Gli “assi culturali” sono stati introdotti nell’ordinamento scolastico e formativo italiano a seguito del D.M. n. 139 del 22/8/2007, che definisce le norme per l'assolvimento dell'obbligo di istruzione e indica anche le “competenze chiave di cittadinanza” da acquisire al termine dell'istruzione obbligatoria (All.2). L’obbligo riguarda tutti gli studenti che completano il ciclo decennale di studi e quindi è elevato a 16 anni, coincidendo col termine del secondo anno delle scuole secondarie di secondo grado e dei percorsi di IeFP. Il D.M. n. 139 si muove sulla scorta delle numerose indicazioni dell’Unione Europea relative alle nuove sfide dell’educazione, tra cui la necessità di un ripensamento dei curricola a partire dalle istanze delle nuove alfabetizzazioni, dell’apprendimento continuo, della competitività, dalla centralità delle competenze nell’ambito di nuovo rapporto tra formazione, lavoro e cittadinanza. Il Decreto segue di poco la “Raccomandazione” del Parlamento europeo e del Consiglio del 18.12.2006, relativa alle otto “competenze chiave per l'apprendimento permanente”. Va sottolineato, inoltre, che il D.M. n. 139 si pone in un processo che riguarda l'accorpamento di discipline affini che insieme dovrebbero concorrere alla formazione di un “soggetto competente”. Gli Assi Culturali definiscono infatti gli ambiti attraverso cui si rende manifesta la relazione tra saperi essenziali e competenze del cittadino necessarie per entrare nel mondo adulto e nella vita lavorativa. Il riferimento è al framework europeo dei titoli e delle qualifiche (EQF). Infatti: «I saperi e le competenze per l'assolvimento dell'obbligo di istruzione (…) costituiscono il tessuto per la costruzione di percorsi di apprendimenti orientati all'acquisizione di competenze chiave che preparino i giovani alla vita adulta e che costituiscano la base per consolidare e accrescere saperi e competenze in un processo di apprendimento permanente anche ai fini della vita lavorativa». Sul piano normativo, i precedenti più significativi degli Assi Culturali si possono ritrovare: sia nelle deliberazioni della Conferenza Stato-Regioni del 15/1/2004; sia nell'art 18, comma 1, lett. b, del D.lgs n. 26/2005, in cui si parla della centralità formativa delle "competenze linguistiche, matematiche, scientifiche, tecnologiche, storico sociali ed economiche". Nel D.M. n. 139 gli Assi Culturali sono suddivisi in 4 aree, così denominate: dei linguaggi; matematico, scientifico-tecnologico e storico-sociale. Essi, a loro volta, si articolano in 16 competenze “disciplinari”, definite in termini di “conoscenze”, “abilità” e “competenze” (All.1). Più precisamente:
- l’Asse dei linguaggi, le competenze linguistiche e comunicative sono patrimonio comune a tutti i contesti di apprendimento e costituiscono una cornice di riferimento culturale generale per i saperi afferenti sia ai quattro assi culturali, sia alle discipline di indirizzo;
- l’Asse matematico è mirato all’acquisizione di saperi e competenze che pongono lo studente nelle condizioni di acquisire una corretta capacità di giudizio, sapersi orientare consapevolmente nel mondo contemporaneo, applicando i principi e i processi matematici di base, per sviluppare la coerenza logica delle argomentazioni proprie e altrui;
- l’Asse scientifico-tecnologico rende gli studenti consapevoli dei legami tra scienza e tecnologia, della loro correlazione con il contesto culturale e sociale, con i modelli di sviluppo e la salvaguardia dell’ambiente;
- l’Asse storico-sociale contribuisce a riconoscere, nell’evoluzione dei processi produttivi, le componenti scientifiche, economiche, tecnologiche e artistiche che li hanno determinati nel corso della storia, con riferimento sia ai diversi contesti, locali e globali, sia ai mutamenti delle condizioni di vita.
Trasversalmente a tali competenze, inoltre, Il D.M. n. 139 enuclea 8 “competenze chiave” di cittadinanza, così definite: Imparare ad imparare, Progettare, Comunicare, Collaborare e partecipare, Agire in modo autonomo e responsabile, Risolvere problemi, Individuare collegamenti e relazioni, Acquisire ed interpretare l’informazione. Al termine dell’obbligo, l’istituzione formativa deve attestare per ciascun studente il livello di competenza raggiunto nei singoli assi, secondo tre livelli (base, intermedio e avanzato). Nel caso non venga raggiunto il livello base, nel modello di certificazione finale delle competenze viene riportata la dicitura livello base non raggiunto, con l’indicazione della relativa motivazione. Gli Assi Culturali, dunque, possono essere visti come un potente elemento unificante del curricolo, oltre la diversità epistemologica dei saperi e verso una sempre maggiore integrazione metodologica, in funzione di un più efficace apprendimento dell’allievo. Essi puntano a creare una linea di continuità educativa, sia in verticale (per il consolidamento delle varie competenze nei diversi ordini e gradi di scuola), che in orizzontale (attraverso le relazioni inter-asse). Per questo, l’introduzione degli Assi Culturali è servita ad innovare significativamente anche le modalità di programmazione didattica e di valutazione, con un esplicito riferimento all’approccio “per competenze” e all’elaborazione di “unità di apprendimento” progressive e personalizzabili. Va segnalato tuttavia che l’iniziale articolazione delle competenze, conoscenze ed abilità in assi non ha seguito gli stessi criteri nei diversi ordini di scuola, in particolare nella fase di passaggio dal primo al secondo ciclo. Inoltre, resta evidente il dualismo tra le “competenze chiave” formulate dal D.M. n. 139 e quelle europee del 2006 (poi riformulate nel 2018). Sul piano descrittivo, due sono gli aspetti critici più evidenti:
- la differente organizzazione dell’asse matematico e di quello scientifico-tecnologico che, negli ordinamenti degli istituti tecnici e professionali, rimangono distinti, mentre in quelli del primo ciclo e dei licei costituiscono un unico asse;
- l'articolazione di competenze, conoscenze e abilità nei percorsi di IeFP (ridefinita nel “Repertorio” del 1/8/2019), che denomina in modo diverso le competenze chiave di cittadinanza.
Nel caso dei percorsi di IeFP, il recepimento degli Assi Culturali è avvenuto in modo graduale e talora sofferto, tanto che spesso gli “assi culturali” sono stati intesi nell’immaginario collettivo di molti formatori come la “parte teorica” dei percorsi, talvolta vista anche come minoritaria rispetto alla “parte pratica” dei vari indirizzi di qualifica/diploma. Nell’ultimo decennio, tuttavia, grazie ai processi di riforma della filiera tecnico-professionale verso una maggiore integrazione tra scuola e IeFP, all’impegno di diverse Regioni nella programmazione delle risorse europee destinate alla formazione e, non ultimo, all’iniziativa degli Enti storici nazionali di FP nell’aggiornamento dei propri formatori, si è assistito ad una sempre maggiore consapevolezza circa il possibile ruolo “integratore” degli Assi Culturali nei percorsi curricolari di IeFP. In particolare, ciò ha sollecitato in molti formatori e CFP l’esigenza di una presa in carico più adeguata delle “progressioni” degli allievi in termini curriculari (e non solo individuali). Lungi dal cedere ad una forma di ri-scolarizzazione del modello della IeFP, tale consapevolezza ha consentito piuttosto di assumere (o consolidare) modelli di programmazione interdisciplinare su base poliennale, soprattutto a partire dal primo biennio, in grado di promuovere l’integrazione tra saperi culturali, competenze professionali e competenze “per la vita”, nonché facilitare i passaggi tra i vari percorsi. Sul piano metodologico, l’approccio ad una prospettiva curricolare di tipo “verticale” trova il proprio elemento focale nella “progettazione a ritroso”, fatta cioè a partire dai traguardi di competenza attesi al termine dell’intero percorso formativo. In tale prospettiva, le conoscenze vengono selezionate in “nuclei fondanti” che diventano i cardini della programmazione interdisciplinare (e talora transdisciplinare). Ciascun nucleo fondante individuato fa inoltre da base a schemi didattici (es. canovacci) e a sequenze di “Unità di Apprendimento” (UdA) funzionali a creare l’ambiente di apprendimento ritenuto più adeguato alla promozione delle competenze della persona, sia a livello di gruppo che individuale (personalizzazione). In termini valutativi, vengono poi proposte metodologie diverse (es. osservazioni in situazione, verifiche, prove autentiche o compiti di realtà) che mirano ad accertare, oltre al raggiungimento di puntuali acquisizioni culturali, la presenza di elementi di competenza che diventano importanti anche sul versante metacognitivo e comportamentale (soft skill). Nel campo dell’IeFP si richiede quindi ai formatori e progettisti un accurato lavoro di riflessione, progettazione e innovazione metodologica e organizzativa, per aiutare a presidiare al meglio la promozione integrale delle competenze e a gestire – sempre più collegialmente - i nuovi ambienti di apprendimento.
Bibliografia
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Miur, Nuovi istituti professionali. D.lgs n.61 del 13 aprile 2017. Normativa e Linee guida, Roma, 2019.
Pellerey M., Sui processi formativi che dovrebbero caratterizzare i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale: coniugare in maniera valida ed efficace apprendimento culturale e professionale, “Rassegna CNOS”, pp. 65-80, 2/2013.
Ronzoni M., Progettare il curricolo verticale per competenze e per assi culturali, materiali USR Emilia-Romagna, Bologna, 2020.
Salatin A. (a cura di), La promozione delle competenze relative agli “assi culturali” nei percorsi di IeFP, collana “Appunti per formatori”, n.4, CNOS-FAP, Roma, 2018.
Cnos-Fap, Scf, Enac, Endofap, Casa di Carità Arti e Mestieri, Centro Studi Opera Don Calabria, Progetto assi culturali e canone formativo. Il curricolo fondativo dell’educazione al lavoro, vol. 1, Roma, 2020. https://assiculturalifp.it/wp-content/uploads/2021/03/progetto-assi-cult... (ultimo accesso dicembre 2024).
Nicoli D., La “cassetta degli attrezzi” come proposta di canone e di metodo formativo, in “Rassegna Cnos”, pp.83-94, 3/2021.
Autore
Arduino Salatin Professore Emerito presso lo IUSVE di Venezia.
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