L’analisi dei fabbisogni formativi e occupazionali costituisce un’attività imprescindibile, preliminare alla programmazione e/o progettazione di interventi formativi, in quanto permette di raccordare la proposta formativa alle esigenze espresse dal mercato del lavoro. Gli approcci, le fonti, i metodi – sia quantitativi, sia qualitativi - e gli strumenti utilizzabili sono i più diversi, e dipendono anche dall’ambito e dal livello di analisi necessario per ottenere elementi utili. Ad esempio, un’analisi dei fabbisogni può essere effettuata in ambito aziendale oppure istituzionale, può avere come riferimento il livello locale, quello nazionale e sempre più anche quello internazionale, può approfondire le esigenze di un singolo settore o comparto produttivo, oppure essere mirata a individuare i fabbisogni più ricorrenti e diffusi di formazione e le principali direttrici della domanda di lavoro. In molti casi, può essere opportuno anche tenere conto dei fabbisogni espressi dai singoli cittadini, a prescindere dalle richieste di competenze e figure professionali espresse dal mondo del lavoro. Essa può essere effettuata prendendo in considerazione rilevazioni, studi e ricerche già realizzate da altri (analisi desk) oppure prevedere anche un’indagine ad hoc di tipo quantitativo (ad esempio tramite somministrazione di un questionario) e/o approfondimenti qualitativi, tramite ad esempio interviste e focus group (indagine di campo).

Nell’ambito del sistema di formazione professionale, l’analisi dei fabbisogni formativi e occupazionali è un elemento fondamentale per la predisposizione di strategie e politiche di sviluppo delle competenze delle forze di lavoro, che siano coerenti con le richieste del mercato del lavoro, in termini sia quantitativi sia qualitativi: ad esempio, in relazione alla formazione iniziale, quante unità di una determinata figura professionale verranno assorbite da mercato del lavoro, oppure quali sono le figure richieste e con quali competenze. La continua e accelerata evoluzione del mercato del lavoro, la transizione digitale ed ecologica in atto, le dinamiche demografiche e la rapida evoluzione tecnologica rendono complessa tale analisi, in quanto diventa sempre più necessario essere in grado di prefigurare gli scenari futuri, “anticipando” i fabbisogni del sistema produttivo e sociale e le sue dinamiche di sviluppo, al fine di individuare su quali professioni e competenze investire. Secondo la tassonomia adottata dal Cedefop, gli esercizi di anticipazione dei fabbisogni possono essere ricondotti a quattro grandi gruppi: 

  1. esercizi di valutazione (Skills assessment) - L’informazione può essere di tipo quantitativo (es. mutamento nel numero di persone occupate in una professione, o in un livello di qualifica), o qualitativo (es. informazioni descrittive sul cambiamento del profilo di competenze di un determinato lavoro); 
  2. previsioni quantitative su base statistica e econometrica (Skills forecast); 
  3. previsioni qualitative (Skills foresight);
  4. altre pratiche di skills anticipation quali ad esempio, studi e proiezioni su specifici aspetti e tematiche, fonti di dati relativamente recenti (es. dati amministrativi, big data), e/o diverse prospettive di analisi (es. studi di tracciamento di laureati e diplomati, tasso di ritorno delle qualifiche). 

Per un organismo formativo una prima ed essenziale antenna delle dinamiche del mercato del lavoro e delle professioni è costituita sicuramente dalle fitte e assidue relazioni con le realtà produttive a livello locale e nazionale. Difficilmente però le imprese sono in grado di individuare ed esprimere fabbisogni complessi ed evoluti, che vadano al di là delle esigenze contingenti. Ancora più arduo, soprattutto se si considera il reticolo di piccole e piccolissime imprese che costituiscono l’ossatura portante del sistema produttivo italiano, è riuscire a ricavare dalle diverse realtà con cui si viene in contatto, una vision complessiva e una precisa idea delle nuove o rinnovate figure professionali che si stanno affacciando sull’orizzonte del mercato del lavoro. A chi programma e progetta formazione è dunque richiesta la capacità di saper interpretare le sollecitazioni e le richieste derivanti dai contatti territoriali, alla luce di elementi di contesto e studi e analisi di più ampio respiro, finalizzati a delineare i più probabili scenari occupazionali e professionali facendo leva su informazioni e valutazioni di varia natura, desunte da analisi desk e specifiche indagini quali-quantitative di campo, quali ad esempio, le dimensioni strutturali totale e settoriali delle realtà produttive e del sistema socioeconomico nel suo complesso; la mappatura di prodotti/servizi e processi produttivi che caratterizzano l’attuale scenario; le dinamiche economiche e occupazionali e l’identificazione delle tendenze e drivers futuri; i fattori chiave di cambiamento nell’economia e nella società, da un lato, e nella missione, nell’organizzazione, nella produzione di prodotti/servizi; le conseguenti trasformazioni dei ruoli e dei compiti professionali e la loro aggregazione in specifici profili professionali. Importante, nella definizione di una programmazione o progettazione formativa è anche poter disporre di feedback a seguito dell’erogazione di una determinata formazione, ad esempio, in merito agli esiti occupazionali dei formati. Le trasformazioni in atto e la rapidità dell’innovazione tecnologica e dei mutamenti del mondo del lavoro stanno gradualmente traslando il focus dell’analisi dei fabbisogni dalle figure professionali, sia pur declinate (anche) in temini di competenze, alle singole competenze, soprattutto quando l’esercizio di analisi è finalizzato ad anticipare tali fabbisogni, eventualmente poi ricondotte a specifiche figure professionali. La centralità del concetto di competenza – e la correlata strategicità dell’analisi dei fabbisogni professionali e di competenze è evidente nelle recenti politiche europee.

Già a partire dalla Skills Agenda del 2016 la Commissione Europea ha individuato la necessità di migliorare l’analisi dei fabbisogni professionali e di competenze al fine di poter disporre di una base informativa adeguata allo sviluppo delle skills. Tale obiettivo è stato ribadito con forza nella Nuova Agenda per le Competenze del 2020, in quanto “fondamento dello sviluppo delle competenze e della riqualificazione”. Attraverso i lavori del Cedefop, l’Unione Europea mette a disposizione, per chi programma e progetta attività formative, diverse tipologie di analisi dei fabbisogni formativi e professionali: previsioni quantitative come, l’European Skills Forecast e l’European Skills Index, basate su modelli econometrici che utilizzano dati nazionali armonizzati; indagini campionarie periodiche (European skills and jobs survey) e sondaggi (European Company survey); studi e analisi di approfondimento su dinamiche settoriali e tematiche che hanno un forte impatto sulla domanda di competenze, che in tempi recenti si sono focalizzati ovviamente sulle competenze green e su quelle digitali (Skills egreen economy e Digitalisation, the future of work); il lavoro di monitoraggio sugli skills che emergono dagli annunci di lavoro online (Ovate). In Italia, sono diversi gli studi e le attività di analisi e anticipazione dei fabbisogni professionali e occupazionali – a livello nazionale, o settoriale, ma spesso anche con focus territoriali, a disposizione dei decisori e dei progettisti di formazione, quali fonti imprescindibili per ricostruire il contesto - più o meno ampio – di riferimento per l’elaborazione della proposta formativa. Tra le indagini ricorrenti, con una prospettiva di analisi di breve-medio periodo, è possibile citare quella il Sistema informativo Excelsior, realizzato da ANPAL e Unioncamere, che fornisce, a seguito di indagini ricorrenti presso le imprese, dati e informazioni quanti-qualitative sulle esigenze in termini di profili professionali, livelli d’istruzione, competenze, ecc. nonché diverse pubblicazioni di approfondimento su specifici temi, settori o livelli di istruzione. Dal 2010, Excelsior fornisce anche previsioni sul fabbisogno occupazionale a medio termine (orizzonte quinquennale), tramite un modello econometrico multisettoriale e con un approccio analogo a quello seguito a livello europeo dal Cedefop. L’obiettivo è quello appunto di fornire informazioni per chi si occupa di programmazione formativa, ma anche di orientare le scelte dei giovani e delle loro famiglie. 


Bibliografia 

Cedefop, Next generation skills intelligence for more learning and better matching, Policy Brief, 2024 https://www.cedefop.europa.eu/files/9190_en.pdf (ultimo accesso dicembre 2024). 
Unioncamere – Anpal, Sistema Informativo Excelsior, Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2023-2027), 2023 https://excelsior.unioncamere.net/pubblicazioni/2023/previsioni-dei-fabb...(ultimo accesso dicembre 2024). 
Anpal Servizi, La rilevazione dei fabbisogni professionali e formativiApprocci e metodologie adottati in Europa e casi studio di Francia e Regno Unito - Linea Benchmarking Nazionale e Internazionale Direzione Studi e Ricerche, 2021 https://www.sviluppolavoroitalia.it/documents/d/sli/bollettino-bni-mensi... (ultimo accesso dicembre 2024). 
Inapp, Banca dati, Atlante del lavoro e delle qualificazioni.


Autore
Claudia Donati
 Esperta di processi formativi, Responsabile area scuola e formazione presso la Fondazione CENSIS. È Dirigente di ricerca, ha curato numerose pubblicazioni sui temi della scuola, della formazione e del lavoro. È responsabile della realizzazione del capitolo “Processi formativi” dell’annuale Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese.


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