Il termine attitudine è spesso usato in modo intercambiabile con quello di atteggiamento. Tuttavia, soprattutto nel mondo del lavoro i due termini hanno significati diversi. In inglese attitude va tradotto come atteggiamento, mentre aptitude va tradotto come attitudine, dal latino aptus, adatto a svolgere una certa attività. Di qui anche una certa confusione. In sintesi: l’atteggiamento è un modo di pensare o di sentire riguardo a qualcosa o qualcuno, può essere positivo, negativo o neutrale; l’attitudine è la predisposizione a fare qualcosa, la capacità o l'abilità di fare qualcosa. Come suggerisce l’origine latina del termine (aptus) ci si riferisce soprattutto a una predisposizione a fare qualcosa, l’abilità a svolgere un’attività. È facile distinguere i due termini tenendo conto che a esempio uno abile nel suonare il pianoforte può non essere facilmente disposto a farlo. Così per tante altre cose. Nel linguaggio ordinario si parla di persone adatte a svolgere un certo lavoro, perché dotate delle fondamentali qualità richieste. Tra queste le attitudini fanno riferimento soprattutto a predisposizioni in gran parte innate. Occorre comunque precisare che varie potenzialità originarie delle persone non vengono coltivate e non possono manifestarsi per le condizioni socioculturali nelle quali si è inseriti. Gli studi recenti sulle capabilities hanno evidenziato il ruolo decisivo di tali condizioni nello sviluppo delle capacità potenziali dei singoli. Proprio per il riferimento che le attitudini hanno nei riguardi di un’attività o di un ambito di lavoro si possono identificare attitudini di tipo sportivo, sociale, professionale, culturale, ecc. Ne sono nati in particolare nell’ambito professionale test o prove di tipo attitudinale per individuare qualità personali che possono favorire l’inserimento diretto in attività lavorative o in percorsi di formazione professionale più o meno lunghi e impegnativi con buone probabilità di successo. Ciò comporta da una parte individuare le qualità personali coinvolte nelle diverse attività lavorative e, dall’altra, se e fino a che punto tali qualità siano possedute da un individuo. Tuttavia, occorre sottolineare che i risultati di tali prove sono indizi di possibili scelte esistenziali utili per riflettere ed esplorare il campo di attività segnalato per verificarne la validità, ma non sono e non possono essere definitivi per molti motivi. In primo luogo, sia le attività professionali, sia quelle sociali, sia perfino quelle sportive variano nel tempo a ritmi talora assai veloci. In secondo luogo, le scelte individuali e l’impegno nel perseguirle dipendono da molti fattori, tra i quali l’atteggiamento che si ha nei loro riguardi. Tali atteggiamenti dipendono soprattutto da influenze di tipo socioculturale, mentre le attitudini hanno una loro radice nella struttura nativa del soggetto.
Autore
Michele Pellerey Professore Emerito di Didattica presso il Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell’Università Pontificia Salesiana.
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