Il termine atteggiamento è spesso usato in modo intercambiabile con quello di attitudine. Tuttavia, soprattutto nel mondo del lavoro, i due termini hanno significati diversi. In inglese attitude va tradotto come atteggiamento, mentre aptitude va tradotto come attitudine, dal latino aptus, adatto a svolgere una certa attività. Di qui anche una certa confusione. In sintesi: l’atteggiamento è un modo di pensare o di sentire riguardo a qualcosa o qualcuno, può essere positivo, negativo o neutrale; l’attitudine è la predisposizione a fare qualcosa, la capacità o l'abilità di fare qualcosa. L’ultima Raccomandazione europea sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente del 2018 ha accentuato l’importanza di promuovere gli atteggiamenti che stanno alla base delle competenze fondamentali considerate.[1] Ad esempio, descrivendo la competenza imprenditoriale si definisce così l’atteggiamento che la caratterizza: «Un atteggiamento imprenditoriale è caratterizzato da spirito d'iniziativa e autoconsapevolezza, proattività, lungimiranza, coraggio e perseveranza nel raggiungimento degli obiettivi. Comprende il desiderio di motivare gli altri e la capacità di valorizzare le loro idee, di provare empatia e di prendersi cura delle persone e del mondo, e di saper accettare la responsabilità applicando approcci etici in ogni momento». Il termine “atteggiamento”, quindi, va approfondito nel suo, o nei suoi, significati essenziali, proprio per la sua importanza strategica. Il termine atteggiamento viene definito spesso come una disposizione interna stabile nei riguardi di attività, situazioni, persone o cose. Il termine “disposizione” indica inclinazione, tendenza, propensità ad agire in un certo modo o a relazionarsi secondo una certa forma con altri, situazioni, cose; “interna”, in quanto non limitata a manifestazioni esterne come mimica facciale o posizioni corporee; “stabile”, in quanto non limitata a una situazione, un caso specifico, ma più generalizzata e normalmente presente. La forma più evidente di tale disposizione interna è la sua manifestazione esterna a favore o a sfavore di situazioni o di persone. In secondo luogo, a differenza del termine “attitudine”, un atteggiamento non è connaturato o innato, ma deriva sia dall’esperienza sviluppata nel tempo, sia dell’influenza sociale e culturale nella quale si è coinvolti, sia dalla risonanza affettiva od emozionale da queste attivate. In terzo luogo, nello sviluppo di un atteggiamento entrano in gioco sia aspetti cognitivi, come valutazioni e convinzioni, sia aspetti emozionali, più o meno intensi, sia aspetti comportamentali o pragmatici. Infine, spesso un atteggiamento è collegato ad altri atteggiamenti, quasi a formare un insieme più o meno coerente e fondato su valori o motivi interiorizzati e caratterizzanti la persona. Si comprende così il ruolo centrale che riveste un atteggiamento nello sviluppo non solo delle competenze considerate dalla Raccomandazione, ma in generale della costruzione della propria identità personale, sociale e professionale. Inoltre, come è abbastanza evidente, lo sviluppo di atteggiamenti favorevoli o sfavorevoli verso esperienze educative scolastiche o formative, oppure verso esperienze direttamente vissute nel modo del lavoro, possono condizionare profondamente la crescita di ciascuno studente o allievo. Tanto più che oggi si è sempre più consapevoli dell’aspetto evolutivo di tali atteggiamenti. Essi, infatti, appaiono radicati fin dalla scuola dell’infanzia: esperienze negative o positive dal punto di vista cognitivo od emozionale possono segnare a lungo la tendenza a impegnarsi in attività specifiche, essere favorevole a situazioni o persone, a idee o prospettive personali, o, viceversa, evitarle o considerarle negativamente.
[1] Ricordiamo che una competenza è considerata dalla Raccomandazione come una combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti e questi ultimi “descrivono la disposizione e la mentalità per agire o reagire a idee, persone o situazioni”.
Autore
Michele Pellerey Professore Emerito di Didattica presso il Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell’Università Pontificia Salesiana.
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