiche e rende capaci di ac-
cettare la mobilità quale parte integrante del percorso lavorativo.
Studiare all’estero rappresenta, inoltre, uno dei principi su cui si basano le po-
litiche e l’attività dell’Unione Europea nel settore dell’istruzione. A tale scopo, essa
finanzia una serie di Programmi che favoriscono la mobilità degli studenti europei,
volti ad accrescere le abilità e le competenze, mediante la costituzione di reti e
l’organizzazione di progetti comuni tra i diversi Paesi della UE. Questi programmi
prevedono per lo più l’erogazione di borse di studio che permettono di trascorrere
all’estero un periodo variabile da alcuni mesi ad un anno.
1. LE FORMALITÀ PRIMA DELLA PARTENZA
Trasferirsi anche temporaneamente in un Paese europeo comporta tuttavia an-
cora l’espletamento di alcune formalità; a tal fine è necessario che prima di partire
per un’esperienza di studio all’estero si disponga di tutte le informazioni necessarie
per non trovarsi impreparati.
Innanzitutto è bene ricordare che tutti i cittadini europei che decidono di stu-
diare o lavorare in uno dei paesi dell’Unione Europea, godono degli stessi diritti
dei cittadini residenti. Ciò in virtù del principio della parità di trattamento, difeso a
gran forza dall’Unione, in forza del quale il Paese ospitante deve accogliere lo stu-
dente di un altro Stato dell’Unione alle stesse condizioni fissate per i cittadini na-
zionali.
1) Diritto di soggiorno
Tutti gli studenti che intendano seguire un corso di studi all’estero, per un pe-
riodo inferiore ai tre mesi, non sono tenuti ad espletare formalità. Essi, devono sol-
tanto essere in possesso di un valido documento di riconoscimento (carta di identità
o passaporto validi per l’espatrio). A questo proposito dopo il 1° maggio 2004, con
l’ingresso di nuovi paesi nell’Unione europea, continuano a sussistere regimi diffe-
128
renti per cui mentre in alcuni Paesi è sufficiente la carta d’identità, in altri è neces-
sario il passaporto; per informazioni più dettagliate, si consiglia di informarsi
presso le ambasciate del Paese in cui ci si intende recare o presso la Questura.
Qualora invece, si intenda permanere nel Paese prescelto per un periodo supe-
riore ai tre mesi è necessario richiedere il permesso di soggiorno. Per ottenerlo è
necessario:
- essere iscritti a un istituto di insegnamento riconosciuto
- disporre di una assicurazione malattia
- dimostrare un’autosufficienza economica
Generalmente, il periodo di validità del permesso coincide con quello della du-
rata del corso di studi che si sta frequentando. Per periodi di studio superiori ad un
anno, la carta può essere rinnovata automaticamente.
2) Assistenza sanitaria
Tutti i cittadini che, per motivi di studio, soggiornano all’estero hanno diritto
all’assistenza sanitaria. Dal 1 giugno 2004, alcuni Paesi hanno introdotto la carta
europea di Assicurazione Sanitaria per le malattie. La carta sostituisce i vecchi for-
mulari con i quali si poteva beneficiare dell’assistenza sanitaria. Ne hanno diritto
tutte le persone coperte da un sistema di previdenza sociale di uno Stato membro
dell’Unione europea (Belgio, Francia, Lussemburgo, Spagna, Germania, Grecia,
Irlanda, Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Estonia e Slovenia). L’Italia ha
adottato la Carta Europea per le spese sanitarie a partire dal 2005.
3) Il riconoscimento del titolo di studio: il problema dell’equipollenza o del ri-
conoscimento dei titoli di studio italiani all’estero e titoli di studio stranieri
in Italia
Dal momento che la struttura e l’organizzazione degli ordinamenti scolastici e
formativi varia considerevolmente tra i diversi Paesi europei è importante che chi
ha conseguito in Italia titoli di studio, ha diritto a vederli riconosciuti in qualunque
Paese europeo si rechi per ragioni di studio o lavoro.
Un titolo di studio conseguito in un paese straniero può produrre in un altro
Paese un effetto legale di due tipi. Esso può infatti essere considerato:
- equivalente
- pienamente riconosciuto
Nel primo caso, si tratta di comparare il titolo di studio posseduto con quelli
presenti nel Paese prescelto. Gli elementi presi in considerazione nel processo di
valutazione sono essenzialmente:
- natura dell’istituzione straniera che ha rilasciato il titolo
- durata degli studi compiuti
- contenuti disciplinari
129
Qualora non vengano riscontrate sostanziali difformità, si procede alla dichia-
razione di equipollenza del titolo straniero.
Nel secondo caso, si compie una valutazione più sommaria e sintetica, anche
perché gli effetti giuridici del riconoscimento sono più limitati rispetto all’equipol-
lenza. Il fine è quello di stabilire una semplice corrispondenza di livello e di rico-
noscerlo a determinati fini (prosecuzione degli studi o accesso alle professioni).
Per ottenere maggiori informazioni è bene rivolgersi, prima della partenza
presso:
- Centri di orientamento della propria Università;
- l’Istituto o l’Università straniera presso la quale si intende proseguire gli
studi;
- NARIC (Centri Nazionali di Informazione sul Riconoscimento dei Diplomi)
nel proprio Paese e all’estero;
- CIMEA (Centro di Informazione sulla Mobilità e Equivalenze Accademiche)
- Viale Ventuno Aprile, 36 - 00162 Roma - tel. 06.86.321.281 - Il centro è la
sede italiana della rete NARIC.
2. PROGRAMMI DI STUDIO ALL’ESTERO PER STUDENTI
Per gli studenti universitari che intendono realizzare un’esperienza di studio
all’estero, il programma comunitario Socrates-Erasmus consente principalmente lo
scambio di studenti tra i diversi Istituti europei d’istruzione superiore che parteci-
pano al progetto.
Per diventare studenti Erasmus è necessario avere i seguenti requisiti:
- si deve essere iscritti a un corso di studi ufficiale di livello universitario che
conduca a una laurea;
- bisogna aver completato almeno il primo anno di corso.
Per avere maggiori informazioni è utile rivolgersi all’Ufficio per le Relazioni
Internazionali dell’Ateneo di appartenenza o di un altro Istituto di studi superiori;
in tal modo sarà possibile conoscere presso quali Università poter studiare, quali i
criteri e i termini per presentare la domanda.
Per ulteriori informazioni consultare il seguente sito internet:
http://ec.europa.eu/education/programmes/socrates/erasmus/erasmus_it.html
130
1) Il Programma Socrates
Socrates è il Programma di cooperazione europea nel campo dell’istruzione
che riguarda circa 30 Paesi. L’obiettivo prioritario è la costruzione di un’Europa
della conoscenza che sappia affrontare le sfide poste dai cambiamenti. Socrates, at-
traverso le principali azioni – Erasmus, Comenius – contribuisce al finanziamento
di programmi di scambio di studenti, allo sviluppo di parternariati, alla formazione
professionale ed all’apprendimento linguistico. Incoraggia, inoltre, la mobilità inte-
reuropea e l’innovazione.
L’Agenzia Nazionale Socrates/Erasmus - Italia ha sede a Roma presso il Mini-
stero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST) - Diparti-
mento per l’Autonomia Universitaria e gli Studenti - Ufficio V.
Sito: http://www.socrates.murst.it/institutions.htm
2) Il Programma Comenius
Comenius è il Programma dell’Unione europea per la promozione della forma-
zione ed educazione prescolastiche, della scuola primaria e secondaria, indirizzato
agli studenti, ai formatori, nonché alle autorità locali ed alle associazioni private e
governative al fine di migliorare la qualità dell’insegnamento, rafforzarne la dimen-
sione europea e favorire lo sviluppo delle conoscenze linguistiche. Il sostegno a tali
iniziative viene offerto tramite borse di studio, programmi di formazione e lo svi-
luppo di networks di educazione scolastica. Programma comunitario nel campo del-
l’apprendimento permanente: sottoprogramma Comenius dedicato all’istruzione
scolastica nel suo complesso, dal livello prescolare fino alla scuola media superiore.
Obiettivi
- Sviluppare, tra i giovani e il personale docente, la conoscenza e la compren-
sione della diversità culturale e linguistica europea e del suo valore;
- aiutare i giovani ad acquisire le competenze di base necessarie per la vita e
le competenze necessarie ai fini dello sviluppo personale, della successiva
occupazione e della cittadinanza europea attiva.
Obiettivi specifici:
- Migliorare la qualità e incrementare la mobilità di allievi e insegnanti nei
vari Stati membri;
- Migliorare la qualità e incrementare i partenariati tra istituti scolastici di vari
Stati membri, in modo da coinvolgere in attività educative congiunte almeno
3 milioni di allievi nel corso della durata del programma;
- Incoraggiare l’apprendimento delle lingue straniere;
- Promuovere lo sviluppo, nel campo dell’apprendimento permanente, di con-
tenuti, servizi, soluzioni pedagogiche e prassi innovativi basati sulle TIC;
131
- Migliorare la qualità e la dimensione europea della formazione degli inse-
gnanti;
- Migliorare le metodologie pedagogiche e la gestione degli istituti scolastici.
Azioni:
a) Mobilità transnazionale delle persone coinvolte nell’istruzione scolastica:
- scambi di allievi e di personale;
- mobilità scolastica degli allievi e tirocini presso istituti scolastici o imprese
per il personale docente;
- partecipazione di insegnanti e di altro personale docente a corsi di forma-
zione;
- visite di studio e di preparazione connesse alle attività di mobilità, partena-
riato, progetto o rete;
- assistentati per insegnanti e potenziali insegnanti.
b) Partenariati bilaterali e multilaterali tra:
- scuole, finalizzati allo sviluppo di progetti di apprendimento comuni per gli
allievi e i loro insegnanti (partenariati scolastici Comenius);
- organizzazioni responsabili dell’istruzione scolastica, al fine di stimolare la
cooperazione interregionale compresa quella fra regioni frontaliere (partena-
riati Comenius-Regio).
c) Progetti multilaterali, in particolare progetti finalizzati a:
- sviluppare, promuovere e diffondere le migliori prassi nel settore dell’istru-
zione, incluso nuovi metodi o materiali didattici;
- acquisire o scambiare esperienze su sistemi di informazione o di orienta-
mento;
- elaborare, promuovere e diffondere nuovi corsi o nuovi contenuti didattici
per la formazione degli insegnanti.
d) Reti multilaterali, in particolare reti finalizzate a:
- sviluppare l’istruzione nella disciplina o nel settore tematico di attività della
rete, a beneficio della rete stessa e più in generale dell’istruzione;
- acquisire e diffondere le buone prassi e l’innovazione pertinenti;
- fornire un sostegno, in termini di contenuti, a progetti e partenariati realizzati
da altri soggetti;
- promuovere l’analisi dei bisogni e delle sue applicazioni pratiche nell’am-
bito dell’istruzione scolastica.
e) Altre iniziative volte a promuovere gli obiettivi del sottoprogramma (Misure di
accompagnamento)
132
Beneficiari
- Allievi dell’istruzione scolastica fino al termine degli studi secondari supe-
riori;
- istituti scolastici indicati dagli Stati membri;
- personale docente e altro personale di tali istituti scolastici; associazioni, or-
ganizzazioni senza scopo di lucro;
- ONG e rappresentanti dei soggetti coinvolti nell’istruzione scolastica;
- persone e organismi responsabili dell’organizzazione e dell’erogazione del-
l’istruzione a livello locale;
- regionale e nazionale;
- centri e istituti di ricerca che si occupano delle tematiche dell’apprendimento
permanente;
- istituti di istruzione superiore;
- organismi che forniscono servizi di orientamento, consulenza e informazione.
Come partecipare
Il programma è attuato attraverso il lancio di bandi di gara pubblicati sulla
Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee.
La presentazione e valutazione dei progetti, in base alle azioni, avviene ad
opera:
- degli Stati membri coadiuvati da strutture di gestione del programma
(Agenzie nazionali) designate dagli Stati membri stessi;
- della Commissione europea.
Contatti
COMMISSIONE EUROPEA
DG Istruzione e Cultura
Education Audiovisual & Culture Executive Agency
Avenue du Bourget 1
BOUR
BE-1140 Brussels
3) Il Programma ERASMUS
Erasmus è un Programma dell’Unione europea per la promozione degli scambi
di studenti tra le università dei Paesi membri. Le borse di studio dell’Unione co-
prono soltanto una parte dei costi, ma gli studenti non devono pagare le tasse di
iscrizione all’università ospitante, mentre i corsi seguiti sono generalmente ricono-
sciuti dall’università di origine. Inoltre, Erasmus promuove lo sviluppo di pro-
grammi di studio, collegamenti tra le università europee, corsi di lingua e pro-
grammi intensivi. Al programma Erasmus partecipano anche gli Stati non membri
133
dell’Unione europea: tre Paesi membri dello Spazio economico europeo (Islanda,
Liechtenstein e Norvegia), i dieci Paesi dell’Europa centro-orientale candidati al-
l’adesione, Cipro e Malta.
Descrizione
Programma comunitario nel campo dell’apprendimento permanente: sottopro-
gramma Erasmus dedicato all’istruzione universitaria e all’istruzione e formazione
professionale di terzo livello.
Obiettivi
- Sostenere la realizzazione di uno spazio europeo dell’istruzione superiore;
- Rafforzare il contributo fornito al processo di innovazione dall’istruzione su-
periore e dall’istruzione professionale avanzata.
Obiettivi operativi del sottoprogramma:
- Migliorare la qualità e incrementare la mobilità di studenti e docenti in tutta
Europa, affinché entro il 2013 almeno tre milioni di persone abbiano preso
parte ad attività di mobilità studentesca;
- Migliorare la qualità e incrementare la cooperazione multilaterale tra gli isti-
tuti di istruzione superiore in Europa;
- Accrescere il livello di trasparenza e compatibilità tra le qualifiche dell’istru-
zione superiore e dell’istruzione professionale avanzata conseguite in Europa;
- Migliorare la qualità e incrementare la cooperazione tra istituti di istruzione
superiore e imprese;
- Favorire lo sviluppo e il trasferimento di prassi innovative nell’istruzione e
nella formazione di terzo livello;
- Promuovere lo sviluppo, nel campo dell’apprendimento permanente, di con-
tenuti, servizi, soluzioni pedagogiche e prassi innovativi basati sulle TIC.
Azioni
a) Mobilità transnazionale delle persone coinvolte nell’istruzione universitaria e
nell’istruzione e formazione professionale di terzo livello:
- mobilità degli studenti, a fini di studio o formativi, presso istituti di istru-
zione superiore degli Stati membri, nonché tirocini presso imprese, centri di
formazione, centri di ricerca o altre organizzazioni;
- mobilità dei docenti degli istituti di istruzione superiore, finalizzata all’inse-
gnamento o alla propria formazione, presso un istituto partner all’estero;
- mobilità di altro personale degli istituti di istruzione superiore, nonché di
personale di aziende per attività di formazione o insegnamento;
- programmi intensivi Erasmus organizzati su base multilaterale.
134
b) Progetti multilaterali dedicati all’innovazione, alla sperimentazione e allo
scambio di buone prassi nei settori oggetto degli obiettivi del sottoprogramma.
c) Reti multilaterali, gestite da consorzi di istituti di istruzione superiore e aventi
natura monodisciplinare o interdisciplinare, finalizzate allo sviluppo di nuovi
approcci di apprendimento e di nuove competenze (Reti tematiche Erasmus).
d) Iniziative volte a promuovere gli obiettivi del sottoprogramma (Misure di ac-
compagnamento).
Beneficiari
- Studenti e persone in formazione che seguono un qualsiasi tipo di istruzione
e formazione terziaria;
- istituti di istruzione superiore indicati dagli Stati membri;
- personale docente, formatori e altro personale di tali istituti;
- associazioni e rappresentanti dei soggetti coinvolti nell’istruzione superiore,
comprese le pertinenti associazioni degli studenti, delle università e degli in-
segnanti/formatori;
- imprese, parti sociali e rappresentanti del mondo del lavoro;
- organismi pubblici e privati, comprese le organizzazioni senza scopo di
lucro e le ONG, responsabili dell’organizzazione e dell’erogazione dell’i-
struzione e della formazione a livello locale, regionale e nazionale;
- centri e istituti di ricerca che si occupano delle tematiche dell’apprendimento
permanente;
- organismi che forniscono servizi di orientamento, consulenza e informazione
relativi a qualsivoglia aspetto dell’apprendimento permanente.
Come partecipare
Per la mobilità transnazionale (azione A) le proposte devono essere presentate
all’Agenzia nazionale e vengono da queste selezionate. Per le altre azioni indicate
le proposte vanno presentate e poi selezionate direttamente dalla Commissione UE.
Contatti
COMMISSIONE EUROPEA - Direzione Generale Istruzione e Cultura
Education Audiovisual & Culture Executive Agency Avenue du Bourget 1
BOUR
BE-1140 Brussels
135
3. OPPORTUNITÀ DI TIROCINI PER GLI STUDENTI (LEONARDO DA VINCI)
Coloro che invece desiderassero svolgere un tirocinio all’estero, il Programma
Leonardo Da Vinci (alla sezione mobilità) è quello che fa per loro. I tirocinanti pos-
sono essere accolti in centri di formazione professionale o aziende interessate alla
formazione professionale. La partecipazione al programma Leonardo da Vinci è
possibile solo se l’università di appartenenza ha aderito al programma.
Per ulteriori informazioni puoi consultare il seguente sito internet:
http://ec.europa.eu/education/programmes/leonardo/new/leonardo2_en.html
4. OPPORTUNITÀ DI TIROCINI PER GLI ALLIEVI DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE
Anche a coloro che partecipano a corsi di formazione iniziale, ai giovani lavo-
ratori, alle persone in cerca di lavoro o neolaureati, il programma Leonardo da
Vinci offre la possibilità di svolgere tirocini presso aziende o organismi di forma-
zione. Tuttavia è possibile partecipare, solo se l’organismo di formazione di appar-
tenenza aderisce al programma. Per ricevere informazioni dettagliate è possibile
contattare l’Ufficio per le Relazioni Internazionali dell’istituto di appartenenza.
Gli indirizzi delle Agenzie Nazionali sono consultabili al seguente indirizzo:
http://ec.europa.eu/education/programmes/leonardo/new/leonardo2/nalist2_en.html.
1) Il Programma “Leonardo Da Vinci”
È il Programma europeo concepito per la formazione professionale continua,
attraverso la cooperazione transnazionale fra le scuole, le università e le imprese
dell’UE per lo scambio di studenti e la nascita di occasioni nuove di formazione in
azienda. Tutto ciò, al fine di sviluppare nuove competenze, garantire una forma-
zione permanente e periodi di apprendistato in altri Paesi dell’Unione. Il sistema di
scambi è principalmente indirizzato a studenti di discipline tecniche o neodiplomati
che vogliano acquisire esperienza pratica ed imparare bene un’altra lingua dell’U-
nione con un tirocinio della durata compresa fra tre mesi e un anno presso un’im-
presa partner. Leonardo da Vinci promuove tutte quelle iniziative transnazionali in-
novative per sviluppare le conoscenze, le attitudini e le capacità necessarie per
l’integrazione nella vita lavorativa e per promuovere il pieno esercizio del diritto di
Cittadinanza europea introdotto dal Trattato di Amsterdam.
Obiettivi
- Sostenere coloro che partecipano ad attività di formazione e formazione con-
tinua nell’acquisizione e utilizzazione di conoscenze, competenze e quali-
136
fiche per facilitare lo sviluppo personale, l’occupazione e la partecipazione al
mercato del lavoro europeo;
- sostenere il miglioramento della qualità e l’innovazione nei sistemi, negli
istituti e nelle prassi di istruzione e formazione professionale;
- incrementare l’attrattiva dell’istruzione e della formazione professionale e
della mobilità per datori di lavoro e singoli ed agevolare la mobilità delle
persone in formazione che lavorano.
Obiettivi operativi del sottoprogramma:
- Migliorare la qualità e incrementare la mobilità, in tutta Europa, delle per-
sone coinvolte nell’istruzione e formazione professionale iniziali e nella for-
mazione continua, in modo che, entro il 2013, aumentino i tirocini in azienda
raggiungendo almeno 80.000 unità l’anno;
- migliorare la qualità e incrementare la cooperazione tra istituti o organizza-
zioni che offrono opportunità di apprendimento, imprese, parti sociali e altri
organismi pertinenti in tutta Europa;
- agevolare lo sviluppo e il trasferimento di prassi innovative nel settore dell’i-
struzione e formazione professionale non di terzo livello;
- migliorare la trasparenza e il riconoscimento delle qualifiche e delle compe-
tenze, incluse quelle acquisite attraverso l’apprendimento non formale e in-
formale;
- incoraggiare l’apprendimento delle lingue straniere;
- promuovere lo sviluppo, nel campo dell’apprendimento permanente, di con-
tenuti, servizi, soluzioni pedagogiche e prassi innovativi basati sulle TIC.
Azioni
a) Mobilità transnazionale delle persone coinvolte nell’istruzione e forma-
zione professionale, escluso quelle di terzo livello:
- tirocini transnazionali presso imprese o istituti di formazione;
- tirocini e scambi finalizzati allo sviluppo professionale dei formatori e
dei consulenti di orientamento, nonché dei responsabili degli istituti di
formazione e della programmazione della formazione e dell’orientamento
professionale all’interno delle imprese;
b) Partenariati bilaterali e multilaterali incentrati su temi di interesse comune
per le organizzazioni partecipanti;
c) Progetti multilaterali, in particolare progetti volti a migliorare i sistemi di
formazione attraverso il trasferimento dell’innovazione, adattando alle esi-
genze nazionali (sotto i profili linguistico, culturale e giuridico) i prodotti e
i processi innovativi sviluppati in contesti diversi;
d) Progetti multilaterali volti a migliorare i sistemi di formazione attraverso
lo sviluppo dell’innovazione e delle buone prassi;
137
e) Reti multilaterali di esperti e organizzazioni che si occupano di temi speci-
fici connessi all’istruzione e alla formazione professionale (Reti tematiche);
f) Iniziative volte a promuovere gli obiettivi del sottoprogramma (Misure di
accompagnamento).
Beneficiari
- coloro che seguono un qualsiasi tipo di istruzione e formazione professiona-
le eccettuato il terzo livello;
- persone presenti sul mercato del lavoro;
- istituzioni od organizzazioni che forniscono opportunità di sapere nei settori
contemplati dal programma Leonardo da Vinci;
- personale docente, formatori e altro personale operante presso tali istituzioni
o organizzazioni;
- associazioni rappresentanti dei soggetti coinvolti nell’istruzione e formazio-
ne professionale, comprese le associazioni delle persone in formazione, dei
genitori e degli insegnanti;
- imprese, parti sociali e rappresentanti del mondo del lavoro, comprese le ca-
mere di commercio e altre organizzazioni professionali;
- organismi che forniscono servizi di orientamento, consulenza e informazione
connessi a qualsiasi aspetto dell’apprendimento permanente;
- persone e organismi responsabili, a livello locale, regionale e nazionale, dei
sistemi e delle politiche riguardanti qualsiasi aspetto dell’istruzione e forma-
zione professionale;
- centri e istituti di ricerca che si occupano delle tematiche dell’apprendimento
permanente;
- istituti di istruzione superiore;
- organismi senza scopo di lucro, organismi di volontariato e ONG.
Come partecipare
Le proposte di progetto relative alle azioni di cui ai punti a) e b) devono essere
presentate all’Agenzia nazionale e vengono da questa selezionate. Per i progetti re-
lativi all’azione c), le proposte vanno presentate all’Agenzia nazionale, ma la sele-
zione dei progetti da finanziare viene effettuata dalla Commissione UE sulla base
di una rosa ristretta di proposte presentata alla Commissione stessa dall’Agenzia na-
zionale. Per le altre azioni indicate, invece, le proposte di progetto vanno presentate
e sono selezionate dalla Commissione UE.
CONTATTI
ISFOL ISTANZA NAZIONALE DI COORDINAMENTO
Via G.B. Morgagni 30/E
00161 ROMA
Tel 06.44.59.01 - Fax 06.44.59.04.75
sito: www.programmaleonardo.net - e-mail: leoproject@isfol.it
138
2) La documentazione dei percorsi formativi all’estero
Il dispositivo Europass Mobility, entrato in vigore dal 1° gennaio 2005, sosti-
tuendo Europass formazione, documenta i percorsi europei di formazione e confe-
risce trasparenza e visibilità all’esperienza maturata all’estero.
Per “percorso europeo di formazione” s’intende qualsiasi periodo di forma-
zione professionale che una persona in formazione in alternanza effettua in un altro
Stato membro della UE o un paese EFTA/SEE, nel quadro della propria formazione
e rispettando alcuni criteri di qualità.
Obiettivi del programma sono:
- promuovere la mobilità ai fini dell’apprendimento in Europa, rendendo così
più riconoscibili i suoi risultati;
- aumentare la trasparenza e la visibilità dei percorsi europei di mobilità, valo-
rizzando le conoscenze e le competenze acquisite;
- incoraggiare il riconoscimento delle esperienze effettuate all’estero.
Per inoltrare la domanda è necessario rivolgersi a un’organizzazione che pre-
senterà la domanda a suo nome. Ogni organizzazione che predispone un percorso
di mobilità in un Paese dell’UE o EFTA/SEE può presentare una domanda Euro-
pass Mobility per i beneficiari dei percorsi formativi. Per ottenere il dispositivo Eu-
ropass Mobility è necessario rivolgersi al Punto di Contatto Nazionale del Paese di
Origine.
Per l’Italia è consigliabile consultare il sito:
www.europass-italia.it oppure il sito http://europass.cedefop.europa.eu/.
5. SERVIZIO VOLONTARIO, SCAMBI MULTILATERALI E ALTRE INIZIATIVE DI ORGANIZ-
ZAZIONI GIOVANILI
L’Unione europea sostiene le opportunità di educazione informale per i gio-
vani attraverso il volontariato transnazionale. Gli obiettivi principali di tali azioni
sono essenzialmente:
- offrire ai giovani un’esperienza di apprendimento interculturale in contesti
informali che promuova la loro integrazione sociale e partecipazione attiva,
ne favorisca l’idoneità all’occupazione e dia loro modo di esprimere solida-
rietà verso altri individui;
- dare sostegno allo sviluppo delle comunità locali;
- favorire l’istituzione di nuovi partenariati e lo scambio di esperienze di
buone prassi tra i partecipanti.
139
Un progetto del Servizio volontario europeo consente di svolgere attività di
volontariato in un paese straniero per un periodo di tempo limitato, normalmente
compreso tra 6 e 12 mesi. Possono partecipare al programma i giovani di età com-
presa, tra i 18 e i 25 anni, legalmente residenti in uno dei paesi ammissibili.
I volontari dedicano il loro tempo ad un progetto a favore della comunità lo-
cale; tali attività possono, ad esempio, riguardare il settore dell’ambiente, delle arti
e della cultura, rivolgersi a bambini, giovani o anziani, o interessare il patrimonio
culturale, gli sport e il tempo libero. In cambio, hanno l’opportunità di mettere in
pratica le loro competenze, di acquisire un bagaglio di conoscenze sociali e cultu-
rali e di orientarsi per il futuro.
Ogni progetto prevede tre partner:
- il volontario;
- l’organizzazione d’invio;
- l’organizzazione di accoglienza.
Tali attività presentano le seguenti caratteristiche:
- si realizzano in un paese diverso da quello in cui il volontario risiede;
- non hanno fine di lucro e non sono retribuite, anche se il volontario riceve
vitto, alloggio e una piccola indennità dall’organizzazione di accoglienza;
- non sostituiscono attività lavorative;
- hanno una durata limitata nel tempo (fino a 12 mesi).
Per qualunque informazione, è utile contattare la Agenzia Nazionale del Pro-
gramma Gioventù:
http://ec.europa.eu/youth/program/natage_en.html
oppure il seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/youth/index_en.html
Il Programma “Gioventù In Azione”
Il programma “Gioventù In Azione” si rivolge ai giovani tra i 15 e i 25 anni di
età. Esso rappresenta uno strumento chiave per offrire ai giovani opportunità di ap-
prendimento non formale ed informale con una dimensione europea.
Prevede un servizio volontario europeo e la cooperazione europea tra organiz-
zazioni giovanili, autorità locali e responsabili dei progetti. Ai giovani europei
viene offerta la possibilità di ampliare i propri orizzonti e sviluppare il proprio spi-
rito di iniziativa, oltre che di conoscere gli altri Paesi dell’Unione europea, attra-
verso lo sviluppo di progetti professionali.
140
Obiettivi
Gli obiettivi generali del programma sono i seguenti:
- promuovere la cittadinanza attiva dei giovani, in generale, e la loro cittadi-
nanza europea in particolare;
- sviluppare la solidarietà e promuovere la tolleranza tra i giovani, in partico-
lare per rafforzare la coesione sociale dell’Unione europea;
- rafforzare la comprensione reciproca tra i giovani di diversi paesi;
- contribuire allo sviluppo della qualità dei sistemi di sostegno alle attività dei
giovani ed allo sviluppo della capacità delle organizzazioni della società ci-
vile nel settore della gioventù; promuovere la cooperazione europea in ma-
teria di gioventù.
Soggetto attuatore
La responsabilità ultima del funzionamento del programma “Gioventù In
Azione” spetta alla Commissione europea, che ne gestisce il bilancio e ne definisce
costantemente le priorità, gli obiettivi e i criteri. Inoltre essa ne guida e controlla
l’attuazione generale, le azioni follow-up e la valutazione.
Alla Commissione Europea spetta, inoltre, la responsabilità generale del coor-
dinamento delle Agenzie Nazionali del programma “Gioventù In Azione”, ossia gli
uffici designati e istituiti dalle Autorità nazionali competenti per le questioni rela-
tive alla gioventù in ciascun paese del programma. La Commissione europea co-
opera strettamente con le Agenzie nazionali e ne sorveglia le attività.
L’attuazione del programma “Gioventù In Azione” è in massima parte decen-
trata: ciascuno dei Paesi che partecipano al programma ha nominato un’Agenzia
nazionale che promuove e realizza il programma a livello nazionale e funge da tra-
mite tra la Commissione europea, i promotori del progetto a livello nazionale, re-
gionale e locale, ed i giovani stessi.
Requisiti dei partecipanti
Il programma “Gioventù In Azione” si rivolge ai giovani di età compresa tra
13 e 30 anni, residenti in uno dei paesi partecipanti al programma o, a seconda
della natura dell’azione, in uno dei paesi partner, nonché ad altri soggetti del settore
giovanile e dell’istruzione non formale. Il programma è aperto a tutti i giovani indi-
pendentemente dal loro livello d’istruzione e bagaglio socioculturale.
I limiti d’età applicabili a ciascuna delle azioni sono precisati nella tavola qui
sotto.
141
Le azioni del programma
Azione 1 - Gioventù per l’Europa.
L’azione 1 sostiene le seguenti misure:
1.1. Scambi di giovani sulla base di un tema di interesse comune.
1.2. Iniziative per i giovani accompagnati da un animatore giovanile o da un
coach (consulente-accompagnatore).
1.3. Progetti su: giovani e democrazia, comunità locale, regionale o nazionale
nonché a livello internazionale.
Azione 2 - Servizio volontario europeo
Azione 3 - Gioventù nel mondo
3.1. Cooperazione con i paesi limitrofi all’Unione europea.
3.2. Cooperazione con altri paesi nel mondo.
3.3. Reti di organizzazioni giovanili.
Azione 4 - Strutture di sostegno per i giovani
L’azione 4 è suddivisa in otto azioni secondarie:
4.1. Sostegno alle organizzazioni giovanili operanti a livello europeo nel set-
tore della gioventù.
4.2. Sostegno al forum europeo della gioventù.
4.3. Formazione e messa in rete degli operatori dell’animazione giovanile e
delle organizzazioni giovanili.
4.4. Progetti volti a stimolare l’innovazione e la qualità.
4.5. Azioni d’informazione rivolte ai giovani e a coloro che sono attivi nell’a-
nimazione giovanile e nelle organizzazioni giovanili.
142
4.6. Partnership.
4.7. Sostegno alle strutture del programma.
4.8. Valorizzazione.
Azione 5 - Sostegno alla cooperazione europea nel settore della gioventù
5.1. Incontri di giovani e di responsabili delle politiche per la gioventù.
Questa misura sostiene la cooperazione, i seminari ed il dialogo strutturato tra i
giovani, coloro che sono attivi nell’animazione giovanile ed i responsabili
della politica per la gioventù. Le attività comprendono le conferenze organiz-
zate dalle presidenze dell’Unione europea e la settimana europea della gio-
ventù.
5.2. Sostegno ad attività volte a migliorare la conoscenza del settore della gio-
ventù.
5.3. Cooperazione con organizzazioni internazionali.
Questa azione serve a sostenere la cooperazione dell’Unione europea con orga-
nizzazioni intergovernative internazionali competenti in materia di gioventù, in
particolare il Consiglio d’Europa e l’Organizzazione delle Nazioni Unite o le
sue istituzioni specializzate.
143
Indirizzi delle istituzioni
Commissione Europea
Uffici di rappresentanza in Italia
Via Poli, 29
I-00187 Roma
Tel.: 06.69.99.91
Fax: 06.67.91.658 - 06.67.93.652
Corso Magenta, 59
I-20123 Milano
Tel.: 02.48.01.25.05 - Fax: 02.48.18.543
Parlamento Europeo
Ufficio di rappresentanza in Italia
Via IV Novembre 149
I-00187-Roma
Tel.: 06.699.50.1 - Fax: 06.699.50.200
Mediatore Europeo
1, Av. du Prés. R. Schuman
BP 403
F-67001 Strasbourg-cedex
Tel.:+33.388.17.40.01 - Fax. +33.388.17.90.62
Spazio Economico Europeo
Segretariato AELE
74 Rue de Trêves
B-1040 Bruxelles
Tel.: +32.2.286.17.11 - Fax: +32.2.286.17.50
Ministero della Pubblica Istruzione
(SOCRATES - settore scolastico)
Viale Trastevere, 76/A
I-00153 Roma
Tel.: 06.58.491
CIMEA Centro informazione sulla mobilità ed equivalenze accademiche (NARIC)
Viale XXI Aprile, 36
I-00162 Roma
Tel.: 06.86.20.88.83 - Fax: 06.86.32.28.45
ISFOL - Istituto per lo Sviluppo della formazione professionale dei lavoratori
(LEONARDO DA VINCI)
Via G.B. Morgagni, 33
I-00161 Roma
Tel.: 06.44.59.01 - Fax: 06.44.29.18.71
144
ANAB: Agenzia nazionale per l’amministrazione delle Borse (ERASMUS)
Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica -
Dipartimento Relazioni Internazionali
Piazzale Kennedy 20
I-00144 Roma
Tel.: 06.59.912.099 - 06.59.912.639 - Fax: 06.59.912.722
Biblioteca di documentazione pedagogica (EURYDICE e COMENIUS)
Via M. Buonarroti, 10
I-50122 Firenze
Tel.: 055.23.80.325/.384 (Eurydice) - 055.23.80.308 (Comenius)
Fax: 055.24.2884
Indirizzi utili per i percorsi scolastici
CENTRO INTERNAZIONALE DI INFORMAZIONE SULL’ISTRUZIONE
“InterEdu - Studiare in Europa” è un portale dell’istruzione superiore, che offre informazioni e
consigli utili a chi decide di studiare in Europa: profili dei paesi, università, orientamento profes-
sionale, ricerca di Master in Business Administration e forum di discussione con altri studenti.
http://www.interedu.com
ENIC-NARIC.NET
Per conoscere le modalità di riconoscimento dei titoli accademici e professionali e reperire infor-
mazioni sulle questioni di attualità in campo accademico internazionale, in materia di mobilità
professionale e sulle procedure per il riconoscimento delle proprie qualifiche all’estero.
http://www.enic-naric.net
EUROEDUCATION
Guida ai sistemi educativi dei paesi europei, dall’Albania alla Iugoslavia. Un ricco archivio di
informazioni concepito per aiutare laureati di primo e di secondo livello a scegliere tra un’ampia
gamma di corsi accademici e di specializzazione.
http://www.euroeducation.net
HOBSONS: RISORSE PER L’ISTRUZIONE
Una ricca fonte di informazioni sulle opportunità di studio in tutto il mondo. Alla pagina “Study
Europe”, è possibile consultare dati relativi a corsi, programmi internazionali e scuole di lingue.
Sono anche disponibili informazioni su vari istituti di istruzione superiore in Europa.
http://www.hobsons.com
ISTRUZIONE E FORMAZIONE A LIVELLO EUROPEO
Un sito per avere una panoramica sulle attività della Commissione europea nel campo dell’istru-
zione e della formazione: informazioni sui vari programmi e sulla capitale europea della cultura,
notizie e novità a livello europeo.
http://ec.europa.eu/education/index_en.html
145
UNESCO
Una ricca fonte di informazioni concernenti i sistemi educativi in tutto il mondo, le opportunità
di studio all’estero e una grande varietà di progetti in materia di istruzione. Una via d’accesso
alle reti per l’apprendimento in tutto il Mondo.
http://portal.unesco.org/education/en/ev.php-URL_ID=42332&URL_DO=DO_TOPIC&U
BRITISH COUNCIL
Un elenco di collegamenti utili agli scambi tra scuole.
http://www.britishcouncil.org/lithuania-education-study-in-the-uk-exchanges
EFIL - Federazione europea per l’apprendimento interculturale
Informazioni sui programmi di scambio a breve e lungo termine, che consentono a studenti della
scuola secondaria di frequentare scuole in un altro paese e di soggiornare presso una famiglia.
http://efil.afs.org/pro/mp_school.html
EURYDICE
Una banca dati per informarsi sugli ordinamenti scolastici in vigore nell’UE e in altri paesi eu-
ropei. Le informazioni sui singoli paesi sono disponibili in inglese e nella rispettiva lingua na-
zionale.
http://www.eurydice.org/portal/page/portal/Eurydice
PLOTEUS: IL PORTALE DELLE OPPORTUNITÀ DI APPRENDIMENTO NELLO
SPAZIO EUROPEO
Una banca dati per reperire utili informazioni sui livelli primario e secondario dei sistemi
d’istruzione dei vari paesi europei, con la possibilità, nella sezione dedicata agli ordinamenti
scolastici, di trovare una scuola nel paese in cui si intende andare a studiare.
http://ec.europa.eu/ploteus/portal/
SCAMBI TRA SCUOLE
Un elenco di collegamenti ai siti delle reti europee che offrono l’opportunità di effettuare scambi
tra scuole.
http://www.educnet.education.fr/eng/inter/echanges.htm#echanges
Indirizzi utili per il lavoro
EVTA - Associazione europea per la formazione professionale
Per consultare una mappa interattiva dei centri di formazione aderenti all’Associazione presenti
in tutta Europa.
http://www.evta.net/main/index.asp#
EUROGUIDANCE
Una rete che promuove attivamente la mobilità entro l’Europa, rivolta in particolare alle persone
che hanno già intrapreso un percorso di formazione professionale o di apprendimento lungo
l’arco della vita. Individuate i servizi di orientamento più adatti alle vostre esigenze, cercate il
Centro risorse nazionale per l’orientamento del programma Leonardo da Vinci del vostro paese e
scoprirete una gran quantità di utili informazioni e collegamenti.
http://www.euroguidance.org.uk/english/main.htm
146
EUROPASS - FORMAZIONE
Volete veder riconosciute le competenze acquisite nel corso di esperienze di formazione in alter-
nanza o di lavoro all’estero? Provate Europass! Un’iniziativa concepita per garantire il ricono-
scimento delle competenze da parte dei centri di formazione e dei datori di lavoro in tutta
Europa.
http://ec.europa.eu/education/programmes/europass/index_en.html
FORMAZIONE PROFESSIONALE ONLINE
Volete svolgere un’attività di formazione utilizzando il vostro tempo libero? Questo sito presenta
un elenco di vari enti che offrono corsi di formazione professionale e programmi di certifica-
zione online, per consentirvi di scegliere l’opportunità adatta alle vostre esigenze.
http://www.worldwidelearn.com/vocational-training.htm
SCUOLE DI FORMAZIONE TECNICA
Se siete interessati a fruire di attività di formazione tecnica online, questo sito vi indicherà come
accedere a scuole tecniche online, ai corsi per ottenere diplomi tecnici e alle attività di forma-
zione tecnica online.
http://www.votechschools.org/online-tech.html
YOUTH@EUROPEANTRAININGVILLAGE
State cercando informazioni sulla formazione e l’istruzione professionale, ad esempio in materia
di mobilità, innovazione e progetti di formazione per i giovani con un’insufficiente qualifica-
zione operativa? Il sito vi indirizzerà ai principali studi, alle statistiche e alle relazioni pertinenti
in materia di istruzione e formazione professionale.
http://www.trainingvillage.gr/etv/Youth_at_ETV
Indirizzi utili per l’apprendimento delle lingue
BBC per principianti
Volete andare all’estero e non sapete una parola della lingua del paese prescelto? La BBC vi
offre una serie di ottimi corsi on line per principianti. Disponibili anche materiali audio e video.
http://www.bbc.co.uk/languages/index.shtml
Centro europeo di lingue moderne
Collegamenti a forum di discussione sull’apprendimento delle lingue e a banche dati interattive.
Per scoprire che le competenze comunicative e interculturali possono rivelarsi di grande utilità
nell’apprendimento delle lingue straniere.
http://www.ecml.at/interactive/pforums.asp
Corsi interculturali di lingue
Volete impegnarvi di più in un lavoro rivolto ai giovani a livello internazionale e volete miglio-
rare sia le vostre competenze linguistiche che quelle comunicative? Partecipate ai corsi specifi-
camente progettati e destinati a chi lavora con i giovani, nei quali l’apprendimento delle lingue
si accompagna a quello delle competenze interculturali.
http://www.coe.int/T/E/Cultural_Co-operation/Youth/3._Activities/language.a
147
Il portale Lingue di Europa.
Questo portale è la via di accesso ad una miniera di informazioni sulle lingue dell’Unione eu-
ropea. Le informazioni contenute in questo portale sono divise per argomenti. Scegli
l’argomento che ti interessa nel menù di sinistra: diversità linguistica, apprendimento delle
lingue, insegnamento delle lingue, traduzione, interpretazione e tecnologia linguistica.
http://europa.eu/languages/
Imparare le lingue in Europa
Perché imparare le lingue? Questo sito vi aiuta a scoprire quanto è utile conoscere una lingua
straniera nel mondo odierno e intende agevolare il processo di apprendimento, consentendovi di
conoscere le attività dell’Unione europea nel campo dell’insegnamento e dell’apprendimento
delle lingue.
http://europa.eu.int/comm/education/policies/lang/learn/index_en.html
Lingu@net-Europa
Opportunità di apprendimento delle lingue in tutta Europa. Selezionate la voce “materiali di in-
segnamento e apprendimento” (Teaching and Learning Materials) nel menu collocato sul lato si-
nistro della pagine e poi scegliete la lingua di destinazione tra olandese, inglese, francese, te-
desco, italiano, spagnolo e molte altre.
http://www.linguanet-europa.org/plus/welcome.htm
149
Capitolo ottavo
Lavorare nell’U.E.
Le opportunità e gli indirizzi
Un’esperienza lavorativa all’estero è sicuramente un’opportunità professionale
e formativa di grande valore, perché consente non solo di arricchire il curriculum e
di accrescere le proprie competenze (soprattutto linguistiche), ma anche di realiz-
zare un’importante esperienza di vita.
Come ogni scelta importante, però, comporta delle difficoltà iniziali e, soprat-
tutto, una riflessione su alcuni aspetti di particolare rilevanza, quali ad esempio le
proprie aspirazioni personali, sia in ambito lavorativo che formativo, l’effettiva vo-
lontà di soggiornare all’estero per un periodo più o meno lungo e di affrontare le
difficoltà di inserimento in un Paese straniero, il livello di padronanza della lingua
del Paese ospitante.
È importante, inoltre, chiarirsi sul tipo di esperienza che si intende realizzare;
le possibilità sono diverse:
- svolgere un lavoro stagionale che permetta di mantenersi temporaneamente
all’estero, per apprendere una lingua straniera o migliorarne la conoscenza
per fare un’esperienza di lavoro o, semplicemente, trascorrere in maniera di-
versa le vacanze estive;
- realizzare uno stage in azienda o, ad esempio, presso le Organizzazioni in-
ternazionali, per completare la propria formazione professionale;
- trovare lavoro con l’idea di trasferirsi in un altro Paese.
È bene ricordare che oggi essere cittadini europei vuol dire potersi muovere li-
beramente da un Paese all’altro per motivi di studio o di lavoro e che tutti i cittadini
dell’Unione godono degli stessi diritti. Così è sancito nella “Carta Europea dei diritti
dei lavoratori”, adottata il 9 dicembre 1989, nell’ambito del vertice di Strasburgo,
dai Capi di Stato e di governo degli Stati membri.
Tale documento che consta di un Preambolo e 54 articoli, relativi al complesso
dei diritti politici, sociali, civili ed economici garantiti dall’Unione Europea ai suoi
cittadini, sancisce i principi fondamentali (libera circolazione dei lavoratori, parità
di trattamento tra uomini e donne, protezione sociale, tutela della salute e sicurezza
nell’ambiente di lavoro, protezione dei bambini e degli adolescenti, anziani; libertà
di associazione e negoziato collettivo, formazione professionale) che sorreggono il
modello europeo del diritto al lavoro, finalizzato a realizzare – come si legge nel
preambolo del Trattato – “il progresso economico e sociale” degli Stati membri e il
miglioramento costante delle condizioni di vita e di occupazione dei loro popoli”.
150
Così è sancito anche nel Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992, con cui
sono state dettate le “Disposizioni che modificano il Trattato istitutivo della Comu-
nità economica europea” che ha ribadito il principio di libertà di circolazione dei
lavoratori all’interno dei Paesi membri.
Tutti i cittadini dell’Unione Europea, dunque, godono degli stessi diritti: in
particolare, ciascun lavoratore europeo è libero di andare a vivere e di lavorare in
un altro Stato membro, come lavoratore dipendente o autonomo, alle stesse condi-
zioni dei lavoratori locali. Il diritto alla parità di trattamento, inoltre, garantisce al
lavoratore comunitario le medesime garanzie relative alle condizioni di lavoro e di
assunzione, previste per i cittadini del Paese ospitante:
- iscrizione ai Servizi per l’impiego;
- frequenza a tutti i corsi previsti dal sistema educativo e quelli di formazione
professionale;
- stessi benefici economici previsti per i disoccupati residenti;
- regime di previdenza sociale di tale Paese (in questo caso, il lavoratore dovrà
interrompere il versamento dei contributi nel suo Paese d’origine ed iniziare
a versarli nel Paese ospitante);
- medesimi diritti/doveri in materia di malattia, maternità, l’invalidità, pen-
sione.
1. LE PROCEDURE D’INGRESSO DEI CITTADINI COMUNITARI NEI PAESI DELL’UNIONE
EUROPEA
Una volta scelto il Paese nel quale si intende realizzare la propria esperienza
professionale, è necessario cominciare ad informarsi sulle formalità burocratiche
necessarie per il trasferimento.
È importante sapere che i cittadini della U.E. che cercano lavoro all’interno
della Comunità hanno il diritto di entrare e di restare nel Paese prescelto per una
durata massima di tre mesi. Per l’ingresso nel nuovo Paese è sufficiente il passa-
porto o la carta d’identità in corso di validità.
Chi abbia ottenuto un impiego di durata fra i tre mesi e un anno riceverà un
documento di soggiorno valido per brevi periodi. La domanda di permesso di sog-
giorno dovrà essere accompagnata da un documento di identità e da un certificato o
un attestato del datore di lavoro.
Per i minori di 18 anni è obbligatoria una dichiarazione dei genitori. Il docu-
mento di soggiorno è valido all’interno del territorio del Paese di residenza per al-
meno cinque anni ed è rinnovabile a richiesta.
Ad un lavoratore autonomo che non debba stabilirsi, ma soltanto effettuare
temporaneamente delle prestazioni di servizi, il permesso di soggiorno sarà ri-
chiesto solo se la durata delle prestazioni supera i tre mesi. Il diritto di soggiorno è
riconosciuto al lavoratore comunitario anche se esercita un’attività a tempo par-
151
ziale, remunerata. Se si rimane disoccupati per un periodo superiore ai 12 mesi, nel
corso dei 5 anni di validità del primo permesso, questo verrà rinnovato e la sua va-
lidità potrà essere limitata ad un periodo non superiore ad un anno.
Per soggiornare più a lungo in un altro Stato membro dell’UE occorre richie-
dere una carta di soggiorno presso la Questura o l’ufficio stranieri competente,
entro trenta giorni dalla data di ingresso nel Paese di accoglienza.
Non tutti gli Stati membri dell’UE, tuttavia, richiedono una carta di soggiorno
e il diritto di residenza non dipende da tale carta. Si raccomanda, tuttavia, di farne
richiesta poiché sarà necessario presentarla per formalità di base, quali l’apertura di
un conto bancario come residente, l’acquisto di un’automobile ecc.
Per ottenere un permesso di residenza per i familiari, verrà generalmente chie-
sto di presentare documenti attestanti la parentela (certificato di matrimonio, ecc.).
La carta di residenza verrà rilasciata su semplice presentazione di un docu-
mento di identità (passaporto o carta d’identità) e di un documento attestante la
condizione di lavoratore dipendente o autonomo.
I pensionati dopo aver lavorato in un altro paese dell’UE, avranno il diritto di
soggiornare nel Paese di accoglienza se possono dimostrare di essere coperti da
un’assicurazione malattia e di disporre di risorse finanziarie sufficienti.
Gli studenti dovranno dimostrare di disporre di risorse finanziarie sufficienti
per studiare nel paese di accoglienza (presentando una dichiarazione o qualsiasi do-
cumento alternativo perlomeno equipollente). Dovranno, inoltre, essere iscritti
presso un istituto di insegnamento riconosciuto, allo scopo principale di seguirvi un
corso di formazione ed essere titolari di un’assicurazione malattia che copra tutti i
rischi nel Paese di accoglienza.
Le prove attestanti il possesso di sufficienti risorse finanziarie e di un’assicura-
zione malattia devono comprendere tutti i familiari a carico.
All’arrivo nel Paese d’accoglienza sarà necessario iscriversi presso il locale
Istituto di sicurezza sociale per poter beneficiare di prestazioni sanitarie, presen-
tando tutti i modelli pertinenti (malattia, disoccupazione, pensionamento, ecc.) e/o
la tessera sanitaria europea ed entro 7 giorni sarà necessaria anche l’iscrizione
presso i Servizi dell’impiego locali.
Infine, bisognerà rivolgersi alle Autorità fiscali per ottenere informazioni e
consulenza sulla dichiarazione dei redditi, le formalità da espletare e gli eventuali
accordi bilaterali con il paese di provenienza.
Maggiori informazioni possono essere reperite sul sito della Commissione Eu-
ropea all’indirizzo: http://citizens.eu.int.
2. L’ESERCIZIO DELLE PROFESSIONI NEGLI ALTRI PAESI DELLA UE
Sebbene ogni cittadino dell’UE sia libero di svolgere una qualunque occupa-
zione in tutti i Paesi dell’area economica europea, è bene, tuttavia, ricordare che
152
l’esercizio di determinate professioni può essere subordinato ad alcune restrizioni,
legate non solo all’effettiva conoscenza della lingua del Paese ospitante, ma soprat-
tutto al possesso di determinati titoli di studio o qualifiche.
È il caso delle professioni regolamentate, soggette cioè ad una particolare di-
sciplina, il cui esercizio è consentito esclusivamente se si è in possesso di specifici
titoli di studio o attestati di qualifica.
Per questi profili professionali, quali ad esempio il medico o l’avvocato, è ne-
cessario che il Paese nel quale si intende esercitare la professione, proceda al rico-
noscimento del titolo e dell’abilitazione. Si ricorda, infatti, che i titoli di studio e le
qualifiche conseguite in altri Paesi dell’Unione hanno validità in tutta l’Unione Eu-
ropea.
Tale riconoscimento può essere una mera formalità amministrativa, che si con-
creta nella semplice iscrizione all’associazione professionale corrispondente, op-
pure può essere subordinato al superamento di speciali prove di verifica o di un pe-
riodo di tirocinio.
Per ottenere informazioni sulle problematiche del lavoro negli altri Paesi eu-
ropei e sui procedimenti da seguire per ogni Paese dell’Unione Europea, si consi-
glia di visitare il sito “Dialogo con i cittadini e le imprese” (http://citizens.eu.int),
oppure di rivolgersi al numero verde attivato dall’Unione Europea 800-876166.
Per ulteriori chiarimenti, è bene prendere visione della seguente normativa:
- Direttiva 89/48/CEE del 21.12.88
- Direttiva 92/51/CEE del 18.6.92
- Direttiva 94/38/CE del 26.7.94
- Direttiva 95/43/CE del 20.7.95
Per l’esercizio delle professioni non regolamentate, invece, non sussistono for-
malità particolari. È questo, ad esempio, il caso dei cosiddetti “lavori stagionali”,
vale a dire piccole occupazioni per quei giovani che intendono trascorrere un pe-
riodo di studio all’estero per frequentare corsi di lingua.
Si tratta di occasioni lavorative generalmente poco impegnative in termini di
ore, che consentano tuttavia di mantenersi agli studi. Per questi lavori, non sono ri-
chieste competenze particolari, ma è comunque necessario una conoscenza minima
della lingua del Paese ospitante.
3. LE PROCEDURE D’INGRESSO IN ITALIA DEI CITTADINI EXTRACOMUNITARI
La regolamentazione in tema di immigrazione e condizione giuridica dello
straniero - vale a dire cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea - è
dettata dal D.Lgs. 286/1998 (“Testo unico delle disposizioni concernenti la disci-
plina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”). L’Art. 4 del
153
Testo Unico stabilisce la regola generale secondo cui per l’ingresso in Italia di un
cittadino straniero è necessario essere muniti di valido passaporto o altro docu-
mento equipollente e del visto d’ingresso.
L’ingresso nel territorio dello Stato per motivi di lavoro subordinato (anche
stagionale) e di lavoro autonomo, è possibile, salvo casi particolari, solo nell’am-
bito delle quote d’ingresso annualmente stabilite con i decreti sui flussi (legge
189/2002) adottati dal Governo.
Il “Decreto flussi”, dunque, stabilisce le quote massime di stranieri da ammet-
tere nel territorio dello stato, per lavoro subordinato o autonomo.
La legge ha completamente modificato la precedente disciplina in materia di
lavoro subordinato e il lavoro stagionale, ma ha lasciato sostanzialmente invariata
quella per il lavoro autonomo.
Le principali novità del provvedimento riguardano:
- l’introduzione del contratto di soggiorno: un contratto firmato dal datore di
lavoro e dallo straniero, documento necessario al rilascio del permesso di
soggiorno per lavoro. L’art. 5 del Testo Unico indica le condizioni alle quali
il datore di lavoro può stipulare il contratto di lavoro: un alloggio decoroso e
la sicurezza dei mezzi economici per tornare, eventualmente, nel proprio
Paese.
Si tratta di due garanzie che il datore di lavoro deve prestare al prestatore di
lavoro e allo Stato:
- l’introduzione dello Sportello Unico per l’immigrazione: un ufficio istituito
in ogni provincia italiana, presso la prefettura, responsabile dell’intero pro-
cedimento relativo all’assunzione di lavoratori subordinati stranieri, a tempo
determinato ed indeterminato.
- attribuzione del codice fiscale per gli stranieri, dettata dalla necessità di in-
dividuare un documento di riconoscimento univoco.
La procedura in esame si applica ai soli lavoratori stranieri che al momento
della domanda si trovino nel loro Paese d’origine.
3.1. Il visto d’ingresso
I cittadini extracomunitari che intendono stabilirsi nel territorio italiano per
motivi di studio, turismo, cure mediche, diplomatico, invito, lavoro devono innan-
zitutto richiedere il visto d’ingresso.
Si tratta dell’autorizzazione, rilasciata dalle Rappresentanze diplomatiche o
consolari italiane nello stato di origine o di stabile residenza dello straniero, neces-
saria per entrare nel territorio della Repubblica italiana o in quello di altri Paesi
aderenti all’Accordo di Schengen per transito o per soggiorno.
154
I visti che vengono rilasciati dalle autorità si differenziano a seconda della:
durata del soggiorno:
� Visto Schengen Uniforme (VSU) di tipo C: è un visto che vale per il sog-
giorno di breve durata (max 90 giorni) in tutto lo spazio Schengen. Con-
sente uno o più ingressi, purché non si superi il totale di tre mesi per ogni
semestre.
� Visto Nazionale (VN) di tipo D: per soggiorni superiori a 90 giorni valido
solo in territorio nazionale.
tipologia di lavoro che si intende svolgere:
� Il visto per lavoro autonomo viene richiesto direttamente dal cittadino
straniero.
� Il visto per il lavoro subordinato o stagionale, condizionato al verificarsi
delle seguenti condizioni:
- Iscrizione dello straniero nell’apposita lista presso l’Ufficio consolare o
diplomatico italiano presso il Paese d’origine, dove si chiede di poter la-
vorare in Italia, dichiarando la propria preferenza contrattuale, le proprie
capacità professionali e qualifiche, la conoscenza della lingua italiana e
l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai fini dell’accesso al la-
voro.
- Richiesta di un lavoratore straniero con caratteristiche compatibili,
presso lo Sportello per l’immigrazione, effettuata da un datore di lavoro
italiano o straniero, legalmente residente in Italia.
- Rilascio del nulla osta (subordinato alla verifica dei requisiti del datore
di lavoro e al rispetto delle quote di ingresso), che verrà trasmesso all’uf-
ficio consolare competente.
Terminato tale iter, l’ufficio consolare potrà rilasciare il visto di ingresso per
lavoro subordinato e il cittadino straniero può entrare in Italia. Entro 8 giorni dal-
l’ingresso è necessario ottenere dallo Sportello unico per l’immigrazione il rilascio
del nulla osta per la firma del contratto di soggiorno, che consentirà allo straniero
di richiedere, alla Questura, il rilascio del permesso di soggiorno per lavoro.
3.2. Il permesso di soggiorno
È il documento rilasciato dalla Questura della provincia dove lo straniero in-
tende soggiornare. Tale richiesta viene inoltrata direttamente dal lavoratore stra-
niero, attraverso la compilazione di una scheda (rilasciata dalla questura) dove ri-
portare le proprie generalità, luogo in cui si intende soggiornare, motivo del sog-
giorno. La durata del permesso di soggiorno è la stessa prevista per il visto di in-
gresso e dipende dal motivo per cui il visto è rilasciato.
155
La durata non può, comunque, essere:
- superiore a 3 mesi: visite, affari e turismo;
- superiore a 9 mesi complessivi: lavoro stagionale;
- superiore ad 1 anno: frequenza di un corso per studio o formazione debita-
mente certificata; in caso di corsi pluriennali il permesso è rinnovabile di
anno in anno;
- superiore ad 1 anno: lavoro subordinato a tempo determinato.
- superiore a 2 anni: lavoro autonomo o lavoro subordinato a tempo indetermi-
nato e per ricongiungimenti familiari.
3.3. Le procedure di assunzione
Il datore di lavoro che intende assumere alla proprie dipendenze un lavoratore
straniero è tenuto a:
- Stipulare il contratto di soggiorno;
- comunicare, entro 5 giorni, allo Sportello Unico per l’immigrazione la data
di inizio del rapporto di lavoro;
- comunicare l’assunzione del lavoratore al Centro per l’impiego competente,
almeno il giorno antecedente l’instaurazione del rapporto di lavoro, come
disposto dalla legge n. 296/06 (finanziaria per il 2007). Al Centro per
l’impiego vanno inoltre comunicate – entro cinque giorni dall’evento –
eventuali vicende modificative del rapporto di lavoro (la proroga del termine
inizialmente fissato, la trasformazione da tempo determinato a tempo inde-
terminato, la trasformazione da tempo parziale a tempo pieno, ecc). Va
inoltre comunicata, sempre entro cinque giorni dal verificarsi dell’evento, la
data di cessazione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato o la diversa
data di cessazione dei rapporti di lavoro a termine.
3.4. I titoli di prelazione
Cosa è
Introdotta dalla legge 189/2002, la prelazione consiste nella preferenza nella
chiamata al lavoro, riconosciuta a determinati lavoratori stranieri che abbiano fre-
quentato all’estero attività di istruzione e di formazione professionale.
Tali attività sono organizzate nell’ambito di programmi, approvati dal Mini-
stero del lavoro, dell’istruzione, dell’università e della ricerca (realizzati in alcuni
casi anche in collaborazione con Regioni, Province autonome, altri Enti Locali, Or-
ganizzazioni nazionali degli imprenditori, datori di lavoro e lavoratori, Organismi
internazionali) e finalizzati al trasferimento degli immigrati stranieri in Italia o al
loro inserimento nei settori produttivi del Paese.
Tali attività di istruzione e di formazione, finalizzate all’inserimento lavora-
tivo, presentano l’indubbia novità di prevedere l’inserimento non soltanto in Italia,
ma anche nel Paese di provenienza.
156
La procedura
Il datore di lavoro italiano o straniero, regolarmente soggiornante in Italia che
intenda instaurare un rapporto di lavoro subordinato, a tempo determinato o inde-
terminato, con uno straniero residente all’estero (sia nel caso in cui si abbia cono-
scenza diretta, sia nel caso in cui non la si abbia) deve recarsi allo Sportello Unico
per l’Immigrazione della Provincia di residenza, ovvero quella in cui ha sede legale
l’impresa, ovvero quella ove avrà luogo la prestazione lavorativa e presentare:
- richiesta nominativa di nulla osta al lavoro (solo nel caso di conoscenza di-
retta);
- idonea documentazione e garanzia da parte del datore di lavoro della dispo-
nibilità di un alloggio per il lavoratore straniero che rientri nei parametri mi-
nimi previsti dalla legge per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica;
- la proposta di contratto di soggiorno, con specificazione delle relative condi-
zioni;
- impegno al pagamento delle spese di ritorno dello straniero nel Paese di pro-
venienza;
- dichiarazione di impegno a comunicare ogni variazione concernente il rap-
porto di lavoro.
Se il datore di lavoro conosce personalmente lo straniero, dopo l’inoltro della
domanda presso lo Sportello per l’immigrazione, bisognerà attendere la risposta dei
Centri per l’impiego che, entro 20 giorni, devono verificare che non vi siano altre
domande di lavoro da parte di lavoratori nazionali o comunitari per il lavoro of-
ferto. Se il controllo dà esito positivo, lo Sportello rilascia il nulla osta per lavoro
subordinato, nel rispetto dei limiti numerici (le cosiddette quote), quantitativi e
qualitativi, determinati con Decreto del Presidente del Consiglio. Tale documento
ha validità per un periodo non superiore a sei mesi dalla data del rilascio e dovrà,
quindi, essere utilizzato per l’ingresso in Italia entro tale termine. Entro 8 giorni
dall’ingresso in Italia, il lavoratore straniero deve recarsi allo Sportello Unico che
ha rilasciato il nulla osta, per la firma del contratto di soggiorno. Con tale firma, lo
straniero potrà richiedere alla Questura il rilascio del permesso di soggiorno per la-
voro e cominciare l’attività lavorativa.
Qualora, invece, il datore di lavoro non abbia una conoscenza diretta dello
straniero, lo Sportello Unico per l’Immigrazione si rivolgerà agli Uffici Consolari
dei Paesi stranieri con cui l’Italia ha firmato intese o Accordi bilaterali. Tali intese
prevedono, infatti, l’istituzione e la tenuta di liste di stranieri che intendano recarsi
in Italia per motivi di lavoro.
3.5. Proseguire gli studi in Italia
Il cittadino di un Paese non appartenente all’Unione Europea può anche de-
cidere di proseguire i propri studi in Italia; in questo caso è necessario avviare le
procedure per il riconoscimento dei titoli precedentemente conseguiti.
157
Il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all’estero che consentono di
proseguire gli studi in Italia è di competenza delle Università.
Le procedure
L’autorità competente per il riconoscimento dell’equipollenza è il Consiglio di
Corso di Laurea che, prendendo in considerazione ogni singolo curriculum, può di-
chiarare l’equipollenza del titolo accademico straniero o stabilire l’ammissione del
richiedente al corso equivalente, con un parziale riconoscimento degli esami.
L’equipollenza, inoltre, è automatica quando esistono accordi bilaterali o conven-
zioni internazionali che stabiliscono la conversione dei titoli accademici.
La domanda per il riconoscimento del titolo di studio dovrà contenere:
- i programmi degli studi previsti per il conseguimento del suddetto titolo con
indicazione delle singole materie e delle esercitazioni pratiche;
- la traduzione del titolo e dei programmi in lingua italiana, certificata con-
forme al testo originale dalla rappresentanza diplomatica o dall’autorità con-
solare italiana nel paese in cui il titolo è stato rilasciato;
- la dichiarazione della rappresentanza diplomatica o autorità consolare, dalla
quale risulti che il titolo è stato rilasciato da autorità competente ed è ricono-
sciuto abilitante “in loco” e dalla quale risultino, altresì, gli anni di scolarità
necessari per l’ammissione al corso per il conseguimento del titolo e gli anni
di durata del corso stesso.
In caso di provvedimento di rigetto della domanda o qualora siano decorsi i 90
giorni senza che sia stata adottata alcuna decisione, il richiedente può presentare ri-
corso a:
- Tribunale amministrativo regionale;
- ricorso straordinario al Capo dello Stato;
- entro il termine di 120 giorni, istanza al Ministero dell’Università e della Ri-
cerca. Quest’ultimo, qualora ritenga motivata l’istanza, può invitare
l’Università a riesaminare la domanda, dandone comunicazione all’interes-
sato.
Per avere informazioni sulle procedure occorre rivolgersi alle singole Univer-
sità. Il riconoscimento del titolo di studio straniero per fini diversi dall’iscrizione
all’Università e cioè per avviamento al lavoro, è disciplinato in conformità con la
normativa comunitaria. Le fonti normative comunitarie di riferimento sono la diret-
tiva 89/1948 relativa ad un sistema generale di riconoscimento dei diplomi di istru-
zione superiore e la direttiva 92/1951.
Se il riconoscimento del titolo viene richiesto, invece, da un cittadino straniero
non soggiornante in Italia e che intenda utilizzare tale riconoscimento al fine di ot-
158
tenere il visto di ingresso in Italia per lavoro autonomo, la domanda deve essere
inoltrata al Ministero della Giustizia. Ad essa deve essere allegata la dichiarazione
che non sussistono motivi ostativi al rilascio del titolo abilitativo per l’esercizio
dell’attività professionale, ai sensi dell’art. 39 del DPR 394/1999.
Per informazioni sulle procedure da seguire:
www.poliziadistato.it
http://www.giustizia.it/professioni/s2_uff7.htm
4. LA RICERCA DEL LAVORO NEI PAESI DELL’UNIONE EUROPEA
I cittadini italiani che, invece, volessero trasferirsi in un altro Paese dell’unione
per realizzare un’esperienza professionale hanno a disposizione una molteplicità di
strumenti e di canali informativi cui attingere per trovare lavoro.
4.1. I canali istituzionali
Primo passo nella ricerca delle informazioni sul Paese di destinazione è pren-
dere contatto con l’ambasciata in Italia del Paese che interessa, oppure consultando
alcuni siti istituzionali:
- Ministero degli Affari Esteri: www.esteri.it
- Ministero delle Politiche comunitarie: www.politichecomunitarie.it
- Unione Europea sulle carriere nella Commissione Europea:
europa.eu/index_it.htm
- Parlamento Europeo per i tirocini presso il Parlamento Europeo:
www.europarl.europa.eu/news/public/default_it.htm
Dal momento che oggi sono molte le opportunità offerte ai giovani e diverse le
strade che è possibile percorrere, potrebbe essere utile anche rivolgersi ad esperti di
orientamento che rappresentando una fonte preziosa di informazioni e di contatti,
possono offrire un importante sostegno nella fase della scelta.
- Servizi di orientamento territoriali, i cui indirizzi possono essere richiesti te-
lefonando al numero verde del Ministero del Lavoro: 800.444.555;
- Servizi Informa Giovani, i cui recapiti sono reperibili anche sui siti del Co-
mune di residenza: www.informagiovani.it/lavoro_formazione/index.htm
- Euro-consiglieri della rete EURES: www.welfare.gov.it/eures/default/htm
- EURODESK: www.eurodesk.it
Per supportare la mobilità in Europa per motivi di lavoro e di studio, la Commis-
sione europea ha istituito, ad esempio, Euroguidance (www.euroguidance.org.uk), la
rete europea dei Centri risorse per l’orientamento, presente in trenta Paesi.
159
Il punto Euroguidance in Italia è costituito dal Centro risorse nazionali per
l’orientamento (www.centrorisorse.org), sostenuto dal Ministero del Lavoro e da
quello dell’Istruzione. I membri della rete curano l’aggiornamento del portale Plo-
teus (www.europa.eu.int/ploteus/portal/home.jsp), ricco di suggerimenti su qua-
lunque progetto di mobilità.
LA RETE EURES (European Employment Services, Servizi europei dell’impiego)
Cosa è
È un servizio pubblico internazionale, istituito dalla Commissione Europea, a
cui partecipano i Paesi appartenenti allo Spazio Economico Europeo. Si tratta di
una banca dati centralizzata a livello comunitario, che collega tutti i Servizi del-
l’Impiego Europei, per realizzare un servizio di informazione sulle opportunità di
lavoro all’interno degli Stati membri. Essa funziona come un’agenzia di colloca-
mento sopranazionale, finalizzata all’incontro di domande e offerte di lavoro, che
consente di scambiarsi informazioni su:
- offerte e sulle domande di lavoro;
- situazione e andamento del mercato dell’occupazione per regioni, settori di
attività e, se necessario, per livelli di qualifica dei lavoratori;
- condizioni di vita e di lavoro negli stati membri.
Sono membri della rete EURES le seguenti strutture:
- Servizi dell’occupazione degli stati membri;
- Commissione delle Comunità Europee che opera da supporto e svolge un
ruolo di informazione, coordinamento e sostegno alle reti EURES nazionali;
- Partner pubblici o privati dei servizi dell’occupazione che abbiano firmato
una convenzione con la Commissione;
- Parti economiche e sociali.
A chi si rivolge
Il servizio Eures è, dunque, rivolto sia ai lavoratori che desiderano ricevere in-
formazioni sulle possibilità di lavoro nei Paesi comunitari, sia alle imprese alla ri-
cerca di personale in ambito internazionale.
Eures si avvale della cooperazione tra i servizi di collocamento operanti in cia-
scun Paese europeo e coinvolge molte istituzioni interessate alla mobilità del la-
voro, come le associazioni datoriali, i sindacati e le università.
Come funziona
Il servizio di informazione e orientamento viene realizzato attraverso una rete
che congiunge tra loro 520 Euroconsiglieri, specialisti del mercato dell’occupa-
160
zione europeo, provenienti dagli uffici di collocamento o da organizzazioni indu-
striali o sindacali. Per conoscere le opportunità di lavoro della rete Eures, si può
contattare l’ufficio dell’Euroconsigliere della propria Regione (l’elenco aggiornato
dei riferimenti è reperibile al sito: www.eures.3000.it, oppure collegandosi diretta-
mente al sito della Commissione Europea: http://europa.eu.int/jobs/eures).
Chi intende rivolgersi alla rete degli Euroconsiglieri deve compilare una do-
manda nella quale si specificano la qualifica posseduta, la tipologia di occupazione
cercata, il proprio curriculum vitae, in italiano e nella lingua del Pese prescelto.
Il candidato verrà, dunque, convocato per un colloquio informativo, volto a ve-
rificare le sue motivazioni, competenze e attitudini; l’orientatore poi, consulterà la
banca dati per verificare se vi siano richieste di personale, conformi al profilo pos-
seduto. In caso positivo, si procederà all’invio del curriculum del lavoratore al-
l’euro consigliere che ha inserito l’annuncio. Qualora il contatto vada a buon fine,
si procederà al disbrigo delle formalità burocratiche per l’assunzione, richieste dal
Paese di destinazione.
Nel sito EURES della Commissione Europea è stato recentemente inserito
“EURES CV search”, un database in cui le persone interessate alla mobilità in un
altro Paese dello Spazio Economico Europeo possono inserire il proprio curriculum
vitae. Il database è consultabile in Inglese, Francese e Tedesco sul sito:
www.eurescv-search.com.
Infine, è importante sapere che le offerte più interessanti della rete EURES ven-
gono pubblicate settimanalmente su “Il Sole 24 Ore” del Lunedì, nell’inserto “La-
voro & Carriere” e segnalati da due programmi televisivi di RAI 3: “Okkupati”
(www. Okkupati.lavori.net);“Articolo 1”. Le proposte di lavoro riportano, general-
mente, tutte le informazioni necessarie per contattare direttamente il datore di lavo-
ro (indirizzo, numero di telefono, fax o posta elettronica) che ha diffuso la richiesta.
Il candidato può, dunque, proporsi direttamente, contattando il referente indicato,
inviandogli il proprio curriculum vitae e lettera di presentazione, redatti nella lingua
straniera richiesta. Qualora il candidato ottenga un colloquio di selezione deve re-
carsi all’estero a proprie spese, perché raramente le aziende sostengono le spese di
viaggio dei candidati.
SERVIZIO EURES TRANSALP
È un servizio specifico della rete EURES delle regioni di confine, caratteriz-
zate da importanti flussi transfrontalieri di manodopera. Si propone di facilitare la
mobilità dei lavoratori tra Francia e Italia. La struttura offre un servizio
d’informazione, orientamento e consulenza a lavoratori e lavoratrici che intendono
lavorare nelle regioni confinanti in particolare nel settore turistico-alberghiero e nel
settore informatico ed elettronico per attività ad elevata specializzazione. In Italia si
contano al momento quattro strutture frontaliere:
EURAZUR - Liguria e Provence-Alpes-Cote d’Azur: www.eure-eurazur.org
TRANSALP - Piemonte, Valle d’Aosta e Rhone-Alpes: www.eurestransalp.com
161
EURALP - Carinzia, Friuli Venezia Giulia: www.euralp.com
TRANSTIROLIA - Tirolo, Alto Adige e Cantone dei Grigioni:
www.eures-transtirolia.org
RETE EURODESK
Eurodesk è la struttura del programma comunitario “Gioventù in Azione”, de-
dicata all’informazione e all’orientamento sui programmi in favore della gioventù,
promossi dall’Unione Europea e dal Consiglio d’Europa. Essa opera in stretta co-
operazione e con il supporto della Commissione Europea, Direzione Generale
Istruzione e Cultura, del Dipartimento per le Politiche Giovanili e le Attività Spor-
tive della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Solidarietà
Sociale. Le attività di informazione e orientamento sul programma Gioventù in
Azione sono svolte in diretta collaborazione con l’Agenzia Nazionale per i Gio-
vani.
Eurodesk fornisce informazioni e orientamento attraverso il sito web
(www.eurodesk.it), e soprattutto attraverso la rete nazionale italiana dei Punti Lo-
cali Decentrati, sui programmi europei rivolti ai giovani nell’ambito della cultura,
della formazione, della mobilità, dei diritti e del volontariato, con l’obiettivo di ren-
dere sempre più accessibile l’utilizzo delle opportunità offerte ai giovani dai pro-
grammi stessi.
L’ISTITUTO NAZIONALE DEL COMMERCIO ESTERO
Per tutti coloro che, invece, conoscono bene la lingua un’ottima opportunità
potrebbe essere individuare autonomamente le società alle quali proporsi.
Primo passo in tal senso è raccogliere il maggior numero possibile di informa-
zioni disponibili sulle aziende che interessano.
A tale scopo, oltre la rete internet, può essere di grande aiuto contattare
l’Istituto nazionale per il commercio estero (www.ice.gov.it), un’agenzia pubblica
che, attraverso una rete di uffici in tutto il mondo, favorisce lo sviluppo del com-
mercio con l’estero.
L’Istituto ha come obiettivo lo sviluppo e la promozione del commercio con
l’estero, raccoglie informazioni di mercato ed economiche sui Paesi esteri per te-
nere informate le aziende italiane.
Sul sito dell’ICE, oltre alle informazioni sulle attività dell’Istituto, si trovano
gli indirizzi dei numerosi uffici presenti in 50 paesi e link utili ai siti di informa-
zione e di istituzioni (es. associazioni di categoria, portali tematici, ecc.) nei singoli
paesi.
Istituto Commercio Estero
Via Liszt, 21 - 00144 Roma
Tel. 06.59.921 - Fax 06.59.92.68.99
e-mail: ice@ice.it - sito: www.ice.it
162
4.2. La stampa
Una altro importante canale per il reperimento delle informazioni sono i
giornali stranieri. Sulle maggiori testate è, infatti, possibile consultare le in-
serzioni relative alle offerte di lavoro, nonché far pubblicare un articolo di
auto candidatura.
Di seguito, si riportano gli indirizzi dei siti internet dei maggiori quoti-
diani europei.
Francia:
“Liberation” www. Liberation.fr/emploi/index.html
“Le Figaro” www.cadremploi.fr
“Le Monde” www. Emploilemonde.fr
Regno Unito:
“The Guardian” www. Job.guardian.co.uk
“The Telegraph” www. Telegraph.co.uk
“The Times” www.timesnline.co.uk
Spagna:
“El mundo” www.elmundo.es
“La Vanguardia” www.lavanguardia.es
“Segundamano” www.segundamano.es
“El Pais” www. Elpais.es
“El periodico” www.elperiodico.es
Germania:
“Berliner Zeitungt” www.Berlin–job.de
“Bild” www.bild.t–online.de
“Die Welt” www.welt.de
Belgio
“Le Soir” www.lesoir.be
“Het Volk” www.hetvolk.be
Irlanda
“Irish examiner” www.irishexaminer.com
“The Irish times” www.nicemove.ie
Estonia
“Estonia times” www.estoniatimes.com
Repubblica Ceca
“The Prague Post Online” www.praguepost.com
4.3. Pubblicazioni
Esistono in commercio pubblicazioni che forniscono informazioni e indirizzi
utili per coloro che hanno intenzione di lavorare all’estero. Può trattarsi di semplici
bollettini informativi o di vere e proprie guide che raccolgono indirizzi di imprese
straniere cui è possibile inviare il curriculum.
163
Riviste
- Lavoro Notizie – Quindicinale dedicato ai temi del lavoro in Europa realiz-
zato da Eurocultura.
Via del Mercato Nuovo, 44G – 36100 Vicenza - Tel. 0444.96.47.70 -
Fax 0444.96.01.29 - sito: www.eurocultura.it - e-mail: info@eurocultura.
- News Europa Giovani Mondo – Trimestrale dedicato all’occupazione in
Europa realizzato dal Servizio Mobilità Internazionale, Centro d’Iniziativa
Europea, Comune di Milano - Vicolo Calusca 10 - 20123 Milano - Tel.
02.62.083.750 - Fax 02.83.56.450 - e-mail: mobinte@tin.it.
Guide
� Informazioni per l’Europa – Schede realizzate dal Centro Risorse Nazio-
nale per l’Orientamento consultabili on line sul sito www.centrorisorse.org
Lavoro stagionale - collana di volumi informativi su Francia, Germania,
Italia, Irlanda, Regno Unito e Spagna realizzate dal Centro Risorse Nazio-
nale per l’Orientamento e scaricabili dal sito www.centrorisorse.org.
� Il mercato del lavoro in… - Guide specifiche per paese realizzate da Euro-
cultura Via del Mercato Nuovo, 44G – 36100 Vicenza - Tel. 0444.96.47.70
- Fax 0444.96.01.29 - sito: www.eurocultura.it - e-mail: info@eurocultura.
� The European Forum for Careers information, le guide dell’associazione
europea dei principali editori di “Career book” realizzate per i seguenti
Paesi:
- Belgio - Move Up, Leonard & Partners
- Danimarca – Karriere Vejviser, Move On
- Francia – Le Guide des Opportunités de carrières, EFC Edition Forma-
tion Carrieres
- Germania – Absolventen Jahrbuch, K. Und K. Verlang
- Olanda – Intermediair Jaarboek, VNUBusiness Publication
- Regno Unito – Prospects Directory, CSU Agcus
Queste guide sono a volte disponibili presso gli Informagiovani e alcune di
esse sono consultabili su Internet. Sono inoltre in vendita presso alcune librerie in-
ternazionali.
4.4. Internet
Molte informazioni sul Paese di destinazione e sulle offerte di lavoro sono re-
peribili anche attraverso Internet, che rappresenta oggi il mezzo più facile e veloce.
Nella rete, infatti, è possibile consultare numerosi siti che favoriscono l’incontro tra
domanda e offerta di lavoro.
164
Ecco alcuni indirizzi.
Siti istituzionali:
- www.welfare.gov.it/EuropaLavoro/default.htm
il sito fornisce informazioni relative al mondo della formazione e del lavoro, nonché no-
tizie utili per gli operatori del settore (ad es. bandi, circolari, decreti, link).
- www.mercurius.it
tratto dallo sportello giovani di Mantova è un sito ricchissimo per reperire informazioni
su opportunità formative e lavorative all’estero.
- www.aiuto.net/it4g.htm
è il sito del Centro risorse Europeo finanziato dal Ministero del Lavoro. Si possono repe-
rire informazioni relative ad opportunità lavorative e di stage, borse di studio e volonta-
riato all’estero.
- www.estia.educ.goteborg.se
è il sito del Centro Risorse per l’orientamento che raccoglie utili informazioni sulle op-
portunità di formazione e stage e mercato del lavoro.
- Euroguidance (in inglese)
è il sito dei Centri Risorse Europei (NRCVG), creato dalla Commissione Europea. Il net-
work mette a disposizione degli utenti e degli operatori utili informazioni per spostarsi
all’interno dei paesi membri. Uno spazio che propone la mobilità attraverso la pubblica-
zione delle opportunità di tirocinio, studio e lavoro in Europa.
Siti specializzati nell’incontro tra domanda ed offerta
- http://www.careermosaic.com/
un sito scritto in inglese che ti fornisce la possibilità di ricercare per paese migliaia di of-
ferte di lavoro in tutto il mondo.
- http://cyberdays.stet.it/job
si tratta di una banca dati che contiene inserzioni di domande ed offerte di lavoro tratte
direttamente dalle inserzioni dai quotidiani italiani e stranieri.
- www.dotjobs.co.uk
si tratta di un sito inglese per la ricerca di lavoro nel settore dell’elettronica, dell’inge-
gneria e industriale. Per accedere al servizio è necessario compilare un modulo.
- www.Jobonline.it
fornisce informazioni per trovare lavoro soprattutto in Gran Bretagna, Francia, Stati
Uniti, Australia e Singapore.
- www.jobserve.com
sito specializzato per la ricerca di lavoro qualificato all’estero.
- www. Jobbroad casting.com/insight/jobs/
offre informazioni per cercare lavoro in qualsiasi parte del mondo.
- www.init-emploi.tm.fr
fornisce utili indicazioni sulle opportunità lavorative in Francia.
- www.monster.com
offerte di lavoro in tutto il mondo.
- www.newtech.it/jobline
si occupa di segnalare occasioni di impiego, stage e tirocini offerte dall’Unione Europea.
Dal link “Job abroad”, ci si può collegare direttamente alla banca dati EURES. Esso ri-
porta la segnalazione dei posti vacanti presso le Organizzazioni internazionali.
165
- Exodus
lavorare e studiare in Europa (sito in inglese). Il data base, strutturato in modo funzionale
e immediato per la consultazione, propone nell’home page un menù che introduce alla ri-
cerca di opportunità di lavoro, studio, stage e tirocini nei paesi dell’Unione Europea ed
extraeuropea. Attraverso i sottomenù, per ogni paese, si possono avere informazioni sul-
l’organizzazione dell’offerta formativa e del mercato del lavoro. Esiste un indirizzario e
una rete d’informazioni relative ai referenti per ogni area e paese di destinazione, è possi-
bile anche raccogliere notizie e curiosità relative alla cultura, alla moneta, all’assistenza
sanitaria, alla lingua e alla documentazione necessaria per il soggiorno del Paese di desti-
nazione.
4.5. Strutture per l’incontro tra domanda ed offerta
Se, invece si volesse optare per l’alternativa di cercare lavoro direttamente nel
Paese ospitante, oltre ai canali descritti, è consigliabile rivolgersi alle strutture di
intermediazione presenti sul territorio: agenzie e job center, agenzie private di col-
locamento, agenzie private per l’incontro di domanda ed offerta di lavoro, di cui si
riportano di seguito alcuni indirizzi.
AUSTRIA
AMS (ARBEITSMARKSERVICE)
Uffici provinciali di collocamento, Ufficio generale
Treustrasse 35-43 A. 1200 Wien.
Tel. 1/331780
www.ams.or.at
BELGIO
Office National de l’Emploi
65 bd Auspach
1000 Bruxelles
DANIMARCA
AF (ARBEJDSFORMIDLINGEN)
Blegdamsvej 56
DK 6000 Kobenhavn
Tel. 0045/35/288100
www.af.dk
FRANCIA
ANPE (AGENCE NATIONALE POUR L’EMPLOI)
69, Rue Pigalle 75009 Paris
tel. 0033/1/4453616
www.anpe.fr
GERMANIA
ZAV - ZENTRALLSTELLEFUR ARBEITSVERMITTLUNG
Feuerbach Strasse 42-46 6000 Frankfurt a. M.
TEL. 69/71110
166
GRECIA:
EIE (NATIONAL INSTITUTE OF LABOUR)
www.eie.org.gr
OAED (ORGANISIMOS APASHOLISSEOS ERGAKOU DYNAMIKOU)
www.oaed.gr
IRLANDA
DEPARTMENT OF LABOUR
Mespil Road - Dublin 4 Tel. 00353/1/6765861
ISLANDA
Vinnumalastofnun
www.vinnumalastofnun.is
LUSSEMBURGO
ADEM (Administration de l’Emploi)
www.etat.lu/ADEM
NORVEGIA
AETAT(ARBEIDSDIREKTORATEN)
www.aetat.no
Numero verde per i servizi per l’impiego 80033136
OLANDA
AB (Arbeidsbureau)
www.arbeidsbureau.nl
PORTOGALLO
IEFP (ISTITUTO DO EMPREGO E FORMAÇAO PROFESSIONAL)
Av. Josè Malhoa 11
1050 Lisboa
tel. 0035/1/7213123
www.iefp.pt
REGNO UNITO
ES (Employment Service)
St. Vincent House 300 – Organ Street
UK London WC2 7HT
Tel. 0044/171/8395600
www.jobcentreplus.gov.uk
SPAGNA
INEM (Istituto Nacional de Empleo)
www.inem.es
SVEZIA
AF (Arbetsformedlingen)
www.amv.se
167
Inoltre, alcune multinazionali di lavoro tempo temporaneo (Adecco, Manpower, Kelly Ser-
vices), con sede anche in Italia, rappresentano un’ottima rete di collegamento per inoltrare il pro-
prio curriculum nelle filiali del Paese prescelto. Si riportano di seguito alcuni indirizzi:
FRANCIA
- ADECCO TRAVAIL TEMPORAIRE
18 Rue Guersant 75017 - Parigi
tel. 0033.1.40.55.95.88
- MANPOWER
Rue J. Bingen 75017 - Parigi
tel. 0033.1.44.15.40.40
- CIJ (CENTRES D’INFORMATION JEUNESSE - Ufficio Centrale Informagiovani)
Quay Branly 101 – Parigi
tel. 0033.1.44.49.13.20
GERMANIA
- CENTRO CONSULENZA PROFESSIONALE
Monaco tel. 0049.89.51.54.31.49
- BINNEBESSEL & PARTNERS
Johachimstaler Str. 19, tel. 0049.30.88.11.050
- TEAM PERSONAL SERVICE
Koloniestr 13 tel. 0049.30.49.37.007
GRAN BRETAGNA
- ADECCO
Alfred Marks,
Londra 0044.181.20.75.00
- FEDERAZIONE DELLE AGENZIE PER IL RECLUTAMENTO
E DEI SERVIZI ALL’IMPIEGO
36-38 Mortimer Street London
tel. 0044.171.323.43.00
- EUROPEAN JOB
Martello House 18 Mertello Street E8 PE LONDON Gran Bretagna
Tel 171.83.98.809.
IRLANDA
- EMPLOYMENT AGENCIES DEPARTMENT OF ENTERPRISE AND EMPLOYMENT
Davitt House 65 Adelaide Road Dublino 4 tel. 0035.1.66.1.444
NORVEGIA
- MANPOWER tel. 0047.22.018.000
- PERSONELL tel. 0047.22.401.200
OLANDA
- Informazioni su agenzie di collocamento possono essere richieste solo al Ministero per
gli affari sociali e il lavoro POB 90801, 2509 LV AIA.
168
Per avere informazioni sulle società di lavoro temporaneo nel mondo, si può contattare il
Ciett Europe (Confederazione internazionale delle imprese di lavoro temporaneo):
Avenue de Tervuren, 142 - 144B 1150 Bruxelles Belgium tel. 0032.2.733.04.27 -
www.ciett.org.
Una banca dati con le imprese private di collocamento autorizzate, è disponibile sul sito:
www.avg-seco.admin.ch/app/betriebe/ServletWebVerzeichnis.
5. I LAVORI STAGIONALI
La ricerca di un lavoro stagionale è, generalmente, più facile in alcuni settori,
in particolare in quello agricolo, turistico, lavoro alla pari.
1) Il settore agricolo
Si tratta generalmente di andare a lavorare in aziende agricole soprattutto per
la raccolta e la confezione di prodotti agricoli. Per avere informazioni per questo
tipo di occupazione, sarà sufficiente rivolgersi agli uffici “Informagiovani” o con-
sultare la rete EURES.
2) Il settore turistico
Offre ai giovani un ampio ventaglio di opportunità per un eventuale inseri-
mento lavorativo. Soprattutto chi ha una buona dimestichezza con le lingue stra-
niere e una buona predisposizione ai rapporti interpersonali, può sfruttare le oppor-
tunità offerte nell’ambito della ristorazione, villaggi turistici, navi da crociera, al-
berghi, parchi di divertimento.
Per reperire informazioni utili si può cominciare a contattare gli enti turistici
dei Paesi prescelti, gli Assessorati regionali e provinciali al turismo, le catene alber-
ghiere, compagnie di crociera, tour operator, parchi di divertimento e centri estivi
per bambini.
Indirizzi per il settore turistico
FRANCIA
Ente Nazionale Francese per il Turismo
Via Larga 7 - 20122 Milano - Tel. 02.58.31.66.10
GRAN BRETAGNA
Ufficio Nazionale del Turismo Britannico (BTA)
Corso Magenta 32 - Milano - Tel. 02.72.01.00.78
GERMANIA
Germania Turismo
Via Negri 8 - Milano
169
SPAGNA
Ufficio Nazionale Spagnolo per il Turismo
Via Broletto 30 - Milano - Tel. 02.72.00.46.17
Il settore della ristorazione
FRANCIA
SSP FRANCE - SERVICE DU RESSOURCES HUMAINE
BP 30009, 95715 Roissy – CDG Codex
GRAN BRETAGNA
MARK WARNER LTD.
George house, First Floor 61-65 Kensington Church Street
London W8 4BA UK Tel. 171.39.33.178
GRECIA
INTERCOM
24-26 Halkndili Odosi
Atene 10432 - Tel. 152.39.470
IRLANDA
CETERSTAFF LTD.
Premier House, 10 Greycoat, Victoria
London SW p1p 1 DP UK
Tel.171.233.14.01
SPAGNA
Club de relaciones culturales internationalles
calle de ferraz 82, 28008 Madrid
Parchi di divertimento
FRANCIA
Disneyland Paris Casting
B.P. 110
77777 Maene la Valleè
Cedex 4
GRAN BRETAGNA
Segaworld
The Trocadero, Piccadilly Circus, London W1L - Tel. 0171.73.42.777
SCOTLAND
The Beach, Aberdeen
Tel. 01224.59.59.10
SPAGNA
Port Aventura
Depatimetnto recursos Humanos
Apartado de Correos, 90
43480 Villa Seca Terragona - Tel. 0034.90.220.222.0
170
3) Il lavoro alla pari
Lavorare alla pari significa andare a vivere presso una famiglia straniera, per
svolgere soprattutto funzioni di baby sitter e piccoli aiuti domestici. In cambio la fa-
miglia provvede a fornire vitto e alloggio e a corrispondere una piccola retribuzione.
Rappresenta un’ottima opportunità per chi non ha molti soldi e vuole approfondire
lo studio delle lingue o la conoscenza di un Paese estero. La sistemazione alla pari è
riservata generalmente a giovani donne (17/30 anni), ma in alcuni Paesi anche a uo-
mini non sposati, di età compresa tra 18 e 27 anni. Il soggiorno può durare da uno a
tre mesi per il periodo estivo, ma generalmente per un periodo da sei mesi ad un
massimo di un anno. In genere il lavoro alla pari consiste nell’occuparsi di faccende
domestiche nella famiglia ospite o prendersi cura dei loro bambini con un impegno
giornaliero di circa 5 ore. In cambio si ricevono vitto e alloggio e un piccolo com-
penso alla settimana che può variare in relazione alla nazione e alle condizioni sti-
pulate con la famiglia. La sistemazione alla pari è regolata da una convenzione fra i
paesi membri della Unione Europea, dove viene garantita anche l’assistenza sanita-
ria. È richiesta una discreta conoscenza del Paese scelto e spesso il soggiorno viene
abbinato ad un corso di lingua, fornito dalle stesse agenzie, che può essere frequen-
tato nelle ore libere dal servizio in famiglia. Per un lavoro di questo tipo occorre una
buona capacità di adattamento e forza di volontà per superare eventuali difficoltà,
ma è senz’altro il modo migliore per imparare una lingua e conoscere da vicino la
cultura di un Paese. Le agenzie che svolgono questo tipo di servizio chiedono una
tassa di iscrizione. I costi del corso di lingua e quelli per il viaggio sono a parte.
Agenzie di collocamento per lavoro alla pari
AU PAIR INTERNATIONAL
Via S. Stefano, 32 - 40125 Bologna
tel. 051.26.75.75
EASY WAY ARCINOVA
Via Adige,11 - 20135 Milano
tel. 02.55.01.37.72 - sito: www.inedita.net/easyway
MB
Via Alessandria, 13 - 35142 Padova
http//space.tin.it/viaggi/gbresqua
6. REALIZZARE UNO STAGE ALL’ESTERO
La realizzazione di uno stage si configura, in Italia come nel resto d’Europa,
come una delle opportunità più efficaci per accedere al mondo del lavoro. Lo sta-
gista, infatti, ha la possibilità di avvicinarsi al mondo aziendale quando ancora sta
completando il proprio percorso formativo, accrescendo in tal mondo il proprio ba-
gaglio di competenze professionali.
171
Realizzare uno stage all’estero rappresenta un’esperienza di grande valore, in
quanto oltre ad essere un’occasione di crescita formativa e professionale di grande
livello, dimostra la propria intraprendenza, dinamismo e capacità di fronteggiare i
problemi, capacità queste molto richieste dalle aziende.
6.1. Stage in azienda
In Italia, come nel resto dell’Europa, lo stage può realizzarsi secondo due mo-
dalità: all’interno di un percorso formativo oppure al termine del percorso di studi
che si sta realizzando.
Per realizzare uno stage in un Paese europeo sono percorribili due strade:
1) rivolgersi ad Enti ed associazioni che organizzano stage, utilizzando i fi-
nanziamenti dell’Unione Europea, quale ad esempio il Programma Leo-
nardo da Vinci;
2) rivolgersi direttamente alle aziende che offrono tali opportunità anche agli
studenti stranieri.
Se si opta per la prima opportunità, vale a dire nell’ambito delle esperienze
realizzate attraverso i Programmi europei, lo stagista ha generalmente diritto ad un
rimborso delle spese; le organizzazioni, poi, assistono lo studente in qualsiasi diffi-
coltà possa incontrare durante il soggiorno all’estero.
Qualora si realizzi, invece, uno stage al di fuori dei programmi europei è ne-
cessario contattare direttamente l’azienda, avvalendosi dei numerosi canali infor-
mativi precedentemente illustrati, e definire con essa le condizioni per il suo svol-
gimento.
È bene tenere presente che non in tutti i Paesi esiste una regolamentazione nor-
mativa al riguardo: in questo caso è necessario sottoscrivere con l’azienda un ac-
cordo (Accord amiable in Francia e Terms employment in Irlanda) per definirne la
durata, gli obiettivi da perseguire, eventuali rimborsi spese.
6.2. Stage nelle Istituzioni europee e nelle organizzazioni internazionali
Lo stage rappresenta una delle principali porte d’ingresso per intraprendere
una carriera all’interno di una delle Istituzioni europee o di un’organizzazione
internazionale. I requisiti di ammissione sono molto selettivi, soprattutto in riferi-
mento alle conoscenze linguistiche, alla formazione e all’esperienza lavorativa
acquisita. Spesso viene richiesto il possesso di particolari capacità personali: flessi-
bilità, capacità di lavorare in gruppo, capacità relazionali, disponibilità a viaggiare.
La carriera internazionale offre molte opportunità in differenti settori: amministra-
zione, comunicazione, informatica, interpretariato, legale, politica internazionale e
statistica. Le principali opportunità di stage si possono trovare sui siti delle singole
Istituzioni e delle organizzazioni internazionali, sul sito dell’Ufficio Europeo per la
172
selezione del personale (http//europa.eu.int/epso/index_en.htm), oppure sul sito del
Ministero degli Esteri.
ISTITUZIONI EUROPEE
- Banca europea degli investimenti – www bei.org/jobs/
- comitato economico e sociale – www.ces.eu.int
- Comitato delle Regioni – www.cor.eu.int
- Corte dei Conti – www.eca.eu.int
ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI
- Banca Mondiale – www.wbln1028.worldbank.org/hrs/careers.nsf
- Centro Europeo per la ricerca nucleare di Ginevra (CERN) -
http://humanresources.web.cern.ch
- Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) -
www.ilo.org7public/english/bureau/pers/others/intern/htm
- Organizzazione Nazioni Unite (ONU) – www.onuitalia.it
- UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) –
www.unesco.org/delegates/italy/it_ben.htm
6.3. Lavorare nelle Istituzioni dell’Unione Europea
Le Istituzioni dell’Unione Europea e le organizzazioni internazionali offrono,
oggi, ai giovani opportunità lavorative veramente interessanti. Ad esse si accede
tramite concorso pubblico, i cui bandi vengono pubblicati sulla Gazzetta ufficiale
della Comunità Europea.
Possono partecipare ai concorsi, tutti i cittadini dei Paesi membri dell’Unione
Europea in possesso di diploma di scuola media superiore, che conoscano almeno
due lingue straniere.
I profili ricercati sono generalmente dirigenti o interpreti e traduttori. Si tratta
naturalmente, di figure professionali più qualificate, per le quali è richiesto il di-
ploma di laurea; si richiede anche personale con mansioni di segreteria ed assi-
stenza, per i quali invece, è sufficiente il diploma di scuola media superiore.
I concorsi prevedono generalmente tre tipologie di prove: test preliminari di
selezione, prove scritte, esami orali.
I nominativi dei vincitori del concorso vengono inseriti in un elenco;
l’assunzione avviene in maniera progressiva man mano che si rendono disponibili
nuovi posti. I lavoratori assunti nelle istituzioni europee, naturalmente dovranno
trasferirsi presso gli uffici che hanno sede a Bruxelles o a Lussemburgo.
Per informazioni sui posti disponibili consultare il sito: http://europa.eu.int/epso/index_en.htm
La presentazione delle candidature
Qualunque sia la posizione o il contesto lavorativo per il quale ci si propone, al
momento della propria candidatura ci sarà richiesto di presentare un curriculum
vitae, accompagnato da una lettera di presentazione.
173
Il curriculum vitae infatti, è considerato generalmente un’importante carta
d’ingresso per attirare l’attenzione dei selezionatori. Esso rappresenta, come spesso
si dice, il biglietto da visita di chi lo presenta. È logico, quindi, che debba creare
nel lettore un’impressione favorevole. È opportuno, dunque, che esso venga redatto
con molta cura, seguendo alcune semplici, ma fondamentali regole. Il curriculum
dovrà , dunque essere il più possibile corretto nella forma e completo dei contenuti,
conciso e tale, da sollecitare una convocazione ad un colloquio di selezione. Se
queste sono le regole fondamentali da seguire nella redazione di un qualunque cur-
riculum, qualche attenzione in più andrà riservata se ci si propone per un’occupa-
zione in un Paese straniero. In questi casi ci dovrà tener conto che il CV non potrà
essere la mera traduzione della versione italiana, ma andranno verificate le moda-
lità di compilazione in uso dai Paesi ai quali ci si rivolge.
In Francia ad esempio, dopo aver riportato le informazioni anagrafiche (nome,
cognome, indirizzo, recapiti), è consuetudine indicare, in ordine cronologico, i mo-
menti più significativi della propria formazione. Seguiranno, poi, le esperienze pro-
fessionali; queste generalmente verranno illustrate in senso inverso, cioè dalla più
recente a quella più vecchia, senza dimenticare una breve descrizione delle man-
sioni svolte e del ruolo ricoperto. Un’ultima sezione verrà poi dedicata alla cono-
scenza delle lingue e delle competenze informatiche. Facoltativa è l’indicazione dei
propri hobby e dei modi di impiegare il proprio tempo libero. Tali informazioni
possono essere importanti alfine di completare il quadro della propria personalità e
del proprio profilo. Grande importanza, invece, riveste in Francia la lettera di pre-
sentazione o lettera “de motivation”, nella quale il candidato è chiamato ad illu-
strare le motivazioni della propria candidatura e le ragioni per le quali si manifesta
interesse per quella particolare società.
In Germania invece, il curriculum non è altro che uno dei tanti incartamenti
che compongono il dossier di candidatura. A questo infatti, si allegano attestati,
certificati, lettere di referenze ecc., con i quali il candidato attesta la veridicità delle
informazioni riportate nel curriculum.
In Inghilterra ed in Spagna è poco diffusa la pratica dell’autocandidatura,
mentre è consuetudine più diffusa rispondere ad inserzioni che pubblicizzano posti
di lavoro. Per tali candidature, mentre in Inghilterra, è generalmente previsto un
“format”, già standardizzato, da compilare, in Spagna si usa presentare un tradizio-
nale curriculum vitae, accompagnato da lettera di presentazione. Per la loro reda-
zione non sono previste regole rigide, ma si raccomanda comunque chiarezza e
brevità.
174
7. IL CURRICULUM EUROPEO
Considerate le differenze e le difformità che esistono tra i vari Paesi dell’U-
nione nella compilazione di un curriculum vitae e nelle modalità di presentazione
delle candidature, la Comunità Europea ha recentemente proposto l’introduzione di
un modello unico, adottabile in tutti i Paesi dell’UE. Come si già avuto modo di
dire, si tratta di un “application form”, pensato con lo scopo di facilitare la mobilità
dei lavoratori in Europa attraverso l’introduzione di uno schema comune di presen-
tazione delle competenze individuali. Infine, l’Unione Europea consiglia di alle-
gare il cosiddetto “certificate supplement”, cioè la certificazione che contiene una
dettagliata descrizione degli attestati ottenuti dal titolare e delle capacità e compe-
tenze acquisite. Il modello non è chiaramente imposto ma soltanto raccomandato.
Il format è disponibile sul sito: www.cedefop.eu.int/transparency/cv:asp.
175
Capitolo nono
Studio e lavoro nel terzo settore.
Le opportunità e gli indirizzi
Il “Terzo settore”, chiamato impropriamente nel linguaggio comune anche
“Volontariato” o “No profit”, comprende l’associazionismo, il volontariato, la co-
operazione sociale, le Organizzazioni non governative e le fondazioni che svolgono
attività nel campo sociale e della solidarietà.
Attività prevalenti del No Profit sono, infatti, l’assistenza sociale, la solidarietà
internazionale, l’istruzione, la cultura, la tutela dei beni culturali, l’attenzione al-
l’ambiente, lo sport e relazioni sindacali.
Negli ultimi anni, il Terzo settore ha conosciuto una forte espansione, assu-
mendo un ruolo di primo piano nell’attuale economia di mercato, non soltanto per
numero di organizzazioni operanti nel settore, ampiezza dei campi d’intervento,
operatori coinvolti e ammontare di entrate finanziarie, ma soprattutto perché è
l’unico settore che non ha mai smesso di assumere.
Le sue dimensioni, oggi, sono tali da produrre importanti risvolti anche sul
piano occupazionale: creazione di nuove imprese, ma anche di nuove professiona-
lità, formazione al lavoro sociale per molti giovani e al lavoro tout court per fasce
marginali.
Secondo i dati ISTAT, infatti, nel 2004 le organizzazioni operanti nel no profit
ammontavano a 235mila per un totale di 488.000 mila dipendenti e un fatturato
complessivo di euro 73.000 MLD. L’importanza di questi numeri sta imponendo
alle istituzioni pubbliche e alla società nel suo insieme, una profonda riorganizza-
zione e razionalizzazione dei servizi di welfare.
In questa prospettiva, viene attribuito un posto di primo piano a figure profes-
sionali con competenze altamente specialistiche che oggi possono trovare largo im-
piego sia presso le pubbliche amministrazioni, sia presso le organizzazioni private
del “no profit”. L’espressione no profit, forma contratta della frase idiomatica in-
glese “not for profit”, vale a dire“senza scopo di lucro”, indica appunto l’esistenza
di organizzazioni che operano senza distribuire profitti: per questo tipo di società,
infatti, l’obbligo di legge è quello di non distribuire gli utili d’impresa ai soci, ma
di rinvestirli nelle attività istituzionali1.
1 Va precisato che all’interno del volontariato ci sono lavoratori regolarmente retribuiti, dipenden-
ti, con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, distaccati o diretti da altre imprese e/o
istituzioni. A queste figure vanno aggiunti i volontari non organizzati, i religiosi, gli obiettori di co-
scienza.
176
L’esistenza di un’organizzazione operante nel Terzo Settore si basa, dunque,
sul principio secondo cui un’impresa che svolge attività in favore della collettività,
non perseguendo fini di lucro, è sostenuta dalla Comunità, attraverso donazioni, e
dallo Stato con sgravi fiscali, contributi, facilitazioni (riduzione I.V.A., periodi di
imposta, tasso di reddito ridotto sui proventi commerciali).
1. LA FORMA GIURIDICA DELLE ORGANIZZAZIONI
Le organizzazioni no-profit sono costituite da Associazioni non riconosciute,
Associazioni riconosciute, Cooperative sociali, Comitati, Fondazioni, Enti ecclesia-
stici, Università, Istituti scolastici, Istituti ospedalieri, Società di mutuo soccorso. I
soci e i prestatori d’opera sono retribuiti, l’utenza paga il servizio direttamente o in-
direttamente tramite convenzioni con enti pubblici.
Associazioni
L’associazione è un ente privato senza finalità di lucro che utilizza le proprie
risorse finanziarie per scopi educativi, culturali, sociali, religiosi o altri scopi di
pubblica utilità e può essere costituita da due o più persone tramite atto pubblico o
scrittura privata. Consociandosi mediante un contratto di comunione di scopo, le
parti mirano a realizzare un interesse comune a tutti i soggetti che partecipano al-
l’associazione.
Le associazioni si suddividono in:
� associazioni non riconosciute: prendono vita dall’accordo degli associati
tramite un contratto di associazione, contratto per il quale la legge non pre-
scrive alcuna formalità. Gli elementi su cui si devono accordare le parti
sono semplicemente:
- lo scopo;
- le condizioni per l’ammissione degli associati;
- le regole sull’ordinamento interno e l’amministrazione;
� associazioni riconosciute: sono quelle che hanno chiesto ed ottenuto il ricono-
scimento dello Stato o delle Regioni, in questo modo acquistano l’autonomia
patrimoniale, la limitazione di responsabilità degli amministratori, la possibili-
tà di accettare eredità, legati e donazioni e di acquistare immobili.
Fondazioni
Sono enti senza finalità di lucro con una propria sorgente di reddito che deriva
normalmente (ma non esclusivamente) da un patrimonio. Hanno un proprio organo
di governo ed usano le proprie risorse finanziarie per scopi educativi, culturali, reli-
giosi, sociali o altri scopi di pubblica utilità, sia sostenendo persone ed associazioni
(fondazione di erogazione), sia organizzando e gestendo direttamente i suoi pro-
177
grammi (fondazione operativa). Le fondazioni nascono per iniziativa di una o più
persone tramite un atto pubblico o una disposizione testamentaria; la costituzione
dell’ente deve essere sancita da un notaio tramite l’atto di fondazione, mentre per
poter operare necessita di un riconoscimento giuridico che sottopone tutti gli atti
della fondazione al controllo di legittimità di un’apposita autorità vigilante (art. 12
e seguenti del Codice Civile). Le principali norme organizzative per il corretto fun-
zionamento dell’ente sono raccolte nello statuto, che costituisce parte integrante
dell’atto di fondazione. Una fondazione è uno strumento giuridico estremamente
flessibile che può essere utilizzato per perseguire uno scopo socialmente utile. Di-
verse possono essere le motivazioni che inducono a costituire una fondazione: per-
seguire scopi filantropici, intervenire nel sociale, perpetuare il proprio nome o
quello di un familiare scomparso ecc.
Sul sito (www.fondazioni.it), il sito del Centro di Documentazione sulle Fon-
dazioni, costituito nel 1996 dalla Fondazione Giovanni Agnelli è possibile trovare
tutte le informazioni necessarie su come progettare e costituire una fondazione. È
possibile inoltre consultare on line la banca dati che contiene circa 1500 fondazioni
italiane suddivise per Regione e settore di attività.
Cooperative sociali
La cooperativa è una associazione di persone che si riuniscono per il raggiun-
gimento ed il soddisfacimento di un bisogno comune, sotto la caratterizzazione
della mutualità e dell’assenza di finalità speculative. Obiettivo della società non e’
quello di realizzare utili e di distribuirli tra i soci che la compongono, ma di cedere
agli stessi soci beni e servizi a prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato. Le co-
operative sociali hanno normalmente convenzioni con le pubbliche amministra-
zioni, al fine di svolgere compiti socio-sanitari-educativi come ad esempio
l’assistenza domiciliare agli anziani o minori (cooperative sociali di tipo A) o com-
piti di reinserimento lavorativo per le fasce deboli o svantaggiate come ad esempio
immigrati, tossicodipendenti, disabili, ecc. (cooperative sociali di tipo B).
Tipi di cooperative
La volontà di costituire una cooperativa è data dall’individuazione di un bi-
sogno comune e dalla determinazione di soddisfarlo mediante l’autogestione e
l’utilizzo ottimale delle risorse economiche e personali dei soci. La diversità degli
ambiti nei quali si esprime lo scopo mutualistico consente di distinguere le coope-
rative in settori o aree di attività:
� Cooperative di consumo
Il numero minimo per poter fondare una cooperativa di consumo è di nove
soci, occorrono però almeno cinquanta soci per potersi iscrivere al registro
prefettizio.
178
� Cooperative di produzione e lavoro
Le cooperative di produzione e lavoro impiegano l’attività lavorativa dei
propri soci per la realizzazione di beni da cedere ai terzi sul mercato.
L’obiettivo principale consiste nel procurare lavoro ai propri soci attraverso
la produzione di beni e servizi. Tali cooperative per essere ammesse ai pub-
blici appalti devono avere almeno quindici soci.
La recente Riforma Biagi ha introdotto alcune novità per questo tipo di co-
operativa.
� Cooperative di produzione agricola
Cooperative fondate da agricoltori o lavoratori agricoli che curano la ge-
stione del proprio terreno producendo prodotti agricoli.
� Cooperative edilizie
Il loro obiettivo è la costruzione di alloggi per uso proprio dei soci: la co-
operativa cerca un’area nell’interesse dei soci, commissiona il progetto, ap-
palta il lavoro all’impresa di costruzione che ritiene più affidabile. Il ri-
sparmio per i soci è di circa il 20-30% rispetto al prezzo di mercato.
� Cooperative di trasporto
Offrono servizi di trasporto di cose o persone, carico e scarico merci. Un
elemento che caratterizza tali cooperative consiste nella proprietà, da parte
dei soci, dei mezzi di trasporto.
� Cooperative della pesca
Tali cooperative, formate da pescatori, hanno come scopo sociale quello di
garantire l’occupazione ai soci, attraverso l’esercizio della pesca, con im-
barcazioni proprie o dei singoli soci, sia in acque interne che marine, o at-
traverso lo svolgimento di attività inerenti o accessorie alla pesca.
� Cooperative miste
Cooperative che non rientrano in un preciso settore di attività, come nel
caso di cooperative che svolgono più attività.
� Cooperative sociali
La legge 381/1991 ha istituito le categorie delle cooperative sociali indivi-
duando nella società cooperativa lo strumento idoneo per il perseguimento
di attività sociali e della promozione umana, da realizzare attraverso la ge-
stione dei servizi socio-sanitari, educativi e di attività produttiva, nella
quale permettere l’integrazione lavorativa di persone socialmente svantag-
giate.
Le cooperative sociali si dividono in due categorie:
- Cooperative sociali di tipo A: offrono servizi socio - sanitari ed educativi.
- Cooperative sociali di tipo B: offrono, attraverso le proprie attività,
l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.
179
2. LE FIGURE PROFESSIONALI DEL TERZO SETTORE
Le professioni che operano nel sociale stanno vivendo attualmente un periodo
di forte espansione. Tale sviluppo è strettamente connesso ai mutamenti e ai bi-
sogni che esprime la collettività: il settore risente, infatti, dell’esplosione delle si-
tuazioni di disagio e di emergenza sociale, del crescente peso di categorie meno
protette (es. anziani ed extracomunitari) ed al nascere di nuovi bisogni. La mag-
giore richiesta di servizi si è, dunque, riflessa anche sulla maggiore diversificazione
di figure professionali altamente specialistiche.
Per scegliere di entrare a far parte di questo settore è necessario, tuttavia, pos-
sedere particolari requisiti, quali ad esempio una forte motivazione e grande sensi-
bilità nei confronti delle problematiche dei gruppi svantaggiati e delle fasce deboli,
forti valori umanitari, desiderio di mettere la propria esperienza al servizio delle
persone bisognose.
È fondamentale anche possedere capacità di comunicazione, capacità anali-
tiche per poter identificare con prontezza il bisogno specifico, disponibilità all’ag-
giornamento professionale, attitudine ad analizzare e risolvere problemi di varia
natura, mostrando capacità di tipo organizzativo e creatività nella ricerca di solu-
zioni. Importante anche la disponibilità in termini di tempo e di spostamenti.
A queste caratteristiche soggettive si devono accompagnare poi, competenze
tecniche e capacità oggettive, a seconda dell’ambito in cui si vuole operare.
Nel mondo del sociale si distinguono figure professionali più consolidate, pre-
senti stabilmente all’interno delle istituzioni, pubbliche e private, con titoli di
studio riconosciuti:
- psicologo;
- sociologo;
- assistente sociale;
- educatore professionale;
- operatore socio-sanitario.
Accanto ad esse si collocano alcune figure emergenti che realizzano una serie
di azioni più ampie verso il contesto sociale, produttivo e formativo: manager del
no profit; manager dei servizi sociali; mediatore culturale; esperto di formazione
psico-sociale.
Essendo figure professionali nuove e ancora poco definite, non esistono appo-
siti percorsi di studio. Presentano, tuttavia, elementi di grande interesse poiché im-
plicano il possesso di competenze di programmazione, organizzazione e relazione
di profilo molto elevato.
1) Manager del no profit
Il “Manager del No Profit” definisce la struttura, la gestione, i settori
d’intervento; valuta i progetti, gestisce le pubbliche relazioni, affianca sul campo e
180
poi segue il volontario. Egli inoltre valuta i progetti a cui partecipare o ne propone
di nuovi, si occupa dell’organizzazione degli eventi, intrattiene i rapporti con le
banche, valuta gli effetti delle campagne pubblicitarie.
Per realizzare tali compiti, il manager no profit deve possedere almeno le se-
guenti competenze: gestione d’impresa e dei bilanci, gestione del personale, marke-
ting e pubblicità.
Per la formazione di tale figura, le Università hanno previsto alcuni corsi di
laurea: tra questi quelli più idonei sono le lauree in Scienze del servizio sociale,
scienze politiche e delle relazioni internazionali, scienze sociali per la coopera-
zione, lo sviluppo e la pace, scienze economiche.
2) Manager dei servizi sociali
È colui che gestisce o coordina i servizi erogati presso un centro di assistenza
per categorie svantaggiate e, come tale, è responsabile dell’utilizzo di tutte le ri-
sorse presenti nell’organizzazione e della qualità e dell’efficacia dei servizi resi.
Egli svolge una serie di attività legate alla gestione e al controllo dei servizi:
definisce le strategie per la costruzione di un programma socio-assistenziale, il po-
tenziamento dei servizi e la gestione delle risorse umane impegnate.
Non si tratta di una posizione di ingresso in una struttura che opera nel sociale,
ma viene svolta generalmente da operatori/professionisti che hanno già svolto tale
funzione in altra struttura analoga o sono cresciuti all’interno dell’organizzazione.
Il manager di servizi sociali è un laureato con indirizzo gestionale ed organizzativo.
I corsi di studi più idonei sono dunque economia e commercio, economia gestio-
nale o corsi umanistici (sociologia, scienza della comunicazione, servizio sociale),
con una successiva specializzazione in management.
3) Mediatore culturale
Si tratta di un profilo professionale estremamente nuovo, che si adopera per
realizzare attività di integrazione per gli stranieri che arrivano nel nostro Paese. Il
mediatore culturale rappresenta un importante punto di riferimento per gli operatori
dei servizi di assistenza. Egli infatti, si occupa di guidare lo straniero che muove i
primi passi in un Paese straniero: lo aiuta nella ricerca di un’abitazione, di un occu-
pazione, di avviare ad esempio le pratiche per ottenere il permesso di soggiorno. La
presenza poi, sempre frequente di bambini, lo porta a gestire una serie di problema-
tiche legate all’infanzia, volte soprattutto a favorirne l’inserimento nelle scuole ita-
liane.
Non esiste una standardizzazione del percorso formativo per questa figura, pur
essendo stati promossi numerosi corsi; si ricordano a questo proposito quello isti-
tuito presso l’Università di Padova: Corso di perfezionamento in “Diritti umani,
politiche sociali e sicurezza nell’era della globalizzazione”. Presso l’Università di
Venezia: Master sull’immigrazione “Mediazione intermediterranea” e presso
181
l’Università di Trieste, facoltà di Lettere e Filosofia “Corso di laurea in scienze e
tecniche dell’interculturalità”. In generale il requisito preferenziale per l’accesso a
questi corsi è l’origine straniera insieme ad un congruo periodo di permanenza in
Italia e al possesso di un diploma di scuola superiore. Gli italiani che invece inten-
dessero intraprendere questa professione, potrebbero acquisire una buona base for-
mativa attraverso una laurea in scienze sociali, scienze dell’educazione o psico-
logia, con una specializzazione in educazione professionale.
4) Esperto di formazione psico-sociale
È un professionista specializzato nella formazione, addestramento e riqualifi-
cazione di figure professionali operanti all’interno di strutture che erogano servizi
di assistenza sociale (operatori, responsabili, volontari, obiettori di coscienza).
In concreto, la figura segue e coordina il percorso che va dall’ideazione di un
programma o di un corso di formazione fino alla valutazione dello stesso. La prima
fase di lavoro è la rilevazione dei bisogni formativi della struttura, cui segue la pro-
grammazione e l’erogazione da realizzarsi presso Università, scuole di specializza-
zione, centri di formazione. Infine effettua la valutazione del percorso realizzato.
Il canale di ingresso più diretto nel mondo del lavoro è rappresentato dall’auto-
candidatura presso centri di formazione o di servizi di assistenza sociale. Efficace
anche la scelta di un’esperienza di volontariato.
Il corso di studi più idoneo è certamente quello in Scienze dell’Educazione,
con indirizzo Esperto dei processi di formazione. Anche altri corsi di laurea, quali
psicologia, scienze politiche o servizio sociale possono dare una formazione di
base idonea, ma vanno accompagnati da corsi di formazione post-laurea o di spe-
cializzazione centrati sulle tematiche educative.
3. LA FORMAZIONE PER IL TERZO SETTORE
Il Terzo settore rappresenta, oggi, una possibilità concreta di inserimento nel
mondo del lavoro. Questo perché, da piccola realtà fatta di volontari, il mondo del
non profit è diventato una realtà composita, fatta di organizzazioni che operano su
scala internazionale e che hanno bisogno di figure specialistiche. Agli operatori so-
ciali si sono aggiunte nuove figure professionali altamente specializzate, perché il
terzo settore richiede veri e propri manager, specializzati in diverse discipline, dal-
l’economia alla comunicazione, dalla gestione aziendale al fund raising (vale a dire
la raccolta di finanziamenti per le organizzazioni non profit) alla comunicazione, la
progettazione, il marketing.
Per lavorare nel Terzo settore, dunque, è diventata indispensabile una forma-
zione specialistica: alla laurea, infatti, sarebbe opportuno affiancare un master di
specializzazione, oltre che la possibilità di svolgere qualche stage nelle organizza-
zioni non profit.
182
Nel corso degli ultimi anni, solamente il mondo universitario sembra essersi ac-
corto delle enormi potenzialità del terzo settore, organizzando corsi e master di spe-
cializzazione e istituendo corsi di laurea triennali e specialistiche che trasformano il
volontario in un vero e proprio professionista. Si segnala tuttavia che accanto alla
formazione impartita dalle Università, esistono anche alcuni specifici percorsi di
formazione, organizzati nell’ambito di alcune organizzazioni non governative.
3.1. La formazione universitaria
Da Trento a Roma, passando per Milano e Bologna si contano oltre 30 corsi di
laurea e master di specializzazione post-laurea per chi vuole studiare e lavorare nel
Terzo settore: in economia sociale e delle cooperative sociali, cooperazione interna-
zionale, lauree nel settore ambientale, nell’ambito interculturale o nelle pari oppor-
tunità.
A Milano, ad esempio, nel 1995 è stata fondata l’Università del Volontario che
dà risposte alle pressanti richieste delle associazioni; vi operano congiuntamente il
Fatebenefratelli e Camilliani insieme alla Caritas, alla Consulta per la Sanità della
Diocesi di Milano, alla Alumni Club/SDA Bocconi.
Qui di seguito si riportano alcuni dei percorsi di studio attivati dalle Università
italiane.
Per ulteriori informazioni su tutti i corsi universitari dedicati al non profit è
possibile contattare:
ASVI – Agenzia per lo sviluppo del no profit
Sede Nazionale:
Via E. Vaselli 21, 00128 Roma
Tel. 06.50.79.5633 - 06.50.88.443 - Fax 06.50.79.58.38
e-mail: info@asvi.it - sito: www.asvi.it
DIPLOMI UNIVERSITARI
Università di Bologna - Facoltà di Economia - sede di Forlì
The Fund Raising School
La scuola nata nel 1999 nella sede di Forlì in collaborazione con l’A.I.C.C.O.N. si prefigge
come obbiettivo (attraverso corsi intensivi e residenziali) quello di formare personale specializza-
to nel fund raising.
Mira quindi a fornire le competenze adatte per poter reperire fondi indispensabili al rag-
giungimento della Mission di un’organizzazione non profit.
e-mail: noprofit@sun1.spfo.unibo.it
sito: http://www.spfo.unibo.it/nonprofit/presentazione.htm
Università di Bologna - Facoltà di Economia - sede di Forlì
Diploma in Economie delle Imprese cooperative e organizzazioni non profit
Il diploma universitario organizzato dall’Università degli Studi di Bologna è stato il primo
in Italia. Nato dalla continua richiesta di migliorare e affinare gli strumenti organizzativi ed eco-
nomici propri del Terzo settore, che per la sua eterogeneità richiede una particolare formazione.
La durata del corso è triennale e si rivolge a neodiplomati delle scuole medie superiori, a chi
183
opera all’interno di una impresa cooperativa o di una organizzazione non profit e a chi desidera
conoscere meglio questo settore.
Dal 1999 chi opera già nel mondo non profit ha la possibilità di seguire i corsi del III anno,
questo iniziativa è riuscita ad ottenere buoni risultati su più fronti: offrendo al personale del
Terzo Settore una maggiore e più mirata professionalità; dando agli studenti la possibilità di in-
teragire con eventuali futuri datori di lavoro.
e-mail: careernp@sun1.spfo.unibo.it - sito: http://www.spfo.unibo.it/nonprofit/index.htm
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Diploma Universitario in Economia e Amministrazione delle Imprese - Indirizzo: gestione
delle imprese cooperative e delle organizzazioni non profit
sito: http://www.unicatt.it/guide/DU_NoProfit/DU_NoProfit.htm
Università Ca’ Foscari di Venezia - Facoltà di Lettere e Filosofia
Diploma Universitario in Servizi Sociali
sito: http://www.unive.it/!wda/didattica/Diplomi/LE/SS
Istituto Universitario Navale di Napoli - Facoltà di Economia
Corso di diploma universitario delle Imprese Cooperative e delle Organizzazioni non Profit
sito web: http://www.economia.uninav.it/sez03N-CDU-EICONP.htm
CORSI UNIVERSITARI PER IL TERZO SETTORE
Università degli Studi di Torino - Facoltà di Economia
Corso di Economia delle Istituzioni non profit
sito: http://www.econ.unito.it/corsi/economiche/economiadelleistituzioni.html
Università di Castellanza (VA)
Corso di efficacia, efficienza e trasparenza della raccolta di fondi e dello sviluppo delle orga-
nizzazioni non profit
sito: http://www.liuc.it/didattica/default.htm
MASTER POST-LAUREA PER IL TERZO SETTORE
Università di Pavia - Istituto Universitario di Studi Superiori
Master Universitario Internazionale in Cooperazione allo Sviluppo
sito: http://www.unipv.it/iuss/esascs
Università degli Studi di Trento e ISSAN (Istituto Studi e Sviluppo Aziende Non Profit)
Corso di perfezionamento post laurea per la gestione di organizzazioni non profit e coopera-
tive sociali
sito: http://www-issan.gelso.unitn.it/
Università degli studi di Torino - Facoltà di Scienze Politiche. Scuola di Amministrazione
Aziendale
Corso di perfezionamento post-laurea in Management delle organizzazioni non profit
sito: http://www.saa.unito.it/mnp/index.html
Università degli studi di Bologna - facoltà di Economia - Sede di Bologna
Corso di perfezionamento post-laurea (master) in Economia della Cooperazione.
sito: http://www.economia.unibo.it
184
3.2. La formazione delle organizzazioni non governative
La realtà italiana delle ONG sorge nei primi anni sessanta come movimento
spontaneo associativo, raggiungendo il riconoscimento legislativo sul finire dello
stesso decennio.
Attualmente le ONG italiane sono raggruppate e coordinate per circa due terzi
in tre federazioni: FOCSIV, CIPSI e COCIS; le altre ONG non aderiscono a nes-
suna federazione oppure fanno capo ad associazioni di associazioni. Operano in
prevalenza sul fronte internazionale nelle situazioni di emergenza o di grande crisi
e si avvalgono sia di personale volontario che retribuito.
Per le aziende non profit, la ricerca di personale con la necessaria professiona-
lità può rappresentare un problema: servono, infatti, specialisti in grado di seguire
le questioni giuridiche e fiscali, le raccolte di fondi e la gestione delle risorse
umane. Proprio per coprire queste posizioni, gli enti che si occupano di formazione
organizzano corsi ad hoc rivolti a diplomati, laureati, dirigenti di non profit, opera-
tori, volontari.
Tali corsi sono rivolti ai giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Non sono
richieste competenze particolari, se non la conoscenza di almeno una lingua stra-
niera. I volontari che decidono di collaborare con una ONG internazionale, difatti,
devono possedere una buona conoscenza della lingua del Paese in cui intendono
andare ad operare, oltre della cultura e degli usi locali. Per avere maggiori informa-
zioni, si consiglia di visitare direttamente i siti web delle singole organizzazioni
non governative.
SITI DELLE ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE
Federazioni
CIPSI - Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale
http://www.cipsi.it
COCIS - Coordinamento ONG per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo
http://www.cocis.it
FOCSIV - Volontari nel Mondo - Fed. Org. Cristiani di Volontariato Internazionale
http://www.focsiv.it
ONG italiane
ABCS - Ass. Bertoni Cooperazione Sviluppo Terzo Mondo: http://www.abcsverona.it
ACCRI - Associazione di Coop.ne Cristiana Internazionale: http://www.accri.it
ADP - Amici Dei Popoli: http://www.amicideipopoli.org
AFMAL - Associazione con i Fatebene Fratelli per i Malati Lontani: http://www.afmal.org/
AIBI - Associazione Amici Dei Bambini: http://www.aibi.it
AIFO - Associazione Italiana Amici di R. Follereau: http://www.aifo.it
ANPAS - Ass. Nazionale Pubbliche Assistenze: http://www.anpas.org/
AO - Associazione Orlando: http://orlando.women.it
APS - Associazione per la Partecipazione allo Sviluppo: a.r.c.s.@agora.stm.it
185
ASAL - Associazione Studi America Latina: http://www.asalong.org/
CELIM - Centro Laici per le Missioni di Milano: http://www.celim.org
CEFA - Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura: http://www.cefa.bo.it
CESTAS - Centro di Educazione Sanitaria e Tecnologie Appropriate Sanitarie:
http://www.cestas.org/.
CESVI - Cooperazione e Sviluppo: http://www.cesvi.org
CIES - Centro Informazione Educazione allo Sviluppo: http://www.cies.it
CISV - Comunità Impegno Servizio Volontariato: http://cisvto.org/index.php
CMSR - Centro Mondialità Sviluppo Reciproco: http://www.cmsr.org/
CNMS - Centro Nuovo Modello Di Sviluppo: http://www.cnms.it/
COSPE - Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti: http://www.cospe.it
MATE - Mani Tese: http://www.manitese.it/
MLAL - Movimento Laici America Latina: http://www.mlal.org/
PROSVIL - CGIL - Progetto Sviluppo CGIL: http://www.cgil.it/prosvil/
RTM - Reggio Terzo Mondo: http://www.reggioterzomondo.org/
UNA: http://www.una.org/
VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo: http://www.volint.it
BANCHE DATI DI ONG
GLOBENET - https://www.globenet.org/
Raccoglie diversi raggruppamenti delle Organizzazioni e Associazioni Francofone
Istituto PANOS - http://www.panosparis.org/
Contiene una ricca documentazione sulla cooperazione allo sviluppo in Africa
EUROSUR - http://www.eurosur.org/
Lista di organizzazioni spagnole
4. IL RECLUTAMENTO DEL PERSONALE
Ai giovani che nutrono interesse nei confronti delle professioni del no-profit,
i professionisti del settore, consigliano di effettuare preliminarmente un’esperienza
di volontariato, magari partecipando ad una vacanza–lavoro che consenta di im-
mergersi nella realtà lavorativa a tempo pieno e di valutare se si è in possesso delle
qualità necessarie. Il volontariato rappresenta, infatti, soprattutto per i giovani,
un’esperienza formativa preziosa: di arricchimento personale perché come espe-
rienza di cittadinanza attiva, concorre a far crescere la solidarietà e la responsabilità
attraverso la partecipazione, di crescita formativa in senso stretto perché consente
di arricchire il curriculum vitae, fornendo una chance in più per entrare nel mondo
del lavoro.
Alcuni Enti ed ONG, infatti, organizzano campi di lavoro e esperienze di
gruppo anche nei Paesi in via di Sviluppo. La maggior parte di questi campi di la-
voro prevede la realizzazione di microprogetti, con una notevole componente di la-
voro manuale. Le modalità di adesione ai campi lavoro variano a seconda dei Paesi
e dei progetti scelti, ma normalmente i campi sono aperti ai ragazzi dai 18 anni in
su e, spesso, non prevedono limiti d’età.
186
5. REALIZZARE UN’ESPERIENZA DI VOLONTARIATO
Per entrare a far parte del mondo del no profit, la via spesso più utilizzata è
quella di realizzare un’esperienza di volontariato. Si può cominciare in vari modi:
- attraverso un’esperienza costante nel tempo e nella propria città (come i vo-
lontari delle tante associazioni, che operano in vari settori di utilità sociale);
- attraverso un’esperienza in posti lontani (come i volontari della coopera-
zione internazionale);
- attraverso un’esperienza breve ed intensa nei campi di lavoro in Italia e al-
l’estero.
Le organizzazioni di volontariato sono disciplinate dalla legge-quadro n.
266/1991. Tratti essenziali della disciplina sono i seguenti:
- Le organizzazioni possono assumere la forma giuridica che più ritengono
adeguata al perseguimento dei loro scopi sociali, ma devono espressamente
prevedere nell’atto costitutivo, accordo o statuto, la assenza di fini di lucro,
la democraticità della struttura, l’elettività e la gratuità delle cariche associa-
tive, nonché la gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti, i criteri di am-
missione e di esclusioni di questi ultimi e i loro diritti. In base alla legge,
quindi, l’attività prestata è “personale spontanea e gratuita”.
- Al volontario possono essere solo rimborsate le spese effettivamente soste-
nute per l’attività prestata. Tuttavia l’art. 3 prevede la possibilità da parte
delle organizzazioni di volontariato di assumere lavoratori dipendenti o av-
valersi di prestazioni di lavoro autonomo “esclusivamente nei limiti neces-
sari al loro funzionamento”.
- È prevista una disciplina assicurativa e previdenziale a tutela della figura del
volontario che presta la sua attività gratuitamente per fini di solidarietà: è in-
dispensabile l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie, connessi allo
svolgimento dell’attività stessa, nonché per la responsabilità civile verso i
terzi.
Per tutte le informazioni sulle Associazioni dove svolgere attività di volontariato, è possibile
consultare i portali delle associazioni:
- ADMO, Ass. donatori di midollo osseo.
- AIAS, Ass. Italiana Assistenza Spastici.
- AICS, Ass. Italiana Cultura e Sport, ambiente, politiche sociali, turismo protezione ci-
vile.
- AIMA, Ass. Italiana Malattia di Alzheimer.
- AIP, Ass. Italiana Parkinsoniani, nata nel 1990 si occupa della malattia di Parkinson, e
delle condizioni di vita dei malati, di raccogliere fondi per la ricerca scientifica.
187
- AISM, Ass. italiana sclerosi multipla.
- AMNESTY INTERNATIONAL
- ANLAIDS, Ass. Nazionale contro l’Aids, nata nell’85 opera per il potenziamento della
ricerca scientifica, offre assistenza ai malati. www.anlaids.it.
- ARCI, Ass. Ricreativa Culturale Italiana, www.arci.it.
- AUSER, Ass. per l’autogestione dei servizi e solidarietà. Via Nizza, 154 Roma
www.auser.it.
- BANCO ALIMENTARE
- CENTRO NAZIONALE PER IL VOLONTARIATO: banca dati per individuare asso-
ciazioni di volontariato in Italia.
- CENTRO TURISTICO STUDENTESCO e GIOVANILE
- CGM, consorzio nazionale della cooperazione di solidarietà sociale G. Matterelli. Via
Rose di Sotto, 54. www.retecgm.org.
- CIPSI Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale; Via Rem-
brandt, 9 – 20147 Milano telefax 02 4079213; V.le F. Balzelli, 41 – 00146 Roma telefax
06 5414894 www.tin.it/cipsi.
- CITTADINANZA ATTIVA
- CIVITAS, il Salone della Solidarietà dell’Economia Sociale e Civile.
www.civitasonline.it www.clubsocialis.org ne abbiamo già viste le potenzialità.
- CREEDS, COMUNICATORI, REDATTORI ED ESPERTI DEL SOCIALE. C.so Ve-
nezia, 16 Milano.
- FEDERAZIONE ALZHEIMER ITALIA, obiettivo migliorare la vita dei malati e di
chi li assiste da vicino. www.alzheimer.it.
- FICT, Federazione Italiana Comunità Terapeutiche.
- FIVOL, Fondazione Italiana per il volontariato: Via Nazionale, 39 Roma.
- FONDAZIONE BANCO ALIMENTARE
- FORUM PERMANENTE DEL TERZO SETTORE. Via di Pietra, 84 Roma.
- GREENPEACE
- IDEALIST: è un database delle possibilità di lavoro, consulenze e tirocinio in organizza-
zioni no profit internazionali.
- INFORMAGIOVANI
- INMISSIONE
- LA BANCA ETICA ha per obiettivo costruire un punto di riferimento per quei rispar-
miatori che vogliono essere più consapevoli e responsabili di come viene gestito il pro-
prio denaro. www.bancaetica.com.
- LAV, Lega antivivisezione, opera per la sensibilizzazione nelle scuole, si occupa di varie
tematiche come, il randagismo, l’uso di animali nella ricerca scientifica.
- LEDHA, Lega per i Diritti degli Handicappati. Le attività svolte comprendono un grande
impegno nel servizio giuridico a tutela dei diritti ma anche nel settore legislativo ed in
quello della cultura.
- LEGA DEL FILO D’ORO
- LEGAMBIENTE, opera dal 1980. Opera in tanti settori ormai quali la tutela delle
acque, la tutela del patrimonio artistico, guardia dei siti protetti, la difesa dell’aria che re-
spiriamo. www.legambiente.com
- LILA, Lega Italiana per la Lotta all’Aids, dal 1987 è operativa con gli stessi scopi di
fondo della precedente. www.lila.it
- MANI TESE
188
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI: elenco delle ONG www.esteri.it.
- NESSUNO TOCCHI CAINO
- NIGRIZIA
- PROTEZIONE CIVILE
- SDA BOCCONI, Via F. Bocconi, 8 Milano. www.sdabocconi.it.
- SERVIZIO CIVILE INTERNAZIONALE
- SOCIALWEBS, il portale del sociale in Italia nasce nel 2000; vi può partecipare qua-
lunque organizzazione non profit interessate a partecipare alla sua realizzazione. È anche
un canale di comunicazione per reperire informazioni immediate, aggiornate e complete
sui loro servizi.
- SODALITAS, Ass. per lo Sviluppo dell’Imprenditoria nel Sociale. Si propone di risol-
vere le problematiche relative alle esigenze ed ai bisogni della comunità sociale.
www.sodalitas.it
- TELEFONO AZZURRO
- THE FUND RAISING SCHOOL, P.le della Vittoria, 15 Forlì. www.fundraising.it
- TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO
- UISP, Unione Italiana Sport per tutti.
- UNA, Via De Le Mede, 50 – 20151 Milano tel. 02.30.85.057 fax 02.33.40.35.70.
- UNIMONDO, Portale per la pace e i diritti umani.
- VIDES, Volontariato Internazionale Donna Educazione e Sviluppo
- VOLONTARIATO.IT
- VSO, Voluntary Service Overseas (in inglese): per inviare volontari qualificati in Africa,
Asia, Carabi, Europa dell’Est.
- WORLD SOCIAL FORUM, propone temi sugli effetti devastanti di una globalizza-
zione lasciata al solo influsso del Mercato. www.unimondo.org/wsf
6. LA DIMENSIONE INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIATO
Le operazioni del Terzo settore non si limitano ai confini nazionali, ma esi-
stono una gran numero di enti che s’impegnano anche all’estero. Negli anni ’60
nacquero le Organizzazioni Non Governative che grazie alla legge n. 49 del 1987
hanno dato impulso alla nascita di associazioni, operanti soprattutto nella salva-
guardia della vita umana, l’autosufficienza alimentare, la tutela dell’ambiente, il
miglioramento delle condizioni dei bambini e delle donne.
Generalmente, la strada più accessibile per iniziare a muoversi nell’ambito
della Cooperazione internazionale è quella di fare campi estivi all’interno di pro-
getti di ONG o uno stage in un’organizzazione Internazionale all’estero.
Una buona opportunità per fare esperienza può essere data dal Programma Ti-
rocini promosso dal Ministero degli Affari Esteri (MAE) e dalla Conferenza dei
Rettori delle Università Italiane (CRUI). I vincitori di questo Programma hanno la
possibilità di trascorrere 3 mesi presso le strutture del MAE in Italia o nel mondo
(Ambasciate, Consolati, Rappresentanze Diplomatiche, ecc.), svolgendo le man-
sioni più diverse a seconda della destinazione.
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Destinatari di tale programma sono laureandi, laureati e gli studenti master e l’età
massima per partecipare al programma è di:
- 28 anni per coloro che posseggono una laurea specialistica;
- 25 anni per i laureati di laurea triennale.
I laureati devono presentare domanda entro 18 mesi dalla laurea ed avere una
votazione minima pari a 105/110; gli studenti devono invece dimostrare di avere
sostenuto 70% degli esami per i laureandi di vecchio ordinamento o avere 60 cre-
diti per gli iscritti alla laurea specialistica, con una media pari a 27/30 di media.
Ovviamente, la conoscenza delle lingue straniere è un requisito fondamentale. In-
formazioni più dettagliate sono disponibili alla pagina www.crui.it/crui/tirocini1.
Le ONG generalmente offrono delle vere e proprie opportunità lavorative, re-
golate da contratti a norma di legge. Le figure professionali più richieste sono ge-
neralmente quelle del settore “sanità” (medici, paramedici, ecc.).
Qualunque sia il canale d’accesso, si ricorda che generalmente per il volon-
tario internazionale è previsto il seguente trattamento:
- rimborso delle spese di viaggio
- vitto e alloggio
- formazione
- rimborso spese mensile
- copertura assicurativa
Chi volesse fare un’esperienza di volontariato all’estero può richiedere informazioni alle se-
guenti Associazioni:
COCIS (Coordinamento delle organizzazioni non governative per la Cooperazione Inter-
nazionale allo sviluppo)
Vicolo Scavolino, 61 - 00187 Roma - Tel. 06.69.92.43.99
FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontariato)
Via S. Francesco di Sales, 18 - 00165 Roma - Tel. 06.68.777.96 - sito: www.focsiv.it
LUNARIA (Assistenza tecnica del dipartimento Affari Sociali presso al presidenza del
Consiglio per il programma di servizio di Volontario Europeo)
Via Salaria 89 - Roma - sito: www.lunaria.org
OIKOS
Via P. Renzi, 55 - Roma - Tel. 06.88.41.880
SERVIZIO CIVILE INTERNAZIONALE
Via dei Laterani 28 - 00184 Roma- Tel. 06.700.59.94
AVSO
Associazione delle organizzazioni di volontariato: fornisce informazioni sulle organizzazioni af-
filiate che gestiscono programmi di volontariato in Europa. http://www.avso.org
Alleanza delle organizzazioni europee di volontariato
Un gruppo che rappresenta le organizzazioni nazionali impegnate in progetti di volontariato a li-
vello internazionale. Il sito include un’illustrazione dettagliata della rete e un utile elenco delle
organizzazioni affiliate. http://www.alliance-network.org
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Archivio mondiale del volontariato
Per reperire le opportunità di lavoro volontario disponibili in molti Paesi.
http://www.planetedu.com/category/volunteer/
Associazione internazionale dei programmi di volontariato
Per scoprire on-line le opportunità a disposizione e leggere informazioni pratiche e consigli di
carattere generale sul volontariato. Sul sito, inoltre, è possibile abbonarsi al bollettino bimestrale
e consultare le risposte alle domande più frequenti sull’argomento.
http://www.volunteerinternational.org/
Centro europeo del volontariato
Un’organizzazione europea che raccoglie i centri nazionali e regionali di volontariato di tutta
Europa e promuove il volontariato a livello europeo. Il sito offre informazioni sull’evoluzione
della situazione nell’UE. http://www.cev.be/index.htm
Cross-cultural Solutions
Organizzazione per l’incontro delle culture. Un’organizzazione senza scopo di lucro e indipen-
dente, creata per coordinare i programmi di volontariato in Brasile, Cina, Costa Rica, Ghana,
Guatemala, India, Perù, Russia, Tanzania e Thailandia. http://www.crossculturalsolutions.org/
Greenpeace
Un’organizzazione ben felice di accogliere nuovi volontari! Prendi parte anche tu alle campagne
d’azione usando il tuo computer e registrandoti come cyberattivista. Sul sito, anche informazioni
sulle attività del gruppo. http://www.greenpeace.org/international/about/volunteers
Informazioni per la formazione – Servizio volontario internazionale
Una raccolta di strumenti per la formazione in formato PDF, rivolta a formatori e giovani inte-
ressati e/o impegnati in attività e progetti di volontariato internazionale. Il pacchetto è scarica-
bile in versione integrale o per singole sezioni.
http://www.training-youth.net/INTEGRATION/TY/Publications/tkits/tkit5/index
International Relief Friendship Foundation
I posti di lavoro volontario disponibili in molti paesi nel campo dello sviluppo sostenibile di
lungo termine. Per maggiori informazioni sui singoli progetti, è necessario compilare l’apposito
modulo. http://www.irff-europe.org
OXFAM
Informazioni pratiche rivolte a chi vuole impegnarsi nel volontariato, approfittando delle oppor-
tunità offerte da Oxfam International o da una delle organizzazioni affiliate.
http://www.oxfam.org/en/getinvolved/volunteer
Peace Corps
Per sapere come svolgere un servizio di volontariato: i materiali informativi per l’aspirante vo-
lontario, il modulo on-line, i Paesi in cui svolgere il servizio, un’illustrazione dei programmi e
molto altro ancora. http://www.peacecorps.org
Rete mondiale del volontariato
I posti di lavoro volontario offerti dalle organizzazioni affiliate alla rete in Cina, Ecuador,
Ghana, Nepal, Romania, Russia, Thailandia e Uganda. Per fare richiesta, utilizzare l’apposito
modulo elettronico. http://www.volunteer.org.nz/
Servizio civile internazionale
Progetti di volontariato a breve e lungo termine in tutto il mondo, informazioni sulle organizza-
zioni impegnate nei progetti e molti preziosi collegamenti e documenti. Ogni programma è og-
getto di un’apposita mailing list, cui è possibile iscriversi. http://www.sciint.org
Strumenti per la valutazione delle attività di volontariato
Una risorsa concepita per aiutare i singoli paesi a valutare lo stato delle attività di volontariato a
191
livello nazionale, regionale e locale. Un documento in formato PDF è disponibile in lingua in-
glese, francese, spagnola e coreana.
http://www.independentsector.org/programs/research/toolkit/default.html
Volontariato all’estero
Su questo sito, troverete ciò che serve sapere sul lavoro volontario e su come accedervi, nonché
numerosi collegamenti per reperire utili informazioni. http://www.volunteerabroad.com/
Volontariato per le Nazioni Unite
Una porta per accedere alle tante attività di volontariato offerte dalle Nazioni Unite e da altre or-
ganizzazioni. Un sito per saperne di più sulle occasioni disponibili e sulle modalità di partecipa-
zione. http://www.unv.org/
WorkingAbroad
Organizzazione indipendente che offre attività di volontariato in tutto il mondo. Consultate la se-
zione dedicata al volontariato per avere maggiori dettagli. Potete anche compilare on-line il mo-
dulo di richiesta di partecipazione o limitarvi a leggere il resoconto di chi ha già svolto lavoro
volontario. http://www.workingabroad.com
YAP
I giovani per la pace. Molti interessanti collegamenti ad altri siti e indirizzi di organizzazioni vi-
cine ai movimenti internazionali giovanili impegnate in attività di scambio per volontari di tutto
il mondo. http://www.yap.org
7. L’AUTO-CANDIDATURA
Altra modalità diffusa per la ricerca di lavoro è l’inserimento del curriculum
nelle banche dati di cui dispongono le diverse organizzazioni. Potrebbe, dunque,
essere efficace promuovere un’auto-candidatura e inviare il proprio curriculum, per
la cui redazione è importante tenere presente che i requisiti ritenuti solitamente in-
dispensabili sono:
- titolo di studio adeguato;
- precedente esperienza professionale in Italia o all’estero;
- conoscenza della lingua utilizzata nei paesi d’intervento (nel caso si tratti di
un’organizzazione che opera all’estero). In questo caso è consigliabile speci-
ficare sempre nel proprio curriculum il livello di conoscenza delle lingue
straniere ed eventuali esperienze di volontariato.
Ricordarsi, infine, di accompagnare sempre il curriculum con una breve let-
tera, evidenziando con chiarezza il percorso di studi effettuato, i campi di interesse
e le eventuali esperienze maturate nel campo.
8. IL SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO
Il Servizio Civile, che a pieno diritto rientra nelle tematiche del volontariato,
nasce dall’istituto dell’obiezione di coscienza e si sostanzia in un progetto di occu-
192
pazione e formazione della durata di 12 mesi, da svolgere sia presso Enti pubblici
che privati senza scopo di lucro.
I settori di maggiore intervento sono: assistenza, protezione civile, ambiente,
patrimonio, educazione e promozione culturale, servizio civile all’estero. Si tratta,
dunque, di un’importante esperienza di solidarietà e un’occasione di crescita che
può dare punteggio nei corsi universitari, per le specializzazioni ed anche per acce-
dere a varie professioni.
La legge prevede, infatti, la possibilità che ai volontari vengano riconosciuti
dei crediti formativi da spendere nel corso degli studi e nell’ambito dell’istruzione
o della formazione professionale. In tal caso, tale possibilità è chiaramente riportata
all’interno dei progetti ed è regolata da precedenti accordi sottoscritti tra gli organi
competenti universitari e l’ente.
Requisiti richiesti
Per accedere al servizio civile volontario è necessario il possesso dei seguenti requisiti:
- età compresa tra i 18 e i 28 anni;
- cittadinanza italiana;
- godimento dei diritti civili e politici;
- idoneità fisica all’impiego.
Non possono, invece, partecipare coloro che:
- nell’anno precedente alla presentazione della domanda, hanno avuto rapporti di lavoro
con l’ente proponente il progetto;
- hanno riportato condanne penali;
- appartengono a corpi militari o forze armate;
- abbiano già prestato Servizio Civile in qualità di volontari (ovvero ai sensi della Legge
64/2001;
- abbiano interrotto il Servizio Civile Nazionale prima della scadenza prevista.
Modalità di svolgimento
Il Servizio ha, per legge, una durata complessiva di 12 mesi. L’orario di servizio è stabilito
in relazione alla natura del progetto e può prevedere:
- un impegno settimanale non inferiore alle 30 ore da articolare su 5 o 6 giorni a settimana;
- oppure un monte ore annuo di almeno 1.400 ore. In questo caso i volontari devono essere
impiegati continuativamente per almeno 12 ore settimanali da articolare su 5 o 6 giorni a
seconda di quanto previsto per la realizzazione del progetto.
Ai giovani spetta per legge un rimborso spese (assegno di servizio) attualmente quantifi-
cato in € 14,46 giornalieri, per un totale di € 433,80 lordi mensili.
Il rimborso spese viene puntualmente corrisposto direttamente dall’Ufficio Nazionale del
Servizio Civile (UNSC). Per i volontari impegnati in progetti all’estero, in aggiunta al rim-
borso mensile attualmente quantificato in € 433,80, sono previsti:
- un’indennità di € 15 al giorno per tutto il periodo di effettiva permanenza all’estero;
- un’indennità per il vitto e l’alloggio di € 20 al giorno per tutto il periodo di effettiva per-
manenza all’estero;
193
- i rimborsi per le eventuali vaccinazioni obbligatorie.
Inoltre il periodo di SCN regolarmente portato a termine è riconosciuto valido per
l’inquadramento economico e per la determinazione dell’anzianità lavorativa ai fini del
trattamento previdenziale del settore pubblico e privato. L’ente presso il quale il giovane
svolge il servizio non può, per legge, elargire integrazioni economiche al rimborso spese
previsto per i volontari, né impiegare i volontari per attività lavorative fuori dall’orario di
servizio.
La domanda di partecipazione
La domanda di partecipazione deve essere redatta in carta semplice secondo il modello rap-
presentato dall’apposito allegato al bando ed è, naturalmente, reperibile e scaricabile dal
sito dell’UNSC alla sezione denominata “modulistica”.
La domanda deve necessariamente contenere l’indicazione del titolo esatto del progetto
prescelto ed essere firmata per esteso dal richiedente. Alla domanda vanno, inoltre, allegati
i seguenti documenti:
- la fotocopia di un valido documento di identità personale e del codice fiscale;
- la scheda allegata al bando relativa alla dichiarazione dei titoli posseduti dal candidato;
- un curriculum vitae contenente l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, datato e
sottoscritto in originale;
- la fotocopia dei titoli in possesso e ogni altra documentazione.
Per ogni bando si può presentare un’unica domanda, e quindi si può scegliere un solo pro-
getto tra quelli pubblicati, pena l’esclusione dalla partecipazione a tutti i progetti. Non esi-
stono, invece, limitazioni relative all’area geografica di residenza: si può scegliere il pro-
getto tra tutti quelli presenti nel bando, da svolgersi sia in Italia che all’estero. Non essendo
possibile presentare più domande di selezione appare ancora più chiara l’importanza di va-
lutare con attenzione i contenuti del progetto scelto e leggerne il testo nella sua interezza.
Tutti i candidati che hanno presentato correttamente la domanda entro i termini stabiliti dal
bando, vengono successivamente convocati direttamente dall’ente titolare del progetto per
sostenere un colloquio di selezione. Al termine delle selezioni, l’ente titolare del progetto
stila e pubblica la graduatoria con i punteggi attribuiti ai candidati e assegna loro alle ri-
spettive sedi per l’attuazione del progetto. Durante il colloquio di selezione il volontario
può esprimere la propria preferenza rispetto all’assegnazione ad una determinata sede tra
quelle possibili, ma la decisione rimane in capo all’ente che è tenuto a rendere pubblica, as-
sieme alla graduatoria di selezione, l’assegnazione dei volontari alle rispettive sedi. Entro il
termine di avvio i volontari possono rinunciare a prendere servizio dandone tempestiva co-
municazione scritta all’ente, riservandosi così la facoltà di ripresentare in futuro la do-
manda di partecipazione ai bandi di SCN.
Dove reperire le informazioni
Uno strumento molto utile per orientarsi è il sito internet dell’UNSC: www.serviziocivile.it,
dove sono disponibili tutte le informazioni costantemente aggiornate. Dal sito si può, inol-
tre, accedere alla sezione Bandi dove vengono pubblicati tutti i bandi nazionali per la sele-
zione dei volontari e dove è reperibile tutta la modulistica da compilare per presentare la do-
manda. Può essere utile anche consultare i siti degli enti di SCN del territorio, che per legge
devono avere almeno una pagina interamente dedicata al SCN, dove devono essere pubbli-
cati i progetti a bando e tutte le informazioni utili.
194
Per coloro che abbiano necessità di approfondire l’argomento è possibile consultare i se-
guenti riferimenti normativi:
- Legge 6 marzo 2001, n. 64 - “Istituzione del Servizio Civile nazionale”
- DLGS 5 aprile 2002, n. 77 - “Disciplina del Servizio Civile Nazionale a norma dell’art. 2
della Legge 6 marzo 2001 n. 64”
- DPCM 19 aprile 2004 - “Criteri e modalità dell’attività di verifica, per l’anno 2004, nei
confronti degli enti che impiegano giovani in servizio civile ai sensi della legge 8 luglio
1998m n. 230 e della Legge 6 marzo 2001, n. 64”
- DM 3 agosto 2006 - “Approvazione del prontuario concernente le caratteristiche e le mo-
dalità per la redazione e la presentazione dei progetti di servizio civile nazionale da rea-
lizzarsi in Italia e all’Estero, nonché i criteri per la selezione e l’approvazione degli
stessi”.
Quarta sezione
MODI E TEMPI DELLA RICERCA
197
Capitolo decimo
La ricerca del lavoro.
Strategie, strumenti e metodi
1. IL LAVORO “OFFERTO” E IL LAVORO “CERCATO”
La ricerca di lavoro è un momento particolare della vita di un individuo, carico
di speranze e di aspettative, ma anche di timori e di dubbi. Può capitare spesso, in-
fatti, di non sapere da dove partire e quale direzione prendere, a chi rivolgersi o
quali siano le mosse giuste da fare. Chi è alla ricerca di un impiego, infatti, ha a
disposizione molteplici canali da percorrere e numerose fonti di informazione da
consultare, tuttavia non sempre facili da gestire, soprattutto per chi è alle prime
armi.
Per affrontare al meglio la ricerca di un impiego e non incorrere in molti degli
errori più frequenti, come fidarci ciecamente di fonti poco attendibili o di canali
poco efficaci, è necessario, dunque, organizzarsi con metodo e sistematicità, in
modo da orientare proficuamente gli sforzi da fare, in modo da realizzare le pro-
prie aspirazioni professionali.
Primo passo in tal senso è dunque sapere “chi” detiene le informazioni di cui
si necessità e “quali strutture” possono offrire servizi di informazione e consu-
lenza. L’informazione è un elemento fondamentale per condurre un’efficace ricerca
di lavoro: di maggiori informazioni si dispone sul settore lavorativo di proprio inte-
resse, le aziende e le opportunità disponibili, sui servizi a cui ci si può rivolgere,
maggiori saranno le probabilità di cogliere l’occasione giusta.
È poi molto importante fare un utilizzo mirato del tempo a disposizione per la
ricerca, pianificando una “tempistica” delle azioni da porre in essere, così da pro-
grammare il tempo che si è disposti a dedicare al progetto e circoscrivere l’arco di
tempo entro il quale presumibilmente sarà possibile collocarsi professionalmente,
tenuto conto delle condizioni del mercato di riferimento, del proprio background
formativo e professionale, delle aspirazioni ed esigenze personali.
Per la ricerca di un impiego sono molti i canali a disposizione e probabilmente
il metodo migliore consiste nel ricorrere al maggior numero possibile contempora-
neamente. Le strategie a disposizione di coloro che sono alla ricerca di un impiego
sono riconducibili sostanzialmente a due:
- la prima strategia consiste nel valutare il cosiddetto “lavoro offerto”, di cui
si ha notizia dagli annunci di lavoro, pubblicati dalle aziende sulla stampa o
su internet.
198
- La seconda è quella dell’auto-promozione, in cui è il soggetto a prendere
l’iniziativa per creare l’occasione di lavoro, individuando “aziende-bersa-
glio” con cui entrare in contatto telefonando, presentandosi di persona, in-
viando il proprio curriculum e lettere di auto-candidatura.
2. LA VALUTAZIONE DEL “LAVORO OFFERTO”
I mezzi che veicolano i flussi informativi sul mercato del lavoro, mettendo in
contatto domanda e offerta di lavoro sono essenzialmente la stampa, Internet e più
limitatamente anche la televisione.
2.1. La stampa
La stampa è il canale più tradizionalmente utilizzato per la ricerca di un la-
voro: generalmente infatti, si parte dalla lettura delle inserzioni di ricerca di perso-
nale, pubblicizzati dalle piccole o grandi aziende, direttamente o tramite società o
agenzie specializzate. La stampa, tuttavia, diventa un canale molto utile anche nel
caso in cui si decidesse di optare per un’auto candidatura, attraverso la pubblica-
zione di un proprio annuncio (vedi infra).
In commercio esiste una grande varietà di giornali nei quali è possibile consul-
tare le offerte di lavoro: quotidiani, free press, periodici specializzati.
I quotidiani, in particolare, riportano tutti i giorni, nelle pagine degli annunci
economici, anche le inserzioni per la ricerca di personale. Si tratta, solitamente, di
inserzioni rivolte al lavoro non qualificato. Sui maggiori quotidiani nazionali, in-
vece, in giorni predefiniti appaiono annunci meglio strutturati e volti a reperire per-
sonale qualificato. In questi casi, le sedi di lavoro sono le grandi città, mentre sui
quotidiani locali la ricerca è limitata alla zona di diffusione del giornale.
Giorni di uscita di alcuni dei principali quotidiani nazionali e locali che prevedono una rubrica
di annunci di lavoro.
199
Inoltre tutti i quotidiani a tiratura nazionale approfondiscono le tematiche del
mercato del lavoro, attraverso la pubblicazione di inserti che hanno generalmente
cadenza settimanale.
In queste pubblicazioni è possibile rintracciare informazioni sull’andamento
del mercato del lavoro, sullo stato e le tendenze dell’economia e della finanza, ana-
lisi, proposte e informazioni sui canali formativi e di orientamento professionale,
politiche e progetti volti a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, no-
vità della giurisprudenza del lavoro, ma anche offerte di lavoro. Non di rado questi
inserti hanno anche una versione telematica, pubblicata su Internet.
Tra i principali, si segnalano i seguenti inserti che presentano una comune im-
postazione progettuale per quel che riguarda l’analisi delle problematiche del mer-
cato del lavoro e dei flussi di comunicazione tra domanda e offerta:
- Lavoro & Carriere (Il Sole 24 ore);
- Affari & Finanza (La Repubblica);
- Economia & Finanza (La Stampa).
Tra le pubblicazioni specializzate si annovera anche un numero piut-
tosto elevato di giornali, a cadenza quindicinale o mensile, dedicati alla pub-
blicizzazioni dei concorsi e delle offerte di lavoro; in esse sono riportati ge-
neralmente i bandi dei concorsi, completi di tutte le informazioni necessarie
per la presentazione della domanda di partecipazione, corredate anche dei
moduli e dei fac simili:
- Impiego & Lavoro
- Il Posto
- Concorsi per tutti
- Concorsi ed esami
- Lavorare
- Obiettivo lavoro
- Trovalavoro
- Tuttolavoro
Alcune riviste specializzate, inoltre, pubblicano periodicamente offerte ed in-
formazioni sul mercato del lavoro. Spesso i siti internet ad essi collegati riportano
queste informazioni nelle sezioni dedicate al lavoro:
- Career Book Lavoro www.careerbooklavoro.somedia.it
- Career Book Università www.careerbookuniversita.somedia.it
- Corriere della Sera www.corriere.it/lavoro/index.jhtml
- Il Giorno http://ilgiorno.quotidiano.net
- La Repubblica www.repubblica.it
- La Stampa www.lastampa.it/lavoro/default.asp
200
“Il Sole 24 Ore” si divide in diverse sezioni: “Primo Piano”, dove si tratta in
maniera approfondita eventi e problematiche di grande attualità; “I quaderni del
Sole 24 ore on line”, dove vengono illustrati provvedimenti legislativi come il la-
voro interinale, gli stage e tirocini, il nuovo apprendistato, il lavoro atipico, il tele-
lavoro, il part-time ecc.; “Le Opportunità”, che evidenziano i concorsi pubblici, gli
incontri/laboratorio tra studenti, l’università e mondo del lavoro e dove è possibile
informarsi sulla richiesta delle aziende di personale qualificato. È di grande inte-
resse anche la sezione “Documenti” http://www.ilsole24ore.it/sottosezioni/lavoro.htm.
Estremamente diffuse, infine, anche le cosiddette pubblicazioni “free press”,
vale a dire le riviste di inserzioni gratuite (di solito con un raggio di azione locale),
reperibili generalmente presso luoghi pubblici, quali ad esempio:
- Fiera città (Napoli)
- La Città in tasca (Bologna)
- La Pulce (Firenze)
- Le Cose (Genova)
- Porta Portese (Roma)
- Secondamano (Milano)
- Torino Affari (Torino)
Come leggere le inserzioni
Gli annunci di lavoro si distinguono in due tipologie:
- Piccoli annunci che riportano in estrema sintesi i dati sull’azienda e sul pro-
filo ricercato: poche righe per specificare il nome e la sede dell’impresa, la
qualifica, e i requisiti minimi richiesti, le condizioni offerte e le modalità per
candidarsi. Sono utilizzati prevalentemente per la ricerca di personale poco-
medio qualificato e di solito vengono pubblicati direttamente dall’azienda,
spesso in forma anonima.
- Ricerca di personale qualificato. Lo spazio riservato loro sui giornali è più
ampio e sono generalmente più riconoscibili perché stampati con un riqua-
dro. di solito vengono raggruppati in una o più pagine e contengono una de-
scrizione dettagliata del lavoro offerto e delle mansioni e dei requisiti richie-
sti. In genere sono rivolti a persone in possesso di competenze professionali
specifiche o a giovani che hanno terminato il loro percorso formativo. Que-
ste inserzioni sono solitamente più attendibili, perché le aziende pubblicano
questi annunci a pagamento, anche se potrebbero comunque nascondere truf-
fe e raggiri. Le inserzioni possono essere poi diversamente classificate, “di-
rette” o “indirette”, a seconda se sono pubblicate dalla stessa azienda che
cerca personale o da società/istituti specializzati nella ricerca del personale
per conto delle aziende. Si dicono “anonime” o “identificate” se vengono
201
fornite o meno le indicazioni necessarie per identificare l’inserzionista,
l’azienda stessa o la società di selezione. In ogni caso è bene tenere presente
che ogni annuncio contiene, oltre a quelle “palesi”, alcune informazioni per
così dire “nascoste”. La capacità di saper riconoscere ed interpretare tutte le
informazioni presenti nelle inserzioni è fondamentale sia per valutare se ri-
spondere o meno all’inserzione, sia per rispondere in maniera adeguata al
profilo professionale ricercato: nel pubblicare gli annunci, le aziende hanno,
infatti, in mente il tipo professionalità che intendono inserire in organico.
Il candidato aumenterà le possibilità di vedere presa in considerazione la pro-
pria candidatura se verranno fornite unicamente le informazioni relative ai requisiti
richiesti, rimandando, in sede di colloquio, le informazioni aggiuntive che comple-
tano il profilo personale.
Nel rispondere all’annuncio è importante, inoltre, riferirsi in maniera chiara al-
l’inserzione selezionata, in quanto la stessa azienda può ricercare, nel medesimo
periodo, più figure professionali.
Il testo dell’inserzione che viene di seguito riportata a titolo esemplificativo
contiene le informazioni palesi che l’azienda ha esplicitamente dichiarato, ma
anche quelle nascoste che si desumono dal testo dell’annuncio:
SOFTWARE S.P.A.
Azienda leader nel campo dell’informatica e delle telecomunicazioni con sede centrale in
Roma e attiva in tutta Italia cerca personale informatico per incarichi di responsabilità.
Si richiede ottima conoscenza dei principali software di gestione reti, flessibilità di
orario, facilità alla soluzione di problemi, buona comunicativa e facilità di rapporto con
la clientela.
No vendite.
Inviare curriculum a Centro Gestione Risorse, via XXX, Roma.
Procedendo ad una lettura attenta dell’inserzione e procedendo ad una analisi
delle informazioni palesi e nascoste contenute nell’annuncio, si possono ricavare
utili elementi per valutare l’opportunità di rispondere all’annuncio.
202
A tal fine si tenga presente che, generalmente, ogni inserzione “seria” contiene:
- il nome dell’azienda;
- il settore in cui opera;
- la posizione richiesta;
- tipo di contratto offerto;
- modalità di selezione.
Se l’impresa rimane anonima per questioni di riservatezza, le garanzie devono
essere fornite dal nome, indirizzo o marchio della società di selezione incaricata di
procedere alla selezione delle candidature. Soprattutto, occorre diffidare degli an-
nunci il cui unico recapito è un numero di telefonino o quelli in cui c’è poca chia-
rezza circa le mansioni da ricoprire.
Con l’entrata in vigore della Legge Biagi un ulteriore giro di vite è stato posto
verso gli annunci anonimi: l’art. 9 del DL 276 del 10/09/2003 vieta infatti ogni “co-
municazione a mezzo stampa, internet, televisione o altri mezzi di informazione, in
qualunque forma effettuate, relative ad attività di ricerca e selezione del personale,
ricollocamento professionale, intermediazione o somministrazione effettuate in
forma anonima e comunque da soggetti, pubblici o privati, non autorizzati o accre-
ditati all’incontro della domanda e dell’offerta di lavoro.”
203
Le inserzioni di tutti i soggetti abilitati alla ricerca e selezione del personale,
alla ricollocazione, all’intermediazione o alla somministrazione dovranno essere
accompagnate dall’indicazione del numero di accreditamento e autorizzazione. I
potenziali datori di lavoro che volessero mantenere l’anonimato potranno pubbli-
care l’annuncio di ricerca del personale tramite i soggetti autorizzati o i centri per
l’impiego oppure, per la trasparenza del mercato del lavoro, dovranno indicare la
loro ragione sociale e tutti i riferimenti utili ad identificarli.
Come rispondere alle inserzioni
Le regole per rispondere ad un annuncio di lavoro sono molto semplici:
- di solito viene richiesto il curriculum che è bene accompagnare da una lettera di presen-
tazione;
- limitarsi nella lettera a riferire il tipo di informazioni richieste dall’annuncio, in quanto i
selezionatori sono poco inclini a leggere informazioni non strettamente pertinenti al pro-
filo;
- rispondere anche se non si è in possesso di tutti i requisiti. Il profilo professionale nelle
inserzioni è generalmente teorico ed è raro che una persona possieda tutte le caratteri-
stiche descritte;
- citare nella lettera il riferimento, il giornale e la data di pubblicazione dell’annuncio; il ri-
ferimento dell’annuncio anche sulla busta;
- scrivere la lettera a mano solo se richiesto dall’annuncio, perché la scrittura può servire
all’analisi grafologica;
- è buona norma ritagliare o fotocopiare l’inserzione e conservarla insieme alla lettera di
accompagnamento, perché potrebbe intercorrere molto tempo prima di essere ammessi
alla selezione.
2.2. La televisione
Un altro canale da utilizzare nella raccolta delle informazioni è la televisione.
Si segnalano qui di seguito alcune trasmissioni che trattano sia i temi le-
gati al lavoro, sia quelli legati alla formazione professionale. Nel corso dei
programmi si cerca di fornire un quadro in costante aggiornamento del mer-
cato del lavoro, prestando attenzione alle dinamiche occupazionali sul terri-
torio, segnalando i settori economici con le maggiori possibilità, le tecniche
e i sistemi utili per chi entra per la prima volta nel mondo del lavoro.
Ricchi di rubriche che riguardano gli aspetti più disparati, i servizi spa-
ziano dal modo migliore per raccogliere informazioni che meglio si adattano
alle proprie aspirazioni, ad attente panoramiche sulle nuove professioni, alle
informazioni necessarie per diventare imprenditori, alle opportunità forma-
tive e di studio in Italia e all’estero.
Inoltre, molte trasmissioni hanno attivato un sito Internet con link, mo-
tori di ricerca, banche dati on-line in cui inserire il proprio curriculum e la
possibilità di scaricare documenti, ricercare leggi, contattare istituzioni pub-
bliche e organizzazioni no profit.
204
Trasmissioni TV
- TG3 - Articolo 1 - RAI 3
È uno spazio dedicato ai temi dell’occupazione che, in ogni puntata, presenta servizi ed
inchieste sul mondo del lavoro con speciale attenzione alle nuove forme di impresa e al
rapporto tra formazione e lavoro.
http://www.rainews24.rai.it/sito/aggpagine/rubrrai/articolo1/default.htm
- Okkupati - RAI 3
Sito della trasmissione sui temi del lavoro e della formazione: navigando tra le pagine è
possibile trovare tutti gli approfondimenti sugli argomenti affrontati in tv e gli indirizzi
per comunicare e i link ai migliori siti web, che offrono informazioni sul lavoro e sulla
creazione di impresa, sulle nuove professioni, sulle opportunità di formazione e di studio
all’estero ed in Italia.
http://www.okkupati.lavori.net/home.htm
Programmi televisivi, Televideo, canali satellitari, trasmissioni periodiche specializzate sui temi
dell’orientamento, della formazione e del lavoro:
- Lavorora – RAI 2 (Fascia oraria notturna)
Un programma realizzato in collaborazione con il Ministero del Lavoro che si occupa
della divulgazione delle offerte e delle tematiche inerenti al lavoro.
- Televideo RAI - www.televideo.rai.it
La pagina 465 dedicata al lavoro e le pagine 470-471 per informazioni e riferimenti utili
relativi ai temi trattati nelle trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate al lavoro.
- Canale Lavoro - In onda sulle piattaforme D+ canale 130 e Stream canale 60. Tv satelli-
tare: Freq: 11766 MHZ - Pol: verticale - Fec: 2/3 - Symb: 27,5 MS.
È il primo canale televisivo satellitare dedicato al mondo del lavoro. Fornisce informa-
zioni pratiche, concrete, quotidiane per la ricerca del lavoro. Per informazioni consultare
il sito www.canalelavoro.it.
Programmi radio
Programmi radiofonici di emittenti pubbliche e private dedicate al lavoro:
- Tam Tam Lavoro – Radio 1 RAI
Un punto di incontro tra chi cerca e chi offre opportunità di impiego. Parlano diretta-
mente gli imprenditori e i responsabili di aziende, di enti o di organizzazioni in cerca di
nuove figure professionali in ambito nazionale ed internazionale, in linea con le esigenze
e le richieste di un sistema economico sempre più ampio e articolato. Inoltre, notizie sui
corsi di formazione e aggiornamento, stage, progetti regionali, nazionali ed europei, ini-
ziative per la nascita di nuove imprese, novità legislative, nuovi servizi telematici. Per in-
formazioni consultare il sito:
www.radio.rai.it/radiorai/online/radiouno/ tamlavoro/lavorohome.htm.
2.3. Internet
Gli sviluppi tecnologici legati alle comunicazioni di massa e la diffusione del-
l’informatica hanno portato all’affacciarsi di un nuovo veicolatore di informazioni
e, quindi di un ulteriore strumento nella ricerca del posto di lavoro: Internet. Acco-
205
starsi a Internet è una pratica che sta conoscendo in questi anni uno sviluppo sem-
pre maggiore: infatti è vastissimo il numero di siti in cui è possibile trovare offerte
di lavoro e inserire il proprio curriculum, da sottoporre all’interesse delle imprese.
Sono essenzialmente due le possibilità d’azione per trovare lavoro attraverso la
rete internet.
1) Rispondere alle inserzioni pubblicate nelle banche dati aziendali
In questo caso è sufficiente inviare la propria candidatura all’indirizzo di
posta elettronica riportato nell’annuncio per entrare direttamente in contatto
con il responsabile del personale dell’azienda. Per inoltrare la propria can-
didatura sono di norma due le possibilità offerte:
- il form: il sistema maggiormente utilizzato dai siti specializzati nell’in-
contro tra domanda ed offerta e da quelli aziendali, in quanto agevola
l’inserimento e l’archiviazione dei curricula nel database. E’ in questo
caso sufficiente compilare i diversi campi previsti, seguendo le indica-
zioni.
- l’e-mail: è articolata in lettera di presentazione (e-mail) e curriculum
vero e proprio (allegato). Nell’e-mail deve essere specificato l’oggetto
della comunicazione (es. proposta di candidatura per…) e il testo (6/8
righe al massimo), dove evidenziare gli aspetti del proprio percorso for-
mativo/professionale più in linea con le esigenze aziendali. Il curriculum
va inviato in allegato, salvato col proprio nome e cognome e completo
della liberatoria per il trattamento dei dati personali (decreto legge
196/2003).
2) Pubblicare il curriculum on line
In questo caso ci si collega con uno dei tantissimi siti di ricerca di lavoro.
È necessario, di norma, procedere alla registrazione dei propri dati anagra-
fici e successivamente alla pubblicazione dell’annuncio. La legge vieta che
le informazioni lasciate in rete possano essere utilizzate per altri scopi o
forme di pubblicità, ma di fatto non esiste nessun controllo.
Interessante può essere anche far parte di gruppi di discussione, i new-
sgroup, per entrare in contatto con gli altri utenti dei servizi e, per esempio,
scambiarsi informazioni. Bisogna, tuttavia, tener presente che nei new-
sgroup ogni tipo di informazione è pubblico e che farne parte richiede un
certo dispendio di tempo. I migliori newsgroup sono quelli a cui si accede
utilizzando una password e che sono controllati da un moderatore.
Consultare la rete è tuttavia di grandissima utilità anche soltanto per reperire
informazioni. Tra i diversi siti, ve ne sono alcuni che offrono informazioni di carat-
tere generale, e che sono solitamente quelli delle istituzioni pubbliche; essi forni-
scono informazioni sulla normativa vigente, permettono la consultazione delle
Gazzette Ufficiali, offrono analisi sul mercato del lavoro e sulle dinamiche delle
206
professioni (ad es. i siti del Senato, della Camera dei deputati, ISTAT, Unione Eu-
ropea, ecc).
In altri, invece, sono reperibili informazioni e servizi finalizzati all’orienta-
mento e all’incontro tra domanda e offerta di lavoro. In questa categoria confluisce
un gran numero di siti, gestiti dalle più diverse realtà. Infatti, accanto a quelli di
tipo istituzionale (enti pubblici centrali e periferici), troviamo siti di associa-
zioni/strutture/organizzazioni, a vario titolo impegnati nel sociale, di gruppi che of-
frono servizi specializzati, testate giornalistiche, società di selezione, ecc.
Nel caso in cui, invece, non si conoscono gli indirizzi web da consultare, navi-
gare tra i vari siti può, tuttavia, essere un’operazione complicata, alla quale dedi-
care molto tempo; spesso, infatti, nelle pagine web sono presenti diversi collega-
menti ad altri siti (link), e si corre il rischio di perdere il senso della ricerca che si
era intrapresa. Il primo valido criterio da seguire è, dunque, quello di avere sempre
presente l’obiettivo della propria consultazione. Se capita, tuttavia, di non avere le
idee così chiare, è utile servirsi dei motori di ricerca, siti cioè specializzati nel gui-
dare la ricerca e che consentono di digitare, in appositi spazi, le parole chiave attra-
verso cui il motore segnala i siti più utili.
Nell’utilizzo dei motori di ricerca, si deve avere l’accortezza di digitare per pri-
me le parole ritenute più importanti: così, ad esempio, se si vogliono conoscere le
possibilità di assunzione alla FIAT, sarà meglio digitare: “FIAT offerte di lavoro”.
In tal modo la ricerca di informazioni sarà limitata a un argomento ben preciso.
Alcuni motori di ricerca da consultare proficuamente sono:
- Altavista: www.altavista.it
- Arianna: www.arianna.it
- Lycos: www.lycos.it
- Virgilio: www.virgilio.it
- Yahoo: www.yahoo.it
1) Siti internet per la ricerca di un impiego
Anche per cercare lavoro, Internet può rappresentare una ricca fonte di infor-
mazioni e servizi.
Molti siti, infatti, offrono servizi di incontro domanda e offerta di lavoro, in-
formazioni sul mercato del lavoro, sulle professioni, sulla normativa e consigli per
affrontare il mondo del lavoro in Italia e all’estero. Tra i molti siti presenti nella
rete, si segnalano i seguenti:
www.annuncilavoro.com
www.assofranchising.it
www.bancalavoro.com
www.bancaprofessioni.it
www.cercaoffri.it
www.cliccalavoro.com
www.cambiolavoro.com
www.eurodesk.it
207
www.gojobsite.it
www.ilsole24ore.it/lavoro
www.jobpilot.it
www.jobadvisor.it
www.jobdirect.it
www.jobonline.it
www.joblitz.com
www.lavoroturistico.it
www.lavoronline.com
www.lavorareonline.it
www.lavoro.it
www.lavoroinrete.it
www.lavoroveloce.it
www.lycos.it
www.mondolavoro.com
www.monster.it
www.msn.it/lavoro.asp
www.monsteritalia.it
www.obiettivolavoro.it
www.stepstone.it
http://profiliecarriere.it
http://lavoro.kosmomarket.com/
a) Siti per le donne
Su Internet si possono trovare molti siti rivolti a un pubblico femminile. Trat-
tano spesso temi diversi ma non mancano mai pagine dedicate al lavoro e all’im-
prenditoria dove si possono consultare informazioni, consigli, opportunità di im-
piego e accedere a forum di discussione.
www.spaziodonna.com/lavoro.phtml
www.donnamoderna.com/lavoro/index.jsp
www.opportunitalia.it/impfemm/default.asp
www.osservatoriodonna.igol.it
www.cisl.it/SitoCisl.nsf
www.miranet.it
www.assodonna.it
www.italiadonna.it/lavoro/lavoro.htm
www.kila.it/home.aspxwww.cgil.it/pariopportunita
www.donne.it
www.dols.net
b) Siti per i disabili
www. affarisocialihandicap.it/tematiche/lavoro.asp www.asphi.it/HomePage.htm
euro.asphi.it/town/it/default.htm
www.handylex.org
www.disabili.com
www.handimpresa.it
www.disabililavoro.it
208
c) Siti per gli immigrati
In Internet si possono trovare siti e pagine web dedicate agli immigrati extra-
comunitari con informazioni sulle modalità di accesso al lavoro, permessi di sog-
giorno, assistenza sanitaria, alloggi e istruzione. Oltre al sito del Ministero del La-
voro, altri siti utili sono quello della Polizia di Stato e il portale Stranieri in Italia.
www.welfare.gov.it
www.poliziadistato.it/pds/cittadino/stranieri/stranier.htm
www.stranieriinitalia.com
2) Siti internet di informazione ed orientamento
Ministero del Lavoro
www.lavoro.gov.it
Questo sito istituzionale fornisce un ampio ventaglio di informazioni, compresi gli aggiorna-
menti sulle normative, i finanziamenti ministeriali per l’occupazione, l’orientamento e la forma-
zione professionale; inoltre sono inserite ricerche e studi. Il lavoro interinale è trattato con do-
vizia di particolari, con l’elenco completo delle società iscritte nell’apposito Albo istituito presso
il Ministero. Attenzione riceve anche, ovviamente, l’Europa del lavoro, con informazioni sulle
attività formative del Fondo Sociale Europeo, i programmi di studio e lavoro. Da questo sito è
possibile collegarsi a moltissimi siti che si occupano di formazione, orientamento e lavoro.
Biblioteca di Documentazione Pedagogica di Firenze
http://www.bdp.it
Costituisce il Centro Risorse Orientamento per l’area istruzione su incarico del Ministero dell’I-
struzione è titolare di un nodo Internet, cui si accede tramite il seguente indirizzo:
http://www.bdp.it che immette sulla home page dell’Istituto, strutturata secondo la seguente ti-
pologia di servizi:
- Banche dati per la scuola e la ricerca (di carattere bibliografico, normativo e documentario su
progetti e attività in corso nella scuola);
- Servizi informativi afferenti a:
- Progetti Internazionali
- Collegamento a pagine web di Enti e Istituzioni (MPI, IRRSAE, ecc.)
Informagiovani
www.informagiovani.it/lavoro.htm
Dalla pagina principale, si raggiunge l’indice dei settori informativi, suddiviso in ben quindici
aree; le più interessanti per chi cerca informazioni sul lavoro sono:
- Lavoro e concorsi, che contiene una serie di offerte di lavoro e collegamenti ad altri Informa-
giovani, altri siti e al Bollettino telematico settimanale, il quale presenta offerte di lavoro e la
panoramica della legislazione relativa ai diversi contratti di lavoro;
- Formazione professionale, che si prefigge di orientare quanti hanno interesse per la forma-
zione professionale;
- Imprenditoria, che offre un resoconto su incentivi, finanziamenti, metodi di stesura di un busi-
ness plan e quant’altro occorra a giovani aspiranti imprenditori.
Inoltre, uno dei settori è dedicato alle truffe e ai raggiri nei quali si rischia di cadere durante la
ricerca di un posto di lavoro.
Centro Risorse Europeo per l’Orientamento
http://www.aster.it/formaz.htm
La home page del Centro Risorse è un punto di riferimento utile per reperire informazioni sull’e-
209
ducazione, la formazione e il lavoro nei paesi dell’Unione Europea e consente inoltre, tramite
appositi link, di collegarsi in tempo reale con tutti gli enti attivi nel promuovere la dimensione
europea dell’orientamento.
Europalavoro
http://www.europalavoro.it
Nel sito, si possono trovare informazioni riguardanti le modalità di intervento sul Fondo Sociale
Europeo, documenti sulle Iniziative Comunitarie, notizie su Avvisi, Bandi, Circolari, Decreti e
Note informative del Ministero. Si possono poi consultare i materiali contenuti nella “Biblio-
teca”, reperire gli indirizzi degli organismi di orientamento nazionali e collegarsi con altri siti
web correlati, tra i quali quelli Comunitari.
Consiglio Nazionale delle Ricerche
http://www.urp.cnr.it/contrattiopera/contrattiopera.htm
Sito istituzionale del C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche), Ente nazionale di ricerca con
competenza scientifica generale e istituti scientifici distribuiti sul territorio, che svolge attività di
prioritario interesse per l’avanzamento della scienza. Il sito si compone delle seguenti sezioni:
Organizzazione; Attività; Utilità; Eventi; URP.
CNEL
http://www.cnel.it/contr.htm
Sito istituzionale del CNEL, Organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e
secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Ha potere legislativo in termini e può
contribuire all’elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i
limiti stabiliti dalla legge. È possibile consultare tutti i contratti nazionali di lavoro e molto altro.
ISFOL
www.isfol.it
L’Istituto coordina per l’Italia le attività legate ai progetti dell’Unione europea a sostegno del-
l’occupazione. È possibile consultare il sistema informativo ORFEO, sistema telematico di con-
sultazione e di banche dati e comunicazione telematica, incentrato su formazione professionale,
orientamento, istruzione e occupazione in Italia e in Europa.
Sistema Informativo Excelsior
www.cciaa.net/
Excelsior è un sistema informativo permanente per l’occupazione e la formazione, realizzato
dall’Unioncamere insieme al Ministero del Lavoro e l’Unione europea. Copre l’intero territorio
italiano, basandosi su informazioni ricavate da dati amministrativi (Registro Imprese/REA,
INPS e INAIL) e da indagini periodiche sulle imprese. Excelsior fornisce dati sulla struttura del-
l’occupazione e sui flussi di domanda prevista; ha una banca dati sulla domanda di professioni
consultabile con diverse chiavi: figure professionali, funzioni, livelli; titoli di studio, classi di
età, settori di attività, dimensioni di impresa, territorio.
Unione Europea
www.europa.eu.int
Il sito dell’UE, oltre a informazioni generali sull’Unione, presenta alcune finestre interessanti
per chi si occupa di orientamento: EUR-lex, il diritto dell’Unione europea; accesso ai documenti
ufficiali, ai testi giuridici, alle pubblicazioni e basi dati, alle fonti di informazione, alle politiche
tema per tema (occupazione, formazione).
Comunità Europea
www.eur-op.eu.int/it/
Il sito presenta le pubblicazioni ufficiali della Comunità europea (Gazzetta ufficiale, formazione
professionale).
210
Orient@mento in rete
www.aiuto.net
È una guida di più di 100 pagine dedicate a oltre 400 siti italiani dedicati alle professioni, alla
scuola, alla formazione, all’università e alla ricerca.
È un valido aiuto ai più giovani in cerca di lavoro, perché aiuta a:
- Individuare le opportunità di studio, ricerca, formazione professionale e formazione continua;
- Conoscere le opportunità lavorative per settore;
- Impostare in modo razionale la ricerca di lavoro;
- Mettere a punto un progetto personale per la ricerca di lavoro;
- Conoscere la normativa sul lavoro;
- Ottenere un sostegno concreto nel processo di orientamento.
TCA Telelavoro
http://www.telelavoro.it
Sito Ufficiale del CIPT, Comitato Italiano per la Promozione del Telelavoro. Non solo notizie in-
teressanti, ma anche offerte e richieste di lavoro e possibilità di iscriversi alla mailing list sul te-
lelavoro.
Telelavoro
http://www.mclink.it/telelavoro/index.htm
Questo sito cerca di diffondere in Italia la conoscenza e la pratica del telelavoro. Non troverete
offerte di lavoro ma utili consigli su: come attivarsi nella ricerca del telelavoro; quali sono le as-
sociazioni che vi possono aiutare; qual è la normativa di riferimento e quali sono gli sviluppi di
questo nuovo modo di lavorare in altri Paesi.
Banca Professioni
http://www.bancaprofessioni.it
È un sito che, attraverso gli articoli riportati sotto forma di links, descrive l’evoluzione dell’in-
contro tra domanda e offerta di lavoro. Attraverso gli argomenti selezionati offre un’ottima pa-
noramica dell’attuale mercato del lavoro e delle nuove professioni.
Talent manager
http://www.talentmanager.it
Questo sito ti permette di leggere gli articoli riguardanti il mondo del lavoro e i suoi segreti:
scrivere un curriculum, fare un colloquio, scegliere un master. Servizi per chi cerca e per chi
offre lavoro. Oltre a inserire i tuoi dati, puoi consultare gli annunci di lavoro. Le aziende pos-
sono pubblicare le inserzioni per il reclutamento di risorse umane.
Forum lavoro
http://www.forumlavoro.com/
La CIM mette a disposizione un gran numero di siti per saperne sempre di più sul lavoro. Per chi
è alla ricerca del lavoro on line: metti il tuo curriculum on line e fallo certificare dagli esperti
della CIM prima di visitare tutte le fonti di offerte di lavoro di seguito indicate la CIM mette a
disposizione un gran numero di siti per saperne sempre di più sul lavoro.
Il Corriere dell’Università
http://www.corriereuniv.it/Lavoro/LavoroIndexMain.htm
Un quindicinale che tratta delle questioni legate al mondo delle Università. Ci si può trovare in-
formazioni, consigli utili ed offerte di lavoro, borse di studio e di lavoro, master e bandi di con-
corsi.
Guida Orientamento Regione Lazio
http://www.sirio.regione.lazio.it/lavoro/utintro.htm
In questo sito è possibile trovare un’ampia gamma di informazioni sul mercato del lavoro e delle
211
professioni. Si suddivide ed articola in diverse aree tematiche quali: consigli per partire con il
“piede giusto”; primo inserimento; sostegno all’occupazione; lavoro autonomo e creazione
d’impresa; lavorare nei paesi dell’unione europea; il progetto EURES; “il lavoro in affitto”; le
agenzie di lavoro interinale; il telelavoro; nuove professioni e modalità organizzative; figure
professionali. Ci sono anche informazioni che si riferiscono a specifiche categorie: donne, porta-
tori di handicap, giovani, disoccupati di lunga durata, lavoratori in mobilità.
Stepstone
http://www.stepstone.it
Il sito, offre servizi di due tipi: per le aziende e per l’utenza. Ogni servizio è mirato al raggiungi-
mento di un risultato concreto, come il trovare un posto di lavoro e fruibile in modo interattivo
attraverso appositi moduli on-line. Per chi cerca lavoro, esiste un servizio di mailing list che se-
gnala all’utente registrato le nuove offerte di lavoro per il settore segnalato.
2.4. Attenzione alle truffe
Non è insolito purtroppo che dietro agli annunci della stampa e della rete si ce-
lino tranelli: molti annunci, infatti, che all’apparenza propongono attività imprendi-
toriali, investimenti di tipo finanziario, false opportunità di telelavoro, corsi di for-
mazione fantasma, in realtà possono essere ingannevoli e celare tentativi di raggiro.
Un’altra tipica situazione a rischio è quella nella quale viene sottoposto un
contratto (o addirittura una “lettera in bianco”) da firmare: in questi casi il suggeri-
mento generale è quello di esaminare con calma il contratto (e magari di farlo esa-
minare a persone esperte), prima di apporre una qualsiasi firma.
Alcuni contratti sono abilmente formulati per celare norme-capestro, che co-
stringono poi ad acquistare beni o servizi (come computer, software, enciclopedie,
dispense di corsi, ecc.).
Per non incappare in truffe, dunque, si consiglia di prestare molta attenzione al
contenuto delle inserzioni e di:
- considerare soltanto gli annunci di aziende o società di ricerca e selezione del
personale, conosciute ed affidabili;
- tenere presente che per inserire il curriculum in rete non è dovuta alcuna somma
di denaro;
- diffidare delle inserzioni generiche che nascondono generalmente attività di ven-
dita, tentativi di ottenere soldi per l’inserimento del nome del candidato in fanto-
matiche banche dati, offerte di corsi di formazione a pagamento;
- diffidare delle proposte di lavoro a domicilio, in quanto spesso il candidato è co-
stretto ad acquistare a sue spese il materiale;
- ignorare le inserzioni dove sia presente solo il numero di cellulare e attenzione
anche ai numeri speciali (ad es. 144 o 166);
- attenzione ai cacciatori di teste a pagamento: le società di selezione di solito
chiedono una commissione alle aziende e non ai candidati;
- usare cautela nel fornire i dati personali a interlocutori sconosciuti;
- diffidare, infine, delle proposte troppo allettanti, ai guadagni facili e alle strutture
piramidali.
212
Un altro momento particolarmente critico nel percorso di ingresso nel mercato
del lavoro è quello della definizione delle condizioni del rapporto di lavoro dipen-
dente. Anche in questo caso vi sono situazioni palesemente irregolari quali ad
esempio l’imposizione di orari di lavoro o di retribuzioni palesemente al di fuori
delle prescrizioni di legge o delle indicazioni previste nei contratti collettivi.
Tuttavia anche nel caso di condizioni di lavoro “ragionevoli”, bisogna porre at-
tenzione a non incorrere in due ricorrenti situazioni a rischio:
- il cosiddetto lavoro nero, cioè un rapporto di lavoro nel quale viene sì rico-
nosciuto un corrispettivo economico per la prestazione lavorativa, ma senza
una “ufficializzazione” del rapporto e soprattutto senza il pagamento di tutte
quelle voci indirette ed accessorie della busta paga quali i contributi previ-
denziali ed assicurativi, il contributo al Servizio Sanitario Nazionale, ecc. Il
primo consiglio per difendersi da tali situazioni è dunque quello di rifiutare
simili proposte di lavoro, ma nel caso si fosse già coinvolti, l’importante è
dimostrare di svolgere un’attività remunerata alle dipendenze di un datore di
lavoro, per poter avere diritto (anche retroattivamente) alla regolarizzazione
del rapporto di lavoro.
- la seconda riguarda i rapporti di collaborazione, e in particolare quelli che ri-
entrano nell’area del lavoro parasubordinato. Queste posizioni lavorative,
spesso appartenenti formalmente all’area del lavoro autonomo, a volte ven-
gono applicate in modo scorretto, cioè non perché si sia effettivamente di
fronte ad una prestazione di lavoro autonomo, quanto piuttosto per “aggirare”
gli obblighi per il datore di lavoro che scattano in caso di assunzione regola-
re. In questo caso si richiede al lavoratore di intrattenere un rapporto di “pre-
stazione occasionale di lavoro”, di “collaborazione coordinata e continuati-
va”, di “associazione in partecipazione”, ecc. Al di là delle diverse forme uti-
lizzate, va sottolineato che tali rapporti di lavoro non sono di per sé illegali, in
quanto sono esplicitamente previsti dalla normativa vigente. E’ solo quando
vengono utilizzati in sostituzione di un vero e proprio rapporto di tipo subor-
dinato che si esce dalla legalità per entrare nell’area dell’illegalità.
Nella rete è possibile trovare preziose informazioni per non incappare in truffe
nell’ambito del lavoro e della formazione: il sito www.guidalavoro.net propone una
guida on line sull’argomento, mentre il sito www.bollettinodellavoro.it riporta casi
di frode ricorrenti, desunti da denunce legali.
In caso di truffa è possibile rivolgersi ai Centri Informagiovani gestiti dai Co-
muni, agli Enti ministeriali con competenza di vigilanza, alle associazioni in difesa
dei consumatori.
Adiconsum www.adiconsum.it
ADUC www.aduc.it
Federconsumatori www.federconsumatori.it
Garante della privacy www.garanteprivacy.it
213
3. L’AUTO-PROMOZIONE
Per cercare lavoro è anche possibile proporsi alle aziende direttamente, ma per
far ciò è necessario costruirsi una rete informativa adeguata a conoscere le possibi-
lità offerte dal mercato del lavoro e dal settore nel quale ci si intende inserire, le
aziende da contattare e soprattutto le tecniche e gli strumenti da utilizzare.
Per arrivare a definire un elenco di aziende presso le quali proporsi, è neces-
sario:
1) circoscrivere l’area geografica della sua ricerca che varierà in relazione alle:
- caratteristiche del segmento di mercato prescelto;
- condizioni offerte dal mercato stesso;
- aspettative ed aspirazioni personali;
- proprie esigenze pratiche.
2) svolgere un’attività di documentazione sul settore economico nel quale ci si in-
tende inserire e le aziende, attraverso la rete dei contatti personali, strutture ter-
ritoriali, fonti scritte, eventi, internet, ecc.
3.1. La rete dei rapporti personali
Interpellare parenti, amici o conoscenti per cercare lavoro è considerato ancora
oggi, il canale privilegiato per la ricerca di un impiego. Le nostre conoscenze per-
sonali, infatti, costituiscono una risorsa preziosa da valorizzare e sfruttare al mas-
simo per raggiungere l’obiettivo stabilito.
Un’indagine campionaria condotta dall’ISFOL nel corso del 2005 sull’offerta
di lavoro e sui canali utilizzati per la ricerca di un impiego dimostra che il canale
più utilizzato continua essere la rete delle proprie conoscenze personali e la tecnica
del “passaparola” il sistema più praticato nella ricerca di un lavoro e quello che
offre risultati più significativi (cfr. tabella che segue).
Canali di ricerca utilizzati “attualmente” dai soggetti in cerca (attivi e inattivi) da meno di 5 anni
segue
214
Fonte: Elaborazioni su dati ISFOL, Indagine Plus, 2005.
Si può dire, quindi che, se si è a “caccia” di un impiego, il passaparola è uno
dei mezzi più utili per impegnare un numero sempre crescente di persone a “segna-
larci” le opportunità di lavoro di cui hanno notizia.
La rete delle nostre relazioni sociali è costituita dall’insieme delle persone che
conosciamo, ma anche da quelle che potremmo conoscere attraverso di loro.
I nostri conoscenti infatti, possono darci non solo utili informazioni e consigli
su un determinato profilo professionale – perché svolgono la stessa attività o
perché conoscono il settore economico di riferimento – ma possono segnalarci op-
portunità, a volte risolutive, di nuovi ed efficaci incontri.
Di contro anche la maggior parte delle aziende, soprattutto quelle di piccole di-
mensioni, si affida al “passaparola” per trovare nuove collaborazioni. Ciò che in
genere garantisce il successo di una ricerca di personale, utilizzando il canale pre-
ferenziale delle proprie conoscenze, è il poter avvicinare l’interlocutore parlando di
qualcuno o di qualcosa (una persona, un evento, un prodotto, ad esempio) di cui
entrambi hanno familiarità. E questo fa si che si stabilisca nei confronti del candi-
dato, una sorta di “affidabilità irrazionale”, basata cioè non su elementi tangibili,
bensì per riflesso sulla fiducia che in realtà si nutre verso quelle persone che hanno
fatto da tramite.
Le aziende, infatti, richiedono oggi ai loro nuovi collaboratori prima di tutto
affidabilità. Come trovarla, dunque, se non affidandosi alle segnalazioni di persone
che si conosce e di cui ci si fida?
Nella rete delle conoscenze personali è, inoltre, possibile che vi siano persone
occupate nel settore lavorativo prescelto, da cui raccogliere utili informazioni sul
profilo professionale d’interesse, alle aziende del settore, ai prodotti, ai servizi da
queste offerti, ecc. Per ottimizzare la resa del canale delle risorse relazionali si con-
siglia di porre all’interlocutore quesiti e richieste precise, legate al suo particolare
215
ruolo, alla attività che svolge ed alle sue esperienze professionali; questo bagaglio
di informazioni potrebbe in seguito essere molto utile anche per la redazione della
lettera di auto-candidatura, perché il loro utilizzo, se ben sfruttato, servirà per de-
stare l’interesse del selezionatore. La persona intervistata, infine, potrà fornire i no-
minativi di persone che a loro volta potrebbero rivelarsi utili per la ricerca. In tal
modo, man mano che la rete di contatti si allargherà, si acquisterà una visione
sempre più chiara e completa della professione che si desidera svolgere, consen-
tendo di avvicinarsi alla professione prescelta in maniera più mirata e consapevole.
Infine, è buona norma creare una buona agenda dei contatti, partendo da pa-
renti ed amici per allargare il cerchio delle proprie conoscenze e tenerla costante-
mente aggiornata.
MODELLO DI ELENCO DEI PROPRI CONTATTI PERSONALI
Aziende da contattare Conoscenti
appartenenti al settore
di riferimento
Nominativi ottenuti Informazioni ricevute
Anche le informazioni ricevute in merito alle aziende devono essere accurata-
mente selezionate ed archiviate in “un indirizzario ragionato”, dove organizzare
nel modo più funzionale alle proprie esigenze i dati relativi a:
- nominativo e ragione sociale dell’azienda
- indirizzo e numero di telefono
- referente
- settore merceologico e produttivo
- dimensioni dell’azienda (numero degli addetti e del personale, fatturato)
- ambito geografico d’attività (impresa locale, nazionale o multinazionale)
- mercati di sbocco
- sistemi di produzione e tecnologie adottate
- struttura organizzativa dell’azienda
- andamento economico
- strategie e piani d’investimento
Alle informazioni sulle aziende è importante accompagnare sempre un’ana-
loga lista delle persone che occupano particolari ruoli nelle imprese di interesse:
responsabili del personale, della selezione, dello sviluppo, a cui indirizzare even-
tuali curriculum e candidature.
3.2. Le strutture territoriali
Reperire informazioni è oggi possibile attraverso una pluralità di servizi al cit-
tadino e di strutture diffuse in maniera capillare sul territorio, finalizzati a favorire
e accompagnare l’ingresso nel mercato del lavoro. Per disporre, dunque, del mag-
gior numero possibile di informazioni (mercato del lavoro, settori lavorativi, figure
216
professionali, aziende, normativa del lavoro, corsi di formazione, ecc.) è possibile
rivolgersi alle seguenti strutture, in grado di fornire indicazioni aggiornate e il più
possibile strutturate:
Cosa chiedere e a chi
Servizi per l’impiego
Come si è già avuto modo di dire, gli ex uffici di collocamento hanno, negli ultimi anni, am-
pliato notevolmente le proprie competenze, fornendo ai lavoratori e alle aziende una pluralità di
servizi: accoglienza, informazione, orientamento, supporto all’inserimento o al reinserimento la-
vorativo. Le strutture, inoltre, offrono servizi specialistici per particolari categorie di cittadini
(disoccupati di lunga durata, disabili, fasce deboli).
Per trovare gli indirizzi dei servizi, si possono consultare i portali delle amministrazioni regio-
nali o provinciali.
Agenzia del lavoro
Le strutture offrono servizi di orientamento, promuovono attività di inserimento agevolato per le
donne e le fasce deboli e si adoperano per elevare la professionalità della forza lavoro. Il tutto
nell’ambito della promozione dell’incontro fra domanda e offerta di lavoro.
Informagiovani
Presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale, queste strutture sono promosse dai Co-
muni. Esse erogano informazioni sulle opportunità di lavoro in Italia e all’estero, corsi di forma-
zione, borse di studio e volontariato. Presso gli Infomagiovani è possibile, inoltre, consultare
materiali informativi, guide e giornali.
Centri di formazione professionale
Sia quelli a diretta titolarità di un Ente Locale, sia quelle degli Enti di Formazione hanno arric-
chito nel corso del tempo le proprie capacità di intervento, attivando, accanto alle tradizionali at-
tività formative, servizi volti all’orientamento, alla diffusione delle informazioni sulle varie op-
portunità di formazione, alla consulenza e, non di rado, all’analisi e ai mutamenti del mercato
del lavoro locale.
COL (Centri di Orientamento al Lavoro)
I COL costituiscono la rete territoriale per l’informazione e l’orientamento al lavoro, presenti su
tutto il territorio comunale, rivolti soprattutto ai disoccupati, con particolare riguardo alle forme
di auto-impiego e del lavoro autonomo. Le strutture offrono la possibilità di consultare quoti-
diani e pubblicazioni di ogni tipo sulle tematiche del lavoro, la Gazzetta Ufficiale per Concorsi
ed Esami, i Bollettini Regionali, forniscono informazioni su concorsi pubblici, contratti di for-
mazione lavoro, leggi che hanno attinenza con il mondo del lavoro (iscrizioni al collocamento,
agevolazioni per il lavoro autonomo, ecc.). Tramite colloqui individuali o di gruppo permettono
inoltre di progettare percorsi lavorativi e formativi e forniscono aiuto nel costruire una strategia
mirata nel cercare lavoro.
Associazioni di categoria
Le rappresentanze degli imprenditori, costituite al fine di rappresentare e tutelare gli interessi
delle categorie, sono articolate di solito su base provinciale. Esse forniscono assistenza soprat-
tutto a quanti vogliono tentare la strada dell’imprenditoria. Svolgono, inoltre, analisi sull’anda-
mento dei settori merceologici, sui posti di lavoro disponibili e forniscono informazioni sulle op-
portunità formative. Ad esse ci si può rivolgere per chiedere l’elenco delle aziende associate o
indicazioni relative alle aziende in cerca di nuovo personale (ASCOM, Confesercenti, Confarti-
gianato, CNA, Associazioni degli industriali, Lega delle Coopoerative, Confcooperative).
217
Banca Dati EURES
Informa e orienta i candidati intenzionati a lavorare in Europa e le aziende che assumono oltre
frontiera. EURES fornisce sia offerte di lavoro, sia informazioni sulle formalità previste per
l’espatrio, le condizioni contrattuali e quelle di vita. In Italia EURES fa capo al Ministero del
Lavoro e alle Agenzie Regionali per l’Impiego.
Strutture informative sono anche le Biblioteche, gli uffici di orientamento delle Università, le
Camere di Commercio, i sindacati, gli Enti locali, ecc.
3.3. Le fonti scritte
Per fonti scritte si intendono soprattutto le guide e gli annuari, presenti in
commercio, che raccolgono utilissime informazioni sulle aziende e sui prodotti pre-
senti sul mercato nazionale.
Queste raccolte che rappresentano un ottimo veicolo promozionale a paga-
mento per le imprese hanno, però, costi particolarmente elevati. Sono comunque
reperibili presso:
- biblioteche,
- centri di documentazione,
- centri di orientamento professionale,
- associazioni imprenditoriali e di categoria,
- organizzazioni sindacali,
- studi professionali.
La consultazione di queste fonti, in alcuni casi, potrebbe rivelarsi complessa.
Per ottimizzare i tempi della ricerca, sarà dunque opportuno procedere preliminar-
mente alla definizione della giusta chiave di lettura di ogni singola pubblicazione,
in modo tale da individuare con esattezza cosa e dove cercare.
I principali annuari sono i seguenti.
SEAT
Sono le Pagine gialle degli elenchi telefonici riferite unicamente alle imprese. Esse sono artico-
late in dieci volumi, suddivisi per settore di attività economica, forniscono informazioni su:
- fiere campionarie specializzate, nazionali ed internazionali,
- dati statistici,
- andamenti economico-finanziari delle principali categorie merceologiche a livello locale e
nazionale,
- anagrafica delle aziende e degli operatori del mercato suddivisi per categoria merceologica.
Gli annuari SEAT vengono aggiornati ogni 2 anni.
Pagine gialle lavoro
Raccolgono gli operatori economici di tutti i settori di attività, suddivisi a livello territoriale e
classificati in circa 1700 categorie merceologiche.
Guida Monaci
L’annuario contiene informazioni sulle principali aziende nazionali produttrici di beni e servizi
operanti nell’ambito privato e della pubblica amministrazione e riporta nominativi, cariche, fun-
zioni dei responsabili delle imprese.
218
Kompass
È il repertorio più completo e dettagliato pubblicato oggi in Italia.
Di oltre 35.000 Società vengono fornite notizie su:
- tipologia dell’azienda (dimensioni, capitale sociale, fatturato);
- prodotti o servizi offerti;
- posizione rispetto al mercato (produttore, distributore, agente, ecc.);
- mercati interessati (nazionale, internazionale).
Viene aggiornata ogni 2 anni.
Duns
In questo annuario, pubblicato anche in vari paesi europei e negli Stati Uniti sono elencate le più
importanti aziende italiane, classificate per fatturato e giro d’affari. Si trovano inoltre informa-
zioni su categorie merceologiche, dimensioni delle aziende, nominativi dei responsabili azien-
dali. La guida viene aggiornata annualmente.
3.4. Le manifestazioni
Informazioni utili e indicazioni di aziende o di persone da contattare si pos-
sono reperire anche partecipando a mostre e fiere1 convegni, tavole rotonde2.
A proposito di quest’ultime, vista l’importanza dell’argomento “lavoro”, da al-
cuni anni si svolgono delle vere e proprie fiere sul tema dell’orientamento. Si tratta
per lo più di iniziative promosse e gestite dalle facoltà universitarie, scuole di spe-
cializzazione, aziende e istituzioni formative con lo scopo di divulgare le opportu-
nità formative destinate a diplomati e laureati e di creare occasioni di incontri con
esperti di formazione, psicologi, professori universitari e naturalmente col mondo
delle aziende.
In sintesi, nel prospetto che segue, si riportano le principali fonti informative
e i rispettivi campi d’intervento.
1 L’elenco delle manifestazioni è reperibile presso l’Ente fiera del capoluogo più vicino.
2 La documentazione (resoconti ed atti) è di solito rintracciabile presso gli Enti organizzatori del-
l’evento.
219
220
3.5. Il contatto con le aziende
Individuata la rosa di possibili aziende da contattare non rimane che stabilire
quale tecnica di contatto utilizzare per interagire con esse. È importante, però, sot-
tolineare che non esistono tecniche migliori in assoluto, ma la scelta dell’uno o del-
l’altro strumento è, in realtà, fortemente condizionato da una serie di fattori quali
ad esempio il settore economico di riferimento, il tipo di occupazione di cui si è in
cerca, il curriculum formativo e professionale, ecc.
La candidatura diretta può avvenire essenzialmente con due modalità: 1) pub-
blicando un proprio annuncio (auto-inserzione); 2) contattando direttamente le
aziende che potrebbero essere interessate alla nostra professionalità (auto-candida-
tura).
1) L’auto-inserzione
Pubblicare una propria inserzione sui giornali per offrire lavoro può rivelarsi
una strategia fruttuosa solo in casi limitati: o quando si è in possesso di specifici re-
quisiti che ci rendono particolarmente competitivi sul mercato del lavoro (ad
esempio l’ottima conoscenza di una lingua straniera), oppure quando si propone la
propria candidatura per lavori stagionali, ovvero in quei periodi dell’anno in cui la
richiesta di personale (generalmente senza grandi qualifiche) si fa pressante. È il
caso dei lavori “estivi” e dei lavori che si manifestano in occasione del periodo na-
talizio (cassieri, trasporti e consegne, camerieri ecc.).
Come scrivere un’inserzione
Sono molti i giornali che offrono la possibilità di pubblicare un’inserzione pro-
fessionale e molti sono coloro che si servono di tale strumento per proporsi sul
mercato del lavoro.
Come fare quindi per sfruttare al meglio questo prezioso canale di autopromo-
zione e valorizzare in poche righe il proprio bagaglio culturale e le proprie compe-
tenze?
L’inserzionista dovrà aver cura essenzialmente di due elementi:
✓ la giusta scelta del giornale e del giorno in cui pubblicare l’annuncio
✓ la redazione del giusto testo da far pubblicare
L’individuazione della testata giornalistica
Generalmente per i lavori precari ed informali (lezioni private, baby-sitter, tra-
duzioni) sarebbe opportuno servirsi dei giornali a diffusione locale specializzati in
annunci di vario genere (“PortaPortese, “La Pulce”, ecc.).
Se, invece, ci si propone per qualifiche professionali più elevate è più oppor-
tuno far pubblicare un’inserzione a pagamento sui quotidiani nazionali o sulla
221
stampa specializzata (ad es. giornali delle associazioni di categoria, inserti riservati
ad un’utenza specifica come il “Cercolavoro Giovani del Sole 24 ore”, riviste desti-
nate agli imprenditori di un particolare settore produttivo).
Per la scelta della testata, andrà considerata anche la tiratura del giornale e
l’area geografica nella quale viene distribuito.
Per quanto riguarda, invece, la scelta del giorno più opportuno per la pubblica-
zione, è buona norma individuare, per ciascuna testata, il giorno della settimana de-
dicato a tale tipologia di inserzioni, perché quel giorno ci sarà naturalmente anche
la massima concentrazione di annunci da parte dei datori di lavoro.
La definizione del testo
La necessità di elaborare un messaggio completo, ma sintetico, sia per ragioni
di spazio che naturalmente di costi, non facilita la stesura di un testo che deve su-
scitare l’interesse del lettore ad incontrare la persona che lo ha scritto. In sintesi,
l’annuncio deve essere:
- estremamente chiaro nella sua formulazione: utilizzare, dunque, un lin-
guaggio semplice, evitando di usare termini stranieri a meno che non fac-
ciano parte della terminologia del settore.
- organico e completo nelle informazioni che si forniscono. Dovranno, quindi,
essere chiaramente indicate le informazioni relative alla professionalità pos-
seduta, avendo cura di esprimere chiaramente le proprie peculiarità:
l’importante è sapersi caratterizzare e non presentarsi mai con un profilo ge-
nerico. Vanno inoltre indicati il settore, tipo di azienda e posizione per la
quale si concorre, esperienze lavorative significative, reperibilità3.
Riepilogando, ogni inserzione dovrà contenere:
1 Andranno indicati: recapito e numero di telefono, ora a cui si è più facilmente reperibili. Per evi-
tare di incappare in truffe o in incontri spiacevoli si può eventualmente segnalare un indirizzo di casel-
la postale.
222
2) L’auto-candidatura
Se si sceglie l’autopromozione, il contatto con le aziende può avvenire sostan-
zialmente per tre vie: il contatto telefonico, la visita in azienda, l’invio di un’auto
candidatura.
Il contatto telefonico è, in genere, un metodo da sconsigliare perché si po-
trebbe essere velocemente liquidati se non si è particolarmente abili nella comuni-
cazione. Qualora tuttavia si optasse per questa via, sarà, comunque, opportuno pre-
parare con cura una scaletta di domande da porre e di informazioni da fornire. È
bene poi, non dilungarsi troppo nei dettagli, ma tenere presente che lo scopo è
quello di sollecitare un appuntamento per un colloquio.
Presentarsi personalmente in azienda è una forma di contatto da consigliare
solo nel caso di strutture di piccole dimensioni, dove i referenti con cui interessa
parlare possono essere più facilmente raggiungibili.
L’auto-candidatura, lettera ed allegato curriculum, inviati per posta o recapi-
tati personalmente, è generalmente la formula da preferire.
A differenza del contatto telefonico, la lettera di auto-candidatura tramite let-
tera non produce un immediato riscontro da parte del datore di lavoro, ma può
comunque essere conservata in archivio per essere utilizzata in secondo mo-
mento, quando si presenterà la necessità di assumere nuovo personale.
L’auto-candidatura è la formula generalmente più proficua per contattare un’a-
zienda alla quale s’intende offrire la propria collaborazione. Strumento di grandis-
sima utilità nell’ambito di una ricerca di lavoro, essa al contrario di quanto spesso
si è indotti a pensare, non costituisce soltanto un mero supporto al curriculum,
bensì riveste un proprio e ben specifico ruolo. Essa, infatti, parla di noi, del nostro
modo di essere e delle nostre aspirazioni in maniera più evidente di quanto non
faccia il curriculum stesso.
La sua natura più colloquiale e meno schematica consente infatti, di stabilire
un contatto più diretto con l’interlocutore, il quale se ben sollecitato, sarà indotto a
voler approfondire le caratteristiche personali e le ambizioni professionali dello
scrivente, convocandolo per un colloquio.
È importante dunque, cogliere appieno il valore e l’utilità di tale strumento ed
acquisire la padronanza delle tecniche per la sua redazione.
Modalità di redazione
La lettera di auto-candidatura rappresenta una modalità attiva nella ricerca di
un impiego perché non risponde ad esigenze di personale esplicitate dall’azienda,
bensì a quelle di colui che intende porsi all’attenzione di un certo numero di
aziende individuate.
Per raggiungere lo scopo, quindi, e destare interesse e curiosità, la lettera deve
essere particolarmente incisiva. Ne discende la necessità di dedicare alla sua reda-
zione particolare cura, sia riguardo alla forma che ai contenuti.
Essa può suddividersi idealmente in tre sezioni:
223
a) La prima servirà a motivare la scelta nei confronti di quella particolare
azienda. È opportuno, a tal fine, aver cura di sottolineare la conoscenza che
si ha della stessa, con particolare riferimento alle attività da questa svolte e
ai prodotti e/o servizi, posti sul mercato. Da tutti gli elementi richiamati,
senza necessariamente sottolinearlo, dovrà emergere l’interesse e la volontà
del soggetto di lavorare per quella specifica azienda.
b) Nella seconda, l’attenzione si sposta sul candidato: è il momento di illu-
strare le proprie caratteristiche professionali e le proprie aspirazioni. Tutte
le informazioni fornite dovranno essenzialmente mirare a sottolineare
l’idoneità professionale del candidato a ricoprire il ruolo per il quale ci si
propone.
c) L’ultima sezione deve contenere il riferimento esplicito alla proposta di un
incontro per valutare congiuntamente le possibilità di una eventuale, futura
collaborazione.
In conclusione, si forniscono alcuni suggerimenti per verificare l’esito della
candidatura:
224
225
Capitolo undicesimo
Il curriculum vitae.
Contenuti e stili di redazione
1. LA REDAZIONE DEL CURRICULUM
Si ritiene generalmente che la redazione del curriculum vitae (dal latino “per-
corso di vita”) sia il momento cruciale nella difficile ricerca di un lavoro: è questo,
infatti, lo strumento preliminare con cui il candidato s’impone all’attenzione del se-
lezionatore che dovrà valutare, attraverso pochi e schematici elementi,
l’opportunità o meno di approfondire, in un successivo colloquio, l’adeguatezza del
candidato ad occupare la posizione resasi vacante.
Se ben impostato, il curriculum servirà a far emergere la rispondenza e i punti
di contatto tra le esigenze delle aziende e le competenze possedute dal candidato e
se si è alle prime armi, a far emergere le proprie potenzialità.
È necessario, dunque, dedicare molta cura alla sua redazione, anche se non
esiste una formula in astratto vincente che ci assicuri l’interesse del selezionatore.
Il curriculum piacerà o meno a seconda di chi lo leggerà e a seconda delle esigenze
contingenti dell’azienda.
È, tuttavia, possibile fornire alcune utili indicazioni di massima per un’accu-
rata redazione dello stesso, da cogliere con spirito critico e da interpretare con fles-
sibilità.
Regole fondamentali da tenere sempre presenti nella redazione del curriculum
sono:
✓ il curriculum deve essere elaborato in maniera mirata per ogni specifica oc-
casione: non può, dunque, essere utilizzato sempre il medesimo modello,
ma deve essere calibrato, ogni volta, sulla base delle specifiche necessità
dell’ azienda contattata.
✓ Il curriculum, poi, va sempre accompagnato da una lettera di presentazione,
non più lunga di 6/8 righe nelle quali si qualifica la propria candidatura,
esplicitando il motivo per il quale ci si propone e si forniscono al seleziona-
tore le chiavi di lettura del proprio curriculum.
226
1.1. La struttura del curriculum
Nella sua formulazione classica, il curriculum vitae che non dovrà mai supe-
rare le due pagine e nel caso di neolaureati o neodiplomati una pagina, si compone
di quattro sezioni: 1) dati anagrafici; 2) studi effettuati; 3) esperienze professionali;
4) interessi extra lavorativi.
Nella prima sezione verranno riportati i dati anagrafici, completi di recapiti
dove eventualmente essere contattati.
La seconda sezione è dedicata alle esperienze formative e contiene, quindi,
tutte le l’indicazioni relative ai titoli di studio conseguiti:
227
Se si sono frequentati corsi di lingua è opportuno indicare il livello di cono-
scenza posseduto (eccellente, buono, elementare) in relazione a ciascuna delle se-
guenti capacità:
- di lettura
- scrittura
- di espressione orale
È bene poi indicare le eventuali certificazioni (universalmente riconosciute)
conseguite agli esami di lingua. KET, PET, TOEFL, precisando anche l’Istituto fre-
quentato e il punteggio riportato.
Le conoscenze informatiche vengono generalmente descritte in base ad alcuni
criteri specifici:
- ambienti operativi: es. Windows 95, 98, 2000 XP, UNIX SCO, AIX
- programmi: se si è in grado di utilizzare software differenti possono essere
enumerate per categorie (database, tabelle elettroniche, grafica, applicativi
vari)
- linguaggi di programmazione: COBOL, RM85, CICS, HTML
- corsi e certificazioni conseguite: es. ECDL, indicando anche la sede del
corso
Il cuore del curriculum vitae è però costituito dalla sezione relativa alle espe-
rienze professionali precedenti.
Per la redazione di questa sezione e l’illustrazione delle precedenti esperienze
lavorative esistono tre criteri da seguire; tra questi il candidato potrà individuare
quello che, per le sue caratteristiche peculiari, sarà più idoneo a valorizzare il pro-
prio curriculum.
228
I criteri di riferimento sono:
✓ cronologico (a cui corrisponde quello anticronologico, cioè partire dall’e-
sperienza più recente)1
✓ funzionale
✓ attitudinale
1 In realtà, i criteri cronologico ed anticronologico possono essere indifferentemente usati anche
per descrivere le proprie esperienze formative (Sezione II).
L’ultima sezione, infine, descrive gli interessi extralavorativi (hobby o ed altre
informazioni di varia natura) comunque utili a definire il quadro di sé e che hanno
possibilmente qualche attinenza con la posizione per la quale ci si propone.
229
1.2. Gli aspetti formali del curriculum
Molta cura dovrà essere dedicata poi agli aspetti strettamente formali utilizzati
nella redazione del curriculum.
2 È possibile consegnare un curriculum manoscritto soltanto nei casi in cui sia l’azienda stessa a
richiederlo espressamente, perché intende eseguire una prova calligrafica.
Infine, non dimenticare l’indicazione dell’autorizzazione ad utilizzare i dati
personali contenuti nel curriculum ai sensi del D.Lgs. 196/2003. Senza questa di-
chiarazione il curriculum non potrebbe, teoricamente, neppure essere preso in con-
siderazione.
Le formule più comunemente usate sono le seguenti:
- “Autorizzo il trattamento dei dati personali ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003”.
- “In riferimento al D.lgs. 196/2003 “tutela del trattamento dei dati personali” autorizzo
espressamente all’utilizzo dei miei dati personali per le esigenze di selezione e di comu-
nicazione”.
- “Autorizzo l’azienda ...al trattamento dei dati personali e professionali riportati nel mio
curriculum per permettere una adeguata valutazione del mio curriculum”.
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2. IL CURRICULUM SCOLASTICO-FORMATIVO
Per coloro che sono alla ricerca del loro primo impiego, la redazione del curri-
culum può presentare alcune difficoltà dovute alla carenza di esperienze professio-
nali, alle quali, tuttavia, si può sopperire con una descrizione dettagliata del proprio
curriculum formativo, da cui far emergere al meglio le proprie potenzialità.
Adottando, dunque, il criterio attitudinale a cui si faceva pocanzi riferimento,
è bene riportare oltre agli studi tradizionali, tutte le altre esperienze formative ex-
trascolastiche realizzate: corsi di formazione professionale, corsi di lingue, corsi di
informatica, stage, tirocini, ma anche esperienze di volontariato, servizio civile,
ecc. avendo riguardo di descrivere più accuratamente possibile le diverse compe-
tenze acquisite e il relativo livello di padronanza posseduto, la qualifica conseguita,
l’attestato rilasciato.
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3. IL CURRICULUM EUROPEO
Non sempre è consigliabile utilizzare un modello personalizzato per la reda-
zione del proprio curriculum. Sempre più spesso, infatti, per partecipare a selezioni
e concorsi pubblici e domande di lavoro, soprattutto se all’estero, si richiede di
compilare il format del curriculum vitae europeo.
Istituito dalla Commissione Europea dal 2002, il CV europeo è un modello
standardizzato che consente di descrivere le esperienze di studio e di lavoro e le
competenze sviluppate da un individuo, sulla base di un formato condiviso e rico-
nosciuto in tutta Europa, facilitando in tal modo l’accesso alla formazione e all’oc-
cupazione in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea.
Nel 2005 il curriculum vitae europeo è stato affiancato dal curriculum vitae
Europass, destinato col tempo a sostituire il precedente. Tale modello è strutturato
sostanzialmente come il precedente, ad eccezione che per la sezione relativa alle
capacità e competenze personali, dove devono essere specificate le conoscenze lin-
guistiche ed informatiche.
Articolato anch’esso in sezioni, esso fornisce informazioni su:
- dati personali
- competenze linguistiche
- esperienze lavorative
- percorsi di istruzione e formazione
- competenze personali sviluppate anche al di fuori di percorsi formativi di
tipo tradizionale
Dal sito
http://europass.cedefop.europa.eu/europass/home/hornav/Downloadsnavigate.action
è possibile compilare on-line o scaricare il formato e reperire indicazioni utili per la
sua compilazione. Usando l’interfaccia proposta sul sito (disponibile in diverse
lingue), è possibile compilare e salvare il CV sul proprio computer in diverse ver-
sioni, aggiornarlo, stamparlo e inviarlo a diversi destinatari.
Se si intende utilizzare il formato Europass CV per cercare un lavoro in Italia è
necessario aggiungere l’autorizzazione al trattamento dei dati personali.
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235
Capitolo dodicesimo
La selezione. Le prove da superare
Se si è lavorato con metodo e tenacia e gli strumenti utilizzati per contattare le
aziende individuate sono stati efficaci, saremo convocati per un colloquio.
La fase della selezione è una complessa situazione di interazione tra due sog-
getti, i quali per raggiungere il proprio obbiettivo devono preliminarmente stu-
diarsi, sondarsi ed infine reciprocamente conoscersi.
È questo un momento di particolare tensione. Per il candidato è giunta final-
mente l’occasione di mettere alla prova sé stesso e tutte le sue potenzialità; prova
questa impegnativa se si vorrà far emergere con chiarezza, una motivazione forte
all’autorealizzazione.
Di grande impegno, però, anche per il selezionatore chiamato ad interpretare
una necessità funzionale dell’azienda.
Suo compito sarà quello di individuare l’elemento in grado di rispondere ade-
guatamente ai fini aziendali. Quindi, oltre che essere un problema umano, la scelta
da effettuare, è prima di tutto un problema di “operato strategicamente conforme
alle caratteristiche della propria organizzazione”.
Generalmente il colloquio sarà gestito direttamente dal responsabile della ditta
nel caso di piccole aziende (artigiane, studi professionali o esercizi commerciali),
dal responsabile del settore nel quale si verrà inseriti, nelle aziende di medie e
grandi dimensioni, in alternativa dalla società incaricata dall’azienda della ricerca e
selezione del personale.
1. LE FORME DI SELEZIONE
Gli strumenti generalmente più utilizzati dalle aziende per effettuare la sele-
zione dei propri collaboratori sono i seguenti: 1) Colloqui individuali; 2) Colloqui
di gruppo; 3) Questionari informativi; 4) Test psicologici.
1.1. Il colloquio individuale
Prima del colloquio
Per superare l’ansia del colloquio ed ottimizzare le proprie possibilità di successo, è buona
norma, nei giorni precedenti, definire tutti quegli aspetti che potrebbero influire sul buon esito
dell’incontro.
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Occorrerà, in primo luogo, riorganizzare le informazioni raccolte sull’azienda e sul settore in cui
opera (tipologia, dimensioni, contratto di lavoro applicato), sulla produzione (prodotto o servizio
offerto) e, infine, sulla commercializzazione (estensione della rete commerciale e giro di affari).
La conoscenza di questi elementi permetterà al candidato di gestire la conversazione in
modo più mirato, sottolineando gli aspetti del suo profilo più confacenti ai bisogni dell’azienda,
rispondendo con cognizione di causa alle domande che gli verranno poste e ponendo a sua volta
quesiti pertinenti, che denotino l’interesse e la forte la motivazione della candidatura.
Sarà buona norma poi, ripassare il curriculum vitae ed immaginare le domande che presu-
mibilmente verranno poste dal selezionatore.
Infine, si provvederà alla definizione di quegli aspetti più marginali che potremmo definire
di natura “organizzativa” come la raccolta di documenti che potrebbero essere richiesti (libretto
di lavoro, curriculum diplomi, attestati).
Non avendo il colloquio una struttura predefinita, non è possibile descriverne il suo ipote-
tico svolgimento, anche se è facile intuire che l’interlocutore porrà una serie di domande per co-
noscere la personalità dell’intervistato e le sue precedenti esperienze formative e professionali,
per verificare se queste soddisfino le necessità, gli stili, i valori e l’identità dell’azienda.
Non esistendo, dunque regole fisse, esse dipendono dall’interlocutore che si avrà di fronte e
dalla posizione per la quale ci si sta proponendo. Dal momento che non è sempre possibile im-
provvisare è bene tuttavia, prepararsi a rispondere ai quesiti più ricorrenti che riguardano la per-
sonalità, la conoscenza delle proprie potenzialità, le motivazioni ed aspettative personali.
Per illustrare le proprie esperienze professionali, è buona norma portare al colloquio copia
del proprio curriculum.
Durante il colloquio
L’atteggiamento più corretto da assumere di fronte ai quesiti che ci vengono posti è sen-
z’altro quello di aiutare i nostro interlocutore a capire chi siamo, rispondendo con la massima si-
curezza e sincerità.
In relazione alle precedenti esperienze di lavoro, è necessario soffermarsi su quali erano le
mansioni svolte e la posizione ricoperta, entrando nel dettaglio soltanto se l’intervistatore solle-
cita in tal senso.
È importante, in ogni caso, evitare di formulare critiche nei confronti dei precedenti datori
di lavoro, ed assumere, invece, un atteggiamento positivo nei confronti di tali esperienze, sottoli-
neando che esse hanno comunque arricchito il nostro bagaglio formativo. Il cambiamento pro-
fessionale è in ogni caso connesso all’obiettivo di migliorare la professionalità e la carriera.
Nel rispondere alle domande relative al lavoro proposto, è importante tenere presente che
da un’eventuale assunzione, potrebbe scaturire una reciproca collaborazione: è bene dunque mo-
strare di conoscere la realtà aziendale, sottolineando al tempo stesso come le nostre capacità po-
trebbero rappresentare un valido contributo alle necessità dell’organizzazione.
È buona norma, poi, assumere sempre un atteggiamento propositivo, cercando di instaurare
con l’interlocutore un buon rapporto: essere cortesi e rispettosi, ma mai troppo affabili e cordiali.
Infine, ricordarsi di seguire piccoli accorgimenti che potrebbero ugualmente aver un certo
peso sull’esito del colloquio: prima di tutto arrivare puntualmente all’incontro, curare l’aspetto e
dimostrare una buona padronanza della lingua italiana. Non sottovalutare, poi, il linguaggio del
corpo. Attenzione dunque alla postura, alla stretta di mano, ai cambiamenti del tono della voce.
È possibile che al termine del colloquio, il selezionatore riassuma le impressioni e i dati sa-
lienti dell’aspirante in una scheda profitto, ma non attendere una risposta immediata, perché po-
trebbero passare alcune settimane prima di avere un riscontro sull’esito dell’incontro.
237
238
1.2. Il colloquio di gruppo
Il colloquio di gruppo è la forma di selezione che mira a verificare la capacità
d’interazione sociale dei partecipanti. Più precisamente questa forma di selezione
mira ad individuare nei partecipanti:
- intelligenza sociale, vale a dire la capacità di interpretare l’ambiente ed in-
terlocutori nuovi
- impegno costruttivo, la capacità cioè di impiegare i propri mezzi e le proprie
risorse per la valorizzazione di un gruppo
- orientamento alla relazione, le strategie comportamentali volte a privilegiare
le relazioni interpersonali
- orientamento al risultato, cioè quella strategia comportamentale volta a pri-
vilegiare l’obiettivo
- capacità organizzative, cioè l’attitudine del soggetto a gestire la dinamica
del gruppo
- capacità di mediazione del conflitto, la capacità di saper attenuare eventuali
situazioni di contrasto
- ascendente, la capacità cioè di far accettare agli altri le proprie idee
- capacità di muoversi in situazioni di stress
La prova può avvenire in due forme: strutturata, destrutturata.
1) Nel primo caso i partecipanti sono chiamati ad impegnarsi in un compito da
svolgere o in un argomento da trattare, in un tempo prestabilito e alla presenza
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di due o più selezionatori. Quest’ultimi osservano le dinamiche di gruppo (for-
mazione di gruppi, individuazione di un leader e di gregari ecc.), che si svilup-
pano nel corso della discussione e da queste traggono elementi utili per indivi-
duare l’elemento più idoneo per la posizione da ricoprire. La difficoltà di questa
prova sta nel fatto che il suo superamento dipende per la gran parte da fattori in-
dipendenti dalle nostre capacità.
2) Nel secondo caso, i partecipanti vengono invitati a fare una presentazione di sé
stessi. La difficoltà di questa prova sta nella necessità di essere chiari, sintetici
ed esaurienti, che presuppone un buon processo di autovalutazione.
Nel primo caso, gli intervistatori ricaveranno il possesso di capacità di comu-
nicazione, persuasione e flessibilità; il secondo permette di rilevare il grado di
competitività e le abilità di comunicazione e di relazioni interpersonali.
Di norma, anche nell’intervista di gruppo, i selezionatori fanno uso di una gri-
glia per la registrazione delle osservazioni.
1.3. I questionari informativi
Rappresentano la forma più semplice di selezione e si compongono general-
mente di quattro sezioni:
1) la prima relativa ai dati anagrafici e composizione del nucleo familiare;
2) la seconda è dedicata alle proprie esperienze formative (scolastiche, extra-
scolastiche, corsi di lingua e scuole di specializzazione o di perfeziona-
mento);
3) la terza quella per la quale si consiglia massima cura nella compilazione,
dedicata ad una breve sintesi delle proprie esperienze professionali prece-
denti;
4) l’ultima sezione, infine, è dedicata alle aspettative ed esigenze personali
che si hanno nei confronti dell’azienda stessa.
1.4. I test
Si tratta di tutti quegli strumenti utilizzati spesso, in fase di selezione per effet-
tuare una prima scrematura dei candidati.
Essi misurano le variabili mentali e comportamentali di un individuo e confi-
gurano la sua personalità. Il loro maggior pregio sta nel garantire una base ogget-
tiva di conoscenza e comparazione tra i candidati.
Ne esistono di diversi tipi:
1) test attitudinali: valutano la capacità di una persona nell’espletamento di un
preciso compito. Le attitudini misurate possono essere di varia natura psi-
240
cosomatica se misurano i tempi di reazione nei confronti di alcuni stimoli
(destrezza, capacità di controllare i movimenti) e di natura “mentale” se mi-
surano il grado di attenzione e precisione del vocabolario o di soluzione dei
problemi aritmetici;
2) test di personalità: indagano sugli aspetti motivazionali, affettivi e compor-
tamentali che inducono a reagire nei confronti dell’ambiente in modo per-
sonale e prevedibilmente costante;
3) test di acquisizione: misurano il grado di conoscenza di un argomento da
parte del soggetto;
4) test logici: verificano specificatamente le capacità logiche e il quoziente ed
intellettivo dei partecipanti.
Qualora ci si trovi a dover affrontare dei test si consiglia di:
✓ Accertare il tempo a disposizione;
✓ Stabilire una tattica (ad esempio rispondere immediatamente soltanto ai
quesiti di cui si è sicuri);
✓ Chiarire col selezionatore il punteggio minimo da raggiungere.
Data la natura della prova in sé, non è facile dare indicazioni sul come prepa-
rarsi ad affrontare questa prova. L’unico consiglio che si può dare è quello di acqui-
sire familiarità con questa tecnica. In libreria si possono reperire numerosi testi che
illustrano le varie tipologie di test, con relativi esercizi e risultati.
2. LE SOCIETÀ DI SELEZIONE DEL PERSONALE
La fase di ricerca e selezione del personale può però anche essere gestita, su in-
carico dell’azienda, da strutture specializzate che vanno sotto il nome di agenzie di
selezione. Esse fungono da intermediarie tra le aziende e coloro che sono alla ricerca
di un impiego, ricercando determinati profili professionali per conto delle aziende.
I profili richiesti vanno dalle posizioni dirigenziali medie a posizioni qualifica-
te: diplomati, laureati, funzionari. Generalmente per la ricerca di personale qualifi-
cato esse utilizzano il canale delle inserzioni, le quali vengono pubblicate soprattut-
to nei quotidiani a tiratura nazionale o sulla stampa specializzata. I nominativi pre-
scelti vengono convocati per una prova selettiva, che può essere gestita dall’azienda
o appunto da tali agenzie specializzate.
Esse, inoltre, gestiscono un archivio dei curricula ricevuti e li conservano in
una banca dati, per un periodo minimo di sei mesi.
Stesso fine delle agenzie di selezione del personale è quello perseguito dai co-
siddetti “cacciatori di teste” con la sola differenza che questi si occupano prevalen-
temente di profili di alto e medio livello. Di solito non utilizzano il canale delle in-
serzioni, ma il contatto diretto.
241
Alcuni indirizzi di società di selezione
- C.V. Consulting Team
Specializzati in outplacement e selezione del personale.
- Deca & Associati
Svolge servizi di ricerca e selezione del personale.
- DOA Consult
Si occupa di consulenza nella ricerca e selezione di risorse umane.
- Etjca
Società di lavoro temporaneo che si occupa di ricerca, selezione, formazione e assun-
zione del personale per le aziende.
- Europerform
Si occupa di ricerca e selezione del personale. Offre l’inserimento del curriculum in una
banca dati.
- Gestioni e Management srl
Ricerca, selezione e formazione del personale.
- Gruppo Orienta
Consente alle persone di trovare offerte di lavoro e alle aziende di valutare una serie di
servizi nel campo delle risorse umane.
- iLaureati.it
Si occupa di selezione del personale, in particolare di laureandi e neo laureati.
- Incontro Lavoro
Società di consulenza attiva nella ricerca e selezione di personale qualificato a tempo in-
determinato per il settore industriale.
- Outsorcing Service
Si occupa di fornire personale temporaneo alle aziende. Opera soprattutto nella logistica,
nel settore ambientale e alberghiero.
- Percorsi & Professioni snc
Fornisce servizi alle aziende nel campo della selezione del personale.
- Pragma srl
Si occupa della ricerca e selezione del personale.
- Sintex srl
Si occupa di ricerca e selezione del personale.
- Skill Risorse Umane
Offre un supporto alle aziende nella ricerca del personale, nella gestione e valorizza-
zione delle risorse umane. Banca dati per ricerca offerte di lavoro.
- Star Job
Si occupa di risolvere i problemi dell’azienda legati al reperimento di manodopera gene-
rica e di qualità.
- WorkingDay
Società di recruiting internazionale esclusivamente dedicata agli studenti universitari ed
ai neolaureati in cerca di primo lavoro.
242
3. I “CACCIATORI DI TESTE”
Si definiscono così i consulenti di selezione che utilizzano la metodologia del-
l’head hunting appunto, diffusasi in ambito anglosassone a partire dai primi anni
Settanta. Inizialmente, tale metodo di selezione aveva come caratteristica princi-
pale quella di essere orientata solo a delle figure di altissimo profilo, essenzial-
mente legate all’area executive delle società. La peculiarità dell’head hunting stava
nella specificità dei professionisti di cui si andava alla ricerca all’interno di un
certo contesto aziendale. Specificità di competenze, di capacità gestionali, di attitu-
dini manageriali.
Primo passo da compiere insieme a chi ha commissionato la ricerca è quello di
stilare la cosiddetta target list, dove verranno indicate le aziende concorrenti o af-
fini che hanno al loro interno la figura che si sta ricercando. Si appronta, in tal
modo, la strategia di caccia che porterà il consulente di selezione ad individuare di-
rettamente i potenziali candidati.
Alcuni indirizzi di cacciatori di teste
- D&G C.so Matteotti, 9 Milano
- Eurosearch Via Cusani, 8 Milano
- Proper Via Frua, 21 Milano
- Spencer Stuart C.so Monforte, 36 Milano
- TMC C.so Vittorio Emanuele, 15 Milano
4. COME VALUTARE UNA PROPOSTA DI LAVORO
Quando finalmente arriva una proposta di lavoro, ognuno di noi deve essere
necessariamente libero di valutarla, basandosi esclusivamente su parametri e criteri
personali, che possono variare a seconda delle condizioni e del contesto in cui ci
muoviamo.
Nonostante il carattere estremamente personale di tale scelta, sarebbe oppor-
tuno tenere presente le seguenti indicazioni di massima:
1) prima di prendere qualsiasi decisione, bisogna avere ben chiari i termini
della proposta e quindi conoscere tutto ciò che è importante saper a propo-
sito dell’azienda che ci sta assumendo e sulla posizione che ci viene offerta
(tipo di contratto, mansioni, orari, retribuzione, possibilità di crescita);
2) valutare quanto la proposta ricevuta si discosta dagli obiettivi professionali
che avevamo fissato nel nostro progetto professionale. A questo proposito,
potrebbe essere utile riprenderlo in mano e confrontare il peso delle discor-
danze tra quanto avevamo sperato di raggiungere e quello che in realtà ci è
stato offerto. Soltanto se si accerta che la proposta soddisfa almeno i criteri
che ritenevamo imprescindibili e che gli scostamenti esistenti non rivestono
243
un gran peso, non ha senso indugiare ancora. Accettiamo il lavoro che ci
viene offerto. Sarà in ogni caso una preziosa occasione di crescita.
CONCLUSIONI
In conclusione, cos’altro è possibile consigliare ai giovani che si preparano ad
entrare nel mondo del lavoro?
L’attuale situazione del mondo del lavoro appare ancora fortemente caratteriz-
zata da un grave squilibrio tra domanda ed offerta che si traduce, sul fronte dell’of-
ferta, nelle sempre maggiori difficoltà di ottenere un impiego stabile e duraturo nel
tempo, mentre su quello della domanda, nella richiesta sempre più pressante di pro-
fili professionali altamente specialistici. La necessità per i lavoratori di adeguarsi
all’attuale realtà del mercato, dunque, impone di uniformarsi ad alcuni imperativi
categorici, divenuti quasi delle “parole chiave” per descrivere l’attuale realtà del
mercato del lavoro: flessibilità e mentalità orientata al cambiamento, mobilità geo-
grafica dei lavoratori, formazione permanente e soprattutto in alternanza.
Soprattutto nei periodi di modesta crescita economica come quello attuale,
quando il datore di lavoro, sia pubblico che privato, si trova a dover fronteggiare la
diminuzione dei carichi di lavoro, si impone un impiego più limitato delle risorse
umane a disposizione, circoscritto ai soli momenti di utilità e necessità. In questi
ultimi anni, dunque, si è cercato di realizzare la flessibilità nel mondo del lavoro at-
traverso l’introduzione di contratti di lavoro che limitano l’obbligo del datore di la-
voro di tenere presso di sé il lavoratore. Le norme di base dei vari modelli contrat-
tuali sono contenute, come abbiamo avuto occasione di dire, in alcune importanti
leggi, l’ultima delle quali è il decreto legislativo 276/2003, attuativo della legge de-
lega 30/2003 (nota come legge Biagi), che ha riformato il mercato del lavoro. La
regolamentazione di questi contratti è contenuta inoltre nei contratti collettivi di la-
voro, sottoscritti dalle associazioni dei datori di lavoro e dai sindacati, che hanno
provveduto a individuare i casi concreti in cui si può fare ricorso alle varie forme di
flessibilità, e le regole che determinano il funzionamento del rapporto di lavoro.
Tali contratti di lavoro flessibili, tuttavia, presentano dei vantaggi anche per i lavo-
ratori, ai quali offrono maggiori opportunità di trovare un impiego, anche se solo
per un limitato periodo di tempo. Lo svantaggio principale è, invece, rappresentato
dalla precarietà: cambiare continuamente lavoro, passare da un contratto all’altro,
con periodi che possono essere anche lunghi da un’occupazione all’altra, peggiora
la qualità della vita, e impedisce di programmare l’esistenza in modo soddisfa-
cente. Per i lavoratori le forme flessibili di lavoro dovrebbero essere un modo più
facile per accedere al mondo del lavoro, ma non dovrebbe essere il sistema che ca-
ratterizza l’intera vita lavorativa.
Conseguenza diretta di questo stato di cose è la necessità di acquisire una men-
talità orientata al cambiamento: un mondo del lavoro siffatto, infatti, accoglierà più
244
facilmente persone che siano in grado di “riciclarsi” più volte nel corso della loro
vita lavorativa, non solo in termini di “posto” di lavoro, ma anche in termini di
“tipo” di lavoro. Altro importante cambiamento di mentalità riguarda la disponibi-
lità ad accettare la mobilità geografica del lavoratore. Trasferirsi in un’altra città o
in un altro Paese può rappresentare un’esperienza grandemente formativa che con-
sente di acquisire un importante bagaglio professionale, contribuendo ad aumentare
le proprie chance lavorative.
Altra importante criticità riguarda la scarsa preparazione professionale dei giova-
ni: nonostante, infatti, lo sforzo in atto per migliorare la qualità e la quantità dell’of-
ferta scolastica e formativa, i giovani, oggi, si avvicinano spesso al mercato del lavo-
ro non adeguatamente attrezzati, in termini di conoscenze e di capacità operative.
A questo proposito, altro importante cambiamento di rotta è quello di non con-
siderare più lo studio un punto di arrivo, da abbandonare dopo il conseguimento del
titolo di studio, bensì di proseguire nell’acquisizione di conoscenze e competenze,
acquisendo una mentalità per cui la formazione deve accompagnare il lavoratore
per tutto l’arco della vita. Non fermarsi, dunque, al titolo di studio conseguito po-
trebbe essere un importante consiglio da rivolgere ai giovani. I titoli di studio, in-
fatti, oggi conseguibili rappresentano tutti un importante punto di partenza, perché
conferiscono una buona preparazione di base e una duttile forma mentis, anche se
nessuno, in linea di massima sembra veramente avvantaggiato rispetto agli altri, ai
fini di un futuro inserimento lavorativo. Investire in formazione, quindi, può rive-
larsi estremamente proficuo e formazione permanente deve diventare l’imperativo
al quale bisogna uniformarsi.
Come orientarsi però nelle scelte di studio da fare? Questo dipende natural-
mente in massima parte dalle peculiarità di ciascuno e dalle specifiche inclinazioni
ed interessi personali.
Per chi è diplomato, è possibile accedere alle seguenti proposte formative:
- frequentare un percorso di Istruzione e formazione superiore (IFTS), per-
corsi di alta formazione post-diploma, alternativi all’università. Hanno
l’obiettivo di creare figure professionali necessarie a settori produttivi carat-
terizzati da profonde trasformazioni tecnologiche e professionali. Per mag-
giori informazioni sui percorsi esistenti è possibile visitare il sito della Re-
gione per i corsi FSE e del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.
- frequentare corsi post-diploma, organizzati dalle Regioni o dalle province e
gestiti da Enti di formazione accreditati. Tali corsi, gratuiti e finanziati dal
FSE, prevedono periodi di alternanza (di norma uno stage). Al termine del
percorso viene rilasciato un diploma di qualifica superiore.
Per chi è laureato, è possibile scegliere tra numerose opportunità:
- proseguire gli studi per conseguire una laurea specialistica se si è in pos-
sesso della sola laurea triennale;
245
- frequentare un master di I o II livello, a seconda se si è conseguita una laurea
triennale o specialistica. È bene ricordare che oggi è possibile conseguire un
master anche attraverso l’istituto dell’apprendistato alto. Si tratta di un’op-
portunità molto interessante per i giovani che hanno la possibilità di conse-
guire un titolo di alta formazione e allo stesso tempo di inserirsi in un con-
testo lavorativo dove sperimentare le conoscenze apprese, percependo
inoltre uno stipendio. Per ricevere informazioni sui progetti in corso è bene
contattare le Università o gli Assessorati regionali competenti.
- se si è in possesso di una laurea specialistica di può decidere di conseguire
un master di II livello.
- coloro che, invece, desiderano diventare ricercatori, possono accedere ad un
dottorato di ricerca;
- per chi volesse, invece, seguire un percorso altamente professionalizzante
può decidere di frequentare un corso di formazione superiore post-laurea, in
aree specialistiche attinenti al titolo di studio conseguito o in alternativa in
aree complementari. Tali corsi, finanziati dal FSE, sono gratuiti e per infor-
mazioni è necessario rivolgersi agli assessorati regionali o provinciali.
Di fondamentale importanza poi l’apprendimento di una lingua straniera:
l’offerta formativa in tal senso è veramente enorme, l’importante è rivolgersi a strut-
ture di comprovata professionalità e serietà che rilascino attestati legalmente ricono-
sciuti, meglio se vi è la disponibilità di frequentare soggiorni di studio all’estero.
Parimenti importante la frequenza di corsi di informatica, per il consegui-
mento, ad esempio, della patente europea del computer (ECDL - European Com-
puter Driving Licence): un sistema di certificazioni che permette di attestare il li-
vello di preparazione e di abilità dell’utente nell’uso del computer. Per gli esperti
informatici invece esiste una nuova certificazione europea, l’EUCIP (European
Certification of It Professionals).
Per maggiori informazioni consultare il sito www.ecdl.it.
In questi ultimi anni, inoltre, si registra da parte delle aziende una enorme ri-
chiesta di personale qualificato in materia. Da tenere presente che in questo settore
i gradi di competenza sono sostanzialmente quattro:
- Operatore, con mansioni prevalentemente esecutive;
- Programmatore, esperto nella scrittura dei programmi e nel tradurre i pro-
blemi in comandi o istruzioni in un opportuno linguaggio;
- Analista che si occupa dello studio strutturale dei problemi da risolvere;
- Sistemista colui che concretamente coordina il lavoro di operatori, program-
matori e analisti.
Infine, sia il canale della formazione professionale, che consente di acquisire
competenze e qualifiche immediatamente spendibili nel mondo del lavoro, sia le
246
esperienze di alternanza studio-lavoro (l’apprendistato, lo stage, il tirocinio, le
work experiences, ecc.) rappresentano importanti opportunità da non trascurare per
avvicinarsi a gran passi al mondo del lavoro e raggiungere l’inserimento lavorativo.
GLOSSARIO
Ammortizzatori sociali
Strumenti di sostegno del reddito quando un’unità aziendale attraversa fasi di diffi-
coltà o di vera e propria crisi ed è costretta alla sospensione dell’attività lavorativa
o di un suo svolgimento a orario ridotto. Sono ammortizzatori sociali: la cassa inte-
grazione, l’indennità di mobilità e l’indennità di disoccupazione.
Anzianità contributiva
Totale della copertura contributiva ai fini pensionistici.
Apprendistato
Contratto di lavoro a causa mista perché il lavoratore presta la propria opera lavo-
rativa e riceve nello stesso tempo dall’azienda l’insegnamento necessario per quali-
ficarsi.
Riformato dal D.Lgs. 276/03 si distingue in A. per il diritto-dovere, A. professiona-
lizzante, A. per il conseguimento di un titolo di Alta formazione.
Assegni familiari
Prestazione istituita per sostenere le famiglie dei lavoratori dipendenti i cui redditi
siano al di sotto di determinate fasce di reddito, stabilite annualmente per legge.
Il diritto all’assegno e il relativo importo è proporzionale alla retribuzione percepita
e al numero dei componenti del nucleo familiare.
Assegno di invalidità
Misura di sostegno per il lavoratore la cui capacità lavorativa sia ridotta in modo
permanente a meno di 1/3 a causa di infermità o difetto fisico o mentale.
Associazioni di categoria
Associazioni tra gli imprenditori appartenenti ai diversi settori economici, costituite
con il fine di rappresentarne e tutelarne i rispettivi interessi.
Auto impiego
Lavoro autonomo che può realizzarsi attraverso la creazione di microimprese o la
libera professione.
Borsa Lavoro (o BCNL)
Rete integrata di strumenti, servizi, informazioni, documentazione per il mercato
del lavoro, introdotta dall’Art. 2, del D.lgs.276/03. Poggia essenzialmente su un
portale Internet, attraverso il quale raggiungere un efficace incrocio do-
manda/offerta finalizzato, in coerenza con gli indirizzi comunitari, a favorire la
maggior efficienza e trasparenza del mercato del lavoro.
247
Business Plan (Piano d’impresa)
Strumento per la presentazione organica ed efficace del progetto imprenditoriale.
Consente di evidenziare in fase di progettazione difficoltà e problemi e di verificare
in itinere l’andamento dell’attività intrapresa.
Busta paga
Prospetto da consegnare obbligatoriamente al lavoratore insieme alla retribuzione
nel quale sono indicati: il periodo lavorativo di riferimento, gli elementi che con-
corrono a formare la retribuzione lorda e le relative detrazioni.
Camera di commercio
Sono strutture presenti su tutto il territorio nazionale e forniscono alle aziende ser-
vizi di promozione per attività di informazione economico-territoriale, formazione,
tutele, assistenza, registrazione delle imprese, gestione di albi, ruoli elenchi, rila-
scio di atti, certificati autorizzazioni e licenze.
Cassa integrazione
Istituto che ha la funzione di integrare i guadagni dei lavoratori per le ore non lavo-
rate a causa di una riduzione dell’orario di lavoro normale o di sospensione del la-
voro.
Si distinguono due tipologie:
a) ordinaria: si applica in situazioni di sospensione a breve termine, non imputa-
bili all’imprenditore o ai lavoratori, oppure per temporanee difficoltà di mer-
cato;
b) straordinaria: si applica per periodi più lunghi: crisi aziendale, fallimento, ri-
strutturazione, riorganizzazione aziendale, liquidazione coatta amministrativa,
amministrazione straordinaria.
Categorie protette
Si definiscono tale gli invalidi civili, del lavoro (per infortunio o malattie professio-
nali) e di guerra; profughi, vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
CCNL
Abbreviazione di Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, vale a dire accordi stipu-
lati tra organizzazioni sindacali e associazioni dei datori di lavoro. Tali accordi ven-
gono periodicamente rinegoziati per stabilire le condizioni, economiche ed organiz-
zative, in cui si svolge l’attività lavorativa in un determinato settore.
Sul sito del CNEL è possibile consultare l’Archivio Nazionale dei Contratti Collet-
tivi di Lavoro.
Collocamento obbligatorio
Istituto che obbliga i datori di lavoro (imprese al di sopra dei 15 dipendenti) ad as-
sumere una determinata percentuale di appartenenti alle cosiddette categorie pro-
tette.
248
Colloquio di lavoro
Fase di selezione del lavoratore per opera di rappresentante dell’azienda (seleziona-
tore, capo del personale, titolare) per coprire il vuoto in organico. L’incontro è fina-
lizzato a valutare se il candidato sia in possesso dei requisiti richiesti per ricoprire
la posizione vacante.
Contratti di lavoro atipici
Forme di contratto di lavoro para-subordinato in cui non si costituisce un rapporto
di lavoro dipendente, ma in cui la collaborazione avviene in forma “autonoma” con
minori garanzie per il lavoratore.
Curriculum vitae
Documento compilato nell’ambito della ricerca del lavoro per essere inviato ai po-
tenziali datori di lavoro. Esso rappresenta la prima fonte informativa in base alla
quale un datore di lavoro o un selezionatore decide se è interessato ad esaminare un
candidato per valutarne l’assunzione.
Sul curriculum vanno indicati principalmente dati anagrafici, esperienze formative
e professionali pregresse.
Disoccupato
Colui che, avendo perso una precedente occupazione è alla ricerca di lavoro. Il dis-
occupato si definisce di lunga durata (DLD), se il suo stato di disoccupazione per-
mane da almeno 12 mesi.
Domanda di lavoro
È costituita dall’insieme delle richieste di lavoratori espresso dai datori di lavoro,
privati e pubblici. Rappresenta, in altre parole, il totale dei posti di lavoro che oc-
corrono in un dato momento nei diversi settori e comparti economici e produttivi.
Fondo Sociale Europeo
Strumento finanziario comunitario di politica sociale con il quale vengono finan-
ziati progetti ed attività volti a sviluppare le politiche attive del lavoro per combat-
tere la disoccupazione, aiutando l’inserimento dei giovani nella vita professionale,
promuovere le pari opportunità, migliorare la formazione professionale,
l’istruzione e l’orientamento.
Forza lavoro
È l’insieme delle persone occupate e di quelle in cerca di occupazione.
Giusta causa
Licenziamento causato da una grave violazione del lavoratore dei propri doveri
contrattuali (es. furto o danneggiamento volontario di impianti).
Giustificato motivo
Licenziamento determinato da fattori non imputabili né al lavoratore, né al datore
di lavoro (es. crisi aziendale o chiusura di un’attività dell’impresa).
249
Indennità di disoccupazione
Indennità a cui ha diritto qualsiasi lavoratore licenziato da imprese private o enti
pubblici.
Indennità di malattia
Prestazione economica che sostituisce la retribuzione percepita dai lavoratori di-
pendenti, privati e pubblici, durante le assenze per malattia. Sussiste, in capo al la-
voratore, l’obbligo di darne comunicazione al datore di lavoro e all’INPS tramite
l’invio di un certificato, entro due giorni, indicando l’indirizzo dove potrà essere
reperito per eventuali visite di controllo.
Informa giovani
Strutture convenzionate con i Comuni, che erogano servizi di informazione, orien-
tamento, placement.
Infortunio sul lavoro
Nel caso di incidente per motivi di lavoro dal quale derivi la morte o invalidità per-
manente o temporanea, deve essere presentata, da parte del dipendente o del datore
di lavoro, denuncia di infortunio, nei modi e nei tempi stabiliti dalla normativa.
I lavoratori infortunati hanno diritto ad avere gratuitamente tutte le cure fino alla
completa guarigione, oltre alle indennità previste.
Inoccupato
Persona alla ricerca di prima occupazione, non avendo mai svolto alcuna attività la-
vorativa.
INPS
Ente di previdenza pubblica che provvede all’erogazione delle pensioni (di vec-
chiaia, di invalidità, pensioni sociali), delle indennità di malattia o di maternità, di
disoccupazione, mobilità e cassa integrazione.
Intermediazione di manodopera
La Legge Biagi e il D.Lgs n. 276/2003 hanno previsto che l’attività di mediazione
tra la domanda e l’offerta di lavoro, la raccolta dei curricula, la preselezione e la
costruzione della relativa banca-dati, l’orientamento professionale, la progettazione
possa essere svolta oltre alle agenzie per il lavoro, anche dai Comuni, dalle Pro-
vince, dalle Camere di Commercio, dalle università, dagli istituti di istruzione se-
condaria, dalle associazioni dei datori di lavoro, dalle associazioni sindacali, e dagli
enti bilaterali.
Lavoratore svantaggiato
Il Regolamento della Commissione Europea n. 2204/2002 definisce lavoratore
svantaggiato colui che ha difficoltà a entrare nel mercato del lavoro; in particolare,
sono considerati tali:
- i giovani con meno di 25 anni o che abbiano terminato la formazione a tempo
250
pieno da non più di 2 anni e non abbiano ancora trovato un impiego regolarmente
retribuito;
- qualsiasi persona che abbia lasciato il lavoro da più di 2 anni per la difficoltà di
conciliare la vita lavorativa con la vita familiare;
- le persone adulte che vivono da sole con uno o più figli a carico;
- le persone disoccupate senza titolo di studio superiore o con un’età superiore ai
50 anni.
Lavori Socialmente Utili
Forma di impiego temporaneo istituiti dalla Legge 468/1997, finalizzata a dare so-
stegno economico a lavoratori che hanno perduto il posto di lavoro o a giovani che
possono così realizzare un’esperienza di lavoro, svolgendo attività a favore della
collettività.
Lavoro nero
E’ un rapporto di lavoro che contravviene alla normativa vigente sul lavoro. Gene-
ralmente tali violazioni hanno luogo quando il datore di lavoro non effettua
l’assunzione attraverso i Servizi per l’Impiego, omettendo di comunicare
l’assunzione, non vengono versati i contributi previdenziali, non viene consegnata
al lavoratore la busta paga.
Libretto formativo
Documento nel quale vengono registrate le competenze acquisite durante la forma-
zione in apprendistato, la formazione in contratto di inserimento, la formazione
specialistica e la formazione continua svolta durante l’arco della vita lavorativa, or-
ganizzata da soggetti accreditati dalle Regioni, come pure le competenze acquisite
secondo gli indirizzi stabiliti dall’Unione Europea in materia di formazione.
Licenziamento
Interruzione di un rapporto di lavoro per volontà del lavoratore o del datore di la-
voro. In entrambi i casi deve essere dato alla controparte il preavviso previsto nei
rispettivi contratti collettivi di categoria.
Mercato del lavoro
Indica idealmente il luogo d’incontro della domanda e offerta di lavoro.
Mobbing
Deriva dall’espressione latina “mobile vulgus“, che significa “gentaglia (mobile)”,
cioè “una folla disordinata”, soprattutto “dedita al vandalismo e alle sommosse”
che si stringe intorno a una persona per intimidirla o molestarla. In un contesto la-
vorativo indica una situazione di pressione psicologica esercitata nei confronti del
lavoratore, da superiori o colleghi, realizzata attraverso vessazioni, calunnie, an-
gherie finalizzate ad impedire la corretta esecuzione del lavoro stesso.
Mobilità del Lavoro
Spostamento di lavoratori all’interno dell’azienda (da un settore o altra unità pro-
251
duttiva) per esigenze connesse alla produzione o alle condizioni del mercato, ma
anche disponibilità a trasferirsi geograficamente in altra città o Paese.
Non profit
Locuzione giuridica di derivazione inglese (“Not for profit”) che significa senza
scopo di lucro. Indica il complesso delle organizzazioni costituite con lo scopo di
produrre beni o servizi, senza finalità di profitto o altro guadagno di tipo finanziario,
i cui avanzi di gestione sono interamente reinvestiti per gli scopi organizzativi.
Offerta di lavoro
Insieme dei soggetti che “offrono” lavoro sul mercato, cercando occupazione; di
contro le richieste provenienti dalle imprese che offrono posti di lavoro si definisce
domanda di lavoro.
Oneri sociali
Insieme dei versamenti obbligatori effettuati dai lavoratori per la gestione previ-
denziale, per gli infortuni, la malattia, la pensione.
Organizzazioni Non Governative ONG
Organizzazioni senza scopo di lucro che perseguono fini di interesse generale
(umanitario, politico, religioso).
ONLUS
Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale, di natura privatistica appartenenti
al terzo settore che perseguono fini solidaristici e senza scopo di lucro.
Le ONLUS sono generalmente organizzazioni di volontariato, organismi non
profit, cooperative sociali, organizzazioni non governative.
Orientamento professionale
Attività di supporto di tipo informativo-consulenziale, finalizzate a sostenere coloro
che si trovano a fronteggiare una transizione professionale (scuola/lavoro, disoccu-
pazione/lavoro, lavoro/lavoro) o ad accompagnare i giovani inoccupati nella co-
struzione di un progetto professionale personalizzato, attraverso l’individuazione
chiara di capacità, competenze e aspirazioni professionali.
Outsourcing
Termine anglosassone che significa letteralmente “approvvigionamento esterno” ed
usato in economia per indicare la pratica, sempre più diffusa dalle aziende e dalla
pubblica Amministrazione, di “esternalizzare” alcune fasi del processo produttivo,
cioè ricorrere a società esterne per gestire alcuni servizi interni (amministrazione,
servizi commerciali, servizi informatici, gestione magazzino, call center, ecc.).
Parti sociali
Rappresentanza del mondo delle imprese e delle organizzazioni dei lavoratori coin-
volte, in processi di consultazione, negoziazione e concertazione su determinate
materie.
252
Pensione di anzianità
Prestazioni previdenziali a cui ha diritto il dipendente, iscritto ad uno qualsiasi degli
istituti previdenziali obbligatori per legge, come ad esempio l’INPS. La pensione di
anzianità è quel particolare tipo di prestazione pensionistica che si può ottenere
prima di aver compiuto l’età pensionabile.
Pensione di inabilità
Prestazione previdenziale a cui ha diritto il lavoratore assicurato o titolare di as-
segno di invalidità che, a causa di infermità o difetto fisico, è impossibilitato in ma-
niera permanente a svolgere una qualsiasi attività lavorativa.
Pensione di reversibilità
Prestazione previdenziale che spetta al coniuge superstite del pensionato. I super-
stiti, aventi diritto alla pensione di reversibilità o indiretta, vengono stabiliti dalla
normativa pensionistica e non da quella sull’eredità.
Pensione integrativa
Prestazione aggiuntiva, rispetto a quella obbligatoria, che il lavoratore si costruisce
nei fondi pensione privati mediante la costituzione di una posizione previdenziale
individuale.
Placement
Indica l’attività di collocamento e d’inserimento in un contesto lavorativo.
PMI
Abbreviazione di Piccole e Medie Imprese, imprese indipendenti con un numero ri-
dotto di dipendenti che secondo la definizione dell’Unione Europea, indica un’a-
zienda con non più di 250 dipendenti, un fatturato annuo non superiore ai 40 mi-
lioni di euro e un bilancio complessivo non superiore ai 27 milioni di euro.
In Italia la CONFAPI è la Confederazione Italiana delle Piccole e Medie Imprese.
Qualifica professionale
Attestazione formale che viene rilasciata in base all’art. 14 della Legge 845/1978 a
coloro che hanno frequentato i corsi di formazione professionale che superano le
prove finali di esame. L’attestato di specializzazione è un attestato di qualifica che
si acquisisce dopo la partecipazione a corsi finalizzati ad approfondire professiona-
lità in settori tecnologicamente avanzati.
Riqualificazione
Acquisizione di nuove capacità professionali o approfondimento di quelle già pos-
sedute, maturate in ambito lavorativo o attraverso specifici corsi di formazione pro-
fessionale.
Stage o Tirocinio formativo
Periodo di formazione pratica presso un’azienda, realizzato durante o al termine di
un percorso di formazione.
253
Statuto dei lavoratori
Rappresenta il testo fondamentale che regola i rapporti di lavoro finalizzato a tute-
lare i diritti e le libertà dei lavoratori. La Legge n. 300/1970, che recepisce ed attua
le norme costituzionali in materia di lavoro.
Tasso di disoccupazione
Rapporto percentuale tra le persone alla ricerca di un’occupazione e la forza la-
voro.
Terzo settore
Organismi ed enti e associazioni di volontariato senza fini di lucro (ONG, le
ONLUS, le cooperative sociali) con natura giuridica privata, che non distribuiscono
utili a soci e si avvalgono di prestazioni di lavoro volontario.
Test attitudinale
Prova scritta costituita da gruppi di domande a risposta multipla utilizzate per la
valutazione delle capacità potenziali possedute da un determinato soggetto. I test
vengono utilizzati per valutare l’adeguatezza delle capacità di un individuo a svol-
gere una determinata attività.
Trattamento di fine rapporto
Indennità che il datore di lavoro deve corrispondere a ogni dipendente all’atto della
cessazione del rapporto di lavoro. Essa è proporzionale agli anni di servizio pre-
stato e alla retribuzione percepita.
255
BIBLIOGRAFIA
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A.A.A. Career book 2005 lavoro, Milano, Somedia.
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LOTITO F., Come trovare lavoro. Guida pratica dal curriculum all’assunzione, IALWEB, 2006.
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ZAN S., Logiche di azione organizzativa, Bologna, Il Mulino, 1998.
257
INDICE
Prima sezione:
IL LAVORO DI CUI SI È IN CERCA
Capitolo primo
Primi passi nella ricerca del lavoro. Introduzione alla ricerca ............................ 5
1. Il bilancio delle competenze ............................................................................................. 7
2. La costruzione del progetto professionale ................................................................... 8
Capitolo secondo
Elementi di scenario. I soggetti del mercato del lavoro ........................................... 11
1. Il mercato del lavoro .......................................................................................................... 11
2. Il rapporto di lavoro ........................................................................................................... 12
2.1. Le parti del rapporto di lavoro: il lavoratore .................................................................... 14
2.2. Le parti del rapporto di lavoro: il datore di lavoro .......................................................... 16
3. Gli altri soggetti del mercato del lavoro ...................................................................... 16
4. Le società ............................................................................................................................... 23
Capitolo terzo
L’incontro tra domanda ed offerta di lavoro.
Le strutture a servizio dell’utenza ................................................................................... 33
1. L’incrocio tra domanda ed offerta di lavoro ............................................................... 33
2. Il collocamento pubblico ................................................................................................... 33
3. Il collocamento privato ...................................................................................................... 40
Seconda sezione:
DISPONIBILITÀ E CONDIZIONI PER L’INSERIMENTO LAVORATIVO
Capitolo quarto
Settore pubblico o privato? Le vie d’accesso al mondo del lavoro ..................... 45
1. L’impiego nel settore pubblico ........................................................................................ 45
1.1. Le procedure concorsuali ................................................................................................. 48
1.2. L’assunzione delle basse qualifiche tramite avviamento dei centri per l’impiego
(art. 16 della legge n. 56/1987) ....................................................................................... 53
1.3. Le assunzioni dei disabili ................................................................................................. 55
2. L’impiego nel settore privato ........................................................................................... 63
2.1. La chiamata nominativa e diretta ..................................................................................... 63
2.2. L’intermediazione delle agenzie di collocamento private ............................................... 64
2.3. Le assunzioni obbligatorie ............................................................................................... 65
258
Capitolo quinto
Le forme del rapporto di lavoro. I contratti ................................................................ 67
1. Le diverse tipologie contrattuali ..................................................................................... 67
2. Il rapporto di lavoro subordinato ................................................................................... 68
2.1. Il contratto di lavoro a tempo indeterminato ................................................................... 69
2.2. Il contratto di lavoro a tempo determinato ...................................................................... 70
2.3. Il contratto di somministrazione lavoro ........................................................................... 72
2.4. Tempo pieno ..................................................................................................................... 74
2.5. Tempo parziale (o part-time) ............................................................................................ 75
2.6. Il contratto di lavoro intermittente (o lavoro a chiamata) ............................................... 76
2.7. Il contratto di lavoro ripartito (o job sharing) ................................................................. 77
2.8. Il telelavoro ....................................................................................................................... 78
2.9. Contratto di apprendistato ................................................................................................ 80
2.10. Il contratto d’inserimento ............................................................................................... 81
2.11. Verso l’occupazione ........................................................................................................ 83
3. Lavoro parasubordinato .................................................................................................... 84
3.1. Lavoro a progetto ............................................................................................................. 84
3.2. Lavoro occasionale ........................................................................................................... 87
3.3. Lavoro occasionale di tipo accessorio ............................................................................. 87
4. Lavoro autonomo ................................................................................................................. 88
Capitolo sesto
Il rapporto di lavoro dipendente. Le regole ................................................................. 91
1. Gli obblighi del lavoratore e i poteri del datore di lavoro ..................................... 92
2. L’orario di lavoro ................................................................................................................ 94
3. La retribuzione e gli elementi della busta paga ......................................................... 97
4. Le cause di sospensione del rapporto di lavoro ........................................................ 104
5. Le cause di estinzione del rapporto di lavoro ............................................................. 110
6. Il trattamento pensionistico .............................................................................................. 112
7. Il trattamento di fine rapporto (TFR) ............................................................................ 114
8. Ammortizzatori sociali ed incentivi all’occupazione ................................................. 117
8.1. Ammortizzatori sociali ..................................................................................................... 117
8.2. Incentivi all’occupazione .................................................................................................. 119
Terza sezione:
ALTRI ELEMENTI CHE INFLUENZANO LE SCELTE
Capitolo settimo
Studiare nei Paesi della UE. Le opportunità dei Programmi comunitari ........ 127
1. Le formalità prima della partenza ................................................................................. 127
2. Programmi di studio all’estero per studenti ............................................................... 129
3. Opportunità di tirocini per gli studenti (Leonardo Da Vinci) ................................ 135
4. Opportunità di tirocini per gli allievi della formazione professionale ............... 135
5. Servizio volontario, scambi multilaterali e altre iniziative
di organizzazioni giovanili ................................................................................................ 138
259
Capitolo ottavo
Lavorare nell’UE. Le opportunità e gli indirizzi ....................................................... 149
1. Le procedure d’ingresso dei cittadini comunitari nei paesi dell’UE ................... 150
2. L’esercizio delle professioni negli altri Paesi della UE .......................................... 151
3. Le procedure d’ingresso in Italia dei cittadini extracomunitari ........................... 152
3.1. Il visto d’ingresso ............................................................................................................. 153
3.2. Il permesso di soggiorno .................................................................................................. 154
3.3. Le procedure di assunzione .............................................................................................. 155
3.4. I titoli di prelazione .......................................................................................................... 155
3.5. Proseguire gli studi in Italia ............................................................................................. 156
4. La ricerca del lavoro nei Paesi dell’Unione Europea ............................................. 158
4.1. I canali istituzionali .......................................................................................................... 158
4.2. La stampa .......................................................................................................................... 162
4.3. Pubblicazioni .................................................................................................................... 162
4.4. Internet .............................................................................................................................. 163
4.5. Strutture per l’incontro tra domanda ed offerta ............................................................... 165
5. I lavori stagionali ................................................................................................................ 168
6. Realizzare uno stage all’estero ........................................................................................ 170
6.1. Stage in azienda ................................................................................................................. 171
6.2. Stage nelle Istituzioni europee e nelle organizzazioni internazionali ............................ 171
6.3. Lavorare nelle Istituzioni dell’Unione Europea .............................................................. 172
7. Il curriculum europeo ......................................................................................................... 174
Capitolo nono
Studio e lavoro nel Terzo settore. Le opportunità e gli indirizzi ......................... 175
1. La forma giuridica delle organizzazioni ...................................................................... 176
2. Le figure professionali del Terzo settore ...................................................................... 179
3. La formazione per il Terzo settore ................................................................................. 181
3.1. La formazione universitaria .................................................................................... 182
3.2. La formazione delle organizzazioni non governative ...................................... 184
4. Il reclutamento del personale .......................................................................................... 185
5. Realizzare un’esperienza di volontariato ..................................................................... 186
6. La dimensione internazionale del volontariato .......................................................... 188
7. L’auto-candidatura ............................................................................................................. 191
8. Il Servizio civile volontario .............................................................................................. 191
Quarta sezione:
MODI E TEMPI DELLA RICERCA
Capitolo decimo
La ricerca del lavoro. Strategie, strumenti e metodi ................................................ 197
1. Il lavoro “offerto” e il lavoro “cercato” ..................................................................... 197
2. La valutazione del “lavoro offerto” .............................................................................. 198
2.1. La stampa .......................................................................................................................... 198
260
2.2. La televisione .................................................................................................................... 203
2.3. Internet .............................................................................................................................. 204
2.4. Attenzione alle truffe ........................................................................................................ 211
3. L’auto-promozione .............................................................................................................. 213
3.1. La rete dei rapporti personali ........................................................................................... 213
3.2. Le strutture territoriali ...................................................................................................... 215
3.3. Le fonti scritte ................................................................................................................... 217
3.4. Le manifestazioni ............................................................................................................. 218
3.5. Il contatto con le aziende ................................................................................................. 220
Capitolo undicesimo
Il curriculum vitae. Contenuti e stili di redazione ..................................................... 225
1. La redazione del curriculum ............................................................................................ 225
1.1. La struttura del curriculum ............................................................................................... 226
1.2. Gli aspetti formali del curriculum .................................................................................... 229
2. Il curriculum scolastico-formativo ................................................................................. 230
3. Il curriculum europeo ......................................................................................................... 231
Capitolo dodicesimo
La selezione. Le prove da superare .................................................................................. 235
1. Le forme di selezione .......................................................................................................... 235
1.1. Il colloquio individuale .................................................................................................... 235
1.2. Il colloquio di gruppo ....................................................................................................... 238
1.3. I questionari informativi ................................................................................................... 239
1.4. I test ................................................................................................................................... 239
2. Le società di selezione del personale ............................................................................ 240
3. I “Cacciatori di teste” ....................................................................................................... 242
4. Come valutare una proposta di lavoro ......................................................................... 242
CONCLUSIONI .............................................................................................................................. 243
GLOSSARIO .................................................................................................................................. 246
BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................. 255
INDICE ........................................................................................................................................... 257
261
Pubblicazioni 2002-2007
nella collana del CNOS-FAP e del CIOFS/FP
“STUDI, PROGETTI, ESPERIENZE PER UNA NUOVA FORMAZIONE PROFESSIONALE”
ISSN 1972-3032
1. Nella sezione “studi”
CIOFS/FP (a cura di), Atti del XIV seminario di formazione europea. La formazione professionale per
lo sviluppo del territorio. Castel Brando (Treviso), 9 - 11 settembre 2002, 2003
CIOFS/FP (a cura di), Atti del XV seminario di formazione europea. Il sistema dell’istruzione e for-
mazione professionale nel contesto della riforma. Significato e percorsi, 2004
CIOFS/FP (a cura di), Atti del XVI seminario di formazione europea. La formazione professionale
fino alla formazione superiore. Per uno sviluppo in verticale di pari dignità, 2005
CIOFS/FP SICILIA (a cura di), Vademecum. Strumento di lavoro per l’erogazione dei servizi orienta-
tivi, 2003
CIOFS/FP SICILIA (a cura di), Opportunità occupazionali e sviluppo turistico dei territori di Catania,
Noto, Modica, 2004
CNOS-FAP (a cura di), Gli editoriali di “Rassegna CNOS” 1996-2004. Il servizio di don Stefano Co-
lombo in un periodo di riforme, 2004
MALIZIA G. - D. NICOLI - V. PIERONI (a cura di), Ricerca azione di supporto alla sperimentazione della
FPI secondo il modello CNOS-FAP e CIOFS/FP. Rapporto finale, 2002
MALIZIA G. - V. PIERONI (a cura di), Ricerca azione di supporto alla sperimentazione della FPI se-
condo il modello CNOS-FAP e CIOFS/FP. Rapporto sul follow - up, 2003
MALIZIA G. (coord.) - D. ANTONIETTI - M. TONINI (a cura di), Le parole chiave della formazione pro-
fessionale, 2004
RUTA G., Etica della persona e del lavoro, 2004
D’AGOSTINO S. - G. MASCIO - D. NICOLI, Monitoraggio delle politiche regionali in tema di istruzione
e formazione professionale, 2005
PIERONI V. - G. MALIZIA (a cura di), Percorsi/progetti formativi “destrutturati”. Linee guida per
l’inclusione socio-lavorativa di giovani svantaggiati, 2005
NICOLI D. - G. MALIZIA - V. PIERONI, Monitoraggio delle sperimentazioni dei nuovi percorsi di istru-
zione e formazione professionale nell’anno formativo 2004-2005, 2006
MALIZIA G. (coord.) - D. ANTONIETTI - M. TONINI (a cura di), Le parole chiave della formazione pro-
fessionale. II edizione, 2006
MALIZIA G. - V. PIERONI, Le sperimentazioni per la formazione iniziale del diritto-dovere nei CFP del
CNOS-FAP e del CIOFS/FP della Sicilia. Rapporto di ricerca, 2007
CIOFS/FP (a cura di), Atti del XVIII seminario di formazione europea. Standard formativi nell’istru-
zione e nella formazione professionale. Roma,7-9 settembre 2006, 2007
RUTA G., Etica della persona e del lavoro, Ristampa 2007
COLASANTO M. - R. LODIGIANI (a cura di), Il ruolo della formazione in un sistema di welfare attivo,
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MALIZIA G. et alii, Stili di vita di allievi/e dei percorsi formativi del diritto-dovere, 2007
MALIZIA G. - V. PIERONI, Le sperimentazioni per la formazione iniziale del diritto-dovere nei CFP del
CNOS-FAP e del CIOFS/FP del Lazio. Rapporto di ricerca, 2007
NICOLI D. - R. FRANCHINI, Costruzione dell’identità personale e sociale negli adolescenti e nei gio-
vani. La proposta dell’Istruzione e formazione professionale, 2007
NICOLI D., La rete formativa nella pratica educativa della Federazione CNOS-FAP, 2007
MALIZIA G. et alii, Diritto-dovere all’istruzione e alla formazione e anagrafe formativa. Problemi e
prospettive, 2007
PELLEREY M., Processi formativi e dimensione spirituale e morale della persona. Dare senso e pro-
spettiva al proprio impegno nell’apprendere lungo tutto l’arco della vita, 2007
BELLESI L. - C. DONATI, Giovani e percorsi professionalizzanti: un gap da colmare? Rapporto finale,
2007
262
2. Nella sezione “progetti”
ASSOCIAZIONE CIOFS/FP PIEMONTE (a cura di), L’accoglienza nei percorsi formativo-orientativi. Un
approccio metodologico e proposte di strumenti, 2003
ASSOCIAZIONE CIOFS/FP PIEMONTE (a cura di), Le competenze orientative. Un approccio metodolo-
gico e proposte di strumenti, 2003
BECCIU M. - A.R. COLASANTI, La promozione delle capacità personali. Teoria e prassi, 2003
CIOFS/FP CAMPANIA (a cura di), OrION tra orientamento e network, 2004
CIOFS/FP PIEMONTE (a cura di), L’accoglienza nei percorsi formativo-orientativi. Un approccio me-
todologico e proposte di strumenti, 2003
CIOFS/FP PIEMONTE (a cura di), Le competenze orientative. Un approccio metodologico e proposte di
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CIOFS/FP - CNOS-FAP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati. Co-
munità professionale alimentazione, 2004
CIOFS/FP - CNOS-FAP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati. Co-
munità professionale aziendale e amministrativa, 2004
CIOFS/FP - CNOS-FAP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati. Co-
munità professionale commerciale e delle vendite, 2004
CIOFS/FP - CNOS-FAP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati. Co-
munità professionale estetica, 2004
CIOFS/FP - CNOS-FAP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati. Co-
munità professionale sociale e sanitaria, 2004
CIOFS/FP - CNOS-FAP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati. Co-
munità professionale tessile e moda, 2004
CIOFS/FP (a cura di), Un modello per la gestione dei servizi di orientamento, 2003
CIOFS/FP BASILICATA, L’orientamento nello zaino. Percorso nella scuola media inferiore. Diffusione
di una buona pratica, 2004
CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati. Co-
munità professionale elettrica e elettronica, 2004
CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati. Co-
munità professionale grafica e multimediale, 2004
CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati. Co-
munità professionale legno e arredamento, 2005
CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati. Co-
munità professionale meccanica, 2004
CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati. Co-
munità professionale turistica e alberghiera, 2004
CNOS-FAP (a cura di), Centro Risorse Educative per l’Apprendimento (CREA). Progetto e guida alla
compilazione delle unità didattiche, 2003
COMOGLIO M. (a cura di), Prova di valutazione per la qualifica: addetto ai servizi di impresa. Proto-
tipo realizzato dal gruppo di lavoro CIOFS/FP, s.d.
FONTANA S. - G. TACCONI - M. VISENTIN, Etica e deontologia dell’operatore della FP, 2003
GHERGO F., Guida per l’accompagnamento al lavoro autonomo, 2003
MARSILII E., Guida per l’accompagnamento al lavoro dipendente, 2003
NICOLI D. (a cura di), Linee guida per la realizzazione di percorsi organici nel sistema dell’istruzione
e della formazione professionale, 2004
NICOLI D. (a cura di), Sintesi delle linee guida per la realizzazione di percorsi organici nel sistema
dell’istruzione e della formazione professionale, 2004
TACCONI G. (a cura di), Insieme per un nuovo progetto di formazione, 2003
VALENTE L. - D. ANTONIETTI, Quale professione? Strumento di lavoro sulle professioni e sui percorsi
formativi, 2003
NICOLI D. (a cura di), Il diploma di istruzione e formazione professionale. Una proposta per il per-
corso quadriennale, 2005
VALENTE L. (a cura di), Sperimentazione di percorsi orientativi personalizzati, 2005
POLACEK K., Guida e strumenti di orientamento. Metodi, norme ed applicazioni, 2005
263
CNOS-FAP (a cura di), Proposta di esame per il conseguimento della qualifica professionale. Per-
corsi triennali di Istruzione formazione Professionale, 2005
BECCIU M. - A.R. COLASANTI, La corresponsabilità CFP-famiglia: i genitori nei CFP. Esperienza
triennale nei CFP CNOS-FAP (2004-2006), 2006
CNOS-FAP (a cura di), Centro Risorse Educative per l’Apprendimento (CREA). Progetto e guida alla
compilazione dei sussidi, II edizione, 2006
NICOLI D. - G. TACCONI, Valutazione e certificazione degli apprendimenti. Ricognizione dello stato
dell’arte e ricerca nella pratica educativa della Federazione CNOS-FAP. I volume (in stampa)
MARSILII E., Dalla ricerca al rapporto di lavoro. Opportunità, regole e strategie (in stampa)
GHERGO F., Guida per l’accompagnamento al lavoro autonomo. Una proposta di percorsi per la crea-
zione di impresa. II edizione (in stampa)
3. Nella sezione “esperienze”
CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 1. Guida per l’accoglienza, 2003
CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 2. Guida per l’accompagnamento in iti-
nere, 2003
CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 3. Guida per l’accompagnamento finale,
2003
CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 4. Guida per la gestione dello stage, 2003
CIOFS/FP PUGLIA (a cura di), ORION. Operare per l’orientamento. Un approccio metodologico con-
diviso e proposte di strumenti, 2003
TONIOLO S., La cura della personalità dell’allievo. Una proposta di intervento per il coordinatore
delle attività educative del CFP, 2005
COMOGLIO M. (a cura di), Il portfolio nella formazione professionale. Una proposta per i percorsi di
istruzione e formazione professionale, 2006
ALFANO A., Un progetto alternativo al carcere per i minori a rischio. I sussidi utilizzati nel Centro po-
lifunzionale diurno di Roma, 2006
MALIZIA G. - D. NICOLI - V. PIERONI, Una formazione di successo. Esiti del monitoraggio dei percorsi
sperimentali triennali di istruzione e formazione professionale in Piemonte 2002-2006. Rapporto
finale, 2006