Istruzione obbligatoria e libertà di educazione in Europa

  1. Istruzione e formazione in Europa. Obiettivo “equità” per il successo[1]

Il “colpo d’occhio sull’istruzione”, fornito dall’OCSE con Education at a Glance, si basa, ad esempio, sulla qualità dei risultati di apprendimento degli studenti, correlati alle scelte politiche di investimento sull’istruzione e ad altri fattori che modellano questi risultati.

I dati del programma internazionale PISA (Programme for International Student Assesment) contestualmente a quelli dell’indagine sulle competenze degli adulti PIAAC (Programme for International Assesment of Adult Competencies) e a quelli sull’insegnamento TALIS (Teaching and Learning International Survey) hanno progressivamente contribuito a costruire il concetto di “qualità dell’istruzione” alla base degli stessi obiettivi del Goal 4 dell’Agenda ONU 2030.

Indicatori, obiettivi e azioni

La Commissione Europea utilizza questi stessi dati, ed altri raccolti autonomamente con il suo Ufficio Statistico (Eurostat), per focalizzare l’attenzione sui sette obiettivi prioritari per i sistemi scolastici europei, già costantemente monitorati per il decennio 2010-2020, ma resi ancora più urgenti in fase post pandemica.

Si tratta di raccogliere e rilanciare l’eredità di una scelta di collaborazione fra Stati membri dell’UE nel perseguire una qualità dei sistemi educativi capace di fornire a tutti i cittadini europei le competenze per affrontare le sfide del XXI secolo.

Tabella n. 1 Indicatori e obiettivi per il monitoraggio

Nr.

Indicatore strutturale

Obiettivi entro il 2030

Indagine internazionale

1

Percentuale di studenti quindicenni che non raggiungono competenze di base 

Sotto il 15%

OCSE PISA

2

Percentuale di studenti in uscita dalla scuola secondaria di primo grado con risultati insufficienti nelle competenze digitali

Sotto il 15%

IEA ICILS

3

Percentuale di bambini iscritti all’ECEC (da 3 e non da 4)

Almeno il 96%

EUROSTAT

4

Percentuale e abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione

Sotto il 9%

EUROSTAT

5

Percentuale di giovani dai 25 ai 34 anni che completano l’istruzione terziaria

Almeno il 45%

EUROSTAT

6

Esposizione al sistema duale dei diplomati dell’IFP ovvero percentuale di studenti che fruiscono di un training lavorativo mentre studiano

Almeno il 60% entro il 2025

EUROSTAT

EU LFS (Labour Force Survey)

7

Percentuale di adulti (25 – 64 anni) che partecipano all’apprendimento permanente

Almeno il 47% entro il 2025

EUROSTAT

I sistemi scolastici europei, grazie all’utilizzo di indicatori comuni, possono contare sulle informazioni relative ai risultati ottenuti dalla cooperazione in tema di istruzione e formazione anche grazie alle riforme nazionali realizzate e in progress. È bene notare come gli ultimi due obiettivi abbiano una scadenza temporale più ravvicinata ad indicare che sono vigilati speciali per la buona riuscita del quadro strategico di Europa 2030, suddiviso in due cicli di lavoro: il primo dal 2021 al 2025, destinato alla realizzazione dello Spazio Europeo dell’Istruzione, e il secondo fino al 2030.

A stabilire il calendario è stata la CE con la sua Comunicazione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni sulla realizzazione dello Spazio Europeo dell’Istruzione entro il 2025 del 30 settembre 2020. E il monitoraggio sui progressi ottenuti, come si evidenzia nella successiva Comunicazione del 18 novembre 2022, è tuttora attivo anche in funzione della verifica di come si stiano applicando i dispositivi per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell’UE alle azioni previste e se ci siano state le riforme a livello nazionale, volte a favorire una ripresa sostenibile e inclusiva. Per i decisori politici, peraltro, non è difficile inferire dai risultati delle indagini a quali riforme di sistema sia più urgente mettere mano.

  1. Agenda 20230 e scuola

Che cos’è l’Agenda 2030

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritta il 25 settembre 2015 dai Governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU.

L’Agenda è costituita da 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.

Questo programma rappresenta una buona base comune da cui partire per costruire un mondo diverso e dare a tutti la possibilità di vivere in un pianeta sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico.

In parole povere i governanti del mondo hanno deciso di cambiare rotta rispetto alle politiche attuate sino ad oggi.

Gli obiettivi fissati per lo sviluppo sostenibile hanno una validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura.

Gli obiettivi previsti, chiamati goals, sono 17 e fanno riferimento ad un insieme di questioni importanti per lo sviluppo, prendendo in considerazione in maniera equilibrata le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile:

  • economica;
  • sociale;
  • ecologica

L’obiettivo è porre fine alla povertà, lottare contro l’ineguaglianza, affrontare i cambiamenti climatici e costruire società più inclusive.

I goals od obiettivi sono i seguenti:

Goal 1: Sconfiggere la povertà

Goal 2: Sconfiggere la fame

Goal 3: Salute e benessere

Goal 4: Istruzione di qualità

Goal 5: Parità di genere

Goal 6: Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

Goal 7: Energia pulita e sostenibile

Goal 8: Lavoro dignitoso e crescita economica

Goal 9: Imprese, innovazione e infrastrutture

Goal 10: Ridurre le disuguaglianze

Goal 11: Città e comunità sostenibili

Goal 12: Consumo e produzione responsabilità

Goal 13: Lotta contro il cambiamento climatico

Goal 14: Vita sott’acqua

Goal 15: Vita sulla terra

Goal 16: Pace, giustizia e istituzioni solide

Goal 17: Partnership per gli obiettivi

La sostenibilità non è una questione puramente ambientale.

Vi è sempre più consapevolezza nella società civile, nel mondo delle imprese, nei governi nazionali, nelle amministrazioni e nell’opinione pubblica della necessità di adottare un approccio integrato e misure concrete per affrontare le numerose e complesse sfide socio-economiche, ambientali e istituzionali.

L’attuazione dell’Agenda 2030 richiede, infatti, un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura.

Tutti i Paesi sono chiamati a impegnarsi per definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli obiettivi fissati, comunicando i risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dall’ONU.

Ciascun Paese viene infatti valutato annualmente in sede ONU attraverso l’attività dell’High-level Political Forum (HLPF), che ha il compito di valutare i progressi, i risultati di ogni Stato.

Ogni quattro anni si svolge un dibattito sull’attuazione dell’Agenda 2030 in sede di Assemblea Generale dell’ONU, alla presenza di capi di Stato e di governo: la prima verifica di questo tipo è stata realizzata nel settembre 2019.

In questo contesto, anche l’Unione europea è impegnata nel recepimento e definizione dei principi dell’Agenda di sviluppo sostenibile.

Le modalità di declinazione degli obiettivi a livello comunitario sono destinate a rappresentare un’indicazione importante per i Paesi membri nella definizione finale dei rispettivi obiettivi strategici.

In Italia è stata istituita la Cabina di regia “Benessere Italia”, l’organo della Presidenza del Consiglio cui spetta il compito di “coordinare monitorare, misurare e migliorare le politiche di tutti i ministeri nel segno del benessere dei cittadini”.

L’Italia si è dunque dotata di una governance per l’Agenda 2030, uno strumento che consente al Governo di promuovere un benessere equo e sostenibile attraverso la definizione di nuovi approcci e nuove politiche.

A livello nazionale lo strumento di coordinamento dell’attuazione dell’Agenda 2030 è rappresentato dalla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), approvata dal CIPE con delibera n. 108/2017.

Si tratta di un provvedimento che prevede un aggiornamento triennale e “che definisce il quadro di riferimento nazionale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione di tipo ambientale e territoriale per dare attuazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”.

Il piano strategico è strutturato in cinque aree di intervento, corrispondenti alle “5P” dello sviluppo sostenibile proposte dall’Agenda 2030, ciascuna delle quali contiene scelte strategiche e obiettivi strategici per l’Italia, correlati agli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

Le 5 P stanno per:

  • Persone: contrastare povertà ed esclusione sociale e promuovere salute e benessere per garantire le condizioni per lo sviluppo del capitale umano;
  • Pianeta: garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali, contrastando la perdita di biodiversità e tutelando i beni ambientali e colturali;
  • Prosperità: afferrare modelli sostenibili di produzione e consumo, garantendo occupazione e formazione di qualità;
  • Pace: promuovere una società non violenta ed inclusiva, senza forme di discriminazione. Contrastare l’illegalità;
  • Partnership: intervenire nelle varie aree in maniera integrata.

Dal punto di vista della partecipazione della società civile e della diffusione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, un ruolo fondamentale spetta all’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).

Un’organizzazione creata nel 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”, che ha come scopo la diffusione, a livello sociale ed istituzionale, della conoscenza e della consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

L’ASviS redige annualmente un rapporto in cui vengono presentate sia un’analisi dello stato di avanzamento dell’Italia, rispetto all’Agenda 2030 e agli obiettivi di sviluppo sostenibile, sia proposte per l’elaborazione di strategie che possano assicurare lo sviluppo economico e sociale del Paese.

L’Agenda 2030 e la scuola: il goal 4

Per ciò che concerne la materia dell’istruzione, l’Agenda 2030 la prende in considerazione nel goal n. 4 intitolato: “Istruzione di qualità” intesa come necessità di fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti e che a sua volta prevede diversi target specifici e strumenti di attuazione da perseguire.

I target sono indicati con una doppia cifra in cui la prima cifra indica il macrobiettivo che in questo caso è il 4, cioè il goal “istruzione di qualità”, la seconda è l’indicazione progressiva degli obiettivi (quindi avremo 4.1; 4.2; 4.3, ecc.), oppure sono indicati anche con una cifra ed una lettera (ad esempio 4.a; 4.b, ecc.).

Nello specifico i target e gli strumenti di attuazione sono i seguenti:

4.1) Entro il 2030, assicurarsi che tutti i ragazzi e le ragazze completino una istruzione primaria e secondaria libera, equa e di qualità che porti a rilevanti ed efficaci risultati di apprendimento;

4.2) Entro il 2030, assicurarsi che tutte le ragazze e i ragazzi abbiano accesso a uno sviluppo infantile precoce di qualità, alle cure necessarie e all’accesso alla scuola dell’infanzia, in modo che siano pronti per l’istruzione primaria;

4.3) Entro il 2030, garantire la parità di accesso per tutte le donne e gli uomini ad una istruzione a costi accessibili e di qualità tecnica, ad una istruzione professionale e di terzo livello, compresa l’università;

4.4) Entro il 2030, aumentare sostanzialmente il numero di giovani e adulti che abbiano le competenze necessarie, incluse le competenze tecniche e professionali, per l’occupazione, per lavori dignitosi e per la capacità imprenditoriale;

4.5) Entro il 2030, eliminare le disparità di genere nell’istruzione e garantire la parità di accesso a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale per i più vulnerabili, comprese le persone con disabilità, le popolazioni indigene e i bambini in situazioni vulnerabili;

4.6) Entro il 2030, assicurarsi che tutti i giovani e una parte sostanziale di adulti, uomini e donne, raggiungano l’alfabetizzazione e l’abilità di calcolo;

4.7) Entro il 2030, assicurarsi che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso, tra l’altro, l’educazione per lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili, i diritti umani, l’uguaglianza di genere, la promozione di una cultura di pace e di non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile:

4.a) Costruire e adeguare le strutture scolastiche in modo che siano adatte alle esigenze dei bambini, alla disabilità e alle differenze di genere e fornire ambienti di apprendimento sicuri, non violenti, inclusivi ed efficaci per tutti;

4.b) Entro il 2020 (quindi questo punto include strumenti che già devono essere implementati) espandere sostanzialmente a livello globale il numero di borse di studio a disposizione dei Paesi in via di sviluppo, in particolare dei Paesi meno sviluppati, dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo e dei Paesi africani, per l’iscrizione all’istruzione superiore, comprendendo programmi per la formazione professionale e della tecnologia dell’informazione e della comunicazione, tecnici, ingegneristici e scientifici, nei Paesi sviluppati e in altri Paesi in via di sviluppo;

4.c) Entro il 2030, aumentare notevolmente l’offerta di insegnanti qualificati, anche attraverso la cooperazione internazionale per la formazione degli insegnanti nei Paesi in via di sviluppo, in particolare nei Paesi meno sviluppati e nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo.

Un ruolo molto importante per la realizzazione ed il monitoraggio dell’Agenda 2030 in ambito scolastico è affidato all’INDIRE che, a tale fine, ha creato uno specifico portale denominato Scuola2030.indire.it che offre materiali di auto-formazione, contenuti e risorse, per portare in classe un’educazione ispirata ai valori e alla visione dell’Agenda 2030.

Scuola 2030 nasce dalla collaborazione fra MIUR, INDIRE, e ASviS per contribuire alla realizzazione del goal n. 4 e le risorse del sito pubblico Scuola2030.indire.it sono liberamente consultabili, mentre i contenuti per l’auto-formazione sono accessibili a tutti i docenti tramite autenticazione con credenziali di tipo SPID.

3. Istruzione obbligatoria in Europa

Eurydice Europa aggiorna in modo costante la durata dell’istruzione/formazione obbligatoria in Europa (anno 2023). Vengono sottolineate le età di inizio e di fine del percorso di istruzione/formazione e vengono distinti i concetti di istruzione/formazione obbligatoria a tempo pieno e a tempo parziale per ciascun paese.

Le informazioni, che si riferiscono all’anno scolastico 2023/2024, sono disponibili per i 39 sistemi educativi europei, che coprono i 37 paesi partecipanti al programma dell’UE Erasmus+. 

 

[1] Leonilde Maloni, in Notizie della scuola, 4/5 del 2023 e disponibile nel sito del CNOS-FAP nella sezione Catalogo delle attività formative – Istruzione e formazione in Europa.

[2] Cfr. Comunicazione della Commissione Europea COM (2020) 625 final.

[3] Imparare la legislazione scolastica. Il metodo di Joe Perantozzi, Maggiori Editore, luglio 2023

 

4. La libertà di scelta educativa in Europa

Perché amo la scuola

Dal discorso al mondo della scuola italiana, Piazza San Pietro 10 maggio 2014

[…] Sappiamo bene che ci sono problemi e cose che non vanno, lo sappiamo. Ma voi siete qui, noi siamo qui perché amiamo la scuola. E dico «noi» perché io amo la scuola, io l’ho amata da alunno, da studente e da insegnante. E poi da Vescovo. Nella Diocesi di Buenos Aires incontravo spesso il mondo della scuola, e oggi vi ringrazio per aver preparato questo incontro. […]

Perché amo la scuola? Proverò a dirvelo. Ho un’immagine. Ho sentito qui che non si cresce da soli e che è sempre uno sguardo che ti aiuta a crescere. E ho l’immagine del mio primo insegnante, quella donna, quella maestra, che mi ha preso a sei anni, al primo livello della scuola. Non l’ho mai dimenticata. Lei mi ha fatto amare la scuola. E poi io sono andato a trovarla durante tutta la sua vita fino al momento in cui è mancata, a 98 anni. E quest’immagine mi fa bene! Amo la scuola, perché quella donna mi ha insegnato ad amarla. Questo è il primo motivo perché io amo la scuola.

Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe essere! Ma non sempre riesce ad esserlo, e allora vuol dire che bisogna cambiare un po’ l’impostazione. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E noi non abbiamo diritto ad aver paura della realtà! La scuola ci insegna a capire la realtà. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E questo è bellissimo! Nei primi anni si impara a 360 gradi, poi piano piano si approfondisce un indirizzo e infine ci si specializza. Ma se uno ha imparato a imparare - è questo il segreto, imparare ad imparare! - questo gli rimane per sempre, rimane una persona aperta alla realtà! Questo lo insegnava anche un grande educatore italiano, che era un prete: don Lorenzo Milani.

Gli insegnanti sono i primi che devono rimanere aperti alla realtà - ho sentito le testimonianze dei vostri insegnanti; mi ha fatto piacere sentirli tanto aperti alla realtà - con la mente sempre aperta a imparare! Perché se un insegnante non è aperto a imparare, non è un buon insegnante, e non è nemmeno interessante; i ragazzi capiscono, hanno «fiuto», e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, «incompiuto», che cercano un «di più», e così contagiano questo atteggiamento agli studenti. Questo è uno dei motivi perché io amo la scuola.

Un altro motivo è che la scuola è un luogo di incontro. Perché tutti noi siamo in cammino, avviando un processo, avviando una strada. E ho sentito che la scuola – l’abbiamo sentito tutti oggi – non è un parcheggio. È un luogo di incontro nel cammino. Si incontrano i compagni; si incontrano gli insegnanti; si incontra il personale assistente. I genitori incontrano i professori; il preside incontra le famiglie, eccetera. È un luogo di incontro. E noi oggi abbiamo bisogno di questa cultura dell’incontro per conoscerci, per amarci, per camminare insieme. E questo è fondamentale proprio nell’età della crescita, come un complemento alla famiglia. La famiglia è il primo nucleo di relazioni: la relazione con il padre e la madre e i fratelli è la base, e ci accompagna sempre nella vita. Ma a scuola noi «socializziamo»: incontriamo persone diverse da noi, diverse per età, per cultura, per origine, per capacità. La scuola è la prima società che integra la famiglia. La famiglia e la scuola non vanno mai contrapposte! Sono complementari, e dunque è importante che collaborino, nel rispetto reciproco. E le famiglie dei ragazzi di una classe possono fare tanto collaborando insieme tra di loro e con gli insegnanti. Questo fa pensare a un proverbio africano tanto bello: «Per educare un figlio ci vuole un villaggio». Per educare un ragazzo ci vuole tanta gente: famiglia, insegnanti, personale non docente, professori, tutti! Vi piace questo proverbio africano? Vi piace? Diciamolo insieme: «Per educare un figlio ci vuole un villaggio!». Insieme! «Per educare un figlio ci vuole un villaggio!». E pensate a questo.

E poi amo la scuola perché ci educa al vero, al bene e al bello. Vanno insieme tutti e tre. L’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla. E nell’educazione è tanto importante quello che abbiamo sentito anche oggi: è sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca! Ricordatevelo! Questo ci farà bene per la vita. Diciamolo insieme: «È sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca. Tutti insieme! È sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca!».

La missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di tanti «ingredienti». Ecco perché ci sono tante discipline! Perché lo sviluppo è frutto di diversi elementi che agiscono insieme e stimolano l’intelligenza, la coscienza, l’affettività, il corpo, ecc. Per esempio, se studio questa piazza, Piazza San Pietro, apprendo cose di architettura, di storia, di religione, anche di astronomia – l’obelisco richiama il sole, ma pochi sanno che questa piazza è anche una grande meridiana.

In questo modo coltiviamo in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate. Se una cosa è vera, è buona ed è bella; se è bella, è buona ed è vera; e se è buona, è vera ed è bella. E insieme questi elementi ci fanno crescere e ci aiutano ad amare la vita, anche quando stiamo male, anche in mezzo ai problemi. La vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita!

E finalmente vorrei dire che nella scuola non solo impariamo conoscenze, contenuti, ma impariamo anche abitudini e valori. Si educa per conoscere tante cose, cioè tanti contenuti importanti, per avere certe abitudini e anche per assumere i valori. E questo è molto importante. Auguro a tutti voi, genitori, insegnanti, persone che lavorano nella scuola, studenti, una bella strada nella scuola, una strada che faccia crescere le tre lingue, che una persona matura deve sapere parlare: la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani. Ma, armoniosamente, cioè pensare quello che tu senti e quello che tu fai; sentire bene quello che tu pensi e quello che tu fai; e fare bene quello che tu pensi e quello che tu senti. Le tre lingue, armoniose e insieme! Grazie ancora agli organizzatori di questa giornata e a tutti voi che siete venuti. E per favore... per favore, non lasciamoci rubare l’amore per la scuola! Grazie!