Il nostro Paese si sta dotando di una disciplina e di una serie di strumenti per l’individuazione, la validazione e la certificazione delle competenze, sia acquisite in percorsi di istruzione e formazione, sia acquisite in contesti non formali e informali. Già contemplata in numerosi documenti europei, dalla dichiarazione di Copenaghen del 2002 alla raccomandazione del Consiglio del 2008, l’esigenza di attivare sistemi di riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze emerge in Italia almeno sin dalla Legge n. 196 del 1997, che prevedeva di definire le modalità di certificazione delle competenze acquisite con la formazione professionale. Salvo alcune Regioni che si dotarono di repertori e sistemi di certificazione con anticipo, è tuttavia solo con la Legge Fornero, la n. 92 del 2012 che si avviano i lavori per la definizione a livello nazionale della disciplina per la costruzione di un sistema nazionale di certificazione delle competenze. È il D.lgs. n. 13/2013 che disegna il sistema pubblico di certificazione delle competenze, mentre il D.M. del 30 giugno 2015 definisce un quadro operativo per il riconoscimento a livello nazionale delle qualificazioni regionali nell’ambito del Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali. In tale contesto teso ad instaurare un sistema di certificazione delle competenze, l’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni (atlantelavoro.inapp.org) è il punto di riferimento istituzionale che da un lato intende descrivere le diverse attività lavorative e dall’altro elenca le diverse qualificazioni dei sistemi formativi regionali e nazionali. Le certificazioni delle competenze riguardano infatti tutti e solo i percorsi formativi riconosciuti da un cosiddetto ente titolare del processo di certificazione, cioè Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ministero del Lavoro, Ministero dello sviluppo economico e Regioni. L’Atlante del Lavoro è l’esito di un lavoro condotto a partire dal 2013 dal Gruppo tecnico presieduto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con INAPP e composto dai rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dalle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, in riferimento all’obiettivo di attivare sistemi di certificazione delle competenze comunque acquisite, come previsto dal D.lgs n. 13/2013.
Come è strutturato
L’atlante del lavoro e delle qualificazioni si compone di tre sezioni:
1) Atlante del Lavoro, che raccoglie la ricostruzione dei processi di lavoro. I contenuti sono consultabili attraverso uno schema di classificazione ad albero che, a partire dai Settori economico - professionali (SEP), identifica all’interno di essi i principali processi di lavoro a loro volta suddivisi in Sequenze di processo e Aree di attività (ADA). L’ADA contiene la descrizione analitica delle singole attività che la costituiscono ed i risultati lavorativi attesi. Le ADA sono anche arricchite da “schede di caso”, cioè da casi esemplificativi e descrittivi delle attività lavorative. Inoltre, ciascuna ADA si correla ai codici statistici delle classificazioni ISTAT relativi alle professioni (CP2011) ed alle attività economiche (ATECO) di riferimento.
2) Atlante e Qualificazioni, che contiene il Repertorio complessivo a livello nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle Qualificazioni professionali e rappresenta il quadro di riferimento in Italia per la certificazione delle competenze. Il Repertorio è costituito da tutti i repertori dei titoli di istruzione e formazione, e delle Qualificazioni professionali rilasciati in Italia da un ente titolare.
La sezione Atlante e Qualificazioni è organizzata in tre sezioni:
- Secondo ciclo di istruzione, dove si trova in particolare il repertorio delle qualifiche e dei diplomi professionali di IeFP. Vi è anche una parte sui percorsi di istruzione, al momento vuota;
- Istruzione superiore, dove si trova in particolare il repertorio dei diplomi ITS, AFAM e le lauree universitarie. Anche in questo caso la parte AFAM e Università è priva di informazioni;
- Formazione professionale regionale e IFTS, che raccoglie il repertorio dei diplomi IFTS nonché tutti i repertori regionali, formalmente adottati dalle Regioni e Province Autonome, punto di riferimento per la progettazione e la certificazione dei percorsi di formazione non ricompresi in uno specifico repertorio come lo sono invece la IeFP, gli IFTS e gli ITS.
I diversi repertori elencano i profili od i percorsi di formazione descrivendoli per competenze, eventualmente articolati in conoscenze ed abilità/capacità. Possono essere oggetto di certificazione unicamente le competenze riferite a qualificazioni ricomprese in tale repertorio nazionale, che ha l’obiettivo di raccogliere in una stessa cornice le qualificazioni rilasciate dai diversi segmenti del sistema nazionale dell’apprendimento permanente: scuola, università, istruzione e formazione professionale, formazione professionale regionale. Ogni qualificazione inserita nel Repertorio rimanda ad una Area di attività (ADA), e quindi ad un processo e ad un settore dell’Atlante del Lavoro. Le ADA rappresentano quindi l’elemento di riferimento comune tra i diversi repertori regionali. Dall’associazione di ciascuna qualificazione regionale alle ADA, e ai risultati attesi, scaturisce la tabella delle equivalenze o correlazioni che costituisce il fondamento per il riconoscimento a livello nazionale delle qualificazioni regionali, per la loro certificazione e per il riconoscimento di crediti.
3) Atlante e professioni. Tale sezione raccoglie i profili dell’apprendistato professionalizzante come definiti dai diversi CCNL, nonché tutte le professioni il cui esercizio è disciplinato da una specifica norma. Sono inoltre presenti due sezioni, al momento in aggiornamento, riferite alle qualificazioni regionali abilitanti all’esercizio di un’attività professionale ed alle professioni non organizzate in ordini o collegi.
Alcune considerazioni
L’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni è un importante lavoro di analisi e di correlazione dei diversi repertori regionali, ma non è al momento il punto di riferimento unico per le certificazioni delle competenze dei percorsi di formazione professionale regionale. Queste, infatti, come si diceva sopra, fanno riferimento ai Repertori definiti dalle singole Regioni e sono punto di riferimento, fin dalla progettazione per competenza, per i percorsi formativi oltre che per la certificazione delle competenze in esito. Ciò rappresenta un elemento di permanente frammentazione del sistema che si evidenzia soprattutto laddove questo incrocia soggetti o policy che agiscono sul livello nazionale. Sarebbe sicuramente stato più utile lavorare fin dal 2013 per un unico repertorio nazionale, evitando la proliferazione di repertori regionali delle qualificazioni dei profili e delle competenze per la formazione professionale, sul modello statunitense di o*net (www.onetonline.org), unico repertorio di profili e competenze a livello federale. Non vi è tuttavia dubbio che l’Atlante del Lavoro oggi consentirebbe di ricondurre in un quadro nazionale unitario tutti i repertori di qualificazione, che al momento restano regionali. L’Atlante ha operato un raccordo tra i diversi repertori regionali. La visione unitaria nella sezione Atlante del Lavoro è forte di 908 ADA, 6.832 attività e 9.083 schede di caso. È quindi già possibile giungere ad una loro unificazione in modo relativamente semplice. Il nodo per cui ciò non accade quindi non pare tanto tecnico, quanto politico-istituzionale. Sotto tale sguardo, si ritiene auspicabile superare i diversi repertori regionali, poiché non vi sono differenze sostanziali nei profili lavorativi tra una Regione e l’altra. Ciascuna Regione ben potrebbe fare riferimento nella disciplina della formazione professionale all’unico repertorio nazionale, mantenendo la propria libertà in ordine all’utilizzo del repertorio. Certamente, in tale prospettiva, le Regioni dovranno poter mantenere un ruolo nella evoluzione continua dell’unico repertorio nazionale. Per loro natura i repertori di competenze sono strumenti dinamici, che necessitano di cambiamenti continui, dovendo rispecchiare i cambiamenti che avvengono nel mondo del lavoro. I livelli regionali devono avere la garanzia di poter contribuire alla costante manutenzione del repertorio nazionale, a partire dalle proposte delle parti sociali e degli enti di formazione accreditati.
Tale passaggio per altro potrebbe portare ad un aumento significativo dei profili e delle competenze del repertorio che potrebbe essere utilizzato a livello regionale, rispetto a repertori regionali che in parte appaiono quanto meno incompleti se non del tutto assenti. Alcuni passi in tale direzione sono stati effettivamente compiuti, in particolare collegati a policy di livello nazionale. Il Ministero del Lavoro, con il Fondo nuove competenze negli ultimi anni ha coinvolto anche i fondi interprofessionali nell’organizzazione dell’attività formativa per il personale dipendente, dando come riferimento per la progettazione e la certificazione dei percorsi formativi proprio l’Atlante del lavoro e delle qualificazioni nella sua totalità. Altro elemento di arricchimento necessario dell’Atlante del lavoro e delle qualificazioni è una sezione di competenze base e trasversali che oggi è inadeguata. Infatti, sia il Programma GOL sia il Fondo nuove competenze hanno dovuto richiamare altri repertori per la progettazione di percorsi formativi nell’area delle competenze funzionali e di base con particolare riguardo alle competenze digitali, alle competenze di literacy, alle competenze numeracy-financial facendo riferimento agli standard internazionali di riferimento (Digcomp, QCER, PIAAC…). Un unico repertorio di riferimento potrebbe anche aiutare a superare quella che a ben guardare si potrebbe definire come il rischio maggiore per il sistema di certificazione delle competenze ed i relativi repertori e cioè la scollatura con il mondo del lavoro nella sua concretezza. Ad oggi si è cercato di ovviare a ciò attraverso il coinvolgimento delle parti sociali nella manutenzione dei repertori, ma è evidente che una convergenza tra contrattazione collettiva e repertorio dei profili e delle competenze aumenterebbe strutturalmente la convergenza tra la formazione professionale ed il mondo del lavoro.
Un linguaggio comune tra CCNL, formazione professionale e certificazione delle competenze aumenterebbe il riconoscimento sociale e quindi il valore d’uso della stessa certificazione delle competenze.
Bibliografia
Gotti E., Formazione continua, Atlante del lavoro e certificazione delle competenze, in Nuova Professionalità, III/5 2022.
Mazzarella R. - Mallardi F. - Porcelli R., Atlante lavoro. Un modello a supporto delle politiche dell’occupazione e dell’apprendimento permanente, in Sinappsi, 7, n. 2-3, pp. 7-26, 2017.
Mazzarella R. - R. Porcelli, Procedura per la manutenzione (aggiornamento e sviluppo) dell’Atlante del lavoro e delle qualificazioni con riferimento al Decreto interministeriale del 30 giugno 2015, settembre 2017.
Autore
Eugenio Gotti Esperto di Politiche del Lavoro e della Formazione.
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