L’orientamento nel CFP
2 - Guida per l’accompagnamento
in itinere
A cura del
CNOS-FAP PIEMONTE
CENTRO NAZIONALE OPERE SALESIANE
FORMAZIONE AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Federazione CNOS-FAP
Tip.: Istituto Salesiano Pio XI - Via Umbertide, 11 - 00181 Roma
Tel. 06.78.27.819 - Fax 06.78.48.333 - E-mail: tipolito@pcn.net
giugno 2003
Il presente volume non è commerciabile
ed è destinato ad uso
esclusivamente interno
alla Federazione CNOS-FAP
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SOMMARIO
PRESENTAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Prima parte
L’ACCOMPAGNAMENTO IN ITINERE NEL CFP:
ASPETTI INTRODUTTIVI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Seconda parte
PRIMA UNITÀ: “CONOSCERE SE STESSI E GLI ALTRI” . . . . . . . . . . . . 19
Terza parte
SECONDA UNITÀ: “MOTIVARE ALLO STUDIO” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
Quarta parte
TERZA UNITÀ: “CRESCERE INSIEME” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81
Quinta parte
QUARTA UNITÀ: “INTERESSI E PROFESSIONI” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123
Sesta parte
QUINTA UNITÀ: “FRONTEGGIARE LE DIFFICOLTÀ” . . . . . . . . . . . . . . 165
Settima parte
SESTA UNITÀ: “VERIFICARE IL CAMMINO E PROGETTARE”. . . . . . 199
CONCLUSIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 223
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 225
INDICE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 227
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PRESENTAZIONE
L’accompagnamento in itinere non può prescindere dall’accompagnamento
iniziale1, volto ad accogliere gli allievi al loro ingresso al Centro di Formazione
Professionale (CFP). La presente guida, pertanto, si pone in stretta continuità con il
manuale relativo all’accoglienza, già pubblicato in questa collana.
Nelle pagine che seguono, sono proposti strumenti ed attività da utilizzare nel
I e nel II anno del percorso formativo, come logica conseguenza delle attività rea-
lizzate nel percorso dell’accoglienza.
Si tratta principalmente di schede, presentate come allegati alle singole parti
del volume, che supportano il lavoro dell’operatore e che sono consegnate al sog-
getto coinvolto nell’attività orientativa, raccolte in un dossier che lo accompagnerà
in un eventuale percorso formativo successivo.
Nella presentazione di ogni scheda, sono indicate le finalità, il materiale oc-
corrente, i tempi, le modalità di realizzazione e i possibili approfondimenti di cia-
scuna delle attività proposte.
La presente pubblicazione riflette il lavoro realizzato da un gruppo di lavoro
del CNOS-FAP Regione Piemonte formato dai referenti per l’orientamento dei
Centri di formazione professionale e della Delegazione regionale:
Cristina Ballario CFP Fossano (CN)
Tarcisio Borrello CFP Colle Don Bosco (AT)
Severino Candelo CFP Colle Don Bosco (AT)
Roberto Cavaglià Delegazione regionale
Chiara Cisero CFP Torino-Valdocco
Lucia Coppola CFP Torino-Rebaudengo
Cassandro Dolfi CFP S. Benigno Canavese (TO)
Fabrizio Gonella CFP Bra (CN)
Mauro Grignola CFP Vercelli
Salvatore Lanza CFP Torino-Valdocco
Guido Lanzoni CFP Vigliano Biellese (BI)
Teresa Traverso CFP Alessandria
Daniela Zoccali Delegazione regionale
Un sentito ringraziamento va al prof. Dario Nicoli quale principale ispiratore e
validatore del progetto, a Sara Spata che, nell’ambito della sua esperienza di tirocinio
formativo presso la delegazione regionale, ha partecipato attivamente alla prima ela-
borazione e stesura del presente manuale e a Daniela Antonietti e Luisa Nardella
della Sede Nazionale del CNOS-FAP per l’attenta e puntuale revisione del testo.
1 Nella presente collana, è pubblicato anche il volume “L’orientamento nel CFP. 1 - Guida per
l’accoglienza”.
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Prima parte
L’ACCOMPAGNAMENTO IN ITINERE NEL CFP:
ASPETTI INTRODUTTIVI
1. INTRODUZIONE
Questa prima parte è dedicata alla presentazione generale del modulo dell’o-
rientamento in itinere1.
Dopo aver dato una definizione di orientamento in itinere, elenchiamo le unità
proposte per la sua realizzazione, indichiamo le finalità e gli obiettivi da perseguire
nello svolgimento del modulo, presentiamo gli strumenti di cui l’operatore può av-
valersi per svolgere ciascuna unità e forniamo indicazioni sulle risorse necessarie
alla realizzazione del modulo. Particolare attenzione sarà prestata alla descrizione
del ruolo e dell’attività dell’operatore, in considerazione dell’importanza della sua
figura durante l’intero processo di accompagnamento in itinere.
2. UNA DEFINIZIONE DI ORIENTAMENTO IN ITINERE
Nel sistema preventivo di Don Bosco, l’accompagnamento si basa sull’amore-
volezza, che è una capacità di amare caratterizzata da tratti di attenzione alla per-
sona, rispetto e delicatezza. Per questo è necessario stare con i giovani e vivere
con loro esperienze di crescita, offrendo così una costante presenza educativa. È
altrettanto importante cercare insieme, intervenendo per la chiarificazione e la ve-
rifica dei problemi, il consiglio e l’aiuto nelle difficoltà, affinché il ragazzo compia
personalmente le scelte e se ne assuma la responsabilità.
Coerentemente con tale visione salesiana, De Pieri definisce l’accompagna-
mento come “un aiuto temporaneo e sistematico che un adulto significativo e prepa-
rato svolge a favore della maturazione dei soggetti in età evolutiva nell’educazione
in genere e in particolare nella costruzione di un personale progetto di vita. L’ac-
compagnamento lega le persone tra di loro: l’adulto significativo e responsabile in
grado di ‘prendersi cura’ e l’allievo che ha bisogno di sentirsi sostenuto, incorag-
giato e orientato per compiere il proprio cammino di crescita” (De Pieri, 2000).
L’accompagnamento in itinere nel CFP si può realizzare a livello individuale o
1 In questo volume, i termini “orientamento in itinere” e “accompagnamento in itinere” sono
usati come sinonimi.
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in gruppo, con scopi ed obiettivi comuni. In entrambi i casi, le attività di orienta-
mento e accoglienza, articolate in diverse unità, sono svolte dal tutor orientatore (o
docente referente per l’orientamento) in armonia con il gruppo dei formatori.
In questo lavoro, si propone di realizzare l’orientamento in itinere attraverso
lo svolgimento delle seguenti unità:
a) unità 1: “Conoscere se stessi e gli altri”;
b) unità 2: “Motivare allo studio”;
c) unità 3: “Crescere insieme”;
d) unità 4: “Interessi e professioni”;
e) unità 5: “Fronteggiare le difficoltà”;
f) unità 6: “Verificare il cammino e progettare”.
3. FINALITÀ
Le attività di orientamento ed accoglienza in itinere sono finalizzate a:
a) avviare la conquista dell’identità personale attraverso il superamento progres-
sivo di precedenti identificazioni;
b) supportare il singolo in merito alle decisioni da prendere ed alla scelta dei
comportamenti più coerenti rispetto all’elaborazione di un adeguato progetto
di vita professionale e personale;
c) educare il ragazzo al cambiamento ed alle transizioni, orientandolo non ad un
mestiere ma alla definizione di una sua identità attraverso “il valutare stili di
vita, modelli di consumo, valori attitudini ed interessi; individuare il campo di
conoscenza al quale appassionarsi per aggiornarsi e cambiare più facilmente;
comporre un progetto di vita e di lavoro; individuare ed adottare comporta-
menti necessari per realizzarlo e modificarlo”(Rapporto ISFOL, 1985);
d) stimolare al miglioramento, facendo acquisire consapevolezza delle difficoltà
personali e delle capacità di pianificazione del compito di sviluppo di ogni ra-
gazzo;
e) in un percorso collettivo, a far sì che i singoli, condividendo lo stesso pro-
getto/percorso, costituiscano gradatamente un vero e proprio gruppo in forma-
zione, con scopi ed obiettivi comuni di tipo cognitivo, professionale e relazio-
nale/affettivo.
4. OBIETTIVI
L’orientamento/accoglienza in itinere si propone di permettere al ragazzo:
1) di effettuare un confronto costante con il suo concetto di vita sociale e lavo-
rativa;
2) di rafforzare le scelte e le decisioni prese durante la fase dell’accoglienza, con
la stesura del progetto personale e del patto formativo;
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3) di avere un aiuto nell’individuazione delle competenze affini alle scelte operate;
4) di essere facilitato nel processo di apprendimento;
5) di acquisire strumenti per operare scelte consapevoli attraverso una maggiore
conoscenza di sé ed una riflessione sul proprio senso di autonomia, fiducia e
responsabilità;
6) di dotarsi di un adeguato metodo di studio e di lavoro concentrandosi sugli
aspetti motivazionali sottostanti ad atteggiamenti e comportamenti;
7) di acquisire capacità di confronto e collaborazione all’interno del gruppo, per
aiutarsi reciprocamente ad affrontare le scelte formativo-professionali;
8) di essere consapevole dei propri valori ed interessi personali e professionali;
9) di acquisire strumenti per fronteggiare i cambiamenti e le difficoltà;
10) di acquisire conoscenze e capacità necessarie a progettare il proprio futuro;
11) di raggiungere un soddisfacente grado di autonomia in ogni situazione.
5. STRUMENTI
Nell’orientamento in itinere ci si avvale dei seguenti strumenti.
1) Unità 1 - “Conoscere se stessi e gli altri”:
a) scheda “La mia autobiografia”;
b) test “Il sé fisico”;
c) scheda “Le mie capacità”;
d) scheda “I miei valori”;
e) attività “Tutti i lavori sono uguali?”
f) attività “I valori nel lavoro”;
g) scheda “L’autostima”;
h) scheda “Il mio ritratto”
i) attività “I ciechi a spasso”.
2) Unità 2 - “Motivare allo studio”:
a) esercitazione “Cartoline e oggetti”;
b) esercitazione “Storie imbroglione”;
c) traccia “Alcune informazioni sui diversi tipi di intelligenza”;
d) questionario “Come gestisci i tuoi impulsi?”;
e) questionario “Creativo o logico?”;
f) esercitazione “Energie”;
g) esercitazione “Toccare l’energia”;
h) esercitazione “Auto osservazione”;
i) scheda “La classifica delle mie difficoltà nello studio”;
j) questionario “Come sei abituato a studiare?”;
k) traccia “La tecnica S Q 2L 3R”
l) scheda “Motivarsi”.
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3) Unità 3 - Crescere insieme”:
a) esercitazione “Frasi assassine”;
b) esercitazione “Ascolto attento”;
c) esercitazione “Il mio goal settimanale”;
d) scheda “Il cinqualogo”;
e) esercitazione “La NASA”;
f) esercitazione “Sciogliere i nodi”;
g) esercitazione “Aeroplani di carta”;
h) esercitazione “I miei candidati”;
i) questionario “Sociogramma”;
j) scheda “In questo gruppo, io…”;
k) questionario di revisione;
l) scheda di valutazione;
m) scheda di valutazione;
n) schede “Il nostro ambiente di lavoro”.
4) Unità 4 - “Interessi e professioni”:
a) esercitazione “Le figure professionali”;
b) esercitazione “Il problema dell’imprenditore”;
c) esercitazione “Mettere ordine alle idee”;
d) esercitazione “Il detective dei mestieri”;
e) scheda “Mi piace…”;
f) scheda “Interessi passeggeri e interessi duraturi”
g) scheda “Immaginando il futuro”;
h) scheda “Identità professionale”;
i) scheda “I+C=A”;
j) scheda “Doti di personalità e professioni”;
k) scheda “Cosa conta di più?”;
l) scheda “Matteo e il computer”;
m) questionario “Motivazioni professionali”.
5) Unità 5 - “Fronteggiare le difficoltà”:
a) scheda “Ahi!! Ahi!! Ahi!!”;
b) scheda “Nello studio io…”;
c) esercitazione “S.O.S. Successo sullo stress”;
d) scheda “Vincere lo stress”;
e) questionario “Cosa ostacola le tue scelte?”;
f) esercitazione “Paure nel cestino”;
g) esercitazione “Cosa fareste al posto loro?”;
h) esercitazione “Telefono amico”;
i) esercitazione “Incidenti di percorso”.
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6) Unità 6 - “Verificare il cammino e progettare”:
a) scheda “I miei obiettivi”;
b) scheda “Il mio piano d’azione”;
c) scheda “In sintesi penso che…”;
d) scheda “Valutazione del percorso”;
e) esercitazione “Prendere una decisione”.
All’inizio e al termine di ciascuna unità, si potranno utilizzare i seguenti stru-
menti (che riportiamo in coda a questa prima parte):
a) scheda “Giornale di bordo”;
b) scheda “Monitoraggio dell’accompagnamento in itinere”.
6. RISORSE
Il momento dell’orientamento/accoglienza in itinere è condotto dal tutor
orientatore e dai formatori e coinvolge l’intera équipe di orientamento.
Le attività, che complessivamente impegnano operatori ed allievi per circa 40
ore, si svolgono prevalentemente in aula o nell’ambiente destinato al counselling,
in azienda e presso i punti Informagiovani.
È comunque importante condurre le attività di accompagnamento in un clima
di gruppo amichevole, basato sulla socializzazione avviata nella fase di acco-
glienza. Si suggerisce quindi un’organizzazione dello spazio-classe congeniale allo
scambio, che costituisce elemento portante dell’intervento orientativo proposto (ad
es. sistemare i banchi in cerchio per favorire la comunicazione faccia a faccia,
usare ambienti alternativi all’aula, personalizzare l’aula con i lavori prodotti dagli
allievi, ecc.).
7. RUOLO E ATTIVITÀ DELL’OPERATORE
Nell’orientamento in itinere, l’azione del tutor orientatore è completamente
centrata sullo sviluppo dell’attività di rinforzo, aiuto e accompagnamento del gio-
vane, per facilitare il processo di apprendimento ed il rafforzamento delle scelte e
delle decisioni prese nella stesura del progetto personale e del patto formativo, in
modo da poter condividere la compilazione del libretto formativo.
Il tutor orientatore, inoltre, interviene sul singolo e sul gruppo fornendo un
aiuto nell’individuazione delle competenze affini alle scelte operate; si occupa del-
l’organizzazione, del monitoraggio e della valutazione, delle varie esperienze for-
mative e lavorative, favorendo il riconoscimento e la possibile soluzione dei pro-
blemi incontrati e mirando sempre ad accrescere nel giovane un soddisfacente
grado di autonomia in ogni situazione. È prestata particolare attenzione a tutti gli
aspetti legati al concetto di autostima in termini di stimolo al miglioramento, af-
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finché il ragazzo acquisti consapevolezza delle sue difficoltà e delle capacità di
pianificazione del suo compito di sviluppo.
Più in generale, la motivazione che può guidare gli orientatori e i formatori
durante il cammino dell’accompagnamento è la seguente: si accompagna per av-
viare la conquista dell’identità personale, attraverso il superamento progressivo di
precedenti identificazioni (imitazioni di modelli significativi). Proprio gli accom-
pagnatori educano, sostengono la persona nella sua crescita e rappresentano un ri-
ferimento fondante, all’inizio necessario ma da abbandonare mano a mano che si
perviene alla conquista della propria identità personale. Nell’accompagnamento
pertanto sono importanti delle figure significative di riferimento, dei modelli credi-
bili, la testimonianza di educatori autentici e la presenza di una comunità educativa
di sostegno e di riferimento.
Durante il percorso formativo, tutor (orientativo ed eventualmente aziendale)
e formatori hanno il compito di sostenere l’individuo, ma anche di avere cura, so-
prattutto nel caso di inserimenti dovuti a processi di “passerella”, che i singoli,
condividendo lo stesso progetto/percorso, costituiscano gradatamente un vero e
proprio gruppo in formazione, con scopi ed obiettivi comuni di tipo cognitivo, pro-
fessionale e relazionale/affettivo. Un gruppo “reale” e ben orientato rappresenta,
infatti, una fondamentale risorsa per l’apprendimento e lo sviluppo personale dei
singoli soggetti. Ciò avviene attraverso l’assiduo lavoro di presidio da parte del
tutor affinché il clima relazionale positivo instaurato in avvio (nella fase dell’acco-
glienza), sia mantenuto e continui durante le attività in itinere.
Il tutor orientatore deve favorire momenti di rielaborazione delle esperienze
pregresse (scolastiche e, se esistenti, di lavoro: apprendistato, stage, ecc.), delle
esperienze previste dal progetto del ragazzo, e momenti di progettazione di azioni
future. A tale scopo, sono da usare molta oculatezza e prudenza nella ricerca e
nella scelta delle sedi di lavoro dove svolgere gli stage. Nelle sedi nelle quali è
stata dimostrata sensibilità a farsi carico degli inserimenti lavorativi dei giovani, il
tutor si è occupato di coinvolgere in modo attivo i referenti aziendali per condivi-
dere metodologie efficaci e “produttive”. Massima cura va infatti prestata al rap-
porto esistente tra l’azione formativa presso il Centro e l’eventuale attività svolta
presso le aziende.
Riguardo alle attività proprie dell’orientamento in itinere, l’operatore avrà cura
di riprendere e verificare particolari documenti e attività elaborati nel modulo di ac-
coglienza (“Libretto orientativo”, ”Cinqualogo”)2 in modo da salvaguardare la con-
tinuità tra i diversi momenti e, soprattutto, monitorare il progresso di ciascun al-
lievo. A tale scopo, inoltre, l’operatore avrà a disposizione un ulteriore strumento di
lavoro, il “Giornale di bordo” da utilizzare, a sua discrezione, come avvio e monito-
raggio delle varie unità didattiche, nonché per favorire la condivisione dei risultati.
2 CNOS-FAP Piemonte (a cura di), L’orientamento nel CFP. 1 - Guida per l’accoglienza, Roma,
Tipografia Pio XI, 2003.
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8. ALLEGATI
Di seguito, riportiamo le due schede utili all’inizio e al termine di ciascuna
unità: “Giornale di bordo” e “Scheda per il monitoraggio dell’orientamento in iti-
nere”.
8.1. Scheda “Giornale di bordo”
La tavola che segue descrive finalità, tempi, occorrente e modalità di svolgi-
mento per l’utilizzo della scheda “Giornale di bordo” ed approfondimenti possibili.
FINALITÀ:
Favorire l’avvio e il monitoraggio delle varie unità didattiche.
Permettere la condivisione dei risultati ottenuti in ciascuna unità.
TEMPO: OCCORRENTE:
Variabile. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore introduce l’unità didattica guidando l’elaborazione del giornale di bordo.
Al termine dell’unità didattica, ci si sofferma sul monitoraggio, sulla pianificazione, sulla con-
divisione.
La tecnica consigliata prevede:
- un brainstorming iniziale per raccogliere le opinioni del gruppo classe;
- una sintesi dell’operatore con eventuali integrazioni e modifiche,
- l’annotazione delle valutazioni condivise sulla scheda da parte di ciascun allievo.
APPROFONDIMENTI:
In questa esercitazione è importante che l’intervento dell’operatore favorisca il lavoro coopera-
tivo degli allievi e la motivazione al coinvolgimento nell’attività anche attraverso l’utilizzo di
immagini - guida (disegni, collage, clip art, ecc.) volte a facilitare l’espressione delle diverse
attitudini cognitive dell’allievo e ad esplicitare i contenuti affettivi legati alle diverse attività
proposte (cfr. esercitazione “Immagina e crea”, in CNOS-FAP 2003, 70).
Ad esempio, l’operatore può chiedere agli allievi di provare a descrivere con un’immagine ciò
che rappresenta per loro l’argomento dell’unità che ci si appresta ad affrontare.
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8.2. Scheda “Monitoraggio dell’accompagnamento in itinere”
Di seguito, riportiamo la scheda “Monitoraggio dell’accompagnamento in iti-
nere” che ha lo scopo di facilitare il controllo costante dell’andamento del pro-
cesso di orientamento.
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9. CONCLUSIONI
In questa prima parte, abbiamo presentato il modulo dell’orientamento in iti-
nere che si articola in 6 unità volte a rilevare e promuovere conoscenze e compe-
tenze che supportano l’allievo nel suo percorso formativo.
In particolare, il modulo focalizza la conoscenza di sé e degli altri, la motiva-
zione allo studio, l’importanza del gruppo, gli interessi professionali, le strategie
utili per il fronteggiamento delle difficoltà e la progettazione del proseguo del per-
corso orientativo formativo.
Nelle pagine che seguono, presentiamo le singole unità, descrivendo le fasi
che le compongono e allegando i materiali utili per il loro svolgimento.
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Seconda parte
PRIMA UNITÀ:
“CONOSCERE SE STESSI E GLI ALTRI”
1. INTRODUZIONE
L’unità “Conoscere se stessi e gli altri” si apre con la presentazione alla classe,
da parte dell’operatore, dell’intero percorso di accompagnamento e della prima
unità.
In particolare, nei primi momenti dell’accompagnamento in itinere, gli allievi
sono guidati nel porre le basi per elaborare il loro progetto di vita, consolidando la
ricerca iniziata con le attività precedenti. Per far questo occorre creare le condi-
zioni affinché ogni ragazzo si interroghi su se stesso, si sforzi di dirigere personal-
mente la sua vita e acquisire un’adeguata conoscenza di sé.
La prima unità affronta il momento della ricerca dell’identità personale, neces-
saria per riuscire a realizzare l’originalità di ogni individuo, e dell’elaborazione del
progetto di vita o “progetto di sé”. Perché tale elaborazione sia credibile e reali-
stica è necessario compiere alcuni passi, il primo dei quali è conoscere e accettare
se stessi: il non volersi accettare ed il rifiutarsi di riconoscere i propri limiti costi-
tuisce infatti una fonte di conflitto e di tensione.
Accettare se stessi vuol dire:
a) accettare la propria realtà interiore, allontanandosi da idee preconcette e da ri-
gidi schemi mentali (ad esempio l’attaccamento ad “etichette salva-faccia”, a
credenze, a slogans, a simpatie e ad antipatie spontanee, agli impulsi emozio-
nali, alle ansietà);
b) accettare il proprio passato, che può essere d’aiuto per ridimensionare il con-
cetto di sé e le proprie aspirazioni;
c) accettare i propri limiti, gli errori, senza restare prigionieri di un senso di fru-
strazione o del complesso di inferiorità;
d) scoprire la positività del proprio essere, assumendo un adeguato ed ottimistico
concetto di sé;
e) superare la paura di essere giudicati dagli altri, di non essere accettati.
Nell’elaborazione del “progetto di sé” è ugualmente importante tenere conto
dei valori che servono da criteri in base ai quali valutare di volta in volta le deci-
sioni da prendere. È quindi indispensabile saper individuare il quadro personale
dei valori, in modo da pensare ad un progetto che risponda alla propria visione
della vita e del mondo, e che comunque non è mai un fatto statico, ma un processo
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in perenne divenire, una continua scoperta della direzione da imprimere alla pro-
pria vita, un modo per realizzare nelle scelte di ogni giorno “l’io ideale”.
Ugualmente, la costruzione dell’identità personale è un processo che dura tutta
la vita ed è di volta in volta costituita dalla sintesi delle risposte che ognuno da alle
seguenti domande: “chi sono?”, “come sono?”, “cosa voglio e cosa non voglio?”,
“cosa devo e cosa non devo fare?”, “cosa posso e cosa non posso fare?”, ecc.
Il formatore-orientatore aiuta il ragazzo a prendere coscienza delle risorse che
esistono in lui, delle carenze che lo condizionano, dei bisogni, dei valori, delle mo-
tivazioni e dei limiti, lo aiuta ad accogliere e a superare gli insuccessi, permetten-
dogli di cominciare a sviluppare un sufficiente grado di fiducia in se stesso, che gli
consentirà di fondere in modo soddisfacente gli aspetti eterogenei della sua identità.
2. FASI DELLA PRIMA UNITÀ
Le fasi in cui si articola la prima unità sono:
a) “Esplorare il proprio sé”;
b) “Analizzare le proprie capacità”;
c) “Riflettere sui valori”;
d) “Potenziare fiducia e autostima”.
Di seguito, ci soffermiamo su ciascuna di esse e, in coda a questa parte, ripor-
tiamo le schede utili per lo svolgimento delle fasi.
2.1. Prima fase: “Esplorare il proprio sé”
Nella prima fase della prima unità, con il supporto degli strumenti “La mia au-
tobiografia” e “Il sé fisico”, il formatore (o l’orientatore) aiuta gli allievi ad esplo-
rare la loro storia personale e ad esplicitare il concetto che hanno del loro sé fisico.
In particolare, per “La mia autobiografia”, l’operatore illustra l’obiettivo com-
plessivo dell’esercitazione, che può essere svolta sia a livello individuale, sia a li-
vello di gruppo, e sottopone le diverse parti agli allievi in tempi successivi, così da
consentire loro di concentrarsi su un aspetto alla volta, e da poter commentare, al
termine di ogni parte, quanto proposto dall’allievo.
Lo svolgimento del test “Il sé fisico” avviene individualmente e, soltanto al
termine dell’attività, l’operatore distribuisce le schede con i profili risultanti dal-
l’attribuzione dei punteggi, favorendo la riflessione personale e di gruppo sui risul-
tati emersi.
2.1.1. Finalità
La fase “Esplorare il proprio sé” mira ad aiutare gli allievi a:
a) esprimere ed accettare la loro storia personale;
b) esplicitare il concetto personale del “sé fisico”.
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2.1.2. Obiettivi
Le attività di questa fase permettono ai ragazzi di:
a) esprimere e condividere le esperienze passate più significative;
b) acquisire consapevolezza su aspetti importanti della loro storia personale;
c) esplicitare indirettamente il concetto del loro “sé fisico”.
2.1.3. Strumenti e attività
Per svolgere la fase, l’operatore può avvalersi di due strumenti:
a) scheda “La mia autobiografia”;
b) test “Il sé fisico”.
2.1.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du-
rata di circa 3 ore, in aula.
2.2. Seconda fase: “Analizzare le proprie capacità”
La fase “Analizzare le proprie capacità” è utile per aiutare gli allievi a rilevare
e valorizzare alcune delle loro caratteristiche personali, particolarmente significa-
tive in ordine alle decisioni da assumere per la realizzazione progetto di vita perso-
nale.
L’operatore è chiamato a svolgere, in questa attività, una forte mediazione, e
può, in sede di approfondimento, stimolare la riflessione sulle abilità e capacità
emerse per vedere come possono essere sviluppate ed eventualmente trasferite in un
futuro ambito lavorativo, così da caratterizzare il profilo professionale dell’allievo.
2.2.1. Finalità
Sintetizzando, la seconda fase della prima unità è finalizzata a far emergere e
valorizzare le caratteristiche personali degli allievi utili per il loro progetto di vita.
2.2.2. Obiettivi
Con la fase “Analizzare le proprie capacità”, si permette ai ragazzi di:
a) esplicitare ed essere consapevoli di caratteristiche salienti della loro personalità;
b) comprendere l’importanza di una valutazione attenta e puntuale di ogni
aspetto emerso dallo svolgimento dell’attività.
2.2.3. Strumenti ed attività
Lo strumento di cui si avvale l’operatore è la scheda “Le mie capacità”.
2.2.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) predispone, in aula, lo svolgimento dell’attività,
che non ha una durata di tempo prestabilita, ma può variare in base alle risposte
degli allievi.
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2.3. Terza fase: “Riflettere sui valori”
La fase “Riflettere sui valori”, con le tre attività che la compongono, intende
aiutare l’allievo a prendere coscienza dei propri valori, di quelli del contesto in cui
vive, e di quelli del mondo del lavoro.
La fase prevede lo svolgimento delle seguenti attività:
a) “I miei valori”
b) “Tutti i valori sono uguali?”
c) “I valori nel lavoro”.
Per lo svolgimento dell’attività “I miei valori”, l’orientatore (o il formatore)
invita ogni allievo a scrivere le frasi più ascoltate o ripetute, indicando le relazioni
che suscitano (accordo, disaccordo, scoraggiamento, ecc.), e ad elaborare una scala
personale di valori di riferimento.
L’attività “Tutti i valori sono uguali?” prevede la divisione della classe in due
gruppetti, uno dei quali rappresenta la generazione passata, l’altro quella di un fu-
turo prossimo. Ognuno dei due gruppetti elabora una lista di valori riferiti alla ge-
nerazione di riferimento; successivamente, si confrontano le liste elaborate e l’ope-
ratore sintetizza i dati emersi su un cartellone da lasciare appeso in aula nei giorni
successivi all’attività.
Per lo svolgimento dell’attività “I valori nel lavoro”, l’operatore distribuisce le
schede agli allievi invitandoli al lavoro personale. In un secondo momento, in
gruppo si elabora un cartellone che evidenzia la “scala dei valori” della classe e se
ne discutono le motivazioni.
2.3.1. Finalità
La fase “Riflettere sui valori” mira a:
a) consentire l’individuazione del quadro di valori di riferimento di ogni allievo
e favorire la riflessione su di esso;
b) guidare la riflessione sui valori in senso generale;
c) guidare la riflessione sui valori legati all’attività lavorativa.
2.3.2. Obiettivi
Le attività riguardanti i valori intendono permettere al ragazzo di:
a) essere consapevole dei suoi valori;
b) riflettere sui valori di riferimento;
c) riflettere sui valori nel lavoro.
2.3.3. Strumenti e attività
L’operatore dispone dei seguenti strumenti ed attività:
a) schede “I miei valori”;
b) attività “Tutti i lavori sono uguali?”;
c) attività “I valori nel lavoro”.
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2.3.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) svolge le attività della fase “Riflettere sui valori”,
che non hanno una durata prestabilita, in aula.
2.4. Quarta fase: “Potenziare fiducia e autostima”
L’ultima fase della prima unità deve svolgersi in un’atmosfera sicura ed inco-
raggiante, che faciliti in ogni allievo un’oggettiva espressione di sé.
Attraverso le varie attività proposte, i ragazzi saranno indotti a riflettere sul-
l’idea che hanno di loro stessi e delle loro capacità, con particolare attenzione alle
capacità di cui vanno fieri. La consapevolezza delle proprie risorse, infatti, favo-
risce l’elaborazione di un concetto positivo di se stessi, incrementa la fiducia nelle
proprie possibilità e aiuta a svolgere attività che soddisfano. Il gruppo può aiutare
offrendo ad ogni membro, attraverso il confronto sereno, l’opportunità di crescere
e migliorare.
2.4.1. Finalità
Sintetizzando, la fase “Potenziare fiducia e autostima” mira a:
a) far esprimere ad ogni allievo l’idea che ha di se stesso e delle sue capacità;
b) far acquisire la consapevolezza delle competenze personali;
c) favorire la riflessione sul concetto individuale di autostima;
d) aiutare il ragazzo a ridurre, attraverso la rappresentazione del proprio sé reale
e ideale, gli eventuali scarti presenti tra le due rappresentazioni.
2.4.2. Obiettivi
Al termine delle attività, ogni allievo avrà:
a) elaborato un concetto di se stesso e delle sue capacità pertinente alla realtà;
b) riflettuto sulle capacità di cui è fiero;
c) incrementato il senso di fiducia e responsabilità nei confronti di se stesso e dei
compagni.
2.4.3. Strumenti e attività
In questa fase l’operatore si avvale di:
a) scheda “L’autostima”;
b) scheda “Il mio ritratto”;
c) attività “I ciechi a spasso”.
2.4.4. Risorse
Il formatore o l’orientatore organizzano lo svolgimento delle attività, della du-
rata complessiva di 1 ora e 45 minuti, nell’aula.
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3. ALLEGATI
Di seguito, riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi-
cate nei paragrafi precedenti.
3.1. Scheda: “La mia autobiografia”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti) e la
scheda “La mia autobiografia”.
FINALITÀ:
Aiutare il ragazzo ad esplorare, in maniera critica e analitica, la sua storia personale, ricavan-
done elementi di riflessione circa i propri punti di forza e gli aspetti sui quali crescere.
TEMPO: OCCORRENTE:
2 ore e 30 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore illustra l’obiettivo complessivo dell’esercitazione e ne sottopone le diverse parti in
tempi successivi (così da consentire ai ragazzi di concentrarsi su un aspetto alla volta), com-
mentando, al termine di ciascuna fase, quanto proposto dall’allievo.
APPROFONDIMENTI:
Questa attività può essere utilizzata sia a livello individuale sia di gruppo: in questo ultimo
caso, al termine di ciascuna fase, si sviluppa una discussione nella quale l’operatore facilita i
soggetti nel cogliere gli elementi caratterizzanti di ciascuna “biografia”.
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3.2. Test: “Il sé fisico”
Riportiamo una tavola che spiega il test (finalità, tempi, svolgimento dell’atti-
vità supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti) e lo
stesso test.
FINALITÀ:
Aiutare ogni ragazzo ad esplicitare il proprio concetto di sé fisico.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 minuti. Test
SVOLGIMENTO:
L’operatore consegna il test agli allievi e cerca di garantire, il più possibile, il lavoro personale
dell’allievo.
Soltanto al termine dell’attività l’operatore distribuisce la scheda con i profili risultanti dall’at-
tribuzione dei punteggi.
APPROFONDIMENTI:
Questo test si presta ad una rielaborazione dei risultati sotto forma di riflessione personale e di
lavoro di gruppo.
La condivisione della riflessione personale può condurre alla definizione di un decalogo di
norme sulla cura del corpo, al quale periodicamente rivolgere l’attenzione suscitando un dibat-
tito di gruppo che interpreti la cura di se stessi anche come forma di rispetto verso gli altri.
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3.3. Scheda: “Le mie capacità”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti) e la
stessa scheda “Le mie capacità”.
FINALITÀ:
Aiutare l’allievo ad analizzare e valutare le caratteristiche personali che si rivelano significa-
tive in ordine alle decisioni da assumere per la realizzazione del suo progetto di vita.
TEMPO: OCCORRENTE:
Variabile. Scheda
SVOLGIMENTO:
Per la compilazione della scheda è necessario fare riferimento a quanto espresso nell’attività
precedente riguardante la biografia personale. Distribuite le schede dell’attività (per la quale è
necessaria una forte mediazione), l’operatore si rende disponibile a fornire ulteriori chiarimenti
riguardo la compilazione.
APPROFONDIMENTI:
L’operatore sottolinea all’allievo che le possibilità di riuscita nello svolgere un’attività lavora-
tiva possono essere già presenti, e quindi rilevate, ma possono anche essere sviluppate nel
tempo.
Si tratta di riflettere sulle attuali abilità/capacità per vedere come queste possano essere svilup-
pate ed eventualmente trasferite in un futuro ambito lavorativo così da caratterizzare il profilo
professionale dell’allievo.
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3.4. Schede: “I miei valori”
Riportiamo una tavola che spiega le schede (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, stimoli per eventuali approfondimenti) e le stesse schede.
FINALITÀ:
Aiutare l’allievo a prendere coscienza dei suoi valori.
TEMPO: OCCORRENTE:
Variabile. Schede
SVOLGIMENTO:
Gli allievi scrivono le frasi più ascoltate o ripetute.
Successivamente si lascia un po’ di tempo perché ciascuno possa riempire la colonna di destra
(“quale eco suscitano in me: accordo, disaccordo, ribellione, entusiasmo, scoraggiamento,
ecc.”).
In seguito, si commenta il contenuto di questa scheda.
Infine, ogni allievo è chiamato a compilare, individualmente, la scheda successiva nella quale
elabora una scala personale di valori di riferimento.
APPROFONDIMENTI:
L’attività può essere di gruppo e/o individuale, è comunque fondamentale che l’attività della
seconda colonna (relativa all’ “eco che suscitano in me”) sia svolta individualmente per favo-
rire la concentrazione e l’originalità dell’elaborato.
Si favorisce la proposta di eventuali domande volte a sintetizzare e concludere l’attività (es. Mi
è piaciuto questo gioco? Cosa ho provato? Ho imparato qualcosa di nuovo su me stesso? Come
mi sento ora? Ho qualcosa da aggiungere? ecc.).
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3.5. Attività: “Tutti i valori sono uguali?”
Riportiamo una tavola che la spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti).
FINALITÀ:
Aiutare l’allievo a riflettere sui valori di riferimento e a prendere coscienza dei suoi valori.
TEMPO: OCCORRENTE:
Variabile. Cartelloni di sintesi.
SVOLGIMENTO:
L’operatore divide la classe in due gruppetti, uno dei quali rappresenta la generazione passata,
l’altro quella di un futuro prossimo (2015).
Ognuno dei gruppetti elabora una lista di valori riferiti alla propria generazione di riferimento.
Successivamente si confrontano le due liste elaborate dai gruppetti.
L’operatore infine sintetizza ciò che è emerso su un cartellone da lasciare appeso nella classe
nei giorni successivi all’attività.
APPROFONDIMENTI:
Il cartellone di sintesi potrebbe essere così organizzato: 1) Valori che diventano più importanti;
2) Valori che diventano meno importanti; 3) Valori che non mutano d’importanza. Ciascuna se-
zione sarà, così, arricchita dei valori emersi dalle liste elaborate durante l’attività.
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3.6. Attività: “I valori nel lavoro”
Riportiamo una tavola che la spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti) e la
scheda utile per svolgere la stessa.
FINALITÀ:
Aiutare l’allievo a riflettere sui valori nel lavoro.
TEMPO: OCCORRENTE:
Variabile. Cartelloni per sintesi.
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce le schede agli allievi e cerca di garantire, il più possibile, il loro lavoro
individuale.
In gruppo si elabora un cartellone che evidenzi la “scala di valori” della classe e si discutono le
motivazioni.
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3.7. Scheda: “L’autostima”
Riportiamo una tavola che la spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti)
e la stessa scheda “L’autostima”.
FINALITÀ:
Aiutare l’allievo a riflettere sulle capacità di cui è fiero; favorire l’acquisizione da parte del ra-
gazzo, attraverso la consapevolezza delle sue competenze, di un positivo concetto di sé.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Scheda.
SVOLGIMENTO:
L’operatore consegna agli allievi la scheda “L’autostima” e propone di fare una specie di in-
ventario delle capacità personali e dei pregi di cui vanno fieri.
Gli allievi hanno circa venti minuti di tempo per compilare individualmente la scheda, nei
trenta minuti successivi si formano dei gruppi di quattro persone all’interno dei quali ognuno,
a turno, legge le sue risposte mentre gli altri ascoltano chiedendo eventualmente di chiarire i
concetti esposti con degli esempi.
Infine si crea un cerchio unico di tutta la classe in cui ognuno a turno riferisce la cosa di sé di
cui è più orgoglioso.
APPROFONDIMENTI:
L’operatore può introdurre l’attività affermando l’importanza dell’atteggiamento che l’allievo
deve assumere: “Non sono più un bambino, devo iniziare a valutare da solo quali sono le mie
capacità”.
Inoltre può indicare i presupposti per essere orgogliosi di se stessi, quali la contentezza e l’es-
sere in armonia con i propri valori.
Nell’ultima fase dell’attività, quando ci si riunisce in cerchio, l’operatore può stimolare la dis-
cussione ponendo le seguenti domande: “A quale domanda ti è stato difficile rispondere?”, “Di
quale lato della mia persona sono maggiormente fiero?”, “A chi mi capita di dire che sono
fiero di me?”, “In che modo esprimo che sono orgoglioso di me?”, “Cosa provo ora?”.
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3.8. Scheda: “Il mio ritratto”
Riportiamo una tavola che la spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, stimoli per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda “Il mio ri-
tratto”.
FINALITÀ:
Favorire nell’allievo la riflessione su se stesso e sul proprio concetto di autostima; aiutare il ra-
gazzo a ridurre, attraverso la rappresentazione del proprio sé reale e ideale, gli eventuali scarti
presenti tra le due rappresentazioni.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore chiede agli allievi di disegnare, nel cerchio superiore, il loro ritratto, rappresen-
tando aspetti fisici e/o di personalità che li caratterizzano maggiormente.
Nel cerchio inferiore, invece, gli allievi dovranno sono invitati a rappresentare come vorreb-
bero essere sia in termini fisici sia sul piano del carattere.
APPROFONDIMENTI:
Nello svolgimento di quest’attività gli studenti possono incontrare difficoltà nella rappresenta-
zione grafica.
Per ovviare a tale difficoltà l’operatore può, per esempio, fornire delle immagini caratterizzanti
il maggior numero possibile di tratti.
Infine l’operatore può chiedere agli allievi di individuare possibili strategie operative per ri-
durre gli scarti tra le due rappresentazioni in vista di una realizzazione personale autentica.
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3.9. Attività: “I ciechi a spasso”
Riportiamo una tavola che la spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, stimoli per eventuali approfondimenti).
FINALITÀ:
Permettere ai ragazzi di sperimentare il loro senso di fiducia e di responsabilità nei confronti
dei compagni stimolando il senso dell’udito, del tatto e dell’olfatto.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Bende per gli occhi per metà dei partecipanti.
SVOLGIMENTO:
L’operatore divide gli allievi in coppie.
Un membro della coppia viene bendato, l’altro lo conduce in giro per la stanza o l’edificio, in
modo da percepire gli stessi odori, toccare e sentire le stesse cose.
Dopo dieci minuti i due si scambiano i ruoli.
APPROFONDIMENTI:
È fondamentale che l’operatore favorisca il più possibile un clima distensivo e silenzioso.
Eventuali domande di approfondimento necessarie per sintetizzare e dare senso all’attività pos-
sono essere: “Come ti sei sentito ad essere guidato?”, “E a condurre?”, “Quale ruolo ti è pia-
ciuto di più?”, “Ti sei fidato del tuo conduttore?”, “Hai sentito la responsabilità nel condurre il
tuo compagno?”.
4. CONCLUSIONI
In questa unità ci siamo concentrati sul momento della ricerca dell’identità
personale, indispensabile per l’elaborazione di un progetto di vita o “progetto di
sé” rispondente alla visione personale del mondo e della vita.
Abbiamo rilevato l’importanza del riuscire ad individuare il quadro dei valori
di ogni individuo, tenendo presente che sia il progetto di vita, sia la costruzione
dell’identità personale, sono dei processi in perenne divenire.
In particolare, abbiamo proposto strumenti ed attività utili agli operatori per
aiutare gli allievi ad essere consapevoli di risorse e criticità, in un’ottica di fiducia
in se stessi, indispensabile per accettarsi e per conciliare gli aspetti eterogenei della
loro identità.
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Terza parte
SECONDA UNITÀ:
“MOTIVARE ALLO STUDIO”
1. INTRODUZIONE
L’unità 2 è intitolata “Motivare allo studio” per sottolineare l’importanza fon-
damentale del riuscire a ridestare nei giovani l’innata voglia di apprendere.
Infatti, in questo periodo di tecnologie avanzate, il semplice nozionismo ap-
pare superato; il lavoratore deve possedere notevoli capacità di ridefinizione pro-
fessionale, propria di chi vuole imparare per apprendere, di chi non si accontenta
di arrivare ad una qualifica.
È indispensabile a tal fine evidenziare e rendere consapevoli gli allievi che
non è possibile apprendere qualcosa se non si è disposti a riconoscere che c’è qual-
cosa da imparare.
Spesso, purtroppo, i giovani che frequentano i Centri di Formazione Profes-
sionale hanno lacune cognitive ed insuccessi scolastici alle spalle che condizio-
nano la loro potenziale capacità di apprendimento.
L’apprendimento, inoltre, è spesso reso problematico dalla circostanza che la
scelta di questo percorso formativo non sempre è effettuata con convinzione, ma
spesso è condizionata dal contesto socio-familiare e culturale del ragazzo, che ap-
pare demotivato e rassegnato nei confronti dello studio.
La finalità specifica di questa unità è l’evidenziare che alla base dell’apprendi-
mento ci devono essere desiderio e curiosità. Questo risultato si può raggiungere
solo se gli operatori coinvolti sono dotati di un’adeguata preparazione e di cono-
scenze riguardanti il ruolo della motivazione nell’apprendimento, i fattori (cogni-
tivi e/o emotivi) che concorrono a generare disaffezione e demotivazione nei con-
fronti dello studio, il verificarsi negli allievi dell’incremento della fiducia perso-
nale in situazioni di rendimento, l’utilizzo di alcune strategie di intervento per pre-
venire e gestire il fenomeno “demotivazione”.
È importante innanzitutto cercare di cogliere il legame tra impegno nello
studio e motivazione, la quale, in quest’ottica, dipende molto dal fine che si vuole
raggiungere indipendentemente dalla personale predisposizione naturale allo
studio. In particolare occorre far prendere coscienza all’allievo del suo approccio
allo studio (attribuzioni causali, aspettative di successo, ecc.), evidenziando i mol-
teplici fattori (ambientali, personali, metodologici) che possono ostacolare o sup-
portare un efficace processo di apprendimento.
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2. PER QUALE MOTIVO SI STUDIA
In questo paragrafo presentiamo alcune riflessioni che possono servire all’ope-
ratore come pista per introdurre l’unità agli allievi.
Gli stimoli presentati si propongono come materiale didattico utile per l’intro-
duzione al lavoro sul metodo di studio. Essi, infatti, favoriscono l’intervento attivo
degli allievi che, in tal modo, si sentono chiamati in causa in prima persona su un
argomento che li riguarda da vicino.
Le riflessioni sono riportate in prima persona, perché nascono dall’esperienza
reale di formatori impegnati nella gestione del gruppo classe.
Quando chiedo ai ragazzi di quindici/sedici anni: “Perché studiate?”, quasi tutti rispondono:
“Per conseguire un titolo di studio che mi permetta di trovare un buon lavoro”. “Allora, se
foste miliardari, non studiereste?”, obietto io. Loro rimangono un po’ perplessi, poi ammet-
tono che anche i miliardari devono studiare. “Perché?”, insisto, “I miliardari non hanno bi-
sogno di trovare lavoro!”. I ragazzi mi danno risposte incerte e confuse dalle quali, tuttavia, si
desume che in una società di tipo avanzato chi non studia è tagliato fuori da qualunque atti-
vità. Infatti, un improbabile miliardario analfabeta non potrebbe fare quasi nulla da solo: né
viaggiare in treno e in aereo (come farebbe a leggere gli orari e le destinazioni?), né guidare
l’automobile (non avrebbe potuto prendere la patente), né tantomeno amministrare i suoi ca-
pitali (che è notoriamente un lavoro molto complesso e impegnativo). Avrebbe bisogno,
semmai, di un aiutante costantemente al proprio fianco. Ma anche se avesse imparato solo a
“leggere, scrivere e far di conto” sarebbe ugualmente escluso dalla maggior parte delle atti-
vità e perfino dalle conversazioni “nei salotti” perché non coglierebbe nessuno dei riferimenti
culturali che sono entrati nel linguaggio comune. Non capirebbe frasi del tipo: “È stata la sua
Waterloo!”, oppure: “Quel tizio è un azzeccagarbugli”. Non saprebbe a chi ci si riferisce con
le espressioni: “L’eroe dei due mondi”, o “Il gobbetto di Recanati”. Si chiederebbe perché
mai una donna mastodontica possa essere soprannominata Moby Dick, o perché quando si ar-
riva a New York dall’Italia si debba mettere indietro l’orologio di sei ore. Malgrado la sua
ricchezza, sarebbe un emarginato e, alla fin fine, un poveraccio. Dobbiamo concludere quindi
che tutti sono costretti a studiare (o sarebbe meglio dire “ imparare”), a meno che non vo-
gliano vivere come eremiti.
Ma non basta studiare durante gli anni della carriera scolastica: bisogna continuare ad appren-
dere per tutta la vita. Una persona che, pur essendosi diplomata o laureata venticinque anni
fa, non avesse imparato più nulla, sarebbe un “sopravvissuto” sia sul piano professionale che
su quello sociale e verrebbe facilmente scavalcato da chi ha saputo aggiornarsi. Inoltre, le
persone che sanno molte cose hanno due notevoli vantaggi rispetto a chi sa poco: a) si tro-
vano a proprio agio in qualsiasi ambiente; sono normalmente in grado di capire ciò di cui si
sta parlando; sanno intervenire con osservazioni pertinenti; b) risultano gradite ad amici e
colleghi perché hanno sempre qualcosa di sensato da dire; la loro compagnia è stimolante;
con loro annoiarsi è difficile.
Infine (particolare tutt’altro che trascurabile, anche se ora il problema può apparire remoto),
tenere in esercizio il cervello serve a rallentarne il processo di degenerazione nella vecchiaia.
“A invecchiare si deve imparare da giovani”, dicono i medici. “Un cervello ricco di stimoli
mette in moto una serie di meccanismi di rinforzo: attività genera attività e la vitalità psicofi-
sica tende a rendere molto meno rapidi i processi di invecchiamento”. Lo studio, quindi, non
solo è necessario alla nostra socializzazione, ma fa anche bene al cervello!
Il guaio è che studiare non piace a molti, anzi piace a pochissimi. Quando ne chiedo il perché,
i ragazzi non sanno rispondere altro che: “È noioso. È faticoso”.
Anch’io mi sono chiesto tante volte per quale motivo studiare non piaccia quasi a nessuno e
mi pare di avere trovato due valide ragioni:
1) Perché la scuola di massa, costretta a finalizzare lo studio al voto e alla promozione, l’ha
privato di quella che avrebbe dovuto essere la sua caratteristica principale, cioè il piacere di
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apprendere (è immediato il confronto con le antiche scuole greche dove pochissimi fortunati
allievi, passeggiando all’ombra di un porticato, ricercavano verità filosofiche e matematiche
sotto la guida di maestri come Socrate e Pitagora). È chiaro che se lo studente è assillato dalla
necessità di ottenere la sufficienza, il suo studio si carica di tensioni, ansie e timori che non
hanno nulla a che vedere con l’apprendimento e con il gusto di spingere la propria mente
verso traguardi sempre più elevati.
2) Perché quasi nessuno insegna ai ragazzi come si studia, cioè come si possono utilizzare al
meglio le proprie capacità intellettive e il tempo a disposizione.
Tuttavia, mentre la scuola di massa resterà sempre tale (ed è bene che così sia, visto l’enorme
progresso che rappresenta per l’intera società) cambiare modo di studiare invece è possibile.
Negli ultimi decenni si sono fatte scoperte interessanti sul funzionamento del cervello e della
memoria; in questa unità esse saranno la base di partenza per una serie di consigli pratici, che
hanno lo scopo di “farvi imparare a imparare”.
Nella parte che segue, ci soffermiamo sulla presentazione delle fasi in cui si
articola l’unità oggetto di questa parte.
3. FASI DELLA SECONDA UNITÀ
Le fasi che compongono questa unità sono:
a) “Esercitarsi nell’osservazione e con la fantasia”;
b) “Conoscere le diverse intelligenze”;
c) “Riflettere sulle proprie risorse interiori”;
d) “Conoscere le barriere nello studio”;
e) “Conoscere le proprie modalità di studio”.
Di seguito, descriviamo ciascuna di esse e, in coda a questa parte, riportiamo
le schede utili per lo svolgimento dell’unità.
3.1. Prima fase: “Esercitarsi nell’osservazione e con la fantasia”
Il formatore (o l’orientatore), dopo aver presentato alla classe la seconda unità
e il relativo percorso, propone agli allievi le attività “Cartoline e oggetti” e “Storie
imbroglione”, basate sull’osservazione e la memorizzazione di particolari utili per
far capire loro che spesso si è indotti, ad opera soprattutto dei mass media, a fer-
marsi alla prima impressione del mondo circostante.
Compito di ogni figura educativa è abituare i ragazzi ad essere attenti e critici,
senza fermarsi all’apparenza, spesso ingannevole.
3.1.1. Finalità
Le attività proposte nell’unità mirano a sviluppare ed esercitare le capacità di
osservazione e di attenzione degli allievi.
3.1.2. Obiettivi
La fase “Osservazione e fantasia” permette ai ragazzi di esercitarsi nel co-
gliere ogni particolare della realtà senza fermarsi all’apparenza.
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3.1.3. Strumenti ed attività
La fase prevede le seguenti attività:
a) esercitazione “Cartoline ed oggetti”;
b) esercitazione “Storie imbroglione”.
3.1.4. Risorse
Il formatore (o l’operatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du-
rata di circa 35 minuti, in aula.
3.2. Seconda fase: “Conoscere le diverse intelligenze”
In questa fase dell’unità 2, l’operatore propone agli allievi i test “Come ge-
stisci i tuoi impulsi?” e “Creativo o logico?”, attraverso i quali i ragazzi diventano
consapevoli dell’esistenza di due tipi di intelligenza, emotiva (intuito), che non si-
gnifica semplicemente usare le emozioni ma usarle in maniera corretta, e razionale
(razionalità).
Gli allievi, individuato il tipo di intelligenza che utilizzano più spesso, sono
invitati ad elaborare una strategia per armonizzare l’intuito e la razionalità e a con-
frontare con l’intera classe i risultati emersi.
Per facilitare il lavoro dell’operatore, all’unità è allegata una scheda con al-
cune indicazioni teoriche essenziali sull’intelligenza.
3.2.1. Finalità
La fase “Conoscere le diverse intelligenze” mira a:
a) far prendere coscienza ai ragazzi dell’esistenza dell’intelligenza emotiva e di
quella razionale;
b) rilevare quale tipo di intelligenza ogni allievo utilizza abitualmente;
c) elaborare una strategia per armonizzare intuito e razionalità.
3.2.2. Obiettivi
Gli obiettivi perseguiti in questa fase sono:
a) permettere agli allievi di scoprire se possiedono un’intelligenza più creativa o
più logica;
b) stimolare la riflessione e tentare di armonizzare l’intuito e la razionalità.
3.2.3. Strumenti e attività
All’unità è allegata una traccia con alcune indicazioni teoriche sulle diverse
intelligenze; inoltre, sono previsti due test da proporre agli allievi:
a) Questionario “Come gestisci i tuoi impulsi?”;
b) Questionario “Creativo o logico?”.
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3.2.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento del lavoro, della durata
di circa un’ora, in aula.
3.3. Terza fase: “Riflettere sulle proprie risorse interiori”
Per educare gli allievi a sviluppare una mentalità positiva, la fase in oggetto
prevede lo svolgimento di due attività: “Energie” e “Toccare l’energia”.
Entrambe le esercitazioni partono dal presupposto che la persona è un tutto
con la mente e con il corpo, con la fantasia, con i pensieri, i sentimenti e le ten-
sioni, e che acquisire consapevolezza di questa totalità è importante per la crescita,
nonché per il cambiamento di alcune abitudini.
3.3.1. Finalità
La fase “Riflettere sulle proprie risorse interiori” mira a:
a) rilevare ed evidenziare il condizionamento della mente sulla forza fisica;
b) sottolineare l’importanza di avere una mentalità positiva, specialmente a li-
vello formativo;
c) consentire la verbalizzazione delle sensazioni.
3.3.2. Obiettivi
Le attività proposte permettono agli allievi di:
a) constatare l’inscindibilità della mente e del corpo;
b) esprimere le sensazioni in modo verbale.
3.3.3. Strumenti e attività
Le attività di questa fase sono:
a) esercitazione: “Energie”;
b) esercitazione: “Toccare l’energia”.
3.3.4. Risorse
L’operatore (o il formatore) organizza lo svolgimento del lavoro, della durata
complessiva di circa un’ora, in aula.
3.4. Quarta fase: “Conoscere le barriere nello studio”
In questa fase l’operatore aiuta gli allievi, attraverso le attività l’”Auto-osser-
vazione” e “La classifica delle mie difficoltà nello studio”, a scoprire l’atteggia-
mento che hanno nei confronti dello studio e ad essere consapevoli delle loro diffi-
coltà nell’apprendimento, con le relative possibili cause, introducendo il tema del
locus of control.
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3.4.1. Finalità
La fase mira a permettere ad ogni ragazzo di:
a) scoprire la propria reazione interiore ed esteriore allo studio;
b) individuare e riconoscere gli ostacoli che incontra nello studio.
3.4.2. Obiettivi
Al termine delle attività, gli allievi avranno:
a) sviluppato la loro capacità di autosservazione;
b) acquisito consapevolezza del loro atteggiamento verso lo studio;
c) individuato i principali ostacoli e difficoltà che incontrano nello studio.
3.4.3. Strumenti e attività
Le attività proposte per questa fase sono:
a) esercitazione “Auto-osservazione”;
b) esercitazione “La classifica delle mie difficoltà nello studio”.
3.4.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) organizza o svolgimento delle attività, della du-
rata di circa un’ora, in aula.
3.5. Quinta fase: “Conoscere le proprie modalità di studio”
L’ultima fase dell’unità “Motivare allo studio” prevede lo svolgimento delle
attività “Come sei abituato a studiare?” e “Motivarsi”, importanti per continuare e
concludere l’analisi relativa al metodo e alle abitudini di studio di ogni allievo, da
confrontare e discutere in gruppo, per evidenziare le doti personali, le criticità e ri-
uscire a fronteggiare e superare le difficoltà.
3.5.1. Finalità
La fase “Modalità di studio” si propone di:
a) far emergere le modalità di studio di ogni allievo;
b) individuare le doti e le risorse personali da investire nella nuova esperienza
formativa;
c) facilitare l’elaborazione di strategie di rinforzo degli elementi positivi e di
fronteggiamento di quelli negativi.
3.5.2. Obiettivi
Attraverso lo svolgimento delle attività “Come sei abituato a studiare?” e
“Motivarsi”, i ragazzi diventano consapevoli del proprio metodo di studio, delle
proprie risorse e criticità.
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3.5.3. Strumenti e attività
In questa fase l’operatore si avvale di:
a) questionario “Come sei abituato a studiare?”;
b) scheda “Motivarsi”.
3.5.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore organizza lo svolgimento del lavoro, della durata
di un’ ora e dieci minuti, in aula.
4. ALLEGATI
Di seguito riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi-
cate nei paragrafi precedenti.
4.1. Esercitazione: “Cartoline e oggetti”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, stimoli per eventuali approfondimenti).
FINALITÀ:
Aiutare gli allievi ad esercitare le proprie capacità di osservazione e memorizzazione.
TEMPO: OCCORRENTE:
15 min. Cartoline, fogli bianchi.
SVOLGIMENTO:
L’operatore mostra una cartolina a tutti gli allievi per un tempo complessivo di 20 secondi.
Gli allievi sono invitati a scrivere su fogli bianchi il maggior numero di dettagli che ricordano
di aver visto nella cartolina in massimo 4 minuti.
APPROFONDIMENTI:
Al posto della cartolina, l’operatore può mettere su di un piano un numero indefinito di oggetti
di diverse dimensioni (massimo cm. 15-20). Gli oggetti rimangono esposti e visibili al gruppo
che può camminare attorno al piano con gli oggetti, per un massimo di 60 secondi dopo i quali
il piano è coperto con un telo.
Il compito degli allievi è quello di elencare sui fogli bianchi il maggior numero di oggetti che
ricordano in massimo 4 minuti.
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FINALITÀ:
Aiutare gli allievi ad allenare la loro capacità di attenzione.
TEMPO: OCCORRENTE:
20 min. Scheda.
SVOLGIMENTO:
L’operatore propone la storiella e stimola gli allievi a rispondere.
Solo in un secondo tempo fornisce la soluzione e raccoglie i commenti degli allievi.
In caso di risposta esatta da parte degli allievi è importante che venga verbalizzato il ragiona-
mento fatto, i particolari ai quali si è prestata attenzione per arrivare alla soluzione stessa.
APPROFONDIMENTI:
Queste storielle si trovano, ad esempio, su alcuni giornalini enigmistici, quindi si lascia alla
buona volontà e capacità critica dell’operatore l’onere di attivarsi nel ricercarne di nuove.
4.2. Esercitazione: “Storie imbroglione”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, stimoli per eventuali approfondimenti) e la traccia per svolgere la
stessa.
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4.3. Traccia teorica: “Alcune informazioni sui diversi tipi di intelligenza”
Riportiamo alcune indicazioni teoriche (rivolte all’operatore) utili per gestire
la fase sui diversi tipi di intelligenza.
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4.4. Questionario: “Come gestisci i tuoi impulsi?”
Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, stimoli per eventuali approfondimenti) e lo stesso questionario.
FINALITÀ:
eRendere consapevoli gli allievi dei due tipi di intelligenza presenti in ogni persona, rilevare
insieme quale tipo di intelligenza loro stessi utilizzano abitualmente; elaborare una strategia
per armonizzare l’intuito e la razionalità.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 min. Questionario.
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce il questionario agli allievi e solo al termine dell’attività distribuisce le
schede per l’attribuzione dei punteggi e dei relativi profili.
APPROFONDIMENTI:
L’operatore può, al termine dell’attività, innescare un dibattito dal titolo: “ Logica o emozioni:
cosa serve di più?”.
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FINALITÀ:
Scoprire se si possiede un’intelligenza più creativa o più logica.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 min. Questionario.
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce i test agli allievi e solo al termine dell’attività distribuisce le schede
per l’attribuzione dei punteggi e dei relativi profili, da dibattere in classe.
4.5. Questionario: “Creativo o logico?”
Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività) e lo stesso questionario.
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4.6. Esercitazione: “Energie”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività).
FINALITÀ:
Far constatare di persona agli allievi che la mente condiziona la forza fisica; far comprendere
l’importanza di avere una mentalità positiva verso tutto ciò che si fa, specialmente a livello
formativo, per poter lavorare con maggior incisività.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 min. Lavagna
SVOLGIMENTO:
L’operatore invita un allievo a scrivere qualcosa sulla lavagna: misura di scarpe, luogo e data
di nascita, se ha fratelli/sorelle, loro nomi ed età, ecc.
Successivamente, l’operatore invita l’allievo a tenere un braccio teso e a mantenerlo in tale po-
sizione dopo che l’insegnante avrà provato ad abbassarglielo. Si constata la forza.
Alle domande dell’insegnante l’allievo deve sempre rispondere di sì.
Le domande verteranno su quello che ha scritto precedentemente alla lavagna (possono essere
vere o false).
Se l’allievo risponderà di sì ad un’affermazione falsa, la forza che applicherà sul braccio dimi-
nuirà sensibilmente.
4.7. Esercitazione: “Toccare l’energia”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività).
FINALITÀ:
Aiutare gli allievi a verbalizzare le sensazioni.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 min. Nessun materiale specifico
SVOLGIMENTO:
Si formano due gruppi; un gruppo si mette in cerchio, l’altro è ammucchiato all’interno del
cerchio.
Dopo aver dato la garanzia a chi è in centro che non verrà toccato o spinto, si invitano gli al-
lievi a chiudere gli occhi e a non riaprirli.
Il cerchio esterno segue le indicazioni dell’operatore.
Abbracciati, i membri del gruppo esterno emettono un suono.
Progressivamente, il suono viene aumentato di intensità, ed il cerchio esterno ruota.
Infine si abbassa il volume e ci si ferma.
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4.8. Esercitazione: “Auto osservazione”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, stimoli per eventuali approfondimenti).
FINALITÀ:
Far scoprire agli allievi come reagiscono interiormente ed esteriormente allo studio; stimolare
l’auto-osservazione.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 min. Fogli bianchi per annotare le reazioni personali;
un cartellone
SVOLGIMENTO:
L’operatore propone agli allievi un’attività scritta, senza che essi sappiano di svolgere un espe-
rimento, per evitare un senso di reazione all’esperimento stesso.
Dopo 10-15 minuti l’operatore interrompe il lavoro e chiede agli allievi di segnare su un foglio
prima il loro comportamento esteriore di fronte all’esercizio (ad esempio: ho preso il libro/dis-
pensa, mi sono morsicato le unghie, ho scelto la penna, ecc.), poi il comportamento esteriore
generalmente assunto di fronte agli altri compiti. Successivamente si chiede di indicare la pro-
pria reazione interiore, che gli altri non possono vedere (ad esempio: ho iniziato a respirare ve-
locemente, mi è venuto mal di testa, mi sono bloccato, ecc.), di fronte a questo esercizio e più
in generale di fronte agli esercizi assegnati.
Ogni allievo comunica il proprio vissuto e le indicazioni vengono raccolte su un cartellone.
APPROFONDIMENTI:
I risultati possono fornire indicazioni per affrontare, con strategie differenti, l’attività di studio.
Si consiglia, come innesco dell’esercitazione, l’introduzione di un’attività scritta che preveda
l’elaborazione personale di risposte (es. questionario a risposta aperta), situazione nella quale i
nostri allievi trovano maggiori difficoltà. In tal modo aumenta la probabilità che alcuni com-
portamenti tra quelli indicati precedentemente si manifestino e possano essere rilevati dagli al-
lievi stessi.
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4.9. Scheda: “La classifica delle mie difficoltà nello studio”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, stimoli per eventuali approfondimenti) e la scheda stessa.
FINALITÀ:
Aiutare l’allievo a prendere coscienza delle proprie difficoltà nell’apprendimento e delle rela-
tive possibili cause introducendo il tema del “locus of control” (luogo di controllo).
TEMPO: OCCORRENTE:
30 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore introduce l’attività esplicitandone i principali obiettivi.
Successivamente distribuisce le schede invitando gli allievi ad assegnare a ciascuna causa
elencata un grado di probabilità da 1 a 10.
Infine interviene nella rielaborazione dei risultati, da effettuare su un cartellone, creando una
classifica comune alla classe in modo da evidenziare le cause più ricorrenti degli insuccessi
formativi e innescare un confronto sul relativo peso di ciascuna di esse.
APPROFONDIMENTI:
L’operatore evidenzia vantaggi e svantaggi di un’attribuzione causale esterna o interna (le
cause dell’insuccesso sono dovute a difficoltà personali oppure la responsabilità è più spesso
attribuita alle circostanze esterne?).
Quanto più l’attribuzione è interna tanto più è possibile intervenire per modificare l’atteggia-
mento causa di insuccesso; d’altra parte il rischio è quello di essere eccessivamente rigidi con
se stessi.
Viceversa delegare le responsabilità alle circostanze esterne può da un lato giustificare il pro-
prio ritiro dall’impegno, dall’altro facilitare la presa di distanza dai fattori indipendenti dalla
propria volontà per contrastare i sentimenti d’impotenza.
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4.10. Questionario: “Come sei abituato a studiare?”
Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, stimoli per eventuali approfondimenti) e lo stesso questionario.
FINALITÀ:
Individuare le modalità di studio e le risorse personali da investire nella nuova esperienza for-
mativa.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 + 20 min. Questionario
Cartelloni per rielaborazione grafica.
SVOLGIMENTO:
L’operatore propone il questionario agli allievi, i quali sono chiamati a rispondere individual-
mente alle domande previste.
Successivamente l’operatore raccoglie le risposte, registra i dati e li fa rappresentare dagli stu-
denti, o li rappresenta lui stesso, su cartelloni con diagrammi, istogrammi, ecc.
Il gruppo classe, infine, analizza la presenza di indicatori costanti e coglie i problemi ricorrenti
da discutere.
APPROFONDIMENTI:
Dal confronto in aula possono nascere delle ipotesi di lavoro sul metodo di studio.
Si raccomanda, per l’operatore, un’adeguata preparazione che agevoli la rappresentazione gra-
fica (diagrammi, istogrammi, ecc.) dei dati registrati.
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4.11. Scheda: “Motivarsi”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, stimoli per eventuali approfondimenti), la stessa scheda e una traccia di
approfondimento sulla tecnica S-Q-2L-3R.
FINALITÀ:
Aiutare gli allievi ad individuare quali sono le proprie doti, le proprie criticità, e quali le cose
su cui basta concentrarsi un po’ di più per poi elaborare strategie di rinforzo e fronteggiamento.
TEMPO: OCCORRENTE:
20 min. Scheda.
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce agli allievi le schede spiegando che il loro compito è quello di colo-
rare: in verde gli elementi presenti quando studiano, in rosso quelli non presenti, in giallo
quelli presenti solo ogni tanto.
Successivamente l’operatore si rende disponibile per spiegare sommariamente alcune voci un
po’ più complicate (es. quelle della colonna metodologia di studio) e per sottolineare l’inci-
denza e l’importanza dei singoli fattori.
APPROFONDIMENTI:
Si consiglia di documentarsi e preparare esempi per spiegare, al termine dell’attività, le singole
voci descritte nella scheda, dando risalto al fatto che ciascun fattore incide nella motivazione
allo studio, anche quelli ritenuti ininfluenti come la corretta alimentazione, l’ordine sulla scri-
vania, ecc.
Per quanto concerne il metodo di studio S-Q-2L-3R, è inserito di seguito l’approfondimento
relativo.
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5. CONCLUSIONI
L’unità 2 è stata dedicata a sottolineare l’importanza della motivazione nel
processo di apprendimento.
È emersa la necessità di aiutare gli allievi a superare gli ostacoli e le barriere
che incontrano nello studio, al fine di permettergli di esprimere le loro potenzialità
e capacità, e di soddisfare i loro desideri, incrementando la fiducia in se stessi.
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Quarta parte
TERZA UNITÀ:
“CRESCERE INSIEME”
1. INTRODUZIONE
Il gruppo sembra diventato oggi uno dei “luoghi” privilegiati per la riflessione
e l’azione in campo formativo e in quello terapeutico.
Ciò che è venuto man mano chiarendosi e rafforzandosi negli ultimi anni è
l’idea che il gruppo primario o piccolo gruppo rappresenta un contesto psico-so-
ciale assai ricco di stimoli e di possibilità in ordine alla crescita, alla maturazione e
all’apprendimento.
Occorre dunque fare il miglior “uso” possibile del numero di persone con cui
ci si trova e, proprio per questo, capire il rapporto tra gli individui, in gruppi pic-
coli o grandi.
In questa unità ci concentreremo sulle dinamiche di gruppo, che sono alla base
di ciò che vorremmo fosse il nostro modo di lavorare. Bisogna dare importanza sia a
ciò che i gruppi realizzano sia al processo attraverso cui viene raggiunto l’obiettivo.
Un gruppo fondato su dinamiche positive avrà numerose caratteristiche. Le
accenniamo:
a) la persona con più esperienza sul tema e sul soggetto in esame gioca un ruolo
attivo, senza però dominare il gruppo. Ciascuno si prende l’intera responsabi-
lità di quello che succede;
b) tutti partecipano positivamente al lavoro, e sono in grado di condividere le
proprie vedute, idee ed esperienze;
c) i suggerimenti vengono giudicati in base al loro contenuto, non in base alla
posizione (status) di chi parla. Conta l’opinione di tutti;
d) alla fine dell’attività, ciascuno si sente soddisfatto del cammino del gruppo e
della parte che ha avuto al suo interno;
e) il gruppo ha una forte identità;
f) i risultati sono i migliori possibili: il gruppo è efficiente.
Questo è l’ideale. In effetti pochi gruppi vi si avvicinano, ma molti possono
sforzarsi di farlo.
Concludendo, affermiamo che esistono dei fattori particolarmente importanti
che fungono da sostegno per le attività di gruppo presentate in quest’unità. Si tratta
in particolare del clima emotivo-affettivo presente all’interno del gruppo e della
presenza delle regole.
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Poiché le attività proposte a supporto dell’accompagnamento in itinere pos-
sono stimolare il contatto con nuclei esperienziali delicati della persona, è fonda-
mentale che ciò possa avvenire all’interno di un contesto interpersonale caratteriz-
zato da fiducia e rispetto, così da favorire il costituirsi, a livello emotivo, di un
senso di sicurezza e di protezione.
In questo modo le persone coinvolte possono abbassare le difese, esplorare e
cogliere elementi importanti che li riguardano.
Anche la presenza di regole risulta essere un fattore fondamentale, se non de-
cisivo, per la riuscita delle attività di gruppo.
Le regole a cui si fa riferimento sono essenzialmente di due generi: quelle che
sono comuni a tutte le attività proposte, che restano perlopiù ad un livello implicito
e hanno la funzione di delimitare quello spazio come “ludico”, e le regole speci-
fiche che riguardano le diverse attività e le differenziano le une dalle altre; queste
regole sono esplicite e rendono chiaro ciò che è richiesto di fare in quel gioco spe-
cifico, in che modo ci si deve o si può agire.
L’importanza delle regole si riferisce in gran parte al fatto che rendono possi-
bile la canalizzazione delle energie personali e di gruppo in ambiti entro cui poter
dare spazio, in un contesto non pericoloso, al divertimento, alla sperimentazione e
all’acquisizione di nuovi atteggiamenti e comportamenti.
Tutto ciò permette di dare ampiamente conto delle possibilità che vengono at-
tribuite a questi particolari strumenti di lavoro nel gruppo, con particolare riferi-
mento al processo di facilitazione dell’ampliamento della consapevolezza e del
cambiamento.
Quanto affermato può essere schematicamente raffigurato come segue:
Regole Clima interpersonale positivo
Sperimentazione attiva
Elaborazione
Consapevolezza
Nuove acquisizioni Cambiamento
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2. FASI DELLA TERZA UNITÀ
Le fasi dell’unità 3 sono:
a) “Riflettere sulle proprie abilità comunicative”;
b) “Definire obiettivi di gruppo”;
c) “Collaborare in gruppo”;
d) “Individuare le relazioni stabilite nel gruppo”;
e) “Verificare l’andamento del gruppo”.
Di seguito, ci soffermiamo su ciascuna di esse e, in coda a questa parte, ripor-
tiamo le schede utili per lo svolgimento delle fasi.
2.1. Prima fase: “Riflettere sulle proprie abilità comunicative”
La disposizione alla comunicazione e al dialogo è il punto di partenza del
gruppo e si realizza progressivamente.
Saper ascoltare gli altri è una virtù rara che si acquista con l’esercizio; farsi
comprendere dagli altri richiede capacità di esprimersi, molta pazienza e abilità a
realizzare un feedback costante.
Bisogna perciò allenarsi al dialogo; assieme all’iniziazione al dialogo è impor-
tante conoscere anche le leggi più elementari della comunicazione: saper interpre-
tare i silenzi nel gruppo, il ricorso a domande al momento opportuno, avere co-
scienza dei livelli di comunicazione dentro i quali ci si muove o si collocano gli
altri.
L’operatore, dopo aver presentato il percorso e l’unità, propone agli allievi le
attività “Frasi assassine” e “Ascolto attento”, utili per cominciare a far compren-
dere e sperimentare ai ragazzi l’importanza di una buona comunicazione.
2.1.1. Finalità
La fase “Riflettere sulle proprie abilità comunicative” mira ad aiutare gli al-
lievi a:
a) capire l’importanza della comunicazione;
b) cominciare a familiarizzare con le regole necessarie per sviluppare una buona
comunicazione;
c) rilevare gli atteggiamenti di ognuno abitualmente presenti nei rapporti con
gli altri.
2.1.2. Obiettivi
Le attività di questa fase permettono ai ragazzi di:
a) iniziare a comunicare in modo positivo e costruttivo;
b) sperimentare e acquisire le regole base per instaurare una buona comunica-
zione.
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2.1.3. Strumenti e attività
Per le attività di questa fase l’operatore si avvale di due esercitazioni:
a) “Frasi assassine”;
b) “Ascolto attento”.
2.1.4. Risorse
Il formatore o l’orientatore organizza lo svolgimento delle attività, della durata
complessiva di un’ora e 30 minuti, in aula.
2.2. Seconda fase: “Definire obiettivi di gruppo”
Per un buon lavoro di gruppo è necessario che il gruppo stesso decida cosa
fare e come farlo.
Nei gruppi in cui dominano passività ed inerzia, si tende ad adottare le norme
date e a sopportare il ritmo di funzionamento prestabilito.
Nel gruppo che fin dall’inizio ha idee chiare e creative da realizzare si discute
e si decide insieme anche il modo di procedere e il metodo da seguire.
Le attività proposte in questa fase consentono di dare rilevanza all’assunzione
di responsabilità da parte dei ragazzi, sia come singoli, sia come gruppo.
2.2.1. Finalità
In sintesi, la fase “Definire obiettivi di gruppo” intende consentire l’assun-
zione e lo sviluppo di obiettivi condivisi da tutto il gruppo classe.
2.2.2. Obiettivi
Lo svolgimento delle attività proposte permette agli allievi di divenire più re-
sponsabili del loro apprendimento, sia a livello individuale che di gruppo, attra-
verso la definizione di mete e la verifica del loro raggiungimento.
2.2.3. Strumenti e attività
In questa fase, l’operatore utilizza:
a) esercitazione “Il mio goal settimanale”;
b) scheda “Il cinqualogo”.
2.2.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) guida lo svolgimento delle attività in aula, per la
durata complessiva di circa un’ora.
2.3. Terza fase: “Collaborare in gruppo”
All’interno di un gruppo inteso come soggetto decisionale unico e democra-
tico, le procedure per arrivare a prendere delle decisioni meritano una particolare
attenzione.
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Riteniamo che un corretto cammino decisionale si fondi su quattro fasi fonda-
mentali e precisamente su:
a) prendere atto della necessità e dell’urgenza di decidere;
b) identificare l’oggetto della decisione;
c) proporre e confrontare le alternative;
d) scegliere.
L’operatore, attraverso le attività previste per questa fase, guida gli allievi ad
essere parte attiva nelle decisioni da prendere all’interno del gruppo e a cooperare
per raggiungere gli obiettivi comuni.
2.3.1. Finalità
Schematizzando, la fase “Collaborare in gruppo” intende:
a) dimostrare agli allievi i vantaggi di un lavoro collaborativo
b) evidenziare l’importanza dell’osservazione reciproca e del coordinamento
delle diverse posizioni;
c) facilitare la riflessione sul ruolo di ognuno all’interno del gruppo.
2.3.2. Obiettivi
Le attività proposte permettono agli allievi di:
a) essere in grado di esaminare il modo di prendere decisioni in gruppo;
b) migliorare la capacità di mantenere il contatto con gli altri e di coordinare le
proprie e le altrui posizioni;
c) riuscire a verificare la capacità personale di collaborazione all’interno del
gruppo e il ruolo di ogni partecipante nell’ambito del lavoro di gruppo;
d) riflettere sul loro ruolo all’interno del gruppo.
2.3.3. Strumenti e attività
In questa fase l’operatore si avvale di:
a) esercitazione “La NASA”;
b) esercitazione “Sciogliere i nodi”;
c) esercitazione “Aeroplani di carta”.
2.3.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du-
rata di circa 2 ore e 45 minuti, in aula.
2.4. Quarta fase: “Individuare le relazioni stabilite nel gruppo”
All’interno di un gruppo, ogni individuo è accettato dagli altri ed interagisce
nei vari momenti in maniera diversa.
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È importante far emergere la posizione di ogni ragazzo nel gruppo e, dunque,
focalizzare le relazioni sociali instaurate nel gruppo stesso.
Le attività previste in questa fase, “I miei candidati e “Sociogramma”, consen-
tono di indagare tali rapporti con semplicità e chiarezza.
2.4.1. Finalità
In sintesi, la fase “Individuare le relazioni stabilite nel gruppo” mira a rilevare
le dinamiche e le relazioni sociali presenti nel gruppo.
2.4.2. Obiettivi
Attraverso le attività proposte, gli allievi sono in grado di:
a) esprimere quali capacità relazionali rilevano nei loro compagni;
b) scoprire e comprendere i motivi di eventuali esclusioni.
2.4.3. Strumenti e attività
Per lo svolgimento delle attività, l’operatore si avvale di:
a) esercitazione “I miei candidati”;
b) questionario “Sociogramma”.
2.4.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) organizzano lo svolgimento del lavoro, della du-
rata di circa un’ora, in aula.
2.5. Quinta fase: “Verificare l’andamento del gruppo”
L’evoluzione di un gruppo non procede sempre con esiti sicuri, anzi è fre-
quente l’incontro di difficoltà.
Di qui la necessità di una verifica del cammino in certi momenti opportuni.
Importante è adeguare la revisione al gruppo, altrimenti si rischia di non raggiun-
gere il risultato voluto.
I materiali qui presentati possono essere utilizzati in alternativa gli uni agli
altri o, per lo stesso scopo, in momenti diversi.
2.5.1. Finalità
Con la fase di revisione si intende:
a) verificare il cammino del gruppo per superare le eventuali difficoltà;
b) indagare la percezione che gli allievi hanno dello spazio-classe.
2.5.2. Obiettivi
Attraverso le attività di questa fase, gli allievi riescono a superare la timidezza
e a far emergere la loro posizione all’interno del gruppo.
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2.5.3. Strumenti e attività
L’operatore si avvale di:
a) scheda “In questo gruppo io…”;
b) questionario di revisione;
c) scheda di valutazione;
d) schede “Il nostro ambiente di lavoro”.
2.5.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du-
rata di circa un’ora e 25 minuti, in aula.
3. ALLEGATI
Di seguito riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi-
cate nei paragrafi precedenti.
3.1. Esercitazione: “Frasi assassine”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività) e la scheda utile per svolgere la stessa esercitazione.
FINALITÀ:
Aiutare gli allievi a comunicare in modo positivo e costruttivo.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Scheda.
SVOLGIMENTO:
L’operatore introduce l’attività e i suoi obiettivi.
Successivamente distribuisce i fogli e favorisce il più possibile il lavoro autonomo degli al-
lievi, che devono leggere le frasi e completare la scheda in base agli stimoli proposti sulla
stessa.
Infine, ci si riunisce in cerchio e si mettono a confronto le varie “risposte”.
APPROFONDIMENTI:
In questa fase l’operatore dovrà sintetizzare le diverse esperienze, favorendo l’intervento di
tutti, specialmente dei più timidi e soprattutto evidenziare le frasi “che danno vita” cioè che
contribuiscono a creare confidenza, sintonia tra le persone e non barriere come le frasi “assas-
sine”.
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3.2. Esercitazione: “Ascolto attento”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per svol-
gere la stessa esercitazione.
FINALITÀ:
Far sperimentare agli allievi le regole per una buona comunicazione; favorire la conoscenza di
sé su questi aspetti, evidenziando perché alcune comunicazioni sono in realtà “dialoghi tra
sordi”.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore divide la classe in 3 gruppetti: uno parla, l’altro ascolta e il terzo osserva.
Coloro che parlano hanno la possibilità di scegliere i temi che ritengono più significativi a li-
vello personale (ad esempio ciò che piace di loro stessi, ciò che vorrebbero cambiare di sé,
qualcosa che è loro successo e che è piaciuto o che non hanno sopportato, qualcosa di cui
l’altro non è a conoscenza), oppure esprimono la loro opinione su qualche fatto o idea.
I ragazzi che parlano devono esprimere i loro sentimenti, idee o esperienze in relazione con il
tema scelto. I ragazzi che ascoltano devono praticare i principi dell’ascolto attivo indicati nella
scheda allegata. Gli osservatori devono stare attenti perché non si violino tali principi.
Essi non partecipano al dialogo se non per indicare che quello che ascolta non osserva le
norme. Gli osservatori devono fare di tutto perché si svolga una corretta forma di ascolto.
Dopo 5 o 6 minuti, si interrompe l’esercizio e si discute la forma in cui la conversazione è av-
venuta: se quelli che hanno parlato hanno veramente esposto le loro idee, se quelli che ascolta-
vano lo facevano davvero o interrompevano mostrando disaccordo, se gli osservatori hanno
realizzato il loro compito di “custodi delle regole”… mantenendo le medesime terne, si cam-
biano i ruoli e si ripete il procedimento per altre due volte, perché tutti possano esplicitare i tre
ruoli dell’esercizio.
APPROFONDIMENTI:
Possono essere proposte domande per la riflessione sull’esperienza alle quali rispondere perso-
nalmente e poi condividere come ulteriore esercizio di “ascolto collettivo”.
È importante che tutti dicano qualcosa ma nessuno deve essere obbligato a “confidare” cose
troppo personali; l’operatore dia l’esempio evitando commenti su quanto ciascuno esprime e
ringraziando per quanto viene detto.
Alcune domande: “Come mi sentivo mentre ascoltavo attentamente l’altro? Come mi sentivo
mentre l’altro mi ascoltava? Se ho provato uno stress durante questo esercizio provo a descri-
verlo…”
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3.3. Esercitazione: “Il mio goal settimanale”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e le schede utili per svol-
gere la stessa esercitazione.
FINALITÀ:
Aiutare gli allievi ad assumersi maggior responsabilità per il proprio apprendimento esercitan-
dosi a porre delle mete e a verificarne il raggiungimento.
TEMPO: OCCORRENTE:
25 min. Scheda “Il mio goal settimanale”;
Scheda di revisione.
SVOLGIMENTO:
L’operatore propone un esercizio da ripetere periodicamente ogni 1 o 2 settimane.
Il compito è quello di stabilire un obiettivo da raggiungere nel corso del periodo considerato.
È importante che la meta da raggiungere sia descritta bene per poter poi controllarne l’effettivo
raggiungimento.
Su un cartellone l’operatore disegna una ipotetica porta di un campo di calcio, all’interno della
quale, in fase di verifica, andranno attaccati i foglietti colorati che riportano gli obiettivi rag-
giunti (i goal, appunto).
APPROFONDIMENTI:
È opportuno decidere con il gruppo le scadenze più adatte per questo esercizio.
A seconda del tipo di gruppo saranno meglio ritmi più o meno lunghi.
È importante non parlare in un primo momento delle mete non raggiunte, in modo che gli al-
lievi in causa non ricevano la stessa attenzione di quelli che invece hanno avuto successo.
Questo diminuirebbe, infatti, l’effetto positivo per gli studenti che hanno raggiunto le loro
mete e indebolirebbe il senso di responsabilità degli altri nei confronti del loro insuccesso.
Si dovrebbe comunque notare la presenza o meno di obiettivi troppo irrealistici o troppo alti;
eventualmente l’operatore aiuterà gli allievi interessati a scegliere una meta più “umile” e con-
creta.
Esercitandosi apertamente nel gruppo, si conferisce al processo di autocontrollo un carattere di
impegno e si impara a collegare i singoli obiettivi parziali agli obiettivi del gruppo.
La struttura di questa strategia permette ad ognuno di formulare anche obiettivi minimi e
quindi di sperimentare consapevolmente e rendere visibili agli altri quei piccoli successi che
altrimenti passerebbero inosservati.
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3.4. Scheda: “Il cinqualogo”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Formalizzare l’impegno del gruppo/classe rispetto al corso.
TEMPO: OCCORRENTE:
35 min. circa (20 + 15). Scheda.
SVOLGIMENTO:
Si suddivide la classe in sottogruppi; ogni gruppo elabora cinque regole per vivere bene il
corso.
In assemblea si dibatte per elaborarne cinque comuni alla classe, che vengono riportate su un
cartellone da appendere in un luogo ben visibile.
APPROFONDIMENTI:
L’operatore favorisce il lavoro collaborativo all’interno dei gruppi.
Successivamente l’operatore guida l’elaborazione delle 5 regole comuni alla classe.
Il cinqualogo è uno strumento da verificare e rielaborare periodicamente in itinere.
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3.5. Esercitazione: “La NASA”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e le schede utili per svol-
gere la stessa esercitazione.
FINALITÀ:
Aiutare gli allievi ad esaminare il modo di prendere le decisioni di gruppo.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Scheda: “La NASA”
Scheda: “La NASA: soluzione”
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce la scheda a ciascun partecipante e lascia 5/10 minuti per mettere in or-
dine le voci secondo la loro importanza.
Non è permessa alcuna discussione.
Successivamente si formano dei gruppetti di circa sei persone e, in ogni gruppetto, l’operatore
assegna ad un membro il compito di fungere da osservatore, anziché da partecipante.
Ogni gruppo deve avere una scheda e deve ordinare le voci in 20 minuti, traendo spunto da
quanto è già stato fatto individualmente.
Alla fine, si valuta insieme il procedimento di ciascun gruppo, dando la parola prima agli os-
servatori e poi ai partecipanti. Vengono lette ad alta voce le risposte corrette, tenendo distinti i
fogli individuali da quelli di gruppo.
Si toglie un punto per ogni risposta sbagliata e si confrontano i risultati individuali e quelli di
gruppo.
APPROFONDIMENTI:
Secondo lo stile di conduzione adottato emerge la diversa efficienza dei gruppi.
Quasi sempre il punteggio realizzato dal gruppo è migliore di quello individuale.
In ogni caso si può valutare l’efficienza di un gruppo alle prese con un compito difficile, ri-
spetto al quale esistono delle risposte giuste e non c’è, quindi, possibilità di giudizio sogget-
tivo.
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1) ossigeno
2) mappa stellare
3) elemento di riscaldamento
4) bussola magnetica
5) acqua
6) latte in polvere
7) torce
8) cibo concentrato
9) corda di nylon
10) equipaggiamento di
pronto soccorso
11) ricetrasmittente
12) seta da paracadute
13) scatola di fiammiferi
14) pistole
15) canotti di salvataggio
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3.6. Esercitazione: “Sciogliere i nodi”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività).
FINALITÀ:
Aiutare gli allievi a migliorare la loro capacità di mantenere il contatto con gli altri, di osser-
vare la propria e altrui posizione, di coordinare le proprie e altrui azioni.
TEMPO: OCCORRENTE:
15 min. Nessun materiale specifico.
SVOLGIMENTO:
L’operatore forma gruppi di 8/10 persone.
Ogni gruppo si mette in cerchio, spalla a spalla, e allunga le braccia in avanti, verso il centro
del cerchio.
Ognuno prende due mani (anche con gli occhi chiusi) evitando di prendere due mani della
stessa persona o quelle del compagno più vicino e le tiene in modo ben saldo.
Adesso si comincia a sciogliere il nodo che si è creato.
La regola del gioco è questa: è vietato lasciare le mani che si sono prese in precedenza. Ci
sono due possibilità: ognuno di propria iniziativa, può cercare di sciogliere il nodo cambiando
la propria posizione, oppure gli allievi possono cercare tutti insieme una soluzione, almeno
finché è fattibile.
L’operatore dà inizio al gioco ricordando che i minuti a disposizione per sciogliere i nodi sono
cinque.
Al termine i gruppetti si riuniscono in cerchio e discutono tra di loro su ciò che è stato osser-
vato. Qualcuno ha preso la guida del gruppo? Il gruppo è stato guidato da più persone? Fino a
che punto siete riusciti a sciogliere il nodo? Come vi siete sentiti? Infine l’operatore raduna i
gruppetti e si analizza tutti insieme l’attività.
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3.7. Esercitazione: “Aeroplani di carta”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, suggerimenti per eventuali approfondimenti) e le schede utili per svol-
gere la stessa esercitazione.
FINALITÀ:
Gli allievi possono verificare la loro capacità di collaborazione all’interno del gruppo e quale
ruolo assume ogni singolo partecipante nell’ambito del lavoro di gruppo.
È importante che i ragazzi, anche negli altri processi di cooperazione di gruppo, assumano al-
l’occasione la disposizione a riflettere, per potersi chiedere: “Che ruolo gioco in questo mo-
mento? Che ruolo mi si addice? È di qualche utilità per il gruppo?”
TEMPO: OCCORRENTE:
90 min. Scheda: “Aeroplani di carta: attori”
Scheda: “Aeroplani di carta: osservatori”
SVOLGIMENTO:
L’operatore divide la classe in due gruppi: in uno andranno gli allievi che vogliono partecipare
attivamente, nel secondo quelli che vogliono osservare gli altri del primo gruppo.
I due gruppi vengono poi suddivisi in gruppetti da 5/6 persone; ogni gruppetto di “attori” deve
scegliere un gruppetto di “osservatori”… gli attori devono sedersi al centro e gli osservatori in-
torno. Ogni componente del gruppetto degli attori deve scegliere la persona che lo osserverà…
L’operatore distribuisce agli osservatori, senza mostrare il contenuto agli attori, la “scheda
d’osservazione” che dovranno utilizzare durante il lavoro.
Anche gli attori ricevono una scheda che spiega loro in che cosa consiste il loro lavoro.
A questo punto gli attori hanno a disposizione 30 minuti di tempo per portare a termine il pro-
prio compito. Gli osservatori non devono parlare, ma prendere appunti in silenzio.
Al termine si stabilisce qual è l’aeroplano di carta meglio riuscito.
Ogni gruppetto, poi, passa alla fase di confronto: ciascun attore deve descrivere ciò che più lo
ha colpito del proprio comportamento durante il lavoro di cooperazione.
Il suo osservatore deve riferirgli ciò che ha accertato; anche i compagni del suo gruppetto di at-
tori potranno parlare dell’esperienza di collaborazione fatta con lui.
Alla fine tutti insieme si valuta l’attività.
APPROFONDIMENTI:
Se il tempo lo consente, si può provare a ripetere l’attività invertendo i ruoli.
Eventuali domande: “Perché ho partecipato nel ruolo di attore o osservatore? Se avessi cono-
sciuto prima il gioco, avrei deciso diversamente da quello che ho fatto?”
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3.8. Esercitazione: “I miei candidati”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, suggerimenti per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per
svolgere la stessa esercitazione.
FINALITÀ:
Aiutare i ragazzi ad esprimere quali capacità relazionali rilevano nei compagni.
Aiutare gli adolescenti che sono stati scelti meno a scoprire come essi stessi possono aver con-
tribuito a creare una tale situazione e cosa possono fare per modificarla.
Cercare di capire insieme al resto del gruppo la causa di ciò.
TEMPO: OCCORRENTE:
45 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce la scheda agli allievi e li invita a compilarla in 15 minuti. Poi si forma
un cerchio unico, ognuno legge a voce alta i propri candidati e i partecipanti nominati pren-
dono nota della scelta nella seconda colonna della scheda.
Quando gli allievi comunicheranno i nomi dei candidati, dovranno motivare brevemente la
loro scelta precisando ciò che maggiormente li ha colpiti dell’interessato, quali pregi o qualità
riconoscono o pensano che abbiano gli allievi prescelti.
Successivamente si formano quattro gruppi all’interno dei quali gli allievi racconteranno le
proprie esperienze e discuteranno su cosa gli altri hanno detto di loro (30 minuti): “Siete sod-
disfatti del modo in cui siete stati citati dagli altri? Ciò corrisponde alle esperienze già fatte
nella vita? Vi vedete diversi, almeno in parte? Dove intravedete i pregi specifici delle qualità
qui raccolte?”.
Infine ci si riunisce nuovamente in cerchio e si valuta insieme l’attività.
APPROFONDIMENTI:
Eventuali domande: “Mi è piaciuta quest’attività? Per quale caratteristica della mia personalità
sono stato maggiormente scelto? Ritengo che le mie qualità siano state interpretate giusta-
mente? Penso di essere stato ignorato o scelto troppo poco? Da cosa può dipendere? Posso
aver contribuito con il mio comportamento a non essere preso in considerazione? Cosa provo
ora? Ho qualcosa da aggiungere?”
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3.9. Questionario: “Sociogramma”
Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, suggerimenti per eventuali approfondimenti), la scheda di spiegazione
del sociogramma e lo stesso questionario.
FINALITÀ:
Rappresentare graficamente le risposte dei partecipanti ad alcune domande sul funzionamento
del gruppo.
TEMPO: OCCORRENTE:
15 min. Scheda: “Indicazioni teoriche sul sociogramma”
Questionario
SVOLGIMENTO:
All’inizio l’operatore chiede ai partecipanti di compilare il questionario sul loro rapporto con
gli altri membri del gruppo.
In seguito ritira i questionari e passa alla loro elaborazione segnando con frecce di colore di-
verso le risposte date dagli allievi.
APPROFONDIMENTI:
È un semplice accorgimento per rappresentare la situazione del gruppo.
Si tenga presente che le domande del sociogramma possono influenzare il futuro del gruppo e
che le persone insicure potrebbero facilmente sentirsi urtate. Qualcuno “meno conosciuto” o
che nessuno vuole conoscere meglio, difficilmente aumenta la stima per se stesso. È indispen-
sabile usare questa tecnica con molto tatto.
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3.10. Scheda: “In questo gruppo io...”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Aiutare l’allievo ad individuare e collocare se stesso all’interno del gruppo del quale fa parte.
TEMPO: OCCORRENTE:
20 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore introduce l’attività e i suoi obiettivi; successivamente distribuisce i fogli e favo-
risce il più possibile il lavoro autonomo dei ragazzi.
Infine, ci si riunisce in cerchio e si mettono a confronto le varie “risposte”.
In questa fase l’operatore dovrà cercare di sintetizzare le diverse esperienze favorendo l’inter-
vento di tutti i ragazzi, specialmente dei più timidi.
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3.11. Questionario di revisione
Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, eventuali approfondimenti) e lo stesso questionario.
FINALITÀ:
Fare la revisione dell’attività del gruppo.
TEMPO: OCCORRENTE:
20 min. Questionario
SVOLGIMENTO:
L’operatore introduce l’attività e i suoi obiettivi; successivamente distribuisce i fogli e favo-
risce il più possibile il lavoro autonomo dei ragazzi.
È bene che l’operatore revisioni periodicamente il modo di procedere delle attività.
APPROFONDIMENTI:
Questo questionario è molto semplice e si può realizzare in due fasi: una individuale, l’altra
propriamente di gruppo o collettiva, dal momento che è importante che il gruppo possa perce-
pire come si sentono i singoli membri.
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3.12. Scheda di valutazione
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, eventuali approfondimenti) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Revisione delle attività di gruppo.
TEMPO: OCCORRENTE:
15 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore introduce l’attività e i suoi obiettivi; successivamente distribuisce i fogli e favo-
risce il più possibile il lavoro autonomo dei ragazzi.
È bene che l’operatore revisioni periodicamente il modo di procedere delle attività. Quest’atti-
vità ha efficacia solo nel caso in cui il gruppo elabori periodicamente obiettivi e regole comuni
(cfr. schede: “Il cinqualogo”, “Il mio goal settimanale”).
APPROFONDIMENTI:
Questa scheda è molto semplice e si può utilizzare periodicamente per operare una veloce e
sommaria revisione di gruppo.
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3.13. Schede: “Il nostro ambiente di lavoro”
Riportiamo una tavola che spiega le schede (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, eventuali approfondimenti) e le stesse schede.
FINALITÀ:
Indagare la percezione che gli allievi hanno nei confronti dello “spazio-classe”.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Schede (individuale e di gruppo)
Cartellone per sintesi.
SVOLGIMENTO:
L’operatore chiede agli allievi di esprimere le qualità che attribuiscono all’ambiente quotidiano
di lavoro e di identificare alcuni aspetti positivi e negativi che possono concorrere a definirne
il clima.
L’operatore distribuisce inizialmente solo la parte della scheda da completare individualmente;
successivamente si divide la classe in 3/4 gruppi e a ciascun gruppo viene consegnata una
scheda di sintesi.
Dopo aver concesso il tempo necessario al gruppo per discutere e completare la scheda, l’ope-
ratore riunisce la classe e, attraverso una discussione collettiva, si può arrivare a decidere su
quali aspetti dell’ambiente classe intervenire.
Insieme si elabora un cartellone dove vengono indicate le proposte presentate per migliorare
l’ambiente e il clima di lavoro.
APPROFONDIMENTI:
Per quanto riguarda in specifico gli aspetti più critici, si procede a un’ulteriore valutazione
circa le reali possibilità di incidere sulla risoluzione del problema da parte della classe: ad
esempio, sarebbe molto difficile far ridipingere le pareti, qualora gli studenti lo desiderassero,
ma sarebbe possibile modificare la distribuzione dei banchi, qualora fosse ritenuta insoddisfa-
cente.
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4. CONCLUSIONI
Le fasi di questa unità hanno permesso di rilevare l’importanza del gruppo e
delle dinamiche interne ad esso per la maturazione e la crescita di ogni individuo,
in particolare nel campo formativo.
Contemporaneamente, è emersa l’importanza di un contesto interpersonale in
grado di ispirare protezione e fiducia ai soggetti coinvolti, regolato da chiare regole
indispensabili per garantire lo svolgimento e l’esito positivo delle attività di
gruppo.
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Quinta parte
QUARTA UNITÀ:
“INTERESSI E PROFESSIONI”
1. INTRODUZIONE
Il concetto di “interesse” in ambito orientativo fa riferimento alla mobilita-
zione di energie che l’individuo utilizza in relazione a determinate attività, settori
formativi o professionali.
Alcuni interessi si mantengono costanti nel tempo, altri si caratterizzano, in-
vece, per un certo grado di variabilità riferito alla durata (transitoria o stabile), al-
l’estensione (numero d’interessi dell’individuo) e all’intensità (forza con cui si ma-
nifesta un interesse rispetto agli altri) dell’interesse.
L’analisi della variazione dei propri interessi può rappresentare per l’individuo
un importante elemento di conoscenza di sé ed aiutarlo a comprendere in che dire-
zione egli vuole dirigere la propria evoluzione personale e professionale.
Esiste un forte rapporto tra interessi e motivazione.
Quando una persona svolge un’attività che gradisce, la motivazione viene na-
turalmente incentivata e, di conseguenza, s’impegna maggiormente. Inoltre, il sog-
getto può avvalersi di una maggiore capacità di concentrazione e di attenzione, ha
una più forte spinta a superare le difficoltà ed è più disponibile ad imparare.
Tale disponibilità è stata più volte evidenziata come fondamentale nella matu-
razione della professionalità degli individui in ogni campo di applicazione.
Gli interessi sono in genere correlati con le attività nelle quali l’individuo per-
segue il miglior rendimento o ha maggiore esperienza. Tutti, infatti, spinti dal pro-
prio interesse, tendono ad impegnarsi in un determinato ambito, ottenendo in
questo modo risultati soddisfacenti che, in un circolo virtuoso, porteranno a colti-
vare ancor di più quello stesso interesse.
Nonostante esista uno stretto rapporto tra attitudini ed interessi, è importante
rilevare che un’elevata presenza di uno dei due non corrisponde necessariamente
alla altrettanto elevata presenza dell’altro.
Un individuo può possedere attitudini sufficienti per ottenere un buon suc-
cesso in un determinato campo, ma non essere interessato ad indirizzare le proprie
energie in quella direzione.
Allo stesso modo si può essere fortemente interessati a perseguire un obiettivo
senza però essere in possesso delle abilità che esso richiede.
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È quindi di vitale importanza prestare attenzione alla definizione dei propri in-
teressi professionali in modo da poter conseguentemente concentrare le proprie
forze nella direzione da essi indicata.
Naturalmente la scelta finale della professione da intraprendere non si baserà
soltanto sugli interessi della persona, ma anche su fattori altrettanto importanti
come le potenzialità psico-attitudinali, le abilità specifiche, il contesto socio-cultu-
rale in cui si è inseriti, ecc.
La scelta della strada da intraprendere dovrà, infatti, scaturire dalla valuta-
zione complessiva di questi fattori affrontati nelle diverse unità del presente ma-
nuale.
2. FASI DELLA QUARTA UNITÀ
Le fasi che compongono la quarta unità sono:
a) “Conoscere il mondo del lavoro”;
b) “Riflettere sui propri interessi professionali”;
c) “Individuare le proprie attitudini”;
d) “Elaborare il proprio profilo professionale”.
2.1. Prima fase: “Conoscere il mondo del lavoro”
Il panorama delle professioni esistenti sul mercato è sempre più vasto e indefi-
nito; ogni giorno nascono nuove professioni ed è estremamente importante dare ai
ragazzi la possibilità di conoscerle, seppur in modo poco approfondito.
Le attività proposte in questa fase permettono di inquadrare le principali aree
professionali esistenti e stimolare la curiosità dei ragazzi nei confronti delle di-
verse tipologie professionali.
Riguardo alle professioni non note, è bene invitare gli allevi a lavorare in
gruppi per operare ricerche sui sussidi informativi appositamente predisposti dal
CFP, almeno per conoscere strumenti tipici, luogo di lavoro, problemi principali
legati alle professioni analizzate.
2.1.1.Finalità
In sintesi, questa fase mira a
a) stimolare la curiosità degli allievi riguardo alle diverse professioni esistenti;
b) fornire agli allievi un quadro delle principali tipologie professionali.
2.1.2. Obiettivi
Al termine delle attività i ragazzi avranno:
a) individuato le professioni ideali per sé e le loro possibili realizzazioni;
b) imparato ad organizzare le informazioni sulle professioni analizzate.
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2.1.3. Strumenti e attività
L’operatore si avvale di:
a) esercitazione “Le figure professionali”;
b) esercitazione “Il problema dell’imprenditore”;
c) esercitazione “Mettere ordine alle idee”;
d) esercitazione “Il detective dei mestieri”;
2.1.4. Risorse
Il formatore o l’orientatore organizzano lo svolgimento delle attività di questa
fase, della durata di oltre due ore e 30 minuti, in aula.
2.2. Seconda fase: “Riflettere sui propri interessi professionali”
Questa seconda fase prevede lo svolgimento di attività necessarie per stimo-
lare i ragazzi ad identificare ed esplicitare i loro interessi professionali, con riferi-
mento anche alle prospettive future di ognuno.
2.2.1. Finalità
Le attività della fase “Riflettere sui propri interessi professionali” mirano ad
aiutare gli allievi a:
a) individuare i loro interessi riguardanti il mondo del lavoro;
b) evidenziare i criteri legati alla scelta del loro futuro lavoro.
2.2.2. Obiettivi
Al termine delle attività, i ragazzi avranno:
a) identificato ed esplicitato i loro interessi lavorativi;
b) riconosciuto i loro interessi fondamentali, utili nella definizione del progetto
personale di ognuno.
2.2.3. Strumenti e attività
Gli strumenti previsti sono:
a) scheda “Mi piace…”;
b) scheda “Interessi passeggeri e duraturi”;
c) scheda “Immaginando il futuro…”.
2.2.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) predispone lo svolgimento delle attività in aula,
per un tempo complessivo di circa un’ora e 40 minuti.
2.3. Terza fase: “Individuare le proprie attitudini”
La fase “Individuare le proprie attitudini” contribuisce ad aiutare i ragazzi ad
individuare le proprie attitudini in riferimento alle professioni esistenti, e si rivela
utile per la progettazione del profilo professionale individuale di ogni allievo.
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Al tempo stesso, i giovani sono stimolati a cogliere i nessi esistenti tra le abi-
lità richieste dal mondo professionale e la coerenza di queste con gli interessi per-
sonali individuati, nonché a individuare il modo migliore di raggiungere la profes-
sione ideale.
2.3.1. Finalità
Le attività di questa fase sono rivolte a:
a) stimolare gli allievi a rilevare ed evidenziare le loro abilità;
b) favorire la riflessione di ogni allievo sulle sue attitudini in riferimento alle
professioni alle quali è interessato;
c) facilitare l’individuazione delle attitudini necessarie per svolgere determinati
mestieri.
2.3.2.Obiettivi
Le attività proposte permettono agli allievi di:
a) incrementare la consapevolezza delle loro abilità e attitudini;
b) valutare la compatibilità tra le attitudini individuali, gli interessi personali e le
abilità richieste dal mondo professionale;
c) individuare la via più congeniale per raggiungere la professione ideale.
2.3.3. Strumenti e attività
In questa fase l’operatore si avvale di:
a) scheda “Identità professionale”;
b) scheda “I+C=A”;
c) scheda “Doti di personalità e professioni”;
d) scheda “Cosa conta di più?”;
e) scheda “Matteo e il computer”.
2.3.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento del lavoro, della durata
di tre ore e 40 minuti, in aula.
2.4. Quarta fase: “Elaborare il proprio profilo professionale”
L’ultima fase dell’unità 4 permette di sintetizzare le informazioni acquisite ed
elaborare il profilo individuale dell’allievo, verificando se le intenzioni e le scelte
formative del ragazzo sono coerenti con le professioni da lui indicate come preferite.
2.4.1. Finalità
Le attività proposte mirano a verificare:
a) la congruenza tra i risultati delle attività precedenti ed il profilo emergente dal
questionario informatizzato;
b) la coerenza tra le scelte formative e le professioni preferite.
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2.4.2. Obiettivi
Dopo aver partecipato alle attività, gli allievi saranno in grado di effettuare
una scelta più consapevole del percorso formativo e della futura professione.
2.4.3. Strumenti e attività
L’operatore si avvale del questionario “Motivazioni professionali”.
2.4.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du-
rata di circa un’ora e 20 minuti, in aula.
3. ALLEGATI
Di seguito riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi-
cate nei paragrafi precedenti.
3.1. Esercitazione: “Le figure professionali”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e i materiali utili per svol-
gere la stessa.
FINALITÀ:
Permettere agli allievi di individuare le professioni ideali per se stessi e le loro possibili realiz-
zazioni.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore consegna a ciascun allievo le sette schede con l’elenco delle professioni e invita
gli allievi a ritagliare le schede e a fare con le professioni tre insiemi, sulla base dei seguenti
criteri: che cosa mi piace, che cosa rifiuto, che cosa non conosco o mi è indifferente.
Successivamente gli allievi elaborano tre graduatorie delle professioni preferite. Una prima
graduatoria sulla base della desiderabilità, una seconda sulla base della realizzabilità, una terza
che indichi una/due professioni che rappresentino (come ipotesi da sottoporre ad ulteriori veri-
fiche) il miglior compromesso tra desiderabilità e realizzabilità e sulle quali raccogliere infor-
mazioni più approfondite.
APPROFONDIMENTI:
L’operatore è invitato ad integrare i materiali tenendo conto dell’evoluzione delle figure pro-
fessionali nel mercato del lavoro.
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3.2. Esercitazione: “Il problema dell’imprenditore”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività) e la scheda utile per svolgere la stessa esercitazione.
FINALITÀ:
Guidare i ragazzi nell’organizzare le informazioni sulle professioni in pochi elementi facili da
capire e ricordare, individuando i punti in comune tra le diverse attività proposte nella scheda.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 min. Scheda.
SVOLGIMENTO:
L’operatore introduce l’attività dicendo: “È un grosso problema il fare delle scelte appropriate
per sé e per la società. Anche perché spesso non si sa trovare il “nocciolo comune” di molte at-
tività professionali in cui possiamo trovare la nostra soddisfazione. Supponete che si debba
mettere insieme alle seguenti persone una terza persona, scegliendola tra i professionisti elen-
cati, per formare dei gruppi affiatati, affini tra loro, per cui possano facilmente intendersi. Chi
scegliereste? Perché?”.
Dopo aver fatto questo esercizio si commentano insieme le risposte.
L’operatore deve cercare sempre di far capire che per trovare l’elemento comune bisogna
prima analizzare, poi confrontare e infine giudicare sul grado di comunanza e sul tipo di simi-
larità.
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3.3. Esercitazione: “Mettere ordine alle idee”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per svol-
gere la stessa esercitazione.
FINALITÀ:
Offrire agli allievi ulteriori occasioni di approfondimento sulle differenti tipologie di profes-
sioni tenendo conto, tra gli altri parametri, delle differenze di genere.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore divide la classe in quattro gruppetti e distribuisce le schede ai ragazzi.
Ogni gruppo è invitato ad osservare bene le professioni del foglio A classificandole secondo
due criteri: utilità sociale (dalla più utile socialmente alla meno utile), varietà di compiti (dalla
più complessa alla meno complessa). Successivamente si procede nello stesso modo per i fogli
rimanenti (B; C; D).
Infine l’operatore può dare avvio ad una discussione partecipata nella classe.
APPROFONDIMENTI:
I criteri possibili per le classificazioni sono molteplici.
Per esempio, si può chiedere ai ragazzi di operare una classificazione secondo: lavori intellet-
tuali o manuali, al chiuso o all’aperto, maschili o femminili, suscitando discussioni sulle moti-
vazioni delle scelte e creando occasioni per riflettere sui diversi stereotipi correnti (è bene,
però, non tralasciare gli aspetti oggettivi di differenza tra i sessi).
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FINALITÀ:
Testare le conoscenze dei ragazzi riguardo le diverse professioni stimolando la creatività e la
spontaneità degli allievi.
TEMPO: OCCORRENTE:
Variabile. Cartoncini con professioni (gli stessi utilizzati
per l’esercitazione 3.1. “Le figure professionali”)
SVOLGIMENTO:
L’operatore divide la classe in due gruppi; mostra un cartoncino su cui è scritto il nome di una
professione, meglio se anche disegnato o rappresentato con un’immagine, col dorso verso la
classe.
Poi si rivolge ai ragazzi dicendo: “Adesso dovrete scoprire la professione scritta sul carton-
cino, facendo un po’ come fa un detective: dovrete cercare degli indizi, che annoterete su fogli
bianchi, facendomi delle domande pertinenti a cui risponderò solo con un sì o un no. Non do-
vete cercare di indovinare semplicemente dicendo il nome di una professione, ma individuare
gli indici che possono rivelare il tipo di professione”.
Si possono scegliere due modalità: i due gruppi alternano le domande sulla stessa professione
oppure l’attività è svolta prima da un gruppo e poi dall’altro utilizzando quindi due professioni
diverse.
Infine, ciascun gruppo elenca le caratteristiche che hanno permesso di individuare la profes-
sione.
APPROFONDIMENTI:
Calcolando bene i tempi è un’attività che si può ripetere stimolando una sana competizione tra
i gruppi (es. una breve gara).
3.4. Esercitazione: “Il detective dei mestieri”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e i materiali utili per svol-
gere la stessa esercitazione.
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3.5. Scheda: “Mi piace...“
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Aiutare gli allievi ad individuare i propri interessi in riferimento al mondo del lavoro.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore espone gli obiettivi dell’attività, distribuisce le schede e cerca di favorire il lavoro
autonomo degli allievi; ogni allievo compila singolarmente la propria scheda, dedicando parti-
colare attenzione anche alla parte finale della stessa.
APPROFONDIMENTI:
Eventualmente, se ritenuto necessario, si può dividere l’attività in due parti proponendo di
completare la scheda in momenti diversi.
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3.6. Scheda: “Interessi passeggeri e duraturi”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Stimolare gli allievi a riconoscere i propri interessi fondamentali, utili nella definizione di un
proprio progetto professionale.
TEMPO: OCCORRENTE:
40 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce le schede dell’attività e invita gli allievi a completarle nelle varie parti
con attenzione. Lo scambio e il confronto in gruppo è sempre un momento arricchente.
147
148
3.7. Scheda: “Immaginando il futuro... ”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Aiutare gli allievi ad evidenziare i criteri legati alla scelta del proprio lavoro.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore invita gli allievi a completare la scheda con attenzione e a sintetizzare le informa-
zioni riportate nell’ultima parte della scheda stessa.
149
150
151
3.8. Scheda: “Identità professionale”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Stimolare gli allievi a rilevare ed evidenziare le proprie abilità.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce le schede dell’attività e propone agli allievi una compilazione indivi-
duale al quale può fare seguito una condivisione in gruppo.
APPROFONDIMENTI:
L’individuazione delle proprie abilità è utile per la progettazione del profilo professionale
poiché il ragazzo, dopo aver dichiarato quali sono i suoi interessi professionali, riflette in
modo più sistematico su quali sono le proprie attitudini in riferimento alle professioni alle
quali è interessato.
152
153
3.9. SCHEDA: “I + C = A (INTERESSI + CAPACITÀ = ATTITUDINI)”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Facilitare l’individuazione, da parte degli allievi, delle attitudini necessarie per svolgere deter-
minati mestieri; stimolare i ragazzi a cogliere i nessi esistenti tra le abilità richieste dal mondo
professionale e la coerenza di tali attività con gli interessi personali individuati precedente-
mente.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce le schede dell’attività e invita i ragazzi a completarle nelle diverse
parti con attenzione. Successivamente, l’attività si presta molto bene ad una rielaborazione fi-
nale di gruppo nella quale l’operatore faciliterà l’intervento costruttivo di tutti i membri.
APPROFONDIMENTI:
Potrebbe essere interessante stimolare i ragazzi a decifrare il titolo di quest’attività dopo averla
completata, proponendo esempi personali concreti.
154
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3.10. Scheda: “Doti di personalità e professioni”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Facilitare l’individuazione, da parte degli allievi, delle doti ritenute valide e facilitanti lo svol-
gimento di determinati mestieri; stimolare i ragazzi a cogliere i nessi esistenti tra le abilità ri-
chieste dal mondo professionale e la coerenza di tali attività con gli interessi personali indivi-
duati precedentemente.
TEMPO: OCCORRENTE:
40 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
Tenendo conto delle professioni indicate nella presente unità ed altre professioni conosciute,
gli allievi vengono stimolati a scoprire i lavoratori che, nell’esercizio del loro lavoro, mettono
in atto le caratteristiche personali indicate nella scheda.
Successivamente, ogni allievo segna con una crocetta le qualità, indicate sul foglio, che desi-
dererebbe possedere.
Infine, durante la discussione gli allievi sono invitati dall’operatore a completare le liste delle
professioni per ogni qualità (aggiungendo, eliminando, sostituendo).
156
157
3.11. Scheda: “Cosa conta di più?”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Aiutare gli allievi a collegare i criteri di scelta personali con le professioni esistenti sul mer-
cato.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore introduce l’attività e invita gli allievi a leggere le varie testimonianze, a trovare i
criteri di scelta della professione di ciascuno degli intervistati e ad indicare i mestieri possibili
per ogni intervistato.
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3.12. Scheda: “Matteo e il computer”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Permettere agli allievi di evidenziare i propri interessi professionali ed individuare la via a loro
più congeniale per raggiungere la professione ideale.
TEMPO: OCCORRENTE:
30 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore consegna la scheda agli allievi e li invita a leggere attentamente la prima parte del
testo.
L’operatore invita gli allievi a concentrarsi sulla parte successiva per la quale è necessario sta-
bilire un clima adatto alla riflessione personale.
161
162
3.13. Questionario: “Motivazioni personali”
Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività) e lo stesso questionario.
FINALITÀ:
Permettere all’’allievo di verificare se le proprie intenzioni e scelte formative sono coerenti
con le professioni indicate come preferite.
TEMPO: OCCORRENTE:
40 min. Questionario.
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce la scheda ai ragazzi spiegando gli obiettivi dell’attività e cercando di
favorire il più possibile il lavoro individuale degli allievi e successivamente la rielaborazione
in gruppo.
163
164
3. CONCLUSIONI
Nella quarta unità abbiamo rilevato lo stretto legame tra interessi e motiva-
zione e tra i primi e la riuscita nelle attività che li riguardano.
Sono proprio gli interessi, infatti, e non le attitudini, a determinare l’impegno
ed il rendimento di ogni individuo nei vari campi e settori.
Le attività proposte nell’unità si rivelano particolarmente utili e importanti per
gli allievi, contribuendo a determinare la scelta finale della professione da intra-
prendere.
165
Sesta parte
QUINTA UNITÀ:
“FRONTEGGIARE LE DIFFICOLTÀ”
1. INTRODUZIONE
Durante la crescita i giovani devono affrontare contesti di vita diversi; popola-
zione e problemi che li preoccupano e li inquietano.
I cambiamenti della società si riflettono, ovviamente, nelle mutevoli questioni
che possono preoccupare i giovani.
Sia alle famiglie che alle istituzioni, come quelle educative, è richiesta consa-
pevolezza delle dinamiche inerenti la propria comunità e la capacità di compren-
dere come queste possano influenzare le necessità degli adolescenti stessi.
La relazione dei giovani con il proprio ambiente sociale, infatti, non è statica,
ma dinamica e reciproca: l’ambiente sociale influenza, ed è a sua volta influenzato,
dalla propria popolazione.
2. INDICAZIONI TEORICHE SU ALCUNE DIFFICOLTÀ ADOLESCENZIALI
È molto interessante poter determinare quali sono le preoccupazioni dei gio-
vani e come essi vi fanno fronte in un determinato momento e in un particolare
contesto.
Di seguito, presentiamo alcune indicazioni sulle preoccupazioni adolescen-
ziali, sullo stress adolescenziale, sulle abilità di coping (fronteggiamento) dell’ado-
lescente; infine, presentiamo una tavola con alcune indicazioni sulla gestione di
momenti difficili.
2.1. Le preoccupazioni degli adolescenti
Negli ultimi anni sono stati molti i tentativi di rilevare ciò che preoccupa gli
adolescenti.
Questi studi dimostrano che i giovani si interessano ad una varietà di questioni
come l’aspetto fisico, il livello di rendimento scolastico e formativo, il lavoro, i
rapporti interpersonali e la paura della guerra nucleare.
Da alcune ricerche emerge come prioritaria la preoccupazione per i progetti
inerenti all’istruzione e alla professione.
166
Altrettanto diffuse sono le preoccupazioni per il terrorismo, l’autostima, la sa-
lute mentale e fisica dei genitori, l’avere un ragazzo (o una ragazza) e le relazioni
sessuali.
I metodi per valutare le preoccupazioni degli adolescenti variano dal racco-
gliere descrizioni estemporanee e spontanee, di ciò che viene avvertito come
preoccupazione, ad un approccio di tipo più comune, in cui s’indaga come l’inter-
vistato reagisce in rapporto alle singole preoccupazioni di un limitato ambito.
Le ricerche hanno in genere mostrato che le preoccupazioni degli adolescenti
variano in rapporto al contesto dell’intervista, allo stile di intervista e all’età degli
intervistati.
La carriera, i voti, il proseguimento dell’istruzione e l’aspetto fisico risultano
essere le quattro preoccupazioni più gravi per i giovani.
Generalmente, oltre all’opprimente preoccupazione per gli esami, sempre al
primo posto, uno studente su dieci è preoccupato per questioni relative al lavoro,
all’amore, alla felicità e alle relazioni familiari.
La preoccupazione per la riuscita, infine, supera di molto sia la preoccupa-
zione per i rapporti interpersonali sia, ad un livello simile, la preoccupazione per
questioni altruistiche (la guerra nucleare, la povertà del Terzo Mondo).
2.2. Lo stress adolescenziale
Lo stress è la normale reazione del corpo a eventi quotidiani e al modo in cui
li percepiamo e quindi non si può ritenere che sia frutto soltanto della nostra
mente.
Negli ultimi quindici anni, è cresciuta in modo notevole fra gli adolescenti
l’incidenza dei problemi legati allo stress, essendo in aumento la disoccupazione
giovanile, i cambiamenti e lo scompiglio nella vita familiare, la competizione per
gli impieghi nel terziario in un clima che vede ridotte le opportunità di lavoro e
così via. Si assiste ad un incremento dei disturbi alimentari. Un’ulteriore prova
dell’esistenza di uno stress giovanile è l’incidenza del fenomeno della depres-
sione.
Tra i problemi degli adolescenti vanno a incidere fattori come l’allontana-
mento dalla famiglia, l’abuso genitoriale, il basso livello d’istruzione e le limitate
opportunità di impiego.
Altro aspetto critico per l’evoluzione dello stress giovanile è la famiglia. Ciò
che accade in famiglia ha un ruolo di fondamentale importanza nel determinare il
modo in cui gli adolescenti vivono il periodo che porta all’età adulta: l’autostima
degli adolescenti, ad esempio, è positivamente correlata all’interesse e all’inco-
raggiamento dei genitori ed il fatto che questi ultimi possano essere in crisi di
mezza età può diventare un importante fattore che concorre allo stress dell’adole-
scente.
Molto frequentemente un altro fattore di stress ritrovato negli adolescenti è
la noia. C’è chi sperimenta la noia durante l’attività formativa; talvolta, invece, la
167
noia è cronica. Non tutti i giovani hanno bisogno di stimoli ed attività allo stesso
livello. Sembra che la differenza nello stato di benessere dei giovani sia data
dalla capacità di combattere la noia e di assumersi la responsabilità di godere
delle cose che si hanno, di sentirsi stimolati a raggiungere quello che rientra nelle
proprie possibilità e di rendere possibile ciò che sembra inaccessibile o immuta-
bile.
Concludendo, possiamo affermare che la migliore fonte di informazione ri-
guardo alle preoccupazioni, stress e tensioni, siano i giovani stessi e in ogni parti-
colare contesto è necessario chiedere loro cosa pensano che gli stia accadendo, dal
loro unico punto di vista.
2.3. Fronteggiare lo stress
Per affrontare lo stress, è molto importante sviluppare un elevato senso di effi-
cacia personale, o di fiducia nelle proprie abilità: gli allievi che nutrono fiducia in
se stessi non percepiscono le stressanti richieste formative come minacce, ma
come sfide, mentre quelli con bassi livelli di senso di efficacia o aspettative, di
fronte alle stesse richieste, si sentono minacciati e reagiscono con elevati livelli di
ansia da prestazione.
La teoria del senso di efficacia è fortemente basata sulla teoria dell’apprendi-
mento sociale e su quella del locus of control, secondo le quali chi è sinceramente
convinto di poter controllare aspetti importanti della propria vita agisce conforme-
mente a tale credenza e si sente capace di affrontare ciò che gli viene richiesto.
Inoltre, s’impara a credere nelle proprie capacità osservando le azioni di altre per-
sone significative, oltre che le risposte che riceviamo in conseguenza ai nostri
comportamenti.
Una ulteriore risorsa per fronte allo stress è l’abilità di coping (fronteggia-
mento). Il coping consiste nell’attivazione di strategie cognitive e comportamentali
per far fronte alle richieste del vivere quotidiano.
Ci sono continue ricerche e nuove indicazioni sul modo migliore per trattare
particolari situazioni, sul ruolo dell’ereditarietà e dell’ambiente, della formazione e
della famiglia, sull’abilità di apprendimento nel corso della vita e così via.
L’interesse per il coping adolescenziale è, tuttavia, un fenomeno relativamente
recente.
2.4. Gestire i momenti critici
La tabella riportata di seguito si offre come strumento utile per la gestione di
eventuali “momenti critici”. Essa presenta alcuni spunti di riflessione e altrettanti
spunti operativi.
È peraltro fondamentale ricordare che l’esempio dei formatori rappresenta il
migliore stimolo formativo in chiave etica.
168
3. FASI DELLA QUINTA UNITÀ
Le fasi che compongono questa unità sono:
a) “Riconoscere lo stress”;
b) “Migliorare la consapevolezza di ostacoli e paure”;
c) “Riflettere su persone e situazioni”.
Tavola: Gestione momenti critici
TIPO DI CONDOTTA
Condotta di
assecondamento degli
interlocutori (famiglia,
insegnanti, orientatori ma
anche compagni…) in
assenza di indicazioni
motivazionali personali e
di attitudini coerenti.
Condotta di
partecipazione da
protagonista con una
decisione basata su una
propria lettura della
vocazione e delle
attitudini personali, delle
opportunità e dei loro
costi.
Condotta di rinvio delle
decisioni e di scelta delle
opzioni che sembrano più
coerenti con questa tattica
dilatoria.
Condotta utilitaristica
ovvero basata su un
preciso calcolo dei
costi/benefici necessari al
perseguimento del fine
atteso.
TIPO DI CRISI
La crisi subentra come
disorientamento ovvero
mancanza di spinta
interiore (motivazione
intrinseca) nei confronti
della proposta formativa,
ma alla lunga anche come
crisi di insuccesso.
La crisi può subentrare
sul piano esistenziale,
quando l’organizzazione
formativa non riesce a
fornire risposte adeguate
alle aspettative, ma alla
lunga anche come crisi di
insuccesso.
La crisi si evidenzia come
incapacità di investimento
elevato specie in
corrispondenza dei vari
momenti di impegno e di
prova.
La crisi si evidenzia come
percezione della scarsa
utilità del sapere
fornito/appreso nel
confronto con la realtà
esterna all’organizzazione.
INTERVENTI CONSIGLIATI
È necessario evitare che la
persona prenda decisioni in
questa condizione. È bene
proporgli di impegnarsi in
un’attività propria, in un ambito
di suo interesse, in modo da
favorire una maturazione ed una
decisione personale.
Occorre dare prova delle
capacità del Centro di
riconoscere i propri limiti e di
autocorreggersi. È necessario
intervenire in modo da creare
una “formazione di eccellenza”
almeno su uno degli ambiti in
cui l’utente esprime maggiore
interesse e sensibilità.
Occorre operare innanzitutto
sulla rilevazione del potenziale
della persona, con la riflessione
circa l’impegno ed il metodo di
studio. È necessario puntare a
realizzare almeno in un ambito
di forte interesse dell’utente una
performance di qualità, per poi
trarre da essa stimolo al
miglioramento.
Bisogna avere la capacità di
riconoscere se il proprio progetto
formativo è carente o meno.
Infatti, vi è cattiva formazione
quando l’alternativa lavorativa
risulta più vantaggiosa. In questo
caso bisogna agire sul progetto,
sul rapporto con le imprese, sul
profilo professionale, sui metodi
formativi e didattici.
169
3.1. Prima fase: “Riconoscere lo stress”
La prima fase dell’unità “Fronteggiare le difficoltà” risulta utile per analizzare
e fronteggiare lo stress.
In particolare, per spiegare il fenomeno dello stress, si può partire dal dia-
gramma sottostante, che evidenzia come la percentuale di efficienza nelle attività
personali sia significativamente correlata con la quantità di attivazione (stress) pre-
sente nell’organismo.
Occorre precisare che erroneamente si intende lo stress come un fenomeno
esclusivamente negativo, perché esso è naturale e necessario alla vita, e, quando ri-
mane sotto controllo, ha un significato positivo.
Immaginiamo, ad esempio, uno studente di fronte ad un esame. Se il suo li-
vello di stress è nullo, probabilmente la sua “prestazione” non sarà ottimale; d’altra
parte, quando il cosiddetto “eu-stress” (lo stress positivo) aumenta oltre la soglia
che ne fa uno stimolo positivo alle normali attività, esso supera le possibilità di
adattamento dell’organismo.
L’eccesso di ansia risulta allora paralizzante e diventa “di-stress” causando
manifestazioni funzionali ed organiche negative.
Gli stimoli che danno origine a stress, detti stressor, possono essere di varia
origine e natura.
Lo stress è un messaggio del nostro corpo: va ascoltato ed accolto; solo così la
persona potrà imparare a conoscere ed elaborare strategie positive per fronteggiare
tali difficoltà e fare un passo avanti anche nella sua evoluzione personale.
100%
EFFICIENZA
Eccitazione positiva
da stress
Troppo poco stress Troppo stress
100%
ATTIVAZIONE
➝
➝
➝
170
Per trovare la propria posizione nel diagramma, occorre chiedersi: “Aggiun-
gendo un nuovo impegno, anche piccolo, la mia efficienza aumenterebbe o dimi-
nuirebbe?”.
Per un uso ottimale della propria energia, gli impegni personali devono essere
proporzionati al mantenimento della propria salute e del proprio benessere psicofisico.
3.1.1. Finalità
Le attività proposte mirano a fornire agli allievi metodi e strategie per ricono-
scere, affrontare e vincere lo stress.
3.1.2. Obiettivi
Al termine di questa fase gli allievi avranno:
a) riconosciuto in loro stessi ed evidenziato i sintomi e le manifestazioni com-
portamentali proprie dello stress;
b) riflettuto sulle capacità personali utili per fronteggiare lo stress ed elaborato un
impegno concreto per raggiungere tale scopo.
3.1.3. Strumenti e attività
L’operatore si avvale di:
a) scheda “Ahi!! Ahi!! Ahi!!”;
b) scheda “Nello studio io…”;
c) esercitazione “S.O.S. Successo sullo stress”;
d) scheda “Vincere lo stress”.
3.1.4. Risorse
Il formatore o l’operatore organizza lo svolgimento delle attività, della durata
complessiva di circa tre ore e 15 minuti, in aula.
3.2. Seconda fase: “Migliorare la consapevolezza di ostacoli e paure”
Per fronteggiare le difficoltà, è necessario che ogni soggetto sia consapevole
delle proprie paure nell’effettuare delle scelte.
Questa fase è costituita dalle attività “Cosa ostacola le tue scelte?” e “Paure
nel cestino”, utili per far emergere e superare limiti e paure.
3.2.1. Finalità
Le attività di questa fase, come già rilevato, mirano, anche attraverso lo
scambio reciproco e il confronto tra gli allievi, a favorire l’esplicitazione e il supe-
ramento dei limiti e delle paure di ognuno di loro nell’effettuare le scelte.
3.2.2. Obiettivi
Al termine del lavoro previsto, gli allievi avranno:
171
a) esplicitato i loro atteggiamenti nei confronti di scelte da effettuare e decisioni
da prendere;
b) attuato uno scambio reciproco di esperienze e vissuti personali, relativamente
alle fantasie negative e alle paure provate;
c) assunto un atteggiamento volto al superamento dei propri limiti, grazie al po-
tenziamento della capacità di prefigurare differenti modalità di comporta-
mento di fronte allo stesso problema, e all’apprendimento della capacità di va-
lutare in modo critico le diverse alternative possibili.
3.2.3. Strumenti e attività
Gli strumenti e le attività previste per questa fase sono:
a) questionario “Cosa ostacola le tue scelte?”;
b) esercitazione “Paure nel cestino?”.
3.2.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du-
rata di circa un’ora e 20 minuti, in aula.
3.3. Terza fase: “Riflettere su persone e situazioni”
Le attività dell’ultima fase dell’unità 5 sono “Cosa fareste al posto loro?”,
“Telefono amico” e “Incidenti di percorso”. Esse si rivelano particolarmente utili
per abituare i ragazzi a mettersi nei panni degli altri e per superare problemi di re-
lazione tra allievi e adulti (formatori, titolari, ecc.).
3.3.1. Finalità
Le attività di questa fase mirano a favorire la propensione alla ricerca di solu-
zioni per situazioni problematiche, riferite soprattutto al rapporto dei ragazzi con
gli adulti.
3.3.2. Obiettivi
Al termine della attività gli allievi avranno:
a) cominciato ad imparare a mettersi nei panni degli altri;
b) riflettuto sulla possibilità di attuare delle strategie utili a superare le difficoltà
nei rapporti con gli adulti;
c) svolto delle esercitazioni per la ricerca di soluzioni per soluzioni problema-
tiche.
3.3.3. Strumenti e attività
In questa fase l’operatore si avvale di:
a) esercitazione “Cosa fareste al posto loro?”;
b) esercitazione “Telefono amico”;
c) esercitazione “Incidenti di percorso”.
172
3.3.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du-
rata di circa due ore, in aula.
4. ALLEGATI
Di seguito riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi-
cate nei paragrafi precedenti.
4.1. Scheda: “Ahi!! Ahi!! Ahi!!”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Rilevare l’incidenza dello stress tra gli allievi, a partire dai sintomi che essi riconoscono in
loro stessi.
TEMPO: OCCORRENTE:
15 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce la scheda senza esplicitarne lo scopo, che verrà approfondito successi-
vamente, per evitare di influenzare le risposte.
Gli allievi completeranno la scheda personale mentre l’operatore fornirà eventuali chiarimenti
su termini a loro sconosciuti.
È importante che l’operatore raccolga e supporti le risposte degli allievi e giustifichi così l’atti-
vità, fornendo informazioni circa cause e manifestazioni di stress.
La possibilità di adottare strategie adeguate al fronteggiamento di tali manifestazioni dovrà, in-
fatti, necessariamente passare dalla consapevolezza di essere “vittime” dello stress.
173
174
4.2. Scheda: “Nello studio, io... ”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, indicazioni per approfondimenti) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Far emergere le manifestazioni di tipo emotivo – fisiologico – comportamentale di ogni allievo
legate all’insorgenza dello stress.
TEMPO: OCCORRENTE:
20 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce la scheda senza esplicitarne lo scopo che verrà approfondito successi-
vamente per evitare di influenzare le risposte.
Gli allievi completeranno la scheda personale mentre l’operatore fornirà eventuali chiarimenti
su termini a loro sconosciuti.
Soltanto al termine della compilazione si renderanno noti i punteggi e i risultati ad essi abbi-
nati.
APPROFONDIMENTI:
I punteggi si ottengono sommando il valore di ogni casella segnata con la crocetta.
Da 10 a 20: sei molto poco stressato e puoi studiare bene.
Da 21 a 30: è presente un po’ di stress ma con una lieve modifica tutto si potrebbe risolvere.
Da 31 in poi: sei molto stressato ed è necessario un intervento deciso per capire come modifi-
care questo stato d’ansia.
175
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4.3. Esercitazione: “S.O.S: sullo stress”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, indicazioni per approfondimenti) e le schede utili per il suo svolgi-
mento.
FINALITÀ:
Favorire la riflessione sulle diverse capacità personali utili per il fronteggiamento del feno-
meno stress; e l’elaborazione di un impegno concreto tramite l’apprendimento della tecnica
proposta.
TEMPO: OCCORRENTE:
2 ore. Schede
SVOLGIMENTO:
L’operatore presenta la tecnica esplicitando i tre livelli di analisi previsti; per facilitare l’inter-
vento attivo degli allievi si suggerisce di introdurre l’attività utilizzando la tecnica del brain-
storming applicata alla “Scheda per l’innesco”: gli allievi sono invitati a fare degli esempi per
ognuna delle voci proposte.
Successivamente l’operatore integra le conoscenze degli allievi servendosi degli spunti indicati
nella “Scheda guida per l’operatore”.
Il cuore dell’attività, comunque, consiste nell’esplicitare individualmente i propri impegni di
cambiamento per ciascuna delle aree di capacità critiche presentate nella scheda (“Scheda per
l’elaborazione personale”).
APPROFONDIMENTI:
Si suggerisce la prova dell’attività da parte dell’operatore stesso, in modo da poter riflettere
anticipatamente sulla propria esperienza e fornire stimoli agli allievi attraverso esempi perso-
nali.
È importante se gli allievi possono ritrovarsi nelle situazioni presentate come esempio.
Lo scopo principale dell’attività si concretizza nell’ultima parte della “scheda per l’elabora-
zione personale” dove all’allievo è richiesto di esprimere il proprio intento ad impegnarsi nella
direzione che, tra le altre, giudica più critica.
In questa fase continua ad essere fondamentale la capacità di empatia, di supporto, di com-
prensione dell’operatore necessaria per regolare il proprio intervento in funzione delle reazioni
del gruppo.
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4.4. Scheda: “Vincere lo stress”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, indicazioni per approfondimenti) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Fornire ulteriori elementi per prevenire, controllare, affrontare lo stress.
TEMPO: OCCORRENTE:
40 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore presenta alla classe le sei piste indicate nella scheda fornendo esempi concreti e fa-
vorendo l’intervento degli allievi nel dibattito innescato.
APPROFONDIMENTI:
I contenuti della scheda sono il risultato di una ricerca statunitense e va presentata ai ragazzi
quale esempio da cui trarre preziosi spunti per elaborare la propria visione sul tema trattato.
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4.5. Questionario: “Cosa ostacola le tue scelte?”
Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, indicazioni per approfondimenti) e lo stesso questionario.
FINALITÀ:
Favorire, negli allievi, l’esplicitazione dei propri atteggiamenti nei confronti di scelte e prese
di decisioni.
TEMPO: OCCORRENTE:
20 min. Questionario
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce a ciascun allievo il questionario e si rende disponibile a chiarire even-
tuali significati oscuri. Al termine della compilazione, l’operatore introdurrà un dibattito con lo
scopo di evidenziare le strategie positive per far fronte ai comportamenti che hanno portato in-
successo quindi sfiducia e stress.
APPROFONDIMENTI:
È fondamentale stimolare l’allievo a porsi degli obiettivi, a breve termine, per poter migliorare
i propri atteggiamenti critici.
È importante valorizzare la possibilità di miglioramento piuttosto che elencare molto analitica-
mente tutti gli atteggiamenti critici.
185
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4.6. Esercitazione: “Paure nel cestino”
Riportiamo una tavola che spiega le schede (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività) e le stesse schede.
FINALITÀ:
Favorire negli allievi l’esplicitazione e il confronto di vissuti personali a livello di fantasie ne-
gative, di paure, di fantasmi.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce a ciascun allievo la scheda individuale e invita a scrivere emozioni e
preoccupazioni personali all’interno dei riquadri tratteggiati.
Questi riquadri vengono ritagliati e raccolti in un contenitore per tutta la classe; si procede alla
lettura, cercando di mettere insieme i contenuti simili o che fanno riferimento ad una categoria
omogenea di problemi.
Per ciascun insieme di frasi si cerca la definizione più ampia possibile che permetta di arrivare
all’individuazione di un numero ristretto di paure molto diffuse all’interno della classe.
In questo senso l’attività di raggruppamento ha lo scopo di ridurre la casistica dei vissuti espli-
citati, favorendo un’attività di sintesi; allo stesso tempo permette ad ogni allievo di verificare
che le proprie paure sono condivise da altri compagni, riducendo così l’ansia e il senso di ina-
deguatezza personale.
Conclusa questa fase, la classe viene sollecitata a elaborare delle strategie per “buttare nel ce-
stino” le paure, cioè per metterle da parte o almeno imparare a tenerle sotto controllo.
L’individuazione di possibili strategie di fronteggiamento delle paure viene fatta operando in
piccoli gruppi di 5/6 persone, sempre con l’attenzione a far lavorare più unità di allievi sulla
stessa paura, per facilitare la valutazione critica dei vari suggerimenti proposti.
Qualora il numero delle paure fosse rimasto elevato, è consigliabile procedere a una selezione
dei contenuti su cui si vuole lavorare.
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4.7. Esercitazione: “Cosa fareste al posto loro?”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per svol-
gere la stessa.
FINALITÀ:
Permettere agli allievi di imparare a “mettersi nei panni degli altri”, lavorare sulle possibili
strategie che si possono mettere in atto qualora s’incontrino alcuni tipi di difficoltà nel rap-
porto con gli adulti.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
Questa attività può essere gestita e organizzata secondo diverse metodologie: 1) la classe viene
suddivisa in 4/5 gruppi che lavorano sulla scheda proposta; 2) all’interno della classe vengono
scelti 4 membri che interpretano le parti dei testimoni elencati nella scheda (role-play).
In entrambi i casi, lo scopo principale è quello di evidenziare quali elementi sono mancati af-
finché la collaborazione tra le persone citate nei casi potesse concludersi in modo positivo.
APPROFONDIMENTI:
Alcuni degli elementi critici che scaturiscono dall’analisi dei casi proposti sono: mancanza di
collaborazione, mancanza di comunicazione tra le parti direttamente coinvolte.
Una buona comunicazione è, infatti, fondamentale affinché gli obiettivi possano essere condi-
visi e verificati regolarmente.
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4.8. Esercitazione: “Telefono amico”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività) e la scheda utile per svolgere la stessa.
FINALITÀ:
Consentire agli allievi di esercitarsi nella ricerca di soluzioni per situazioni problematiche.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
La classe immagina di avere a disposizione dei messaggi lasciati da alcuni studenti nella segre-
teria di “Telefono amico”, un’iniziativa realizzata per aiutare studenti in difficoltà.
I messaggi riportano quattro possibili situazioni che si potrebbero verificare nel proseguimento
della loro esperienza.
Con la tecnica altre volte utilizzata (3/4 piccoli gruppi che lavorano sullo stesso messaggio), si
procede a preparare la “telefonata di risposta” allo studente in difficoltà. Infine si sintetizzano le
risposte date dai singoli gruppi sul cartellone e dopo un breve dibattito si decidono quali risposte
potrebbero essere più efficaci e adeguate.
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4.9. Esercitazione: “Incidenti di percorso”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e le schede utili per svol-
gere la stessa.
FINALITÀ:
Guidare gli allievi nell’esercitazione su alcune situazioni critiche nelle quali potrebbero venirsi
a trovare, da risolvere attraverso l’assunzione di comportamenti concreti.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 minuti circa. Schede
SVOLGIMENTO:
Si propone la scheda nella quale i casi stimolo sono presentati come esempi da discutere all’in-
terno di piccoli gruppi, alla ricerca di possibili soluzioni ai problemi presentati.
Sarebbe utile che almeno due sottogruppi discutessero sulla stessa storia perché in fase di sin-
tesi si possono evidenziare eventuali letture diverse rispetto allo stesso caso e soprattutto ana-
lizzare le strategie di comportamento proposte dai diversi gruppi, qualora all’interno della
classe si verificasse in futuro una situazione come quella descritta nel caso.
APPROFONDIMENTI:
Questa attività potrebbe essere completata facendo immaginare direttamente agli studenti al-
cune situazioni critiche e chiedendo loro di esplicitare il comportamento che intenderebbero
adottare in una simile circostanza. Si può ad esempio utilizzare uno schema tipo:
Se nella nostra classe succedesse che…………………………………., il comportamento da met-
tere in atto potrebbe essere……………………………………………………
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5. CONCLUSIONI
Nella quinta unità si è affrontato il problema del fronteggiamento delle diffi-
coltà da parte dei giovani, necessariamente condizionati dall’ambiente sociale in
cui vivono.
Particolare attenzione è stata dedicata al fenomeno dello stress, con l’offerta di
indicazioni teoriche e la proposta di attività rivolte ad aiutare gli allievi ad affron-
tarlo e gestirlo con adeguati metodi e strategie.
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Settima parte
SESTA UNITÀ:
“VERIFICARE IL CAMMINO E PROGETTARE”
1. INTRODUZIONE
Accompagnare gli adolescenti alla “conquista del mondo degli adulti” presup-
pone di aiutarli a chiarire taluni aspetti della loro identità, mettere alla prova i loro
valori, staccarsi con rispetto dalla loro famiglia e imparare a programmare in
tempo la loro vita.
Ciò comporta anzitutto che essi acquisiscano il senso della dimensione storica
della loro esistenza.
Un atteggiamento paziente e riflessivo nei confronti del tempo è tanto più im-
portante per gli adolescenti in quanto essi attraversano una fase della vita caratte-
rizzata in primo luogo dal distacco.
L’elaborazione e la realizzazione di un concreto progetto di crescita personale
e professionale rappresentano il punto di arrivo ideale di ogni percorso orientativo
e formativo. Per giungere a tale obiettivo, l’individuo deve superare diverse diffi-
coltà, non ultima quella di imparare ad integrare in modo realistico le proprie aspi-
razioni con le capacità personali e le opportunità fornite dall’ambiente sociale di
cui è parte integrante.
Un buon progetto personale di crescita deve tenere conto dei propri desideri
ed aspirazioni esplicitati nelle parti precedenti del presente manuale.
Inoltre, non bisogna dimenticare che il raggiungimento anche di mete all’ap-
parenza troppo lontane può essere reso possibile da un efficace pianificazione del
percorso. In quest’ottica la messa a punto di un progetto personale di vita risulta
indispensabile.
È importante che l’individuo sia in grado di evidenziare ogni tappa che in-
tende attraversare e di elaborare le strategie necessarie ad affrontare gli ostacoli
che presumibilmente incontrerà.
L’elaborazione di un percorso personale può allora paragonarsi allo studio
della mappa della propria situazione attuale e del percorso che si vuole seguire per
giungere alla meta.
Solo dopo aver pianificato in modo realistico e concreto il proprio percorso,
l’individuo sarà realmente in grado di confrontare i propri desideri con la realtà e
con l’impegno richiesto per il conseguimento di quello stesso desiderio.
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2. FASI DELLA SESTA UNITÀ
Le fasi che compongono questa unità sono:
a) “Definire obiettivi”;
b) “Elaborare valutazioni e operare scelte”.
2.1. Prima fase: “Definire obiettivi”
Al termine delle attività svolte in questa e nelle precedenti unità, è opportuno
rilevare, attraverso le attività “I miei obiettivi” e “Il mio piano d’azione”, gli obiet-
tivi individuali emersi e verificare la loro congruenza con gli interessi manifestati e
le scelte effettuate da ogni allievo.
2.1.1. Finalità
Sintetizzando, questa fase mira a favorire:
a) l’analisi degli obiettivi emersi;
b) l’elaborazione di un piano d’azione personale in considerazione dei propri in-
teressi ed obiettivi.
2.1.2. Obiettivi
Al termine di questa fase, gli allievi avranno:
a) analizzato i loro obiettivi;
b) scelto una strategia di raggiungimento degli obiettivi;
c) elaborato un piano d’azione personale.
2.1.3. Strumenti e attività
L’operatore utilizza:
a) scheda “I miei obiettivi”;
b) scheda “Il mio piano d’azione”.
2.1.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento del lavoro, della durata
di circa un’ora e 40 minuti, in aula.
2.2. Seconda fase: “Elaborare valutazioni e operare scelte”
Al termine del processo di accompagnamento in itinere è opportuno valutare
l’intero percorso compiuto, nonché la sua validità ed efficacia.
Quest’ultima fase, attraverso la verifica dei risultati raggiunti e l’elaborazione
del progetto per il futuro, contribuisce in maniera determinante all’acquisizione di
un consapevole progetto personale.
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2.2.1. Finalità
In sintesi, le attività di questa fase mirano a realizzare:
a) un’attenta valutazione del percorso effettuato, della sua validità ed efficacia;
b) una puntuale analisi del procedimento sotteso a scelte e decisioni.
2.2.2. Obiettivi
Lo svolgimento del lavoro permette ai ragazzi di essere consapevoli dell’im-
portanza delle attività svolte e del processo che porta ad effettuare scelte coerenti
con i propri interessi ed obiettivi.
2.2.3. Strumenti e attività
L’operatore si avvale di:
a) scheda “In sintesi, penso che…”;
b) scheda “Valutazione del percorso”;
c) esercitazione “Prendere una decisione”.
2.2.4. Risorse
Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento del lavoro, della durata
di circa due ore e 30 minuti, in aula.
3. ALLEGATI
Di seguito riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi-
cate nei paragrafi precedenti.
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3.1. Esercitazione: “I miei obiettivi”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, indicazioni per approfondimenti) e la scheda utile per realizzare la
stessa.
FINALITÀ:
Consentire, da parte degli allievi, l’analisi dei propri obiettivi, evidenziando eventuali incon-
gruenze, scegliere gli obiettivi principali ed elaborare una strategia di raggiungimento, rinun-
ciando, evidentemente agli obiettivi secondari e di minore importanza incompatibili con quelli
ritenuti fondamentali.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore introduce l’attività spiegando che spesso gli obiettivi che ci poniamo non sono
compatibili tra loro (ad esempio, divertimento e studio); è allora assolutamente indispensabile
scegliere, tra i due obiettivi, quello a cui si tiene di più e di conseguenza operare dei sacrifici
che forzatamente possono portare a rinunciare ad uno degli obiettivi. L’operatore distribuisce
le schede agli allievi invitando a completare la prima parte autonomamente. Successivamente,
si rende disponibile ad affiancare gli allievi nell’operazione di confronto richiesta nella tabella
a doppia entrata e nelle operazione di sintesi previste nell’ultima parte dell’attività.
APPROFONDIMENTI:
Si raccomanda all’operatore la disponibilità ad elaborare degli esempi chiarificatori per gli al-
lievi, mostrando alla lavagna, se necessario, le operazioni concrete da eseguire per completare
la tabella a doppia entrata di seguito presentata.
Dalla tabella risulta che l’incompatibilità è tra obiettivo B e C, mentre l’obiettivo A è compati-
bile con entrambi. Sarà quindi necessario decidere qual è l’obiettivo più importante, a quale
obiettivo rinunciare e quale strategia adottare per realizzare l’obiettivo principale.
Tavola: Incompatibilità tra obiettivi
A B C D
Diventare papà Costruire case Non studiare ....................
A SÌ SÌ
Diventare papà
B SÌ NO
Costruire case
C SÌ NO
Non studiare
D
....................
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3.2. Scheda:“Il mio piano d’azione”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività, indicazioni per approfondimenti) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Consentire l’elaborazione di un piano d’azione personale, tenendo conto dei propri interessi ed
obiettivi individuati precedentemente.
TEMPO: OCCORRENTE:
40 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore introduce l’attività, distribuisce la scheda e si rende disponibile a supportare e a
fornire chiarimenti ulteriori.
Al termine di questa fase individuale si può proporre uno scambio in assemblea.
APPROFONDIMENTI:
In questa delicata fase di sintesi l’operatore potrebbe dedicare del tempo individuale ai ragazzi
(mediante colloqui) per verificare il realismo del loro piano di azione.
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3.3. Scheda: “In sintesi, penso che…”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Operare una revisione sul cammino percorso durante l’accompagnamento in itinere, sintetiz-
zare e verificare quanto si ricordano ed hanno perciò appreso sugli argomenti trattati.
TEMPO: OCCORRENTE:
50 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce le schede, favorisce il lavoro autonomo degli allievi, raccomanda al
gruppo spontaneità e sincerità durante la compilazione della scheda.
Al termine dell’attività le schede vengono ritirate e successivamente riconsegnate agli allievi.
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3.4. Scheda: “Valutazione del percorso”
Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del-
l’attività) e la stessa scheda.
FINALITÀ:
Consentire una valutazione personale del percorso di orientamento svolto; fornire un feed-back
riguardo le attività svolte per migliorare la progettazione del percorso successivo.
TEMPO: OCCORRENTE:
40 min. Scheda
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce le schede, favorisce il lavoro autonomo degli allievi, raccomanda al
gruppo spontaneità e sincerità durante la compilazione della scheda.
Al termine dell’attività le schede vengono ritirate e successivamente riconsegnate agli allievi.
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3.5. Esercitazione: “Prendere una decisione”
Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento
dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e le schede utili per svol-
gere la stessa.
FINALITÀ:
Comprendere che ogni scelta comporta incertezza, vantaggi e svantaggi.
Imparare a rilevare le diverse possibilità legate ad una decisione e a scegliere quella che con-
cilia maggiormente il minor numero di svantaggi ed il maggior numero di vantaggi.
TEMPO: OCCORRENTE:
60 min. Schede
SVOLGIMENTO:
L’operatore distribuisce la scheda e si rende disponibile a fornire chiarimenti riguardo l’attività
da svolgere. È fondamentale che la decisione indicata nel primo rettangolo abbia due strade
possibili di raggiungimento (vedi scheda per l’operatore) in modo da poterne analizzare i rela-
tivi vantaggi e svantaggi.
APPROFONDIMENTI:
Dopo aver esaminato la scheda guida proposta, è opportuno che l’operatore si prepari degli
esempi adeguati da poter fornire agli allievi per facilitarli nell’individuazione di una scelta
adeguata all’attività.
In quest’attività è fondamentale il supporto dell’operatore quale presenza rassicurante e chiari-
ficatrice ma mai interferente e/o influenzante.
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4. CONCLUSIONI
La sesta unità, “Verificare il cammino e progettare”, conclude il modulo rela-
tivo all’accompagnamento in itinere promuovendo la verifica del processo realiz-
zato, nonché l’elaborazione di un consapevole progetto di crescita personale e pro-
fessionale da parte di ogni allievo.
È stata sottolineata, in particolare, l’importanza della pianificazione del per-
corso da intraprendere, al fine di consentire il confronto tra i desideri e la realtà e,
quindi, avere chiaro l’impegno necessario per la realizzazione dei desideri stessi.
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CONCLUSIONE
In questa guida all’accompagnamento in itinere, abbiamo proposto indicazioni
e strumenti agli operatori dei CFP impegnati direttamente nell’attività di orienta-
mento. Il loro ruolo, infatti, è particolarmente importante in quanto rivolto ad ac-
compagnare la conquista dell’identità personale di ciascun allievo, e favorire la
creazione di un ambiente che faciliti l’espressione di sé e il confronto in gruppo.
Come detto nell’introduzione, il volume è il frutto dell’esperienza di un
gruppo di formatori dei CFP del Piemonte, coordinati da referenti della sede regio-
nale, e rappresenta una raccolta di materiali utilizzati nei percorsi di orientamento
attivati all’interno dei corsi di formazione professionale.
In particolare, gli strumenti e le attività proposte sono state elaborate e utiliz-
zate a seguito della progettazione relativa all’obbligo formativo.
Ci auguriamo che le indicazioni e i suggerimenti offerti possano non solo rap-
presentare spunti utili per l’attività di orientamento nei CFP, ma che siano anche
considerati un modello adattabile alle diverse esigenze e suscettibile di ulteriori
elaborazioni.
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CNOS-FAP Piemonte (a cura di), L’orientamento nel CFP. 1 - Guida per l’accoglienza, Roma, Tipo-
grafia Pio XI, 2003.
DE BENI R. et alii, Psicologia cognitiva dell’apprendimento. Aspetti teorici e applicazioni, Trento,
Erickson, 2003.
DE PIERI S., Orientamento educativo e accompagnamento vocazionale. Elle Di Ci, Leumann (TO),
2000.
FRISO G. - L. TASSAN SOLET, Orientamento scolastico e professionale. Percorso formativo per gli
alunni in difficoltà, Trento, Erickson, 1994.
GOLEMAN D., Intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano 1997.
NOTA L. - S. SORESI, Autoefficacia nelle scelte. La visione sociocognitiva dell’orientamento, Giunti
OS, Firenze, 2000.
RAPPORTO ISFOL, Formazione, nuove tecnologie, professionalità. Milano, Franco Angeli, 1985.
SORESI S. - L. NOTA, Interessi e scelte. Come si evolvono e si rilevano le preferenze professionali,
Giunti OS, Firenze, 2000.
STERNBERG R.J. - L. SPEAR-SWERLING, Le tre intelligenze. Come potenziare le capacità analitiche,
creative e pratiche, Trento, Erickson, 1997.
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INDICE
SOMMARIO...................................................................................................................... 3
PRESENTAZIONE.............................................................................................................. 5
Prima parte
L’ACCOMPAGNAMENTO IN ITINERE NEL CFP: ASPETTI INTRODUTTIVI
1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 7
2. UNA DEFINIZIONE DI ORIENTAMENTO IN ITINERE .................................................... 7
3. FINALITÀ ................................................................................................................. 8
4. OBIETTIVI ................................................................................................................ 8
5. STRUMENTI .............................................................................................................. 9
6. RISORSE ................................................................................................................... 11
7. RUOLO E ATTIVITÀ DELL’OPERATORE ..................................................................... 11
8. ALLEGATI ................................................................................................................ 13
8.1. Scheda: “Giornale di bordo”.......................................................................... 13
8.2. Scheda: “Monitoraggio dell’accompagnamento in itinere” .......................... 16
9. CONCLUSIONI........................................................................................................... 18
Seconda parte
PRIMA UNITÀ: “CONOSCERE SE STESSI E GLI ALTRI”
1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 19
2. FASI DELLA PRIMA UNITÀ ........................................................................................ 20
2.1. Prima fase: “Esplorare il proprio sé”............................................................. 20
2.1.1. Finalità................................................................................................ 20
2.1.2. Obiettivi............................................................................................... 21
2.1.3. Strumenti e attività .............................................................................. 21
2.1.4. Risorse................................................................................................. 21
2.2. Seconda fase: “Analizzare le proprie capacità”............................................. 21
2.2.1. Finalità................................................................................................ 21
2.2.2. Obiettivi............................................................................................... 21
2.2.3. Strumenti ed attività ............................................................................ 21
2.2.4. Risorse................................................................................................. 21
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2.3. Terza fase: “Riflettere sui valori” .................................................................. 22
2.3.1. Finalità................................................................................................ 22
2.3.2. Obiettivi............................................................................................... 22
2.3.3. Strumenti e attività .............................................................................. 22
2.3.4. Risorse................................................................................................. 23
2.4. Quarta fase: “Potenziare fiducia e autostima”............................................... 23
2.4.1. Finalità................................................................................................ 23
2.4.2. Obiettivi............................................................................................... 23
2.4.3. Strumenti e attività .............................................................................. 23
2.4.4. Risorse................................................................................................. 23
3. ALLEGATI ................................................................................................................ 24
3.1. Scheda: “La mia autobiografia”..................................................................... 24
3.2. Test: “Il sé fisico” .......................................................................................... 28
3.3. Scheda: “Le mie capacità”............................................................................. 32
3.4. Schede: “I miei valori” .................................................................................. 35
3.5. Attività: “Tutti i valori sono uguali?” ............................................................ 38
3.6. Attività: “I valori nel lavoro”......................................................................... 39
3.7. Scheda: “L’autostima” ................................................................................... 41
3.8. Scheda: “Il mio ritratto”................................................................................. 44
3.9. Attività: “I ciechi a spasso” ........................................................................... 46
4. CONCLUSIONI........................................................................................................... 46
Terza parte
SECONDA UNITÀ: “MOTIVARE ALLO STUDIO”
1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 47
2. PER QUALE MOTIVO SI STUDIA ................................................................................ 48
3. FASI DELLA SECONDA UNITÀ .................................................................................... 49
3.1. Prima fase: “Esercitarsi nell’osservazione e con la fantasia”........................ 49
3.1.1. Finalità................................................................................................ 49
3.1.2. Obiettivi............................................................................................... 49
3.1.3. Strumenti ed attività ............................................................................ 50
3.1.4. Risorse................................................................................................. 50
3.2. Seconda fase: “Conoscere le diverse intelligenze”........................................ 50
3.2.1. Finalità................................................................................................ 50
3.2.2. Obiettivi............................................................................................... 50
3.2.3. Strumenti e attività .............................................................................. 50
3.2.4. Risorse................................................................................................. 51
3.3. Terza fase: “Riflettere sulle proprie risorse interiori” ................................... 51
3.3.1. Finalità................................................................................................ 51
3.3.2. Obiettivi............................................................................................... 51
3.3.3. Strumenti e attività .............................................................................. 51
3.3.4. Risorse................................................................................................. 51
229
3.4. Quarta fase: “Conoscere le barriere nello studio” .......................................... 51
3.4.1. Finalità................................................................................................ 52
3.4.2. Obiettivi............................................................................................... 52
3.4.3. Strumenti e attività .............................................................................. 52
3.4.4. Risorse................................................................................................. 52
3.5. Quinta fase: “Conoscere le proprie modalità di studio”................................ 52
3.5.1. Finalità................................................................................................ 52
3.5.2. Obiettivi............................................................................................... 52
3.5.3. Strumenti e attività .............................................................................. 53
3.5.4. Risorse................................................................................................. 53
4. ALLEGATI ................................................................................................................ 53
4.1. Esercitazione: “Cartoline e oggetti” .............................................................. 53
4.2. Esercitazione: “Storie imbroglione” .............................................................. 54
4.3. Traccia teorica: “Alcune informazioni sui diversi tipi di intelligenza”......... 56
4.4. Questionario: “Come gestisci i tuoi impulsi?” .............................................. 59
4.5. Questionario: “Creativo o logico?”................................................................ 64
4.6. Esercitazione: “Energie” ................................................................................ 69
4.7. Esercitazione: “Toccare l’energia”................................................................. 69
4.8. Esercitazione: “Auto osservazione”............................................................... 70
4.9. Scheda: “La classifica delle mie difficoltà nello studio”............................... 71
4.10. Questionario: “Come sei abituato a studiare?”.............................................. 73
4.11. Scheda: “Motivarsi”....................................................................................... 76
5. CONCLUSIONI........................................................................................................... 79
Quarta parte
TERZA UNITÀ: “CRESCERE INSIEME”
1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 81
2. FASI DELLA TERZA UNITÀ ........................................................................................ 83
2.1. Prima fase: “Riflettere sulle proprie abilità comunicative”........................... 83
2.1.1. Finalità................................................................................................ 83
2.1.2. Obiettivi............................................................................................... 83
2.1.3. Strumenti e attività .............................................................................. 84
2.1.4. Risorse................................................................................................. 84
2.2. Seconda fase: “Definire obiettivi di gruppo” ................................................ 84
2.2.1. Finalità................................................................................................ 84
2.2.2. Obiettivi............................................................................................... 84
2.2.3. Strumenti e attività .............................................................................. 84
2.2.4. Risorse................................................................................................. 84
2.3. Terza fase: “Collaborare in gruppo” .............................................................. 84
2.3.1. Finalità................................................................................................ 85
2.3.2. Obiettivi............................................................................................... 85
2.3.3. Strumenti e attività .............................................................................. 85
2.3.4. Risorse................................................................................................. 85
230
2.4. Quarta fase: “Individuare le relazioni stabilite nel gruppo”.......................... 85
2.4.1. Finalità................................................................................................ 86
2.4.2. Obiettivi............................................................................................... 86
2.4.3. Strumenti e attività .............................................................................. 86
2.4.4. Risorse................................................................................................. 86
2.5. Quinta fase: “Verificare l’andamento del gruppo” ....................................... 86
2.5.1. Finalità................................................................................................ 86
2.5.2. Obiettivi............................................................................................... 86
2.5.3. Strumenti e attività .............................................................................. 87
2.5.4. Risorse................................................................................................. 87
3. ALLEGATI ................................................................................................................ 87
3.1. Esercitazione: “Frasi assassine”..................................................................... 87
3.2. Esercitazione: “Ascolto attento” .................................................................... 90
3.3. Esercitazione: “Il mio goal settimanale” ....................................................... 92
3.4. Scheda: “Il cinqualogo” ................................................................................. 95
3.5. Esercitazione: “La NASA” ............................................................................ 97
3.6. Esercitazione: “Sciogliere i nodi”.................................................................. 100
3.7. Esercitazione: “Aeroplani di carta” ............................................................... 101
3.8. Esercitazione: “I miei candidati” ................................................................... 104
3.9. Questionario: “Sociogramma” ....................................................................... 106
3.10. Scheda: “In questo gruppo io...”.................................................................... 112
3.11. Questionario di revisione ............................................................................... 115
3.12. Scheda di valutazione .................................................................................... 117
3.13. Schede: “Il nostro ambiente di lavoro”.......................................................... 119
4. CONCLUSIONI........................................................................................................... 122
Quinta parte
QUARTA UNITÀ: “INTERESSI E PROFESSIONI”
1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 123
2. FASI DELLA QUARTA UNITÀ ...................................................................................... 124
2.1. Prima fase: “Conoscere il mondo del lavoro” ............................................... 124
2.1.1. Finalità................................................................................................ 124
2.1.2. Obiettivi............................................................................................... 124
2.1.3. Strumenti e attività .............................................................................. 125
2.1.4. Risorse................................................................................................. 125
2.2. Seconda fase: “Riflettere sui propri interessi professionali” ......................... 125
2.2.1. Finalità................................................................................................ 125
2.2.2. Obiettivi............................................................................................... 125
2.2.3. Strumenti e attività .............................................................................. 125
2.2.4. Risorse................................................................................................. 125
2.3. Terza fase: “Individuare le proprie attitudini” ............................................... 125
2.3.1. Finalità................................................................................................ 126
2.3.2. Obiettivi............................................................................................... 126
2.3.3. Strumenti e attività .............................................................................. 126
2.3.4. Risorse................................................................................................. 126
231
2.4. Quarta fase: “Elaborare il proprio profilo professionale” ............................ 126
2.4.1. Finalità................................................................................................ 126
2.4.2. Obiettivi............................................................................................... 127
2.4.3. Strumenti e attività .............................................................................. 127
2.4.4. Risorse................................................................................................. 127
3. ALLEGATI ................................................................................................................ 127
3.1. Esercitazione: “Le figure professionali”........................................................ 127
3.2. Esercitazione: “Il problema dell’imprenditore” ............................................ 137
3.3. Esercitazione: “Mettere ordine alle idee” ...................................................... 139
3.4. Esercitazione: “Il detective dei mestieri”....................................................... 142
3.5. Scheda: “Mi piace...” ..................................................................................... 143
3.6. Scheda: “Interessi passeggeri e duraturi” ..................................................... 146
3.7. Scheda: “Immaginando il futuro... ” .............................................................. 148
3.8. Scheda: “Identità professionale”.................................................................... 151
3.9. Scheda: “I + C = A (Interessi + Capacità = Attitudini)” ............................... 153
3.10. Scheda: “Doti di personalità e professioni”................................................... 155
3.11. Scheda: “Cosa conta di più?” ........................................................................ 157
3.12. Scheda: “Matteo e il computer”..................................................................... 160
3.13. Questionario: “Motivazioni personali” .......................................................... 162
4. CONCLUSIONI........................................................................................................... 164
Sesta parte
QUINTA UNITÀ: “FRONTEGGIARE LE DIFFICOLTÀ”
1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 165
2. INDICAZIONI TEORICHE SU ALCUNE DIFFICOLTÀ ADOLESCENZIALI ......................... 165
2.1. Le preoccupazioni degli adolescenti.............................................................. 165
2.2. Lo stress adolescenziale................................................................................. 166
2.3. Fronteggiare lo stress ..................................................................................... 167
2.4. Gestire i momenti critici ................................................................................ 167
3. FASI DELLA QUINTA UNITÀ....................................................................................... 168
3.1. Prima fase: “Riconoscere lo stress”............................................................... 169
3.1.1. Finalità................................................................................................ 170
3.1.2. Obiettivi............................................................................................... 170
3.1.3. Strumenti e attività .............................................................................. 170
3.1.4. Risorse................................................................................................. 170
3.2. Seconda fase: “Migliorare la consapevolezza di ostacoli e paure” ............... 170
3.2.1. Finalità................................................................................................ 170
3.2.2. Obiettivi............................................................................................... 170
3.2.3. Strumenti e attività .............................................................................. 171
3.2.4. Risorse................................................................................................. 171
3.3. Terza fase: “Riflettere su persone e situazioni”............................................. 171
3.3.1. Finalità................................................................................................ 171
3.3.2. Obiettivi............................................................................................... 171
232
3.3.3. Strumenti e attività .............................................................................. 171
3.3.4. Risorse................................................................................................. 172
4. ALLEGATI ................................................................................................................ 172
4.1. Scheda: “Ahi!! Ahi!! Ahi!!”........................................................................... 172
4.2. Scheda: “Nello studio, io... ” ......................................................................... 174
4.3. Esercitazione: “S.O.S: sullo stress” ............................................................... 176
4.4. Scheda: “Vincere lo stress” ........................................................................... 182
4.5. Questionario: “Cosa ostacola le tue scelte?” ................................................. 184
4.6. Esercitazione: “Paure nel cestino”................................................................. 186
4.7. Esercitazione: “Cosa fareste al posto loro?”.................................................. 189
4.8. Esercitazione: “Telefono amico” ................................................................... 192
4.9. Esercitazione: “Incidenti di percorso” ........................................................... 194
5. CONCLUSIONI........................................................................................................... 197
Settima parte
SESTA UNITÀ: “VERIFICARE IL CAMMINO E PROGETTARE”
1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 199
2. FASI DELLA SESTA UNITÀ ......................................................................................... 200
2.1. Prima fase: “Definire obiettivi” ..................................................................... 200
2.1.1. Finalità................................................................................................ 200
2.1.2. Obiettivi............................................................................................... 200
2.1.3. Strumenti e attività .............................................................................. 200
2.1.4. Risorse................................................................................................. 200
2.2. Seconda fase: “Elaborare valutazioni e operare scelte” ................................ 200
2.2.1. Finalità................................................................................................ 201
2.2.2. Obiettivi............................................................................................... 201
2.2.3. Strumenti e attività .............................................................................. 201
2.2.4. Risorse................................................................................................. 201
3. ALLEGATI ................................................................................................................ 201
3.1. Esercitazione: “I miei obiettivi” .................................................................... 202
3.2. Scheda:“Il mio piano d’azione”..................................................................... 205
3.3. Scheda: “In sintesi, penso che…”.................................................................. 208
3.4. Scheda: “Valutazione del percorso”............................................................... 212
3.5. Esercitazione: “Prendere una decisione” ....................................................... 215
4. CONCLUSIONI........................................................................................................... 222
CONCLUSIONE................................................................................................................. 223
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ......................................................................................... 225
INDICE ........................................................................................................................ 227