Concorso Nazionale dei capolavori dei settori professionali Edizione 2012

Autore: 
CNOS-FAP
Categoria pubblicazione: 
Esperienze
Anno: 
2012
Numero pagine: 
123
Codice: 
978-88-95640-53-2
Il Concorso Nazionale dei Capolavori dei settori professionali. Edizione 2012 Anno 2012 A cura del CNOS-FAP ©2012 By Sede Nazionale del CNOS-FAP (Centro Nazionale Opere Salesiane - Formazione Aggiornamento Professionale) Via Appia Antica, 78 – 00179 Roma Tel.: 06 5137884 – Fax 06 5137028 E-mail: cnosfap.nazionale@cnos-fap.it – http: www.cnos-fap.it 3 Da alcuni anni la Sede Nazionale ha messo in campo un’iniziativa denominata“Concorso Nazionale dei Capolavori dei settori professionali”, un’iniziativa checoinvolge, in forma anche ludica, l’allievo, il CFP e la Federazione nella didatticaper competenze che è un orientamento generale europeo e italiano, ma, di fatto,rappresenta ancora più una sfida che una prassi adottata e condivisa da tutti. Il “Capolavoro” proposto agli allievi e ai CFP della Federazione CNOS-FAP,si colloca nel solco della tradizione salesiana, rivelandosi contemporaneamente unostrumento di apprendimento e una prova mediante la quale l’allievo dimostra dipossedere le competenze necessarie a fronteggiare i compiti e i problemi propridell’ambito su cui si è formato, così da meritare la qualifica professionale prevista. Inoltre il Concorso si sta rivelando un ambiente più ampio, in cui entrano ingioco come attori partecipi anche le Imprese leader del settore professionale di rife-rimento: in tal modo questa evento viene ad acquisire un valore ancora più praticoed esperienziale, che l’allievo può spendere lungo tutto il suo percorso formativo eprofessionale. Il presente volume ha l’obiettivo di documentare un’esperienza che è già allasua quarta edizione (almeno per la maggioranza dei settori professionali) e vuolemetterne in risalto i punti forti e gli aspetti di miglioramento, attraverso una serie dimateriali raccolti: il bando di concorso, le prove, la documentazione tecnica, i cri-teri e la griglia di valutazione, il regolamento, ecc. La Sede Nazionale si augura che la socializzazione di questa iniziativa possacostituire un’occasione preziosa di condivisione e di confronto con altre esperienzesimili presenti in Italia e in Europa, per migliorare e crescere dal punto di vista di-dattico e professionale. La Sede Nazionale del CNOS-FAP PRESENTAZIONE 5 1. Il “Capolavoro” nella storia salesiana Il 18 aprile 2008 sono stati convocati a Roma, presso l’Istituto Teresa Gerini,50 allievi per misurarsi con la realizzazione di uno specifico “capolavoro”. Proveni-vano da varie Regioni italiane e frequentavano, presso i Centri di Formazione Pro-fessionale (CFP) della Federazione CNOS-FAP, percorsi formativi sperimentali didurata triennale nei settori della meccanica industriale, dell’auto, dell’elettricità edell’elettronica, della grafica. L’iniziativa, denominata “Concorso nazionale dei capolavori dei settori profes-sionali”, è stata promossa dalla Sede Nazionale e, dati gli aspetti positivi emersi,conta di proseguire negli anni futuri. Alla definizione del capolavoro da realizzarehanno concorso formatori della Federazione e tecnici delle imprese del settore. L’iniziativa si propone di raggiungere almeno tre obiettivi. Il progetto mira, in-nanzitutto, a stimolare gli allievi dei CFP della Federazione CNOS-FAP a misurarsisu una prova, elaborata d’intesa con le imprese del settore, che rispecchia le compe-tenze che l’allievo deve raggiungere al termine del percorso formativo. La propostamira, in secondo luogo, a sostenere il miglioramento continuo del settore e del sin-golo CFP della Federazione CNOS-FAP, soprattutto dal punto di vista tecnologico e della cultura d’impresa. Il “capolavoro”, infine, si sta rivelando uno strumento efficace per approfondire e consolidare il rapporto con il mondo delle imprese delsettore. Questa proposta, denominata a volte “esercitazione”, altre volte “prova” o “ca-polavoro”, si colloca nel solco della tradizione salesiana.Già don Bosco, con una chiara preoccupazione preventiva e con una esplicitafinalità pratica - quella di evitare i gravi pericoli morali delle officine della città e didare una risposta concreta “alla gioventù abbandonata e pericolante”, bisognosa diapprendere un mestiere - aprì tra gli anni cinquanta e sessanta dell’Ottocento, bensei laboratori: calzolai (1853), sarti (1853), legatori (1854), falegnami (1856), tipo-grafi (1861), fabbri (1862). Scrive lo storico salesiano Pietro Stella, riportato da Jo-sè Manuel Prellezo in un suo recente studio: “Tra l’antico modo di stabilire rapporti di lavoro tra capo d’arte padrone di bottega con gliapprendisti e il nuovo modello della scuola tecnica prevista dalla legge organica sull’i-struzione, don Bosco preferì percorrere la sua terza via: quella cioè dei grandi laboratoridi sua proprietà, il cui ciclo di produzione, di livello popolare e scolastico, era anche unutile tirocinio per i giovani apprendisti”. INTRODUZIONE: Il “Capolavoro” tra “passato” e “futuro” 6 Quest’approccio eminentemente pratico - un apprendistato concepito prevalen-temente come preparazione per un’arte o un mestiere manuale mediante concrete eprolungate esercitazioni di laboratorio - è all’origine delle successive “Scuole di ar-ti e mestieri”, ulteriormente ripensate come “Scuole professionali” che daranno vitaad una visione più organica del lavoro e della formazione culturale e professionaledei giovani. Un interessante testo del 1886, che conteneva le norme e gli orientamenti as-sunti per ottenere una adeguata preparazione teorico-pratica, sintetizzava la convin-zione di don Bosco e dei suoi primi collaboratori sulla finalità delle scuole di arti emestieri. Le suddette scuole dovevano:- assecondare “l’inclinazione dei giovani nella scelta dell’arte o mestiere”; - provvedere “abili ed onesti maestri d’arte anche con sacrificio pecuniario”; - curare una organizzazione graduale e progressiva dei diversi momenti della pratica delmestiere; - stabilire adeguata durata del tirocinio, che “per regola generale” era di “cinque anni”; - attuare l’allestimento di una esposizione dei lavori realizzati dagli alunni durante l’annoe, ogni tre anni, una esposizione generale “a cui prendano parte tutte le nostre case d’ar-tigiani”.È da notare come sin dagli inizi dell’opera salesiana – vivente don Bosco – siparli di “esposizione dei lavori realizzati dagli alunni” e di “esposizione generale”coinvolgente tutte le opere salesiane. Dopo la fase dei primi “laboratori”, tra sperimentazioni, aggiustamenti, consi-derazioni generali, confronti e discussioni, i Salesiani passeranno progressivamente,tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, a quelle organizzazioni che sarannochiamate “Scuole professionali”, le cui caratteristiche sono sintetizzate in un docu-mento del 1910 dal titolo: “PIA SOCIETÀ SALESIANA DI D. BOSCO. Le scuoleprofessionali. Programmi didattici e professionali”: Le scuole professionali: devono “essere palestre di coscienza e di carattere, e scuole fornite di quanto le moderneinvenzioni hanno di meglio negli utensili e nei meccanismi, perché ai giovani alunni nullamanchi di quella cultura, di cui vantasi giustamente la moderna industria”. Le scuole professionali devono: formare operai intelligenti, abili e laboriosi. Scendendo a indicazioni dettagliate, nel documento si legge anche: l’ammettere l’alunno all’apprendimento il dì stesso che entra in laboratorio e l’alternaglil’insegnamento con il lavoro, costituisce quel metodo eminentemente teorico-pratico, cheè il più atto ad abituare i giovani all’officina. Per stimolare l’attività e favorire l’emulazione degli allievi, infine, si proponevano:esami, premi, incoraggiamenti, compartecipazione ai frutti del loro lavoro (la cosiddetta“mancia settimanale”), esposizioni generali e particolari degli oggetti costruiti dagli allie-vi durante l’anno scolastico. 7 È interessante notare il ricorrente richiamo, sin dalle origini, alle esposizionidei prodotti realizzati nel periodo formativo. Uno stile, questo, che rifletteva ancheil contesto culturale del tempo, segnato dal progressivo sviluppo industriale che sti-molava e caldeggiava iniziative simili a vari livelli quali esposizioni regionali, na-zionali, universali. Un primo elenco di “prodotti” realizzati dai giovani si può leggere nella docu-mentazione elaborata in occasione della 2° Esposizione organizzata nell’estate del1904 a Valdocco, alla quale hanno partecipato 58 scuole professionali salesiane e ar-ticolata in cinque sezioni: Arti grafiche ed affini, Arti liberali, Mestieri (falegnami,calzolai, sarti e fabbri), Colonie agricole, Didattica. I documenti salesiani e alcuni giornali dell’epoca parlano di: - “pregevolissimi” lavori delle scuole dei falegnami ed ebanisti (Torino - Valdocco, Lie-gi, Milano, San Benigno, Sampierdarena);- “pregevoli saggi” delle scuole di Disegno, di Plastica e di Scultura, con le statue pro-venienti dalle scuole di Statuaria di Valdocco e di Barcellona - Sarrià;- “artistiche produzioni ceramiche” dell’Istituto S. Ambrogio di Milano; - “lavori svariatissimi, semplici ed eleganti” di molte scuole di Calzoleria e Sartoria;- “documenti e saggi didattici riguardanti la cultura professionale”; - didattica agraria dell’Istituto S. Benedetto di Parma; - “l’atlante didattico-professionale di Liegi”;- “la collezione dei cartelloni del Musée scolaire dell’Émile Deyrolle”, destinata alla casa d’Arequipa. Nel 1910 fu allestita la 3° Mostra professionale. I giudizi degli esperti su que-sta Mostra furono pubblicati in un apposito fascicolo nel 1912: Terza esposizionesalesiana”. Una ulteriore Mostra Programmatica e Didattica delle Scuole Professionali eAgricole venne allestita nel 1920, dal momento che quella programmata per il 1915,pensata in occasione del primo centenario della nascita di don Bosco, non si tenne acausa della guerra. Negli anni Trenta si registrano altre iniziative: una Mostra Artigiana Salesianatra gli Istituti del Piemonte (1932) e una Gara artigiana delle Scuole ProfessionaliSalesiane d’Italia (1933). L’attenzione al territorio e all’esigenza di nuovi laboratori richiesti dall’indu-stria fu un’altra costante salesiana. Mentre infuriava la prima guerra mondiale, alcu-ni documenti salesiani informano sull’ampliamento della propria offerta formativa.Parlano di “recenti iniziative” come quella di “un nostro istituto” che, mosso dalle “necessità del lavoro moderno e daldesiderio di acquistare sempre maggior prestigio, decise la fondazione delle nuove scuoledi Elettricità e di Meccanica [per la formazione di] onesti meccanici, installatori elettrici-sti, conduttori-meccanici di automobili e macchine similari”. Da rilevare anche che l’innovazione tecnologica era strettamente connessa conl’attenzione alla formazione umana e cristiana del giovane. Lo testimoniano, tral’altro, il già citato testo PIA SOCIETÀ SALESIANA. Le scuole professionali. Pro- 8 grammi didattici e professionali (1910), i Programmi per le Arti Metallurgiche(1921), il fascicolo Alcuni avvertimenti di pedagogia ad uso dei maestri d’arte del-la Società Salesiana, più volte aggiornato e rieditato. Quando la Congregazione è diventata “mondiale”, la tradizione delle mostre ogare organizzate a livello centrale è stata sostituita da iniziative locali. Si può tut-tavia affermare che la pratica del capolavoro, frutto di prodotti realizzati dagli al-lievi, e la connessa esposizione continuò, come tradizione, nella maggior parte deiPaesi. Limitatamente all’area geografica italiana ed europea i vari settori trovarono,sin dal dopoguerra, varie modalità per coinvolgere gli allievi nella realizzazione deicapolavori e nell’esposizione dei medesimi: esposizioni annuali nei vari Centri diFormazione Professionale, partecipazione a fiere e a concorsi. A solo titolo esem-plificativo ricordo la classica prova denominata “prova Bemetel”, una prova a di-mensione europea che ha coinvolto allievi e formatori per decenni, il Premio donBosco nell’área tecnológica de electrónica, mecánica, automoción y electricidadorganizzato dalle scuole tecniche della Spagna, la recente partecipazione del settoreauto alle fiere nazionali e internazionali, l’assegnazione del 1° Trofeo GIPA del-l’Eccellenza1. In sintesi, volendo riassumere, mi sembra di poter concludere che la parola “ca-polavoro”, pur non utilizzata soprattutto nelle prime fasi della formazione professio-nale salesiana, sia stata presente come concetto, perché sin dall’inizio la formazioneprofessionale chiedeva all’allievo di realizzare “prodotti” reali ed utilizzabili nelmondo del lavoro. 2. I Concorsi dei capolavori Il “Concorso nazionale dei capolavori dei Settori professionali” è un’occasioneformativa speciale, realizzata per la prima volta dalla Sede Nazionale CNOS-FAP il18 aprile 2008 con una duplice valenza: in primo luogo essa è orientata a riprendereuna pratica storica dell’esperienza formativa Salesiana, almeno dalle origini2, con loscopo di trarre dal passato cose buone in grado di dare un rilancio all’attuale stagio-ne della FP; in secondo luogo con l’intento di fornire un contributo originale allaqualificazione della formazione, poiché si colloca appieno nella tradizione pedago-gica di natura costruttivistica centrata sul presupposto che gli studenti apprendonomeglio quando costruiscono il loro sapere in modo attivo attraverso situazioni di ap-prendimento fondate sull’esperienza. Aiutando gli studenti a scoprire e perseguireinteressi, si può elevare al massimo il loro grado di coinvolgimento, la loro produtti-vità, i loro talenti (Perrenoud 2003). 1 Il trofeo è stato consegnato al CNOS-FAP il giorno 20 maggio 2009, all’interno del Salone del-l’Auto, Autopromotec, che si è tenuto a Bologna dal 18 al 22 maggio 2009. 2 Vedi il paragrafo precedente. 9 Si è realizzato con il concorso nazionale un recupero storico che acquisisce unaparticolare importanza poiché consente di approfondire tre aspetti decisivi dell’ap-proccio formativo Salesiano: • stimolare gli allievi a misurarsi sulle competenze acquisite durante il percorsotriennale;• stimolare il CFP a misurarsi con uno standard nazionale di prova professionale al-l’interno della Federazione CNOS-FAP;• consolidare il rapporto locale e nazionale della Federazione con aziende leaderdel settore. È un’opportunità formativa che persegue la promozione della qualità dellaIstruzione e Formazione Professionale integrando in un unico evento le tre direzioniindicate, fornendo agli allievi la possibilità di un riscontro esterno del valore diquanto da loro realizzato mobilitando le risorse acquisite nei percorsi formativi, sol-lecitando i centri di formazione professionale ad un confronto qualificante in gradodi saggiare le loro capacità, coinvolgendo le aziende nell’opera di validazione dellavoro formativo svolto.Questa proposta risponde infatti al bisogno di sviluppare la qualità della forma-zione agendo non su strumenti proceduralistici, ma rivalutando due elementi storicidella tradizione della formazione professionale: il premio di incoraggiamento ed ilcapolavoro. Il “Premio di incoraggiamento arti e mestieri” è un’istituzione creata nellaprima metà dell’800 da esponenti di spicco del mondo economico e culturale alloscopo di favorire il perfezionamento tecnico-produttivo delle manifatture e di for-mare tecnici ed operai specializzati da impiegare nelle industrie che iniziavano anascere ed a diffondersi proprio in quel periodo. È il caso della Società d’Incorag-giamento d’Arti e Mestieri di Milano che inizia ad operare nel 1841 sulla spinta diveri e propri precursori della ricerca e della formazione politecnica3. In origine l’at-tività della Società consiste nell’assegnazione di premi, riconoscimenti e sovven-zioni a artigiani, inventori, capi operai e operatori economici che si segnalano perl’introduzione di elementi innovativi nei processi di produzione. Ben presto tut-tavia si comprende che “il miglior modo di favorire l’industria è quello di illumi-narla con l’istruzione”, e la Società si dedica all’organizzazione di corsi professio-nali articolati per settore4. 3 Tra i quali ritroviamo Heinrich Mylius, Antonio De Kramer, Michele Battaglia, Luigi Magrini,Giulio Curioni e di cui fu nominato nel 1945 Relatore Carlo Cattaneo.4 http://www.siam1838.it/storia/index.html 10 Il “Capolavoro professionale” è un elemento di spicco nella tradizione tecnicaed indica il modo in cui viene dimostrata la maestria del candidato, e può avere di-verse applicazioni:– può essere rappresentato dalla raccolta delle migliori realizzazioni del profes-sionista, documentate sotto forma di bozzetti, progetti, come nel caso delle artivisive e delle costruzioni;– può essere un compito reale, sulla base di prescrizioni definite dall’aziendacommittente, in riferimento ad un particolare o un complessivo di cui si valutal’efficacia e l’immediata applicazione;– può essere un progetto scelto dal candidato, secondo criteri definiti in anticipo,e sottoposto al vaglio di una commissione di esperti. Un esempio interessante di capolavoro concepito secondo quest’ultima acce-zione è presente nella realtà Sud Tirolese, un contesto nel quale il lavoro acquisisceuna forte rilevanza civile oltre che professionale. Il programma d’esame di “maestroartigiano per falegnami” prevede, nella prova teorico-professionale e pratica, la rea-lizzazione di un capolavoro da eseguire presso un laboratorio scelto dal candidato,appartenente ad una impresa iscritta alla Camera di commercio (è previsto che il ti-tolare dell’impresa comunichi il suo benestare per iscritto), precisando tra l’altroche “il candidato dovrà presentare una dichiarazione giurata, dalla quale risulta cheper l’esecuzione del capolavoro non si è avvalso dell’aiuto di terzi”5.Nel contesto Salesiano, il capolavoro è sia uno strumento di apprendimento siauna prova mediante la quale l’allievo dei corsi professionali dimostra di possederele competenze necessarie a fronteggiare i compiti ed i problemi propri dell’ambitosu cui si è formato, così da meritare la qualifica professionale prevista. Inoltre costi-tuisce un ambiente più ampio nel quale collocare l’esperienza formativa Salesiana,evitando di imprigionarla entro una prospettiva unicamente “didattica”. Il valore formativo e valutativo del capolavoro ha ricevuto ultimamente un ulte-riore impulso nell’ambito del nuovo approccio formativo basato sulle competenze,sollecitato specie da parte dell’Unione europea tramite il modello EQF (EuropeanQualification Framework) che indica lo schema di riferimento comunitario per ladefinizione ed il riconoscimento degli apprendimenti; entro tale quadro, la compe-tenza non è più intesa come nel passato come una somma di componenti (sapere, sa-per fare e saper essere), ma come una padronanza della persona dimostrata nell’a-zione: essa indica la “capacità dimostrata di utilizzare le conoscenze, le abilità e leattitudini personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio enello sviluppo professionale e/o personale” (Unione europea 2008). Una visione dinatura antropologica, che intende la “persona competente” come un soggetto dotatodi autonomia e responsabilità, in forma delle quali essa è in grado di fronteggiare lesfide ed i problemi della società della conoscenza. 5 http://www.provincia.bz.it/formazione-professionale-tedesca/download/Falegname-01-12-03-it.pdf 11 3. Il Regolamento dell’edizione 2012 A seguito della prima esperienza, è stata definita una sessione successiva delConcorso nazionale di cui si propone il regolamento basato su una metodologia uni-taria, centrata sull’approccio dell’unità di apprendimento. a) Finalità Con la promozione della presente iniziativa la Sede Nazionale intende perse-guire le seguenti finalità: – stimolare gli allievi a misurarsi sulle competenze da conseguire durante l’interopercorso formativo; – contribuire al miglioramento continuo degli standard tecnico-professionali eformativi del CFP, misurandosi con una prova nazionale; – consolidare il rapporto locale e nazionale della Federazione con le aziende delsettore. b) Settori professionali della Federazione CNOS-FAP e impreseLa Sede Nazionale e i Segretari nazionali dei Settori Professionali si impegnanoa svolgere il “Concorso” in collaborazione con le imprese del settore di riferimento.Ogni azienda può scegliere proprie modalità per “sponsorizzare” l’iniziativa.Eventuali forme di sponsorizzazione in denaro a sostegno del “Concorso” saranno ge-stite dalla Sede Nazionale d’intesa con i Segretari Nazionali dei Settori Professionali. c) Destinatari Possono partecipare al “ Concorso” gli allievi dell’ultimo anno dei percorsi for-mativi di qualifica professionale.I Segretari e la Sede Nazionale si accorderanno sul numero e sul servizio degliaccompagnatori. d) Settori professionali coinvoltiAderiscono al Concorso i seguenti Settori professionali:– il settore meccanico (un allievo per ogni CFP dove è attivo il Settore);– il settore automotive (un allievo per ogni CFP dove è attivo il Settore);– il settore elettrico/elettronico (un allievo per ogni CFP dove è attivo il Settore);– il settore grafico/multimediale (due allievi per ogni CFP dove è attivo il Settore);– il settore turistico/alberghiero (due allievi per ogni CFP dove è attivo il Settore);– la qualifica serramentista (due allievi per ogni CFP dove è attivo il Settore). Aderiscono all’iniziativa anche:– l’area informatica (un allievo per ogni CFP);– l’area culturale (un allievo per ogni CFP);– l’area matematico/scientifica (un allievo per ogni CFP). 12 e) Organizzazione La Sede Nazionale:– concorda con i Segretari Nazionali dei Settori Professionali/commissioni ladata, la sede e lo svolgimento del Concorso;– comunica la data e la sede di svolgimento della prova a tutti i CFP della Fede-razione per facilitare la partecipazione;– mantiene il dialogo con le Sedi ospitanti tramite la “cabina di regia” dell’Asso-ciazione CNOS-FAP Regione Piemonte;– rimborsa le spese di viaggio nel rispetto delle norme stabilite. f) Preparazione, svolgimento e valutazione del “capolavoro” I Segretari, d’intesa con la Sede Nazionale, costituiscono la “commissione”che ha il compito di preparare, presidiare allo svolgimento e valutare il “capo-lavoro”.La commissione è composta almeno da:– il Segretario nazionale del settore/commissione;– un esperto aziendale del settore di riferimento, e, in sua assenza, un esperto indicato dalla Sede Nazionale;– un formatore della Federazione CNOS-FAP. g) Classificazioni e certificazioni Si assumono le seguenti classificazioni:– 1° classificato– 2° classificato– 3° classificatoAl 1°, al 2° e al 3° classificato sarà consegnato un attestato. L’azienda potrà rilasciare anche un attestato che certifica le competenze acquisite.A tutti i partecipanti è rilasciato un attestato di partecipazione.Le aziende sponsor possono concorrere con altre modalità (es. premi). h) Concorso delle spese Il CFP e/o l’opera salesiana di appartenenza provvede a sostenere economica-mente le spese di vitto e alloggio degli allievi partecipanti al “Concorso”. Alle spese di viaggio concorre la Sede Nazionale secondo modalità debita-mente comunicate. i) Divulgazione del ConcorsoLa divulgazione dell’eventi avviene a più livelli.La sede ospitante si impegna a socializzare l’iniziativa nel proprio territorio.I Segretari Nazionali si impegnano a socializzare l’evento con proposte adeguate. 13 La Sede Nazionale, da parte sua, si impegna a: – documentare la prova professionale; – divulgare l’elenco dei partecipanti e dei vincitori del concorso attraverso imezzi propri della Federazione: Rivista “Rassegna CNOS”, Notiziario on-line,il sito www.cnos-fap.it, il catalogo dell’attività formativa e una pubblicazionespecifica, ecc.;– concorrere al regolare svolgimento dell’iniziativa nella sua completezza (rim-borso viaggi degli accompagnatori, forma assicurativa, ecc.). j) Coordinamento e riferimenti presso la Sede NazionalePer l’organizzazione delle attività i Segretari Nazionali fanno riferimento alDirettore Nazionale don Gianni Filippin. 4. La metodologia del 2012 4.1 Senso generale della prova La prova è lo strumento privilegiato della valutazione fondata sul criteriodell’attendibilità: essa evidenzia le competenze degli allievi ovvero la loro padro-nanza nel saper fronteggiare in modo adeguato i compiti-problema che fannoparte di uno specifico campo di responsabilità professionale e che sono assegnatiloro tramite una specifica consegna. Ciò significa che solo in presenza di almenoun prodotto reale significativo, svolto personalmente dal destinatario, è possibilericonoscere (e quindi certificare) le competenze che in tal modo corrispondonoeffettivamente ad un “saper agire e reagire” in modo appropriato nei confrontidelle sfide (compiti, problemi, opportunità) iscritte nell’ambito di riferimentodelle competenze stesse. La qualificazione “professionale” della prova non è da intendere in senso re-strittivo, poiché il focus della competenza è posto sull’evidenza dei compiti/pro-dotti che ne attestano concretamente la padronanza da parte degli allievi; in talmodo il capolavoro rappresenta un’evidenza in grado di sondare più competenzecomprendendo, oltre a quelle professionali, anche quelle degli assi culturali e dellacittadinanza. 4.2 Struttura della prova La prova costituisce l’impianto metodologico tramite il quale si sollecita l’al-lievo a realizzare il capolavoro professionale. Essa è strutturata secondo la metodo-logia dell’Unità di apprendimento, ovvero “un insieme organico e progettato di oc-casioni di apprendimento che consentono all’allievo di entrare in un rapporto per- 14 sonale con il sapere, attraverso una mobilitazione diretta su compiti che conducanoa prodotti veri e propri di cui egli possa andare orgoglioso e che possano costituireoggetto di una valutazione più autentica” (CIOFS/FP – CNOS-FAP, 2008, 62). Gli strumenti necessari per la costruzione della prova sono tre: a) progettob) griglia di valutazione c) consegna agli allievi. a) Il progetto OGGETTOPRODOTTI COMPETENzE MIRATE CONTRIBUTODELL’AREAPROFESSIONALE, DEGLI ASSI CULTURALIE DELL’AREA DICITTADINANzA TEMPIVALUTAzIONE ECOLLOCAzIONEDEGLI ESITI Si specifica il titolo della provaSi prevedono due tipologie di output:- il Prodotto professionale inteso in senso proprio ovvero come “capolavoro” di cuivengono precisate le caratteristiche;- la Relazione a corredo del capolavoro in cui ogni candidato descrive il percorsosvolto, i problemi incontrati, il modo con cui sono stati affrontati, il giudizio di au-tovalutazione in base ai criteri proposti nella consegna.Si indicano le competenze che la prova intende valutare specificando: - la competenza professionale chiave; - le competenze rilevanti: almeno una degli assi culturali ed una dell’area di cittadi-nanza.Indicare quali sono i contributi (degli assi culturali, dell’area professionale, dell’areadi cittadinanza) sotto forma di abilità/capacità e conoscenze mirateABILITÀ/CAPACITÀ CONOSCENzEArea professionale Assi culturali (linguaggi, matematica, scientifico tecnologico, storico sociale) Area di cittadinanza Indicare la durata della prova compresa l’elaborazione della relazionePrecisare come si svolge la valutazione (chi, quando, in riferimento a quali oggetti,come) ed il suo valore in termini di certificazione delle competenze e di voti nellematerie coinvolte, oltre che nella condotta. 15 b) La griglia di valutazione La valutazione viene svolta in riferimento alle rubriche delle competenze mi-rate dalla prova (presenti nelle linee guida generale e dei settori/aree professionali)e sulla base di una griglia di valutazione dotata di un numero adeguato di criteri, ar-ticolati in item, riferiti sia al prodotto che al processo ed alla relazione. Si propone di seguito la struttura della griglia di valutazione standard, com-posta da 15 voci, cui possono essere aggiunte dall’équipe altre voci riferite a criterispecifici della prova che si intende sottoporre agli allievi: CRITERIFunzionalità Completezza Correttezza Rispetto dei tempi Precisione edestrezzanell’utilizzo deglistrumenti e delle tecnologie Ricerca e gestionedelle informazioni FOCUS DELL’OSSERVAZIONE1-2 Il prodotto è gravemente carente tanto da comprometterne la funzionalità3-4 Il prodotto presenta lacune che ne rendono incerta la funzionalità5-6 Il prodotto presenta una funzionalità minima7-8 Il prodotto è funzionale secondo i parametri di accettabilità piena 9-10 Il prodotto è eccellente dal punto di vista della funzionalità1-2 Il prodotto è gravemente incompleto3-4 Il prodotto presenta lacune circa la completezza 5-6 Il prodotto si presenta completo in modo essenziale 7-8 Il prodotto è completo secondo i parametri di accettabilità piena 9-10 Il prodotto è eccellente dal punto di vista della completezza1-2 L’esecuzione del prodotto presenta gravi lacune dal punto di vistadella correttezza dell’esecuzione 3-4 Il prodotto presenta lacune relativamente alla correttezza dell’esecuzione5-6 Il prodotto è eseguito in modo sufficientemente corretto7-8 Il prodotto è eseguito correttamente secondo i parametri di accettabilità9-10 Il prodotto è eccellente dal punto di vista della corretta esecuzione1-4 Il periodo necessario per la realizzazione è più ampio rispetto a quanto indicato e l’allievo ha disperso il tempo a disposizione5-7 Il periodo necessario per la realizzazione è di poco più ampio rispetto aquanto indicato e l’allievo ha utilizzato in modo efficace – se pur lento – iltempo a disposizione8-10 Il periodo necessario per la realizzazione è conforme a quanto indicato el’allievo ha utilizzato in modo efficace il tempo a disposizione1-2 L’allievo utilizza gli strumenti e le tecnologie in modo assolutamente inadeguato3-4 L’utilizzo degli strumenti e delle tecnologie rivela lacune5-6 L’allievo gestisce strumenti e tecnologie in modo minimamente corretto7-8 L’allievo gestisce strumenti e tecnologie in modo conforme ai parametri9-10 L’utilizzo di strumenti e tecnologie avviene in modo eccellente1-2 L’allievo non ricerca le informazioni oppure si muove senza alcun metodo 3-4 La ricerca e la gestione delle informazioni vengono svolte in modo lacunoso5-6 L’allievo ricerca le informazioni essenziali e le gestisce in maniera appenaadeguata7-8 La ricerca e la gestione delle informazioni corrispondono ai parametri richiesti9-10 Ricerca e gestione delle informazioni vengono svolte in modo eccellente VOTO Segue 16 Relazione con iformatori e le altrefigure adulte Superamento delle crisi Capacitàcomunicativeed espressive Uso del linguaggiotecnico-professionale Capacità logiche ecritiche Capacità diutilizzare leconoscenzeacquisite 1-2 L’allievo non si relaziona affatto in modo corretto con gli adulti3-4 L’allievo presenta lacune nella cura delle relazioni con gli adulti5-6 Nelle relazioni con gli adulti l’allievo manifesta una correttezza essenziale7-8 L’allievo si relaziona con gli adulti adottando un comportamento pienamente corretto9-10 L’allievo entra in relazione con gli adulti con uno stile aperto e costruttivo1-2 L’allievo di fronte alle crisi si demoralizza e non procede oltre3-4 Nei confronti delle crisi l’allievo entra i confusione e chiede aiuto agli altri delegando a loro la risposta5-6 Nei confronti delle crisi l’allievo mette in atto una tattica che mira al superamento minimale delle difficoltà7-8 L’allievo è in grado di affrontare le crisi con una strategia di richiesta di aiuto e di intervento attivo9-10 L’allievo si trova a suo agio di fronte alle crisi ed è in grado di sceglieretra più strategie quella più adeguata e stimolante dal punto di vista degliapprendimenti1-2 L’allievo è gravemente impacciato nella comunicazione 3-4 L’allievo comunica utilizzando un lessico povero e termini operativi5-6 L’allievo comunica utilizzando un lessico essenziale e mirando ad una comunicazione minimale7-8 L’allievo mostra una capacità comunicativa ed espressiva adeguata al compito da rappresentare9-10 Manifesta un’eccellente capacità comunicativa ed espressiva1-2 L’allievo non possiede un lessico tecnico-professionale 3-4 Presenta lacune nel linguaggio tecnico-professionale5-6 Mostra di possedere un minimo lessico tecnico-professionale7-8 La padronanza del linguaggio tecnico-professionale da parte dell’allievo èsoddisfacente9-10 L’allievo possiede una ricchezza lessicale tecnico-professionale e la utilizza in modo1-2 L’allievo parla del proprio lavoro in forma pratica senza mostrare di coglierne le dimensioni logiche e critiche3-4 L’allievo presenta una logica operativa e indica solo preferenze emotive(mi piace, non mi piace)5-6 L’allievo coglie gli aspetti logici essenziali e mostra un certo senso critico7-8 L’allievo mostra di cogliere appieno la struttura logica del processo di lavoro svolto che affronta in modo critico9-10 L’allievo è dotato di capacità logiche e critiche eccellenti1-2 Non è in grado di far tesoro delle conoscenze acquisite3-4 Mostra scarsa attitudine ad utilizzare, nella riflessione, le conoscenze acquisite5-6 Utilizza nella riflessione conoscenze essenziali7-8 Utilizza nella riflessione in modo pertinente le conoscenze acquisite9-10 Presenta un’eccellente capacità di utilizzo delle conoscenze acquisite Segue Segue 17 Capacità di cogliere iprocessi culturali,scientifici etecnologicisottostanti al lavorosvolto Creatività Autovalutazione 1-2 Non coglie i processi sottostanti al lavoro svolto3-4 Individua in modo lacunoso i processi sottostanti il lavoro svolto5-6 Coglie i processi culturali, scientifici e tecnologici essenziali che sottostanno al lavoro svolto7-8 È in grado di cogliere in modo soddisfacente i processi culturali, scientifici e tecnologici che sottostanno al lavoro svolto9-10 È dotato di una capacità eccellente di cogliere i processi culturali, scientifici e tecnologici che sottostanno al lavoro svolto1-2 L’allievo non esprime nel processo di lavoro alcun elemento di creatività 3-4 L’allievo svolge il suo lavoro in modo meccanico con rari spunti creativi5-6 L’allievo manifesta talvolta spunti creativi nel processo di lavoro7-8 L’allievo è in grado di adottare soluzioni creative soddisfacenti nel processo di lavoro9-10 L’allievo possiede la capacità di innovare in modo personale il processodi lavoro rivelando spiccate doti di creatività1-2 L’allievo non procede ad alcuna valutazione del suo lavoro3-4 La valutazione del lavoro avviene in modo lacunoso5-6 L’allievo svolge in maniera minimale la valutazione del suo lavoroe gli interventi di correzione7-8 L’allievo è in grado di valutare correttamente il proprio lavoro e di intervenire per le necessarie correzioni9-10 L’allievo dimostra di procedere con una costante attenzione valutativadel proprio lavoro e mira al suo miglioramento continuativo Voto complessivo (in centesimi) Segue L’équipe_____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________________ Sede ______________________________ Data _____________________________ c) La consegna agli allievi La consegna rappresenta il documento che l’équipe presenta agli studenti,sulla base del quale essi si attivano realizzando la prova professionale e la relativarelazione, tenendo presente anche i criteri per l’autovalutazione. 18 Si presenta la struttura della consegna: Consegna Titolo della prova Cosa si chiede di fare In che modo Quali prodotti Tempi Risorse (strumenti, consulenze, opportunità...) Criteri di valutazione e attenzioni Valore della prova in termini di certificazione delle competenze e di voti nelle materie coinvolte,oltre che nella condotta. 19 Il Concorso dei Capolavori del 2012 ha coinvolto sei settori professionali (auto-motive; elettrico ed elettronico; grafico; meccanica industriale; turistico alberghiero;serramentistico) e tre aree culturali (cultura e inglese; informatica; scientifica). Si ètenuto, come già indicato nell’Introduzione, in altrettanti diverse sedi della rete for-mativa salesiana collocate variamente sul territorio nazionale, oltre che, per l’ambitodel settore automotive, presso lo Unetversity Motor Village FIAT di Torino. Si presentano le comunità professionali coinvolte, le sedi e le date di svolgi-mento del concorso. I settori professionali e le aree di interesseculturale coinvolti nel Concorso 2012 SETTORE/AREAAutomotive Elettrico ed elettronico Grafico Meccanici Turistico alberghiero Cultura Informatica Scientifica SEDE E DATAIl 9 e 10 maggio 2012 presso lo Unetversity Motor Village di TorinoDal 7 all’11 maggio 2012presso il CFP di Catania BarrieraDal 10 al 13 aprilepresso il CFP di EsteDal 7 all’11 maggio 2012 presso il CFP di Catania BarrieraQualifica Serramentista: dal 16 al 18 maggiopresso il CFP T. Gerini di RomaDal 16 al 17 aprile 2012presso il CFP di EsteDal 7 all’11 maggio 2012presso il CFP di San Donà di PiaveDall’8 all’11 maggio 2012presso il CFP di Gnova QuartoDal 7 all’11 maggio 2012presso il CFP di San Donà di Piave Due sono stati gli attori che hanno consentito di realizzare tale iniziativa:– i Settori nazionali, una struttura fondamentale dell’organizzazione formativa Sa-lesiana poiché costituiscono il fulcro della proposta oltre che dell’innovazione;– le Aziende sponsor che hanno preso parte al Concorso contribuendo alla sua ri-uscita soprattutto svolgendo una funzione di corresponsabilità nella progetta-zione e nella valutazione delle prove. 20 Per ognuna delle comunità professionali indicate, si presentano di seguito duetipologie di materiali: 1. la scheda di presentazione dell’iniziativa che comprende, oltre alle note logi-stiche sopra indicate, anche la descrizione della prova, la finalità della stessa,l’elenco degli allievi partecipanti, i vincitori del Concorso, infine l’elenco deglisponsor.2. Un allegato che raccoglie tutta la documentazione tecnica relativa al concorso:le prove sottoposte agli allievi, il questionario delle competenze e le eventualigriglie di valutazione e personalizzate dai singoli settori. 21 1. Settore AUTOMOTIVE. Scheda di presentazione Data e sede della ProvaQuinta edizione. Il 9 e 10 maggio 2012 presso lo Unetversity Motor Village di Torino. Descrizione della ProvaIl giorno 9 maggio 2012 presso lo Unetversity Motor Village di Torino si sono svolte le pro-ve organizzate dai tecnici FIAT, articolate nel seguente modo: i tecnici FIAT del Motor Villa-ge hanno preparato 14 prove consistenti nella simulazione di un’anomalia procurata preventi-vamente inerente la gestione del motopropulsore. Circa gli autoveicoli: sono state messe a dis-posizione per la prova 7 autovetture. Gli allievi, divisi in due gruppi, hanno scelto a sorteggiole prove che si sono svolte nella mattinata. Gli allievi, diagnosticato il guasto, hanno dovutoeseguire anche le opportune procedure riparative con l’ausilio dei manuali di assistenza tecni-ca e attrezzature di diagnosi. A conclusione della prova pratica ogni allievo ha redatto una bre-vissima relazione sulle procedure adottate. A turno infine gli allievi hanno partecipato ad unaazione formativa di aggiornamento con l’ausilio dei formatori messi a disposizione da FGA.Il giorno 10 maggio 2012 gli allievi hanno sostenuto un colloquio con i tecnici FIAT per unapprofondimento teorico relativo alle prove pratiche sostenute. Finalità della prova– Far emergere il valore della qualifica professionale in riferimento ai parametri della quali-fica di II livello europeo e agli standard formativi delle competenze di base tecnico-profes-sionali definiti in sede di Conferenza unificata.– Motivare nell’impegno formativo e valorizzarne le abilità professionali assieme alla forma-zione professionalizzante caratteristica dei nostri percorsi formativi.– Diffondere una immagine positiva dei percorsi triennali sperimentali all’interno e all’ester-no dei nostri Centri. – Scambiare esperienze tra Regioni diverse e premiare l’eccellenza tra gli allievi. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2012 i seguenti allievi: Agnoletti Fabio del CFP di Forlì, Camatel Alessandro del CFP di San Donà di Piave, Colanera Gabriele del CFP “T. Gerini” diRoma, Costa Giuseppe del CFP di Palermo, Cravero Denis del CFP di Fossano, Halilovic Adnam del CFP di Bra, Iusco Giovanni del CFP di Bari, Lorefice Alessio del CFP di GenovaQuarto, Miravalle Mattia del CFP di “Agnelli” di Torino, Parzani Matteo del CFP di Brescia,Pinna Gabriele del CFP di Vercelli, Pizzo Alberto del CFP “Rebaudengo” di Torino, QuartiniFabio del CFP di Arese, Raso Rodrigo del CFP di Châtillon. VincitoriSono risultati degni di menzione i seguenti allievi: Parzani Matteo del CFP di Brescia primoclassificato, Costa Giuseppe del CFP di Palermo secondo classificato, Raso Rodrigo del CFPdi Châtillon terzo classificato. Elenco degli SponsorFIAT Segretario nazionale del settore automotive: Matteo D’ANDREA 22 Data e sede della provaSesta edizione. Dal 7 al 11 maggio 2012 presso il CFP di Catania - Barriera. Descrizione della ProvaOggettoRealizzazione di un sistema automatizzato di smistamento pezzi gestito da PLC. Contenuti La prova è stata articolata nelle seguenti cinque fasi per un totale di 24 ore.– Fase di progettazione e di risposta ai quesiti tecnico-professionali (4 ore): è stata verifi-cata la capacità di realizzare/completare uno schema elettrico, di eseguire un semplice di-mensionamento, di effettuare la scelta di apparecchiature ed il possesso delle competenzetecnico-professionali attraverso la risposta ad un questionario.– Fase di programmazione (3 ore): l’allievo ha realizzato il programma per l’esecuzionedelle automazioni previste. Sono state previste tre parti, nella prima il programma è statorealizzato partendo da una descrizione logica, per la seconda modificato un programmaesistente, per la terza è stato realizzato partendo uno schema funzionale dato.– Fase di esecuzione (12 ore): realizzazione operativa dell’impianto compreso il sinottico ela pulsantiera.– Fase di collaudo (4 ore): viene collaudato il pannello alla presenza dell’allievo che pre-senta il funzionamento alla commissione e recupera eventuali anomalie.– Fase di recupero anomalie (1 ora): dato un impianto già realizzato con i relativi schemielettrici, l’allievo dovrà ricercare e recuperare un’anomalia predisposta ad hoc in un tempomassimo prefissato. Finalità della Prova– Far emergere il valore della qualifica professionale in riferimento ai parametri della quali-fica di II livello europeo e agli standard formativi delle competenze di base e tecnico-pro-fessionali definiti in sede di Conferenza Unificata– Motivare i nostri Allievi nell’impegno formativo e valorizzarne le abilità professionali as-sieme alla formazione professionalizzante caratteristica dei nostri percorsi formativi.– Diffondere un’immagine positiva dei percorsi triennali sperimentali all’interno e all’e-sterno dei nostri Centri. – Valorizzare le partnership con le aziende che diventano sistemiche nella collaborazionecon i Centri andando ad incidere in maniera qualificata nell’aggiornamento dei percorsiformativi– Scambiare esperienze tra Regioni diverse e premiare l’eccellenza tra gli allievi. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2012 i seguenti allievi: Agnoletto Christian del CFP di Ge-nova Quarto, Babin Iurie del CFP di Perugia, Biagini Matteo del CFP “Valdocco” di Torino,Burtone Salvatore del CFP di Misterbianco, Carretta Francesco del CFP di Bardolino, Cente-mero Mauro del CFP Sesto San Giovanni, Chopov Viktor del CFP di Alessandria, Dal Mai-stro Marco del CFP di Schio, Mohamedlamine Dhouiou del CFP “Sampierdarena” di Ge-nova, El Houcine Karim del CFP di Vercelli, Fumato Davide del CFP di Mestre, Garotta Si-mone del CFP di Milano, Georgescu iulian del CFP “T. Gerini” di Roma, Krayevskyy Serhiy 2. Settore ELETTRICO/ELETTRONICO. Scheda di presentazione 23 del CFP di Verona San zeno, La Marca Gabriele del CFP di Catania Barriera, Lucenti Angelodel CFP di Ragusa, Marchesi Davide del CFP di Vigliano Biellese, Richiedei Stefano delCFP di Brescia, Rossi Davide del CFP di Fossano, Vincis Gianluca del CFP “Rebaudengo” diTorino, Vitale Gaspare del CFP di Palermo, zucchiati Derek del CFP di Arese, zufferli Fabiodel CFP “Bearzi” di Udine. VincitoriSono risultati degni di menzione gli allievi: Krayevskyy Serhiy del CFP di Verona San zenoprimo classificato; Rossi Davide del CFP di Fossano secondo classificato; La Marca Gabrieledel CFP di Catania Barriera terzo classificato. Elenco degli SponsorSCHNEIDER ELECTRIC, De Lorenzo, Editoriale Delfino Segretario nazionale del settore elettrico/elettronico: Francesco ZAMBONI 24 Data e sede della ProvaQuinta edizione. Dal 10 al 13 aprile 2012 presso il CFP Manfredini di Este. Descrizione della ProvaProgettazione e realizzazione di un rollo-up e di un manifesto 6x3 relativi al Bicentenariodella nascita di don Bosco, evento che la Famiglia Salesiana ha cominciato a preparare e cheavrà il suo culmine nel 2015. Oltre alla grafica i partecipanti hanno anche dovuto studiareuno slogan per la manifestazione e formulare una relazione finale che ha arricchito la prova eresponsabilizzato gli stessi sulle scelte grafiche da compiere. Finalità della prova– Stimolare gli allievi a misurarsi sulle competenze conseguite durante il percorso formativotriennale;– Contribuire al miglioramento continuo degli standard tecnico-professionali e formativi delCFP misurandosi con una prova nazionale;– Consolidare il rapporto locale e nazionale della Federazione con le aziende del settore;– Lasciare libera espressione ai nostri allievi e alla loro creatività. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2012 i seguenti allievi: Barich Carolina del CFP di VeneziaMestre, Bergantin Edoardo del CFP di Torino Valdocco, Cavallin Simone del CFP di Castel-nuovo Don Bosco, Centorbi Michael del CFP di Alessandria, Dani Jessica del CFP di Este,Faccio Enrico del CFP di Castelnuovo Don Bosco, Ferrari Stefano del CFP di Torino Val-docco, Franco Simone del CFP “Pio XI” di Roma, Galzignato Cristina del CFP di Verona Sanzeno, Gobbetti Valentina del CFP di Verona San zeno, Grignaschi Bryan del CFP di Milano,Iannarelli Alessio del CFP di “Pio XI” di Roma, Molinari Riccardo del CFP di Bologna, Mo-relli Andrea del CFP di Milano, Piccoli Alexandre del CFP di Este, Scantamburlo Francescodel CFP di Venezia Mestre, Spina Antonio del CFP di Catania Barriera, Volpe Tobia del CFPdi Bologna, zucchelli Giulia del CFP di Alessandria. VincitoriSono risultati degni di menzione gli allievi: Valentina Gobbetti del CFP di Verona San zenoprima classificata; Simone Franco del CFP “Pio XI” di Roma secondo classificato; CristinaGalzignato del CFP di Verona San zeno terza classificata. Elenco degli SponsorREKORDATA, EUROSCREEN Segretario nazionale del settore grafico: Marco GALLO. 3. Settore GRAFICO. Scheda di presentazione 25 Data e sede della ProvaQuinta edizione. Dal 7 maggio al 11 maggio 2012 presso il CFP di Catania Barriera. Descrizione della ProvaOggettoCostruzione di una pompa idraulica a tre pistoni radiali, con azionamento ad albero eccentrico. Contenuti La prova è suddivisa in quattro fasi per un totale di circa 20-24 ore.– Fase teorica di valutazione delle conoscenze specifiche nell’area della Tecnologia e del dise-gno (2 ore). Si richiede di dare risposta a 50 domande di tecnologia e disegno, a risposta mul-tipla con quesiti tecnico-professionali.– Fase di programmazione CNC in linguaggio ISO (3 ore): l’allievo realizza il programma perl’esecuzione delle lavorazioni previste al controllo numerico. L’allievo dovrà definire la sche-da utensili, con relativi parametri di taglio e dovrà dimostrare di saper scrivere il programmadi lavorazione CNC in linguaggio ISO STANDARD. Potrà anche fare riferimento ad un lin-guaggio di programmazione specifico di una MU/CNC di uso nel proprio CFP, per la risolu-zione mediante MACRO di specifiche lavorazioni. Le macro così utilizzate, dovranno essereadeguatamente descritte con normale simbologia di disegno. – A completamento della fase di progetto, sarà richiesta la rappresentazione mediante CAD 2D(2 ore) di uno dei particolari componenti il capolavoro. Si utilizzerà a tal fine il Software AU-TOCAD.– Fase di esecuzione (12 ore): realizzazione operativa delle lavorazioni meccaniche specificheal tornio parallelo, alla Fresatrice Universale ed alle Macchine a CNC (Tornio e Centro di La-voro) - il lavoro alle MU/CNC sarà realizzato con l’affiancamento dei tecnici DMG. Montag-gio della pompa ad opera di ogni singolo canditato.– Fase di collaudo (4 ore): la fase di collaudo si svolgerà in due tempi. In un primo momento sivaluterà il funzionamento della pompa, alla presenza dell’allievo interessato, il quale provve-derà, successivamente, a smontare completamente la pompa. La fase successiva prevede ilcollaudo dimensionale dei particolari a cura della commissione valutatrice, sulla base di unascheda di valutazione preparata dai fornitori del centro. Al termine la valutazione sarà condot-ta dalla commissione (senza la presenza di allievi e/o dei docenti accompagnatori). Ogni con-corrente provvederà a rimontare la pompa. Finalità della provaAlmeno quattro sono le finalità che emergono con la presente prova:– far emergere il valore della qualifica professionale in riferimento ai parametri di II livelloeuropeo e agli standard formativi delle competenze di base tecnico-professionali definiti insede di conferenza unificata; – motivare nell’impegno formativo e valorizzare le abilità professionali assieme alla forma-zione professionalizzante caratteristica dei nostri percorsi formativi;– diffondere un’immagine positiva dei percorsi triennali sperimentali all’interno e all’esternodei nostri Centri;– scambiare esperienze tra regioni diverse e premiare l’eccellenza tra gli allievi. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato i seguenti allievi: Arnoldi Claudio del CFP di Arese, Assalane Ayoub 4. Settore MECCANICO. Scheda di presentazione 26 del CFP di Torino Rebaudengo, Bordin Gianmarco del CFP di Venezia-Mestre, CampanellaGian Pietro del CFP di Palermo, Carello Paolo del CFP di Torino Agnelli, Castiglione Giovan-ni del CFP di Catania Barriera, Digiacomo Biagio del CFP di Ragusa, Katai Brahim del CFPdi Vercelli, Novello Alessio del CFP di Udine, Pali Boris del CFP “T. Gerini” di Roma, Panue-le Gabriele del CFP di Fossano, Pedini Nicolò del CFP di Perugia, Piazza Claudio del CFP diSesto San Giovanni, Quaranta Vito Michele del CFP di Verona, Salamandri Fabrizio del CFPdi Forlì, Spoto Giuseppe del CFP di Bra, Vachey Patrick del CFP di Vigliano Biellese. VincitoriSono risultati degni di menzione i seguenti allievi: Castiglione Giovanni del CFP di CataniaBarriera primo classificato, Vachey Patrick del CFP di Vigliano Biellese secondo classificato,Pedini Nicolò del CFP di Perugia terzo classificato. Elenco degli SponsorDMG Italia, SANDVIK COROMANT, HEIDENHAIN, CELADA, ENI (sponsor a livello nazionale); SECO, A.V.I. TEK (sponsor a livello locale). Segretario nazionale del settore meccanico: Ing. Luigi COFFELE. Qualifica SERRAMENTISTA Data e sede della ProvaSeconda edizione. Dal 16 al 18 maggio 2012 presso il CFP “T. Gerini” di Roma. Descrizione della ProvaOggettoProgettazione e realizzazione di un serramento. ContenutiLa prova è suddivisa in tre fasi per un totale di circa 15 ore.– Fase di progettazione e di risposta ai quesiti tecnico-professionali (4 ore): sarà verificata lacapacità di progettare un serramento standard e il possesso delle competenze tecnico-pro-fessionali attraverso la risposta ad un questionario;– Fase di esecuzione (12 ore): realizzazione del serramento;– Fase di collaudo (4 ore): sarà verificata la correttezza e il rispetto dei parametri di realizza-zione e la corretta applicazione delle tecnologie di realizzazione e montaggio e la correttaapplicazione delle norme di sicurezza. Finalità della Prova– Far emergere il valore della qualifica professionale e degli standard formativi delle compe-tenze di base e tecnico - professionali. – Motivare gli allievi nell’impegno formativo e valorizzarne le abilità professionali assiemealla formazione professionalizzante caratteristica dei percorsi formativi.– Diffondere un’immagine positiva dei percorsi di Formazione Professionale in obbligo formativo all’interno e all’esterno dei Centri. – Scambiare esperienze tra Regioni diverse e premiare l’eccellenza tra gli allievi. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2012 i seguenti allievi: Amin Ali Amin Eishahhat del CFP diVercelli, Attorrese Matteo del CFP “T. Gerini” di Roma, Barbosa Guarino Gregory Augusto 27 del CFP “Villaggio del Ragazzo” di San Salvatore di Cogorno, Chihaia Ionut Alexandro delCFP “Villaggio del Ragazzo” di San Salvatore di Cogorno, Di Francesco Cristian del CFP “T.Gerini” di Roma, Fusco Thomas del CFP “Valdocco” di Torino, Iacono Francesco del CFP diRagusa, Midolo Roberto del CFP di Vercelli, Pelligra Francesco del CFP di Ragusa, Tall Alioudel CFP “Valdocco” di Torino. VincitoriSono risultati degni di menzione i seguenti allievi: Fusco Thomas del CFP “Valdocco” di Tori-no primo classificato, Barbosa Guarino Gregory Augusto del CFP “Villaggio del Ragazzo” diSan Salvatore di Cogorno secondo classificato, Attorrese Matteo del CFP “T. Gerini” di Romaterzo classificato. Elenco degli SponsorALUSCUOLA, COMAL, HYDRO, METRA, REED BUSINESS INFORMATION, SAVIO,TEKNA Responsabile qualifica Serramentista: Angelo PISSINIS 28 Data e sede della ProvaQuinta edizione. Dal 16 al 17 aprile 2012 presso il CFP di Este. Descrizione della Prova– Prova teorica: calcolo del costo del piatto e i valori nutrizionali di una ricetta tipica dellaRegione Veneto (insalatina di gallina padovana) e la traduzione dall’inglese all’italiano del-la stessa ricetta.– Prova pratica: la prima parte della prova pratica si è svolta sulla falsa riga della rinomatatrasmissione televisiva “La prova del cuoco”. A sorpresa sono state formate delle coppie dilavoro a cui sono stati messi a disposizione limitati ingredienti per elaborare in pochi minu-ti un menù completo e realizzarlo poi in quattro ore per la commissione di giurati. La se-conda parte della prova pratica si è svolta nel secondo giorno del Concorso: i ragazzi hannopotuto preparare le ricette che avevano presentato all’iscrizione del concorso, dimostrandole loro competenze e abilità professionali. Finalità della prova– Prova teorica: Prova teorica di matematica e merceologia (calcolo calorico e costo delpiatto con traduzione ricetta dall’inglese all’italiano).– Prova pratica: realizzazione di un menù completo e della ricetta presentata all’iscrizione alConcorso da presentare alla commissione esaminatrice. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato i seguenti allievi: Bacciulli Veronica del CFP di Catania, Caldara Federicodel CFP di Savigliano, Candura Federico del CFP di Palermo, Ferrigno Rocco del CFP di Ge-la, Longhin Giada del CFP di Este, Messina Sebastiano del CFP di Gela, Piu Francesco delCFP di Palermo, Stasiuk Sorin Andrei del CFP Colle Don Bosco, Tropea Manuel del CFP diCatania. VincitoriSono risultati degni di menzione i seguenti allievi: Caldara Federico del CFP di Colle Don Bo-sco primo classificato, Tropea Manuel del CFP di Catania secondo classificato, Piu Francescodel CFP di Palermo terzo classificato. Elenco degli SponsorSURGITAL. Segretario nazionale del settore turistico alberghiero: Eriberto DONATO. 5. Settore TURISTICO/ALBERGHIERO. Scheda di presentazione 29 Data e sede della ProvaTerza edizione. Dal 7 all’11 maggio 2012 presso il CFP di San Donà di Piave. Descrizione della ProvaIl Concorso si è svolto secondo la seguente articolazione:– Prova scritta in lingua italiana: “Essere Cittadino Italiano ed Europeo”– Composizione di un cartellone grafico di gruppo : “Essere Cittadino Italiano ed Europeo”– Gara di cultura nelle seguenti aree: Comunicazione, Cittadinanza, Etica-Religiosa, Lavoro,Economia– Prova orale in lingua inglese: “Introducing my self - Presentazione CV in inglese” Finalità della Prova– Far emergere il valore delle conoscenze di cultura generale come requisito fondamentaleper un adeguato inserimento nel contesto sociale di appartenenza e nel mondo del lavoro;– motivare nell’impegno formativo e valorizzare le conoscenze di cultura generale, assiemealle abilità professionali e alla formazione professionalizzante, caratteristiche dei nostri per-corsi formativi;– diffondere un’immagine positiva dei percorsi triennali sperimentali all’interno e all’esternodei nostri Centri;– scambiare esperienze tra Regioni diverse e premiare l’eccellenza tra gli allievi. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2012 i seguenti allievi: Aiello Sara del CFP di Misterbianco,Borghese Carlo del CFP “Rebaudengo” di Torino, Citarella Renato del CFP di Genova Sam-pierdarena, Di Noto Emanuela del CFP di Gela, Do Vale Raila del CFP “S. Filippo Neri” diCatania, El Kajjyouy Hamid del CFP di Marsciano, Eterno Christian del CFP di Ragusa, Fraz-za Mattia del CFP di Bardolino, Gargano Mirko del CFP di Palermo, Iannone Mirko del CFPdi Fossano, Lombardi Nicolas del CFP di Brescia, Machado Elisabeth del CFP di Arese, Mar-chionni Mario del CFP “T. Gerini” di Roma, Nastasi Alan del CFP di Forlì, Piazza Danilo delCFP di San Donà di Piave, Pinali Sara del CFP “S. zeno” di Verona, Pedranghelu Luca delCFP di Genova Quarto, Serafino Monica del CFP di Bra, Sinesi Davide del CFP di ViglianoBiellese, Veglianti Lucia del CFP di Fossano, Voltan Simone del CFP di Sesto San Giovanni,zulato Federica del CFP “Valdocco” di Torino. VincitoriSono risultati degni di menzione i seguenti allievi: Pinali Sara del CFP “S. zeno” di Veronaprima classificata, Lombardi Nicolas del CFP di Brescia secondo classificato, Frazza Mattiadel CFP di Bardolino.Hanno ricevuto premi speciali: Do Vale Raila del CFP “S. Filippo Neri” di Catania per il mi-glior tema; El Kajjyouy Hamid del CFP di Marsciano, Veglianti Lucia del CFP di Fossano eCitarella Renato del CFP di Genova Sampierdarena per il miglior cartellone tematico di grup-po; Frazza Mattia del CFP di Bardolino per il miglior colloquio in inglese. Elenco degli SponsorPARAVIA Segretario nazionale area cultura: Pietro QUINCI. 6. Area CULTURA.Scheda di presentazione 30 Data e sede della ProvaQuinta edizione. Dall’8 all’11 maggio 2012 presso il CFP di Genova Quarto. Descrizione della ProvaLa prova è stata suddivisa in tre fasi per un totale di circa 9 ore.– Fase di risposta ai quesiti tecnico-professionali (1 ora): è stata verificata la conoscenzadelle informazioni di base che regolano l’uso di applicazioni front-office;– Fase di esecuzione (6 ore): risoluzione operativa del caso di studio utilizzando internet,elaboratore testi, foglio di calcolo e strumenti di presentazione;– Fase di presentazione (2 ore): l’allievo ha presentato l’elaborato svolto alla commissioneillustrandone la soluzione e le motivazione di alcune scelte. Nb: la prova è stata valida anche per tutti i Centri indipendentemente dalla qualifica in quantol’area informatica è una materia trasversale su tutte le qualifiche. Finalità della prova– Far emergere il valore della qualifica professionale in riferimento ai parametri della quali-fica di II livello europeo e agli standard formativi delle competenze di base e tecnico-pro-fessionali definiti in sede di Conferenza Unificata;– motivare i nostri Allievi nell’impegno formativo e valorizzarne le abilità professionali as-sieme alla formazione professionalizzante caratteristica dei nostri percorsi formativi;– diffondere un’immagine positiva dei percorsi triennali sperimentali all’interno e all’esternodei nostri Centri;– scambiare esperienze tra regioni diverse e premiare l’eccellenza tra gli allievi. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2012 i seguenti allievi: Accordi Lorenzo del CFP di “Sanzeno” di Verona, Ayoub Maajaoui del CFP di Forlì, Bagnato Elisa del CFP di Vallecrosia,Bertolo Marika del CFP di Catania Salette, Catanzaro Simone del CFP di Bra, CortellessaAlessandro del CFP “Pio XI” di Roma, D’Aleo Stefano del CFP di Gela, Di Mauro Danieldel CFP di Genova Sampierdarena, El Sisi Michele del CFP di Arese, Grammatico Andreadel CFP “Rebaudengo” di Torino, Guala Andrea del CFP di Vigliano Biellese, Lahcen Karimdel CFP di Vercelli, Lamiaa Azhar del CFP di Alessandria Bini, Lovera Stefano del CFP diFossano, Malosti Mattia del CFP di San Benigno Canavese, Mazza Alberto del CFP di SestoSan Giovanni, Pineri Anna del CFP di Misterbianco, Rossi Davide del CFP “Borgo Ragazzidon Bosco” di Roma, Tonni Filippo del CFP di Genova Quarto, Torresino Davide del CFP diCatania San Filippo Neri, Yahya Abdelilah del CFP di Alessandria. VincitoriSono risultati degni di menzione gli allievi: Bertolo Marika del CFP di Catania Salette primaclassificata, Rossi Davide del CFP “Borgo Ragazzi don Bosco” di Roma secondo classifi-cato, Torresino Davide del CFP di Catania San Filippo Neri. Elenco degli SponsorACER, EPSON, MSI, SKILL ON LINE. Segretario nazionale area informatica: Massimiliano BORRACCHI. 7. Area INFORMATICA. Scheda di presentazione 31 Data e sede della ProvaSeconda edizione. Dal 7 maggio all’11 maggio 2012 presso il CFP di San Donà di Piave. Descrizione della ProvaSono state articolate sei prove.– Prova scritta di Matematica Finanziaria e Statistica;– Prova di Fisica con misurazioni ed elaborazione dati e cruciverba matematico.– Prova scritta di Geometria.– Prova scritta di Logica.Particolarmente interessante la Prova di Fisica in cui gli allievi, dalla pratica e con strumentiomogenei ma non uguali, dovevano ricavare sperimentalmente la legge di Hooke e la costanteelastica della molla che aveva in dotazione lo strumento in uso. Finalità della provaDiverse le valenze delle prove:– dare dignità e completezza al percorso formativo che, oltre a costruire una professionalità, mi-ra a fornire una preparazione culturale appropriata ai fini di un attivo inserimento nel contestosociale, come quello odierno, caratterizzato dalle continue trasformazioni culturali; – far emergere che nei nostri percorsi formativi i L.E.P. costituiscono solo uno degli obiettivi enon l’unico; – dimostrare che i nostri standard formativi sono in grado di dare quelle competenze che sareb-bero richieste dai percorsi di formazione superiore o dai percorsi scolastici; – verificare che gli standard formativi sono perseguiti e raggiunti in modo univoco e uniforme,all’interno delle diversità imposte dai percorsi proposti, nella loro autonomia, dalle varierealtà regionali; – favorire negli allievi la gratificazione per l’impegno profuso e il riconoscimento delle proprieabilità; scambiare esperienze tra Regioni diverse e premiare l’eccellenza. Elenco allievi partecipantiHanno aderito partecipato al Concorso 2012 i seguenti allievi: Caruggi Daniele del CFP diArese, Cavallaro Michael del CFP di Bardolino, Civati Fabio del CFP di Sesto San Giovanni,Corrias Danilo del CFP “Rebaudengo” di Torino, Cullari Domenico del CFP di Bra, GarelloManuel del CFP di Fossano, Ledro Mirko del CFP “San zeno” di Verona, Mariù Jessica delCFP di Vercelli, Marzola Nicolò del CFP di Vigliano Biellese, Nanfaro Salvatore del CFP diGela, Ruggiero Alessandro del CFP di San Donà di Piave, Sausa Calogero del CFP di Palermo,Traverso Matteo del CFP “Sampierdarena” di Genova, Udreana Nicoleta Geogiana del CFP diFoligno, zanivari Diego del CFP di Bardolino. VincitoriSono risultati degni di menzione i seguenti allievi: Ledro Mirko del CFP “San zeno” di Veronaprimo classificato, Garello Manuel del CFP di Fossano secondo classificato, Cullari Domenicodel CFP di Bra terzo classificato. Elenco degli SponsorED. PEARSON, PARAVIA. Segretario nazionale area scientifica: Michele MARCHIARO. 8. Area SCIENTIFICA.Scheda di presentazione 33 Allegato 1:Prove e documentazione tecnica 35 Il giorno 9 e 10 maggio 2012 presso lo Unetversity Motor Village di Torino sisono svolte le prove organizzate dai tecnici FIAT:– 1° Prova tecnico-pratica: Il giorno 9 maggio 2012, presso lo Unetversity MotorVillage di Torino sono state sorteggiate 14 prove, preparate dai tecnici Fiat, chesimulavano un’anomalia procurata preventivamente, riguardante la gestione delmotopropulsore. Ad ogni allievo è stata assegnata, tramite sorteggio, una provadiversa. Gli allievi hanno diagnosticato il guasto eseguendo le opportune proce-dure riparative con l’ausilio dei manuali di assistenza tecnica. A conclusione del-la prova pratica hanno redatto una brevissima relazione sulle procedure adottate:la relazione è stata oggettodel successivo colloquiocon i tecnici responsabili– 2° Prova: Il giorno 10maggio 2012 dalle ore9.30 alle ore 12.30. Collo-qui individuali degli allievicon la Commissione di tec-nici FIAT, per un appro-fondimento teorico relati-vo alle prove pratiche so-stenute. 1. Prova tecnico-pratica Si allegano di seguito le schede relative alla descrizione delle prove. Settore: AUTOMOTIVE Figura 1: Un momento della Prova tecnico-pratica 4° Award TechPro2 University Motor Village Torino Piazza R. Cattaneo 36 Protocollo d’intervento n° 1 Modello autoveicolo: Fiat 600 Targa: CC837PMAnomalia riscontrata: Motore va a tre cilindri e perde colpi.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la risoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. Protocollo d’intervento n° 2 Modello autoveicolo: Fiat Punto Targa: DG520NFAnomalia riscontrata: Motore non rende e consumo eccessivo.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. Protocollo d’intervento n° 3 Modello autoveicolo: Fiat Punto Targa: DL706PWAnomalia riscontrata: Motore con scarsa potenzaEseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. Protocollo d’intervento n° 4 Modello autoveicolo: Alfa 15 Targa: DD752TSAnomalia riscontrata: Motore non parteEseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. 37 Protocollo d’intervento n° 5 Modello autoveicolo: Fiat Doblò Targa: DT 946SYAnomalia riscontrata: Avviamento difficoltoso a freddo. Spia avaria gestione elettronica motore accesa.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguite edi guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. Protocollo d’intervento n° 6 Modello autoveicolo: Fiat 16 Targa: DV239AEAnomalia riscontrata: Motore stenta a partire e non raggiunge piena potenza.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. Protocollo d’intervento n° 7 Modello autoveicolo: Fiat Panda Targa: CM305LAAnomalia riscontrata: Motore non rende e minimo instabile.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intevento eseguite edi guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. Protocollo d’intervento N° 8 Mod. autoveicolo: Lancia Ypsilon Targa: DN834FNAnomalia riscontrata: Motore non parte.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. 38 Protocollo d’intervento N° 9 Modello autoveicolo: Fiat Croma Targa: DR599PKAnomalia riscontrata: Motore con scarso rendimento.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. Protocollo d’intervento N° 10 Mod. autoveicolo: Alfa Romeo 159 Targa: DW137XNAnomalia riscontrata: Motore va a tre cilindri e non rendeEseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. Protocollo d’intervento n° 11 Modello autoveicolo: Fiat Qubo Targa: DY729HEAnomalia riscontrata: Motore non parteEseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la ri-soluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. Protocollo d’intervento n° 12 Modello autoveicolo: Lancia Musa Targa: DV648SRAnomalia riscontrata: Motore non parteEseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. 39 Protocollo d’intervento n° 13 Mod. autoveicolo: Alfa Romeo 166 Targa: DJ595XJAnomalia riscontrata: Motore non rende e consuma eccessivamenteEseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. Protocollo d’intervento n° 14 Modello autoveicolo: Lancia Ypsilon Targa: DV920FKAnomalia riscontrata: Motore stenta a partire e non ha ripresa in accelerazioneEseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la ri-soluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. Protocollo d’intervento n° 15 Mod. autoveicolo: Alfa Romeo Mito Targa: DS369VNAnomalia riscontrata: partenza difficoltosa anche a freddo.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. Protocollo d’intervento n° 16 Modello autoveicolo: Lancia Delta Targa: DV 472 STAnomalia riscontrata: Motore non parte.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per la riso-luzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. 41 L’oggetto della Prova del Settore Elettrico/Elettronico è stata la realizzazione diun sistema automatizzato di smistamento pezzi gestito da PLC. La Prova è stata articolata in cinque fasi per un totale di 24 ore: fase di proget-tazione e di risposta ai quesiti tecnico-professionali (4 ore); fase di programmazione(3 ore); fase di esecuzione (12 ore); fase di collaudo (4 ore); fase di recupero ano-malie (1 ora). Di seguito si riporta il materiale relativo alle varie fasi della Prova. 1. Fase di progettazione 1.1 QuestionarioRispondere alla serie di 50 quesiti tecnico professionali a risposta multipla.Si tenga presente che:– la risposta corretta vale 2 punti;– la risposta non data vale 0 punti;– la risposta errata vale -1 punto. Settore: ELETTRICO ed ELETTRONICO Cognome e NomeCentro di provenienza 1. Cosa indicano le lettere B, C o D sulla targa di interruttore magnetotermico. a) Il potere di interruzione. b) La curva caratteristica di intervento. c) La tensione. 2. Qual è il significato del termine “tensione di contatto”. a) Esprime la caduta di tensione tra due contatti chiusi percorsi da una certacorrente. b) Esprime il valore di tensione verso terra alla quale verrebbe sottoposto ilcorpo umano in caso di contatto diretto con il conduttore di linea.c) Esprime la tensione alla quale è sottoposto il corpo umano nel caso di con-tatto con gli involucri metallici delle apparecchiature elettriche in caso diguasto dell’isolamento. d) Esprime la tensione nominale del circuito di potenza di un contatore. 42 3. Perché, in alcuni casi, si usa l’avviamento Y/D nei motori asincroni trifase:a) Per ridurre il valore dell’intensità di corrente durante il normale funzionamento.b) Per variare la velocità del motore.c) Per ridurre la sezione dei conduttori di fase.d) Per limitare il valore dell’intensità di corrente allo spunto. 4. Come può variare la velocità dei motori asincroni trifasi:a) Variando il numero di poli dell’avvolgimento statorico.b) Variando il numero dei poli dell’avvolgimento statorico e/o di il valore dellafrequenza.c) Basta variare uno dei seguenti parametri: il numero di poli dell’avvolgimen-to statorico, il valore della frequenza, il valore della tensione di fase.d) Variando contemporaneamente sia la tensione di fase che la frequenza. 5. A cosa serve il condensatore nei motori asincroni monofasi:a) A stabilizzare la tensione durante il normale funzionamento.b) A sfasare la corrente dell’avvolgimento di spinta rispetto a quella dell’av-volgimento di marcia.c) A far avviare il motore quando la tensione di linea è bassa.d) Per limitare la corrente di assorbimento allo spunto. 6. Una persona è sottoposta ad un contatto indiretto quando tocca parti dell’im-pianto elettrico che normalmente:a) Sono in tensione.b) Non sono in tensione.c) Hanno un doppio isolamento.d) Sono scollegate dall’impianto. 7. Analizzando il seguente circuito elementare a con-tatti, si può affermare che la spia HL1 è accesa:a) Se è premuto solo SB1.b) Se è premuto solo SB2.c) Se sono premuti entrambi i pulsanti SB1 eSB2.d) Se entrambi i pulsanti SB1 e SB2 non sonopremuti. 8. Il motore asincrono è così denominato perché:a) Durante il funzionamento qualsiasi sincronismo interno va perso.b) Non è sincrono con nessun altro motore.c) La sua velocità non è rigidamente legata alla frequenza d’alimentazione.d) Non è possibile sincronizzarlo con altre macchine. 43 9. Le caratteristiche di un sistema TN che:a) Il neutro e le masse vengono collegate direttamente a terra mediante impian-ti indipendenti.b) Il neutro venga collegato direttamente a terra mediante l’impianto di terradella cabina e le masse collegate al conduttore di neutro.c) Il neutro e le masse non vengano collegate a terra. 10. La funzione dei sensori è:a) Convertire un segnale in un segnale elettrico.b) Convertire un segnale elettrico in uno spostamento.c) Amplificare un segnale elettrico. 11. In un temporizzatore con ritardo all’attrazione (eccitazione), i suoi contatti:a) Commutano istantaneamente e ritornano nella posizione iniziale alla finedel tempo.b) Commutano dopo il tempo prefissato e rimangono in quella posizione fino ache la bobina rimane eccitata.c) Commutano soltanto se il temporizzatore riceve l’impulso da un conta impulsi. 12. Cosa si intende per “scansione” di un PLC? a) Il tempo impiegato a commutare le uscite.b) Il tempo richiesto dalla CPU per la lettura ed esecuzione dell’intero pro-gramma.c) Il tempo impiegato a leggere gli ingressi. 13. Le verifiche sull’equipaggiamento elettrico di una macchina che viene spedita,smontata e successivamente montata nel luogo d’utilizzo, devono essere eseguite:a) Dal costruttore, prima della spedizione.b) Dal solo montatore, sul luogo d’istallazione.c) In un caso come quello descritto non devono essere eseguite le prove. 14. Una sola di queste affermazioni sui contattori non è vera; quale?a) Ha un alto potere d’interruzione. b) Ha un limitato potere d’interruzione.c) Non interrompe le correnti di cortocircuito.d) Può effettuare milioni di manovre elettriche. 15. A cosa servono l’interblocco elettrico e meccanico?a) Ad evitare l’alimentazione contemporanea di due contattori.b) Ad evitare cortocircuiti sui contatti ausiliari.c) Impedire gli spunti di corrente alla partenza dei motori.d) Ad alimentare correttamente due contattori contemporaneamente. 44 16. Durante la prima fase di avviamento gli avvolgimenti del motore sono collegatia stella e sono alimentati con una tensione pari a …a) 0,707 volte la tensione nominale.b) 0,58 volte la tensione nominale.c) 1,73 volte la tensione nominale.d) 2 volte la tensione nominale. 17. Per realizzare un avviamento stella triangolo quanti contattori occorrono?a) 2b) 3c) 4d) 5 18. Il segnale digitale è:a) Un segnale sinusoidale.b) Un segnale proporzionale.c) Un segnale di tipo “on-off”.d) Un segnale alterno. 19. Per quali applicazioni sono utilizzati i fusibili ritardati?a) Protezione contro i sovraccarichi di linea.b) Protezione dalle dispersioni verso terra.c) Protezione dalle manovre in cabina BT.d) Protezione di circuiti di motori elettrici. 20. Sono considerati DPI:a) I guanti, il vestiario, la visiera, l’elmetto, le scale antincendio.b) I guanti, il vestiario e gli attrezzi isolati.c) I guanti, la visiera, l’elmetto e i finecorsa.d) I guanti, il vestiario, la visiera, l’elmetto. 21. Qual è il limite di tensione di sicurezza in AC?a) 15Vb) 25Vc) 50Vd) 60V 22. In un circuito pneumatico, le valvole di potenza 5/2 e 4/2, comandano:a) I cilindri a semplice effetto.b) I sensori.c) I cilindri a doppio effetto.d) I motori pneumatici. 45 23. L’intensità del campo magnetico e la sua unità di misura sono rispettivamente:a) E,V/mb) B,Tc) H,Wb/md) H,A/m 24. Un campo magnetico può essere generato: a) Solo dalla Terra.b) Solo da magneti.c) Da magneti e cariche elettriche in moto.d) Solo da cariche elettriche in moto circolare 25. L’unità di misura dell’energia è:a) Coulomb.b) Joule.c) Watt.d) Kilowattora. 26. Come si chiama lo strumento per misurare la potenza? a) P-metrob) Volt-amperometroc) Calorimetrod) Wattmetro 27. Quale delle seguenti formule è l’espressione esatta della relazione tra tensione,corrente e resistenza:a) V=IR; I=VR; R=VIb) I=V/R; V=IR; R=V/Ic) I=V/R; V=IR; R=VId) I=V/R; V=R/I; R=V/I 28. Un trasformatore è:a) Una macchina elettrica dinamica.b) Un componente attivo funzionante solo in a.c.c) Una macchina elettrica statica.d) Una macchina elettrica senza indotto. 29. La potenza di un trasformatore è generalmente espressa in:a) Wattb) Voltamperec) Watt efficacid) Kilowattora 46 30. In uno schema marcia – arresto, il contatto di auto alimentazione serve:a) A mantenere la corrente circolante nella bobina di diseccitazione.b) Ad eccitare il contattore quando non funziona il pulsante di marcia.c) A mantenere eccitata la bobina del contattore dopo il rilascio del pulsante di marcia.d) Per sostituire la bobina in caso di guasto. 31. Con quale tipo di carico il fattore di potenza è uguale ad 0.a) Carico ohmico – induttivo.b) Carico resistivo.c) Carico induttivo.d) Carico ohmico – capacitivo. 32. Cosa si intende per potenza reattiva.a) Potenza assorbita da una reattanza capacitiva e dissipata dalla stessa in calore.b) Potenza trasferita dal generatore ad un carico resistivo e dissipata dallo stesso in calore.c) Potenza trasferita dal generatore ad un carico reattivo e dissipata dallo stesso in calore.d) Potenza scambiata alternativamente tra generatore e carico reattivo in assen-za di fenomeni dissipativi. 33. Nella codificazione dei dispositivi di comando il colore ROSSO (eventualmen-te su fondo giallo) identifica:a) Funzione di arresto di emergenza.b) Funzione di ripristino.c) Funzione di avvio.d) Funzione di disinserzione. 34. Quale funzione di protezione svolgono i fusibili di tipo “aM”. a) Proteggono dal cortocircuito e dai sovraccarichi di elevata intensità e lunga durata.b) Proteggono dai sovraccarichi deboli.c) Proteggono dal cortocircuito e dai sovraccarichi sia deboli che forti di breve durata.d) Proteggono dai sovraccarichi di durata contenuta (es. motori in fase di av-viamento), ma non dai cortocircuiti. 35. Quale delle seguenti affermazioni è corretta:a) Il relè termico viene usato per proteggere i motori asincroni trifase in casodi sovraccarico ed in caso di mancanza di una fase.b) Il relè termico viene usato per proteggere i motori asincroni trifase soltantoin caso di cortocircuito.c) Il relè termico viene usato per proteggere i motori asincroni trifase in casodi cortocircuito ma non in caso di mancanza di una fase.d) Il relè termico viene usato per proteggere i motori asincroni trifase in casodi mancanza di una fase ma non in caso di sovraccarico. 47 36. Un circuito ideale dove la corrente è sfasata di 90° in ritardo rispetto alla ten-sione risulta essere: a) Puramente resistivo.b) Puramente induttivo.c) In fase.d) Puramente capacitivo. 37. Dal rapporto tra la potenza attiva e quella apparente si ottiene: a) tgφb) ωc) cosφd) senφ 38. La tipologia di posa influisce sulla portata dei cavi:a) No, perché non è significativamente importante e si può risalire alla portatadel cavo in regime permanente Iz anche in assenza della stessa.b) Sì, perché con la sola tipologia di posa si può risalire alla portata del cavo inregime permanente Iz.c) Sì, perché in funzione di posa, al diametro del conduttore e al numero diconduttori si può risalire alla portata del cavo in regime permanente Iz. 39. In un impianto elettrico ordinario, distribuito con un sistema TT, il coordina-mento tra dispositivi di protezioni e impianto di terra, si ottiene quando il valo-re della resistenza di terra soddisfi la seguente: a) Rt >50/Ia;b) Rt <50/Iac) Rt <150/Ia 40. Quale tra le seguenti risulta la giusta definizione di un sistema TT:a) Sistema di distribuzione dove masse e neutro sono collegate allo stesso im-pianto di terra.b) Sistema di distribuzione dove il neutro è isolato da terra.c) Sistema di distribuzione in cui il neutro e le masse sono collegate a due im-pianti di terra separati.c) Sistema in cui viene distribuito PEN. 41. La massima caduta di tensione ammissibile prevista dalle norme CEI 64-8/5 tral’origine dell’impianto utilizzatore e qualunque apparecchio utilizzatore risultaessere: a) 2%b) 4%c) 8% 48 42, In un impianto a logica cablata per azionare una spia di segnalazione vengonoutilizzati due contatti NC posti in serie. In queste condizioni per un linguaggiodi programmazione quale funzione o porta utilizzeresti: a) Funzione NAND.b) Funzione NOR.c) Funzione AND.d) Funzione OR.e) Funzione NOT. 43. Nel circuito che segue la resistenza vale 2.000 Ω. Qual è il valore della tensionedi alimentazione?a) 12.000 V b) 0,12 V c) 12 Vd) 6 V 44. Il periodo è:a) La distanza tra il valore massimo e il valore minimo di un segnale completo.b) La distanza tra l’inizio e la fine di un segnale completo.c) Il tempo impiegato per avere un segnale completo.d) Il tempo impiegato tra il valore max e il valore min. 45. La potenza dissipata in un resistore, sottoposto ad una tensione di 5V e attraver-sata da una corrente di 10mA vale: a) 5Wb) 50mWc) 2mWd) 5mW ANSWER THE QUESTIONS46. A resistor is an electrical component that has the property of resistance and en-ables it to oppose the flow of current in a circuit. In electronic circuits resistorsare used to:a) Increase current to a safe valueb) Drop voltage to a required valuec) Discharge energy, for example from a diode 47. Resistors are usually described in terms of:a) Their electrical resistance, in ohmsb) Their ability to dissipate heat, in voltc) Their colors to power dissipate 49 READING COMPREHENSION CIRCUIT CLASSIFICATIONWe can classify circuits in many ways;DC circuit: in a direct-current circuit the current flows only in one direction andthe voltage is constant.AC circuit: in an alternating-current circuit the current periodically changesboth direction and voltage and pulsates back and forth many times a second.Series circuit: if various objects are arranged to form a single conducting pathbetween the terminals of a source of electric current, the objects are “connected inseries”. The electron current first passes from the negative terminal of the source in-to the first object, then flows through the other objects one after another, and finallyreturns to the first terminal. The current is the same throughout the circuit.Parallel circuit: if various objects are connected to form separate paths betweenthe terminals of a source of electric current, they are “connected in parallel”. Eachseparate path is called “branch of the circuit”. The current from the source dividesand enters the various branches. After flowing through the separate branches, thecurrent merges again before re-entering the current source.Series-parallel circuit: this type of circuit combines series and parallel arrange-ments. One branch of a parallel circuit, for example, can have several objects in aseries. On the other hand, a series circuit can at one point divide into two or morebranches and then rejoin. COMPREHENSION (true/false) Dati linee e utilizzatoreTipo di linea 3P+N+TTensione 400VPotenza dell’utilizzatore U 55 KWCosφ 0,78Lunghezza (L) 25mNumero di circuiti presenti in canalina oltre questo 2 circuiti trifase Tipo di cavo Unipolare in EPR Tipo di posa Passerella forata Temperatura ambiente 40° 48. In a DC circuit both direction and voltage are constant.a) Trueb) False 49. In a AC circuit the current changes direction but keeps the same voltage.a) Trueb) False 50 50. In a series circuit the current flows from the positive terminal of the sourcethrough various objects connected in series and returns to the negative terminalof the source.a) Trueb) False 1.2 Realizzazione schema elettricoRealizzare lo schema elettrico funzionale e di potenza, per l’avviamento di unM.A.T (M1) in modalità STELLA-TRIANGOLO automatico temporizzato a t= 3sec, inoltre trascorsi 3 secondi dal passaggio a TRIANGOLO deve essere avviato unsecondo motore M.A.T. (M2).Prevedere tutti i dispositivi necessari alla protezione dell’intero circuito e deirelativi M.A.T.Prestare particolare attenzione alla qualità del disegno, quale uso delle sigle,della numerazione, la pulizia del disegno, l’ordine della disposizione delle apparec-chiature. Tempo massimo disponibile: 1 ora 1.3 Dimensionamento Linea ElettricaDimensionare, dal punto di vista termico, la linea di alimentazione per un utilizzatore U indu-striale con le seguenti caratteristiche elettriche. Materiale da utilizzare: Guida BT 2009-2010 Schneider ElectricCalcolatrice scientifica Dati della protezioneSchneider ElectricNG125a1254P16 KA Interuttoremagnetotermico 51 Al candidato viene richiesto di consegnare al termine della prova il seguentemateriale:le tabelle qui sotto riportate compilate con: numero di posa; corrente nominaleinterruttore di protezione linea In [A]; corrente d’impiego Ib [A]; fattore di corre-zione k1; fattore di correzione k2; fattore di correzione ktot; minima portata della li-nea (calcolata) In’ [A]; minima portata della conduttura (da tabella) Iz’ [A]; minimasezione della conduttura (da tabella) S [mm2]; portata massima della linea Iz [A];caduta di tensione % ∆V; tensione rimanente in fondo alla linea Vu;il foglio protocollo utilizzato per effettuare i calcoli e le eventuali spiegazionidelle scelte effettuate. Tempo massimo disponibile per dimensionare il cavo: 1 ora Cognome e NomeCentro di provenienza Numero di posaCorrente nominale interruttore di protezione linea In [A]Corrente d’impiego Ib [A]Fattore di correzione k1Fattore di correzione k2Fattore di correzione ktotMinima portata della linea (calcola) In [A]Minima portata della della conduttura (da tabella) Iz [A] Minima sezione della conduttura (da tabella) S [mm2] Portata massima della linea Iz [A] Soddisfiamo la realzione ...? Valori da ricavare utilizzando i dati a disposizione. La protezione scelta è adeguata al carico che deve alimentare?Esplicita la regola sulla quale basiamo la risposta. ……………………………………………………………………………………………….……………………………………………………………….... Scelta della sezione del cavo Ib ≤ In ≤ Iz≤ ≤Sì No 52 Verifica del dimensionamento secondo la norma CEI 64.8 Cognome e NomeCentro di provenienza Caduta di tensione % ∆V% tabCaduta di tensione effettiva della linea ∆V% Caduta di tensione effettiva della linea ∆VTensione rimanente in fondo alla linea Vu Rispettiamo le disposizioni date dalla norma 64.8 SI NOQuindi la sezione che utilizzerò per realizzare la linea è... Per realizzare tale linea utilizzerò un cavo con la seguente siglatura ……………………………………………………………………………………………….……………………………………………………………….... 1.4 Scelta componentiEffettuare l’elenco completo del materiale necessario per la realizzazione di unquadro elettrico di automazione per una COCLEA per il trasporto di pietra lavicafrantumata, azionata da un MAT con possibilità di essere avviata nei due sensi di ro-tazione, motivando la scelta di ciascun componente. Il Motore Asincrono Trifase utilizzato per questa applicazione ha le seguenticaratteristiche: 1. Tensione nominale Vn= 400 V;2. Potenza nominale Pn = 11 kW;3. Fattore di potenza cos φ = 0,85;4. Categoria d’impiego AC3. Il quadro è formato dai dispositivi elencati in tabella allegata. Tempo massimo disponibile: 1 ora 2. Fase di programmazione 2.1 Programmazione date le specificheRealizzare il programma per il microPLC zelio Logic attraverso l’uso del soft-ware zelioSoft2 scegliendo il modulo zelio adatto alle specifiche richieste e inse-rendo i relativi commenti alle funzioni realizzate.Tale programma dovrà gestire l’automazione di un Sistema di Movimentazione e Stoccaggio di oggetti di differenti materiali (Metallo, Plastica), rispondendo alleseguenti esigenze: 1. Dato un nastro trasportatore denominato NASTRO_1 azionato da un M.A.T.(M1), realizzare la parte di programmazione che si occupi di avviare e arrestareil nastro, prevedendo inoltre un sistema di arresto di emergenza. INGRESSIRiferimento Ingresso PLC DescrizioneS1 I1 Pulsante di arresto emergenzaS2 I2 Pulsante di arresto NASTRO_1S3 I3 Pulsante di arresto NASTRO_1FR1 IA Contatto NC relè termico USCITERiferimento Uscite PLC DescrizioneKM 1 Q1 Contattore NASTRO_1H1 Q2 Segnalazione NASTO_1 avviatoH2 QA Pulsante di arresto NASTRO_1FR1 IA Segnalazione intervento relè termico 2. Su tale nastro trasportatore vengono movimentati oggetti di forma cilindrica dimateriale diverso (Metallo, Plastica), attraverso un sensore S4 di prossimità in-duttivo vengono rilevati gli oggetti di tipo metallico che attraversano il nastro,mentre attraverso un sensore S5 di prossimità capacitivo possono rilevare sia og-getti metallici sia materiali non metallici (plastica, carta, vetro, liquidi ...), quindinel nostro caso al passaggio di un materiale metallico entrambi i sensori rileve-ranno il passaggio, mentre nel caso in cui passi un oggetto di tipo plastico solo ilsensore capacitivo rileverà la presenza di tale oggetto.Realizzare la parte di programma che si occupi di contare gli oggetti di tipo me-tallico in un controllo C1 e gli oggetti di tipo plastico in un contatore C2. INGRESSIRiferimento Ingresso PLC DescrizioneS4 I4 Sensore di prossimità induttivoS5 I5 Sensore di prossimità capacitativo 3. Nel caso in cui invece l’oggetto rilevato è ditipo metallico, viene subito attivata una gui-da attraverso l’attivazione del solenoide del-l’elettrovalvola YV1, non appena l’oggettoraggiunge la posizione di allineamento conla guida, un sensore fotoelettrico S6 rileverà 53 54 la presenza dell’oggetto quindi arreste-rà il nastro trasportatore NASTRO_1 eriporterà la guida nella posizione utile,attraverso la disattivazione dell’elettro-valvola YV1. Inoltre trascorsi 5 secondi dal momen-to in cui la GUIDA si retratta, segnala-to dal fine corsa FC_GUIDA_RetrattaS7, si deve riattivare il nastro automati-camente. INGRESSIRiferimento Ingresso PLC DescrizioneS6 I6 Sensore fotoelettricoS7 I7 FC_GUIDA_Retratta USCITERiferimento Ingresso PLC DescrizioneYV1 Q3 Elettrovalvola guida orizzontale Tempo massimo disponibile: 1 ora 2.2 Programmazione modifiche e integrazioneDato il file che si trova nel Desktop nella cartella Concorso_elettro_2012 de-nominato Modifica_Programmazione, effettuare le seguenti modifiche e integra-zioni commentando e descrivendo opportunamente quanto variato o aggiunto:1. Modificare il tempo T3 a 10 secondi.2. Inserire nella riga 2 di programmazione una segnalazione H2 da collegare nell’u-scita Q8 per indicare la modalità RUN del PLC;3. Integrare in tale programmazione due contatori:a. C1 per il conteggio dei pezzi di materiale PLASTICO sapendo che tale tipodi materiale viene rilevato dal sensore CAPACITICO S5 collegato all’ingres-so I5 del PLC;b. C2 per il conteggio dei pezzi di materiale METALLICO sapendo che tale tipodi materiale viene rilevato dal sensore INDUTTIVO S4 collegato all’ingressoI4 del PLC.4. Raggiunto il numero di 5 pezzi sia di materiale METALLICO sia PLASTICO,arrestare il ciclo fino a quando non viene riavviato attraverso il pulsante AV-VIO_CICLO. Tempo massimo disponibile: 1 ora 55 2.3 Programmazione dato uno schema elettricoRealizzare la programmazione in linguaggio LADDER utilizzando il softwarezelioSoft2 dello schema elettrico allegato, commentando opportunamente le righedi programmazione.Tenere conto delle seguenti specifiche: 1. Modello PLC da scegliere: SR3B261B2. Ingressi e Uscite: Come da tabella allegata3. Nome del file: Cognome_Nome4. Destinazione file: \Desktop\Concorso Nazionale Elettro Tempo massimo disponibile: 1 ora Elenco ingressi/uscite INGRESSIRiferimento PLC Rif. Schema Eletrico DescrizioneI1 S1 Pulsante di Arresto EmergenzaI2 S2 Pulsante Arresto CicloI3 S3 Pulsante Avvio CicloIA FR1 Contatto Relè termico NC MAT_1IB FR2 Contatto Relè termico NC MAT_2 INGRESSIRiferimento PLC Rif. Schema Eletrico DescrizioneQ1 KML Contattora di LINEAQ2 KML Contattore MAT_1_STELLA (Y)Q3 KM3 Contattore MAT_1_TRIANGOLO (D)Q4 KM4 Contattore MAT_2_ POMPA REFRIGERANTEQ5 H1 Segnalazione_CICLO_OFF (GN)Q6 H2 Segnalazione E_CICLO_ON (RD)Q7 H3 Segnalazione POMPA REFRIGERANTE _ON (YE)Q8 H4 Segnalazione_INTERVENTO_R.T. (YE)Q9 H5 Segnalazione _PLC_RUN (WH) 2.4 Schema fresa 59 3. Fase di esecuzione Sistema automatizzato di movimentazione e stoccaggio Realizzare il cablaggio del QUADRO e della PULSANTIERA, attenendosiallo schema elettrico fornito.Durante l’esecuzione si faccia attenzione alla qualità del lavoro, in particolare:• Utilizzare conduttore di colore NERO per il cablaggio del circuito di potenza;• Utilizzare conduttore di colore ROSSO per il cablaggio del circuito ausiliario a24 VAC;• Utilizzare conduttore di colore BLU per il cablaggio del circuito ausiliario a 24VDC;• Utilizzare in modo corretto i sistemi di siglatura dei conduttori;• Effettuare il cablaggio in modo ordinato;• Ottimizzare il passaggio dei conduttori all’interno delle canaline;• Utilizzare per ciascun collegamento i rispettivi puntalini terminali;• Prestare attenzione al serraggio delle connessioni. Al termine del cablaggio verrà collaudato il funzionamento del quadro e dellapulsantiera di comando, collegandolo al simulatore.Durante tale fase si dovrà dimostrare di avere padronanza del funzionamentodell’intero sistema automatizzato.Nel caso il primo collaudo dovesse essere negativo si ha la possibilità di ripe-terlo per la seconda volta dopo aver recuperato il guasto o l’errore di funziona-mento. Tempo massimo disponibile: 4 ore 60 La documentazione allegata è così composta:1. SCHEMA ELETTRICO DI POTENzA;2. SCHEMA ELETTRICO CIRCUITO AUSILIARIO;3. SCHEMA DI COLLEGAMENTO INGRESSI PLC;4. SCHEMA DI COLLEGAMENTO USCITE PLC;5. SCHEMA DI CABLAGGIO DELLA PULSANTIERA;6. SCHEMA MORSETTIERE;7. SCHEMA DI COLLEGAMENTO DELLE MORSETTIERE. Tempo massimo disponibile: 12 ore 4. Fase di collaudo – Ricerca guasti 4.1 Collaudo Figura 2: Alcuni momenti della Prova del settore Elettico/Elettronico 61 4.2 Ricerca guasti Dato un quadro precablato il cui impianto è quello riportato nello schema elet-trico allegato, ovvero l’azionamento di una FRESA (M1) con avviamento STEL-LATRIANGOLO automatico temporizzato a un tempo T= 3 sec, trascorso un ulte-riore tempo T= 6 sec dal passaggio a TRIANGOLO, viene avviata una POMPA(M2) che si occupa di mettere in circolo il liquido refrigerante per le lavorazionidella fresa, il funzionamento di tale macchina viene avviato attraverso un pulsanteS3, e viene fermato attraverso un pulsante di arresto S2, sono inoltre presenti tuttele segnalazioni dello stato di funzionamento della macchina. All’azionamento dell’impianto si potrà notare sarà presente un’anomalia checompromette il funzionamento della macchina secondo quanto descritto preceden-temente, si chiede pertanto di ricercare il guasto che provoca tale anomalia e ripri-stinarlo. Tempo massimo disponibile: 30 minuti 63 La Gara di Grafica ha consistito nella progettazione e realizzazione di un roll-up edi un manifesto 6x3 m relativi al Bicentenario della nascita di don Bosco; oltre allagrafica i partecipanti hanno anche dovuto studiare uno slogan per la manifestazione eformulare una relazione finale che ha arricchito la prova e responsabilizzato gli stessisulle scelte grafiche da compiere. Settore: GRAFICO Figura 3: I Lavori svolti dai partecipanti alla Prova del Settore GraficoGli indicatori di valutazione sono stati l’originalità delle scelte grafiche, la leggi-bilità del prodotto, l’impatto dello slogan, l’assonanza del prodotto eseguito e la creati-vità (armonia grafica).Si allegano, di seguito, le schede per la relazione finale e per l’attribuzione dellavalutazione finale all’elaborato. 1. Scheda relazione finaleNomeCognomeCONCEPT/DESCRIzIONE WORK FLOW 2. Scheda attribuzione della valutazione all’elaborato 65 La Prova ha consistito nella costruzione di una pompa idraulica a tre pistoniradiali, con azionamento ad albero eccentrico. È stata suddivisa in cinque fasi per un totale di circa 20-24 ore: fase teorica divalutazione delle conoscenze specifiche nell’area della Tecnologia e del disegno (2ore); fase di programmazione CNC in linguaggio ISO (3 ore); a completamentodella fase di progetto è stata richiesta la rappresentazione mediante CAD 2D (2ore) di uno dei particolari componenti il capolavoro; fase di esecuzione (12 ore);fase di collaudo (4 ore). Si allega la seguente documentazione: – Questionario area tecnologia e disegno; – Disegni tecnici; – Prova di programmazione. 1. Questionario area tecnologia e disegno TECNOLOGIA MECCANICA1. Bisogna tornire un particolare in acciaio di diametro 55 mm. Si utilizza una Vcdi 90 m/min. Quale numero di giri devo scegliere sulla MU?125 g/min370 g/min520 g/min640 g/min 2. La potenza assorbita di un tornio in lavorazione dipende anche da:profondità di passataavanzamentotipo di materialetutti e tre i parametri 3. Che percentuale di carbonio ha in lega l’acciaio S235?0,235% di carbonioPocoNon è specificato3,35% di carbonio Settore: MECCANICO 66 4. Che acciaio è il C20?del primo gruppodel secondo gruppodipendenon è definito 5. Quale è la fase più critica di un t.t. di tempra?riscaldamentopermanenzaraffreddamentonessuna 6. Quale di questi forni produce meno ossidazioni per eseguire un t.t.?a combustionead atmosferaa naftanessuno dei tre 7. Cosa significa Bonifica?che il t.t. è stato eseguito benetempra più ricotturatempra più normalizzazionetempra più rinvenimento 8. Quale t.t. posso eseguire su un acciaio C15?carbocementazionenitrurazionetempratutti e tre 9. Come vengono definite le curve di Bain?curve di riscaldamentocurve di raffreddamento curve dirittecurve arcuate 10. Quale di queste operazioni sono consigliate in fresatura?fresatura concordefresatura discordefresatura al centro del pezzonessuna delle tre 67 11. Quale caratteristica appartiene agli utensili al Nitruro di Boro Cubico?è morbidoè economicoè duronessuna delle tre 12. Nelle scatole delle placchette quale colore rappresenta l’acciaio inox?blu con lettera Prosso con lettera Kgiallo con lettera Mverde con lettera N 13. Un utensile a spoglia negativa è particolarmente indicato per:sgrossaturafinitura entrambenessuna delle due 14. A cosa serve l’alesametro?a lavorare i foria misurare i foria lucidare i forinessuna delle tre 15. Quale è l’unità di misura della Ra?millimetrimicronmetridipende dal particolare 16. Quali di queste sono delle rugosità?Rugosità articolataRugosità quadraticaRugosità ventolareRugosità parallela 17. Che tipo di misurazione ottieni con un encoder lineare?assolutaparzialerelativadipende dal pezzo 68 18. Che cosa è il motore passo-passo?Un motore che va pianoUn motore che riesce ad eseguire divisioni di rotazione preciseUn motore a scoppio Nessuna delle tre 19. Che caratteristiche ha una vite a ricircolo di sfere?Assenza di giochiAlta precisione di movimentazioneAssenza di vibrazioni durante la movimentazioneTutte e tre 20. Come vengono definite le funzioni “M” nella programmazione ISO?ManualiMiscellaneeMovimentaliMotoriste 21. Quale di queste corrisponde ad una trasformazione chimica di un acciaio?DurezzaPassivazioneTruciolabilitàMassa volumica 22. Quale di queste è una sollecitazione semplice che può gravare su un acciaio?Flesso - torsioneTenso - flessioneFlesso - taglioNessuna delle tre 23. È definita flessione quando:la forza è obliqua rispetto l’asse del pezzola forza è perpendicolare rispetto l’asse del pezzola forza è parallela rispetto l’asse del pezzola forza è coincidente rispetto l’asse del pezzo 24. La frequenza utilizzata nelle macchine a ultrasuoni è:più alta di quelle acusticheuguale a quelle acustichepiù bassa di quelle acustiche 69 25. Con quale materiale vengono costruiti gli utensili?Acciaio duttile/OttoneOttone/HSSRame/Acciaio duttileHSS rivestito 26. Da quali materiali può essere costituito l’abrasivo?Carborundum/Ossido di alluminio/Diamante/Carburo di boroOssido di rame/Carborundum/Carburo di cobalto/DiamanteOssido di alluminio/Carborundum/Carburo di cobalto/DiamanteCarburo di cobalto/Ossido di alluminio/Diamante/Carburo di boro 27. Che tipo di liquido di sospensione viene utilizzato?Liquido dielettricoAcquaRefrigeranteProdotti emulsivi 28. Quali sono i vantaggi dell’Hydro - jet?Nessun riscaldamento del materiale; nessun effetto di indurimento; niente fumo o vapori; lavorazioni di taglio senza bave e con spigoli netti.Nessun riscaldamento del materiale; nessun effetto di indurimento o tensione;niente polvere, fumo o vapori; lavorazioni di taglio senza bave e con spigoli netti.Nessun riscaldamento del materiale; nessun effetto di indurimento o tensione;niente polvere; lavorazioni di taglio senza bave e con spigoli netti. 29. Caratteristiche dell’Hydro - jet:Pressione di esercizio di circa ___________Diametro del getto del liquido di _________Velocità di efflusso dell’acqua comprese tra _________Quantità d’acqua erogata da _________ 30. Quale tipologia di materiale viene lavorato con la macchina Hydro - jet?Il taglio di materiali come la plastica, il tessuto, il marmo, i materiali compositi, le leghe leggere, rame, alluminio e l’acciaio inox.Il taglio di materiali come la plastica, il tessuto, il marmo,i materiali compositi, le leghe leggere, l’acciaio dolce e l’acciaio inox.Il taglio di materiali come la plastica, il marmo, i materiali compositi, le leghe leggere, l’acciaio C60 e l’acciaio inox.Il taglio di materiali come la plastica, il tessuto, i materiali compositi, le leghe leggere, l’alluminio, l’acciaio dolce e l’acciaio inox. 70 31. Come avviene il processo di asportazione di truciolo sull’elettroerosione?Per asportazione di trucioloPer effetto di scariche di energia elettrica provenienti da un utensilePer effetto di scariche piezoelettriche provenienti da un utensile 32. Nell’elettroerosione la scarica elettrica ha forma:cilindricatrapezoidalequadratroncoconica 33. Sull’elettroerosione il pezzo ha un elettrodo:positivonegativopiezoelettriconullo 34. Quale tipo di materiali si possono lavorare con l’elettroerosione?Metalli duri, stampi e matrici, utensileria di acciaio temprato e dei pezzi aventi profili complessi soprattutto interni.Materiali come la plastica, il marmo, i materiali compositi, le leghe leggere, l’acciaio C 60 e l’acciaio inox.Materiali come la plastica, il tessuto, il marmo, i materiali compositi, le leghe leggere, rame, alluminio e l’acciaio inox.Stampi e matrici, utensileria di acciaio temprato e dei pezzi aventi profili complessi soprattutto interni. 35. Con quale tensione viene alimentato il circuito?15-25V10-15V25-35V50-100V 36. Con quali materiali può essere costruito un elettrodo?Rame elettrolitico forgiato; carburo di tungsteno;polvere di grafite impastata con argento; ottone.Rame elettrolitico forgiato; carburo di tungsteno;polvere di grafite impastata con argento; HSS.Rame elettrolitico forgiato; carburo di vanadio; polvere di grafite impastata con argento; HSS.Rame elettrolitico forgiato; carburo di tungsteno; polvere di ematite impastata con argento; ottone. 71 LAVORAZIONI MECCANICHE 1. Il moto di taglio è quello:che determina l’asportazione del trucioloche porta l’utensile nella posizione di taglioche porta nuovo materiale di fronte all’utensileche consente di effettuare il cambio utensile 2. Per quale motivo si verifica il riscaldamento dell’utensile?Elevata velocità dell’utensileAttrito tra pezzo e utensileElevata velocità del pezzo Difficoltà di smaltimento del truciolo 3. Qual è la formula per il calcolo del numero di giri da impostare sulle macchineutensili?n = Vt 1000n dn = Vt n d1000n = Vt 1000n r2n = n d n1000n = d 1000Vt n 4. Qual è l’unità di misura della velocità di taglio nelle lavorazioni meccaniche?m/secm/minmm/minmm/secgiri/min 5. Cosa si ottiene attraverso la lubrificazione durante una lavorazione ad asporta-zione di truciolo?La diminuzione dell’attrito tra pezzo ed utensileUna migliore evacuazione del trucioloUna maggiore durata dell’affilatura dell’utensile Contemporaneamente ciò che è descritto in a e bContemporaneamente ciò che è descritto in a, b e c 72 6. Il moto di taglio delle macchine utensili è sempre posseduto dall’utensile.VeroFalso 7. Le guide delle macchine utensili costituiscono:il supporto dei motori il supporto dell’utensilela struttura portante di tutti gli organi della macchinale superfici di scorrimento delle parti mobili 8. Il tornio è una macchina utensile nella quale il moto di taglio:è circolare ed è posseduto dal pezzoè rettilineo ed posseduto dal pezzoè circolare ed è posseduto dall’utensileè rettilineo ed è posseduto dall’utensile 9. La fresatrice è una macchina utensile nella quale il moto di taglio:è circolare ed è posseduto dal pezzoè rettilineo ed posseduto dal pezzoè circolare ed è posseduto dall’utensileè rettilineo ed è posseduto dall’utensile 10. Il trapano è una macchina utensile nella quale il motivo di avanzamento:è circolare ed è posseduto dal pezzoè rettilineo ed posseduto dal pezzoè circolare ed è posseduto dall’utensileè rettilineo ed è posseduto dall’utensile 11. Un materiale per utensile deve:essere meno duro del materiale in lavorazioneavere bassi valori di resilienzaavere elevata durezza ed elevata resistenza all’usura a basse temperatureavere elevata durezza ed elevata resistenza all’usura anche ad elevate temperature 12. Una punta elicoidale è un utensile a taglienti multipli.VeroFalso 13. Il maschio è un utensile che serve per allargare i fori. VeroFalso 73 14. Gli utensili da trapano sono costituiti di due parti, il codolo e la punta.VeroFalso 15. Nei trapani sensitivi l’avanzamento è solo di tipo manuale. VeroFalso TOLLERANZE DIMENSIONALI 1. Stabile una tolleranza significa:indicare i limiti entro i quali può variare una determinata dimensioneindicare i limiti entro i quali può variare la caratteristica del materiale indicare i limiti entro i quali può variare la lavorazioneindicare i limiti entro i quali può variare il tempo di produzione 2. La seguente dicitura indica: IT = Dmax - Dmin differenza tra la dimensione limite massimae la dimensione limite minima dell’alberodifferenza tra la dimensione limite massima e la dimensione limite minima del forodifferenza tra la dimensione limite minimae la dimensione limita massima del forodifferenza tra la dimensione limite minimae la dimensione limite massima dell’albero 3. L’indicazione M10 in un disegno tecnico indica:filettatura passo 10preforo per filettatura diametro 9filettatura metrica ISO con diametro nominale 10filettatura meccanica ISO con diametro nominale 10 4. Se su una quota di un disegno non troviamonessuna indicazione di tolleranza, significa:la tolleranza va decisa al momento della lavorazionela tolleranza è a discrezione dell’operatoresi ha tolleranza di ±0.1 mmin base alla dimensione si consultano le tabelle delle tolleranza generali 74 5. Questo tipo di linea nel disegno tecnico, indica:_____ _ _____ _ ______ _ _____ _ ______ indicazione di una spaccaturalinea speculareasse di simmetriaasse di parallelismi 6. Che cos’è il disegno tecnico?La rappresentazione di tutto ciò che vediamoÈ la rappresentazione bidimensionale, per mezzo di linee e simboli,di un oggetto realeÈ la rappresentazione di tutto ciò che è meccanicoÈ la creatività di una persona 2. Disegni tecniciDisegno Pompa Radiale 75 Disegno. 1 Disegno. 2 76 Disegno. 3 Disegno. 4 Disegno. 5 77 3. Prova di Programmazione CONCORSO NAzIONALE PER MECCANICI ANNO 2012 COGNOME ………………………………...................................… NOME ……………………………….....................................… PROVA DI CONTROLLO NUMERICO Eseguire la programmazione in linguaggio ISO per la lavorazione completadel pezzo rappresentato.Punto zero– Per la fresatura utilizzare quello indicato dal disegno.– Per il foro utilizzare il suo centro.Macchina– Centro di lavoro a tre assi (numero di giri massimo 32000).Pezzo– Materiale alluminio– Dimensioni materiale grezzo 8 x 50 x 85Ciclo di lavoro della fresatura (fase 1 lavorazione interna,fase 2 lavorazione esterna)– Scegliere il ciclo di lavoro che si ritiene più opportuno e indicare nella listautensili i ø, i parametri di lavoro e il numero degli utensili utilizzati.– Per le lavorazioni non è richiesta nessuna indicazione sui sistemi di montaggio. Disegno. 6 78 Utensili– Per la fresatura esterna ed interna utilizzare frese e parametri di lavoro riportatinelle tabelle allegate.Ciclo foratura maschiatura (fase 3)– Per la foratura del foro ø 4,2 e il foro ø 5,5, utilizzate una pinta elicoidale HSS,velocità di taglio di 20 m/min e un avanzamento di 0.5 millimetri a dente (calco-lare il valore di avanzamento F da inserire nel programma).– Per la lamatura del foro ø 9.5, utilizzare una punta a lamare HSS velocità di ta-glio di 15 m/min e una avanzamento di 0.05 millimetri a dente (calcolare il va-lore di avanzamento F da inserire nel programma).– Per la filettatura del foro M5x0,8 utilizzare un maschio HSS numero di giri 500(calcolare il valore di avanzamento F da inserire nel programma per la realizza-zione del passo=0,8 mm).– Per la centratura utilizzare i dati della lista utensili. LISTA DEGLI UTENSILI UTILIZZATI PER LE LAVORAZIONIRiportare nelle rispettive righe i valori scelti dalle tabelle, utilizzare quelli imposti e calcolare quelli mancanti. FASE 1 fresatura interna T1 Ø z Az F Iz NGT2 Ø z Az F Iz NGT3 Ø z Az F Iz NGT4 Ø z Az F Iz NGT5 Ø z Az F Iz NGT6 Ø z Az F Iz NG Numeroutensile Diametrofresascelto Numero dei dentidell’utensile Avanzamentoa dentemm/tagliente Avanzamentomacchinamm/min. Profondità diincremento inZ delle frese Numero di girimadrino T1 Ø z Az F Iz NGT2 Ø z Az F Iz NGT3 Ø z Az F Iz NGT4 Ø z Az F Iz NGT5 Ø z Az F Iz NGT6 Ø z Az F Iz NG Numeroutensile Diametrofresascelto Numero dei dentidell’utensile Avanzamentoa dentemm/tagliente Avanzamentomacchinamm/min. Profondità diincremento inZ delle frese Numero di girimadrino FASE 2 fresatura esterna 79 FASE 3 centratura, foratura ø 5.5, lamatura ø 9.5, foratura ø 4.2, maschiatura M5 T10 Punta dacentrare ø 3.15 z 2 Az 0.04 F 96 ------------ NG 1200T11 Punta daelicoidale ø 5.5 z 2 Az 0.05 F VT 20 NGT12 Punta daelicoidale ø 4.2 z 2 Az 0,05 F VT 20 NGT13 Lamatoreø 9.5 z 2 Az 0.05 F VT 15 NGT14 Maschioø 9.5 z 3 ------------ F ------------ NG 500 Numeroutensile Tipodi utensile Numero dei dentidell’utensile Avanzamentoa dente Avanzamentomacchina Velocitàtaglio Numero di girimadrino 81 82 83 QUALIFICA SERRAMENTISTA Dal 16 al 18 maggio 2012 presso il CFP “T. Gerini” di Roma si sono svolte leprove organizzate dai formatori del comparto. Le prove si articolavano in un questionario tecnico, in una fase di progetta-zione, in una fase di dimensionamento per la distinta di taglio, il taglio e la lavora-zione dei vari profili e, infine, il montaggio del serramento con i relativi accessori. 1. Fase di progettazione 1.1 QuestionarioIl candidato risponda alla serie di 25 quesiti tecnico professionali a risposta chiusa.Si tenga presente che:• La risposta corretta vale 4 punti• La risposta non data vale 0 punti• La risposta errata vale -1 punto Tempo massimo disponibile per rispondere al questionario: ½ ora Cognome e NomeCentro di provenienza Punteggio ValutazioneRisposte corretteRisposte errateRisposte non date /100 Domanda n. 1 - AbbinaAd ogni angolo qui sotto disegnato indica qual è il valore della sua ampiezza. ANGOLO 1 Angolo 1• 45 gradi• 60 gradi• 90 gradi • 180 gradi ANGOLO 2 Angolo 2• 45 gradi • 60 gradi• 90 gradi• 180 gradi ANGOLO 3 Angolo 3• 45 gradi • 60 gradi • 90 gradi • 180 gradi ANGOLO 4 Angolo 4• 45 gradi • 60 gradi • 90 gradi • 180 gradi 84 Domanda n. 2 - AbbinaAlle figure disegnate abbina il nome corretto. FIGURA 1 FIGURA2 FIGURA 3 FIGURA 4 Figura 1• Triangolo rettangolo• Rettangolo• Triangolo equilatero • QuadratoFigura 2• Triangolo rettangolo• Rettangolo• Triangolo equilatero• Quadrato Figura 3• Triangolo rettangolo • Rettangolo• Triangolo equilatero• QuadratoFigura 4• Triangolo rettangolo• Rettangolo• Triangolo equilatero• QuadratoDomanda n. 3 - Elenco (1 scelta)Indica quali sono i mezzi di protezione della testa, degli occhi, delle mani e dei piedi.• Passamontagna, cappuccio, berretto, sciarpa, occhiali da sole.• Elmetto, occhiali, maschere, guanti e scarpe di sicurezza.• Pantaloni a zampa d’elefante, jeans, pantaloni alla zuava. Domanda n. 4 - Elenco (1 scelta)Chi è il medico competente che cura la sorveglianza sanitaria e da chi è nominato?• È un medico generico, nominato dagli operai.• È un medico specialista, nominato dalla ASL.• È un medico specialista, nominato dal datore di lavoro.• È un medico generico, nominato dai sindacati. Domanda n. 5 - Elenco (1 scelta)Come vengono realizzate le barre di alluminio?• Laminazione• Fusione• Estrusione Domanda n. 6 - Elenco (1 scelta)Qual è la temperatura di fusione dell’alluminio?• 660°• 700°• 1800°• 900° 85 Domanda n. 7 - Elenco (1 scelta)Quale tra le seguenti tipologie di serramenti si utilizza maggiormente nei bagnie in cucina?• Fisso• Scorrevole• Sporgente• Anta ribalta Domanda n. 8 - Elenco (1 scelta)Indicare quale sistema di tenuta è più efficace?• A doppia battuta• A giunto aperto• A giunto chiuso Domanda n. 9 - Elenco (1 scelta)Per quale ragione i profilati a taglio termico sono impiegati?• Perché sono più belli• Perché costano di più• Perché hanno un buon isolamento termico Domanda n. 10 - Elenco (1 scelta)Qual è il vetro più indicato da utilizzare in un serramento a taglio termico?• Vetro semplice da 4 mm• Vetro stratificato 4/4• Vetro camera 4/12/4 Domanda n. 11 - Elenco (1 scelta)Quale di questi vetri è di sicurezza?• Vetro camera 4/12/4• Vetro camera 4+4/12/4• Vetro stampato C5 Domanda n. 12 - Elenco (1 scelta)Qual è il materiale isolante utilizzato nel taglio termico?• Vetroresina• Poliammide• PVC• Lana di roccia 86 Domanda n. 13 - Elenco (1 scelta)Per realizzare un’anta ribalta qual è la larghezza minima che deve avere taleanta?• 200 mm• 350 mm• 615 mm• 750 mm Domanda n. 14 - Elenco (1 scelta)Per il corretto montaggio del maniglione antipanico la porta deve aprirsi verso:• L’esterno• L’interno• È indifferente Domanda n. 15 - Elenco (1 scelta)Per intestare la fascia e lo zoccolo quale macchina si deve usare?• Trapano • Troncatrice• Pantografo• Intestatrice Domanda n. 16 - Elenco (1 scelta)Il taglio dei ferma vetri arrotondati va fatto a:• 45°• 90°• 130°• Indifferente Domanda n. 17 - Elenco (1 scelta)A cosa serve la livella?• Per intestare i traversi• Per tagliare i profili alla stessa misura• Per la posa dei serramenti 87 2. Fase tecnica di progettazione e prova pratica di laboratorio Il candidato esegue il progetto di un serramento in alluminio avente le seguenticaratteristiche:• Finestra a un battente con anta ribalta apertura a destra e telaio a z.• Serie profilati in alluminio - Domal Stopper PG.• Sistema di tenuta - Giunto Aperto• Dimensione finestra - L=600 H=850• Vetro camera 4/12/4• Altezza maniglia - Hc 350• Utilizzare accessori di posa assemblaggio Domal.• Antaribanta 150 fulcro orizzontale della Savio.• Guarnizioni: in base a quanto consigliato dal sistema. Elaborati da svolgere • Prova tecnica: tempo assegnato 2 ore. Disegno del prospetto in scala 1:5, completamento delle sezioni con l’inseri-mento dei codici dei profili e quote mancanti, scheda di taglio, elenco accessori,elenco guarnizioni. • Prova pratica di laboratorio: tempo assegnato 6 ore. Esecuzione del serramento sopra richiesto, e compilazione scheda di collaudo. Figura 4: L’assemblaggio del serramento 90 2.1. Scheda di collaudo Elaborato: Finestra a un battente Anta - Ribalta Allievo Data: Accoppiamento angoli Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 5TelaioAnta Tasselli di registro Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Posizione e montaggio Collaudo Misura Misura rilevata Errore max.Telaio verticale dx 894Telaio verticale sx 894Telaio orizz. sup. 644Telaio orizz. inf. 644Anta verticale dx 802Anta verticale sx 802Anta orizz. sup. 552Anta orizz. inf. 552 0- 0,5 = 10,5 – 1 = 0,5> 1 = 0 Drenaggio acqua Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Posizione e lavorazione Areazione vetro Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 4Traverso inf. anta Accoppiamento Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 5Telaio - Anta Lavorazione squadretta Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3TelaioAnta Taglio e montaggio guarnizioni Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 5Centrale telaioBattuta antaInterna fermavetro Montaggio cerniera Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Telaio - Anta 91 Totale /100 Funzionalità e finitura estetica e del serramento Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 5 Astine chiusura Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 4Lunghezza e funzionalità Incontri di chiusura Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 4Posizione e regolazione Ferma vetri Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 4Taglio e montaggio Regolazione forbice Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 4Traverso sup. ante Questionario Progetto CostruzioneRiepilogo valutazioni /100 /100 /100 Cremose Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 4Posizione montaggio e funzionalità Verifica del sormonto: misura dello scuretto Misura Misura rilevata Errore max.Montaggio dx 5Montante sx 5Traverso sup. 5Traverso inf. 5 0- 0,5 = 30,5 – 1 = 1> 1 = 0 Valutazione finale /100 93 La prova del Concorso 2012 del settore turistico alberghiero è stata strutturatain una prova teorica e una prova pratica divisa in due fasi.La prova teorica di matematica e merceologia prevedeva il calcolo del costodel piatto e i valori nutrizionali di una ricetta tipica della Regione Veneto (insala-tina di gallina padovana) e la traduzione dall’inglese all’italiano della stessa ricetta.La prima fase della prova pratica si è svolta sulla falsa riga della rinomata tra-smissione televisiva “La prova del cuoco”: a sorpresa sono state formate dellecoppie di lavoro a cui sono stati messi a disposizione limitati ingredienti per elabo-rare in pochi minuti un menù completo e realizzarlo poi in quattro ore per la com-missione di giurati. Nella seconda fase della prova pratica, che si è svolta nella suc-cessiva giornata del Concorso, i partecipanti hanno potuto dare il meglio di loronella preparazione delle ricette che avevano presentato all’iscrizione del Concorso.Gli indicatori di valutazione del Concorso, sono stati l’originalità e la creati-vità nella presentazione del piatto, l’equilibrio tra le materie prime utilizzate e il ri-spetto della stagionalità e territorialità delle stesse.Gli strumenti messi a disposizione dei partecipanti sono stati un laboratorio dicucina attrezzato con fuochi ad induzione e forni d’ultima generazione. 1. Prova teorica di matematica e merceologia (calcolo calorico e costo delpiatto con traduzione ricetta dall’inglese all’italiano)La prova teorica prevedeva il calcolo del costo del piatto e i valori nutrizionalidi una ricetta tipica della Regione Veneto (insalatina di gallina padovana) e la tra-duzione dall’inglese all’italiano della stessa ricetta. Settore: TURISTICO/ALBERGHIERO ANTIPASTO: Insalata di Gallina padovana con uvetta, pinoli e olio extravergine d’olivadi Arquà Petrarca.Preparazione 15 minutiCottura 90 minutiDifficoltà media Ingredienti per 6 persone1 Gallina Padovana1 cipolla1 carota2 coste di sedano2 foglie di alloro200g di insalatine50 g di pinoli50 g di uvetta3 cucchiai di olio extravergine di olivasucco di limonesale 94 Della ricetta su descritta calcolare: a) il valore calorico espresso in kcal in kjoule, relativo ad una porzione di anti-pasto;b) il quantitativo in grammi di glucidi, lipidi e protidi e le relative percentuali, rife-rite ad una porzione di antipasto;c) il costo del piatto, facendo stretto riferimento agli allegati consegnati (tabella dicalcolo con relativi indicatori, estratto di fatture e tabelle nutrizionali). Nel calcolo del costo del piatto considerare gli importi indicati nelle fatturesenza valutare l’incremento del prezzo dovuto all’IVA. Per ogni alimento valutareil prezzo al kg assegnato senza determinare il costo relativo all’effettiva resa, quellacioè, conseguente al calo di peso dovuto alla percentuale di scarti che si ha in fasedi preparazione. 1.1 Allegato 1: Estratto di fattura semplificato e Contribuzione a seconda dellaportata Estratto di fattura semplificato Contribuzione a seconda della portata Alcune associazioni di categoria, tra cui la FIC (Federazione Italiana Cuochi)hanno qualificato il costo medio della manodopera in 0.2065 € al minuto, attri-buite quindi ad ogni porzione il valore medio della manodopera necessaria. 1.2 Allegato 2: Kcal del piatto e percentuali di glucidi, protidi e lipidiRICETTA: insalata di gallina padovana con uvetta, pinoli e olio extravergined’oliva di Arquà Petrarca. 1.3 Allegato 3: Costo del piattoRICETTA: insalata di gallina padovana con uvetta, pinoli e olio extravergined’oliva di Arquà Petrarca. 97 2. Criteri di valutazione Prova di matematica e merceologia Matematica: Kcal e % glucidi, protidi e lipidi per porzione0: chi non è riuscito a calcolare o ha sbagliato il calcolo delle kcal e delle %1: chi ha calcolato correttamente le kcal2: chi ha calcolato correttamente kcal e % di glucidi3: chi ha calcolato correttamente kcal, % di glucidi e protidi4: chi ha calcolato correttamente kcal, % di glucidi, protidi e lipidi Matematica: costo del piatto 0: chi non ha iniziato la consegna1: chi ha ricavato correttamente solo le dosi in kg e le dosi per 1 persona in g2: chi ha calcolato correttamente anche le dosi per 1 persona in kg ed ha indi-viduato il costo delle materie prime al kg o l3: chi ha calcolato correttamente anche il costo totale delle materie prime e ilcosto delle stesse per porzione 4: chi ha calcolato correttamente anche il costo del piatto considerato mano-dopera, quota fissa e utile 99 Il Concorso nazionale Area Cultura e Inglese, tenutosi a San Donà di Piave dal7 all’11 maggio 2012, ha visto la sua terza edizione. Ecco l’elenco delle prove.– Prova scritta in lingua italiana: “Essere Cittadino Italiano ed Europeo”– Composizione di un cartellone grafico di gruppo: Essere Cittadino Italiano edEuropeo”– Test di cultura nelle aree: Linguaggi-Comunicazione, Cittadinanza, Etica-Reli-giosa, Lavoro, Economia.– Prova orale in lingua inglese: “Introducing myself-Presentazione CV in inglese” 1. Prova scritta in lingua italianaProva scritta in lingua italiana: Esponi i valori, i diritti e i doveri della cittadinanza Italiana ed Europea. Area: CULTURA e INGLESE Cognome Nome Rubrica di valutazione Qualità della presentazione0/20 Non padronanza: testo disordinato/privo di organizzazione, presenta molte scorrettezze grammaticali ed usa un lessico generico30/50 Basilare: testo sufficiente organizzato, linguaggio corretto ma non sempre precisonelle scelte lessicali60/80 Intermedia: testo ben organizzato, ordinato, anche graficamente, corretto dal punto di vista lessicale90/100 Eccellente: testo ben organizzato, chiaro e preciso nelle scelte linguistiche, efficace nella presentazione Qualità dei contenuti0/20 Non padronanza: il testo non presenta l’analisi degli aspetti fondamentalidel problema, il piano di lavoro è assente o risulta vago e/o non realistico30/50 Basilare: il testo presenta una sostanziale comprensione della tematica da affrontare,riporta un piano di lavoro realistico e coerente50/60 I contenuti presentano una contestualizzazione storica essenziale60/80 Intermedia: il testo rivela una comprensione della problematica molto buona, presenta un piano di lavoro dettagliato e concreto90/100 Eccellente: il testo rivela un’ottima comprensione della proplematica, il piano di lavoro è ben dettagliato, concreto e coerente. Sono state presentate delle soluzioni migliorative rispetto a quelle standard 100 2. Composizione di un cartellone grafico di gruppo Rappresentare graficamente i valori, i diritti e i doveri della cittadinanza Italiana ed Europea. Cognome e Nome CFP• •• •• •• • GRIGLIA di VALUTAzIONE: Elementi PunteggioCoerenza tematica Fino a 25 puntiCompletezza Fino a 25 puntiCreatività e originalità Fino a 25 puntiPresentazione elaborato Fino a 25 puntiPUNTEGGIO FINALE 100 punti Il punteggio finale sarà conferito a ciascun componente del gruppo. 3. Test di culturaArea: Linguaggi - Comunicazione Risposta Punteggio V/F a) b) c) 1. Indica tre testate di quotidiani nazionali:a)b) c) 2. Il messaggio semplice esprime un’unica informazione con un solo codice3. I messaggi complessi utilizzano più linguaggi contemporaneamente4. Comunicare significa “mettere qualcosa in comune con gli altri”5. Il soggetto indica la persona, l’animale o la cosa che compie o subisce l’azione espressa dal predicato6. Gli elementi fondamentali di un testo argomentativo sono:a) tesi - argomenti a sostegno - conclusione;b) intruduzzione - svolgimento - conclusione;c) fabula e intreccio.7. Facebook è un social network che si occupa di libri in formato elettronico.8. Giovanni Verga è autore:a) Verista;b) Romantico;c) Contemporaneo. 101 9. La letteratura contemporanea riguarda il:a) il 1700;b) il 1800;c) il 1900.10. Indica l’autore della poesia “L’Infinito”: a) Alessandro Manzoni;b) Giacomo Leopardi;c) Giovanni Pascoli.Area: Cittadinanza/Storica Risposta Punteggio V/F a) b) c) 1. Gli articoli della Costituzione della Repubblica Italiana si distinguono in tre parti:a)b)c)2. Indica tre diritti dei cittadini scritti nella Costituzione Italiana:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................3. Indica tre doveri dei cittadini scritti nella Costituzione Italiana:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................4. La Magistratura esercita il potere:a) Legislativo;b) Esegutivoc) Giudiziario5. Indica organi della Regione:1) ..............................................................;2) ..............................................................;3) ...............................................................6. Il Sindaco viene eletto da:a) Consiglio Comunale;b) Consiglio Regionale;c) Cittadini del Comune.7. Il Parlamento Europeo è eletto dai:a) Parlamentari nazionali dell’EU;b) Cittadini dell’EU;c) Capi di Stato dell’EU8. Ogni Cittadino Europeo può circolare liberamente in tutti gli Sati dell’EU9. Indica lo scopo principale dell’ONU:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................10. La Caduta del Fascimo in Italia avvenne: a) il 2 giugno del 1946;b) il 25 aprile del 1946;c) il 25 luglio del 1943. 102 Area: Etica/Religiosa Risposta Punteggio V/F a) b) c) 1. La parola Vangelo significa:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................2. Gli autori dei quattro Vangeli sono:a) .......................; b) .......................; c) .......................; d) .......................; 3. Le grandi religioni monoteiste sono:a) .......................; b) .......................; c) .......................; d) .......................; 4. Il Buddismo è una religione di origine africana5. La religione Islamica è nata dal prima del Cristianesimo6. La Bibbia è il libro sacro della religione Ebraicae dalla religione Cristiana7. La Dottrina Sociale della Chiesa è:a) un libro del nuovo testamento;b) un libro dell’antico testamento;c) un insieme di insegnati dottrinali di rilevanza sociale.8. Don Bosco è morto a Torino nel:a) 1715;b) 1815;c) 1988.9. Don Bosco voleva educare i giovani a diventare:............................................................................................................................................................10. Il primo successore di Don Bosco è stato: a) Don Vecchi;b) Don Viganò;c) Don Chàvaz 103 Area: Lavoro Risposta Punteggio V/F a) b) c) 1. Rivoluzione Industriale significa:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................2. Il rapporto di lavoro subordinato inizia con:a) la lettera di presentazione;b) la lettera di assunzione;c) la presentazione del Curriculum.3. Le parti che costituiscono un contratto collettivo nazionale di lavoro sono:a) ..............................................; b) ............................................... 4. Il licenziamento del dipendente può avvenire per:a) ..............................................; b) ............................................... 5. I contributi previdenziali per ottenere la pensione sono versati dala) ........................................; b) .........................................6. Gli anni di contribuzione minimi necessari per il diritto alla pensione di vecchiaia sono:a) 65;b) 10;c) 20.7. Nel lavoro la malattia professionale si contrae per una causa:a) violenta;b) improvvisa;c) lenta e progressiva.8. Gli infortuni sul lavoro sono assicurati da:a) Servizio Sanitario Nazionale;b) INAL;c) INPS.9. La prevenzione degli infortuni sul luogo di lavoro è:a) un obbligo per l’Ufficio per l’Impiego;b) un obbligo per il Sindaco;c) un obbligo per il datore di lavoro.10. Nella retribuzione mensile la paga – base è stabilita dal: a) livello di partecipazione sindacale;b) livello retributivo contrattuale;c) livello culturale maturato. 104 Area: Economica Risposta Punteggio V/F a) b) c) 1. Elenca i principali servizi pubblici erogati dallo Stato:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................2. Elenca le principali entrate dello Stato:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................3. I soggetti del circuito economico sono:a) Il Ministro del lavoro e il Ministro dell’economia;b) Lo Stato e i datori di lavoro;c) Le famiglie, le imprese, lo Stato e il resto del mondo4. Un organigramma aziendale è:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................5. La dicitura S.p.A significaa) Società Paritaria Aziendale;b) Società Promozione Aziendale;c) Società per Azioni.6. L’utile di impresa è:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................7. L’IRPEF è:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ............................................................... 8. L’IVA è:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................8. L’inflazione è:a) la diminuzione del risparmio;b) la diminuzione dei consumi;c) l’aumento generalizzato dei prezzi di tutti i beni con perdita del potere di acquisto della moneta.10. Il monopolio è un mercato dove ci sono molti venditori e pochi compratori. 105 4. Prova orale in lingua inglese In questa prova agli allievi è stato richiesto di descrivere se stessi e il proprioCV in lingua inglese. Di seguito si allega il testo della prova e la scheda conte-nente i criteri di valutazione. INTRODUCING MYSELF PRESENTAZIONE CV IN INGLESE • Scheda di colloquio GRIGLIA di VALUTAzIONE: Comprensione della domanda Punteggio ……./20 puntiRisposta concettualmente esatta Punteggio ……./20 punti Correttezza grammaticale (coordinazione verbo-soggetto-tempo verbale, plurali…) Punteggio ……./20 punti Speaking fluency Punteggio ……./40 punti PUNTEGGIO FINALE /100 punti Allievo CFP domande:.......................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................... osservazioni:.................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................... 5. Le risonanze nei ragazzi Al termine delle giornate del Concorso i ragazzi hanno espresso per iscritto i lo-ro pensieri, manifestando unanimemente grande gratitudine e contentezza per l’espe-rienza formativa vissuta e per il clima di amicizia e di condivisione sperimentato.In particolare alcune espressioni significative: • “Per me i Salesiani è cuore, per me i Salesiani è famiglia, per me i Salesiani è fu-turo. Grazie a voi e all’istituzione ho avuto la possibilità di confrontarmi e anchel’onore di scambiare ciò che finora sono riuscito a coltivare. Grazie”!!!• “Volevo ringraziare tutti i formatori per averci dato l’opportunità di misurarci edi farci conoscere amici che vivono la nostra stessa realtà. E volevo ringraziareDon Gianni, il miglior prete che abbia conosciuto, sempre cordiale e disponibile,nonostante la sua alta carica”!• “Ringrazio i formatori e salesiani che ci hanno accompagnati in queste giornate.Ci danno molte opportunità che segnano la nostra vita e questo vi distingue nelmondo. Grazie mille di tutto quello che fate e che continuerete a fare”.• “Il senso di competitività non è riuscito a distruggere il forte senso di amiciziache si è creato tra noi partecipanti e gli insegnanti”.• Sono fiera di far parte della casa di Don Bosco”.• “Non pensare mai che se non sei al primo posto sei un perdente, sentirsi benecon se stessi perché tutti siano vincenti in tanti modi diversi”.• “Rispettarci e fare amicizia, è questo che voleva Don Bosco. Tutti uniti”.• “Ringrazio tutti i partecipanti per le nuove amicizie e le nuove nozioni che hoimparato grazie alle prove”.• “Sinceramente ero un po’ scettica, ma devo ricredermi. È stata un’esperienzabellissima, formativa ed educativa. Ho fatto nuove amicizie e sono molto soddi-sfatta. Grazie davvero di tutto”. 107 La Gara di Informatica è stata suddivisa in tre fasi per un totale di circa 5 ore:fase di risposta ai quesiti tecnico-professionali (1 ora); fase di esecuzione (6 ore);fase di presentazione (2 ore). 1. Prova pratica Area: INFORMATICA Tema Sei stato incaricato da una nota agenzia turistica di recarti a Genova e di creare un itine-rario di visita del centro storico. Prima Fase: ti sarà fornita una piantina del centro storico dove saranno segnati i monumentipiù importanti. Dovrai recarti sul posto e fotografare i monumenti richiesti. Seconda Fase: installazione del programma GIMP per il fotoritocco, scaricamento delle foto,ritagli di particolari dalle foto. Terza Fase: realizzazione di una brochure della visita a Genova della durata di 3 giorni. Do-vrai attraverso Internet recuperare notizie sui monumenti da te fotografati, e con l’utilizzo diun elaboratore di testi creare la brochure. QuartaFase: gestione del budget: con il foglio di calcolo dovrai fare una gestione completadei costi/ricavi della visita “Monumenti a Genova” della durata di 2 giorni (una notte). Quinta Fase: presentazione dei lavori: con il programma di presentazione, presenterai il la-voro da te eseguito (4-5 diapositive). 109 La Prova dell’area Scientifica è stata articolata in sei prove: prova scritta di Matematica Finanziaria e Statistica; prova di Fisica con misurazioni ed elabora-zione dati e cruciverba matematico; prova scritta di Geometria; prova scritta di Logica. Particolarmente interessante la Prova di Fisica in cui gli allievi, dalla pratica econ strumenti omogenei ma non uguali, dovevano ricavare sperimentalmente lalegge di Hooke e la costante elastica della molla che aveva in dotazione lo stru-mento in uso. 1. Prova di Matematica Finanziaria Votazione ………./100Dopo 3 anni e 9 mesi un risparmiatore ritira un Montante di 12.000 euro ma-turato su un proprio deposito a risparmio vincolato. Si calcoli il capitale iniziale (o valore attuale) del deposito, sapendo che gli interessi sono stati computati in regime di interesse composto a un tasso annuo del 4,5 %.Soluzione: Dalla reazione M = C(1 + i )t che esprime in montante nel regime di interesse composto come funzioneesponenziale del tempo, si ricava cheC = M(1 + i )–tdove C è il capitale iniziale (o il valore attualizzato V) del montante M. Pertanto C=12000(1 + 0.045)-(3+9/12) = 12000(1 + 0,045)-45/12 = 10174,08 €è il valore attuale del montante dell’operazione d’investimento in esame che ha du-rata t= 3 + 9/12 Area: SCIENTIFICA 110 2. Prova di Statistica Da un’indagine a campione su 25 famiglie di allievi di una classe di un Centrodi Formazione Professionale CNOS relativa al numero dei figli, è emersa la seguente situazione: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 2 2 1 1 3 2 2 3 4 3 3 2 2 2 2 1 4 2 2 3 1 3 1 2 2 Dopo aver raggruppato i dati in una tabella di frequenza, si chiede:– di calcolare la media aritmetica, la moda e la mediana;– di calcolare la percentuale del numero di figli rispetto al campione (l’interaclasse);– di riportare i dati percentuali ottenuti in un areogramma (diagramma a torta). 3. Prova di Fisica con misurazioni ed elaborazione dati e cruciverba matematico Prova di Fisica Valutazione ………./100 Il metodo sperimentale scientificoLa fisica ha come scopo la descrizione di una vasta classe di fenomeni naturaliper mezzo di leggi espresse in forma matematica. Delineare in modo definitivo euniversalmente accettato le procedure effettive della scoperta scientifica è proble-matico; la maggior parte dei fisici riconosce che le migliori prescrizioni di metodo,almeno nell’ambito della fisica classica, sono quelle esplicitate da Galileo Galileitre secoli fa e che vanno sotto il nome di metodo sperimentale. • Osservazione• Descrizione del fenomeno• Formulazione di un’ipotesi che si riferisce alle osservazioni• Esperimento di laboratorio che dovrebbe convalidare o screditare l’ipotesi• Tesi, legge che esprime i risultati ottenuti La Forza Elastica - Legge di HookeLe forze elastiche sono dovute a corpi che deformati rispetto a una configura-zione di equilibrio, tendono a riassumerla al cessare della deformazione stessa:come il nome suggerisce le molle e gli elastici sono tipici esempi di tali corpi. 111 Un corpo appeso a una molla l’allunga fino al raggiungimento dell’equilibrio,rappresentato dall’uguaglianza tra la forza peso del corpo e la forza elastica eserci-tata dalla molla stessa: entro certi limiti, la relazione tra la forza esercitata da unamolla e la sua deformazione è di tipo lineare.Per dinamometro si intende un dispositivo che permette il confronto tra forze ri-correndo alle deformazioni da esse prodotte. Molto efficace e fedele, anche se rudimen-tale, un esempio di dinamometro è lo strumento che utilizzeremo per l’esperienza di la-boratorio.Esso è formato da un basamento, un’asta ricurva superiormente alla quale è appli-cata una molla elicoidale avente un estremo fisso e terminante con un blocchetto filetta-to che permette di caricare il sistema, e un indice di lettura; all’asta verticale è unita unariga graduata per le letture degli allungamenti.L’esperienza ci insegna che tirando l’estremità della molla essa si allungherà e taleallungamento dipenderà dallo sforzo esercitato: se la forza applicata si mantiene entro ilimiti di elasticità, gli allungamenti saranno direttamente proporzionali ad essa. Ciò può essere dimostrato sperimentalmente eseguendo l’esperienza che verrà descritta: Completare la tabella di carico della molla aggiungendo successivamente i “peset-ti” del valore di 50 g ciascuno, registrare la lettura iniziale a molla scarica e poi le suc-cessive letture, calcolare gli allungamenti ∆L come differenza tra lettura finale e letturainiziale (la lettura iniziale sarà sempre la stessa!); calcolare i rapporti peso/allungamen-to (tale valore sarà la caratteristica della molla, K).Eseguire poi la fase di scarico ripercorrendo a ritroso la fase di carico, registrandosempre i dati ottenuti dalla lettura sulla scala graduata.Diagramma poi la fase di carico nel grafico cartesiano peso - allungamento. Cosaottieni?Riassumi poi il lavoro svolto rispondendo alle domande che ti saranno proposte.Ottenuta a questo punto la legge sperimentale di Hooke riuscirai a determinare ilpeso di un cilindro senza usare una semplice bilancia ma attraverso la relazione tra co-stante di molla K e gli allungamenti ∆L. 112 Cruciverba matematico Definizioni Orizzontali1. Il termometro Celsius in quante parti è diviso? (CENTO)3. b2-4ac nell’equazione di 2° grado prende il nome di … (DISCRIMINANTE)4. Un’equazione di 2° grado pura è impossibile quando ha i coefficienti …? (COSTANTI)7. La pressione e il volume sono legati da una proporzionalità … (INVERSA)8. Nell’equazione di una retta il coefficiente della X rappresenta il coefficiente … (ANGOLARE)9. Sono rette con il coefficiente angolare inverso e opposto. (PERPENDICOLARI)11. La raccolta differenziata è utile perché permette anche di … le materie prime! (RICICLARE)13. Il legno è una fonte di energia …? (RINNOVABILE)16. Se in un corpo raddoppio l’accelerazione in che modo varia la forza? (RADDOPPIA)17. Sono rette con coefficiente angolare uguale. (PARALLELE)18. Dati i punti A=10,7 e B=-2,2 trovare la loro distanza. (TREDICI) Verticali1. Data la retta y=6x+5 in quale punto taglia l’asse delle ordinate? (CINQUE)2. L’insieme dei punti che sono equidistanti in un piano da un punto fisso prende il nome di …?(CIRCONFERENzA)5. Un sasso affonda nell’acqua perché il suo peso specifico è … rispetto all’acqua. (MAGGIORE)6. Se scrivo Velocità per tempo ottengo una grandezza che si chiama …? (SPAzIO)7. Date due rette parallele il sistema che contiene le loro equazioni è …? (IMPOSSIBILE)10. Il segmento che unisce due vertici non consecutivi in un quadrilatero prende il nome di …?(DIAGONALE)12. L’unità di misura del rumore è … (DECIBEL)14. Un’equazione di 2° grado del tipo 12x2-7x=0 è un’equazione del tipo …? (SPURIA)15. Un’equazione del tipo x2+5=9 è un’equazione di 2° grado …? (PURA) 113 4. Prova di Geometria Anche se non sei un tifoso di calcio o se tifi per un’altra squadra saprai certa-mente che la Juventus ha inaugurato nel 2011 il suo nuovo stadio, sorto sulle rovinedel vecchio stadio “Delle Alpi” costruito per i mondiali di Italia ’90. Il nuovo impianto ha la caratteristica di permettere agli spettatori delle primefile di sedere a meno di 8 metri dalla linea di confine del terreno di gioco, non es-sendo più presente la pista di atletica intorno al campo. Visuale dal nuovo stadio Visuale dal vecchio stadio Per evitare che gli spettatori possano intervenire sul campo con invasioni irre-golari è stata predisposta una recinzione in plexiglass che, essendo perfettamentetrasparente, non disturba la visuale, posta esattamente a 7,5 m dallalinea di confine del campo. Tenendo conto che le dimensioni del campo di gioco ri-sultano essere di 105 x 68 metri e della cornice cheè stata lasciata tra la linea di confine del campo ela posizione della recinzione, calcola la lunghezzacomplessiva di questa recinzione ____________ [R. 376 m] 114 In geometria che nome assume questa lunghezza? ______________ [R. perimetro]Considerato che la recinzione è stata composta con dei pannelli di 4 metri di lun-ghezza ciascuno, quanti pannelli sono stati utilizzati per tutta la recinzione?______________ [R. 94] Il terreno di gioco è stato tappezzato con erba trasportata e posata in pezze da 1 m2,quante pezze sono state necessarie per coprire tutto il campo (esclusa la cornice tralinee di confine del campo e recinzione che è stata invece seminata)?________________ [R. 7140 m2] In geometria che nome assume questa grandezza? __________ [R. area] Il vecchio stadi “Delle Alpi” aveva il terreno di gioco 5 m sotto il livello del ter-reno. Quanto materiale è stato necessario impiegare per livellare la superficie occu-pata dal campo di gioco (compresa la cornice tra linee di confine del campo e re-cinzione)? ________________ [R. 42468,75 m3] In geometria che nome assume questa quantità? ________________ [R. volume] Per completezza ti informiamo che gran parte di questa quantità di materiale èstata ricavata dalla demolizione del precedente impianto, permettendo così di salvaguardare ulteriormente l’impatto ambientale del nuovo stadio. 5. Prova di Logica Votazione ….…../100 1. Un gatto e mezzo in un minuto e mezzo mangiano un topo e mezzo.Quanti gatti servono per mangiare 60 topi in 30 minuti? 2. Un cacciatore va a caccia accompagnato da un amico. Fanno una specie discommessa secondo la quale se il cacciatore manca un colpo deve dare 5 € all’a-mico, se invece colpisce esattamente riceve 4 €. Dopo 12 colpi il cacciatore riceve 12 €. Quanti colpi ha mancato? 3. Un allevatore ha, tra vacche e pecore 20 bestie; in più ha anche dei maiali, il cuinumero è doppio di quello delle pecore e triplo di quello delle vacche. Quantianimali ha di ciascuna specie? 4. Il numero delle uova di un paniere si raddoppia ogni minuto. Il paniere è doppiodopo un’ora. Dopo quanti minuti era pieno a metà? 115 5. Un mozzo sta dipingendo l’esterno di una nave in porto. È su una scaletta lunga7,5 m. Gli scalini sono distanti tra loro 25 cm l’uno dall’altro. Lo scalino piùbasso, quello su cui ha i piedi il mozzo, è a 20 cm dal pelo dell’acqua. La mareasi alza di 75 cm. Di quanti scalini deve salire il mozzo per non bagnarsi i piedi? INDICE Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Introduzione: il “Capolavoro” tra “passato” e “futuro” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51. Il “Capolavoro” nella storia salesiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52. I Concorsi dei capolavori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83. Il regolamento dell’edizione 2012 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114. La metodologia del 2012 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134.1 Senso generale della prova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134.2 Struttura della prova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 I settori professionali e le aree di interesse culturale coinvolti nel Concorso 2012 191. Settore AUTOMOTIVE. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 212. Settore ELETTRICO ed ELETTRONICO. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . 223. Settore GRAFICO. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 244. Settore MECCANICO INDUSTRIALE. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . 255. Settore TURISTICO/ALBERGHIERO. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . 286. Area CULTURA E INGLESE. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 297. Area INFORMATICA. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 308. Area SCIENTIFICA. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 ALLEGATO 1: Prove e documentazione tecnica Settore AUTOMOTIVE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 351. Prova tecnico-pratica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 Settore ELETTRICO ed ELETTRONICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 411. Fase di progettazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 411.1 Questionario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 411.2 Realizzazione schema elettrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 501.3 Dimensionamento linea elettrica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 501.4 Scelta dei componenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 522. Fase di programmazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 522.1 Programmazione date le specifiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 522.2 Programmazione modifiche e integrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 542.3 Programmazione dato uno schema elettrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 552.4 Schema fresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 553. Fase di esecuzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 594. Fase di collaudo - Ricerca guasti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 604.1 Collaudo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 604.2 Ricerca guasti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61 118 Settore GRAFICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 631. Scheda relazione finale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 632. Scheda attribuzione della valutazione all’elaborato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 Settore MECCANICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 651. Questionario area tecnologia e disegno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 652. Disegni tecnici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 743. Prova di programmazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74 Qualifica SERRAMENTISTA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 831. Fase di progettazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 831.1 Questionario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 832. Fase tecnica di progettazione e prova pratica di laboratorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 872.1 Scheda di collaudo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90 Settore TURISTICO/ALBERGHIERO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 931. Prova teorica di matematica e merceologia (calcolo calorico e costo del piatto con traduzione ricetta dall’inglese all’italiano) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 931.1 Allegato 1: Estratto di fattura semplificato e Contribuzione a seconda della portata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 941.2 Allegato 2: Kcal del piatto e percentuali di glucidi, protidi e lipidi . . . . . . . . 951.3 Allegato 3: Costo del piatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 962. Criteri di valutazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97 Area CULTURA E INGLESE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 991. Prova scritta in lingua italiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 992. Composizione di un cartellone grafico di gruppo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1003. Test di cultura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1004. Prova orale in lingua inglese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1055 Le risonanze dei ragazzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106 Area INFORMATICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1071. Prova pratica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107 Area SCIENTIFICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1091. Prova di matematica finanziaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1092. Prova di statistica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1103. Prova di fisica con misurazioni ed elaborazione dati e cruciverba matematico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1104. Prova di geometria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1135. Prova di logica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114 119 Pubblicazioni nella collana del CNOS-FAP e del CIOFS/FP “STUDI, PROGETTI, ESPERIENZE PER UNA NUOVA FORMAZIONE PROFESSIONALE” ISSN 1972-3032 Sezione “Studi” 2002 MALIZIA G. - NICOLI D. - PIERONI V. (a cura di), Ricerca azione di supporto alla sperimenta- zione della FPI secondo il modello CNOS-FAP e CIOFS/FP. Rapporto finale, 2002 2003 CIOFS/FP (a cura di), Atti del XIV seminario di formazione europea. La formazione professio- nale per lo sviluppo del territorio. Castel Brando (Treviso), 9-11 settembre 2002, 2003 CIOFS/FP SICILIA (a cura di), Vademecum. Strumento di lavoro per l’erogazione dei servizi orientativi, 2003 MALIZIA G. - PIERONI V. (a cura di), Ricerca azione di supporto alla sperimentazione della FPI secondo il modello CNOS-FAP e CIOFS/FP. Rapporto sul follow-up, 2003 2004 CIOFS/FP (a cura di), Atti del XV seminario di formazione europea. Il sistema dell’istruzione e formazione professionale nel contesto della riforma. Significato e percorsi, 2004 CIOFS/FP SICILIA (a cura di), Opportunità occupazionali e sviluppo turistico dei territori di Catania, Noto, Modica, 2004 CNOS-FAP (a cura di), Gli editoriali di “Rassegna CNOS” 1996-2004. Il servizio di don Stefano Colombo in un periodo di riforme, 2004 MALIZIA G. (coord.) - ANTONIETTI D. - TONINI M. (a cura di), Le parole chiave della forma- zione professionale, 2004 RUTA G., Etica della persona e del lavoro, 2004 2005 CIOFS/FP (a cura di), Atti del XVI seminario di formazione europea. La formazione professio- nale fino alla formazione superiore. Per uno sviluppo in verticale di pari dignità, 2005 D’AGOSTINO S. - MASCIO G. - NICOLI D., Monitoraggio delle politiche regionali in tema di istruzione e formazione professionale, 2005 PIERONI V. - MALIZIA G. 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(a cura di), Insieme per un nuovo progetto di formazione, 2003 VALENTE L. - ANTONIETTI D., Quale professione? Strumento di lavoro sulle professioni e sui percorsi formativi, 2003 121 2004 CIOFS/FP - CNOS-FAP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale alimentazione, 2004 CIOFS/FP - CNOS-FAP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale aziendale e amministrativa, 2004 CIOFS/FP - CNOS-FAP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale commerciale e delle vendite, 2004 CNOS-FAP (a cura di), Centro Risorse Educative per l’Apprendimento (CREA). Progetto e guida alla compilazione delle unità didattiche, 2004 CIOFS/FP - CNOS-FAP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale estetica, 2004 CIOFS/FP - CNOS-FAP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale sociale e sanitaria, 2004 CIOFS/FP - CNOS-FAP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale tessile e moda, 2004 CIOFS/FP BASILICATA, L’orientamento nello zaino. Percorso nella scuola media inferiore. Diffusione di una buona pratica, 2004 CIOFS/FP CAMPANIA (a cura di), ORION tra orientamento e network, 2004 CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale elettrica e elettronica, 2004 CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale grafica e multimediale, 2004 CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale meccanica, 2004 CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale turistica e alberghiera, 2004 NICOLI D. (a cura di), Linee guida per la realizzazione di percorsi organici nel sistema del - l’istruzione e della formazione professionale, 2004 NICOLI D. (a cura di), Sintesi delle linee guida per la realizzazione di percorsi organici nel sistema dell’istruzione e della formazione professionale, 2004 2005 CIOFS-FP SICILIA (a cura di), Operatore Servizi Turistici in rete. Rivisitando il progetto: le buone prassi. Progettazione, Ricerca, Orientamento, Nuova Imprenditorialità, Inseri- mento Lavorativo, 2005 CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale legno e arredamento, 2005 CNOS-FAP (a cura di), Proposta di esame per il conseguimento della qualifica professionale. Percorsi triennali di Istruzione formazione Professionale, 2005 NICOLI D. (a cura di), Il diploma di istruzione e formazione professionale. Una proposta per il percorso quadriennale, 2005 POLÀČEK K., Guida e strumenti di orientamento. Metodi, norme ed applicazioni, 2005 VALENTE L. (a cura di), Sperimentazione di percorsi orientativi personalizzati, 2005 2006 BECCIU M. - COLASANTI A.R., La corresponsabilità CFP-famiglia: i genitori nei CFP. Espe- rienza triennale nei CFP CNOS-FAP (2004-2006), 2006 CNOS-FAP (a cura di), Centro Risorse Educative per l’Apprendimento (CREA). Progetto e guida alla compilazione dei sussidi, II edizione, 2006 2007 D’AGOSTINO S., Apprendistato nei percorsi di diritto-dovere, 2007 GHERGO F., Guida per l’accompagnamento al lavoro autonomo. Una proposta di percorsi per la creazione di impresa. II edizione, 2007 MARSILII E., Dalla ricerca al rapporto di lavoro. Opportunità, regole e strategie, 2007 NICOLI D. - TACCONI G., Valutazione e certificazione degli apprendimenti. Ricognizione dello sta to dell’arte e ricerca nella pratica educativa della Federazione CNOS-FAP. I volume, 2007 122 RUTA G. (a cura di), Vivere in... 1. L’identità. Percorso di cultura etica e religiosa, 2007 RUTA G. (a cura di), Vivere... Linee guida per i formatori di cultura etica e religiosa nei per- corsi di Istruzione e Formazione Professionale, 2007 2008 BALDI C. - LOCAPUTO M., L’esperienza di formazioni formatori nel progetto integrazione 2003. La riflessività dell’operatore come via per la prevenzione e la cura educativa degli allievi della FPI, 2008 CIOFS/FP (a cura di), Comunità professionale aziendale e amministrativa, 2008 MALIZIA G. - PIERONI V. - SANTOS FERMINO A., Individuazione e raccolta di buone prassi mirate all’accoglienza, formazione e integrazione degli immigrati, 2008 NICOLI D., Linee guida per i percorsi di istruzione e formazione professionale, 2008 NICOLI D., Valutazione e certificazione degli apprendimenti. Ricognizione dello stato dell’arte e ricerca nella pratica educativa della Federazione CNOS-FAP. II volume, 2008 RUTA G. (a cura di), Vivere con... 2. La relazione. Percorso di cultura etica e religiosa, 2008 RUTA G. (a cura di), Vivere per... 3. Il progetto. Percorso di cultura etica e religiosa, 2008 2009 CNOS-FAP (a cura di), Linea guida per i percorsi di istruzione e formazione professionale. 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Comunità professionale turistico-alberghiera, 2010 2011 MALIZIA G. - PIERONI V. - SANTOS FERMINO A. (a cura di), “Cittadini si diventa”. Il contributo dei Salesiani (SDB) e delle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) nell’educare stu- denti/allievi delle loro Scuole/CFP in Italia a essere “onesti cittadini”, 2011 TACCONI G., In pratica. 1. La didattica dei docenti di area matematica e scientifico-tecnolo- gica nell’Istruzione e Formazione Professionale, 2011 TACCONI G., In pratica. 2. La didattica dei docenti di area linguistica e storico sociale nel- l’Istruzione e Formazione Professionale, 2011 MANTEGAZZA R., Educare alla costituzione, 2011 NICOLI D., La valutazione formativa nella prospettiva dell’educazione. Una comparazione tra casi internazionali e nazionali, 2011 BECCIU M. - COLASANTI A.R., Il fenomeno del bullismo. Linee guida ispirate al sistema pre- ventivo di Don Bosco per la prevenzione e il trattamento del bullismo, 2011 2012 PIERONI V. - SANTOS FERMINO A., In cammino per Cosmoplis. Unità di laboratorio per l’educa- zione alla cittadinanza, 2012 123 Sezione “Esperienze” 2003 CIOFS/FP PUGLIA (a cura di), ORION. Operare per l’orientamento. Un approccio metodolo- gico condiviso e proposte di strumenti, 2003 CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 1. Guida per l’accoglienza, 2003 CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 2. Guida per l’accompagnamento in itinere, 2003 CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 3. Guida per l’accompagnamento finale, 2003 CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 4. Guida per la gestione dello stage, 2003 2005 CIOFS/FP SICILIA, Operatore servizi turistici in rete. Rivisitando il progetto: le buone prassi. Progettazione, ricerca, orientamento, nuova imprenditorialità, inserimento lavorativo, 2005 TONIOLO S., La cura della personalità dell’allievo. Una proposta di intervento per il coordi- natore delle attività educative del CFP, 2005 2006 ALFANO A., Un progetto alternativo al carcere per i minori a rischio. I sussidi utilizzati nel Centro polifunzionale diurno di Roma, 2006 CIOFS-FP LIGURIA (a cura di), Linee guida per l’orientamento nei corsi polisettoriali (fascia 16-17 anni). L’esperienza realizzata in Liguria dal 2004 al 2006, 2006 COMOGLIO M. (a cura di), Il portfolio nella formazione professionale. Una proposta per i percorsi di istruzione e formazione professionale, 2006 MALIZIA G. - NICOLI D. - PIERONI V., Una formazione di successo. Esiti del monitoraggio dei percorsi sperimentali triennali di istruzione e formazione professionale in Piemonte 2002-2006. Rapporto finale, 2006 2007 NICOLI D. - COMOGLIO M., Una formazione efficace. Esiti del monitoraggio dei percorsi sperimentali di Istruzione e Formazione professionale in Piemonte 2002-2006, 2007 2008 CNOS-FAP (a cura di), Educazione della persona nei CFP. Una bussola per orientarsi tra buone pratiche e modelli di vita, 2008 2010 CNOS-FAP (a cura di), Il Concorso nazionale dei capolavori dei settori professionali, Edi- zione 2010, 2010 2011 CNOS-FAP (a cura di), Il Concorso nazionale dei capolavori dei settori professionali, Edi- zione 2011, 2011 2012 CNOS-FAP (a cura di), Il Concorso nazionale dei capolavori dei settori professionali, Edi- zione 2012, 2012 Tip.: Istituto Salesiano Pio XI - Via Umbertide, 11 - 00181 Roma Tel. 06.78.27.819 - Fax 06.78.48.333 - E-mail: tipolito@donbosco.it Settembre 2012

Concorso Nazionale dei capolavori dei settori professionali Edizione 2011

Autore: 
CNOS-FAP
Categoria pubblicazione: 
Esperienze
Anno: 
2011
Numero pagine: 
163
Il Concorso Nazionale dei Capolavori dei settori professionali. Edizione 2011 Anno 2011 A cura del CNOS-FAP ©2010 By Sede Nazionale del CNOS-FAP (Centro Nazionale Opere Salesiane - Formazione Aggiornamento Professionale) Via Appia Antica, 78 – 00179 Roma Tel.: 06 5137884 – Fax 06 5137028 E-mail: cnosfap.nazionale@cnos-fap.it – http: www.cnos-fap.it 3 Da alcuni anni la Sede Nazionale ha messo in campo un’iniziativa denominata“Concorso Nazionale dei Capolavori dei settori professionali”, un’iniziativa checoinvolge contemporaneamente, anche sotto forma di gioco, l’allievo, il CFP e laFederazione nel suo complesso nella didattica per competenze, un orientamento ge-nerale europeo e italiano, ma, di fatto, ancora più una sfida che una prassi generaliz-zata e diffusa.L’iniziativa del “Capolavoro” si colloca nel solco della tradizione salesiana, co-me viene documentato anche nell’introduzione del presente volume. Si è trattato diuna proposta che, sin dalle origini, si è caratterizzata come strumento efficace perapprendere e occasione per misurarsi perché l’allievo, superando positivamente laprova, dimostra di possedere le competenze necessarie per fronteggiare i compiti e iproblemi propri dell’ambito su cui si è formato, così da meritare la qualifica profes-sionale prevista.La proposta si sta rivelando, in secondo luogo, anche un esempio positivo di si-nergia con il mondo del lavoro, perché imprese leader del settore professionale di ri-ferimento si sono fatte coinvolgere come attori importanti. Questo evento viene adacquistare, pertanto, anche una pratica efficace di dialogo con il mondo delle impre-se, utile all’allievo, al CFP e ai formatori per la crescita qualitativa del servizio for-mativo. Per l’occasione erano presenti all’evento: Apprendimenti & Linguaggi,Aluscuola, Acer, Aula Zero Uno, BRC, Celada, Comall, Con Gusto – scuola di cuci-na, De Lorenzo, Dekra, DMG Italia, Editoriale Delfino, Elpass, Eni, Enipg, Epson,Fiat Group, Frenocar, Gianfranco La Rosa onlus, Heidenhain, Hydro, Utensileria LaT.A.T.T. s.r.l., Metra, Mitutoyo, Read Business Information, Rekordata, SandvikCoromant, Savio, Schneider Electric, Sei, Tekna, Vega International Tools.Va sottolineato, infine, che questo evento, ormai alla quarta edizione, nel 2011è stato proposto per tutti i settori e tutte le aree professionali a Torino.Perché Torino? La città è stata scelta dalla Sede nazionale per almeno due ra-gioni. Due eventi, infatti, si sono intrecciati in questo ano scolastico e formativo inItalia. Il 2011 coincide, da una parte, con il periodo delle celebrazioni dei 150 annidell’Unità d’Italia, formalmente proclamata nel 1861. In un arco di tempo quasi co-incidente la Congregazione salesiana celebra i suoi 150 anni di presenza in Italia enel mondo (1859 – 2009). Torino, dunque, è stata scelta sia per il richiamo all’Unitàd’Italia, sia perché città delle origini della Congregazione salesiana.Si legge in uno dei tanti fascicoli su Torino stampati per l’occasione:Torino è, innanzitutto, “città ospitale”. In virtù di una Costituzione, lo StatutoAlbertino, che garantì libertà di culto e di pensiero, di associazione e di stampa, To- presentazione rino divenne dal 1848 l’approdo di tutti gli uomini di pensiero e di associazione po-litica che altrove non godevano delle stesse libertà. Quella dell’accoglienza diven-ne una cifra della città, che si trasformò in un crocevia di idee e di culture, nel orsodell’Ottocento, ma soprattutto lungo l’arco del Novecento.Ed è a Torino che crebbe una scuola tesa all’addestramento dell’operaio spe-cializzato, adeguato ad una industria competitiva sul mercato interno e internazio-nale. A questa attività formativa cooperò largamente il cattolicesimo sociale che fe-ce di Torino la culla dei santi del lavoro.A Torino, prosegue ancora il fascicolo, si è sviluppato uno dei più importantipoli industriali europei, e quello è stato un forte fattore di aggregazione sociale.È facile, alla luce delle considerazioni riportate sopra, comprendere perché an-che i Salesiani abbiano scelto Torino come se per il Concorso Nazionale dei Capola-vori dei Settori Professionali, a differenza degli anni precedenti.Ma Torino è la città delle origini della Congregazione Salesiana. Scrive lo stori-co Francesco Motto nell’introduzione al volume Salesiani di don Bosco in Italia.150 di educazione (a cura di Francesco Motto), LAS 2011:Come la storia italiana non sarebbe immaginabile senza tener conto dell’attivapresenza della Chiesa, così senza qualche riferimento all’opera della Famiglia Sa-lesiana il panorama storico della società italiana negli ultimi 150 anni non sarebbecompleto.La presenza attiva su tutto il territorio nazionale e fra gli italiani all’esterno dioltre trentamila persone (tra Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice) che, incirca1500 opere sparse per quasi tutte le province del Paese, hanno dedicato la loro vitaall’educazione di ingenti masse di giovani italiani del ceto popolare – senza conta-re gli adulti raggiunti con una pubblicistica capillare – non può essere facilmentepassata sotto silenzio.La Sede Nazionale, in conclusione, scegliendo Torino, dava ai partecipanti alConcorso la duplice opportunità di lasciarsi coinvolgere dagli eventi legati ai 150dell’Unità d’Italia e dei 150 anni di vita della Congregazione salesiana.Il presente volume ha l’obiettivo di documentare questa esperienza e vuolemetterne in risalto in modo particolare i punti di forza che stanno emergendo: il“capolavoro” proposto agli allievi, la documentazione tecnica, i criteri e la grigliadi valutazione, il regolamento, ecc.La Sede Nazionale si augura che la socializzazione di questa iniziativa possacostituire un’occasione preziosa di condivisione e di confronto con altre esperienzesimili presenti in Italia e in Europa, per migliorare e crescere dal punto di vista di-dattico e professionale. La Sede Nazionale del CNOS-FAP 5 1. il “Capolavoro” nella storia salesiana Il 18 aprile 2008 sono stati convocati a Roma, presso l’Istituto Teresa Gerini,50 allievi per misurarsi con la realizzazione di uno specifico “capolavoro”. Prove-nivano da varie Regioni italiane e frequentavano, presso i Centri di FormazioneProfessionale (CFP) della Federazione CNOS-FAP, percorsi formativi sperimentalidi durata triennale nei settori della meccanica industriale, dell’auto, dell’elettricità edell’elettronica, della grafica.L’iniziativa, denominata “Concorso nazionale dei capolavori dei settori pro-fessionali”, è stata promossa dalla Sede Nazionale e, dati gli aspetti positivi emersi,conta di proseguire negli anni futuri. Alla definizione del capolavoro da realizzarehanno concorso formatori della Federazione e tecnici delle imprese del settore.L’iniziativa si propone di raggiungere almeno tre obiettivi. Il progetto mira, in-nanzitutto, a stimolare gli allievi dei CFP della Federazione CNOS-FAP a misurarsisu una prova, elaborata d’intesa con le imprese del settore, che rispecchia le com-petenze che l’allievo deve raggiungere al termine del percorso formativo. La pro-posta mira, in secondo luogo, a sostenere il miglioramento continuo del settore edel singolo CFP della Federazione CNOS-FAP, soprattutto dal punto di vista tecno-logico e della cultura d’impresa. Il “capolavoro”, infine, si sta rivelando uno stru-mento efficace per approfondire e consolidare il rapporto con il mondo delle im-prese del settore.Questa proposta, denominata a volte “esercitazione”, altre volte “prova” o “ca-polavoro”, si colloca nel solco della tradizione salesiana.Già don Bosco, con una chiara preoccupazione preventiva e con una esplicitafinalità pratica - quella di evitare i gravi pericoli morali delle officine della città e didare una risposta concreta “alla gioventù abbandonata e pericolante”, bisognosa diapprendere un mestiere - aprì tra gli anni cinquanta e sessanta dell’Ottocento, bensei laboratori: calzolai (1853), sarti (1853), legatori (1854), falegnami (1856), tipo-grafi (1861), fabbri (1862). Scrive lo storico salesiano Pietro Stella, riportato daJosè Manuel Prellezo in un suo recente studio:“Tra l’antico modo di stabilire rapporti di lavoro tra capo d’arte padrone di bottega congli apprendisti e il nuovo modello della scuola tecnica prevista dalla legge organica sul-l’istruzione, don Bosco preferì percorrere la sua terza via: quella cioè dei grandi labora-tori di sua proprietà, il cui ciclo di produzione, di livello popolare e scolastico, era ancheun utile tirocinio per i giovani apprendisti”. introduzione: Il “Capolavoro” tra “passato” e “futuro” 6 Quest’approccio eminentemente pratico – un apprendistato concepito preva-lentemente come preparazione per un’arte o un mestiere manuale mediante con-crete e prolungate esercitazioni di laboratorio – è all’origine delle successive“Scuole di arti e mestieri”, ulteriormente ripensate come “Scuole professionali”che daranno vita ad una visione più organica del lavoro e della formazione cultu-rale e professionale dei giovani.Un interessante testo del 1886, che conteneva le norme e gli orientamenti as-sunti per ottenere una adeguata preparazione teorico-pratica, sintetizzava la convin-zione di don Bosco e dei suoi primi collaboratori sulla finalità delle scuole di arti emestieri. Le suddette scuole dovevano:- assecondare “l’inclinazione dei giovani nella scelta dell’arte o mestiere”;- provvedere “abili ed onesti maestri d’arte anche con sacrificio pecuniario”;- curare una organizzazione graduale e progressiva dei diversi momenti della pratica delmestiere;- stabilire adeguata durata del tirocinio, che “per regola generale” era di “cinque anni”;- attuare l’allestimento di una esposizione dei lavori realizzati dagli alunni durantel’anno e, ogni tre anni, una esposizione generale “a cui prendano parte tutte le nostrecase d’artigiani”.È da notare come sin dagli inizi dell’opera salesiana – vivente don Bosco – siparli di “esposizione dei lavori realizzati dagli alunni” e di “esposizione generale”coinvolgente tutte le opere salesiane.Dopo la fase dei primi “laboratori”, tra sperimentazioni, aggiustamenti, consi-derazioni generali, confronti e discussioni, i Salesiani passeranno progressiva-mente, tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, a quelle organizzazioni chesaranno chiamate “Scuole professionali”, le cui caratteristiche sono sintetizzate inun documento del 1910 dal titolo: “PIA SOCIETÀ SALESIANA DI D. BOSCO.Le scuole professionali. Programmi didattici e professionali”:Le scuole professionali:devono “essere palestre di coscienza e di carattere, e scuole fornite di quanto le moderneinvenzioni hanno di meglio negli utensili e nei meccanismi, perché ai giovani alunninulla manchi di quella cultura, di cui vantasi giustamente la moderna industria”.Le scuole professionali devono:formare operai intelligenti, abili e laboriosi.Scendendo a indicazioni dettagliate, nel documento si legge anche:l’ammettere l’alunno all’apprendimento il dì stesso che entra in laboratorio e l’alternaglil’insegnamento con il lavoro, costituisce quel metodo eminentemente teorico-pratico, cheè il più atto ad abituare i giovani all’officina.Per stimolare l’attività e favorire l’emulazione degli allievi, infine, si proponevano:esami, premi, incoraggiamenti, compartecipazione ai frutti del loro lavoro (la cosiddetta“mancia settimanale”), esposizioni generali e particolari degli oggetti costruiti dagli al-lievi durante l’anno scolastico. 7 È interessante notare il ricorrente richiamo, sin dalle origini, alle esposizionidei prodotti realizzati nel periodo formativo. Uno stile, questo, che riflettevaanche il contesto culturale del tempo, segnato dal progressivo sviluppo industrialeche stimolava e caldeggiava iniziative simili a vari livelli quali esposizioni regio-nali, nazionali, universali.Un primo elenco di “prodotti” realizzati dai giovani si può leggere nella docu-mentazione elaborata in occasione della 2° Esposizione organizzata nell’estate del1904 a Valdocco, alla quale hanno partecipato 58 scuole professionali salesiane earticolata in cinque sezioni: Arti grafiche ed affini, Arti liberali, Mestieri (fale-gnami, calzolai, sarti e fabbri), Colonie agricole, Didattica.I documenti salesiani e alcuni giornali dell’epoca parlano di:- “pregevolissimi” lavori delle scuole dei falegnami ed ebanisti (Torino – Valdocco,Liegi, Milano, San Benigno, Sampierdarena);- “pregevoli saggi” delle scuole di Disegno, di Plastica e di Scultura, con le statue pro-venienti dalle scuole di Statuaria di Valdocco e di Barcellona-Sarrià;- “artistiche produzioni ceramiche” dell’Istituto S. Ambrogio di Milano;- “lavori svariatissimi, semplici ed eleganti” di molte scuole di Calzoleria e Sartoria;- “documenti e saggi didattici riguardanti la cultura professionale”;- didattica agraria dell’Istituto S. Benedetto di Parma;- “l’atlante didattico-professionale di Liegi”;- “la collezione dei cartelloni del Musée scolaire dell’Émile Deyrolle”, destinata allacasa d’Arequipa.Nel 1910 fu allestita la 3° Mostra professionale. I giudizi degli esperti suquesta Mostra furono pubblicati in un apposito fascicolo nel 1912: Terza esposi-zione salesiana.Una ulteriore Mostra Programmatica e Didattica delle Scuole Professionali eAgricole venne allestita nel 1920, dal momento che quella programmata per il1915, pensata in occasione del primo centenario della nascita di don Bosco, non sitenne a causa della guerra.Negli anni Trenta si registrano altre iniziative: una Mostra Artigiana Salesianatra gli Istituti del Piemonte (1932) e una Gara artigiana delle Scuole ProfessionaliSalesiane d’Italia (1933).L’attenzione al territorio e all’esigenza di nuovi laboratori richiesti dall’indu-stria fu un’altra costante salesiana. Mentre infuriava la prima guerra mondiale, al-cuni documenti salesiani informano sull’ampliamento della propria offerta forma-tiva. Parlano di “recenti iniziative”come quella di “un nostro istituto” che, mosso dalle “necessità del lavoro moderno e daldesiderio di acquistare sempre maggior prestigio, decise la fondazione delle nuovescuole di Elettricità e di Meccanica [per la formazione di] onesti meccanici, installatorielettricisti, conduttori-meccanici di automobili e macchine similari”.Da rilevare anche che l’innovazione tecnologica era strettamente connessa conl’attenzione alla formazione umana e cristiana del giovane. Lo testimoniano, tral’altro, il già citato testo PIA SOCIETÀ SALESIANA. Le scuole professionali. 8 Programmi didattici e professionali (1910), i Programmi per le Arti Metallurgiche(1921), il fascicolo Alcuni avvertimenti di pedagogia ad uso dei maestri d’artedella Società Salesiana, più volte aggiornato e rieditato.Quando la Congregazione è diventata “mondiale”, la tradizione delle mostre ogare organizzate a livello centrale è stata sostituita da iniziative locali. Si può tut-tavia affermare che la pratica del capolavoro, frutto di prodotti realizzati dagli al-lievi, e la connessa esposizione continuò, come tradizione, nella maggior parte deiPaesi. Limitatamente all’area geografica italiana ed europea i vari settori trovarono,sin dal dopoguerra, varie modalità per coinvolgere gli allievi nella realizzazione deicapolavori e nell’esposizione dei medesimi: esposizioni annuali nei vari Centri diFormazione Professionale, partecipazione a fiere e a concorsi. A solo titolo esem-plificativo ricordo la classica prova denominata “prova Bemetel”, una prova a di-mensione europea che ha coinvolto allievi e formatori per decenni, il Premio donBosco nell’área tecnológica de electrónica, mecánica, automoción y electricidadorganizzato dalle scuole tecniche della Spagna, la recente partecipazione del settoreauto alle fiere nazionali e internazionali, l’assegnazione del 1° Trofeo GIPA del-l’Eccellenza1.In sintesi, volendo riassumere, mi sembra di poter concludere che la parola“capolavoro”, pur non utilizzata soprattutto nelle prime fasi della formazione pro-fessionale salesiana, sia stata presente come concetto, perché sin dall’inizio la for-mazione professionale chiedeva all’allievo di realizzare “prodotti” reali ed utilizza-bili nel mondo del lavoro. 2. i Concorsi dei capolavori Il “Concorso nazionale dei capolavori dei Settori professionali” è un’occasioneformativa speciale, realizzata per la prima volta dalla Sede Nazionale CNOS-FAP il18 aprile 2008 con una duplice valenza: in primo luogo essa è orientata a ripren-dere una pratica storica dell’esperienza formativa Salesiana, almeno dalle origini2,con lo scopo di trarre dal passato cose buone in grado di dare un rilancio all’attualestagione della FP; in secondo luogo con l’intento di fornire un contributo originalealla qualificazione della formazione, poiché si colloca appieno nella tradizione pe-dagogica di natura costruttivistica centrata sul presupposto che gli studenti appren-dono meglio quando costruiscono il loro sapere in modo attivo attraverso situazionidi apprendimento fondate sull’esperienza. Aiutando gli studenti a scoprire e perse-guire interessi, si può elevare al massimo il loro grado di coinvolgimento, la loroproduttività, i loro talenti (Perrenoud 2003). 1 Il trofeo è stato consegnato al CNOS-FAP il giorno 20 maggio 2009, all’interno del Salone del-l’Auto, Autopromotec, che si è tenuto a Bologna dal 18 al 22 maggio 2009.2 Vedi il paragrafo precedente. 9 Si è realizzato con il concorso nazionale un recupero storico che acquisisceuna particolare importanza poiché consente di approfondire tre aspetti decisivi del-l’approccio formativo Salesiano: • stimolare gli allievi a misurarsi sulle competenze acquisite durante il percorsotriennale;• stimolare il CFP a misurarsi con uno standard nazionale di prova professionaleall’interno della Federazione CNOS-FAP;• consolidare il rapporto locale e nazionale della Federazione con aziende leaderdel settore. È un’opportunità formativa che persegue la promozione della qualità dellaIstruzione e Formazione Professionale integrando in un unico evento le tre dire-zioni indicate, fornendo agli allievi la possibilità di un riscontro esterno del valoredi quanto da loro realizzato mobilitando le risorse acquisite nei percorsi formativi,sollecitando i centri di formazione professionale ad un confronto qualificante ingrado di saggiare le loro capacità, coinvolgendo le aziende nell’opera di valida-zione del lavoro formativo svolto.Questa proposta risponde infatti al bisogno di sviluppare la qualità della for-mazione agendo non su strumenti proceduralistici, ma rivalutando due elementistorici della tradizione della Formazione Professionale: il premio di incoraggia-mento ed il capolavoro. Il “Premio di incoraggiamento arti e mestieri” è un’istituzione creata nellaprima metà dell’800 da esponenti di spicco del mondo economico e culturale alloscopo di favorire il perfezionamento tecnico-produttivo delle manifatture e di for-mare tecnici ed operai specializzati da impiegare nelle industrie che iniziavano anascere ed a diffondersi proprio in quel periodo. È il caso della Società d’Incorag-giamento d’Arti e Mestieri di Milano che inizia ad operare nel 1841 sulla spinta diveri e propri precursori della ricerca e della formazione politecnica3. In origine l’at-tività della Società consiste nell’assegnazione di premi, riconoscimenti e sovven-zioni a artigiani, inventori, capi operai e operatori economici che si segnalano perl’introduzione di elementi innovativi nei processi di produzione. Ben presto tut-tavia si comprende che “il miglior modo di favorire l’industria è quello di illumi-narla con l’istruzione”, e la Società si dedica all’organizzazione di corsi professio-nali articolati per settore4. 3 Tra i quali ritroviamo Heinrich Mylius, Antonio De Kramer, Michele Battaglia, Luigi Magrini,Giulio Curioni e di cui fu nominato nel 1945 Relatore Carlo Cattaneo.4 http://www.siam1838.it/storia/index.html 10 Il “Capolavoro professionale” è un elemento di spicco nella tradizione tecnicaed indica il modo in cui viene dimostrata la maestria del candidato, e può avere di-verse applicazioni:– può essere rappresentato dalla raccolta delle migliori realizzazioni del profes-sionista, documentate sotto forma di bozzetti, progetti, come nel caso delle artivisive e delle costruzioni;– può essere un compito reale, sulla base di prescrizioni definite dall’aziendacommittente, in riferimento ad un particolare o un complessivo di cui si valutal’efficacia e l’immediata applicazione;– può essere un progetto scelto dal candidato, secondo criteri definiti in anticipo,e sottoposto al vaglio di una commissione di esperti. Un esempio interessante di capolavoro concepito secondo quest’ultima acce-zione è presente nella realtà Sud Tirolese, un contesto nel quale il lavoro acqui-sisce una forte rilevanza civile oltre che professionale. Il programma d’esame di“maestro artigiano per falegnami” prevede, nella prova teorico-professionale epratica, la realizzazione di un capolavoro da eseguire presso un laboratorio sceltodal candidato, appartenente ad una impresa iscritta alla Camera di commercio (èprevisto che il titolare dell’impresa comunichi il suo benestare per iscritto), preci-sando tra l’altro che “il candidato dovrà presentare una dichiarazione giurata, dallaquale risulta che per l’esecuzione del capolavoro non si è avvalso dell’aiuto diterzi”5.Nel contesto Salesiano, il capolavoro è sia uno strumento di apprendimento siauna prova mediante la quale l’allievo dei corsi professionali dimostra di possederele competenze necessarie a fronteggiare i compiti ed i problemi propri dell’ambitosu cui si è formato, così da meritare la qualifica professionale prevista.Inoltre costituisce un ambiente più ampio nel quale collocare l’esperienza for-mativa Salesiana, evitando di imprigionarla entro una prospettiva unicamente“didattica”.Il valore formativo e valutativo del capolavoro ha ricevuto ultimamente un ul-teriore impulso nell’ambito del nuovo approccio formativo basato sulle compe-tenze, sollecitato specie da parte dell’Unione europea tramite il modello EQF (Eu-ropean Qualification Framework) che indica lo schema di riferimento comunitarioper la definizione ed il riconoscimento degli apprendimenti; entro tale quadro, lacompetenza non è più intesa come nel passato come una somma di componenti (sa-pere, saper fare e saper essere), ma come una padronanza della persona dimostratanell’azione: essa indica la “capacità dimostrata di utilizzare le conoscenze, le abi-lità e le attitudini personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o distudio e nello sviluppo professionale e/o personale” (Unione Europea 2008). 5 http://www.provincia.bz.it/formazione-professionale-tedesca/download/Falegname-01-12-03-it.pdf 11 Una visione di natura antropologica, che intende la “persona competente” come unsoggetto dotato di autonomia e responsabilità, in forma delle quali essa è in gradodi fronteggiare le sfide ed i problemi della società della conoscenza. 3. regolamento dell’edizione 2011 1. FinalitàCon la promozione della presente iniziativa la Sede Nazionale intende persegui-re le seguenti finalità:– stimolare gli allievi a misurarsi sulle competenze conseguite durante il percorsoformativo triennale;– contribuire al miglioramento continuo degli standard tecnico-professionali eformativi del CFP, misurandosi con una prova nazionale;– consolidare il rapporto locale e nazionale della Federazione con le aziende del set-tore. 2. Settori professionali della Federazione CNOS-FAP e impreseLa Sede Nazionale e i Segretari Nazionali dei Settori Professionali si impe-gnano a svolgere il “Concorso” in collaborazione con le imprese del settore di riferi-mento. Ogni azienda può scegliere proprie modalità per “sponsorizzare” l’iniziativa.Eventuali forme di sponsorizzazione in danaro a sostegno del “Concorso” sa-ranno gestite dalla Sede Nazionale d’intesa con i Segretari Nazionali dei Settori Pro-fessionali. 3. DestinatariPossono partecipare al “Concorso” gli allievi dell’ultimo anno dei percorsi for-mativi di qualifica professionale. Il numero e la funzione degli Accompagnatori sarà determinato d’accordo tra iSegretari e la Sede Nazionale. 4. Settori professionali coinvoltiI settori professionali della Federazione CNOS-FAP coinvolti sono:– il settore meccanico (un allievo per ogni CFP dove è attivo il Settore);– il settore auto (un allievo per ogni CFP dove è attivo il Settore);– il settore elettrico / elettronico (un allievo per ogni CFP dove è attivo il Settore);– il settore grafico / multimediale (due allievi per ogni CFP dove è attivo il Settore);– il settore turistico / alberghiero (due allievi per ogni CFP dove è attivo il Settore). 12 Aderiscono all’iniziativa anche– l’area informatica (un allievo per ogni CFP);– l’area culturale (un allievo per ogni CFP);– l’area matematico / scientifica (un allievo per ogni CFP);– i serramentisti. 5. OrganizzazioneLa Sede Nazionale:– concorda con i Segretari Nazionali dei Settori Professionali / commissioni ladata, la sede e lo svolgimento del Concorso;– comunica la data e la sede di svolgimento della prova a tutti i CFP dellaFederazione per facilitare la partecipazione;– mantiene il dialogo con le Sedi ospitanti;– rimborsa le spese di viaggio nel rispetto delle norme stabilite. 6. Preparazione, svolgimento e valutazione del “capolavoro”Viene costituita una “commissione” per la preparazione, lo svolgimento e lavalutazione del “capolavoro”. La commissione è composta da:– il segretario nazionale del settore / commissione;– un esperto aziendale del settore di riferimento, e in sua assenza uno indicatodalla Sede Nazionale;– un formatore della Federazione CNOS-FAP. 7. Classificazioni e certificazioniSi assumono le seguenti classificazioni:– 1° classificato– 2° classificato– 3° classificatoAl 1°, al 2° e al 3° classificato sarà consegnato un attestato. L’azienda potrà ri-lasciare anche un attestato che certifica le competenze acquisite.A tutti i partecipanti è rilasciato un attestato di partecipazione.Tutti gli attestati sono predisposti dalla Sede Nazionale. 8. Concorso delle speseIl CFP e/o l’opera salesiana di appartenenza provvede a sostenere economica-mente le spese di vitto e alloggio degli allievi partecipanti al “Concorso”. Alle spese di viaggio concorre la Sede Nazionale secondo modalità che sarannocomunicate. 13 9. Impegni della Sede NazionaleLa Sede Nazionale si impegna a:– documentare la prova professionale, eventualmente attraverso una specificapubblicazione;– divulgare l’elenco dei partecipanti e dei vincitori del Concorso attraverso imezzi propri della Federazione: Rivista “Rassegna CNOS”, Notiziario on-line,ecc.;– concorrere al regolare svolgimento dell’iniziativa nella sua completezza (rim-borso viaggi degli accompagnatori, forma assicurativa, ecc.);– d’accordo con i Segretari e il CFP che ospita la manifestazione, assicurare unaadeguata comunicazione all’esterno sul territorio. 10. Coordinamento e riferimenti presso la Sede NazionalePer l’organizzazione delle attività i Segretari nazionali fanno riferimento al Di-rettore Nazionale. 4. La metodologia del 2011 4.1 Senso generale della prova La prova è lo strumento privilegiato della valutazione fondata sul criterio dell’at-tendibilità: essa evidenzia le competenze degli allievi ovvero la loro padronanza nelsaper fronteggiare in modo adeguato i compiti-problema che fanno parte di uno speci-fico campo di responsabilità professionale e che sono assegnati loro tramite una speci-fica consegna. Ciò significa che solo in presenza di almeno un prodotto reale significa-tivo, svolto personalmente dal destinatario, è possibile riconoscere (e quindi certifi-care) le competenze che in tal modo corrispondono effettivamente ad un “saper agire ereagire” in modo appropriato nei confronti delle sfide (compiti, problemi, opportunità)iscritte nell’ambito di riferimento delle competenze stesse.La qualificazione “professionale” della prova non è da intendere in senso restrit-tivo, poiché il focus della competenza è posto sull’evidenza dei compiti/prodotti chene attestano concretamente la padronanza da parte degli allievi; in tal modo il capola-voro rappresenta un’evidenza in grado di sondare più competenze comprendendo,oltre a quelle professionali, anche quelle degli assi culturali e della cittadinanza. 4.2 Struttura della prova La prova costituisce l’impianto metodologico tramite il quale si sollecita l’al-lievo a realizzare il capolavoro professionale. Essa è strutturata secondo la metodo-logia dell’Unità di apprendimento, ovvero “un insieme organico e progettato di oc-casioni di apprendimento che consentono all’allievo di entrare in un rapporto per- 14 OGGETTOPRODOTTI COMPETENZE MIRATE CONTRIBUTODELL’AREAPROFESSIONALE,DEGLI ASSI CULTURALIE DELL’AREA DICITTADINANZA TEMPIVALUTAZIONE ECOLLOCAZIONEDEGLI ESITI Si specifica il titolo della provaSi prevedono due tipologie di output:- il Prodotto professionale inteso in senso proprio ovvero come “capolavoro” di cuivengono precisate le caratteristiche;- la Relazione a corredo del capolavoro in cui ogni candidato descrive il percorsosvolto, i problemi incontrati, il modo con cui sono stati affrontati, il giudizio di au-tovalutazione in base ai criteri proposti nella consegna.Si indicano le competenze che la prova intende valutare specificando:- la competenza professionale chiave;- le competenze rilevanti: almeno una degli assi culturali ed una dell’area di cittadi-nanza.Indicare quali sono i contributi (degli assi culturali, dell’area professionale, dell’areadi cittadinanza) sotto forma di abilità/capacità e conoscenze mirateABILITÀ/CAPACITÀ CONOSCENZEArea professionale Assi culturali (linguaggi, matematica, scientifico tecnologico, storico sociale) Area di cittadinanza Indicare la durata della prova compresa l’elaborazione della relazionePrecisare come si svolge la valutazione (chi, quando, in riferimento a quali oggetti,come) ed il suo valore in termini di certificazione delle competenze e di voti nellematerie coinvolte, oltre che nella condotta. sonale con il sapere, attraverso una mobilitazione diretta su compiti che conducanoa prodotti veri e propri di cui egli possa andare orgoglioso e che possano costituireoggetto di una valutazione più autentica” (CIOFS/FP – CNOS-FAP, 2008, 62). Gli strumenti necessari per la costruzione della prova sono tre: a) progetto,b) griglia di valutazione,c) consegna agli allievi. a) Il progettoLo schema progettuale utilizzato per la definizione della prova è il seguente: 15 b) La griglia di valutazioneLa valutazione viene svolta in riferimento alle rubriche delle competenze mi-rate dalla prova (presenti nelle linee guida generale e dei settori/aree professionali)e sulla base di una griglia di valutazione dotata di un numero adeguato di criteri, ar-ticolati in item, riferiti sia al prodotto che al processo ed alla relazione.Si propone di seguito la struttura della griglia di valutazione standard, com-posta da 15 voci, cui possono essere aggiunte dall’équipe altre voci riferite a criterispecifici della prova che si intende sottoporre agli allievi: CriteriFunzionalità Completezza Correttezza Rispetto dei tempi Precisione edestrezzanell’utilizzo deglistrumenti edelle tecnologie Ricerca e gestionedelle informazioni FoCus deLL’osserVazione1-2 Il prodotto è gravemente carente tanto da comprometterne la funzionalità3-4 Il prodotto presenta lacune che ne rendono incerta la funzionalità5-6 Il prodotto presenta una funzionalità minima7-8 Il prodotto è funzionale secondo i parametri di accettabilità piena9-10 Il prodotto è eccellente dal punto di vista della funzionalità1-2 Il prodotto è gravemente incompleto3-4 Il prodotto presenta lacune circa la completezza5-6 Il prodotto si presenta completo in modo essenziale7-8 Il prodotto è completo secondo i parametri di accettabilità piena9-10 Il prodotto è eccellente dal punto di vista della completezza1-2 L’esecuzione del prodotto presenta gravi lacune dal punto di vistadella correttezza dell’esecuzione3-4 Il prodotto presenta lacune relativamente alla correttezza dell’esecuzione5-6 Il prodotto è eseguito in modo sufficientemente corretto7-8 Il prodotto è eseguito correttamente secondo i parametri di accettabilità9-10 Il prodotto è eccellente dal punto di vista della corretta esecuzione1-4 Il periodo necessario per la realizzazione è più ampio rispetto a quantoindicato e l’allievo ha disperso il tempo a disposizione5-7 Il periodo necessario per la realizzazione è di poco più ampio rispetto aquanto indicato e l’allievo ha utilizzato in modo efficace – se pur lento – iltempo a disposizione8-10 Il periodo necessario per la realizzazione è conforme a quanto indicato el’allievo ha utilizzato in modo efficace il tempo a disposizione1-2 L’allievo utilizza gli strumenti e le tecnologie in modo assolutamenteinadeguato3-4 L’utilizzo degli strumenti e delle tecnologie rivela lacune5-6 L’allievo gestisce strumenti e tecnologie in modo minimamente corretto7-8 L’allievo gestisce strumenti e tecnologie in modo conforme ai parametri9-10 L’utilizzo di strumenti e tecnologie avviene in modo eccellente1-2 L’allievo non ricerca le informazioni oppure si muove senza alcun metodo3-4 La ricerca e la gestione delle informazioni vengono svoltein modo lacunoso5-6 L’allievo ricerca le informazioni essenziali e le gestisce in maniera appenaadeguata7-8 La ricerca e la gestione delle informazioni corrispondonoai parametri richiesti9-10 Ricerca e gestione delle informazioni vengono svolte in modo eccellente Voto Segue 16 Relazione con iformatori e le altrefigure adulte Superamentodelle crisi Capacitàcomunicativeed espressive Uso del linguaggiotecnico-professionale Capacità logiche ecritiche Capacità diutilizzare leconoscenzeacquisite 1-2 L’allievo non si relaziona affatto in modo corretto con gli adulti3-4 L’allievo presenta lacune nella cura delle relazioni con gli adulti5-6 Nelle relazioni con gli adultil’allievo manifesta una correttezza essenziale7-8 L’allievo si relaziona con gli adulti adottando un comportamentopienamente corretto9-10 L’allievo entra in relazione con gli adulti con uno stile aperto e costruttivo1-2 L’allievo di fronte alle crisi si demoralizza e non procede oltre3-4 Nei confronti delle crisi l’allievo entra i confusionee chiede aiuto agli altri delegando a loro la risposta5-6 Nei confronti delle crisi l’allievo mette in atto una tattica che mira al su-peramento minimale delle difficoltà7-8 L’allievo è in grado di affrontare le crisi con una strategia di richiestadi aiuto e di intervento attivo9-10 L’allievo si trova a suo agio di fronte alle crisi ed è in grado di sceglieretra più strategie quella più adeguata e stimolante dal punto di vista degliapprendimenti1-2 L’allievo è gravemente impacciato nella comunicazione3-4 L’allievo comunica utilizzando un lessico povero e termini operativi5-6 L’allievo comunica utilizzando un lessico essenzialee mirando ad una comunicazione minimale7-8 L’allievo mostra una capacità comunicativa ed espressivaadeguata al compito da rappresentare9-10 Manifesta un’eccellente capacità comunicativa ed espressiva1-2 L’allievo non possiede un lessico tecnico-professionale3-4 Presenta lacune nel linguaggio tecnico-professionale5-6 Mostra di possedere un minimo lessico tecnico-professionale7-8 La padronanza del linguaggio tecnico-professionale da parte dell’allievo èsoddisfacente9-10 L’allievo possiede una ricchezza lessicale tecnico-professionalee la utilizza in modo1-2 L’allievo parla del proprio lavoro in forma praticasenza mostrare di coglierne le dimensioni logiche e critiche3-4 L’allievo presenta una logica operativa e indica solo preferenze emotive(mi piace, non mi piace)5-6 L’allievo coglie gli aspetti logici essenziali e mostra un certo senso critico7-8 L’allievo mostra di cogliere appieno la struttura logica del processodi lavoro svolto che affronta in modo critico9-10 L’allievo è dotato di capacità logiche e critiche eccellenti1-2 Non è in grado di far tesoro delle conoscenze acquisite3-4 Mostra scarsa attitudine ad utilizzare, nella riflessione,le conoscenze acquisite5-6 Utilizza nella riflessione conoscenze essenziali7-8 Utilizza nella riflessione in modo pertinente le conoscenze acquisite9-10 Presenta un’eccellente capacità di utilizzo delle conoscenze acquisite Segue Segue 17 Capacità di coglierei processi culturali,scientifici etecnologicisottostanti al lavorosvolto Creatività Autovalutazione 1-2 Non coglie i processi sottostanti al lavoro svolto3-4 Individua in modo lacunoso i processi sottostanti il lavoro svolto5-6 Coglie i processi culturali, scientifici e tecnologici essenzialiche sottostanno al lavoro svolto7-8 È in grado di cogliere in modo soddisfacente i processi culturali,scientifici e tecnologici che sottostanno al lavoro svolto9-10 È dotato di una capacità eccellente di cogliere i processi culturali,scientifici e tecnologici che sottostanno al lavoro svolto1-2 L’allievo non esprime nel processo di lavoro alcun elemento di creatività3-4 L’allievo svolge il suo lavoro in modo meccanico con rari spunti creativi5-6 L’allievo manifesta talvolta spunti creativi nel processo di lavoro7-8 L’allievo è in grado di adottare soluzioni creative soddisfacentinel processo di lavoro9-10 L’allievo possiede la capacità di innovare in modo personale il processodi lavoro rivelando spiccate doti di creatività1-2 L’allievo non procede ad alcuna valutazione del suo lavoro3-4 La valutazione del lavoro avviene in modo lacunoso5-6 L’allievo svolge in maniera minimale la valutazione del suo lavoroe gli interventi di correzione7-8 L’allievo è in grado di valutare correttamente il proprio lavoroe di intervenire per le necessarie correzioni9-10 L’allievo dimostra di procedere con una costante attenzione valutativadel proprio lavoro e mira al suo miglioramento continuativo Voto complessivo (in centesimi) Segue L’équipe_____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________________ Sede ______________________________ Data _____________________________ c) La consegna agli allieviLa consegna rappresenta il documento che l’équipe presenta agli studenti,sulla base del quale essi si attivano realizzando la prova professionale e la relativarelazione, tenendo presente anche i criteri per l’autovalutazione. Consegna Titolo della prova Cosa si chiede di fare In che modo Quali prodotti Tempi Risorse (strumenti, consulenze, opportunità…) Criteri di valutazione e attenzioni Valore della prova in termini di certificazione delle competenze e di voti nelle materie coinvolte,oltre che nella condotta. Si presenta la struttura della consegna: 19 Il Concorso dei Capolavori del 2011 ha coinvolto cinque settori professionali(automotive; elettrico ed elettronico; grafico; meccanica industriale; turistico alber-ghiero) e tre aree culturali (cultura e inglese; informatica; scientifica). Si è tenuto,come già indicato nell’Introduzione, a Torino.Si presentano le comunità professionali coinvolte, le sedi e le date di svolgi-mento del concorso. i settori professionali e le aree di interesseculturale coinvolti nel Concorso 2011 settore/areaAuto Elettrico ed elettronico Grafico MeccaniciindustrialeSerramentistico Turistico alberghiero Cultura Informatica Scientifica sede e dataL’11 maggio 2011 presso il Motor Villagedi Torino e il 2 maggio presso la sedeil CFP “Rebaudengo” di Torino.Dal 9 al 13 maggio 2011presso il CFP “Valdocco” di Torino.Dal 9 al 13 maggiopresso il CFP “Valdocco” di TorinoDal 9 al 13 maggio 2011presso il CFP “Rebaudengo” di Torino.Il 10 maggio 2011presso il CFP “Valdocco” di Torino.Dal 10 al 13 maggio 2011presso il CFP di San Benigno Canavase.Dal 10 al 13 maggio 2011presso il CFP di Colle Don Bosco (AT).Dal 10 al 13 maggio 2011presso il CFP Colle Don Bosco (AT).Dall’11 al 13 maggio 2011presso il CFP di Colle Don Bosco (AT).Due sono stati gli attori che hanno consentito di realizzare tale iniziativa:– i settori nazionali, una struttura fondamentale dell’organizzazione formativa Sa-lesiana poiché costituiscono il fulcro della proposta oltre che dell’innovazione;– le aziende sponsor che hanno preso parte al Concorso contribuendo alla sua ri-uscita soprattutto svolgendo una funzione di corresponsabilità nella progettazio-ne e nella valutazione delle prove. 20 Per ognuna delle comunità professionali indicate, si presentano di seguito duetipologie di materiali: 1. la scheda di presentazione dell’iniziativa che comprende, oltre alle note logisti-che sopra indicate, anche la descrizione della prova, la finalità della stessa, l’e-lenco degli allievi partecipanti, i vincitori del Concorso, infine l’elenco deglisponsor.2. un allegato che raccoglie tutta la documentazione tecnica relativa al concorso: leprove sottoposte agli allievi, il questionario delle competenze e le eventuali gri-glie di valutazione e personalizzate dai singoli settori. 21 1. Settore autoMotiVe. Scheda di presentazione Data e sede della ProvaQuarta edizione. L’11 maggio 2011 presso il Motor Village di Torino e il 12 maggio 2011presso il CFP di Torino Rebaudengo. Descrizione della ProvaIl giorno 11 maggio 2011 presso il Motor Village di Torino si sono svolte le prove organizzatedai tecnici FIAT, articolate nel seguente modo:- i tecnici FIAT del Motor Village hanno preparato 18 prove consistenti nella simulazione diun’anomalia procurata preventivamente inerente la gestione del motopropulsore. Circa gli au-toveicoli: sono state messe a disposizione per la prova 9 autovetture. Gli allievi, divisi in duegruppi, hanno scelto a sorteggio le prove che si sono svolte nella mattinata. Gli allievi, dia-gnosticato il guasto, hanno dovuto eseguire anche le opportune procedure riparative con l’au-silio dei manuali di assistenza tecnica e attrezzature di diagnosi. A conclusione della provapratica ogni allievo ha redatto una brevissima relazione sulle procedure adottate. A turno infi-ne gli allievi hanno partecipato ad una azione formativa di aggiornamento con l’ausilio deiformatori messi a disposizione da FGA.Il giorno 12 maggio 2011 presso il CFP di Torino Rebaudengo gli allievi hanno sostenuto uncolloquio coi tecnici di FIAT per un approfondimento teorico relativo alle prove pratichesostenute. Finalità della prova- Far emergere il valore della qualifica professionale in riferimento ai parametri della qualificadi II livello europeo e agli standard formativi delle competenze di base tecnico-professionalidefiniti in sede di Conferenza unificata.- Motivare nell’impegno formativo e valorizzarne le abilità professionali assieme alla forma-zione professionalizzante caratteristica dei nostri percorsi formativi.- Diffondere una immagine positiva dei percorsi triennali sperimentali all’interno e all’esternodei nostri Centri.- Scambiare esperienze tra Regioni diverse e premiare l’eccellenza tra gli allievi. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2011 i seguenti allievi: Curiale Lorenzo del CFP di Arese, Co-cozza Luca del CFP di Torino “Rebaudengo”, Coden Leonardo del CFP di San Donà di Piave,Cornaglia Daniele del CFP di Bra, Guernier Mattia del CFP di San Donà di Piave, Israte An-drei del CFP “T. Gerini” di Roma, Joly Thierry del CFP di Châtillon, Lacatusu Marius delCFP di Torino “Rebaudengo”, Lazzari Stefano del CFP di Genova Quarto, Passion Daniele delCFP di Châtillon, Radu Mischel del CFP “T. Gerini” di Roma, Randisi Girolamo del CFP diPalermo, Rossini Marco del CFP di Arese, Saletta Vincenzo del CFP di Palermo, Taliano Lucadel CFP di Bra, Tomatis Mattia del CFP di Fossano, Viale Mariano del CFP di Fossano, Zam-biano Manuel del CFP di Genova Quarto. VincitoriSono risultati degni di menzione i seguenti allievi: Randisi Girolamo del CFP di Palermo pri-mo classificato, Curiale Lorenzo del CFP di Arese secondo classificato, Lazzari Stefano delCFP di Genova Quarto terzo classificato. Elenco degli SponsorFIATSegretario nazionale del settore automotive:Matteo D’ANDREA 22 2. Settore eLettriCo/eLettroniCo.Scheda di presentazione Data e sede della provaQuinta edizione. Dal 9 al 13 maggio 2011 presso il CFP di Torino “Valdocco”. Descrizione della ProvaOggettoInstallazione e messa in servizio di un quadro di automazione gestito da PLC.ContenutiLa prova è stata articolata nelle seguenti cinque fasi per un totale di 24 ore.– Fase di progettazione e di risposta ai quesiti tecnico-professionali (4 ore): è stata verificatala capacità di realizzare/completare uno schema elettrico, di eseguire un semplice dimen-sionamento, di effettuare la scelta di apparecchiature ed il possesso delle competenze tec-nico-professionali attraverso la risposta ad un questionario (con debito anticipo è stato in-viato un esempio di dimensionamento, di scelta apparecchiature e l’elenco completo deiquesiti tecnico-professionali dai quali sono stati estratti i quesiti utilizzati).– Fase di programmazione (3 ore): l’allievo ha realizzato il programma per l’esecuzionedelle automazioni previste. Sono state previste due parti, nella prima il programma è statorealizzato partendo da uno schema funzionale dato, per la seconda il programma è statorealizzato partendo da una descrizione logica (è stato inviato il set di comandi e istruzioniche saranno utilizzati).– Fase di esecuzione (12 ore): realizzazione operativa dell’impianto compreso il sinottico ela pulsantiera.– Fase di collaudo (4 ore): viene collaudato il pannello alla presenza dell’allievo che pre-senta il funzionamento alla commissione e recupera eventuali anomalie.– Fase di recupero anomalie (1 ora): dato un impianto già realizzato con i relativi schemielettrici, l’allievo dovrà ricercare e recuperare un’anomalia predisposta ad hoc in un tempomassimo prefissato. Finalità della provaFar emergere il valore della qualifica professionale in riferimento ai parametri della qualificadi II livello europeo e agli standard formativi delle competenze di base e tecnico-professio-nali definiti in sede di Conferenza Unificata.Motivare i nostri Allievi nell’impegno formativo e valorizzarne le abilità professionali as-sieme alla formazione professionalizzante caratteristica dei nostri percorsi formativi.Diffondere un’immagine positiva dei percorsi triennali sperimentali all’interno e all’esternodei nostri Centri.Scambiare esperienze tra regioni diverse e premiare l’eccellenza tra gli allievi. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2011 i seguenti allievi: Simone Sissa del CFP di GenovaQuarto, Ambagahage Fernando del CFP di Genova Sampierdarena, Milan Chamara del CFPdi Genova Sampierdarena, Esposito Marco del CFP di Roma Borgo, Mario Zerboni del CFP“T. Gerini” di Roma, Momotenko Denys del CFP di Torino “Rebaudengo”, Bongiovanni Si-mone del CFP di Fossano, Prior Vincenzo Alessio del CFP di Vigliano, Amateis Luca delCFP di San Benigno, Mohamed Amgad del CFP di Torino “Valdocco”, Giannone Giuseppedel CFP di Ragusa, Incarbone Salvatore del CFP di Gela, Fischietti Aurelio Marco del CFP diPalermo, Leone Alessandro del CFP di Catania-Barriera, Damiano Fusto del CFP di Mister-bianco Belsito, Fontana Mirko del CFP di Sesto San Giovanni, Bontempi Andrea del CFP di 23 Brescia, Di Tullio Stefano del CFP di Milano, Cecchini Leonardo del CFP Bearzi di Udine,Calcinotto Nicolas del CFP di Venezia Mestre, Righetti Francesco del CFP di Bardolino,Nardo Michele del CFP di San Donà di Piave, Dalla Libera Mattia del CFP di Schio, Catta-festa Damiano del CFP di Verona San Zeno, Pettinelli Riccardo del CFP di Perugia. VincitoriSono risultati degni di menzione gli allievi Righetti Francesco del CFP di Bardolino primoclassificato, Bongiovanni Simone del CFP di Fossano secondo classificato e Cattafesta Da-miano del CFP “San Zeno” di Verona terzo classificato. Elenco degli SponsorSCHNEIDER ELECTRIC, DE LORENZO, EDITORIALE DELFINO Segretario nazionale del settore elettrico/elettronico: Francesco ZAMBONI 24 3. Settore graFiCo. Scheda di presentazione Data e sede della ProvaQuarta edizione. Dal 9 al 13 maggio 2011 presso il CFP di Torino Valdocco. Descrizione della ProvaProgettazione e realizzazione di un ottavo (1/8) copertinato a colori. Nello specifico il capo-lavoro verteva sul tema de “I 150 anni della tipografia di don Bosco”, per non dimenticare ilcollegamento con la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Nel dettaglio i ragazzi, par-tendo da immagini e testi già forniti, hanno progettato su carta lo stampato – di dimensioni20x20 – e successivamente hanno realizzato una bozza ed uno stampato definitivo rifilato ecompreso di cucitura a punto metallico. Finalità della prova– Stimolare gli allievi a misurarsi sulle competenze conseguite durante il percorso formativotriennale.– Contribuire al miglioramento continuo degli standard tecnico-professionali e formativi delCFP misurandosi con una prova nazionale.– Consolidare il rapporto locale e nazionale della Federazione con le aziende del settore.– Lasciare libera espressione ai nostri allievi e alla loro creatività. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2011 i seguenti allievi: Cairo Francesco del CFP di Arese,Cappelletti Simone del CFP di Alessandria, De Luca Marco del CFP di Castelnuovo DonBosco, Fanelli Martina del CFP “Pio XI” di Roma, Fazzio Davide del CFP di Catania San Fi-lippo Neri, Frattarelli Silvio del CFP “Pio XI” di Roma, Grifò Salvatore del CFP di CataniaSan Filippo Neri, Hriscu Anna Maria del CFP di Alessandria, Maenza Francesco del CFP diPalermo, Masotti Matilde del CFP di Verona San Zeno, Pierantoni Andrea del CFP di Bo-logna, Pietrobon Giovanni del CFP di Venezia – Mestre, Pomir Timothy del CFP di TorinoValdocco, Stocco Marco del CFP di Venezia – Mestre, Uliana Elisa del CFP di CastelnuovoDon Bosco, Zanirato Luca del CFP di Torino Valdocco, Zanna Greta del CFP di Bologna. VincitoriSono risultati degni di menzione gli allievi: Zanirato Luca del CFP di Torino Valdocco primoclassificato, Uliana Elisa del CFP di Castel Nuovo Don Bosco seconda classificata, Pieran-toni Andrea del CFP di Bologna terzo classificato. Elenco degli SponsorADOBE ITALIA, ENIPG, ITALIA GRAFICA, TOSINGRAF, TAGA ITALIA. Segretario nazionale del settore grafico: Marco GALLO 25 4. SettoreMeCCaniCo. Scheda di presentazione Data e sede della ProvaQuarta edizione. Dal 9 al 13 maggio 2011 presso il CFP di Torino Rebaudengo. Descrizione della ProvaOggettoRealizzazione di parti di un assieme meccanico e relativo assemblaggio.ContenutiLa prova è suddivisa in quattro fasi per un totale di circa 16-18 ore.– Fase di disegno (2 ore): rappresentare le viste necessarie di un particolare con relativa quo-tatura, utilizzando il programma Autocad, partendo dal disegno del complessivo.– Fase di programmazione (2 ore): questionario sulla programmazione in linguaggio ISO(con debito anticipo sarà mandata un’esemplificazione di questa prova, elaborata dalgruppo di lavoro stabilito al seminario, in maniera tale che ciascuno possa avere chiaroquali saranno le competenze oggetto di verifica nonché i sussidi su cui contare).– Fase di esecuzione (10-12 ore): realizzazione alle macchine tradizionali delle parti previsteseguendo il disegno consegnato. Conduzione delle macchine a controllo numerico.– Fase di collaudo (2 ore): montaggio dell’assieme e collaudo attraverso il controllo dimen-sionale e la funzionalità operativa. Finalità della ProvaAlmeno quattro sono le finalità che emergono con la presente prova:– far emergere il valore della qualifica professionale in riferimento ai parametri di III livelloeuropeo e agli standard formativi delle competenze di base tecnico-professionali definiti insede di conferenza unificata;– motivare nell’impegno formativo e valorizzare le abilità professionali assieme alla forma-zione professionalizzante caratteristica dei nostri percorsi formativi;– diffondere un’immagine positiva dei percorsi triennali sperimentali all’interno e all’esternodei nostri Centri;– scambiare esperienze tra regioni diverse e premiare l’eccellenza tra gli allievi. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2011 i seguenti allievi: Nicucci Riccardo del CFP di Forlì,Nardini Michele del CFP di Udine, Pizziconi Andrea del CFP “Borgo Don Bosco” di Roma,Prosseda Alessandro del CFP “T. Gerini” di Roma, Tattoli Federico del CFP di Sesto SanGiovanni, Oujalal Abdelali del CFP di Alessandria, Ceruleo Nicolò del CFP di Bra, GertosioIvano del CFP “Agnelli” di Fossano, Cenni Luca del CFP di San Benigno Cnavese, D’An-gelo Mattia del CFP “Agnelli” di Torino, Stamerra Loris del CFP “Rebaudengo” di Torino,Ferraris Potino Davide del CFP di Vercelli, Cippone Francesco Paolo del CFP di Bari, AstoneRiccardo del CFP di Catania Barriera, Barbanera Andrea del CFP di Perugia, Bonin Ivan delCFP di Châtillon, Tinelli Maicol del CFP di Bardolino, Biasioli Mattia del CFP di Venezia -Mestre, Marconcini Alessandro del CFP di Verona San Zeno. VincitoriSono risultati degni di menzione i seguenti allievi: Tinelli Maicol del CFP di Bardolino primoclassificato, Prosseda Alessandro del CFP “T. Gerini” di Roma secondo classificato, StamerraLoris del CFP “Rebaudengo” di Torino terzo classificato. 26 Elenco degli SponsorSANDVIK COROMANT, HEIDNHAIN, FPT INDUSTRIE, APPRENDIMENTI & LIN-GUAGGI. Segretario nazionale del settore meccanico: Luigi COFFELE Qualifica serraMentista Data e sede della ProvaPrima edizione. Il 10 maggio 2011 presso il CFP di Torino Valdocco. Descrizione della Prova– Questionario tecnico.– Fase di progettazione.– Fase di dimensionamento per la distinta di taglio.– Fase di taglio e lavorazione dei vari profili.– Montaggio del serramento con i relativi accessori.– Gli allievi, diagnosticato il guasto, hanno eseguito anche le opportune procedure riparativecon l’ausilio dei manuali di assistenza tecnica e attrezzature di diagnosi. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2011 i seguenti allievi: Comite Giorgio del CFP di TorinoValdocco, De Filippis Manuel del CFP “T. Gerini” di Roma, Giannone Francesco del CFP diRagusa, Golev Il’Ya del CFP “T. Gerini” di Roma, Karmani Mohammed del CFP di TorinoValdocco, Palladino Paladino Davide del CFP di Vercelli, Perri Giuseppe del CFP di Vercelli,Re Salvatore del CFP di Ragusa. VincitoriSono risultati degni di menzione i seguenti allievi: Golev Il’Ya del CFP “T. Gerini” di Romaprimo classificato, Comite Giorgio del CFP di Torino Valdocco secondo classificato, Re Sal-vatore del CFP di Ragusa terzo classificato. Elenco degli SponsorALUSCUOLA Responsabile qualifica Serramentista: Angelo PISSINIS 27 5. Settore turistiCo/aLberghiero.Scheda di presentazione Data e sede della ProvaQuarta Edizione. Dal 10 al 13 maggio 2011 presso il CFP di San Benigno Canavese. Descrizione della ProvaOgni concorrente presenta un capolavoro sul tema del Concorso: “I 150 anni dell’Unità d’I-talia”, utilizzando ricette dell’epoca e prevedendo una spesa per le materie prime inferiore a30 euro (l’economicità del piatto ha fatto parte della valutazione).La gara si è svolta in due giornate: nella prima giornata di 4 ore ha avuto luogo la prova teo-rica con un problema matematico - merceologico (proporzioni e calcolo delle calorie) e unatraduzione di una ricetta dall’inglese. Nella seconda giornata si è svolta la prova pratica.La scheda ricetta con gli ingredienti inclusi, il calcolo calorico, il calcolo nutrizionale e fotodel capolavoro con la richiesta del materiale inclusa è pervenuta all’Istituto organizzatoreentro il 30/03/2011 per consentire l’approvvigionamento.Il capolavoro ha compreso la ricerca storica presentata con un power point. Il concorrente haportato gli ingredienti che la sede organizzatrice non era in grado di reperire. Il concorrenteha indossato in loco la divisa (divisa e presentazione sono parte integrante del punteggio fi-nale).Ogni concorrente ha presentato un piatto da esposizione (segnaposto) e 5 assaggi in piatti sin-goli (piatti da dessert).Tutte le preparazioni sono state confezionate nel laboratorio messo a disposizione per laprova, qualsiasi preparazione portata già pronta dal concorrente ha comportato la squalifica.Gli allievi hanno avuto a disposizione per la prova 4 ore. Finalità della ProvaRealizzazione di un piatto da esposizione (segnaposto) e 5 assaggi in piatti singoli (piatti dadessert) sul tema “I 150 anni dell’Unità d’Italia”. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato i seguenti allievi: Bivona Giuseppe del CFP di Catania, Buttigliero Walterdel CFP di Fossano, Castellano Sara del CFP di Fossano, Famà Daniele del CFP di Gela, Gia-nolla Giovanni del CFP di Gela, Guerini Francesca del CFP di Foligno, Lovallo Giuseppe delCFP San Benigno Canavese, Messina Giovanni del CFP di Palermo, Munoz Angie del CFPdi Foligno, Perrone Anthony del CFP di Palermo, Sandretto Federico del CFP di San BenignoCanavese, Scornavacca Giuseppe del CFP di Catania. VincitoriSono risultati degni di menzione i seguenti allievi: Castellano Sara del CFP di Fossano primaclassificata, Lovallo Giuseppe del CFP di San Benigno Canavese secondo classificato,Munoz Angie del CFP di Foligno terzo classificato. Elenco degli SponsorCON GUSTO - SCUOLA DI CUCINA. Segretario nazionale del settore turistico alberghiero: Massimo PUGLISI 28 6. Area CuLtura. Scheda di presentazione Data e sede della ProvaSeconda edizione. Dal 10 al 13 maggio 2011 presso il CFP di Torino Colle don Bosco. Descrizione della ProvaIl Concorso si è svolto secondo la seguente articolazione:– Prova scritta in lingua italiana: “I 150 anni dell’Unità d’Italia”– Composizione di un cartellone: “La storia dell’Unità d’Italia con i riferimenti territoriali”– Gara di cultura nelle seguenti aree: Comunicazione, Cittadinanza, Etica-Religiosa, Lavoro,Economia– Prova orale in lingua inglese: “Introducing my self - Presentazione CV” Finalità della Prova– Far emergere il valore delle conoscenze di cultura generale come requisito fondamentaleper un adeguato inserimento nel contesto sociale di appartenenza e nel mondo del lavoro;– motivare nell’impegno formativo e valorizzare le conoscenze di cultura generale, assiemealle abilità professionali e alla formazione professionalizzante, caratteristiche dei nostripercorsi formativi;– diffondere un’immagine positiva dei percorsi triennali sperimentali all’interno e all’esternodei nostri Centri;– scambiare esperienze tra Regioni diverse e premiare l’eccellenza tra gli allievi. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2011 i seguenti allievi: Toma Cosmin del CFP SerravalleScrivia (AL), Del Ton Michele del CFP di Bardolino, Veglio Umberto del CFP di Bra, LucaFedele del CFP di Roma “Borgo Ragazzi Don Bosco”, Omar Shipple del CFP “T. Gerini” diRoma, Massimino Alessio del CFP di Catania Barriera, Rosy Consoli del CFP di Catania SanFilippo Neri, Ghiglione Chiara del CFP di Fossano, Riccardo Sgroi del CFP di Forlì, Coraz-zini Simone del CFP di Gela, Marika Fasone del CFP di Misterbianco, Stefano Giancristofarodel CFP di Ortona, Pilo Giovanni del CFP di Palermo, Gutierrez Stefano del CFP di Perugia,Belgacem Walid del CFP di Ragusa, Fazzino Matteo del CFP di Torino Rebaudengo, StefanoMorena del CFP di Torino Valdocco, Nicolò Travaglini del CFP di Vigliano Biellese, Scan-dola Paolo del CFP di Verona San Zeno, Giglio Marta del CFP di San Benigno Canavese,Trovò Daniele del CFP di Colle Don Bosco. VincitoriSono risultati degni di menzione i seguenti allievi: Stefano Morena del CFP di Torino Val-docco primo classificato, Paolo Scandola del CFP di Verona San Zeno secondo classificato,Nicolò Travaglini del CFP di Vigliano Biellese terzo classificato. Elenco degli SponsorSEI SOCIETÀ EDITRICE ITALIANA. Segretario nazionale area cultura: Pietro QUINCI 29 7. Area inForMatiCa. Scheda di presentazione Data e sede della ProvaQuarta edizione. Dal 10 maggio al 13 maggio 2011 presso il CFP di Colle don Bosco. Descrizione della ProvaLa prova è stata suddivisa in tre fasi per un totale di circa 9 ore.– Fase di risposta ai quesiti tecnico-professionali (1 ora): è stata verificata la conoscenzadelle informazioni di base che regolano l’uso di applicazioni front-office;– Fase di esecuzione (6 ore): risoluzione operativa del caso di studio utilizzando internet,elaboratore testi, foglio di calcolo e strumenti di presentazione;– Fase di presentazione (2 ore): l’allievo ha presentato l’elaborato svolto alla commissioneillustrandone la soluzione e le motivazione di alcune scelte. Nb: la prova è stata valida anche per tutti i Centri indipendentemente dalla qualifica in quantol’area informatica è una materia trasversale su tutte le qualifiche. Finalità della prova– Far emergere il valore della qualifica professionale in riferimento ai parametri della quali-fica di II livello europeo e agli standard formativi delle competenze di base e tecnico-pro-fessionali definiti in sede di Conferenza Unificata;– motivare i nostri Allievi nell’impegno formativo e valorizzarne le abilità professionali as-sieme alla formazione professionalizzante caratteristica dei nostri percorsi formativi;– diffondere un’immagine positiva dei percorsi triennali sperimentali all’interno e all’esternodei nostri Centri;– scambiare esperienze tra regioni diverse e premiare l’eccellenza tra gli allievi. Elenco allievi partecipantiHanno partecipato al Concorso 2011 i seguenti allievi: Anselmetti Maurizio del CFP di Vi-gliano Biellese, Baraldo Kevin del CFP di Schio, Blasi Gabriele del CFP di Sesto San Gio-vanni, Brancacci Angelo del CFP di Gela, Chiarelli Francesco del CFP di Roma Borgo, DeCesare Giuliano del CFP di Alessandria, El Kajjoy Hamid del CFP di Marsciano, FerrieroVincenzo del CFP “T. Gerini” di Roma, Focilla Paolo del CFP di San Benigno Canavese,Franco Emanuele del CFP di Bra, Feletti Luca del CFP di Arese, Traverso Matteo del CFP diGenova Sampierdarena, Nita Stefan del CFP di Fossano, Parise Alessio del CFP di GenovaQuarto, Perinto Salvatore del CFP di Palermo, Rotaru Daniel del CFP di Serravalle Scrivia,Sandri Pietro del CFP San Zeno di Verona, Siderot Renato del CFP di Castelnuovo DonBosco, Trushi Andi del CFP di Perugia, Viglianesi Claudio del CFP di Catania San FilippoNeri, Virgillito Sharon del CFP di Catania Misterbianco, Zambetta Giuseppe del CFP di Bari,Zanellato Christian del CFP di Torino Rebaudengo. VincitoriSono risultati degni di menzione gli allievi: Virgillito Sharon del CFP di Catania Mister-bianco prima classificata, Sandri Pietro del CFP di Verona S. Zeno secondo classificato,Viglianesi Claudio del CFP di Misterbianco terzo classificato. Elenco degli SponsorACER, CERTIPASS, EPSON, SKILL ON LINE. Segretario nazionale area informatica: Massimiliano BORRACCHI 30 8. Area sCientiFiCa. Scheda di presentazione Data e sede della ProvaSeconda edizione. Dal’11 maggio al 13 maggio 2011 presso il CFP Colle don Bosco. Descrizione della ProvaLa prova è stata strutturata in due parti, concernenti la matematica e le scienze, per la duratacomplessiva di sei ore.La prova di matematica era riferita ai seguenti concetti:– proprietà delle operazioni di base (somma, differenze, potenze, radici, ecc.);– cruciverba con definizioni matematiche (riguardanti i contenuti dei tre anni di percorso );– aree di figure piana composite;– grafici rettilinei e loro proprietà;– problemi di logica risolvibili con equazioni e o sistemi di 1° e 2° grado. La prova di scienze i contenuti richiamati erano i seguenti:– Errori di misura.– Costruzione di grafici lineari da dati conosciuti.– Principio di Archimede.– Dilatazione lineare. Motivo conduttore di entrambe le prove era, oltre alle competenze specifiche richieste, la ca-pacità di ricercare informazioni, saperle utilizzare e trasformarle in processi logici risolutivi. Finalità della provaDiverse le valenze delle prove:– dare dignità e completezza al percorso formativo che, oltre a costruire una professionalità, mi-ra a fornire una preparazione culturale appropriata ai fini di un attivo inserimento nel contestosociale, come quello odierno, caratterizzato dalle continue trasformazioni culturali;– far emergere che nei nostri percorsi formativi i L.E.P. costituiscono solo uno degli obiettivie non l’unico;– dimostrare che i nostri standard formativi sono in grado di dare quelle competenze che sa-rebbero richieste dai percorsi di formazione superiore o dai percorsi scolastici;– verificare che gli standard formativi sono perseguiti e raggiunti in modo univoco e unifor-me, all’interno delle diversità imposte dai percorsi proposti, nella loro autonomia, dalle va-rie realtà regionali;– favorire negli allievi la gratificazione per l’impegno profuso e il riconoscimento delle pro-prie abilità;– scambiare esperienze tra regioni diverse e premiare l’eccellenza. Elenco allievi partecipantiHanno aderito partecipato al Concorso 2011 i seguenti allievi: Bazzano Andrea del CFP di Bra,Gazzo Pietro del CFP di Gela, Genua Francesco del CFP di Venezia-Mestre, Korca Ivi del CFP“T. Gerini” di Roma, Lo Cicero Benito del CFP di Palermo, Manenti Gabriele del CFP di Cata-nia “San Filippo Neri”, Masci Lorenzo del CFP di Marsciano, Michele Mattinzioli del CFP diBardolino, MerloAndrea del CFP di San Benigno Canavese, Migliore Silvano del CFP di Geno-va Quarto, Mussetto Matteo del CFP di Milano, NegrisoloAndrea del CFP di Sesto San Giovan-ni, PaneroAndrea del CFP di Fossano, Persico Lorenzo del CFP di Perugia, Piccica Riccardo del 31 CFP di Vigliano Biellese, Saracco Fabio del CFP di Colle Don Bosco, Telegrafo Giovanni delCFP di Bari, Tomaselli Massimiliano del CFP di Catania Misterbianco, Valente Alessandro delCFP di Torino Rebaudengo, Zerman Federico del CFP di Verona San Zeno. VincitoriSono risultati degni di menzione i seguenti allievi: Federico Zerman del CFP di Verona SanZeno primo classificato, Fabio Saracco del CFP di Colle don Bosco secondo classificato, Mi-chele Mattinzioli del CFP di Bardolino e Francesco Genua del CFP di Venezia-Mestre terziclassificati a pari merito. Elenco degli SponsorSEI (SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE). Segretario nazionale area scientifica:Michele MARCHIARO 33 Allegato:prove e documentazione tecnica 35 1. Prove del 11 maggio 2011 Il giorno 11 maggio 2011 presso il Motor Village di Torino si sono svolte leprove organizzate dai tecnici FIAT.I tecnici FIAT dei Motor Village hanno preparato 18 prove consistenti nella simula-zione di un’anomalia procurata prevantivamente inerente la gestione del motopro-pulsore. Si allegano di seguito il questionario e le schede descrittive delle 16 prove. 1.1. Test tecnico Settore: AUTOMOTIVE 1. L’oscilloscopio può visualizzare: a) Solo valori efficaci dei segnali alternati; b) Solo segnali continui; c) Sia alternati che continui; 2. L’asse verticale (ordinate) rappresenta: a) La grandezza da misurare (tensione, corrente, resistenza, ecc); b) L’asse dei tempi; c) La massa di riferimento; 3. dovendo visualizzare una tensione dell’ordine dei 12V,si deve selezionare una portata di: a) 20V; b) 10V; c) 5V; 36 4. Le forme d’onda visualizzabili su di un oscilloscopio digitale possono rappresentare: a) Segnali analogici ma non digitali; b) Segnali digitali ma non analogici; c) Sia analogici che digitali; 5. il segnale rilevato su una sonda ntC oppure ptC è tipicamente: a) Digitale; b) Analogico; c) Ad impulsi; 6. un sensore ad effetto hall produce in uscita verso la centralina: a) Un’alimentazione fissa a 5V; b) Un segnale sinusoidale; c) Un segnale ad onda quadra; 7. Le extratensioni dovute all’induttanza caratterizzano il segnale d’uscita osservabilecon un oscilloscopio per la presenza di: a) Picchi di tensione e/o di corrente; b) Lente variazioni della forma del segnale; c) Segnali ad onda triangolare di ampiezza costante e di periodo T; 8. Visualizzando una tensione alternata di 220V della rete domestica alla frequenza di50hz misuriamo un periodo t pari a: a) 200 ms; b) 1 ms; c) 20 ms; 9. effettuando una misura di tensione appare l’indicazione oL per indicare: a) Che dobbiamo selezionare una portata maggiore; b) Che abbiamo effettuato una misura su un punto connesso a massa; c) Che la batteria dello strumento è esaurita; 37 10. se sul multimetro si vuole effettuare una misura del valore medio di una grandezzasi dovrà selezionare la funzione: a) Min; b) Temp; c) AVG; 11. Con un multimetro digitale sul quale è presente la funzione Temp è possibile effettuare: a) Misure di tempo; b) Misure di velocità; c) Misure di temperatura; 12. Volendo effettuare una misura di tensione su un componente devo inserire ilmultimetro: a) In parallelo ad esso con i puntali dello strumento nelle boccole COM e V; b) In serie ad esso con i puntali dello strumento nelle boccole COM e AMP; c) In parallelo ad esso con i puntali dello strumento nelle boccole COM e AMP; 13. un regolatore di portata gestito dalla centralina motore con segnale in pWM puòessere controllato, durante il funzionamento: a) Impostando la scala in Ampere; b) Impostando la scala in %; c) Impostando la scala in Farad (F); 14. per effettuare una misura di resistenza su di un componente dell’impianto: a) Si seleziona la scala in Ohm e si collega il multimetro in parallelo al componente; b) Si seleziona la scala in Ohm scollegando almeno uno dei due terminali del componente; c) Si può procedere indifferentemente purché non si avvia il motore; 15. in una misura di tensione l’impedenza del multimetro utilizzato dovrebbe essere: a) Teoricamente uguale a zero; b) Teoricamente infinita; c) Pari alla resistenza del componente in esame; 38 16. effettuando una verifica della tensione presente sulla batteria di un vettura inmoto, lo strumento indica un valore di –13,5V per cui: a) I puntali dello strumento sono stati invertiti; b) Il generatore sta erogando una tensione negativa e va sostituito; c) Bisogna selezionare una scala più bassa; 17. Con un multimetro quali tipi di misura si possono eseguire? elencarle. ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 18. Cosa permette di visualizzare un oscilloscopio digitale sul suo schermo? a) Forme d’onda; b) Oscillogrammi; c) Ampere; d) Ohm; e) Periodi; f) Frequenze; 19. Come si misura una corrente? a) In parallelo; b) In Ohm; c) In serie; 20. L’asse y dell’oscilloscopio cosa evidenzia? …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 39 21. Con un oscilloscopio avente 2 canali (Ch1-Ch2) quante tracce di oscillogrammisi possono visualizzare? a) Una traccia; b) Due tracce; c) Due tracce doppie; d) Quattro; 22. per eseguire misure di tensione l’impedenza del multimetro come deve essere? a) 1 Ohm; b) 10 Ohm; c) 10 MOhm; 23. Cosa consente il trigger? a) Inizia la scansione sul fronte in salita per il fronte negativo; b) Inizia la scansione in discesa per il fronte positivo; c) Seleziona il fronte della scansione tra il positivo e il negativo; 24. per eseguire misure amperometriche dC e aC il multimetro come deve avere laresistenza interna? a) Molto bassa; b) Molto alta; c) Non deve avere nessuna resistenza; 25. in un oscilloscopio quanti modi di impostazioni del trigger vi sono? a) uno; b) due; c) quattro; d) tre; 40 26. su un sensore giri motore induttivo per la prova del segnale volt di picco comedevono essere posizionati i puntali del multimetro e che tensione si sceglie pereseguire la prova? a) In Ohm; b) In serie; c) In parallelo; d) In DC; e) In AC; 27. Con lo strumento oscilloscopio è possibile determinare il periodo e l’ampiezza delsegnale, e riscontrare un’avaria di un segnale? a) Si; b) No; 28. un multimetro dotato per la misura del duty-Cycle ed il rilevamento del numerodei giri motore, si può ricavare il tempo d’iniezione di un iniettore? descrivere laformula. Formula…………………………………………………………………………………; 29. Come si collegano le sonde di un oscilloscopio per catturare il segnale? a) In serie al circuito; b) Come si collega un multimetro; c) In parallelo; 30. un oscilloscopio può essere utilizzato per la prova di continuità delle piste di unpotenziometro del pedale acceleratore? Quale segnale ti aspetti? a) No perché non è possibile effettuare delle misure resistive e non posso avere nessunsegnale in uscita; b) Si perché con tale strumento è possibile visualizzare anche piccole interruzioni dellepiste. I segnali in uscita sono lineari e non sovrapposti; c) No in nessun caso perché un oscilloscopio può visualizzare solo segnali inviati dallacentralina gestione motore. Il segnale in uscita sarebbe una linea sinusoidale; 41 31. un oscilloscopio può funzionare fornendo in uscita segnali in tempo reale oppure èpossibile la memorizzazione del segnale stesso? a) Si, in alcuni casi il segnale viene “campionato” e registrato per poi essere visualizzatoed in tal caso si parla di “data-logger”; b) No, il segnale non può in nessun caso essere memorizzato. c) No, il segnale può essere visualizzato e memorizzato solo con multimetri aventi lafunzione “HOLD”; 32. L’oscilloscopio può visualizzare delle correnti oltre che tensioni? a) No, per tale misura è necessario utilizzare degli amperometri; b) No, per tale misura è necessario utilizzare particolari multimetri; c) Si, collegando delle opportune pinze amperometriche che trasformano la corrente inuna tensione. protocollo d’intervento n° 1 Vettura Fiat Fiorino c.c 1,4strumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Controllare la resistenza del sensore giri motore e indicare sia il valore in Ohmrilevato e che tipo di sensore è installato.2a Prova: Con quadro di avviamento in On, rilevare i volt di alimentazione del sensore NTCdella temperatura dell’aria. protocollo d’intervento n° 2 Vettura opel Vectrastrumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Verificare a temperatura ambiente quanti Ohm offre il sensore NTC del liquido diraffreddamento motore, indicare il valore rilevato.2a Prova: Controllare e rilevare la resistenza del mono iniettore e indicarne il valoreriscontrato. protocollo d’intervento n° 3 Vettura Citroen C3 plurielstrumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Controllare la resistenza PTC della 1° e 2° sonda Lambda, indicarne i valoririscontrati.2a Prova: Controllare e rilevare la resistenza della pompa di alimentazione del carburante eindicarne sia il valore che il colore del filo positivo e del negativo. 1.2. Prove di rilevazione dei valori su componente elettro/elettronica 42 protocollo d’intervento n° 4 Vettura Citroen C5strumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Rilevare la resistenza PTC del riscaldatore filtro carburante, indicare il valoreriscontrato.2a Prova: Controllare e rilevare la resistenza di tutti e quattro gli iniettori ed indicare i valoririscontrati. protocollo d’intervento n° 5 Vettura peugeot 407strumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Controllare la continuità dei fili di massa della centralina motore e indicaretramite la schermografia circuitale quanti punti di massa di carrozzeria essa ha.2a Prova: Rilevare la resistenza di tutti gli iniettori e indicarne il valore riscontrato. protocollo d’intervento n° 6 Vettura bMWstrumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Controllare il valore della resistenza del sensore posizione albero a camme.Indicare il valore rilevato.2a Prova: Rilevare del sensore valvola a farfalla, i valori della resistenza sia a farfallachiusa, sia a farfalla tutta aperta. Indicare i valori rilevati. protocollo d’intervento n° 7 Vettura Lancia dedrastrumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Rilevare la resistenza del primario e del secondario della bobina di accensione eindicare i valori rilevati.2a Prova: Controllare la resistenza di tutti gli iniettori e indicare il valore rilevato. protocollo d’intervento n° 8 Vettura Fiat punto 55strumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Rilevare la tensione di alimentazione del sensore valvola a farfalla.Indicare il valore rilevato.2a Prova: Rilevare la tensione di alimentazione del mono iniettore.Indicare il valore rilevato. 43 protocollo d’intervento n° 9 Vettura Citroen berlingostrumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Controllare la resistenza del sensore di temperatura raffreddamento motorea veicolo spento e verificare a quale tipologia appartiene (PTC, NTC,…).2a Prova: Individuare il sensore giri motore e dire a quale tipologia appartiene. protocollo d’intervento n° 10 Vettura Lancia Musastrumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Individuare l’elettrovalvola di gestione dell’attuatore geometria variabile dellaturbina ed effettuare una misura della sua resistenza.2a Prova: Effettuare una misura della resistenza del regolatore di portata combustibile. protocollo d’intervento n° 11 Vettura alfa romeo brerastrumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Misurare la resistenza dell’elettrovalvola recupero vapori benzina.2a Prova: Misurare la resistenza dell’iniettore e dire di che tipo si tratta. protocollo d’intervento n° 12 Vettura Fiat 500strumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Misurare la resistenza della valvola controllo vapori benzina.2a Prova: Misurare la resistenza del sensore giri motore e dire a quale tipologia appartiene. protocollo d’intervento n° 13 Vettura peugeot ranchstrumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Misurare la resistenza di un iniettore.2a Prova: Misurare la resistenza del sensore giri motore.strumento di controllo: Oscilloscopio digitale.3a Prova: Analizzare il segnale in uscita dal sensore di giri e descrivere quali sono le suecaratteristiche per definire la sua efficienza. protocollo d’intervento n° 14 Vettura peugeot 307strumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Misurare la resistenza del regolatore di portata gasolio.2a Prova: Misurare la resistenza del riscaldatore gasolio. 44 2. prove del 12 maggio Il giorno 12 maggio 2011, presso il CFP di Torino Rebaudengo gli allievi han-no sostenuto un colloquio con i tecnici FIAT per un approfondimento teorico relati-vo alle prove pratiche sostenute. Si allegano di seguito le schede relative alla descrizione delle prove. protocollo d’intervento n° 15 Vettura piaggio porterstrumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Misurare la resistenza dell’iniettore GPL.2a Prova: Misurare la resistenza del sensore temperatura motore a freddo. protocollo d’intervento n° 16 Vettura alfa 33strumento di controllo: Multimetro digitale.1a Prova: Misurare la resistenza dell’iniettore.2a Prova: Misurare la resistenza della valvola dell’aria supplementare. protocollo d’intervento n° 1 Modello autoveicolo: targa: CC837pMFiat 600Anomalia riscontrata: Motore va a tre cilindri e perde colpi.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. protocollo d’intervento n° 2 Modello autoveicolo: targa: dg520nFFiat puntoAnomalia riscontrata: Motore non rende e consumo eccessivo.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. 45 protocollo d’intervento n° 3 Modello autoveicolo: targa: dL706pWFiat puntoAnomalia riscontrata: Motore con scarsa potenza.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. protocollo d’intervento n° 4 Modello autoveicolo: targa: dd752tsalfa 15Anomalia riscontrata: Motore non parte.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. protocollo d’intervento n° 5 Modello autoveicolo: targa: dt946sYFiat doblòAnomalia riscontrata: Avviamento difficoltoso a freddo. Spia avaria gestione elettronicamotore accesa.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. protocollo d’intervento n° 6 Modello autoveicolo: targa: dV239aeFiat 16Anomalia riscontrata: Motore stenta a partire e non raggiunge piena potenza.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. 46 protocollo d’intervento n° 7 Modello autoveicolo: targa: CM305LaFiat pandaAnomalia riscontrata: Motore non rende e minimo instabile.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. protocollo d’intervento n° 8 Modello autoveicolo: targa: dn834FnLancia YpsilonAnomalia riscontrata: Motore non parte.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. protocollo d’intervento n° 9 Modello autoveicolo: targa: dr599pKFiat CromaAnomalia riscontrata: Motore con scarso rendimento.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. protocollo d’intervento n° 10 Modello autoveicolo: targa: dW137Xnalfa romeo 159Anomalia riscontrata: Motore va a tre cilindri e non rende.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. 47 protocollo d’intervento n° 11 Modello autoveicolo: targa: dY729heFiat QuboAnomalia riscontrata: Motore non parte.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. protocollo d’intervento n° 12 Modello autoveicolo: targa: dV648srLancia MusaAnomalia riscontrata: Motore non parte.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. protocollo d’intervento n° 13 Modello autoveicolo: targa: dJ595XJalfa romeo 166Anomalia riscontrata: Motore non rende e consuma eccessivamente.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. protocollo d’intervento n° 14 Modello autoveicolo: targa: dV920FKLancia YpsilonAnomalia riscontrata: Motore stenta a partire e non ha ripresa in accelerazione.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. 48 protocollo d’intervento n° 15 Modello autoveicolo: targa: ds369Vnalfa romeo MitoAnomalia riscontrata: Partenza difficoltosa anche a freddo.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. protocollo d’intervento n° 16 Modello autoveicolo: targa: dV472stLancia deltaAnomalia riscontrata: Motore non parte.Eseguire le opportune procedure diagnostiche di controllo ed i necessari interventi per larisoluzione dei guasti.A lavoro terminato descrivere tramite una relazione scritta le strategie d’intervento eseguiteed i guasti riscontrati con la loro relativa risoluzione. 49 introduzione La prova ha consistito nell’installazione e messa in servizio di un quadro diautomazione gestito da PLC. È stata suddivisa in cinque fasi per un totale di circa 24 ore.– 1. Fase di progettazione e di risposta ai quesiti tecnico-professionali (4 ore): èstata verificata la capacità di realizzare/completare uno schema elettrico, di ese-guire un semplice dimensionamento, di effettuare la scelta di apparecchiature edil possesso delle competenze tecnico-professionali attraverso la risposta ad unquestionario (con debito anticipo è stata inviato un esempio di dimensionamento,di scelta apparecchiature e l’elenco completo dei quesiti tecnico-professionalidai quali sono stati estratti i quesiti utilizzati);– 2. Fase di programmazione (3 ore): l’allievo realizza il programma per l’esecu-zione delle automazioni previste. Sono previste due parti: nella prima il pro-gramma è stato realizzato a partire da uno schema funzionale dato, per la se-conda si è partiti da una descrizione logica (in anticipo sono stati inviati il set dicomandi e istruzioni utilizzati);– 3. Fase di esecuzione (12 ore): realizzazione operativa dell’impianto compreso ilsinottico e la pulsantiera;– 4. Fase di collaudo (4 ore): viene collaudato il pannello alla presenza dell’al-lievo che presenta il funzionamento alla commissione e recupera eventuali ano-malie;– 5. Fase di recupero anomalie (1 ora): dato un impianto già realizzato con i rela-tivi schemi elettrici, l’allievo ha dovuto ricercare e recuperare un’anomalia pre-disposta ad hoc in un tempo massimo prefissato. Si allegano, di seguito, le schede relative alle cinque fasi - tecnico professio-nale, programmazione, esecuzione, collaudo, recupero anomalie - e gli schemi dimontaggio. Settore: ELETTRICO ed ELETTRONICO 50 1. schede1.1. Fase di progettazione e di risposta ai quesiti tecnico-professionali Fase di progettazione - QUESTIONARIO - Il candidato risponda alla serie di 50 quesiti tecnico professionali a risposta chiusa. Si tenga presente che:– la risposta corretta vale 2 punti– la risposta non data (NON SO) vale 0 punti– la risposta errata vale -1 punto Tempo massimo disponibile per rispondere al questionario: 1 ora Il questionario verrà somministrato attraverso una piattaforma on-line; a cui si potrà acce-dere dal sito extranet.cnosfap.net utilizzando il nome utente e la password qui sotto riportati. Allievo: «Cognome»«nome»User name: «username»Password: «Password» FASE DI PROGETTAZIONE QUESITI TECNICO - PROFESSIONALI Risposta Corretta +2 PtRisposta non data o errata 0 PtTempo Disponibile 1h 1. Quale di queste definizioni corrisponde al potere di interruzione di un dispositivo di protezione?a) Il valore massimo della tensione applicabile ai capi del dispositivo.b) Il valore massimo della corrente che può fluire attraverso il dispositivo.c) Il valore massimo della corrente che il dispositivo può interrompere.2. Per quali applicazioni sono utilizzati i fusibili ritardati?a) Protezione contro i sovraccarichi di linea.b) Protezione dalle dispersioni verso terra.c) Protezione dalle manovre in cabina di BT.d) Protezione di circuiti di motori elettrici.3. La protezione dei cortocircuiti viene garantita da:a) Relé Termici;b) Da fusibili o interruttori magneto-termici coordinati;c) Solo da interruttori magneto-termici;d) Interruttori Differenziale. 51 4. La curva d’intervento (detta anche curva caratteristica) di un fusibile o di un magnetoter-mico realizzata dal costruttore è un grafico che mette in evidenza che cosa?a) Il tempo d’intervento della protezione in base alla tensione efficace.b) Il tempo d’intervento della protezione in base alla potenza nominale dell’utilizzatore.c) Il tempo d’intervento della protezione in base al rendimento dell’utilizzatored) Il tempo d’intervento della protezione in base alla corrente che circola nel circuito.5. Quale dei seguenti cavi non può essere utilizzato in un impianto alimentato a 400V~.a) H05V-Kb) H03V-Kc) N05V-Kd) N07V-K6. Nella codificazione dei dispositivi di comando il colore ROSSO (eventualmente su fondogiallo) identifica:a) Funzione di arresto d’emergenza.b) Funzione di ripristino.c) Funzione di avvio.d) Funzione di disinserzione.7. In quale categoria d’impiego deve essere dimensionato un contattore impiegato per la inser-zione o disinserzione di carichi resistivi.a) AC3b) AC1c) AC4d) AC28. Secondo le Norme CEI 64-8, in un impianto di terra il tratto di cavo che collega i dispersoriintenzionali al nodo o collettore risulta essere definito:a) conduttore di Terra;b) conduttore di Protezione;c) conduttore EQP;d) conduttore EQS.9. La massima caduta di tensione ammissibile prevista dalle norme CEI 64-8/5 tra l’originedell’impianto utilizzatore e qualunque apparecchio utilizzatore risulta essere:a) 2%;b) 4%;c) 8%.10. Secondo le norme, che cosa si intende per contatto indiretto:a) Contatto di persona con parti attive;b) Contatto di persona con una massa in tensione per guasto;c) Contatto di persona con un conduttore di fase.11. Quale tra le seguenti risulta la giusta definizione di un sistema TT:a) Sistema di distribuzione dove masse e neutro sono collegate allo stesso impianto di terra;b) Sistema di distribuzione dove il neutro è isolato da terra;c) Sistema di distribuzione in cui il neutro e le masse sono collegate a due impianti di terraseparati;d) Sistema in cui viene distribuito PEN. 52 12. Perché, in alcuni casi, si usa l’avviamento Y/D nei motori asincroni trifase:a) Per ridurre il valore dell’intensità di corrente durante il normale funzionamento.b) Per variare la velocità del motore.c) Per ridurre la sezione dei conduttori di fase.d) Per limitare il valore dell’intensità di corrente allo spunto. 13. La velocità di sincronismo per un motore a 4 poli è pari a...a) 750 giri/minb) 1000 giri/minc) 1500 giri/mind) 3000 giri/min14. Quale intervento permette di aumentare la velocità di rotazione di un motore in correntecontinua con eccitazione separata.a) Invertire la polarità del circuito di eccitazione.b) Invertire la polarità del circuito di alimentazione.c) Aumentare la corrente nel circuito di eccitazione.d) Diminuire la corrente nel circuito di eccitazione.15. Quale funzione di protezione svolgono i fusibili di tipo “aM”.a) Proteggono dal corto circuito e dai sovraccarichi di elevata intensità e lunga durata.b) Proteggono dai sovraccarichi deboli.c) Proteggono dal corto circuito e dai sovraccarichi sia deboli che forti di breve durata.d) Proteggono dai sovraccarichi di durata contenuta (es. motori in fase di avviamento), manon dai cortocircuiti.16. Un motore Dahlander è connesso per ruotare alla velocità minore. Come si realizza il pas-saggio alla velocità maggiore.a) Connettendo gli avvolgimenti rotorici in modo da raddoppiare il numero delle coppiepolari.b) Connettendo gli avvolgimenti rotorici in modo da dimezzare il numero delle coppie polari.c) Connettendo gli avvolgimenti statorici in modo da raddoppiare il numero di poli.d) Connettendo gli avvolgimenti statorici in modo da dimezzare il numero di poli. 17. Con l’espressione “ √3 V x I x cosφ” si indica:a) La potenza elettrica in un sistema monofase.b) La potenza attiva in un sistema trifase con tensione concatenata di 380V.c) La potenza attiva in un sistema trifase con qualsiasi tensione concatenata.d) La potenza reattiva in sistema trifase con tensione concatenata di 380V.18. L’unità di misura dell’energia è:a) Coulombb) Joulec) Wattd) Kilowattora19. Un circuito ideale dove la corrente è sfasata di 90° in ritardo rispetto alla tensione risulta essere:a) puramente resistivo;b) puramente induttivo;c) in fase;d) puramente capacitivo. 53 20. In un circuito RLC in serie quando ci ritroveremo in condizione di risonanza:a) Xc = 2XL;b) ω = 2 π f;c) Xc = XL;d) XL = 2Xc.21. Per determinare la potenza totale di due o più motori in parallelo in una linea, risulta possi-bile utilizzare il teorema di Boucherot che afferma:a) Le potenze reattive si dividono, le potenze attive si sommano algebricamente e la po-tenza apparente si somma vettorialmente;b) Le potenze attive si sommano aritmeticamente, le potenze reattive si sommano algebri-camente e la potenza apparente si somma vettorialmente;c) Le potenze attive si sommano aritmeticamente, le potenze reattive si sommano vettorial-mente e la potenza apparente si somma algebricamente;d) Le potenze attive si sommano aritmeticamente, le potenze reattive si sommano algebri-camente e la potenza apparente si somma settorialmente.22. La formula per calcolare lo scorrimento è la seguente:a) S=nf / n-nfb) S=(nf-n)/nfc) S=nf-n23. Ad una linea trifase a quattro fili alimentata a 400V è allacciato, tra una fase ed il neutro, uncarico monofase che assorbe una potenza P= 3000W con fattore di potenza = 0,9.La corrente assorbita sarà:a) I= 13,63 Ab) I= 14,5 Ac) I= 4,8 Ad) I= 0,86324. Osserva lo schema e indicane la funzione. a) teleinversione temporizzatab) avviamento stella triangolo con possibilità di teleinversionec) frenatura in contro corrented) avviamento stella triangolo25. Qual è il colore per un pulsante di avviamento?a) Bianco.b) Rosso.c) Blu. 54 26. Quale funzione assolve un interruttore tripolare?a) ainterrompere l’alimentazione di un carico trifase;b) limitare la corrente di spunto all’avviamento di un motore;c) commutare una linea trifase su diversi carichi;d) variare il numero dei poli di un motore trifase. 27. Come è collegato il contatto di “autoritenuta” in un circuito con contattore?a) in serie al pulsante di marcia;b) in serie alla bobina;c) in parallelo alla bobina;d) in parallelo al pulsante di marcia. 28. In quale dei seguenti casi è opportuno l’uso del blocco elettrico per un impianto industrialea) Marcia - arresto di un MATb) Aspirazione fumi tramite MATc) Tele inversione di un MATd) Nessuno di questi casi 29. Il contatto elettrico seguente: a) si chiude istantaneamente all’eccitazione e si apre con ritardo alla diseccitazioneb) si apre istantaneamente all’eccitazione e si chiude con ritardo alla diseccitazionec) si chiude con ritardo all’eccitazione e si apre istantaneamente alla diseccitazioned) si apre con ritardo all’eccitazione e si chiude istantaneamente alla diseccitazione 30. In uno schema marcia - arresto cosa succederebbe se non ci fosse il contatto di autoalimentazionea) Il motore non partirebbe maib) Il motore si avvia e continuerebbe a girare fino a quando il pulsante di marcia rimanepremutoc) Il motore si avvia solo a stella e mai a triangolod) Il motore si avvia ma non sarà mai in grado di effettuare una tele inversione 31. L’unità di misura del flusso magnetico è:a) henryb) teslac) weberd) amperometro 32. La permeabilità magnetica m0 è:a) un numero purob) la costante di proporzionalità tra B ed H nel vuotoc) misurata in H-1d) misurata in A/m 55 33. Un trasformatore “elevatore”:a) è un dispositivo in cui la tensione del secondario è maggiore di quella del primariob) è un trasformatore di alta tensionec) è un dispositivo elevatore di potenzad) è un trasformatore per correnti alternate elevate 34. Se all’avvolgimento primario, composto da 1000 spire, è applicata una tensione di 125V,quale tensione ci sarà sul secondario composto da 80 spire?a) 625 Vb) 62,5 Vc) 10 Vd) 100 V 35. In un impianto a logica cablata per azionare una spia di segnalazione vengono utilizzati duecontatti NC posti in serie. In queste condizioni per un linguaggio di programmazione qualefunzione o porta utilizzeresti:a) funzione NANDb) funzione NORc) funzione ANDd) funzione ORe) funzione NOT 36. Il segnale digitale è:a) un segnale sinusoidaleb) un segnale proporzionalec) un segnale di tipo “on-off”d) un segnale alternato 37. Cosa s’intende per “scansione” di un PLC?a) Il tempo impiegato a commutare le uscite.b) Il tempo richiesto dalla CPU per la lettura ed esecuzione dell’intero programma.c) Il tempo impiegato a leggere gli ingressi. 38. I moduli I/O di un PLC hanno la funzione di:a) Interfaccia tra macchina e mondo esterno.b) Memorizzare il programma utente.c) Fornire le alimentazioni per il funzionamento del PLC. 39. Analizzando il seguente circuito elementare a contatti, si può affermare che la spia HL1 è accesa:a) Se è premuto solo SB1.b) Se è premuto solo SB2.c) Se sono premuti entrambi i pulsanti SB1 e SB2.d) Se entrambi i pulsanti SB1 e SB2 non sono premuti. 56 40. Il flusso luminoso emesso da un apparecchio illuminante si misura in:a) Candele.b) Lux.c) Lumen.d) Radianti al secolo.41. Cosa si intende con il termine elettrovalvola pneumatica 3/2:a) Valvola con comando elettrico a 2 vie e 3 posizioni.b) Valvola con comando a 3,2 bar.c) Valvola con comando elettropneumatico a 2 vie e 3 posizioni.d) Valvola con comando elettrico a 3 vie e 2 posizioni.42. L’unità di misura della massa è:a) grammob) tonnellatac) libbrad) kilogrammo43. Un impianto fotovoltaico è:a) Un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte solareb) Un impianto per la produzione di acqua calda da fonte solarec) Un impianto per la produzione di gas naturale da fonte solare44. Un resistore di 680 Kohm +/- 5%, quali colori avrà?a) Verde-Rosso-Bianco-Argento.b) Blu-Giallo-Grigio-Oro.c) Blu-Grigio-Giallo-Oro.d) Giallo-Grigio-Rosso-Oro.45. Affinché il silicio diventi semiconduttore di tipo P bisogna drogarlo con un materiale:a) trivalente;b) tetravalente;c) pentavalente;d) bivalente.46. Nel raddrizzatore a ponte di Graetz, i diodia) conducono tutti contemporaneamenteb) conducono a coppiec) conducono singolarmented) sono sempre tutti polarizzati inversamente47. Un sistema trifase si dice equilibrato:a) quando le tensioni concatenate sono uguali in modulo e sfasati di 120° l’una rispetto al-l’altra;b) quando le correnti di linea sono uguali in modulo e sfasati di 120° l’una rispetto all’altra;c) quando le correnti di linea non sono uguali in modulo e risultano sfasati l’una diversa ri-spetto all’altra.48. Il fasometro o cosfimetro misura:a) la corrente;b) solo il fattore di potenza;c) frequenza e fattore di potenza. 57 49. Il datore di lavoro è tenuto:a) adempiere all’obbligo della sola informazione sui rischi per la salute e la sicurezza sullavoro connessi all’attività;b) adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento sui rischi per lasalute e la sicurezza sul lavoro connessi all’attività;c) all’obbligo di informazione e formazione dei lavoratori sui rischi per la salute e la sicu-rezza sul lavoro connessi all’attività;d) ad informare formare i lavoratori sui rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro con-nessi all’attività senza nessun obbligo.50. Cosa si intende per dispositivi di protezione individuale:a) attrezzo o indumento destinato ad essere utilizzato dal lavoratore allo scopo di svolgereil proprio lavoro;b) qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo diproteggerlo dai rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lac)c) attrezzo o componente destinato ad essere utilizzato dal lavoratore allo scopo di svolgere l’at-tività richiesta e tutelare in alcuni contesti la propria sicurezza o la salute durante il lavoro. FASE DI PROGETTAZIONE -REALIZZAZIONE SCHEMA- Al candidato viene richiesto di realizzare lo schema di potenza per l’avviamento stella-triangolo di un motore asincrono trifase più l’avviamento diretto di un ulteriore motore asin-crono trifase.Il candidato preveda nello schema elettrico la possibilità di interrompere la linea trifase dialimentazione e una soluzione di sua conoscenza per proteggere i motori in caso di sovraccaricoe cortocircuito.Il candidato ponga particolare attenzione alla qualità dei disegni prodotti. Tempo massimo disponibile per realizzare lo schema: 1 ora FASE DI PROGETTAZIONE -DIMENSIONAMENTO LINEA- dimensionare, dal punto di vista termico, il cavo elettrico per un forno industriale conle seguenti caratteristiche elettriche. Tipo di linea 3P+TTensione 400VPotenza del forno 30KWCosφ 1Lunghezza (L) 50mNumero di circuiti presenti in canalina oltre questo 3 circuiti monofaseTipo di cavo Unipolare in EPRTipo di posa Passerella forataTemperatura ambiente 38° 58 dati della protezione. Merlin GerinC60HD50A3P10Ka Interruttore magnetico Valori da ricavare utilizzando i materiali disposizione. La protezione scelta è adeguata al carico che deve alimentare?Esplicita la regola sulla quale basiamo la risposta. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… scelta della sezione del cavo. Verifica del dimensionamento secondo la norma Cei 64.8 Numero di posaCorrente nominale interruttore di protezione linea (In) [A]K1K2KtotaleMinima portata della linea (calcolata) (In’) [A]Minima portata della conduttura (da tebella) (Iz’) [A]Minima sezione della conduttura (da tabella) (s) [A]Portata massima della linea (Iz) [A] Ib ≤ In ≤ IzSoddisfiamo la relazione ...? ≤ ≤SI NO ∆V% tab∆V% effettiva della nostra linea∆V effettiva della nostra lineaTensione rimanente in fondo alla linea (Vu)Rispettiamo le disposizioni date dalla norma 64.8 SI NOQuindi la sezione che utilizzerò per realizzare la linea è... per realizzare tale linea utilizzerò un cavo con la seguente siglatura ………………………………………………………………………………………………… 59 Materiale da utilizzare: Guida BT 2009-2010 Schneider ElettricCalcolatrice scientificaAl candidato viene richiesto di consegnare al termine della prova il seguente materiale:– le tabelle qui sopra riportate compilate;– il foglio protocollo utilizzato per effettuare i calcoli e le eventuali spiegazioni delle scelte effettuate.Tempo massimo disponibile per dimensionare il cavo: 1 ora SOLUZIONE PER DOCENTISchema della linea in questione Risoluzione del quesito Dalla tabella T1Adetermino il fattore correttivo K1 per una temperatura ambiente di 38° K1=0,91 Dalla tabella T2 determino il fattore correttivo K2 per la posa con altri cavi K2=0,65 Determino il fattore correttivo Ktotale Data al corrente massima che si richiede Ib=43Adecido di utilizzare un interruttore magnetotermico: C60N curva C con potere di interruzione di 6KA e corrente nominale 50A Viste le condizioni di posa ed il valore della corrente nominale del MT determino quella che è la mi-nima portata richiesta alla linea Riferendoci alla tabella T-A scopro la sezione minima che posso utilizzare ed il valore della portata diquel cavo. Iz’=88ASminima=16mm2 Verifico in base al nostro fattore correttivo il valore massimo di portata della linea 60 Aquesto punto dobbiamo verificare se il dimensionamento ottenuto rispetta la relazione: La relazione risulta essere soddisfatta. Verifica della caduta di tensione Dalla tabella 1 che si riferisce a circuiti con un cosφ=0,8 determino il valore della caduta di tensione% di un cavo lungo 100m con una corrente vicina alla nostra. ΔV% tab=2,59% Ib tab=50A Determino il valore della caduta di tensione sulla nostra linea Determino il valore di tensione che effettivamente raggiunge l’utilizzatore Conclusioni:dato che la normativa 64.8 prevede che la caduta di tensione massima per una linea di alimentazionesia del 4% della tensione di ingresso, ed il valore da noi ottenuto è dell’ 1,1137% siamo dentro ai li-miti.Quindi possiamo utilizzare un cavo multipolare con sezione 16mm2. La siglatura del cavo da acquistare sarà: N1VV-K 4G16 oppure FG7R0,6/1Kv 61 FASE DI PROGETTAZIONE -SCELTA COMPONENTI- Al candidato viene richiesto di realizzare l’elenco materiale necessario per allestire ilquadro industriale atto all’avviamento diretto di un motore trifase.Di ogni singolo elemento bisogna specificare:– il codice del produttore– una breve descrizione del prodotto– una breve spiegazione del motivo della scelta Il motore asincrono trifase ha le seguenti caratteristiche:• Tensione nominale: 400V trifase• Potenza nominale: 7KW• Coso| 0,8• Categoria d’impiego AC3 Il quadro è costituito dai seguenti dispositivi:1. Un pulsante a fungo di emergenza2. Un pulsante di avvio3. Una luce di presenza tensione4. Un sezionatore tripolare5. Una protezioni motore a cartucce fusibili6. Un contattore per l’alimentazione del motore7. Una protezione termica Tempo massimo disponibile per la scelta dei componenti: 1 ora 1.2. Fase di programmazione FASE DI PROGRAMMAZIONE -REALIZZAZIONE PROGRAMMADATITOLO- Oggetto: gestione dell’avviamento dei motori trifase di una fresa e della pompa liquido re-frigerante. Al candidato viene chiesto, utilizzando il software ZelioSoft2, di programmare in lin-guaggio a contatti lo schema elettrico che rispetti le seguenti condizioni:a) Alla pressione del pulsante di marcia si provoca l’avviamento del motore fresa con ilmetodo stella-triangolo temporizzato (t=3 sec).b) 2 secondi dopo il passaggio a triangolo si avvia automaticamente il motore dellapompa liquido refrigerante.c) L’impianto non può entrare in funzione o si arresta se viene a mancare il liquido refri-gerante. (Simulare il contatto del sensore presenza liquido con un ingresso a piacere)d) Prevedere segnalazione luminosa– del funzionamento a triangolo– della pompa liquido refrigerante– relè termico motore fresa– relè termico motore pompa 62 È compito del candidato scegliere il modulo zelio adatto alle specifiche richieste asse-gnando ingressi/uscite a piacimento e digitando per ciascuno il commento relativo alla fun-zione che svolge. Per la consegna del file attenersi alle seguenti specifiche:nome del file: cognome_nome_1destinazione file: cartella box del corso Tempo massimo disponibile per la realizzazione del programma: 1 ora e 30 minuti FASE DI PROGRAMMAZIONE - REALIZZAZIONE PROGRAMMADA SCHEMA - Al candidato viene chiesto di trasformare lo schema elettrico in allegato in linguaggio acontatti utilizzando il software ZelioSoft2. Per la consegna del file attenersi alle seguenti specifiche: pLC da utilizzare: ingressi e uscite: come da tabella allegataimpostazione tempo del timer: 2 secondinome del file: cognome_nome_2destinazione file: cartella box del corso Tempo massimo disponibile per la realizzazione del programma: 1 ora 63 64 1.3. Fase di esecuzione FASE DI ESECUZIONE Movimentazione braccio meccanico per lavorazione automatizzata Il candidato attenendosi allo schema elettrico fornito dovrà realizzare il cablaggio delquadro e della pulsantiera fornita. I componenti della pulsantiera devono essere posizionati rispettando la serigrafia adottata. Gli elementi del quadro sono già posizionati sul pannello forato di lavoro. Durante l’esecuzione si ponga attenzione alla qualità del lavoro, in particolare:– Alla pulizia dell’impianto.– Alla scelta dei passaggi migliori.– Alla cablatura curata.– Alla stabilità dei serraggi e delle connessioni.– All’utilizzo corretto dei segnafili. La seguente documentazione è così composta:• Circuito di potenza da cablare sul proprio pannello• Circuiti di I/O PLC Zelio• Circuito di segnalazione e interfaccia macchina• Pulsantiera• Sintesi morsettiere A cablaggio ultimato verrà caricato all’interno del PLC Zelio il software (realizzato dalcentro ospitante) di comando del braccio robotizzato e si eseguirà un ciclo operativo completoper verificare la funzionalità del quadro realizzato. Tempo massimo disponibile per effettuare il cablaggio: 12 ore. 65 Circu itodi poten zada cabla resul propr iopan nello. 66 Circu itidi I/OP LCZe lio. 67 Circu itidi I/OP LCZe lio. 68 Circu itodi segna lazion eein terfac ciam acchi na. 69 Pulsa ntiera . 70 71 Sistem imor settie re. 72 1.4. Fase di collaudo Il candidato al termine del cablaggio collauda il funzionamento del proprio quadro e dellapulsantiera, collegandolo al simulatore. Durante la fase di test il candidato dovrà dimostrare di aver padronanza del funzionamentodel dispositivo. Nel caso di test negativo sarà possibile ripeterlo dopo aver risolto il problema. Questonuovo collaudo comporterà via via il decurtamento dei punti finali. Tempo massimo disponibile per il collaudo: 4 ore 1.5. Fase di ricerca guasti Il candidato viene messo davanti ad un pannello precablato il cui impianto è quello ripor-tato nello schema qui sotto disegnato.L’impianto gestisce la teleinversione di un MAT con le seguenti particolarità: – Il ciclo può essere avviato attraverso i pulsanti SB1 o SB2(Avvio del motore in uno dei due sensi di marcia)– Una volta che il motore è stato avviato si può ottenere il cambio del senso di marcia del mo-tore in tre modi diversi:attraverso i pulsantiattraverso i finecorsa meccaniciattraverso i sensori di prossimità Il candidato all’azionamento dell’impianto potrà notare che ci sarà presente un’anomalia,che compromette il funzionamento del ciclo specificato nelle righe precedenti.Si richiede pertanto al candidato di ricercare il guasto che provoca tale anomalia e ripristinarlo. Tempo massimo disponibile per la ricerca guasti: 30 minuti. 73 2. schemi di montaggio 74 75 76 introduzione La Gara di Grafica ha consistito nella progettazione e realizzazione di un ottavo(1/8) copertinato a colori sul seguente tema: “I 150 anni della tipografia di don Bosco”.La prova consiste nello studio e nell’esecuzione dell’impaginazione dello stam-pato costituito da otto pagine.Queste le caratteristiche dello stampato:– formato rifilato chiuso: 20x20 cm;– quadricromia;– immagini e testi già forniti (non è necessaria la ricerca su Internet).Elementi da inserire obbligatoriamente nello stampato:a) tutti i testi consegnati;b) le foto n. 1-2-3-4 e una foto a scelta di don Bosco;c) logo del Concorso Nazionale dei settori CNOS-FAP;d) logo del CNOS-FAP e indirizzo Sede Nazionale;e) nome e cognome del candidato.Al termine della prova pratica l’allievo dovrà consegnare alla Commissione iseguenti elaborati:− il bozzetto dello stampato (inserire nome e cognome);− una stampa a colori con i segni di rifilo;− una stampa a colori cucito e rifilato.Gli indicatori di valutazione saranno:1. originalità delle scelte grafiche;2. leggibilità del prodotto;3. impatto della copertina;4. coerenza con il bozzetto eseguito;5. creatività (armonia grafica applicata).Strumenti a disposizioneI partecipanti hanno a disposizione una postazione di lavoro con la seguentedotazione:− suite Adobe CS e QuarkXPress;− stampante a colori (in comune);− scanner (in comune);− collegamento ad Internet (previa motivata richiesta al referente dell’aula);− materiale didattico per l’esecuzione manuale del bozzetto (fogli, matite, righelli). Settore: GRAFICO 77 1.1. Elementi da inserire obbligatorialmente nello stampato Ambiente stampa di fine ‛800 Legatori nei primi anni Foto n. 1 Foto n. 2 78 La nuova macchina da stampa nello stesso ambiente che fece costruire don Bosco Il Rettor Maggiore il giorno della Benedizione della nuova macchina da stampa Foto n. 3 Foto n. 4 Alcune attrezzature della tipografia di oggi:CTP, linea di brossurae linea del punto mettallico Nello stesso edificiosi svolge anche la formazione dei ragazzi Stampatori d’epoca L’edificio che ospita la tipografia sorge a fianco della basilica Bozzetto della SGS: edificio che sorge sotto lo sguardo di don Bosco Logo:Scuola Grafica Salesiana Logo:Scuola Grafica Salesiana 1.2.A ttribu zione della valuta zione dell’e labora to 85 Introduzione La Prova ha consistito nella realizzazione di parti di un assieme meccanico erelativo assemblaggio. È stata suddivisa in quattro fasi per un totale di circa 16-18 ore.– 1. Fase di disegno (2 ore): Rappresentare le viste necessarie di un particolarecon relativa quotatura, utilizzando il programma Autocad, partendo dal di-segno del complessivo.– 2. Fase di programmazione (2 ore): Questionario sulla programmazione in lin-guaggio ISO (con debito anticipo sarà mandata un’esemplificazione di questaprova, elaborata dal gruppo di lavoro stabilito al seminario, in maniera tale checiascuno possa avere chiaro quali saranno le competenze oggetto di verificanonché i sussidi su cui contare).– 3. Fase di esecuzione (10-12 ore): Realizzazione alle macchine tradizionalidelle parti previste seguendo il disegno consegnato. Conduzione delle mac-chine a controllo numerico.– 4. Fase di collaudo (2 ore): Montaggio dell’assieme e collaudo attraverso ilcontrollo dimensionale e la funzionalità operativa. Si allega la seguente documentazione: – Disegni tecnici; – Prova di programmazione. Settore: MECCANICO 86 1.dis egnit ecnic i Diseg no1 87 Diseg no2 88 Diseg no3 89 Diseg no4 90 Diseg no5 91 Diseg no6 92 Diseg no7 Diseg no8 93 94 Diseg no9 95 Diseg no10 96 Diseg no11 Diseg no12 Diseg no13 98 99 Diseg no14 100 Diseg no15 101 2. prova di programmazione i saLesiani per iL Mondo deL LaVoro:iV° ConCorso nazionaLe settore MeCCaniCo - 2011 Prova di CONTROLLO NUMERICO prova di controllo numerico SETTORE: IndustriaCOMPARTO: Metalmeccanico Codice corso: ....................................................................... allievo: ................................................................................. Cod. fiscale: ......................................................................... Prova di Controllo Numerico In questa prova vengono verificate le seguenti competenze:– Significato delle principali funzioni G e M– Significato di altre lettere usate in programmazione ISO– Principali cicli fissi– Assi di lavoro delle m.u. a c.n.c.– Punti di riferimento (zero pezzo/zero macchina)– Modifica/eliminazione di blocchi macchina di un programma dato di tornio e di fresatrice. 102 Descrizione delle modalità di verifica IL QUESTIONARIOIl questionario è composto da 20 domande. Ogni domanda è presentata in una videata indi-pendente. STRUTTURAZIONE DELLE DOMANDETutte le domande sono presentate nel seguente modo:– Parte superiore dello schermo (sfondo grigio chiaro): testo della domanda, eventualeimmagine, eventuale allegato.– Parte centrale dello schermo (sfondo grigio scuro): istruzione per la compilazione dellarisposta.– Parte inferiore dello schermo (sfondo bianco): spazio per la compilazione delle risposte,eventuale documento.– Parte inferiore dello schermo (sfondo grigio): pulsanti di navigazione, pulsante di confermadomanda e pulsante di uscita questionario. LA NAVIGAZIONEPer andare alla domanda successiva o alla domanda precedente fai un click sulle frecce pre-senti nella parte inferiore dello schermo (sfondo grigio).Puoi navigare liberamente tra le domande del questionario. CONFERMARE LE RISPOSTEPer confermare le risposte da te selezionate fai un clik sul tasto conferma presente nellaparte inferiore dello schermo (sfondo grigio).Quando una risposta è stata confermata appare una scritta in rosso nella parte inferioredestra dello schermo: “risposta confermata”Solo le risposte confermate valgono ai fini della valutazione. PER CAMBIARE UNA RISPOSTA GIÀ CONFERMATAPuoi cambiare in ogni momento le risposte già confermate. Il programma automaticamenteregistrerà i cambiamenti effettuati.Dopo un cambiamento non è necessario rischiacciare il tasto “conferma” se la risposta eragià stata confermata.Se comunque rischiacci il tasto “conferma” non c'è nessun problema. VISUALIZZARE L’IMMAGINE INGRANDITANel caso in cui sia presente un immagine nella parte superiore sinistra dello schermo è pos-sibile visualizzare il suo ingrandimento facendo un clik con il mouse sull’icona raffigurante una“lente di ingrandimento” presente a fianco dell’immagine. VISUALIZZARE GLI ALLEGATINel caso in cui siano presenti degli allegati alle domande è possibile visualizzarli facendoun click con il mouse sull’icona raffigurante un foglio di appunti presente sopra il testo della do-manda. VISUALIZZARE I DOCUMENTINel caso in cui siano presenti dei documenti da compilare nello spazio riservato alle risposteè possibile visualizzarli facendo un click con il mouse sull’icona raffigurante il documento. Per proseguire selezionare il tasto “conferma”. 103 domanda n. 1Qual è il significato della funzione G03?Scegli una risposta tra quelle proposte  Movimento circolare in senso orario Movimento circolare in senso antiorario Movimento in rapido lungo gli assi programmati Movimento lineare domanda n. 2Seleziona accanto a ciascuno dei cicli fissi la corrispondente sigla in codice ISO.Abbina agli inputs proposti una risposta utilizzando i menù a tendina Ciclo fisso di foratura  G81 G82 G83 G84 G85 G80Ciclo di Foratura profonda con scarico truciolo  G81 G82 G83 G84 G85 G80Ciclo di Maschiatura  G81 G82 G83 G84 G85 G80 104 domanda n. 3Quale compito ha la funzione M6 nel linguaggio ISO?Scegli una risposta tra quelle proposte  Abilitare la correzione raggio utensili Rotazione mandrino in senso orario Cambio automatico dell’utensile domanda n. 4Il punto di “ZERO-PEZZO”, in un sistema CN, è:Scegli una risposta tra quelle proposte  Un qualsiasi punto di riferimento dell’area di lavoro di una macchina CN Un punto che stabilisce il sistema di coordinate del pezzo in relazione al punto zero-macchina Un punto stabilito dal costruttore della macchina, rispetto al quale si devono posizionarei pezzi da lavorare Un punto scelto sul disegno in modo arbitrario domanda n. 5 Eseguire, indicandole a fianco del pro-gramma scritto, le modifiche necessarie perottenere un pezzo dove la misura del dia-metro “d” diventi di 30 mm e lo spallamento“L” di 50 mm. Abbina agli inputs proposti una risposta utilizzando i menù a tendina N30 G0 X35 Z1  ELIMINA N30 G0 X35 Z1N35 G1 Z-40 M8 F0.4  ELIMINA N35 G1 Z-50 M8 F0.4 N35 G1 Z-40 M8 F0.4N40 G0 X36 Z1  ELIMINA N40 G0 X36 Z1 N40 G0 X36 Z-2 105 N45 G0 X30  ELIMINA N45 G0 X30.5 N45 G0 X30N50 G1 Z-40  ELIMINA N50 G1 Z-40 N50 G1 Z-50N55 G0 X31 Z1  ELIMINA N55 G0 X31 Z1N60 G0 X25  ELIMINA N60 G0 X25 N60 G0 X30N65 G1 Z-40  ELIMINA N65 G1 Z-40 N65 G1 Z-50 F0.2N70 G0 X26 Z1  ELIMINA N70 G0 X26 Z1N75 G0 X20.5  ELIMINA N75 G0 X20.5N80 G1 Z-40  ELIMINA N80 G1 Z-40N85 G0 X22 Z1  ELIMINA N85 G0 X22 Z1N90 G0 X20  ELIMINA N90 G0 X20N95 G1 Z-40 F0.2  ELIMINA N95 G1 Z-40 F0.2N100 G1 X40.5  ELIMINA N100 G1 X40.5N105 G0 X80 Z10  ELIMINA N105 G0 X80 Z10N110 M9 M5  ELIMINA N110 M9 M5 106 domanda n. 6 Nella figura è illustrata la situazione di con-tornitura di un profilo. Indica quale funzioneprogrammare per abilitare la compensazioneraggio dell'utensile. Scegli una risposta tra quelle proposte  G40 G41 G42 G43 domanda n. 7 Qui accanto è riportata unaparte del programma CNCper l’esecuzione della finiturain contornitura della cava delparticolare da lavorare suCN. Completa i blocchi man-canti. Abbina agli inputs proposti una risposta utilizzando i menù a tendina N50  G0 z2 G0 X-30 Y0 G0 X0 Y0N60  G1 Z-5 G1 Z-6 G2 Z-11N70  G42 G41 G40 107 domanda n. 8Qual è il significato della funzione M04?Scegli una risposta tra quelle proposte  Rotazione mandrino in senso orario Rotazione mandrino in senso antiorario Stop rotazione mandrino domanda n. 9Qual è il significato della funzione G02?Scegli una risposta tra quelle proposte  Interpolazione circolare in senso orario Interpolazione circolare in senso antiorario Movimento in rapido lungo gli assi programmati Interpolazione lineare domanda n. 10Qual è il significato della funzione G40?Scegli una risposta tra quelle proposte  Attivare la compensazione raggio a sinistra del profilo da lavorare Attivare la compensazione raggio a destra del profilo da lavorare Disattivare la compensazione raggio utensile Compensare la lunghezza dell’utensile domanda n. 11Qual è il significato della funzione G80?Scegli una risposta tra quelle proposte  Ciclo fisso di filettatura Ciclo fisso di Alesatura Ciclo fisso di Maschiatura Cancellazione esecuzione di ciclo fisso 108 domanda n. 12Qual è il significato della funzione G01?Scegli una risposta tra quelle proposte  Interpolazione lineare Spostamento rapido degli assi Interpolazione lineare con avanzamento di lavoro Rotazione oraria del mandrino domanda n. 13Qual è il significato della funzione M3?Scegli una risposta tra quelle proposte  Rotazione antioraria del mandrino Rotazione oraria del mandrino Stop rotazione mandrino Attivazione erogazione del liquido refrigerante domanda n. 14Qual è il significato della funzione M30?Scegli una risposta tra quelle proposte  Fine del programma con ritorno al primo blocco Fine del programma Stop rotazione mandrino Stop erogazione del liquido refrigerante domanda n. 15Qual è il significato della funzione M09?Scegli una risposta tra quelle proposte  Arresto esecuzione programma Fine del programma Stop rotazione mandrino Stop erogazione del liquido refrigerante 109 domanda n. 16Secondo le norme ISO, gli assi principali di avanzamento di una macchina CN sono designaticon le lettere X,Y, Z, gli ulteriori assi con quali lettere vengono designati?Scegli una risposta tra quelle proposte  U, V, W A, B, C R, S, T K, J, Q domanda n. 17Qual è il significato della lettera “T” nella programmazione ISO?Scegli una risposta tra quelle proposte  Definire l’utensile per la lavorazione Definire la coordinata T di spostamento Selezionare la gamma di velocità Coordinata angolare attorno all’asse T domanda n. 18Nella programmazione ISO cosa indica la lettera F?Scegli una risposta tra quelle proposte  La forma dell’utensile utilizzato per la lavorazione La velocità di avanzamento espressa in mm/min o mm/giro Una funzione preparatoria La velocità di rotazione del mandrino espressa in giri/minuto domanda n. 19Individua, tra le seguenti soluzioni, quella prevista dalle norme ISO 841.Scegli una risposta tra quelle proposte     110 domanda n. 20Scegli il “Punto di Registrazione” su cui si faranno le misure da rilevare per essere memorizzatenella tabella correttori-utensili.Scegli una risposta tra quelle proposte     111 QuaLiFiCa serraMentista Il giorno 10 maggio 2011 presso il CFP Valdocco di Torino, si sono svolte le prove orga-nizzate dai formatori del comparto. Le prove si articolavano in un questionario tecnico, in unafase di progettazione, in una fase di dimensionamento per la distinta di taglio, una fase il taglio ela lavorazione dei vari profili e, infine, il montaggio del serramento con i relativi accessori. Gli allievi, diagnosticato il guasto, hanno dovuto eseguire anche le opportune procedure ri-parative con l’ausilio dei manuali di assistenza tecnica e attrezzature di diagnosi. 1 - Fase di progettazione- Questionario - Il candidato risponda alla serie di quesiti tecnico professionali a risposta chiusa. Si tenga presente che:– la risposta corretta vale 4 punti;– la risposta non data (NON SO) vale 0 punti;– la risposta errata vale -1 punto. Tempo massimo disponibile per rispondere al questionario: ½ ora Il questionario verrà somministrato attraverso una piattaforma on-line a cui si potrà acce-dere dal sito extranet.cnosfap.net utilizzando il nome utente e la password qui sotto riportati. Allievo: «Cognome»«nome»Username: «username»Password: «password» domanda n. 1 - abbinaAd ogni angolo qui sotto disegnato indica qual è il valore della sua ampiezza. ANGOLO 1 Angolo 145 gradi 10060 gradi 090 gradi 0180 gradi 0 ANGOLO 2 Angolo 245 gradi 060 gradi 10090 gradi 0180 gradi 0 ANGOLO 3 Angolo 345 gradi 060 gradi 090 gradi 100180 gradi 0 ANGOLO 4 Angolo 445 gradi 060 gradi 090 gradi 0180 gradi 100 112 domanda n. 2 – abbinaAlle figure disegnate abbina il nome corretto. FIGURA 1 FIGURA2 FIGURA 3 FIGURA 4 Figura 1Triangolo rettangolo 0Rettangolo 0Triangolo equilatero 0Quadrato 100 Figura 2Triangolo rettangolo 0Rettangolo 0Triangolo equilatero 100Quadrato 0 Figura 3Triangolo rettangolo 100Rettangolo 0Triangolo equilatero 0Quadrato 0 Figura 4Triangolo rettangolo 0Rettangolo 100Triangolo equilatero 0Quadrato 0 domanda n. 3 – elenco (1 scelta)Indica quali sono i mezzi di protezione della testa, degli occhi, delle mani e dei piedi.Passamontagna, cappuccio, berretto, sciarpa, occhiali da sole. 0Elmetto, occhiali, maschere, guanti e scarpe di sicurezza. 100Pantaloni a zampa d’elefante, jeans, pantaloni alla zuava. 0 domanda n. 4 – elenco (1 scelta)Chi è il medico competente che cura la sorveglianza sanitaria e da chi è nominato?È un medico generico, nominato dagli operai. 0È un medico specialista, nominato dalla ASL. 0È un medico specialista, nominato dal datore di lavoro. 100È un medico generico, nominato dai sindacati. 0 domanda n. 5 – elenco (1 scelta)In quale anno l’alluminio è stato scoperto?1000 01807 1001400 0200  0 domanda n. 6 – elenco (1 scelta)Come vengono realizzate le barre di alluminio?Laminazione. 0Fusione. 0Estrusione. 100 113 domanda n. 7 – elenco (1 scelta)A che temperatura sono scaldate le billette di alluminio nel processo di estrusione?550° 100700° 0400° 0900° 0 domanda n. 8 – elenco (1 scelta)Qual è la temperatura di fusione dell’alluminio?660°  100700°  01800° 0900°  0 domanda n. 9 – elenco (1 scelta)Quale tra le seguenti tipologie di serramenti si utilizza maggiormente nei bagni e in cucina?Fisso 0Scorrevole 0Sporgente 0Anta ribalta 100 domanda n. 10 – elenco (1 scelta)Indicare quale sistema di tenuta è più efficace?A doppia battuta 0A giunto aperto 100A giunto chiuso 0 domanda n. 11 – elenco (1 scelta)Per quale ragione i profilati a taglio termico sono impiegati?Perché sono più belli 0Perché costano di più 0Perché hanno un buon isolamento termico 100 domanda n. 12 – elenco (1 scelta)Quel è il vetro più indicato da utilizzare in un serramento a taglio termico?Vetro semplice da 4 mm 0Vetro stratificato 4/4 0Vetro camera 4/12/4 100 domanda n. 13 – elenco (1 scelta)Quali di questi vetri è di sicurezza?Vetro camera 4/12/4 0Vetro camera 4+4/12/4+4 100Vetro stampato C5 0 domanda n. 14 – elenco (1 scelta)Qual è il materiale isolante utilizzato nel taglio termico?Vetroresina 0Poliammide 100PVC 0Lana di roccia 0 114 domanda n. 15 – elenco (1 scelta)Per realizzare un’anta ribalta qual è la larghezza minima che deve avere tale anta?200 mm 0350 mm 100615 mm 0750 mm 0 domanda n. 16 – elenco (1 scelta)Per il corretto montaggio del maniglione antipanico la porta deve aprirsi verso:L’esterno 100L’interno 0È indifferente 0 domanda n. 17 – elenco (1 scelta)Per intestare la fascia e lo zoccolo quale macchina si deve usare?Trapano 0Troncatrice 0Pantografo 0Intestatrice 100 domanda n. 18 – elenco (1 scelta)Il taglio dei ferma vetri arrotondati va fatto a:45 gradi 10090 gradi 0130 gradi 0Indifferente 0 domanda n. 19 – elenco (1 scelta)A cosa serve la livella?Per intestare i traversi 0Per tagliare i profili alla stessa misura 0Per la posa dei serramenti 100 2 – Fase tecnica di progettazione e prova pratica di laboratorio Il candidato esegua il progetto di un serramento in alluminio avente le seguenti caratteri-stiche:• Finestra a un battente con antaribanta apertura a destra e telaio a Z.• Serie profilati in alluminio – Domal Stopper PG.• Sistema di tenuta – Giunto Aperto.• Dimensione finestra – Lv 614 Hv 857.• Vetro camera 4/12/4.• Altezza maniglia – Hc 350.• Utilizzare accessori di posa assemblaggio Domal.• Antaribanta 150 fulcro verticale della Savio.• Guarnizioni: in base a quanto consigliato dal sistema. Accoppiamento angoli Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3TelaioAnta Tasselli di registro Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Posizione e montaggio Collaudo Misura Misura rilevata Errore max. 115 Elaborati da svolgere• Prova tecnica: tempo assegnato 2 ore.Disegno del prospetto in scala 1:4, completamento delle sezioni con l’inserimento dei co-dici dei profili e quote mancanti, scheda di taglio, elenco accessori, elenco guarnizioni. • Prova pratica di laboratorio: tempo assegnato 6 ore.Esecuzione del serramento sopra richiesto e compilazione scheda di collaudo. 2.1. Scheda di collaudo Elaborato: Finestra a un battente Anta - Ribalta allievo data: Telaio verticale dxTelaio verticale sxTelaio orizz. sup.Telaio orizz. inf.Anta verticale dxAnta verticale sx Anta orizz. sup.Anta orizz. inf. 0- 0,5 = 10,5 – 1 = 0,5> 1 = 0 Drenaggio acqua Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Posizione e lavorazione Areazione vetro Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Traverso inf. anta Accoppiamento Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Telaio - Anta Lavorazione squadretta Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3TelaioAnta Totale /100 Funzionalità e finitura estetica e del serramento Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3 116 Taglio e montaggio guarnizioni Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Centrale telaioBattuta antaInterna fermavetro Montaggio cerniera Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Telaio - Anta Astine chiusura Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Lunghezza e funzionalità Incontri di chiusura Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Posizione e regolazione Fermavetri Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Taglio e montaggio Regolazione forbice Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Traverso sup. ante Questionario Progetto CostruzioneRiepilogo valutazioni /100 /100 /100 Cremose Sufficiente 1 Discreto 2 Corretto 3Posizione montaggio e funzionalità Verifica del sormonto: misura dello scuretto Misura Misura rilevata Errore max.Montaggio dx 5Montante sx 5Traverso sup. 5Traverso inf. 5 0- 0,5 = 30,5 – 1 = 1> 1 = 0 Valutazione finale /100 117 Serie utilizzata:Tipologia serramento:Tipo di apertura:Tipo di tenuta:Senso di apertura:Vetro:Dimensione vano: Lv = Hv = Misure del serramento: L = H = 2.2. Distinta di taglio Caratteristiche del Serramento Distinta di taglio Vetro Guarnizioni Descrizione Codice Formula Quota Taglio N°Montante TelaioTraverso TelaioMontante antaTraverso antaMontante fermavetroTraverso fermavetroAsta sagomata ribaltaAsta ribanta AAsta ribanta B mt.mt.mt.mt. 118 Descrizione Codice QuantitàAccessori 119 120 121 Introduzione La prova del Concorso 2011 del settore turistico alberghiero ha interessato 3aree principali: 1. cucina (compresa di ricerca storica);2. problema matematico: merceologico (proporzioni e calcolo della caloria);3. Traduzione di una ricetta dall’inglese. Settore: TURISTICO ALBERGHIERO 1. gara di Cucina Regolamento - Ogni concorrente dovrà presentare un capolavoro sul tema del concorso: “150 anni dell’Unità d’I- talia”, utilizzando ricette dell’epoca e prevedendo una spesa per le materie prime inferiore a 30 euro, l’economicità del piatto farà parte della valutazione. - La scheda ricetta con gli ingredienti inclusi, il calcolo calorico, il calcolo nutrizionale e foto del ca- polavoro con la richiesta del materiale inclusa, dovrà pervenire all’istituto organizzatore entro il 30/03/2011 per consentire l’approvvigionamento. - Il capolavoro dovrà essere compreso di ricerca storica che verrà presentata con un power-point. Il concorrente porterà gli ingredienti che la sede organizzatrice non è in grado di reperire. Il concor- rente dovrà indossare in loco la divisa che porterà a seguito, (divisa e presentazione sono parti in- tegranti del punteggio finale). - Ogni concorrente dovrà presentare un piatto da esposizione (segnaposto) e 5 assaggi in piatti singo- li (piatti da dessert). - Tutte le preparazioni dovranno essere confezionate nel laboratorio messo a disposizione per la pro- va, qualsiasi preparazione portata dal concorrente già pronta comporterà la squalifica. - I concorrenti dovranno presentarsi il giorno e a l’ora stabilita per la prova provvisti di divisa com- pleta, senza segni distintivi, che indosseranno in loco. (La mancanza totale o parziale di elementi della divisa comporteranno squalifica o penalizzazione, a discrezione della giuria). - I candidati entreranno e lavoreranno da soli nel laboratorio ed è assolutamente vietato l’ingresso o la sosta nelle vicinanze degli accompagnatori o rappresentanti dell’istituto. - In cucina per eventuali problemi o richieste ci saranno gli assistenti tecnici dell’istituto ospitante. - Non è ammesso nessun ingrediente che non è stato indicato nella ricetta, la non osservanza consta una penalizzazione. - Gli allievi hanno a disposizione per la prova 4 ore, il turno di uscita verrà comunicato al concorren- te per tempo, in caso di ritardo nell’uscita verrà applicata una penalizzazione di 2 punti ogni 5 mi- nuti, dopo 30 minuti il concorrente verrà squalificato. - Lo sperpero dei prodotti o l’uso improprio verrà penalizzato dalla giuria. - Lo sforamento del costo pasto previsto verrà penalizzato dalla giuria. - I concorrenti devono provvedere autonomamente alla coltelleria e alla utensileria specifica. - Al termine della preparazione ogni concorrente dovrà lasciare completamente in ordine la propria postazione. 122 La Giuria - La giuria è composta da una commissione di cinque giudici, esperti del settore.- La giuria ha il compito di valutare ogni singolo concorrente nel rispetto delle indicazioni e dei punteggi riportati da questo regolamento e delle schede di valutazione. - Le decisioni della giuria sono definitive e incontestabili; non sono ammessi ricorsi. Premi e riconoscimenti - La classifica verrà stilata in base ai punteggi riportati nelle varie fasi, sommati tra loro. - Il concorrente o i concorrenti che otterranno il punteggio maggiore, sarà o saranno procla- mati vincitori. - Il punteggio riportato nella gara verrà menzionato durante l’esame di qualifica. - In cucina saranno presenti i commissari che saranno garanti della regolarità della gara, dell’applica- zione del regolamento e daranno i punteggi ad ogni singolo partecipante in base alla presentazione personale, organizzazione del lavoro e tecniche di preparazione. Punteggio che sarà sommato agli altri, cioè schede, presentazione e gusto. - Non si potranno usare i telefonini durante la prova. - Le foto verranno realizzate da fotografo autorizzato (su richiesta verranno fornite le foto o altro agli istituti partecipanti). - A parità di punteggio il premio sarà riconosciuto al candidato più giovane e alla ricetta più economica. - l’organizzazione metterà a disposizione dei concorrenti un laboratorio provvisto delle seguenti grandi attrezzature (cucina, cuoci pasta, friggitrice, forno statico, forno termoconvenzione – vapo- re, microonde piccolo, abbattitore, piastra, sottovuoto da banco (no sacchetti per cottura solo per conservazione, pentolame vario), piatti bianchi per presentazione di 28/30 cm. I piatti per la presentazione saranno per tutti i concorrenti uguali e forniti dall’istituto ospitante. Solo l’utensileria specifica e la coltelleria è a carico dell’allievo partecipante. 123 2. Prova teorica 2.1. Prova di inglese Traduci la ricetta in lingua italiana TIRAMISÙ Ingredients – 300 g Savoiardi biscuits – 450 g Mascarpone cheese – 3 egg whites – 5 egg yolks – 150 g sugar – 1 to 2 cups cold espresso coffee – 1/2 cup brandy – Bitter cocoa powder – Vanilla essence, 4 drops Directions 1. Whisk the egg yolks with the sugar and vanilla essence. 2. Add the mascarpone cheese and mix well together. 3. Beat the withes firmly, then add to the first mixture. 4. Mix the coffee and the Brandy. 5. Put in rectangular dish a layer of cream then a layer of biscuits dipped in the cold coffee. Probably the best number of layers is five (three cream, two biscuits, alternating). 6. Sprinkle cocoa on the top and refrigerate for at least 2 – 3 hours. 2.2. Prova di matematica – Prova di merceologia Prova di matematica: Adatta gli ingredienti di questa ricetta per 13 persone. Prova di merceologia: Calcola le calorie della ricetta per singola persona utilizzando le tabelle fornite nelle quali le calorie sono riferite a 100 gr di alimento. Per gli alimenti la cui quantità è in “ML” si considerano comunque espressi in “GR”. INSALATA ALLA NIZZARDA • 300 gr di fagiolini • 200 gr di tonno sott’olio • 300 gr di pomodori • 250 gr di patate • 150 gr di lattuga • 80 gr di olive nere • 150 gr uova sode (3 circa) • 50 gr filetti di acciuga sott’olio • 10 ml cucchiaio di aceto di vino bianco • 20 ml olio extra vergine di oliva • 2 gr basilico fresco • Sale e pepe q.b. 124 2.3. Griglia di valutazione Criteri Gusto Completezza Correttezzanel dosaggio Rispetto dei tempi Precisione edestrezzanell’utilizzo deglistrumenti e delletecnologie Correttezzanella cotturao nellamiscelazione Relazione con iformatori e le altrefigure adulte FoCus deLL’osserVazione1-2 Il prodotto è gravemente carente tanto da comprometterne il gusto3-4 Il prodotto presenta lacune che ne rendono poco gradevole il gusto5-6 Il prodotto presenta un gusto sufficientemente accettabile7-8 Il prodotto è funzionale secondo i parametri di accettabilità piena 9-10 Il prodotto è eccellente dal punto di vista della funzionalità1-2 Il prodotto è gravemente incompleto 3-4 Il prodotto presenta lacune circa la completezza 5-6 Il prodotto si presenta completo in modo essenziale 7-8 Il prodotto è completo secondo i parametri di accettabilità piena 9-10 Il prodotto è eccellente dal punto di vista della completezza1-2 L’esecuzione del prodotto presenta gravi lacune dal punto di vista dellacorrettezza dell’esecuzione 3-4 Il prodotto presenta lacune relativamente alla correttezza dell’esecuzione 5-6 Il prodotto è eseguito in modo sufficientemente corretto 7-8 Il prodotto è eseguito correttamente secondo i parametri di accettabilità 9-10 Il prodotto è eccellente dal punto di vista della corretta esecuzione1-4 Il periodo necessario per la realizzazione è più ampio rispetto a quanto indicato e l’allievo ha disperso il tempo a disposizione 5-7 Il periodo necessario per la realizzazione è di poco più ampio rispetto aquanto indicato e l’allievo ha utilizzato in modo efficace – se pur lento – iltempo a disposizione 8-10 Il periodo necessario per la realizzazione è conforme a quanto indicatoe l’allievo ha utilizzato in modo efficace il tempo a disposizione1-2 L’allievo utilizza gli strumenti e le tecnologie in modo assolutamente inadeguato 3-4 L’utilizzo degli strumenti e delle tecnologie rivela lacune 5-6 L’allievo gestisce strumenti e tecnologie in modo minimamente corretto7-8 L’allievo gestisce strumenti e tecnologie in modo conforme ai parametri 9-10 L’utilizzo di strumenti e tecnologie avviene in modo eccellente1-2 L’esecuzione del prodotto presenta gravi lacune dal punto di vista dellacorrettezza dell’esecuzione 3-4 Il prodotto presenta lacune relativamente alla correttezza dell’esecuzione 5-6 Il prodotto è eseguito in modo sufficientemente corretto 7-8 Il prodotto è eseguito correttamente secondo i parametri di accettabilità 9-10 Il prodotto è eccellente dal punto di vista della corretta esecuzione1-2 L’allievo non si relaziona affatto in modo corretto con gli adulti 3-4 L’allievo presenta lacune nella cura delle relazioni con gli adulti 5-6 Nelle relazioni con gli adulti l’allievo manifesta una correttezza essen-ziale 7-8 L’allievo si relaziona con gli adulti adottando un comportamento piena-mente corretto 9-10 L’allievo entra in relazione con gli adulti con uno stile aperto e costruttivo Voto Segue 125 Superamento delle crisi Capacitàcomunicative edespressive Uso del linguaggiotecnico-professionale Igiene Organizzazionedella postazione dilavoro Innovazione 1-2 L’allievo di fronte alle crisi si demoralizza e non procede oltre 3-4 Nei confronti delle crisi l’allievo entra i confusione e chiede aiuto aglialtri delegando a loro la risposta 5-6 Nei confronti delle crisi l’allievo mette in atto una tattica che mira al superamento minimale delle difficoltà 7-8 L’allievo è in grado di affrontare le crisi con una strategia di richiesta diaiuto e di intervento attivo 9-10 L’allievo si trova a suo agio di fronte alle crisi ed è in grado di scegliere tra più strategie quella più adeguata e stimolante dal punto divista degli apprendimenti1-2 L’allievo è gravemente impacciato nella comunicazione 3-4 L’allievo comunica utilizzando un lessico povero e termini operativi 5-6 L’allievo comunica utilizzando un lessico essenziale e mirando ad unacomunicazione minimale 7-8 L’allievo mostra una capacità comunicativa ed espressiva adeguata al compito da rappresentare 9-10 Manifesta un’eccellente capacità comunicativa ed espressiva1-2 L’allievo non possiede un lessico tecnico-professionale 3-4 Presenta lacune nel linguaggio tecnico-professionale 5-6 Mostra di possedere un minimo lessico tecnico-professionale 7-8 La padronanza del linguaggio tecnico-professionale da parte dell’allievo èsoddisfacente 9-10 L’allievo possiede una ricchezza lessicale tecnico-professionale e lautilizza in modo eccellente1-2 Il comportamento in laboratorio presenta gravi lacune dal punto di vistaigienico 3-4 Il comportamento in laboratorio presenta lacune dal punto di vista igienico 5-6 Il comportamento in laboratorio è eseguito sufficientemente dal punto divista igienico 7-8 Il comportamento in laboratorio è eseguito correttamente dal punto di vista igienico 9-10 Il comportamento in laboratorio è eccellente dal punto di vista igienico1-2 La postazione di lavoro è totalmente disorganizzata 3-4 La postazione di lavoro non è organizzata in modo funzionale5-6 La postazione di lavoro è sufficientemente organizzata7-8 La postazione di lavoro è correttamente organizzata9-10 La postazione di lavoro è eccellente dal punto di vista organizzativo e funzionale1-2 Il prodotto non presenta elementi innovativi 3-4 Il prodotto presenta insufficienti elementi innovativi 5-6 Il prodotto presenta sufficienti elementi innovativi 7-8 Il prodotto presenta numerosi elementi innovativi 9-10 È chiaramente un prodotto innovativo Segue Segue 126 Creatività Autovalutazione 1-2 L’allievo non esprime nel prodotto alcun elemento di creatività 3-4 L’allievo realizza in modo meccanico il prodotto con rari spunti creativi 5-6 L’allievo manifesta talvolta spunti creativi nel prodotto realizzato 7-8 L’allievo è in grado di adottare soluzioni creative soddisfacenti nella rea-lizzazione del prodotto 9-10 L’allievo realizza in modo creativo il prodotto1-2 L’allievo non procede ad alcuna valutazione del suo lavoro 3-4 La valutazione del lavoro avviene in modo lacunoso 5-6 L’allievo svolge in maniera minimale la valutazione del suo lavoro e gliinterventi di correzione 7-8 L’allievo è in grado di valutare correttamente il proprio lavoro e di inter-venire per le necessarie correzioni 9-10 L’allievo dimostra di procedere con una costante attenzione valutativadel proprio lavoro e mira al suo miglioramento continuativo Segue 127 1. prova di cultura Il Concorso nazionale Area Cultura e Inglese, tenutosi a Torino dal 10 al 13maggio 2011 presso il CFP “Colle Don Bosco”, ha visto la sua seconda edizione.Ecco l’elenco delle prove: – Prova scritta in lingua italiana: “I 150 anni dell’Unità d’Italia”.– Composizione di un cartello ne: “La storia dell’Unità d’Italia con i riferimentiterritoriali”.– Gara di cultura nelle aree: Comunicazione, Cittadinanza, Etica-Religiosa, La-voro, Economia.– Prova orale in lingua inglese: “Introducing my self-Presentazione CV”. 1.1. Prova scritta in lingua italiana Prova scritta in lingua italiana: Esponi i principali avvenimenti storici nella formazione dello Stato Italiano,dalla situazione del 1815 alla proclamazione di Roma Capitale ed esprimi le tueconsiderazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Area: CULTURA e INGLESE Cognome nome Criteri di valutazione Completezza10 L’elaborato è gravemente incompleto30/40 L’elaborato presenta lacune circa la completezza50/60 L’elaborato si presenta completo in modo essenziale70/80 L’elaborato è completo secondo i parametri di accettabilità piena90/100 L’elaborato è eccellente dal punto di vista della completezzaContenuti10/20 I contenuti risultano slegati da una contestualizzazione storica definita30/40 I contenuti presentano una contestualizzazione storica approssimativa50/60 I contenuti presentano una contestualizzazione storica essenziale70/80 I contenuti risultano essere contestualizzati storicamente90/100 I contenuti risultano essere perfettamente contestualizzati storicamente dimostrandouna conoscenza ampia degli avvenimenti trattati 1.2. Composizione di un cartellone grafico Rappresenta graficamente la formazione dello Stato Italiano, dalla situa-zione del 1815 alla proclamazione di Roma Capitale e i 150 anni dell’Unità d’Italia, inserendo eventuali riferimenti storici legati al tuo territorio. 128 rispetto dei tempi30/40 Il periodo necessario per la realizzazione è più ampio rispetto a quanto indicato50/70 Il periodo necessario per la realizzazione è di poco più ampio rispetto a quanto indicato80/100 Il periodo necessario per la realizzazione è conforme a quanto indicato Correttezza (ortografia / grammatica / sintassi)–5 per ogni errore riguardante l’ortografia–10 per ogni errore grammaticale e/o di sintassi • ELEMENTI DI VALUTAZIONE: – Coerenza storica– Completezza narrativa – Creatività e originalità– Presentazione elaborato • GRIGLIA di VALUTAZIONE:Elementi PunteggioCoerenza storica ……./25 puntiCompletezza ……./25 puntiCreatività e originalità ……./25 puntiPresentazione elaborato ……./25 puntiPUNTEGGIO FINALE ……/100 punti allievo CFp 129 1.3. Gara di cultura In questa prova gli allievi hanno completato un questionario contenete quesitisu 5 aree: Comunicazione, Cittadinanza, Etica-Religiosa, Lavoro, Economia. Area: Linguaggi - Comunicazione Risposta Punteggio V/F a) b) c) 1. In un quotidiano “l’articolo di fondo” esprime:a) un commento inutile;b) l’opinione del quotidiano;c) una specialità dello sci.2. Il canale è il mezzo attraverso cui avviene la comunicazione3. Il linguaggio verbale si fonda sui segni4. Il destinatorio è colui che manda il messaggio5. Il complemento oggetto indica la persona, l’animale o la cosa che compie l’azione 6. Gli elementi fondamentali di un testo argomentativo sono:a) tesi - argomenti a sostegno - conclusione;b) intruduzzione - svolgimento - conclusione;c) fabula e intreccio.7. Facebook è un social network che si occupa di libri in formato elettronico.8. Il termine “verismo” in letteratura si riferisce a:a) vere commedie sentimentali;b) fatti realmente accaduti;c) racconti di fantasia.9. La letteratura contemporanea riguarda il:a) il 1700;b) il 1800;c) il 1900.10. Indica l’autore dell’opera letteraria “I promessi sposi”: a) Dante Alighieri;b) Alessandro Manzoni;c) Andrea Camilleri. 130 Area: Cittadinanza/storica Risposta Punteggio V/F a) b) c) 1. La Costituzione della Repubblica Italiana entra in vigore:a) nel 1848;b) nel 1945;c) nel 1948.2. Indica tre diritti dei cittadini scritti nella Costituzione Italiana:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................3. Indica tre doveri dei cittadini scritti nella Costituzione Italiana:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................4. I compiti principali della Corte Costituzionale sono:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................5. Indica tre organi istituzionali dell’Unione Europea:a) ..............................................................;b) ..............................................................;c) ...............................................................6. Nel 1815, subito dopo il Congresso di Vienna, l’Italia era:a) un unico Stato Repubblicano;b) un unico Stato Monarchico;c) nove diversi Stati.7. La prima guerra d’Indipendenza scoppiò nel:a) 1838;b) 1848;c) .18598. Lo sbarco dei Mille avvenne a:a) Palermo;b) Reggio Calabria;c) Marsala. 9. La prima capitale del Regno d’Italia fu:a) Milano;b) Roma;c) Torino.10. Il Regno d’Italia fu proclamato: a) il 2 giugno del 1946;b) il 17 marzo 1861;c) il 25 aprile 1871. 131 Area: etica/religiosa Risposta Punteggio V/F a) b) c) 1. Templi, costruzioni religiose grandiose, “divinità”, religioni, sono sorti anche prima della nascite di Cristo2. L’Apocalisse è un libro della Bibbia3. Gli autori dei quattro Vangeli sono:a) .......................; b) .......................; c) .......................; d) .......................; 4. Le grandi religioni monoteiste sono:a) .......................; b) .......................; c) .......................; d) .......................; 5. Il termine “Quaresima” indica:a) Quaranta anni;b) Quaranta gioni;c) Quaranta settimane.6. La Dottrina Sociale della Chiesa è:a) un libro del nuovo testamento;b) un libro dell’antico testamento;c) un insieme di insegnati dottrinali di rilevanza sociale.7. La Bibbia è il libro sacro della religione:a) Indù;b) Cristiana;c) Islamica.8. Don Bosco è morto a Torino nel:a) 1788;b) 1888;c) 1988.9. La frase famosa che racchiude la missione educativa di Don Bosco è:............................................................................................................................................................10. Il primo successore di Don Bosco è stato: a) Domenico Savio;b) Don Rua;c) Don Ricaldone. 132 Area: Lavoro Risposta Punteggio V/F a) b) c) 1. La costituzione contiene principi fondamentali che trattano di lavoro2. Il rapporto di lavoro subordinato inizia con:a) la lettera di presentazione;b) la lettera di assunzione;c) la presentazione del Curriculum.3. Le parti che firmano un contratto collettivo nazionale di lavoro sono:a) ..............................................; b) ............................................... 4. Il licenziamento del dipendente può avvenire per:a) ..............................................; b) ............................................... 5. Le principali pensioni erogate dell’INPS sono:a) ........................................; b) ........................................; c) .........................................6. Gli anni di contribuzione minimi necessari per il diritto alla pensione sono:a) 5;b) 10;c) 20.7. Nel lavoro la malattia professionale si contrae per una causa:a) violenta;b) improvvisa;c) lenta e progressiva.8. Gli infortuni sul lavoro sono assicurati da:a) Servizio Sanitario Nazionale;b) INAL;c) INPS.9. La prevenzione degli infortuni sul luogo di lavoro è:a) un obbligo per l’Ufficio per l’Impiego;b) un obbligo per il Sindaco;c) un obbligo per il datore di lavoro.10. Nella retribuzione mensile la paga – base è stabilita dal: a) livello di anzianità;b) livello contrattuale;c) livello scolastico. 133 Area: economica Risposta Punteggio V/F a) b) c) 1. Il P.I.L. di uno Stato è:a) il Prodotto degli Interessi Locali;b) il Prodotto Interno Lordo;c) il Prodotto Nazionale Lordo.2. I soggetti del circuito economico sono:a) il Ministro del lavoro e il Ministro dell’economia;b) lo Stato e i dotori di lavoro;c) le famiglie, le imprese, lo Stato e il resto del mondo.3. Un organigramma è la direzione di un’impresa pubblica.4. La dicitura S.n.c. significa:a) Società nazionale per il commercio;b) Società in nome collettivo;c) Società non controllata.5. Il profitto è la somma di costi e ricavi.6. L’IRPEF è:.............................................................................................................................................................6. L’IVA è:.............................................................................................................................................................8. L’inflazione è:a) la diminuzione del risparmio;b) la diminuzione dei consumi;c) l’aumento generalizzato dei prezzi di tutti i beni con perdita del potere di acquisto della moneta.9. Il monopolio è un mercato dove ci sono molti venditori e pochi compratori.10. Le aziende e i sevizi pubblici sono a carico dello Stato. 1.4. Prova orale in lingua inglese In questa prova agli allievi è stato richiesto di descrivere se stessi e il proprioCV in lingua inglese. Di seguito si allega il testo della prova e la scheda conte-nente i criteri di valutazione. INTRODUCING MYSELF PRESENTAZIONE CV IN INGLESE • scheda di colloquio 134 GRIGLIA di VALUTAZIONE: Comprensione della domanda Punteggio ……./20 puntirisposta concettualmente esatta Punteggio ……./20 punti Correttezza grammaticale (coordinazione verbo-soggetto-tempo verbale, plurali…) Punteggio ……./20 punti speaking fluency Punteggio ……./40 punti punteggio FinaLe /100 punti allievo CFp domande:.......................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................ 135 Introduzione La Gara di Informatica è stata suddivisa in tre fasi per un totale di circa 5 ore.– Fase di risposta ai quesiti tecnico-professionali (1 ora): è stata verificata la co-noscenza delle informazioni di base che regolano l’uso di applicazioni front-office (vedi paragrafo 1);– Fase di esecuzione (6 ore): risoluzione operativa del caso di studio utilizzandointernet, elaboratore testi, foglio di calcolo e strumenti di presentazione (vediparagrafo 2);– Fase di presentazione (2 ore): l’allievo ha presentato l’elaborato svolto allacommissione illustrandone la soluzione e le motivazione di alcune scelte. 1. Prova pratica Area: INFORMATICA PremessaSiete il/la produttore/trice di una rete televisiva. In occasione dei 150 anni dell’Unità d’I-talia, siete incaricati/te dal presidente della vostra rete di predisporre una trasmissione daltitolo “Le interviste impossibili” in cui andrete ad intervistare virtualmente un personaggiosignificativo della storia d’Italia e di preparare alcuni documenti relativi alla presentazionedell’evento. Vi si chiede di organizzare il tutto in modo che alla riunione con i giornalisti, lapresentazione risulti più accattivante possibile. Le interviste impossibiliIn qualità di produttore/trice ricevi tramite e-mail l’incarico di programmare ed organizzare laconferenza stampa di presentazione dell’evento. È tuo compito predisporre, nel rispetto di al-cune indicazioni fornite dalla direzione (vedi Disposizioni della Direzione):• Creazione del logo della propria rete televisiva (logo che è possibile creare dal sitowww.logomaker.com).• Un preventivo (utilizzando Excel) relativo alle uscite ed alle entrate che si pensa di averenell’arco di tutto l’evento.• La lettera di invito per i partecipanti VIP alla partecipazione del programma televisivo (uti-lizzando Word) dove venga specificato in linee generali la modalità di organizzazione del-l’evento. • Una breve presentazione dell’evento e del personaggio intervistato (utilizzando Power-Point) che possa accattivare l’interesse dei giornalisti, presentando anche il luogo dove si èscelto di ambientare la trasmissione.• La stampa di tutti i documenti prodotti.• Il salvataggio dei file. disposizioni della direzione (inviate tramite e-mail)Inventare il nome della propria rete televisiva.Il Logo creato deve essere inserito nella lettera, nel preventivo e nella presentazione.Nel preventivo devi considerare: l’affitto del luogo della trasmissione per i 3 giorni necessarialla realizzazione della puntata, il costo del viaggio di tutti i partecipanti e della squadra di ri-presa, l’incasso degli sponsor e delle pubblicità … inoltre puoi inserire tutte le voci che ri-tieni necessario inserire all’interno del preventivo. strumenti a disposizionePersonal computer, applicativi per office automation, collegamento internet, stampante. n.b. Nella valutazione della prova si tiene conto dell’efficacia della ricerca e della presenta-zione grafica del materiale. 136 1) Quale di questi non è un dispositivo hardware?[A] Windows[B] Monitor[C] Hard disk[D] Plotter 2) Che cos’è un processore?[A] Un software che permette di aumentare le prestazioni del computer[B] Un componente hardware che permette la connessione ad internet[C] Un software che serve per elaborare le informazioni[D] Un componente del computer che serve per elaborare le informazioni 3) indica quale tra questi non è un software di sistema:[A] Linus[B] Windows[C] Explorer[D] Mac OS 4) Che cosa sono programmi di “office automation”?[A] Software che consentono di supportare la gestione del normale lavoro di un ufficio[B] Hardware che permette di rendere automatico il lavoro svolto in un ufficio[C] Software particolari che consentono di gestire in maniera completamente automatiz-zata i lavori d’ufficio[D] Hardware che consente di supportare la gestione del normale lavoro di un ufficio 5) Quale tra questi non è un browser web?[A] Mozilla firefox[B] Opera[C] Access[D] Netscape navigator 137 6) Che cosa significa la sigla raM:[A] Read Access Memory[B] Random Access Machine[C] Read Access Machine[D] Random Access Memory 7) in quale modo è possibile ottenere le informazioni riguardanti le “proprietà” di una specifica cartella?[A] Non serve nessun comando specifico, le informazioni sulla cartella vengono visualizzate automaticamente[B] Tasto destro del mouse sulla cartella selezionare “Proprietà”[C] Tasto destro del mouse sulla cartella selezionare “Esplora”[D] Doppio clik sull’icona della cartella 8) Cosa si intende con il termine “Firewall”:[A] Un software per accedere alla rete Internet[B] Un tipo di virus[C] Un browser web[D] Uno strumento di difesa, monitoraggio e controllo della rete informatica 9) La licenza d’uso di un software indica:[A] La cessione della proprietà del software[B] Un contratto legale tra l’autore del software e l’utente[C] Una password per l’utilizzo del software[D] Il diritto di vendere il software in appositi centri commerciali 10) il file system:[A] È l’insieme delle icone dei file sull’hard disk[B] Gestisce le periferiche di memoria[C] È l’insieme delle icone del sistema operativo[D] Raccoglie e organizza i file memorizzati nei supporti magnetici 11) i sistemi “open source” sono:[A] software gratuiti[B] software personalizzabili[C] software che permettono il libero accesso al codice sorgente e ne determinano unprogressivo miglioramento[D] software a pagamento 12) un virus può danneggiare: [A] stampante[B] cd rom - dvd rom[C] hardisk[D] ram 13) Quale delle seguenti non è una delle modalità di visualizzazione di un documentosullo schermo?[A] Layout Web[B] Normale[C] Struttura[D] Visualizza 14) in un programma di videoscrittura un immagine può essere allineata:[A] con il testo[B] non può essere allineata[C] solo con altre immagini[D] si può allineare solo se clipart 15) Quale sequenza di comandi permette di spostare un testo selezionato in un altropunto del documento?[A] Copia formato/incolla[B] Copia/incolla[C] Modifica/incolla speciale[D] Taglia/incolla 16) L’interlinea è una caratteristica del:[A] Carattere[B] Paragrafo[C] Pagina[D] Sfondo 17) per interruzione di pagina in un documento si intende:[A] la fine del documento[B] la fine dell’ultimo paragrafo del foglio attivo[C] il punto in cui termina una pagina ed inizia la successiva[D] il bordo tra due pagine 18) tra i seguenti tasti quale non serve per spostarsi tra le celle di una tabella?[A] Tab[B] mouse[C] frecce direzionali[D] invio 19) Cosa sono un’intestazione/piè di pagina di un documento?[A] sono aree riservate ad un testo nascosto[B] sono aree riservate all’inserimento di numeri di pagina [C] sono aree riservate a testi lunghi[D] servono solo per stampe su moduli a carta continua 138 139 20) Le macro servono per:[A] aggiornare costantemente il software[B] inserire solo tabelle e formattarle[C] registrare operazioni frequenti e ripetitive[D] avviare, terminare, un software frequentemente usato 21) il comando “stampa unione” serve a:[A] stampare più documenti nello stesso momento[B] stampare documenti con immagini allegate[C] stampare più documenti nei quali cambia solo l’intestazione relativa al destinatario[D] modificare una lettera inserendo del testo contenuto in un altro documento 22) Quale delle seguenti formule è errata?[A] = SOMMA(A1;A2;A3)[B] = A1+A2+A3[C] = SOMMA(A1:A3)[D] = +(A1;A2;A3) 23) se all’interno di una formula trovi la dicitura $a1 essa rappresenta:[A] Un riferimento assoluto[B] Un riferimento relativo[C] Un riferimento misto[D] Una conversione in dollari 24) eliminando una colonna da un foglio elettronico:[A] il numero delle colonne rimane invariato[B] non è possibile eliminare una colonna[C] viene eliminata automaticamente anche una riga[D] avremo una colonna in meno 25) Cosa significa quando in una cella compare il seguente messaggio di errore ##### ?[A] È stato scritto un valore errato, che il programma non sa come trattare[B] È stato scritto un numero troppo grande per essere visualizzato nella cella[C] È stata scritta una formula che contiene degli errori[D] È stato scritto un numero in una cella di tipo testo 26) se voglio inserire una formula in una cella devo sempre farla precedere dal carattere:[A] +[B] -[C] /[D] = 27) una cella di un foglio di calcolo è:[A] l’intersezione tra una colonna identificata da un numero ed una riga identificata dauna lettera[B] l’intersezione tra una colonna identificata da una lettera ed una riga identificata daun numero[C] uno spazio rettangolare definito dall’utente[D] un’area dedicata all’inserimento d’immagine 28) a cosa serve la legenda in un grafico a torta?[A] Descrive l’argomento del grafico[B] Descrive la scala e l’unità di misura[C] Descrive che cosa è riportato in ognuna delle “fette” del grafico [D] Descrive le percentuali del grafico 29) Quale tipo di grafico non può essere usato per rappresentare più di una serie di dati?[A] a torta[B] istogramma[C] barre[D] linee 30) per modificare il tipo di grafico si può:[A] cancellare il grafico esistente e ripetere le operazioni per generare quello nuovo[B] tasto destro del mouse sul grafico per cambiare tipo di grafico [C] utilizzare i comandi di disegno[D] non è possibile modificare un grafico una volta definito 31) L’unità di base di una presentazione è: [A] la slide[B] il foglio[C] il campo[D] il titolo 32) La visualizzazione sequenza diapositive consente di: [A] visualizzare le diapositive una per volta[B] visualizzare tutte le miniature delle diapositive[C] visualizzare le diapositive a tutto schermo ma senza gli effetti di animazione[D] visualizzare le diapositive a tutto schermo 33) il layout diapositiva è:[A] un link da una diapositiva a un’altra[B] un modello di impaginazione della diapositiva[C] un effetto di transizione del testo[D] un effetto di animazione del testo 140 141 34) È possibile stampare più diapositive su un foglio?[A] solo se di numero pari[B] solo con orientamento del foglio orizzontale[C] solo con orientamento del foglio verticale[D] si cambiando le opzioni di stampa 35) Quali tipi di immagini possono essere inserite in una diapositiva?[A] solo jpeg[B] qualsiasi tipo di immagine riconosciuto dal sistema operativo[C] solo immagini vettoriali[D] solo immagini bmp purchè siano a colori 36) Cosa appare in una diapositiva quando si inserisce un suono?[A] Una nota[B] Un cerchio grigio[C] Un pulsante di azione[D] Un altoparlante 37) powerpoint consente di associare effetti animati all’intera diapositiva. Come si chiama questo tipo di impostazione? [A] Animazione personalizzata[B] Combinazione animazioni[C] Transizione della diapositiva[D] Prova intervalli 38) Lo schema diapositiva:[A] Definisce le caratteristiche comuni a tutte le diapositive[B] Permette di schematizzare i contenuti della diapositiva[C] È una modalità di visualizzazione[D] Permette di passare velocemente da una diapositiva ad un’altra. 39) a cosa servono le note in una diapositiva?[A] per inserire approfondimenti[B] sono annotazioni riservate per il relatore[C] per inserire collegamenti ipertestuali[D] contengono il testo della diapositiva 40) Come salvare un’immagine da una pagina web:[A] tasto destro mouse copia immagine [B] doppio click sull’immagine[C] tasto destro mouse salva immagine con nome[D] file scarica immagine 41) Cos’è una Lan?[A] Un protocollo[B] Un’architettura di rete di tipo client-server[C] Un dispositivo di memoria[D] Un firewall 42) Come si chiama la rete che collega computer situati nello stesso edificio?[A] MAN[B] WAN[C] ALU[D] LAN 43) Quale dei seguenti è un protocollo utilizzato per la posta elettronica?[A] HTTP[B] FTP[C] POP3[D] TCP 44) L’urL è:[A] un tipo di dominio[B] un protocollo di comunicazione di Internet[C] l’indirizzo di un sito[D] l’indirizzo di posta elettronica 45) Quale tra i seguenti non è un motore di ricerca?[A] Altavista[B] Netscape[C] Google[D] Virgilio 46) i programmi utilizzati per navigare il Web sono detti:[A] client[B] server[C] provider[D] browser 47) per “Cronologia” si intende:[A] l’elenco degli appuntamenti[B] l’elenco delle news[C] l’elenco delle pagine visitate di recente[D] l’elenco delle connessioni a Internet effettuate di recente 48) dovendo effettuare una ricerca sulle automobili classiche, quale fra le seguentiespressioni dà il minor numero di risultati ed il più alto tasso di attinenza?[A] Automobile AND Classica[B] Auto* AND Classica[C] “Automobili classiche”[D] Automobili classiche 49) Quale dei seguenti indirizzi e-mail non è corretto? [A] paolo.bianchi@e-mail.it[B] paolo@bianchi.it[C] paolobianchi@libero[D] paolo-bianchi@libero.it 142 143 50) una casella di posta elettronica si trova:[A] sul computer del mittente[B] sul computer del destinatario[C] sul server del fornitore del servizio[D] sul server della rete locale 51) nel campo CCn di in un messaggio di posta elettronica:[A] si inserisce l’indirizzo del mittente[B] si inserisce l’indirizzo del destinatario[C] si inserisce l’indirizzo del sito Internet del mittente[D] si inserisce l’indirizzo di un destinatario che non si vuole rendere noto agli altri destinatari 52) L’inserimento di un indirizzo nei preferiti/segnalibri equivale:[A] alla memorizzazione dell’indirizzo di una pagina web[B] alla memorizzazione dell’indirizzo di un sito web[C] alla memorizzazione dell’indirizzo e-mail[D] alla memorizzazione dei risultati di un motore di ricerca 53) gli indirizzi dei destinatari devono essere inseriti nella casella:[A] A:[B] Cc:[C] Ccn:[D] Da: 54) per rispondere a un messaggio ricevuto da un solo mittente si deve:[A] usare Rispondi[B] usare Rispondi a ...[C] usare Inoltra[D] usare Inoltra a... 55) per inoltrare a un messaggio ricevuto si deve:[A] usare Rispondi a ...[B] usare Inoltra[C] usare Rispondi[D] usare Inoltra a ... RISPOSTE ESATTE 1) [A] 2) [D] 3) [C] 4) [A] 5) [C] 6) [D] 7) [B] 8) [D] 9) [B] 10) [D]11) [C] 12) [c] 13) [D] 14) [a] 15) [D] 16) [B] 17) [C] 18)[D] 19) [B] 20) [C]21) [C] 22) [D] 23) [C] 24) [A] 25) [B] 26) [D] 27) [B] 28) [C] 29) [A] 30) [B]31) [A] 32) [B] 33) [B] 34) [D] 35) [B] 36) [D] 37) [C] 38) [A] 39) [A] 40) [C]41) [B] 42) [D] 43) [C] 44) [C] 45) [B] 46) [D] 47) [C] 48) [C] 49) [C] 50) [C]51) [D] 52) [A] 53) [A] 54) [A] 55) [B] 144 145 introduzione La Gara Scientifica, nel Concorso Nazionale dei Capolavori dei settori profes-sionali, ha visto la sua seconda edizione. La prova è stata strutturata in due parti,una riguardante la matematica e l’altra riguardante le scienze, per la durata com-plessiva di sei ore.La prova di matematica era riferita ai seguenti concetti:– proprietà delle operazioni di base (somma, differenze, potenze, radici, ecc.);– cruciverba con definizioni matematiche ( riguardanti i contenuti dei tre anni dipercorso );– aree di figure piana composite;– grafici rettilinei e loro proprietà;– problemi di logica risolvibili con equazioni e o sistemi di 1° e 2° grado. La prova di scienze i contenuti richiamati erano i seguenti:– Errori di misura.– Costruzione di grafici lineari da dati conosciuti.– Principio di Archimede.– Dilatazione lineare. Nei paragrafi che seguono si allegano le seguenti schede:– Scheda sulle istruzioni delle prove;– Prova di matematica;– Prova di scienze;– Schema di valutazione delle prove secondo due categorie differenti di criteri,per comodità indicati come criteri A e criteri B. 1. istruzioni Area: SCIENTIFICA Il concorrente dovrà:– Eseguire in autonomia.– Il tempo massimo entro cui concludere: 3,5 ore a partire dall’orario di consegna dellaprova di matematica e 2.5 ore per la prova di scienze.– È consentito l’uso della calcolatrice.– Non è previsto alcun abbuono per riduzione del tempo massimo consentito.– Le prove saranno valutate seguendo l’allegata tabella di valutazione. 146 1) Risolvi le seguenti equazioni di secondo gado:6x2 – 5x – = 4 2) Risolvi il seguente sistema con il metodo che più ritieni appropriato:2x – y + 4 = 03x – 5y – 15 = 0 2. prove 2.1. Prova di matematica problemi di logica1) Quale percentuale della figura è colorata?• 10%• 15%• 20%• 25%• 30%2) Su una scatola di spaghetti c’è scritto: Per cuocere 700 grammi di spaghetti quanti minuti sono necessari?• 2• 4• 6• 8• 10 3) Che valore deve avere la X perché l’uguaglianza sia vera ?18,8 : 0,1 = 18800 : X • 0,1• 1• 10• 100• 1000 { TEMPO DI COTTURA10 minuti250 grammi 147 4) Questa è la tabella delle temperature rilevate ad uno scolaro che è stato acasa 5 giorni con l’influenza: GIORNO ORAMISURAZIONE TEMPERATURA 7 38°C 12 38,5°C 17 40,2°C 22 38°C LUNEDÌ 7 40°C 12 39,5°C 17 38,5°C 22 38°C MARTEDÌ 7 38,5°C 12 38°C 17 39,4°C 22 38°C MERCOLEDÌ 7 37°C 12 37,5°C 17 38°C 22 37,8°C GIOVEDÌ 7 37°C 12 36,8°C 17 36°C 22 36,5°C VENERDÌ Quale di queste affermazioni è vera? • La temperatura più bassa si è rilevata martedì alle ore 22,00.• La temperatura più alta si è rilevata Giovedì alle ore 17,00.• Sono state fatte 5 misurazioni al giorno.• Le temperature misurate alle ore 22,00 sono sempre le più basse. • Alle ore 12,00 il valore della temperatura ha sempre valori decimali.• La media più alta dei valori rilevati è di martedì. 5) Il solido che vediamo in figura è un cono che una certa base una certaaltezza. Come si chiama quel solido geometrico che ha la stessa base ela stessa altezza che corrisponde esattamente a tre volte il suo volume? • CUBO• CILINDRO• PARALLELEPIPEDO• TRONCO DI CONOSFERA N° ORIZZONTALI N° VERTICALI1 I PRIMI NOVE NUMERI DOPO LO “0” 1 100 x 107 8 AL QUADRATO 2 I SECONDI IN UN’ORA8 5 X 1 3 4 X 119 980 : 490 4 1500 : 30012 10491 X 5 5 131 X 517 I MESI IN 1 ANNO E MEZZO 6 2061 X 418 I CARABINIERI 10 2299 X 216 I SECONDI IN TRE MINUTI 13 2 x 1020 I MESI IN UNA STAGIONE 14 IL NUMERO DELLE STAGIONIIN QUATTRO ANNI E MEZZO21 IL NUMERO DEI LADRONI 15 PI GRECO22 QUANDO IL SOLE SI TROVA A METÀ STRADA 17 LA POLIZIA23 PREFISSO PER L’ITALIA 19 L’ANNO CORRENTE26 11 PER SE STESSO 22 11 X 10027 4 X 8 23 PREFISSO DI MILANO28 SEI UNO UNO 24 90 X 10029 1 : 3 25 56 X 330 COME LA FARINA 27 33 X 1031 9 AL QUADRATO32 COME LA PAURA 148 Crucinumero Completare il seguente cruciverba con le appropriate definizioni matematiche. 149 n° deFinizione (orizzontali)1 Non è un numero reale.4 La sua unità di misura è il grammo.6 Torricelli ne ha stabilito l’unità di misura.7 Si forma in bocca, scende nello stomaco attraverso l’esofago.9 Altro nome di una soluzione di un’equazione.10 È una grandezza derivata. Si calcola facendo spazio/tempo.13 Si trovano al termine dell’albero bronchiale.14 Si legge sull’orologio.15 È un codice fatto da 0 e 1.16 Si trovano attorno al nucleo di un atomo.17 Unità di misura del rumore.19 È detto del peso di un campione di materiale diviso per il suo volume.20 Produce la bile. n° deFinizione (Verticali)2 Moltiplicati tra loro danno come risultati 1.3 L’osso più resistente del nostro scheletro.5 È fatta di 3600 secondi.8 Si dice di un’equazione con l’incognita al denominatore.11 È il calore necessario ad una sostanza per compiere una variazione di stato.12 Uguaglianza fra due rapporti.18 I “lati” di un solido. 2.2. Prova di Scienze Crucimat 150 Prova B L’allievo deve eseguire le seguenti operazioni.Leggere attentamente tutte le istruzioni ed eseguirle.Dato il pacchetto di parti, si deve costruire un cubo le cui dimensioni interne devono es-sere di un dm3, l’oggetto costruito deve essere a tenuta di acqua (o al massimo avere perdite tra-scurabili).Fatto questo l’allievo deve riempirlo d’acqua e posto sulla bilancia deve pesarlo e regi-strarne il peso sull’apposita scheda. Considerando trascurabile la diversità tra peso reale e peso di un ugual volume di acquadistillata occorre calcolare:Il peso dell’oggetto.Il peso netto del liquido.L’errore assoluto rispetto al peso teorico che avrebbe il dm3.L’errore percentuale ottenuto.Ipotizzando una sensibilità della bilancia superiore ai 5 grammi, calcolare lo scostamentoinferiore e superiore che potrebbe avere il peso reale del liquido. Tabella valutazione prova B Allievo: .......................................................................................................................................................... Esecuzione Peso dell’oggetto Peso netto del liquido Calcolo effettuato: Errero assoluto Calcolo effettuato: Calcolo effettuato: 0 - 5 0 - 10 0 - 15 0 - 26 Punteggio Punti ottenuti Errore percentuale 151 2.3. Prova di fisica - il moto studio del moto uniforme Due osservatori misurano il tempo e lo spazio percorso da due automobili e i risultati sonodati dalle due tabelle qui sotto: Scostamento superiore, peso corretto ipotetico Calcolo effettuato: Scostamento superiore, peso corretto ipotetico Calcolo effettuato: 0 - 22 0 - 22 Punteggio ottenuto Tempo(in secondi)SI(inmetri) 0 0 1,5 3,0 4,5 6,0 7,0 9,0 10,5 12,0 12,5 15,0 16,5 18,0 19,5 21,0 22,5 24,0 32,0 27,0 2,5 30,0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Tempo(in secondi)SI(inmetri) 0 0 9,0 18,0 27,0 36,0 45,0 54,3 63,0 72,0 81,0 90,0 99,0 108,0117,0126,0135,0150,0153,0162,0171,0180,0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 1. Costruite il grafico nel piano cartesiano mettendo il tempo nell’asse delle ascisse e lo spaziocorrispettivo nell’asse delle ordinate; (tenete conto della incertezza delle misurazioni e esclu-dete eventuali valori molto scostati). 152 153 2. Che figura geometrica rappresenta questo grafico? 3. Qual è la relazione matematica esistente tra spazio e tempo? 4. Che tipo di moto descrivono questi due grafici? 5. Puoi dare una definizione di questo tipo di moto? 6. Sei in grado di ricavare da un grafico o dalle tabelle il valore approssimato della velocità neidue casi? 7. Osservando il grafico di due moti rettilinei, senza alcun tipo di indicazione numerica, comesi può decidere qual è quello con la velocità maggiore? 8. Scegliete tra gli esempi qui sotto le proporzionalità dirette • Il numero dei biglietti del pullman con il peso totale dei passeggeri V          F • Il numero dei biglietti del pullman con il numero totale dei passeggeri V          F 9. Se nel piano cartesiano mettiamo invece dello spazio s: y e invece del tempo t: x quale delleformule qui sotto da la proporzionalità diretta:• y = k * x• y = k . x2• y = k–x k10. Sappiamo che due automobili vanno rispettivamente alle velocità:V1 = 5 m–s e V2 = 80 km–hChi delle due va più veloce? 11. La relatività del moto 154 Supponiamo che due osservatori assistono ad un evento, un treno (il primo treno in figura)che passa da sinistra verso destra della stazione con una velocità V1 = 30 km / h rispetto alla sta-zione (ovvero rispetto al primo osservatore che è fermo alla stazione); dentro al treno un passeg-gero si muove a passo d’uomo con la velocità V2 = 5 km / h rispetto al treno, nello stesso versodel treno rispetto alla stazione, cioè da sinistra verso destra, vedi figura. Un altro osservatore (se-duto) su un altro treno (il secondo treno in figura) che viaggia alla stessa velocità e nella stessadirezione e verso dell’altro treno, assiste all’evento.• Con quale velocità si sposta l’uomo sul primo treno secondo il primo osservatore? • Con quale velocità si sposta l’uomo sul primo treno secondo il secondo osservatore? • Con quale velocità (segno compreso) si sposta il primo osservatore secondo il secondoosservatore? 12. Composizione di due moti rettilinei uniformi • Un coleottero parte da un angolino di una stanza rettangolare di 6 x 4 m e, percorrendo il latopiù corto a una velocità di 0,6 m/sec, cerca di infilarsi in un buco nell’angolo accanto. Con-temporaneamente, dall’angolo opposto e lungo la direzione più lunga, parte un ragno alla ve-locità di 0,9 m/sec. Il coleottero verrà mangiato o si infilerà nel buco prima dell’arrivo del ragno? • Il gatto della zia Pina (54 km/h) sta rincorrendo un topolino (18 km/h); sapendo che la distanzainiziale è di 15 m, determinare quanta strada deve percorrere il gatto per prendere il topolino. Osservazione: nell’ottica di dover scegliere tra i due esercizi per ragioni di tempo, il se-condo è certamente più complesso. 155 3. schema di valutazione 3.1. Criteri A Prova 1Tutte le operazioni svolte in modo corretto: punti 50.Ogni singola operazione svolta in modo corretto: punti 6. Prova 2Equazione risolvente impostata in modo corretto e risultati corretti: punti 50.Equazione impostata correttamente, ma calcoli errati: punti 35.Mancanza di soluzioni: punti 40.Equazione abbozzata: punti 10. Prova 3Tutti i calcoli richiesti impostati correttamente e risolti, unità di misura corrette, procedureesplicitate: punti 100.Mancate indicazioni delle procedure usate: punti 95.Unità di misura non indicate o errate: punti 80.Procedure corrette, ma calcoli in parte errati: punti 70.Calcoli non completati: punti 50.Procedura e risultati abbozzati: punti 20. Prova 4Tabella completa e corretta: punti 50.Per ogni coordinata non trovata: 15 punti dal totale previsto Prova 5Risultato trovato in modo corretto e completo: punti 100.Metodologia risolvente impostato in modo corretto e completo, ma con errori di calcolo: punti 80.Metodologia risolvente svolta in modo coretto ma con errori di impostazione: punti 60.Metodologia risolvente abbozzata: punti 20.Risultati trovati in modo corretto senza usare il sistema: punti 90.Corretta impostazione del problema, ma errori di calcolo: punti 70.Metodo abbozzato: punti 10. Prova 6Cruciverba completo e completamente corretto: punti 90.Per ogni definizione mancante o errata: 5 punti.Per ogni definizione corretta, ma con lettere sbagliate: 1 punto. 156 3.2. Criteri B Prova 1Tutti i calcoli richiesti impostati correttamente e risolti, unità di misura corrette,procedure esplicitate: punti 100.Mancate indicazioni delle procedure usate: punti 95.Unità di misura non indicate o errate: punti 80.Procedure corrette, ma calcoli in parte errati: punti 70.Calcoli non completati: punti 50.Procedura e risultati abbozzati: punti 20. Prova 2Grafico corretto e completo di unità di misura appropriate: punti 50.Mancanza di indicazioni delle unità di misura: punti 45.Errori di calcolo nel posizionare i punti corretti nel grafico: punti 40.Grafico corretto ma incompleto: punti 30. Prova 3Principio indicato correttamente, impostazione corretta della formula risolvente e calcoli esatti: punti 100.Calcoli e formula risolvente corretti ma senza indicazione del principio da cui derivano: punti 85.Principio indicato correttamente, impostazione corretta della formula risolvente ma calcoli errati: punti 80.Impostazione corretta della formula risolvente ma calcoli errati: punti 75.Formula e calcoli abbozzati: punti 20. Prova 4Tutti i calcoli richiesti impostati correttamente e risolti, unità di misura corrette, procedure esplicitate: punti 100.Unità di misura non indicate o errate: punti 80.Procedure corrette, ma calcoli in parte errati: punti 70.Calcoli non completati: punti 50.Procedura e risultati abbozzati: punti 20. 157 INDICE presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 introduzione: il “Capolavoro” tra “passato” e “futuro” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51. Il “Capolavoro” nella storia salesiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52. I Concorsi dei capolavori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83. Regolamento dell’edizione 2011 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114. La metodologia del 2011 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134.1. Senso generale della prova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134.2. Struttura della prova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 i settori professionali e le aree di interesse culturale coinvolti nel Concorso 2011 19Settore AUTOMOTIVE. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21Settore ELETTRICO/ELETTRONICO. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22Settore GRAFICO. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24Settore MECCANICO. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25Settore TURISTICO ALBERGHIERO. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27Area CULTURA. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28Area INFORMATICA. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29Area SCIENTIFICA. Scheda di presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 allegatoprove e documentazione tecnica settore autoMotiVe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 351. Prove del 11 maggio 2011 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 351.1. Test tecnico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 351.2. Prove di rilevazione dei valori su componente elettro/elettronica . . . . . . . . . . 412. Prove del 12 maggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 settore eLettriCo ed eLettroniCo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 491. Schede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 501.1. Fase di progettazione e di risposta ai quesiti tecnico-professionali . . . . . . . . 501.2. Fase di programmazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 611.3. Fase di esecuzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 641.4. Fase di collaudo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 721.5. Fase di ricerca guasti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 722. Schemi di montaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73 158 settore graFiCo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 761. Elementi da inserire obbligatoriamente nello stampato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 772. Attribuzione della valutazione dell’elaborato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84 settore MeCCaniCo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 851. Disegni tecnici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 862. Prova di programmazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101Qualifica Serramentista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1111. Fase di progettazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1112. Fase tecnica di progettazione e prova pratica di laboratorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1142.1. Scheda di collaudo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1152.2.Distinta di taglio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117 settore turistiCo aLberghiero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1211. Prova di Cucina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1212. Prova teorica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1232.1. Prova di inglese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1232.2. Prova di matematica - Prova di merceologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1232.3. Griglia di valutazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124 area CuLtura e ingLese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1271. Prova di cultura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1271.1. Prova scritta in lingua italiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1271.2. Composizione di un cartellone grafico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1281.3.Gara di cultura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1291.4. Prova orale in lingua inglese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134 area inForMatiCa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1351. Prova pratica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 135 area sCientiFiCa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1451. Istruzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1452. Prove . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1462.1. Prova di Matematica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1462.2. Prova di Scienze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1492.3. Prova di fisica - il moto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1513. Schema di valutazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1553.1. Criteri A . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1553.2. Criteri B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 156 159 Pubblicazioni 2002-2011 nella collana del CNOS-FAP e del CIOFS/FP “STUDI, PROGETTI, ESPERIENZE PER UNA NUOVA FORMAZIONE PROFESSIONALE” ISSN 1972-3032 Sezione “Studi” 2002 MALIZIA G. - NICOLI D. - PIERONI V. (a cura di), Ricerca azione di supporto alla sperimenta- zione della FPI secondo il modello CNOS-FAP e CIOFS/FP. Rapporto finale, 2002 2003 CIOFS/FP (a cura di), Atti del XIV seminario di formazione europea. La formazione professio- nale per lo sviluppo del territorio. Castel Brando (Treviso), 9-11 settembre 2002, 2003 CIOFS/FP SICILIA (a cura di), Vademecum. Strumento di lavoro per l’erogazione dei servizi orientativi, 2003 MALIZIA G. - PIERONI V. (a cura di), Ricerca azione di supporto alla sperimentazione della FPI secondo il modello CNOS-FAP e CIOFS/FP. Rapporto sul follow - up, 2003 2004 CIOFS/FP (a cura di), Atti del XV seminario di formazione europea. Il sistema dell’istruzione e formazione professionale nel contesto della riforma. Significato e percorsi, 2004 CIOFS/FP SICILIA (a cura di), Opportunità occupazionali e sviluppo turistico dei territori di Catania, Noto, Modica, 2004 CNOS-FAP (a cura di), Gli editoriali di “Rassegna CNOS” 1996-2004. Il servizio di don Stefano Colombo in un periodo di riforme, 2004 MALIZIA G. (coord.) - ANTONIETTI D. - TONINI M. (a cura di), Le parole chiave della forma- zione professionale, 2004 RUTA G., Etica della persona e del lavoro, 2004 2005 CIOFS/FP (a cura di), Atti del XVI seminario di formazione europea. La formazione professio- nale fino alla formazione superiore. Per uno sviluppo in verticale di pari dignità, 2005 D’AGOSTINO S. - MASCIO G. - NICOLI D., Monitoraggio delle politiche regionali in tema di istruzione e formazione professionale, 2005 PIERONI V. - MALIZIA G. (a cura di), Percorsi/progetti formativi “destrutturati”. Linee guida per l’inclusione socio-lavorativa di giovani svantaggiati, 2005 2006 CIOFS/FP (a cura di), Atti del XVII seminario di formazione europea. Il territorio e il sistema di istruzione e formazione professionale. L’interazione istituzionale per la preparazione delle giovani generazioni all’inserimento lavorativo in rapporto agli obiettivi di Lisbona, 2006 NICOLI D. - MALIZIA G. - PIERONI V., Monitoraggio delle sperimentazioni dei nuovi percorsi di istruzione e formazione professionale nell’anno formativo 2004-2005, 2006 2007 CIOFS/FP (a cura di), Atti del XVIII seminario di formazione europea. Standard formativi nell’istruzione e nella formazione professionale. Roma, 7-9 settembre 2006, 2007 COLASANTO M. - LODIGIANI R. (a cura di), Il ruolo della formazione in un sistema di welfare attivo, 2007 DONATI C. - BELLESI L., Giovani e percorsi professionalizzanti: un gap da colmare? Rapporto finale, 2007 MALIZIA G. 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Percorso nella scuola media inferiore. Diffusione di una buona pratica, 2004 CIOFS/FP CAMPANIA (a cura di), ORION tra orientamento e network, 2004 CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale elettrica e elettronica, 2004 CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale grafica e multimediale, 2004 CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale meccanica, 2004 CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale turistica e alberghiera, 2004 NICOLI D. (a cura di), Linee guida per la realizzazione di percorsi organici nel sistema del - l’istruzione e della formazione professionale, 2004 NICOLI D. (a cura di), Sintesi delle linee guida per la realizzazione di percorsi organici nel sistema dell’istruzione e della formazione professionale, 2004 2005 CIOFS-FP SICILIA (a cura di), Operatore Servizi Turistici in rete. Rivisitando il progetto: le buone prassi. Progettazione, Ricerca, Orientamento, Nuova Imprenditorialità, Inseri- mento Lavorativo, 2005 CNOS-FAP - CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personaliz- zati. Comunità professionale legno e arredamento, 2005 CNOS-FAP (a cura di), Proposta di esame per il conseguimento della qualifica professionale. Percorsi triennali di Istruzione formazione Professionale, 2005 NICOLI D. (a cura di), Il diploma di istruzione e formazione professionale. Una proposta per il percorso quadriennale, 2005 POLÀČEK K., Guida e strumenti di orientamento. Metodi, norme ed applicazioni, 2005 VALENTE L. (a cura di), Sperimentazione di percorsi orientativi personalizzati, 2005 2006 BECCIU M. - COLASANTI A.R., La corresponsabilità CFP-famiglia: i genitori nei CFP. Espe- rienza triennale nei CFP CNOS-FAP (2004-2006), 2006 CNOS-FAP (a cura di), Centro Risorse Educative per l’Apprendimento (CREA). Progetto e guida alla compilazione dei sussidi, II edizione, 2006 2007 D’AGOSTINO S., Apprendistato nei percorsi di diritto-dovere, 2007 GHERGO F., Guida per l’accompagnamento al lavoro autonomo. Una proposta di percorsi per la creazione di impresa. II edizione, 2007 MARSILII E., Dalla ricerca al rapporto di lavoro. Opportunità, regole e strategie, 2007 NICOLI D. - TACCONI G., Valutazione e certificazione degli apprendimenti. Ricognizione dello sta to dell’arte e ricerca nella pratica educativa della Federazione CNOS-FAP. I volume, 2007 RUTA G. (a cura di), Vivere in... 1. L’identità. Percorso di cultura etica e religiosa, 2007 RUTA G. (a cura di), Vivere... Linee guida per i formatori di cultura etica e religiosa nei per- corsi di Istruzione e Formazione Professionale, 2007 162 2008 BALDI C. - LOCAPUTO M., L’esperienza di formazioni formatori nel progetto integrazione 2003. La riflessività dell’operatore come via per la prevenzione e la cura educativa degli allievi della FPI, 2008 CIOFS/FP (a cura di), Comunità professionale aziendale e amministrativa, 2008 MALIZIA G. - PIERONI V. - SANTOS FERMINO A., Individuazione e raccolta di buone prassi mirate all’accoglienza, formazione e integrazione degli immigrati, 2008 NICOLI D., Linee guida per i percorsi di istruzione e formazione professionale, 2008 NICOLI D., Valutazione e certificazione degli apprendimenti. Ricognizione dello stato dell’arte e ricerca nella pratica educativa della Federazione CNOS-FAP. II volume, 2008 RUTA G. (a cura di), Vivere con... 2. La relazione. Percorso di cultura etica e religiosa, 2008 RUTA G. (a cura di), Vivere per... 3. Il progetto. Percorso di cultura etica e religiosa, 2008 2009 CNOS-FAP (a cura di), Linea guida per i percorsi di istruzione e formazione professionale. Comunità professionale meccanica, 2009 MALIZIA G. - PIERONI V., Accompagnamento al lavoro degli allievi qualificati nei percorsi triennali del diritto-dovere, 2009 2010 BAY M. - GRĄDZIEL D. - PELLEREY M. (a cura di), Promuovere la crescita nelle competenze strategiche che hanno le loro radici spirituali nelle dimensioni morali e spirituali della persona. Rapporto di ricerca, 2010 CNOS-FAP (a cura di), Linea guida per i percorsi di istruzione e formazione professionale. Comunità professionale grafica e multimediale, 2010 CNOS-FAP (a cura di), Linea guida per i percorsi di istruzione e formazione professionale. Comunità professionale elettrica ed elettronica, 2010 CNOS-FAP (a cura di), Linea guida per i percorsi di istruzione e formazione professionale. Comunità professionale turistico alberghiera, 2010 CNOS-FAP (a cura di), Linea guida per i percorsi di istruzione e formazione professionale. Comunità professionale automotive, 2010 CNOS-FAP (a cura di), Linea guida per l’orientamento nella Federazione CNOS-FAP, 2010 2011 MALIZIA G. - PIERONI V. - SANTOS FERMINO A. (a cura di), “Cittadini si diventa”. Il contributo dei Salesiani (SDB) e delle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) nell’educare stu- denti/allievi delle loro Scuole/CFP in Italia a essere “onesti cittadini”, 2011 TACCONI G., In pratica. 1. La didattica dei docenti di area matematica e scientifico-tecnolo- gica nell’Istruzione e Formazione Professionale, 2011 TACCONI G., In pratica. 2. La didattica dei docenti di area linguistica e storico sociale nel- l’Istruzione e Formazione Professionale, 2011 MANTEGAZZA R., Educare alla Costituzione, 2011 NICOLI D. - La valutazione formativa nella prospettiva dell’educazione. Una comparazione tra casi internazionali e nazionali, 2011 BECCILI M., CALASANTI A.R. - Il fenomeno del bullismo. Linee guida ispirate al sistema pre- ventivo di don Bosco per la prevenzione e il trattamento del bullismo, 2011 Sezione “Esperienze” 2003 CIOFS/FP PUGLIA (a cura di), ORION. Operare per l’orientamento. Un approccio metodolo- gico condiviso e proposte di strumenti, 2003 CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 1. Guida per l’accoglienza, 2003 CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 2. Guida per l’accompagnamento in itinere, 2003 CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 3. Guida per l’accompagnamento finale, 2003 CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 4. Guida per la gestione dello stage, 2003 163 2005 CIOFS/FP SICILIA, Operatore servizi turistici in rete. Rivisitando il progetto: le buone prassi. Progettazione, ricerca, orientamento, nuova imprenditorialità, inserimento lavorativo, 2005 TONIOLO S., La cura della personalità dell’allievo. Una proposta di intervento per il coordi- natore delle attività educative del CFP, 2005 2006 ALFANO A., Un progetto alternativo al carcere per i minori a rischio. I sussidi utilizzati nel Centro polifunzionale diurno di Roma, 2006 CIOFS-FP LIGURIA (a cura di), Linee guida per l’orientamento nei corsi polisettoriali (fascia 16-17 anni). L’esperienza realizzata in Liguria dal 2004 al 2006, 2006 COMOGLIO M. (a cura di), Il portfolio nella formazione professionale. Una proposta per i percorsi di istruzione e formazione professionale, 2006 MALIZIA G. - NICOLI D. - PIERONI V., Una formazione di successo. Esiti del monitoraggio dei percorsi sperimentali triennali di istruzione e formazione professionale in Piemonte 2002-2006. Rapporto finale, 2006 2007 NICOLI D. - COMOGLIO M., Una formazione efficace. Esiti del monitoraggio dei percorsi sperimentali di Istruzione e Formazione professionale in Piemonte 2002-2006, 2007 2008 CNOS-FAP (a cura di), Educazione della persona nei CFP. Una bussola per orientarsi tra buone pratiche e modelli di vita, Roma, Tipografia Pio XI, 2008 2010 CNOS-FAP (a cura di), Il Concorso nazionale dei capolavori dei settori professionali, Edi- zione 2010, Roma, Tipografia Pio XI, 2010 Tip.: Istituto Salesiano Pio XI - Via Umbertide, 11 - 00181 Roma Tel. 06.78.27.819 - Fax 06.78.48.333 - E-mail: tipolito@donbosco.it Dicembre 2011

L'orientamento nel CFP 4. Guida per la gestione dello stage

Autore: 
CNOS-FAP Piemonte
Categoria pubblicazione: 
Esperienze
Anno: 
2003
Numero pagine: 
132
L’orientamento nel CFP 4. Guida per la gestione dello stage A cura del CNOS-FAP PIEMONTE CENTRO NAZIONALE OPERE SALESIANE FORMAZIONE AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Federazione CNOS-FAP Tip.: Istituto Salesiano Pio XI - Via Umbertide, 11 - 00181 Roma Tel. 06.78.27.819 - Fax 06.78.48.333 - E-mail: tipolito@pcn.net giugno 2003 Il presente volume non è commerciabile ed è destinato ad uso esclusivamente interno alla Federazione CNOS-FAP 3 SOMMARIO PREMESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Capitolo I: FONDAMENTI CONCETTUALI E IMPOSTAZIONE PROGETTUALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Capitolo II: PRESENTAZIONE DEL DISPOSITIVO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 CONCLUSIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 00 ALLEGATI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 00 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 00 INDICE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 00 5 PREMESSA Nel grande fermento di idee e di iniziative che caratterizza l’attuale dibattito intorno alla Formazione professionale iniziale (FPI), una crescente importanza viene attribuita allo stage quale modalità prevalente di realizzazione dell’alter- nanza formativa. L’interesse che i Centri di Formazione Professionale (CFP) ma- nifestano nei suoi riguardi e le sperimentazioni finora compiute non lasciano dubbi sul ruolo che tale strumento ricoprirà nel futuro sistema di Formazione pro- fessionale iniziale. Si tratta di una pratica formativa non certo recente, che tuttavia negli ultimi anni ha acquisito nuova linfa, in concomitanza con l’entrata a regime di alcuni provvedimenti normativi (L. 196/97, L. 144/99), ed ha subito una forte accelera- zione che si ritiene possa incrementare la qualità dell’intero sistema di Forma- zione professionale, sia in termini di risultati dell’apprendimento sia migliorando l’aderenza complessiva dell’offerta formativa alle nuove istanze produttive e orga- nizzative. Lo stage, infatti, può consentire di realizzare un più stretto raccordo tra for- mazione e lavoro in un’ottica di formazione continua, in linea con le raccomanda- zioni contenute nel Libro Bianco della Commissione Europea Insegnare e appren- dere. Verso la società conoscitiva. Contemporaneamente, la valorizzazione di questo servizio rientra più in generale nel tentativo di progettare politiche attive del lavoro sempre più attente alla necessità di coniugare i bisogni, le attese e gli interessi dei soggetti da inse- rire nel mondo del lavoro con le esigenze delle imprese e con le peculiarità dei mercati del lavoro locali. 7 INTRODUZIONE Prima di passare alla descrizione del manuale 1, è importante fare una precisa- zione. L’ambizione di fissare sul piano dell’elaborazione teorica un’esperienza che è eminentemente “pratica” e che, come tale, sfugge a qualunque tentativo di prede- terminazione, porta con sé il pericolo di semplificare la realtà e di subordinarla alle esigenze del testo scritto. È pertanto opportuno sottolineare che tutte le indicazioni di seguito presentate non hanno alcun valore prescrittivo, ma rappresentano solo elementi di proposta, rivolti agli operatori dei CFP, che riteniamo possano contribuire alla realizzazione di un servizio forte sul piano progettuale, ma al tempo stesso realistico su quello operativo. Inoltre, in una prospettiva di miglioramento continuo della qualità del ser- vizio, il presente manuale persegue le seguenti finalità: a) svolgere un’azione di sensibilizzazione culturale rispetto alla specifica proble- matica del primo inserimento nel mondo del lavoro, promuovendo il confronto e lo scambio di esperienze; b) favorire l’elaborazione e la sistematizzazione della documentazione proget- tuale e didattica, al fine di rendere possibile la socializzazione, tra tutti gli ope- ratori del Centro, delle informazioni e delle conoscenze acquisite; c) intensificare le relazioni con le aziende, presentando il Centro come un inter- locutore autorevole e credibile nella progettazione, nell’organizzazione e nella gestione e del servizio. Coerentemente con le proposte e le finalità elencate, si è pensato alla stesura di un manuale con un taglio operativo, per facilitare la trasferibilità da parte degli operatori, della metodologia e degli strumenti proposti, adattandoli opportuna- mente alle caratteristiche del contesto di riferimento. La guida è articolata in due parti fondamentali: il capitolo I contiene la spiega- zione di concetti fondamentali, relativi all’apprendimento mediante stage, allo stage come prova professionale per la validazione delle competenze, alle diverse 1 Questo manuale è il quarto di una serie di volumi (tutti a cura del CNOS-FAP Piemonte), pubblicati nella presente collana, nella categoria “esperienze”; fa seguito a: “L’orientamento nel CFP. 1 - Guida per l’accoglienza”; “L’orientamento nel CFP. 2 - Guida per l’accompagnamento in itinere”; “L’orientamento nel CFP. 3 - Guida per l’accompagnamento finale”. 8 tipologie di stage, al tutoring. In questa parte, inoltre, sono proposte le linee guida per la definizione di un approccio progettuale allo stage. Il capitolo II è dedicato alla presentazione e alla descrizione del dispositivo di stage, con indicazione delle fasi principali che lo costituiscono. Per ciascuna fase sono rilevate le principali caratteristiche e finalità ed è fornita una breve pre- sentazione degli strumenti e delle schede, presenti come allegati dopo la relativa presentazione, impiegati per la gestione e la valutazione delle attività svolte du- rante lo stage. 9 Capitolo I FONDAMENTI CONCETTUALI E IMPOSTAZIONE PROGETTUALE 1. INTRODUZIONE Come abbiamo accennato nella presentazione, il primo capitolo del presente manuale è interamente dedicato a chiarire concetti fondamentali per l’esperienza di stage, e a fornire linee guida per un’impostazione progettuale dello stage stesso. In particolare, in questo capitolo, definiremo cos’è e come si sviluppa un pro- cesso d’inserimento lavorativo tramite stage, analizzando i diversi modelli di apprendimento: quello basato sull’esperienza, quello dell’affiancamento e quello dell’apprendimento complesso. Chiariremo, inoltre, il concetto di stage inteso come prova professionale per la validazione delle competenze e presenteremo le diverse tipologie di stage, rile- vando per ciascuna le principali caratteristiche, le finalità e gli strumenti per la sua completa realizzazione. Particolare attenzione sarà dedicata anche al concetto di tutoring, attraverso la descrizione delle figure del tutor formativo e del tutor aziendale. Nel paragrafo relativo alle linee guida per la definizione di un approccio pro- gettuale, individueremo le caratteristiche distintive di un’esperienza di stage di buona qualità e le attività da svolgere per favorire l’inserimento lavorativo tramite stage. 2. ALCUNE PRECISAZIONI La parola “stage” è di origine francese (da questa deriva la sua pronuncia)1 e significa tirocinio, pratica (Ferrante - Cassiani, 1974). Nel linguaggio corrente, il termine “stage” è usato spesso come sinonimo di “tirocinio”; in passato, la parola “tirocinio” stava a indicare un “periodo di prepara- zione pratica (da cui l’espressione “praticantato”) svolta sotto la guida di chi aveva già esperienza di lavoro e poteva facilitare il conseguimento delle competenze per esercitare un mestiere o una professione. Più che formazione, in senso generale, ti- 1 Alcuni pronunciano il temine “stage” come se fosse una parola inglese; in realtà, in questa lingua la parola ha un significato diverso rispetto a quello che intendiamo in italiano; in inglese, la parola “stage” indica lo scenario di una manifestazione sportiva, culturale, ecc. mentre il termine per indicare l’esperienza formativa è “placement”. 10 rocinio ha voluto indicare più espressamente un’attività di addestramento” (Del Ca- sale, 2000, p. 8). Da alcuni anni, anche nei testi legislativi è comparso l’ormai in- ternazionale, termine “stage” (es. legge 196/97, art. 18, comma 1, f). In definitiva, possiamo definire lo stage come “una attività formativa in situa- zione di operatività concreta, programmata e collocata in ambiente di lavoro, cioè nel vivo dei rapporti professionali, relazionali, sociali e organizzativi non finaliz- zata alla produzione” (Del Casale, 2000, p. 8). Rappresenta, dunque, un’espe- rienza: protetta, inserita in un percorso formativo, di durata limitata; è una delle possibili forme di integrazione tra ambiente di formazione e contesto lavorativo. 3. L’APPRENDIMENTO MEDIANTE STAGE Nell’accezione più diffusa, lo stage rappresenta il nucleo portante di un per- corso formativo, che si basa sull’inserimento in un contesto di lavoro come princi- pale risorsa per favorire l’apprendimento di nuove capacità professionali, o per orientare le scelte di carriera. Come anticipato nell’introduzione, in questo paragrafo cerchiamo di capire in cosa consista e quale sia l’evoluzione di un processo d’inserimento lavorativo tra- mite stage; a tale scopo, ci soffermiamo sui diversi modelli di apprendimento: 1) modello basato sull’esperienza, 2) modello dell’affiancamento, 3) modello dell’ap- prendimento complesso. Al termine della presentazione dei tre modelli, offriamo una tavola che mette a confronto il modello dell’affiancamento e quello dell’apprendimento complesso (cfr. tav. 1). 3.1. Modello dell’apprendimento basato sull’esperienza Nella prassi formativa dello stage, è centrale il concetto di esperienza, che di- venta la principale leva del cambiamento, la risorsa strategica su cui puntare per l’organizzazione, la gestione e la valutazione di percorsi formativi di qualità. È l’esperienza vissuta che permette ai singoli attori di interpretarla, di attri- buirle uno o più significati, di attingere da essa gli elementi ritenuti essenziali per la costruzione della propria identità sociale e professionale. L’esperienza reale può assolvere due funzioni essenziali: a) favorire l’incremento delle capacità e delle competenze richieste da una deter- minata figura professionale; b) verificare in che misura gli apprendimenti sono stati interiorizzati. Inoltre, l’esperienza può svolgere un ruolo rilevante nella valutazione del co- siddetto “divario di competenze”, in altre parole, la discrepanza tra ciò che si sa e ciò che si dovrebbe sapere, tra ciò che si fa e ciò che si dovrebbe saper fare, tra ciò che si è e ciò che si dovrebbe essere. Una volta definita la situazione desiderata, è 11 possibile, con strumenti relativamente semplici, verificare in che misura quella si- tuazione sia stata raggiunta. L’importanza attribuita all’esperienza nei processi di apprendimento rappre- senta ormai un fattore ampiamente condiviso, meno unanime è stato invece, fino ad oggi, il dibattito sulle modalità da impiegare per valorizzare al meglio le com- ponenti formative dell’esperienza. Occorre pertanto definire, come condizione pre- liminare, che cos’è e come si sviluppa un processo d’inserimento lavorativo tra- mite stage e, prima ancora, specificare quali sono i suoi fondamenti concettuali. Si tratta, in realtà, di elementi ampiamente acquisiti fra gli operatori della for- mazione, ma che è bene richiamare, se non altro per esplicitare il modello teorico di riferimento che in questa sede si vuol proporre e che costituisce lo sfondo su cui è costruito il dispositivo che verrà di seguito presentato. L’apprendimento mediante stage può essere descritto come un processo di tra- smissione di “conoscenza implicita” o tacita, così com’è stata formulata da Nonaka: «La conoscenza implicita è radicata profondamente nell’azione, nell’im- pegno e nel coinvolgimento in uno specifico contesto» (Nonaka, 1995, p. 125). La scelta di impiegare tale accezione non è affatto casuale poiché, a nostro giudizio, essa risulta particolarmente efficace nel descrivere ciò che avviene du- rante un processo d’inserimento lavorativo. Le conoscenze, le abilità e le capacità necessarie a presidiare in modo ottimale un determinato ruolo professionale non sono acquisite mediante un processo for- malizzato e codificato attraverso l’uso del linguaggio e la programmazione didat- tica dei contenuti, bensì ricorrendo alle modalità di apprendimento, per così dire, “naturali”: osservazione, imitazione, pratica. Tali modalità definiscono i momenti fondamentali dell’apprendimento basato sull’esperienza, che è il prodotto di un processo di progressiva esplicitazione di co- noscenze implicite: dall’osservazione, passando attraverso la riflessione e l’elabo- razione di concetti generali, fino alla sperimentazione pratica e al consolidamento delle nuove acquisizioni. L’inserimento nella nuova realtà implica inizialmente un lavoro di compren- sione e di rielaborazione dei propri schemi interpretativi, dei codici di comporta- mento, dei modelli concettuali fino a quel momento utilizzati per interagire con l’ambiente esterno. Si tratterà, quindi, di analizzare la nuova situazione, cercare elementi di con- fronto con esperienze già vissute, raccogliere le informazioni che il contesto mette a disposizione e verificare la loro coerenza rispetto al proprio percorso di appren- dimento. Lo scopo è integrare le nuove informazioni con quelle già possedute per costruire un insieme unitario di conoscenze e di principi generali in grado di dare un senso al proprio agire. La sperimentazione pratica di quanto osservato rappresenta solo il momento conclusivo di questo processo, il “momento della verità”, in cui gli elementi cono- scitivi acquisiti vengono fissati nell’azione concreta sulla realtà, mediante lo svol- gimento di singole operazioni o di intere sequenze lavorative. 12 3.2. Modello dell’apprendimento basato sull’affiancamento Finora, la gestione delle attività di stage da parte delle imprese ha visto preva- lere un modello pedagogico basato sul tradizionale “affiancamento”, in cui il sa- pere acquisito è esclusivamente di natura empirica, legato al contesto in cui si pro- duce. L’obiettivo principale è di addestrare il soggetto alla corretta esecuzione di una prestazione lavorativa, di norma basata sull’esecuzione di operazioni relativa- mente semplici, il cui apprendimento non richiede un periodo di formazione parti- colarmente lungo. In questo approccio, l’affiancamento, a una o più persone che hanno una certa padronanza del lavoro da svolgere, costituisce di per sé un’occasione di apprendi- mento e di miglioramento del proprio bagaglio di competenze. Il compito del soggetto è di far propri gli stimoli e i segnali che l’ambiente lavorativo offre, imparando attraverso il metodo per prove ed errori a reagire e a rielaborare questi stimoli in funzione dei propri bisogni. I contenuti del lavoro sono stabiliti prioritariamente dall’azienda in base alle specifiche esigenze della funzione produttiva in cui lo stagista è inserito, non sono oggetto di mediazione né da parte del soggetto, né da parte del CFP, il quale si li- mita a fornire all’allievo le conoscenze di base relative a uno specifico ruolo pro- fessionale e gli elementi generali di cultura del lavoro utili ad ammortizzare l’im- patto con la nuova realtà e a coglierne i principali significati. 3.3. Modello dell’apprendimento complesso Nonostante il modello dell’affiancamento trovi ancora numerosi proseliti nella formazione aziendale, è in atto da qualche tempo un tentativo di ridefinire il ruolo e le principali funzioni che l’inserimento in un contesto lavorativo può assolvere nel processo di apprendimento dell’allievo. Più precisamente, si va diffondendo l’adozione di un modello di apprendi- mento complesso, la cui peculiarità consiste nel considerare l’esperienza lavorativa fonte di conoscenza, parte del processo di produzione di nuove capacità, abilità, competenze professionali solo se opportunamente inserita in modo organico e co- erente in un percorso formativo in cui capacità di astrazione e abilità operative non solo si alternano, ma si integrano e si influenzano reciprocamente. Il riferimento è ai principi del pragmatismo pedagogico di Dewey e al metodo sperimentale (Dewey, 1954; Scurati, 1994). In generale, definiamo complesso quell’apprendimento che si genera a par- tire da una relazione interattiva e sociale tra conoscenza empirica e conoscenza formale. Entrambe queste modalità generano una qualche forma di conoscenza: nel primo caso, la condivisione di esperienze, l’azione diretta sulla realtà studiata, con- sente di sviluppare quelle capacità e quelle competenze tipiche del “mestiere”; nel secondo caso. ci troviamo di fronte al classico apprendimento disciplinare, basato su contenuti decontestualizzati, tipico dei percorsi scolastici. 13 Se, da una parte, queste due anime non sempre convivono pacificamente in- sieme, dall’altra, tale convivenza appare quanto mai indispensabile per conferire alla conoscenza così acquisita un livello accettabile di validità generale. L’apprendimento complesso implica necessariamente uno sforzo creativo, un’elaborazione soggettiva finalizzata alla costruzione di una conoscenza plurima, frutto dell’interdipendenza di diverse dimensioni: quella contestuale e quella for- male, quella personale e quella organizzativa, quella esplicita e quella tacita. Questo processo prende tuttavia le mosse dalla possibilità offerta al giovane di intervenire sulla realtà e di trasformarla, e pertanto «implica che non si possa im- parare niente se non c’è anche un contesto su cui si impara; e non si può conser- vare nulla se il problem solving non è vissuto, sperimentato, dalla diretta espe- rienza» (Rullani 1996, p. 184). La realtà lavorativa assolve tre funzioni significative: a) costituisce lo spazio ideale in cui matura l’acquisizione del sapere, del saper fare e del saper essere di una professione; b) suscita il confronto e lo scambio di esperienze e di conoscenze con gli altri e con gli oggetti della realtà data; c) rappresenta il luogo di verifica e di monitoraggio della qualità e della perti- nenza delle competenze professionali, e obbliga a rielaborarne i contenuti in funzione dei problemi da risolvere e delle decisioni da prendere. Solo l’apprendimento complesso consente di generalizzare la conoscenza con- testuale e implicita acquisita durante l’esperienza di stage e di trasferirla in contesti lavorativi diversi.L’affiancamento garantisce risultati di apprendimento forse più immediati, utili quando l’inserimento ha una finalità esclusivamente strumentale sia per la persona sia per l’impresa stessa, ma presenta una precarietà strutturale che ne impedisce l’applicabilità in situazioni lavorative diverse da quella in cui la conoscenza è maturata. Inoltre, un modello di apprendimento complesso è più adeguato a rispondere alle diversificate esigenze dell’impresa post-fordista. La domanda di professionalità, infatti, tende a manifestarsi in maniera diversa rispetto al passato. La ricerca e il reclutamento di forza lavoro con una professio- nalità già compiuta, con un insieme di competenze e di conoscenze codificate la- scia il posto a nuovi paradigmi che pongono maggior enfasi sul problema del con- tinuo adattamento delle competenze possedute alle peculiarità del contesto azien- dale e alle trasformazioni repentine dei cicli produttivi. È convinzione diffusa che tale adattamento si possa realizzare solo mediante interventi formativi flessibili e differenziati, non più orientati verso la preparazione esclusiva a una specifica attività lavorativa, ma pensati per favorire lo sviluppo progressivo di una professionalità polivalente, in grado di integrare in un insieme organico il sapere astratto e le abilità operative, le capacità personali e relazionali, la disponibilità al cambiamento, la corretta esecuzione di un compito individuale e la capacità di agire in una logica cooperativa. 14 L’enfasi sulla dimensione polivalente e contestuale della professionalità, ri- spetto ai tradizionali requisiti di contenuto, si basa sulla radicata convinzione che il cambiamento è destinato a diventare un fattore permanente, obbligando i diversi attori sociali (persone, organizzazioni, istituzioni) a rimettersi continuamente in gioco, sperimentando nuove soluzioni e verificandone di volta in volta l’efficacia rispetto alle situazioni concretamente agite. La tavola che segue presenta un confronto tra il modello appena presentato e il modello basato sull’affiancamento (cfr. tav. 1). Apprendimento complesso • prevalenza di una metodologia centrata sulla riflessività e sulla trasformazione dei contenuti dell’esperienza; • l’apprendimento è complesso quando co- involge il soggetto nella sua totalità; • l’apprendimento è centrato sulla persona che apprende; • la principale finalità è di orientare il sog- getto e metterlo nella condizione di co- struire il proprio progetto professionale; • i contenuti dell’apprendimento sono il prodotto di una mediazione tra i bisogni dell’allievo e le istanze dell’azienda; • tutor come facilitatore di apprendimento; • la formazione progetta il percorso forma- tivo ed esegue il monitoraggio costante del processo; • le modalità di apprendimento riguardano anche la realizzazione di progetti, gruppi di lavoro, esercitazioni, studio di casi. Affiancamento • prevalenza del metodo di apprendimento per prove ed errori; • gli esiti dell’apprendimento riguardano solo la dimensione del saper fare, delle abilità operative di uno specifico contesto; • l’apprendimento è centrato sul compito da eseguire; • la principale finalità riguarda la corretta esecuzione di una mansione relativamente semplice; • i contenuti dell’apprendimento sono pre- stabiliti; • tutor come principale detentore dei conte- nuti dell’apprendimento; • la formazione svolge solo una funzione di preselezione e di orientamento generale alla professione; • le modalità di apprendimento si basano solo sull’osservazione, l’imitazione e la pratica. Tav. 1 - Due modelli a confronto: l’affiancamento e l’apprendimento complesso 4. LO STAGE COME PROVA PROFESSIONALE PER LA VALIDAZIONE DELLE COMPETENZE Oltre a rappresentare il momento di apprendimento delle specifiche capacità di ruolo, l’inserimento in azienda assume anche una funzione dimostrativa e di cer- tificazione delle nuove acquisizioni. In questo senso, lo stage può essere definito come una prova professionale ba- sata sulla messa in opera da parte dell’allievo delle risorse apprese (saperi, abilità, capacità personali), con lo scopo di dimostrare l’acquisizione di una determinata 15 competenza nell’esercizio di una specifica attività lavorativa, per la cui validazione è indispensabile il giudizio positivo di un soggetto terzo: l’impresa. Presentiamo di seguito un breve glossario utile a chiarire alcuni punti cruciali (Nicoli 2000a): – Prova professionale: indica la possibilità di “cimentarsi” in un’attività per ac- certare il possesso di determinate qualità e la capacità di agire in maniera com- petente. L’espressione “cimentarsi” implica un “mettersi in gioco” e quindi anche una consapevole assunzione di rischio. Sottoporsi a una prova significa accettare il senso della sfida a una realtà nuova ed esporsi ai pericoli che essa reca con sé; – Risorse: insieme delle conoscenze (sapere), delle abilità (saper fare) e delle capacità (saper essere) che la persona pone in atto nei molteplici contesti lavo- rativi, secondo un mix sempre differente, in relazione al tipo di prestazione ri- chiesta; – Competenza: indica la «mobilizzazione delle risorse (saperi, abilità, capa- cità…) in vista della gestione adeguata di un’attività complessa. La competenza è quindi un’azione che si traduce in comportamenti effettivi, definiti perfor- mance, che possono essere osservati in una situazione reale e quindi valutati in rapporto a una definizione degli standard della prestazione» (Ibid. 2000); – Validazione: indica l’atto di convalidare una prova professionale sulla base di una verifica dei risultati ottenuti, in relazione a degli standard concordati prio- ritariamente. Validare significa esprimere un giudizio positivo (rendere valido) sull’efficacia di una performance e sulla preparazione di chi la esegue, a par- tire da un confronto tra la situazione desiderata e la situazione concretamente agita dal soggetto. In questa prospettiva, lo stage dovrebbe consentire di realizzare e valutare la corrispondenza sostanziale tra le risorse possedute dal soggetto (o meglio ancora la mobilizzazione contestuale di tali risorse) e le diversificate necessità lavorative connesse al ruolo professionale di riferimento. In altre parole, lo stage potrebbe diventare il momento imprescindibile di pas- saggio ad un sistema di certificazione basato sulle competenze, quindi sulla valuta- zione dei risultati delle performance e sul riconoscimento contestuale della loro va- lidità, anziché sulla corrispondenza formale tra titoli acquisiti e capacità possedute. Si tratta di un passaggio problematico per le implicazioni che esso genera sul sistema occupazionale e sociale e per l’intrinseca difficoltà a definire il concetto di competenza, la quale sfugge a qualsiasi tentativo di classificazione astratta e gene- rale, essendo essenzialmente un “saper agire” contestuale, contingente e finalizzato. Per una trattazione esaustiva della problematica, si rimanda alla letteratura specifica sull’argomento (Inghilesi, 1993; Di Francesco, 1994; Boam - Sparrow, 1996; Ajello - Meghnagi, 1998; Nicoli, 2000a). Ai nostri fini, interessa prendere atto del fatto che in questa prospettiva la cer- tificazione delle nuove acquisizioni non può realizzarsi senza il giudizio positivo 16 dell’impresa, cui spetta il compito di verificare in modo pertinente l’efficacia di una determinata azione professionale e la sua validità complessiva. Ciò giustifica, peraltro, il coinvolgimento diretto dell’azienda fin dalle fasi iniziali di progetta- zione e organizzazione del percorso di stage. 5. TIPOLOGIE DI STAGE I diversi significati che si possono associare ad un’esperienza di stage variano in funzione sia del tipo di percorso formativo in cui tali esperienze sono inserite , sia delle finalità che gli vengono attribuite. I criteri impiegati per distinguere le tipologie di stage possono essere molte- plici, anche se il più delle volte questa ridondanza di classificazioni è interessante sul piano analitico, perché migliora la nostra comprensione del fenomeno studiato, ma poco utile sul piano della concreta realizzazione, in quanto risulta problematico scindere i vari elementi. Si tratta chiaramente di tipi ideali, cioè di modelli concettuali basati sull’indi- viduazione di uno o più elementi significativi e caratterizzanti, che vengono accen- tuati per favorire il confronto e le generalizzazioni, ma che nella realtà non si pre- sentano mai in forma pura. La classificazione più comunemente utilizzata fa riferimento alle finalità del- l’inserimento, distinguendo tra: a) stage orientativo; b) stage formativo; c) stage di preinserimento. Per ciascuna modalità è possibile individuare: le caratteristiche metodolo- giche, le finalità generali, gli obiettivi, le modalità d’erogazione, gli strumenti im- piegati nella fase di organizzazione, realizzazione e valutazione. Riguardo alle finalità, ci sembra opportuno precisare che finalizzare lo stage significa: migliorare la qualità complessiva della valutazione e permettere di verifi- care con maggior precisione il raggiungimento di risultati precedentemente pro- grammati; consentire all’allievo di definire in modo realistico le proprie aspettative rispetto all’inserimento e preparare in maniera dettagliata l’esperienza di stage in funzione della finalità prevalente. Non bisogna dimenticare, inoltre, che ogni processo d’inserimento lavorativo mediante stage contiene sempre tutte e tre la finalità rappresentate, le quali assu- mono un peso differente e una diversa consistenza temporale in base alle caratteri- stiche dell’allievo e alle sue specifiche esigenze. Le stesse tre tipologie di stage sopra descritte, non vanno intese come servizi separati e fra loro alternativi, bensì come pacchetti formativi componibili secondo modalità non preordinate, in modo da personalizzare quanto più possibile il per- corso d’inserimento lavorativo degli allievi, in coerenza con la nuova prospettiva 17 di una formazione modulare che si adatta di volta in volta alle molteplici esigenze di utenze plurime. Infine, dall’osservazione del ciclo lavorativo in cui lo stagista è inserito, si possono prendere in considerazione altri due fattori: l’analisi del grado di auto- nomia richiesto nello svolgimento delle attività; il livello di attesa dei risultati del lavoro svolto. Si tratta di due elementi fra loro strettamente associati (più è alta l’autonomia attribuita all’allievo durante lo stage, maggiori saranno anche le attese sui risultati del lavoro svolto), che giocano un ruolo importante nella determina- zione della qualità di uno stage e nella valutazione della complessità e della ric- chezza degli apprendimenti. Di seguito descriviamo le tre tipologie di stage (orientativo, formativo, di preinserimento) e presentiamo una tavola comparativa (cfr. tav. 2). 5.1. Lo stage orientativo La collocazione naturale dello stage di tipo orientativo è all’inizio di un per- corso, quando l’allievo si trova nella situazione di dover decidere se la scelta com- piuta corrisponde ai suoi bisogni e ai suoi interessi (se ricorrono determinate con- dizioni è possibile proporre uno stage a carattere prevalentemente orientativo anche in momenti differenti del percorso). La natura orientativa dell’intervento implica che un’attenzione particolare debba essere dedicata, più che all’attività di programmazione e di pianificazione del lavoro, alla creazione di un clima favorevole all’inserimento dello stagista e alla costruzione di relazioni di fiducia reciproca. Da parte dell’azienda deve esserci la disponibilità a garantire l’accesso dell’allievo alle principali fonti informative e a consentire l’osservazione dell’ambiente lavorativo. Lo stage orientativo, infatti, è finalizzato principalmente ad aiutare l’allievo nella scelta di uno specifico percorso formativo o lavorativo, migliorando la com- prensione di determinato profilo professionale e delle principali caratteristiche del ruolo, dei rapporti sociali e di gerarchia all’interno dell’azienda, delle tecnologie e degli strumenti impiegati, della gestione individuale o cooperativa del lavoro. L’esito di questa scelta dovrebbe tradursi nell’elaborazione di un progetto di vita e di lavoro. Di seguito, presentiamo: 1) gli obiettivi di questa tipologia di stage; 2) la sua articolazione temporale; 3) i referenti. 1) Obiettivi In particolare, con lo stage orientativo si intende aiutare il ragazzo nel: a) definire in modo realistico il proprio progetto professionale, partendo dalla manifestazione delle sue aspettative e possibilità; b) migliorare la conoscenza del profilo professionale, in termini di competenze tecniche, abilità e capacità personali richieste; c) individuare con maggior precisione i requisiti d’accesso alla professione; 18 d) acquisire gli elementi essenziali di cultura del lavoro; e) ampliare la conoscenza delle opportunità offerte dal mercato del lavoro locale; f) migliorare la conoscenza del contesto lavorativo, dei processi produttivi e del- l’organizzazione del lavoro; g) verificare la coerenza tra le conoscenze teoriche e la realtà lavorativa. Per conseguire finalità ed obiettivi, si ritiene che la modalità di apprendimento caratterizzante lo stage orientativo debba essere l’osservazione, anche se non si esclude la possibilità di far eseguire all’allievo alcune semplici operazioni durante la visita in azienda o nell’attività di laboratorio. Secondo la filosofia ispiratrice del- l’intervento, l’inserimento in una situazione lavorativa reale, per quanto non ac- compagnato da un coinvolgimento “forte” nella realizzazione di specifiche attività, può fornire al giovane le conoscenze indispensabili per valutare se la prosecuzione del percorso formativo risponde a requisiti di fattibilità e desiderabilità. 2) Articolazione temporale Riguardo alle modalità pratiche di realizzazione, lo stage orientativo si svolge in 10 o 12 ore articolate in due giornate, sotto forma di visita all’azienda strutturata in tre momenti essenziali: a) l’incontro con i testimoni; b) l’osservazione della realtà; c) la verifica, da effettuare direttamente in azienda o mediante simulazioni di laboratorio. 3) Referenti Le principali figure coinvolte all’interno del CFP sono: il responsabile di stage, i formatori ed il tutor, che si occuperanno non solo di preparare la visita di stage in collaborazione con l’azienda, rappresentata dal responsabile aziendale, ma anche della progettazione didattica e formativa, della predisposizione del poten- ziale professionale dell’allievo (sia attraverso colloqui individuali, sia mediante i gruppi di lavoro ed i laboratori) e della valutazione dello stage. 5.2. Lo stage formativo Rispetto allo stage orientativo, la modalità d’inserimento tramite stage forma- tivo prevede un impegno da parte dell’allievo nello svolgimento di intere sequenze lavorative o di parti di esse, concordate prioritariamente con l’azienda e program- mate durante l’elaborazione del piano di stage. Grazie alla presenza di un tutor aziendale e all’assistenza del tutor del CFP, lo stagista è messo nella condizione di gestire le proprie attività con un grado di dis- crezionalità che aumenta progressivamente pur restando all’interno di una situa- zione “protetta”, dove i risultati attesi non corrispondono necessariamente a quelli previsti dal ruolo professionale. 19 All’osservazione si aggiunge la prassi come leva principale per favorire l’ap- prendimento di nuove abilità e capacità professionali. Lo stage formativo è, infatti, pensato per favorire l’apprendimento di nuove competenze professionali e per sviluppare e consolidare quelle già esistenti. Al ter- mine del percorso, l’allievo dovrebbe avere acquisito gli elementi conoscitivi, le abilità operative e le capacità necessarie per presidiare in modo ottimale il ruolo professionale. Di seguito, presentiamo: 1) gli obiettivi di questa tipologia di stage; 2) la sua articolazione temporale; 3) i referenti. 1) Obiettivi In particolare, si mira a permettere all’allievo di: a) sviluppare specifiche abilità operative richieste dal ruolo professionale speri- mentato; b) apprendere, attraverso l’azione, nuove competenze; c) organizzare e gestire le operazioni e i compiti assegnati in modo razionale, così da garantire una qualità soddisfacente del lavoro svolto; d) imparare a gestire in maniera non conflittuale le relazioni con gli altri; e) acquisire un livello accettabile di padronanza nell’uso delle tecnologie e degli strumenti di lavoro; f) conoscere e decodificare i concetti ed i linguaggi tipici della professione; g) sviluppare una visione d’insieme del processo lavorativo, necessaria per ca- pire il rapporto tra il proprio lavoro e la mission dell’azienda. Per una migliore valorizzazione dello stage formativo, inoltre, è necessaria una fase propedeutica di preparazione e di formazione in aula e in laboratorio, al fine di acquisire elementi conoscitivi essenziali per presidiare il ruolo professio- nale. Pertanto, è consigliabile inserire questa tipologia di stage all’inizio di un per- corso formativo, a meno che l’utenza di riferimento non possieda già i requisiti mi- nimi richiesti dall’azienda per occupare quella specifica posizione professionale (questo è il caso di molti adulti che provengono da altre esperienze lavorative meno analoghe a quella sperimentata). 2) Articolazione temporale L’esperienza è generalmente di circa 400 ore, articolate in 50 giornate lavora- tive, e prevede dei forum infrastage da tenersi al termine di ogni settimana, finaliz- zati alla rielaborazione dei vissuti personali e delle esperienze problematiche in- contrate. È inoltre prevista una prova conclusiva. 3) Referenti Le figure professionali coinvolte nella preparazione e realizzazione dello stage formativo sono: il formatore responsabile stage, il tutor del CFP, il tutor aziendale, i colleghi di lavoro. 20 5.3. Il tirocinio/stage di preinserimento Lo stage di preinserimento rappresenta il livello più avanzato d’inserimento lavorativo, e si colloca al termine di un percorso formativo. Questo tipo di stage, inoltre, presupponendo una buona padronanza delle co- noscenze/competenze di ruolo, è rivolto ad un bacino di utenza più limitato ri- spetto a quelli dello stage orientativo e formativo. La sua principale finalità è quella di verificare l’efficacia delle conoscenze e delle capacità acquisite dall’allievo nelle fasi precedenti, e completare lo sviluppo della professionalità necessaria per realizzare una performance di qualità. L’allievo, infatti, proprio grazie alla precedente acquisizione delle capacità e delle abilità operative specifiche della professione, è in grado di presidiare intera- mente il ruolo in piena autonomia. I risultati attesi sono gli stessi previsti dal ruolo a regime. Ciò significa che l’azienda comincia a valutare la qualità e l’efficacia delle prestazioni applicando al lavoro dello stagista gli stessi criteri di giudizio che sono impiegati per gli altri lavoratori che assolvono le medesime funzioni. Di seguito, presentiamo: 1) gli obiettivi di questa tipologia di stage; 2) la sua articolazione temporale; 3) i referenti. 1) Obiettivi In particolare, questa esperienza permetterà all’allievo di: a) conoscere la realtà organizzativa; b) sperimentare il ruolo professionale; c) addestrarsi al lavoro; d) imparare a gestire le situazioni critiche mantenendo il controllo delle pulsioni emotive; e) imparare a gestire le proprie attività in relazione ad una precisa programma- zione temporale. 2) Articolazione temporale Questo tipo di stage ha una durata di 100-120 ore lavorative. Si prevede, oltre ai forum infrastage da tenersi al termine di ciascuna setti- mana per la rielaborazione dei vissuti personali e delle esperienze problematiche incontrate, una prova conclusiva. 3) Referenti Le figure professionali coinvolte nella programmazione e realizzazione di questo stage sono: il tutor aziendale, i colleghi di lavoro, il responsabile stage. Quest’ultimo si occuperà della progettazione formativa e didattica, dell’elabora- zione del piano di stage con l’azienda, della definizione del profilo professionale dell’allievo, della gestione dei rientri e della valutazione finale. 21 se gu e A iu ta re la p er so na n el la s ce lta d i u no s pe - ci fi co p er co rs o fo rm at iv o o la vo ra ti vo , m ig li or an do l a su a co m pr en si on e di u n pr of il o pr of es si on al e e de ll e su e pr in ci pa - li de te rm in an ti. – de fi ni re i n m od o re al is ti co i l pr op ri o pr og et to p ro fe ss io na le , pa rt en do d al la m an if es ta zi on e de lle p ro pr ie a sp et ta tiv e e po ss ib ili tà : – m ig li or ar e la c on os ce nz a de l pr of il o pr of es si on al e, in te rm in i d i c om pe te nz e te cn ic he , a bi lit à e ca pa ci tà p er so na li ri - ch ie st e; – in di vi du ar e co n m ag gi or p re ci si on e i re qu is iti d ’a cc es so a lla p ro fe ss io ne ; – ac qu is ir e gl i el em en ti es se nz ia li di c ul - tu ra d el la vo ro ; – am pl ia re la c on os ce nz a de lle o pp or tu ni - tà o ff er te d al m er ca to d el la vo ro lo ca le ; – m ig li or ar e la c on os ce nz a de l co nt es to la vo ra tiv o, d ei p ro ce ss i pr od ut tiv i, de l- l’ or ga ni zz az io ne d el la vo ro ; – ve ri fi ca re la c oe re nz a tr a le c on os ce nz e te or ic he e la r ea lt à la vo ra tiv a. F av or ir e l’ ap pr en di m en to d i nu ov e co m - pe te nz e pr of es si on al i. S vi lu pp ar e e co ns ol id ar e le c om pe te nz e gi à es is te nt i. – sv il up pa re s pe ci fi ch e ab il it à op er at iv e ri ch ie st e da l ru ol o pr of es si on al e sp er i- m en ta to ; – ap pr en de re a tt ra ve rs o l’ az io ne n uo ve co m pe te nz e; – or ga ni zz ar e e ge st ir e le o pe ra zi on i e i co m pi ti as se gn at i i n m od o ra zi on al e, ta - le d a ga ra nt ir e un a qu al ità s od di sf ac en - te d el la vo ro s vo lto ; – im pa ra re a g es tir e in m an ie ra n on c on - fl itt ua le le r el az io ni c on g li al tr i; – ac qu is ir e un l iv el lo a cc et ta bi le d i pa - dr on an za n el l’ us o de lle te cn ol og ie e d e- gl i s tr um en ti di la vo ro ; – co no sc er e e de co di fi ca re i c on ce tt i e i lin gu ag gi ti pi ci d el la p ro fe ss io ne ; – sv il up pa re u na v is io ne d ’i ns ie m e de l pr oc es so l av or at iv o, n ec es sa ri a pe r ca - pi re il r ap po rt o tr a il pr op ri o la vo ro e la m is si on d el l’ az ie nd a. V er if ic ar e l’ ef fi ca ci a de ll e co no sc en ze e de ll e ca pa ci tà a cq ui si te n el le f as i pr ec e- de nt i. C om pl et ar e lo s vi lu pp o de lla p ro fe ss io na - li tà n ec es sa ri a pe r re al iz za re u na p er fo r- m an ce d i q ua lit à. – co no sc er e la r ea ltà o rg an iz za tiv a; – sp er im en ta re il r uo lo p ro fe ss io na le ; – ad de st ra re a l l av or o; – im pa ra re a g es tir e le s itu az io ni c ri tic he m an te ne nd o il c on tr ol lo d el le p ul si on i em ot iv e; – im pa ra re a g es tir e la p ro pr ie a tti vi tà i n re la zi on e a un a pr ec is a pr og ra m m az io - ne te m po ra le . Ta v. 2 - C on fr on to tr a le tr e ti po lo gi e di s ta ge P ar am et ri ST A G E O R IE N T A T IV O ST A G E F O R M A T IV O ST A G E D I P R E IN SE R IM E N T O Finalità Obiettivi 22 L a pr in ci pa le m od al it à di a pp re nd im en to è l’ os se rv az io ne , no n è da e sc lu de re l a po ss ib il it à di e se gu ir e al cu ne s em pl ic i op er az io ni . L a co llo ca zi on e na tu ra le d i qu es ta t ip ol o- gi a di s ta ge è al l’ in iz io d i u n pe rc or so f or - m at iv o. L a na tu ra o ri en ta ti va d el l’ in te rv en to i m - pl ic a un ’a tt en zi on e pa rt ic ol ar e al la c re a- zi on e di u n cl im a fa vo re vo le a ll ’i ns er i- m en to d el lo s ta gi st a e al la c os tr uz io ne d i re la zi on i d i f id uc ia r ec ip ro ca . D a pa rt e de ll ’a zi en da d ev e es se rc i un a di sp on ib ili tà d i f on do a g ar an tir e l’ ac ce ss o de ll’ al li ev o al le p ri nc ip al i f on ti in fo rm at i- ve e a c on se nt ir e l’ os se rv az io ne d el l’ am - bi en te la vo ra ti vo . P re ve de u n im pe gn o de ll ’a ll ie vo n el lo sv ol gi m en to d i in te re s eq ue nz e la vo ra tiv e o di p ar ti di e ss e È la t ip ol og ia p iù u til iz za ta e p uò e ss er e, pe ra ltr o, r ep lic at a an ch e al s ec on do a nn o, co n un a m ag gi or c om pl es si tà d i c on te nu ti e un ’a tt en zi on e pi ù m ar ca ta a i ri su lt at i de lla p er fo rm an ce . Im pl ic a un a fa se p ro pe de ut ic a di p re pa ra - zi on e e di f or m az io ne i n au la e i n la bo ra - to ri o. P er ta nt o, n on è c on si gl ia bi le i ns er i- re q ue st a tip ol og ia d i s ta ge al l'i ni zi o di u n pe rc or so f or m at iv o. L’ al lie vo è o ra in g ra do d i p re si di ar e in te - ra m en te il r uo lo e in p ie na a ut on om ia . L’ az ie nd a co m in ci a a va lu ta re l a qu al ità e l’ ef fi ca ci a de lle p re st az io ni a pp lic an do a l la vo ro d el lo s ta gi st a gl i st es si c ri te ri d i gi ud iz io c he s on o im pi eg at i pe r gl i al tr i la vo ra to ri c he a ss ol vo no le m ed es im e fu n- zi on i. L a co llo ca zi on e id ea le d i q ue st o st ag e è al te rm in e di u n pe rc or so f or m at iv o ar tic ol a- to in u na p ri m a fa se d i f or m az io ne te or ic a e in u na s ec on da f as e di s ta ge fo rm at iv o. se gu e Ta v. 2 P ar am et ri ST A G E O R IE N T A T IV O ST A G E F O R M A T IV O ST A G E D I P R E IN SE R IM E N T O Caratteristiche metodologiche Prerequisiti se gu e 23 D ur at a: 1 0- 12 o re a rt ic ol at e in d ue g io rn a- te s ot to f or m a di v is it a st ru tt ur at a in t re m om en ti e ss en zi al i: in co nt ro c on te st im o- ni ; o ss er va zi on e de lla r ea ltà ; v er if ic a L e pr in ci pa li f ig ur e co in vo lt e so no : re - sp on sa bi le s ta ge , f or m at or i, tu to r C FP , r e- sp on sa bi le a zi en da le . Sc he da p ro ge tto s ta ge , s ch ed e di o ss er va - zi on e, s tr um en ti di v al ut az io ne . – pr ep ar az io ne d el la v is ita d i s ta ge in c ol - la bo ra zi on e co n l’ az ie nd a; – pr og et ta zi on e di da tti ca e f or m at iv a; – pr ed is po si zi on e de l po te nz ia le p ro fe s- si on al e de ll’ al lie vo , s ia a ttr av er so c ol lo - qu i in di vi du al i si a m ed ia nt e i gr up pi d i la vo ro e i la bo ra to ri ; – va lu ta zi on e – D ur at a: 2 00 -2 40 o re a rt ic ol at e in 2 5- 30 gi or na te la vo ra tiv e – pr es en za d i u n tu to r az ie nd al e – Fo ru m i nf ra st ag e da t en er si a l te rm in e di o gn i se tti m an a, f in al iz za ti al la r ie la - bo ra zi on e de i vi ss ut i pe rs on al i e de ll e es pe ri en ze p ro bl em at ic he in co nt ra te – Pr ov a co nc lu si va – Fi gu re c oi nv ol te : r es po ns ab ile s ta ge do - ce nt i, tu to r C FP , t ut or az ie nd al e, c ol le - gh i d i l av or o. S ch ed a pr og et to s ta ge ; S ch ed a di d ef in i- zi on e de l pr of il o pr of es si on al e de ll ’a ll ie - vo ; Sc he da d i el ab or az io ne a zi en da le d el pr of ilo d i st ag e; P la nn in g al lie vo ; Sc he da de lle a tti vi tà s et tim an al i; St ru m en ti di v a- lu ta zi on e. – pr og et ta zi on e fo rm at iv a e di da tti ca ; – el ab or az io ne d el p ia no d i s ta ge co n l’ a- zi en da ; – de fi ni zi on e de l p ro fi lo p ro fe ss io na le ; – ge st io ne d ei r ie nt ri ; – va lu ta zi on e. – D ur at a: 1 00 -1 20 o re a rt ic ol at e in d ue o tr e se tti m an e la vo ra tiv e – Fo ru m i nf ra st ag e da t en er si a l te rm in e di c ia sc un a se tti m an a fi na liz za ti al la r i- el ab or az io ne d ei v is su ti pe rs on al i e d el - le e sp er ie nz e pr ob le m at ic he in co nt ra te – P ro va c on cl us iv a – F ig ur e co in vo lte : t ut or az ie nd al e, c ol le - gh i d i l av or o, r es po ns ab ile s ta ge S ch ed a pr og et to s ta ge ; S ch ed a di d ef in i- zi on e de l pr of il o pr of es si on al e de ll ’a ll ie - vo ; S ch ed a di e la bo ra zi on e az ie nd al e de l pr of ilo d i st ag e; P la nn in g al lie vo ; Sc he da de lle a tti vi tà s et tim an al i; St ru m en ti di v a- lu ta zi on e – P ro ge tta zi on e fo rm at iv a e di da tti ca ; – E la bo ra zi on e de l p ia no d i s ta ge co n l’ a- zi en da ; – D ef in iz io ne d el p ro fi lo p ro fe ss io na le de ll’ al lie vo ; – G es tio ne d ei r ie nt ri ; – va lu ta zi on e. se gu e Ta v. 2 P ar am et ri ST A G E O R IE N T A T IV O ST A G E F O R M A T IV O ST A G E D I P R E IN SE R IM E N T O Modalità d’erogazione Strumenti Funzioni del CFP 24 6. IL TUTORING Per la buona riuscita delle esperienze di stage, rivestono un’importanza parti- colare i ruoli dei due tutor: il tutor formativo e il tutor aziendale. Indichiamo di seguito i requisiti e i criteri di selezione dei candidati interessati a ricoprire i ruoli indicati, nonché le funzioni principali delle due figure di tutor. 6.1. Il tutor formativo Il tutor deve sostenere, accompagnare e valorizzare lo stagista lungo l’intero iter formativo. Egli ha il compito di definire modalità innovative di intervento per rendere lo stagista protagonista principale della propria formazione. Di seguito, vediamo quali sono i requisiti e le funzioni del tutor formativo. 6.1.1. Requisiti del tutor formativo La scelta del tutor di formazione viene realizzata mettendo a fuoco nei candi- dati la presenza dei seguenti requisiti: a) coscienza di sé e abilità interpersonali; b) ccapacità di condurre un gruppo in formazione; c) ccapacità di organizzazione e di progettazione – valutazione. L’attività del tutor prevede momenti di animazione, di conoscenza e di con- tatto: egli interagisce con la persona sostenendola nell’elaborazione di un perso- nale progetto e nella definizione di un profilo professionale adeguato alle compe- tenze e agli interessi personali. Infine, attraverso un riesame dei processi compiuti, egli organizza, prepara e valuta le fasi dell’esperienza formativa, facilita il riconoscimento e la risoluzione dei problemi incontrati e promuove la capacità di gestione autonoma del giovane. 6.1.2. Funzioni del tutor formativo Le funzioni del tutor di formazione sono le seguenti: 1) Ideazione delle attività relative alla preparazione, assistenza e monitoraggio. Questa funzione comporta: a) stabilire i metodi di lavoro, i tempi di realizzazione, l’apporto di eventuali esperti esterni; b) intervenire per far fronte a momenti di difficoltà personale dello stagista; c) predisporre le attività inerenti il momento dell’accoglienza in azienda; d) condurre le attività progettate. 25 2) Collaborazione con l’impresa per la gestione dello stage, attraverso: a) l’elaborazione della scheda-allievo; b) la ricerca delle imprese disponibili, l’individuazione con il tutor d’impresa delle posizioni e dei compiti, l’abbinamento allievo–impresa e la definizione del progetto di stage formativo; c) la presentazione, l’accompagnamento e la verifica–correzione durante il per- corso di stage; d) la valutazione delle abilità sociali e organizzative, delle competenze professio- nali e dei bisogni di formazione complementare. 3) Valutazione – validazione delle acquisizioni e gestione della continuità, in particolare: a) valutazione nel Centro di formazione; b) validazione delle competenze; c) compilazione del “Libretto formativo” e comunicazione con l’impresa di inse- rimento professionale; d) continuità formativa. Il tutor ha il compito di promuovere un’esperienza significativa, formativa e realistica. Il suo intervento si concentra nella fase intermedia fra il periodo di orientamento, di formazione iniziale e finale e l’inserimento lavorativo. Egli non ha compiti diretti di trasmissione delle conoscenze o di intervento sull’apprendi- mento, ma ne favorisce le condizioni. Agisce, inoltre, come coordinatore e punto di riferimento per i soggetti istitu- zionali e sociali e per gli operatori che interagiscono con il giovane al fine di pro- muovere l’integrazione fra i componenti del sistema. 6.2. Il tutor aziendale Il tutor accompagna e guida non solo nel percorso di apprendimento ma anche, e soprattutto, nel processo di inserimento e di integrazione nella struttura aziendale. Di seguito, vediamo quali sono i requisiti e le funzioni del tutor aziendale. 6.2.1. Requisiti del tutor aziendale La scelta del tutor aziendale viene realizzata mettendo a fuoco la presenza nei candidati delle seguenti qualità: a) disponibilità; b) capacità di ascolto; c) sensibilità pedagogica; d) conoscenza del mestiere. 26 6.2.2. Funzioni del tutor aziendale Le funzioni del tutor aziendale sono le seguenti: 1) Accoglienza del giovane nell’impresa, da realizzare attraverso: a) la comunicazione delle informazioni essenziali riguardanti l’impresa (caratte- ristiche, piano di inserimento, orari di lavoro, regolamento interno); b) la sistemazione del posto di lavoro, degli strumenti, del vestiario, l’espleta- mento delle formalità amministrative, ecc.; c) l’organizzazione del rapporto dell’impresa con i giovani (definizione delle funzioni e dei ruoli, pianificazione degli incontri, decisione riguardo all’im- piego del tempo di presenza in impresa); d) l’esposizione degli obiettivi della formazione (presentazione del posto di la- voro, le altre persone che presidiano lo stesso posto, ciò che egli dovrà fare nell’impresa) ; 2) Trasferimento del saper – fare, mediante: a) la formalizzazione del mestiere (titolo del mestiere, i titolari dell’impresa, le esigenze e le difficoltà della posizione, le consegne di sicurezza); b) la formazione pratica nell’impresa (definizione dei campi di attività, defini- zione dei compiti di attività, elencazione delle conoscenze indispensabili, dei comportamenti, delle buone regole del lavoro, pianificazione dei passaggi in impresa in funzione delle competenze acquisite); 3) Valutazione delle competenze del giovane, attraverso: a) le schede tecniche di valutazione fornite dal Centro di formazione (riguardanti la presenza di caratteristiche quali la puntualità, lo spirito d’équipe, l’auto- nomia, l’efficacia, il lavoro personale, ecc.); b) la valutazione delle competenze professionali; c) la valutazione dei bisogni di formazione complementare. 4) Dialogo con l’organismo formativo, da attuare con: a) lo scambio di informazioni con i formatori; b) l’armonizzazione della formazione nel Centro con la formazione nell’impresa; c) la partecipazione alla valutazione finale del giovane. Come facilitatore, aiuta a definire in modo positivo i rapporti con i superiori e i colleghi, con la disciplina e con le regole dell’azienda. Inoltre, è attento ad individuare e a risolvere tempestivamente eventuali situa- zioni di conflitto interpersonale (tra le persone) e intrapersonale (tra la realtà e le attese soggettive). 27 Egli non è un esaminatore: osserva le attitudini, le capacità e il livello di ap- prendimento del giovane e si propone come un valido sostegno per il consegui- mento degli obiettivi del progetto. Affiancandosi allo stagista, pronto ad intervenire qualora nascessero incer- tezze o ritardi nell’apprendimento, deve riuscire a farsi riconoscere non come un superiore ma come un collega autorevole ed esperto. 7. LINEE GUIDA PER LA DEFINIZIONE DI UN APPROCCIO PROGETTUALE Benché uno dei principali vantaggi per le organizzazioni ospitanti sia quello di poter migliorare il lavoro di ricerca e selezione del personale, lo stage non può es- sere considerato un intervento di mero collocamento lavorativo. Il valore aggiunto che esso può recare al processo di apprendimento dell’al- lievo dipende dalla capacità di valorizzare anzitutto la sua dimensione progettuale, tenendo conto del potenziale professionale del soggetto, dei suoi bisogni e delle caratteristiche del mercato del lavoro locale. Anche quando è finalizzato al preinserimento, lo stage garantisce buoni risul- tati solo se è inserito in modo organico e coerente in un percorso formativo più ampio, in cui l’esperienza in azienda viene integrata con momenti di orientamento, di riflessione e di elaborazione concettuale. Si attuerà, quindi, un percorso il più possibile personalizzato, con riferimento a determinate figure professionali, programmato in funzione del raggiungimento di uno specifico obiettivo di apprendimento. L’enfasi sulla natura progettuale nasce dalla consapevolezza che, troppo spesso, un’impostazione del problema che assume come centrale la dimensione pratica dell’apprendimento, si presta a degenerare in mero addestramento, replica automatica delle operazioni e dei gesti compiuti da un lavoratore già inserito. A nostro giudizio occorre evitare entrambi gli estremi. Se, da una parte, inter- venti centrati esclusivamente sull’acquisizione di saperi decontestualizzati ri- schiano di allontanare i giovani da una formazione percepita come distante dai propri bisogni, d’altra parte è altrettanto vero che l’inserimento lavorativo è anche formativo solo se accompagnato da opportuni momenti di rielaborazione dell’espe- rienza e di codificazione delle capacità acquisite, così come prevede il modello dell’apprendimento complesso. Di seguito, indichiamo alcune caratteristiche distintive e alcune azioni che garantiscono una buona qualità dell’esperienza di stage. 1) Caratteristiche di uno stage ben strutturato a) Variabilità Indica la necessità di realizzare una mediazione alta tra la richiesta dell’orga- nizzazione e i bisogni formativi del soggetto. 28 Per l’azienda ospitante anche l’inserimento di uno stagista ha un significato strumentale e, pertanto, l’assegnazione delle attività da svolgere segue una lo- gica di funzionalità rispetto alle esigenze del momento. Spetta al Centro di formazione, attraverso le figure del tutor e del responsabile di stage, rivendicare la peculiarità formativa di questa particolare tipologia d’inserimento, chiedendo che il giovane sia coinvolto in più attività, possibil- mente articolate secondo una sequenza logica che preveda un grado progres- sivo di complessità del lavoro da svolgere. b) Qualità È una caratteristica strettamente associata alla variabilità. Se quest’ultima si riferisce alle modalità di esecuzione del lavoro, la qualità è legata invece ai contenuti dei compiti assegnati. In questa prospettiva, realizzare un’esperienza di qualità significa sviluppare una conoscenza ricca di significati e di contenuti intelligenti, che non si esau- risce in una specifica mansione, ma può essere impiegata in molteplici attività e in contesti lavorativi differenti. c) Integrazione Le capacità apprese durante lo stage devono essere integrate in un’unica pro- spettiva cognitiva e conoscitiva. È importante per lo stagista cogliere il nesso che lega le varie attività in cui è coinvolto, nonché sviluppare una visione d’insieme del lavoro svolto, per comprendere quale contributo esso reca al più generale funzionamento del processo produttivo e organizzativo dell’azienda. d) Riflessività Questa caratteristica si sviluppa principalmente durante i forum infrastage, ma in realtà rappresenta il tratto distintivo dell’intero processo di apprendimento. Indica la capacità di riflettere sulle attività svolte e di coglierne gli elementi essenziali, di elaborare le conoscenze/competenze acquisite, sia mediante il lavoro di gruppo sia attraverso i colloqui individuali con il tutor. L’esperienza è riflessiva quando permette di associare il pensiero e l’azione, con l’obiettivo di verificare i reciproci condizionamenti e la coerenza com- plessiva del processo di apprendimento. 2) Qualità di uno stage ben strutturato Per le ragioni sopra descritte, la preparazione, l’organizzazione e la realizza- zione dell’inserimento lavorativo tramite stage dovrebbe prevedere: a) la progettazione congiunta dell’intervento (da parte dell’allievo, dell’azienda e del CFP), al fine di valorizzare il significato orientativo e formativo dello stage e per sviluppare una maggior coerenza tra gli obiettivi iniziali e i risul- tati dell’apprendimento; 29 b) la prevalenza di un setting formativo e metodologico basato su funzioni di- verse dalla tradizionale docenza: coordinamento, tutoring, orientamento, co- unseling individuale, assistenza e accompagnamento; c) l’adozione di un modello organizzativo centrato sull’articolazione del per- corso formativo in fasi tra loro distinte, che possono tuttavia essere gestite in maniera flessibile, in funzione delle peculiarità che contraddistinguono ogni processo d’inserimento; d il monitoraggio in itinere del processo formativo e degli apprendimenti acqui- siti, attraverso un coinvolgimento diretto dell’azienda e del soggetto nella va- lutazione delle singole fasi. Nella parte che segue, ci soffermiamo sulle tre figure coinvolte nell’esperienza di stage: allievo, azienda, CFP. 7.1. Gli attori dello stage: l’allievo L’inserimento lavorativo mediante stage rappresenta per molti giovani una vera e propria transizione, il primo contatto con il mondo adulto e con quella realtà che più di ogni altra lo qualifica e lo contraddistingue. Questa transizione può essere vissuta come fonte di cambiamento e di matura- zione personale prima ancora che professionale, ma anche come causa di tensioni e di conflitti laceranti che possono compromettere il processo di crescita dell’allievo. L’ambiente formativo è pensato in funzione dei bisogni dell’allievo, che è l’u- nico vero destinatario degli interventi. La valutazione formativa dipende in gran parte dalla realizzazione degli obiettivi di apprendimento del soggetto. Nella realtà lavorativa la situazione è ben diversa poiché le persone sono valu- tate in funzione del rapporto tra il costo dell’investimento sostenuto e il valore ag- giunto che tale investimento è in grado di apportare al funzionamento complessivo dell’organizzazione. La natura stessa dell’impresa impone di prestare un’atten- zione privilegiata ad alcuni fattori che la formazione tende in qualche modo a esor- cizzare, o perché considerati di ostacolo al processo di maturazione personale del soggetto, o perché la loro comparsa è ritenuta prematura rispetto alle esigenze del- l’età evolutiva. A titolo esemplificativo, indichiamo alcuni di tali fattori che riguar- dano: la propensione al rischio; l’importanza di valutare i risultati delle perfor- mance individuali; la competizione come leva per il miglioramento delle presta- zioni; l’assunzione di responsabilità e la capacità di render conto agli altri di ciò che si è fatto. Chi, per la prima volta, entra in un contesto lavorativo si trova a dover com- piere una serie di adattamenti e di cambiamenti che riguardano sia la sua dimen- sione cognitiva e conoscitiva, sia i modelli socio-culturali e personali. Tali cambiamenti fanno riferimento ai seguenti elementi: il confronto e l’inte- riorizzazione critica dei nuovi modelli di comportamento e del sistema di valori 30 prevalente; la capacità di prendere decisioni in situazioni d’incertezza mantenendo il controllo del proprio stato emotivo; la gestione, in un contesto competitivo, delle relazioni con gli altri, senza sviluppare reazioni conflittuali; la capacità di svolgere intere sequenze dell’attività lavorativa in completa autonomia e senza la presenza protettiva e tranquillizzante di un adulto (professore, tutor, genitori). A prescindere dalle specifiche situazioni, lo stage consente all’allievo di rag- giungere i seguenti obiettivi: a) acquisire nuove competenze e nuove capacità personali e sviluppare quelle già possedute; b) gestire e risolvere in autonomia i diversi problemi che possono sorgere du- rante lo svolgimento di un’attività lavorativa; c) sviluppare la conoscenza di una realtà aziendale, degli stili organizzativi, dei modelli culturali e comportamentali di riferimento; d) gestire le relazioni con gli altri in un contesto competitivo; e) rendere visibile e comprensibile il legame tra processo formativo ed espe- rienza lavorativa, incrementando le opportunità di apprendimento. 7.2. Gli attori dello stage: l’azienda Il problema principale con le imprese ospitanti è quello di negoziare le finalità dell’inserimento. Com’è noto, infatti, le imprese valutano lo stage esclusivamente in chiave di selezione e di addestramento, secondo un modello pedagogico giudicato ormai su- perato sul piano teorico, ma di fatto ancora prevalente, soprattutto all’interno della piccola e media impresa. L’assenza, all’interno di numerose imprese, di una specifica “cultura della for- mazione” si riflette nell’idea fuorviante secondo cui l’inserimento in una realtà la- vorativa sarebbe, per un giovane alla prima esperienza, un evento di per sé posi- tivo, a prescindere dal modo in cui è progettato, organizzato e realizzato. I primi incontri con le organizzazioni ospitanti, in particolare con quelle che non hanno mai accolto stagisti, servono non solo a definire gli aspetti organizzativi e procedurali dell’iniziativa, ma anche a trasmettere ai responsabili aziendali il mo- dello pedagogico di riferimento e le principali finalità dello stage. È preferibile perdere un po’ di tempo in fase di preparazione, insistendo sulla valenza orientativa e formativa dell’esperienza, piuttosto che dover constatare al momento della realizzazione l’uso strumentale dello stage. A pagarne il prezzo più alto sarebbe solo l’allievo, costretto magari a svolgere attività elementari e di routine, prive di contenuti intelligenti e di un valore formativo. Per l’organizzazione ospitante la realizzazione di uno stage implica un investi- mento di risorse umane, economiche, organizzative tutt’altro che trascurabile. In assenza di una previsione di ritorno dell’investimento compiuto, sarà difficile con- vincere l’azienda ad accettare di partecipare al progetto. 31 In tali condizioni diventa indispensabile mettere in rilievo fin dall’inizio i potenziali vantaggi che l’impresa può trarre dalla realizzazione di uno stage. Questi vantaggi sono: a) la possibilità di verificare in una situazione di lavoro reale l’insieme delle co- noscenze/competenze possedute dal candidato; b) la riduzione dei tempi di ricerca, selezione e inserimento del nuovo personale; c) la contrazione dei costi che queste attività normalmente comportano per l’a- zienda, soprattutto quando si rivolge a società private di selezione; d) l’opportunità di migliorare la qualità complessiva del primo inserimento, grazie all’assistenza e al monitoraggio continuo da parte del Centro di forma- zione e alla progettazione congiunta dell’esperienza, valorizzando al meglio uno dei momenti più critici del ciclo di vita lavorativo di una persona. 7.3. Gli attori dello stage: il CFP Nel rapporto triangolare che caratterizza la gestione di uno stage è soprattutto il Centro di formazione a dover definire il proprio ruolo e le proprie funzioni. Infatti, sia il ruolo dell’azienda, sia quello del soggetto sono intuitivamente già definiti e consolidati; mentre, per il CFP, l’organizzazione e la gestione del pro- cesso d’inserimento lavorativo mediante stage offrono opportunità di sviluppo pro- fessionale e di penetrazione diretta nel mercato del lavoro locale, ma, al tempo stesso, impongono uno sforzo di riorganizzazione e ripensamento delle proprie capacità progettuali e gestionali, delle metodologie e degli strumenti normalmente in uso nella formazione professionale. I principali obiettivi che la formazione può così raggiungere sono: a) lo sviluppo del raccordo con le imprese del territorio ed il monitoraggio co- stante dell’andamento del mercato del lavoro locale; che consente di proget- tare i propri servizi in funzione dei molteplici bisogni che di volta in volta si manifestano; b) il miglioramento della qualità dell’intervento formativo, attraverso l’integra- zione dei tradizionali momenti d’aula con la formazione sul lavoro; c) la possibilità di offrire all’allievo l’opportunità di compiere vere esperienze la- vorative in una situazione che garantisce un certo livello di protezione; d) l’incremento del proprio patrimonio di conoscenze e competenze, nonché di quello dei singoli operatori, attraverso un rapporto più stretto con le imprese; e) l’estensione della gamma dei propri servizi anche alla preselezione e all’in- contro della domanda-offerta, avanzando la propria candidatura in un settore come quello dei servizi per l’impiego che offre notevoli prospettive di crescita. La realizzazione di tali obiettivi predispone la nuova configurazione del Centro come struttura polifunzionale di servizi integrati alle persone e alle im- 32 prese: non più solo formazione, ma anche progettazione e gestione di stage, infor- mazione, preselezione e orientamento, assistenza e consulenza in ogni momento critico della carriera professionale (inserimento, aggiornamento e sviluppo profes- sionale, riqualificazione e outplacement). La tavola 3 sintetizza i compiti che i responsabili del CFP devono svolgere al momento di avviare una esperienza di stage (naturalmente, il riferimento è alla Regione Piemonte). Tav. 3 - Compiti del CFP all’avvio dello stage GESTIONE AMMINISTRATIVA DELL’ATTIVITÀ DI STAGE/TIROCINIO Attività da espletare al momento dell’avvio di una pratica di stage/tirocinio: 1) apertura di una posizione INAIL e stipula dell’assicurazione per la respon- sabilità civile verso terzi; 2) predisposizione e firma in duplice copia (ente promotore e azienda) della convenzione di stage; 3) predisposizione e firma in triplice copia (ente, azienda e stagista) del pro- getto formativo; 4) invio comunicazione all’INAIL e all’assicurazione privata per la responsa- bilità civile verso terzi. 5) comunicazione dell’inizio dello stage alle Direzioni provinciali del lavoro. 6) Per i tirocini la documentazione è da trasferire alla banca dati dell’Agenzia Piemonte Lavoro. 8. CONCLUSIONI In questo capitolo, abbiamo definito e descritto concetti fondamentali per l’esperienza di stage. Partendo, dalla presentazione di tre modelli di apprendi- mento dell’allievo inserito in un contesto lavorativo, ci siamo successivamente soffermati sullo stage inteso come prova professionale per la validazione delle competenze, sottolineando l’importanza del coinvolgimento dell’impresa nell’in- tero percorso di stage. Ci è sembrato indispensabile, inoltre, analizzare anche le tre diverse tipologie di stage e le due figure di tutor, il tutor formativo ed il tutor aziendale. Abbiamo, infine, fornito le linee guida per la definizione di un approccio pro- gettuale allo stage, che vede dirette coinvolti l’allievo, l’azienda e il CFP. Nel capitolo che segue, presentiamo una proposta organica e sperimentata di stage. 33 Capitolo II PRESENTAZIONE DEL DISPOSITIVO 1. INTRODUZIONE In questo capitolo, analizzeremo le singole fasi in cui si articola il dispositivo dello stage. Per ogni fase, ci soffermeremo sulle caratteristiche e sulle finalità, faremo brevi osservazioni ed elencheremo le attività e gli strumenti proposti per il lavoro degli operatori. Forniremo, inoltre, al termine di ogni fase, le relative schede precedute dalla presentazione in cui sono esposte le finalità che si intendono perseguire, il tempo, gli strumenti occorrenti e le modalità di svolgimento dell’attività descritta. 2. IL DISPOSITIVO DELLO STAGE La preparazione, l’organizzazione e la realizzazione di uno stage presuppon- gono la predisposizione di quello che possiamo definire un “dispositivo”, cioè l’ar- ticolazione processuale di unità o fasi distinte, fra loro correlate in un complesso logico in cui sia chiaramente definito l’impianto procedurale, metodologico e stru- mentale impiegato per la gestione delle singole fasi. La sequenza delle fasi che caratterizzano il presente dispositivo è illustrata dal grafico 1 (“Schema generale del processo di stage”). La tavola 4, oltre a elencare le fasi del processo, indica la figura (persona, impresa) che rappresenta il referente prioritario relativamente a ciascuna delle fasi previste. Nei paragrafi che seguono, per ogni fase, saranno descritte le caratteristiche, le finalità, gli strumenti e le attività necessarie alla sua realizzazione e alla valuta- zione dei risultati raggiunti. Ci sembra opportuno precisare che la struttura del dispositivo è stata pensata per accompagnare e assistere il lavoro degli operatori e non vuole, pertanto, prescri- vere dei compiti da eseguire passivamente, ma piuttosto indicare delle tappe d’inter- vento, la cui articolazione sequenziale può essere parzialmente adattata alle speci- fiche esigenze, e in cui è essenziale il contributo personale dell’operatore coinvolto, sul piano delle idee, dei metodi e soprattutto dello stile di conduzione del lavoro. Occorre, dunque, evitare ogni interpretazione in chiave meccanicistica, che porterebbe a considerare il dispositivo come un congegno da applicare a prescin- dere dalle peculiarità della situazione e dalle caratteristiche dei soggetti coinvolti, al fine di produrre determinati effetti. Gli stessi strumenti proposti rappresentano solo delle tracce a disposizione dell’operatore per aiutarlo nella gestione delle singole fasi, nell’elaborazione dei risultati e nella sistematizzazione delle informazioni. Queste tracce definiscono un 34 percorso di lavoro comune a tutte le situazioni che si possono presentare, ma che necessita di essere di volta in volta contestualizzato e che, in ogni caso, non si può esaurire nella semplice e pedissequa compilazione di una serie di quesiti. Se, per esempio, l’azienda ospitante ha già accolto in passato stagisti e ha un rapporto consolidato con il Centro è evidente che tutto il percorso risulterà, in parte, semplificato. L’abitudine a utilizzare questa prassi, l’esperienza maturata nella relazione tra CFP e azienda e nella compilazione degli strumenti, consenti- ranno di gestire le diverse fasi con maggior flessibilità, ottenendo una sostanziale riduzione dei tempi e un miglioramento continuo nella realizzazione dell’inter- vento, che dovrebbe essere confermato in fase di valutazione dei risultati. Lo stesso discorso vale anche per l’allievo che, ad esempio, ha condotto in una prima fase uno stage orientativo che gli ha permesso di acquisire una maggior consapevolezza sul proprio futuro professionale e decide di sviluppare determinate competenze mediante lo stage formativo o applicativo. Anche in questo caso, la configurazione delle fasi iniziali (orientamento allo stage e definizione del profilo professionale) può subire cambiamenti legati alla fa- miliarità dell’allievo con l’esperienza e a un’elaborazione più dettagliata e consa- pevole del suo progetto professionale. Presentiamo di seguito l’elenco degli strumenti proposti (già elencati nell’e- same delle diverse tipologie di stage), che saranno analizzati nel dettaglio nella de- scrizione di ogni singola fase: a) Scheda “Caratteristiche del lavoro ideale” (allegato 1); b) Esercitazione: “Introduzione allo stage” (allegato 2); c) Questionario: “Progetto stage” (allegato 3); d) Scheda: “Definizione del profilo professionale dell’allievo” (allegato 4); e) Scheda: di rilevazione dei fabbisogni delle aziende (allegato 5); f) Scheda: “Convenzione di tirocinio di formazione e orientamento” (allegato 6); g) Scheda: “Progetto formativo e di orientamento” (allegato 7); h) Scheda: “Planning allievo” (allegato 8); i) Libretto di stage (allegato 9); j) Scheda: “Rapporto visita tirocinio/stage” (allegato 10); k) Scheda: “Rilevazione presenza allievi in stage e prestazioni personale do- cente” (allegato 11); l) Questionario: “Durante lo stage...” (allegato 12); m) Questionario: “Lo stage in itinere” (Allegato 13); n) Esercitazione: “Cosa fareste al posto loro?” (allegato 14); o) Questionario: “Rientri stage” (allegato 15); p) Scheda: “Valutazione dei tutor aziendale/formativo” (allegato 16); q) Scheda: “Soddisfazione allievi stage” (allegato 17); r) Scheda: “Soddisfazione aziende stage” (allegato 18); s) Scheda regionale di attribuzione del credito valutativo (allegato 19); t) Relazione stage (allegato 20). 35 Grafico 1 - Schema generale del processo di stage SCHEMA GENERALE DEL PROCESSO DI STAGE Tav. 4 - Referente prioritario delle singole fasi 36 3. FASE I: “ORIENTAMENTO ALLO STAGE” La fase “Orientamento allo stage” risulta indispensabile per consentire agli al- lievi di affrontare in modo consapevole e preparato l’esperienza in azienda, per- mettendogli di confrontarsi sulle loro rappresentazioni del lavoro, fornendogli in- formazioni e conoscenze, e facendo emergere i loro stati d’animo nei confronti dello stage che si accingono ad iniziare. 3.1. Caratteristiche e finalità Oltre ad accompagnare l’intero processo d’inserimento, l’orientamento al la- voro costituisce anche la fase d’introduzione allo stage. La sua finalità generale è quella di porre l’allievo nella condizione di affron- tare in modo critico e consapevole la realtà lavorativa, e di gestire in autonomia gli aspetti essenziali dell’incontro con l’azienda, in particolare per ciò che concerne le relazioni con gli altri, la cultura organizzativa, i modelli di comportamento preva- lenti all’interno di uno specifico contesto di lavoro. Non si tratta pertanto di lavorare sui contenuti dell’attività lavorativa che lo stagista andrà a svolgere, poiché tali fattori possono essere valutati solo nel mo- mento in cui il soggetto è messo nella condizione di poter agire sulla realtà, verifi- candone gli effetti sul proprio processo di apprendimento. Si tratta, invece, di lavorare sulla dimensione soggettiva, di assistere e suppor- tare gli allievi durante il processo di inserimento, fornendo loro gli strumenti co- gnitivi e culturali per confrontarsi in modo adulto con l’ambiente organizzativo, per gestire secondo un’ottica non conflittuale i rapporti gerarchici all’interno del- l’azienda, per sviluppare una visione d’insieme del proprio lavoro, sapendo co- gliere lo specifico contributo che esso reca al funzionamento generale del processo produttivo. Gli obiettivi principali di questa fase intendono dunque permettere all’allievo di: a) sviluppare la consapevolezza di sé, indispensabile per compiere in modo reali- stico un’analisi delle proprie aspettative, attitudini e interessi; b) elaborare il progetto di stage mediante un’autovalutazione delle proprie carat- teristiche personali e professionali; c) acquisire la giusta motivazione al lavoro, evidenziando i potenziali vantaggi dell’esperienza, senza dimenticare l’impegno e la responsabilità che essa ri- chiede. Questi obiettivi possono essere perseguiti in molti modi diversi. Ad esempio, è possibile chiedere al gruppo di allievi che andranno in stage di elaborare e realizzare in aula dei progetti che presentano caratteristiche analoghe a quelle degli stage aziendali. Il metodo dei progetti consente agli allievi di svilup- pare la cooperazione intergruppo per affrontare e risolvere un problema reale, fa- vorendo indirettamente anche l’apprendimento di nuove capacità professionali. 37 3.2. Osservazioni L’aspetto più delicato di questa fase riguarda il controllo della dimensione per- sonale e relazionale. Difficilmente un’esperienza di stage può risultare fallimentare a causa di un’incongruenza tra le competenze richieste dal ruolo professionale e quelle posse- dute. Più di frequente, l’esito negativo è dovuto ad elementi di ordine personale, psicologico e relazionale: aspettative troppo alte, cattivi rapporti con i colleghi di lavoro, difficoltà di adattamento alla nuova situazione. Una buona gestione di questa funzione, affidata ad una figura esperta di dinamiche psico-sociali, o che comunque conosce sufficientemente bene i singoli allievi, può limitare l’emergere di tali conflittualità mediante un processo di elaborazione consapevole e realistico delle proprie aspettative, interessi e bisogni. 3.3. Strumenti e attività Gli strumenti necessari alla realizzazione di questa fase sono: a) scheda “Caratteristiche del lavoro ideale” (allegato 1); b) scheda “Introduzione allo stage” (allegato 2); c) scheda “Progetto stage” (allegato 3). 4. FASE II: “DEFINIZIONE DEL PROFILO PROFESSIONALE” La definizione del profilo professionale rappresenta il momento conclusivo dell’orientamento allo stage ed è indispensabile per la successiva elaborazione dell’ abbinamento tra allievo ed azienda. 4.1. Caratteristiche e finalità Per garantire il buon esito dell’abbinamento tra allievo e azienda, occorre indi- viduare con sufficiente grado di attendibilità: a) il percorso formativo dell’allievo; b) le eventuali esperienze lavorative già compiute; c) il potenziale professionale definito in termini di saperi di base, competenze tecnico-professionali e capacità personali. Trattandosi di giovani che non hanno alle spalle esperienze lavorative di parti- colare rilevanza e che, pertanto, non possiedono competenze professionali ben de- finite, è importante insistere sull’identificazione del “potenziale” e sulla valorizza- zione delle capacità personali, perché da queste dipende in buona misura l’esito dello stage. 38 4.2. Osservazioni La descrizione del profilo professionale rappresenta un’attività complessa che coinvolge sia il soggetto sia l’équipe didattica del Centro. L’unico fattore che presenta un grado soddisfacente di oggettività è il curri- culum vitae. L’insieme delle conoscenze/competenze e atteggiamenti può essere colto solo mediante una verifica incrociata tra la valutazione dei formatori e l’auto- valutazione del soggetto. Per tali ragioni lo strumento impiegato in questa fase andrà compilato tenendo conto delle indicazioni contenute nella scheda progetto stage utilizzata nell’orien- tamento iniziale e compilata dall’allievo. 4.3. Strumenti e attività Lo strumento da utilizzare in questa fase è la scheda di definizione del profilo professionale dell’allievo (allegato 4). 5. FASE III: “ELABORAZIONE DEL PROFILO DI STAGE” Questa fase risponde a un prerequisito essenziale per una progettazione di qualità dell’esperienza di stage: il coinvolgimento delle imprese nell’organizza- zione e nella gestione dell’inserimento lavorativo, soprattutto attraverso la rileva- zione dei fabbisogni delle aziende stesse. 5.1. Caratteristiche e finalità Le prassi più consolidate nel campo dell’alternanza formativa mostrano quanto sia indispensabile coinvolgere le aziende fin dalle fasi iniziali del processo, soprattutto al fine di: a) chiedere all’azienda di descrivere se stessa in termini di fabbisogni professio- nali, organizzazione del lavoro, aspettative nei riguardi dello stage; b) informare l’azienda circa lo strumento dello stage, le modalità di svolgimento, le finalità, la filosofia ispiratrice e il tipo di impegno richiesto. In particolare, al momento del primo incontro con l’azienda, sarà importante chiedere la nomina di un referente per i rapporti con il CFP e la designazione di un tutor che seguirà l’allievo durante il periodo di stage (non è da escludere che si tratti della stessa persona). 5.2. Osservazioni La prassi dello stage come modalità d’inserimento lavorativo non è ancora particolarmente consolidata ed è pertanto facile incontrare aziende che interpretano 39 questa esperienza esclusivamente in chiave di addestramento e di selezione del personale. È compito del responsabile di stage e dei tutor del Centro ricordare all’im- presa ospitante che la miglior valorizzazione dello stage avviene all’interno di un percorso formativo strutturato, poiché la sua funzione primaria è quella di orientare il giovane al lavoro, offrendogli l’opportunità di provare e di sperimentare in una situazione reale le caratteristiche essenziali di una specifica professione. 5.3. Strumenti e attività Per lo svolgimento di questa fase sono necessarie: a) scheda di rilevazione dei fabbisogni delle aziende (allegato 5); b) banca dati. 6. FASE IV: “ABBINAMENTO TRA ALLIEVO E AZIENDA” Dopo aver raccolto le diverse informazioni necessarie attraverso gli strumenti e le attività precedenti, si giunge alla fase di abbinamento vero e proprio dell’al- lievo con l’azienda. L’abbinamento non si riduce, perciò, al semplice accoppiamento automatico delle parti, richiedendo, al contrario, grande attenzione e coinvolgimento da parte sia del CFP che delle aziende coinvolte. 6.1. Caratteristiche e finalità Inizialmente, le aziende devono essere contattate in funzione del progetto ela- borato dagli allievi e del loro profilo professionale. Un buon abbinamento tra allievo ed azienda richiede, inoltre, un intenso la- voro preparatorio di conoscenza della realtà aziendale in cui dovrebbe aver luogo lo stage. Di norma è utile che una figura del Centro (il tutor o il responsabile di stage) visiti le aziende che hanno aderito al progetto per approfondire la conoscenza del contesto organizzativo e stabilire i primi contatti personali con coloro che all’in- terno dell’azienda hanno la responsabilità di seguire il giovane. Questi incontri preliminari assolvono una duplice funzione: da un lato permet- tono di anticipare la conoscenza della realtà aziendale e di apportare eventuali mo- difiche al piano di stage; d’altro lato, grazie a tale conoscenza, è possibile correg- gere le aspettative degli allievi, individuare azioni di rinforzo, ridefinire quegli aspetti del progetto stage che appaiono di difficile realizzazione. 40 6.2. Osservazioni Come si è visto in precedenza, il coinvolgimento diretto dell’impresa è un requisito imprenscidibile per la buona riuscita dello stage. Al momento dell’incontro con l’azienda, il tutor del Centro non si deve li- mitare a proporre un profilo professionale che si ritiene adatto a quel particolare contesto produttivo ed organizzativo, ma deve dare all’azienda l’opportunità di scegliere, presentando una rosa di potenziali candidati. Si ottengono così due importanti risultati: a) l’azienda verifica personalmente le caratteristiche dell’allievo; b) la scelta dello stagista attribuisce all’azienda una maggior responsabilità nel garantirgli le condizioni concordate con il Centro. Sarebbe utile proporre alle aziende un confronto sui percorsi formativi/figura professionale. Da tale confronto si potrebbero evidenziare gli elementi su cui puntare per miglioramenti e attualizzazioni in base alle evoluzioni del mondo del lavoro. 6.3. Strumenti e attività In questa fase si consiglia l’utilizzo di: a) scheda “Convenzione di tirocinio di formazione e orientamento” (allegato 6); b) scheda “Progetto formativo e di orientamento” (allegato 7). 7. FASE V: “PIANO DI STAGE (facoltativo)” Questa fase costituisce il momento dell’organizzazione operativa che segue la progettazione e preparazione dello stage, e nelle intenzioni del soggetto promotore deve garantire il corretto svolgimento delle attività concordate. 7.1. Caratteristiche e finalità Occorre programmare, insieme al referente aziendale e sulla base delle dispo- nibilità da esso manifestate e dei bisogni dell’allievo, un piano di svolgimento dello stage, definito a partire da cinque indicatori fondamentali: a) gli obiettivi che si intendono perseguire; b) le azioni programmate per il loro raggiungimento; c) gli strumenti utilizzati in ciascuna azione; d) i principali attori coinvolti; e) i tempi previsti. 41 7.2. Osservazioni Non di rado un progetto ben curato sul piano pedagogico e didattico rischia di fallire per la scarsa attenzione attribuita agli aspetti organizzativi, logistici e di co- municazione. Al momento della realizzazione, questi aspetti diventano critici e la massima trasparenza sulle regole organizzative e sulla programmazione dei tempi è essen- ziale per gestire gli eventi imprevisti, evitare gli equivoci, affrontare e risolvere eventuali conflitti. 7.3. Strumenti e attività Per lo svolgimento di questa fase è necessario il planning allievo (allegato 8). 8. FASE VI: “REALIZZAZIONE STAGE” La realizzazione dello stage rappresenta il nucleo centrale di tutto il percorso, il momento della verità, in cui l’allievo e l’azienda ospitante si confrontano nei loro reciproci interessi e bisogni. 8.1. Caratteristiche e finalità La peculiarità di questa fase è legata al fatto che per la prima volta dall’inizio del percorso, il rapporto tra stagista e azienda non è mediato dalla presenza del CFP. Se da un lato questo aspetto costituisce l’anello debole dell’esperienza, dal- l’altro esso rappresenta anche un requisito imprenscidibile poiché permette agli attori in campo di scoprire le carte e di delineare una prima relazione di tipo pro- fessionale. La finalità primaria di questa fase è consentire all’allievo di apprendere svi- luppare le conoscenze, le abilità e gli atteggiamenti che formano il corredo fonda- mentale del ruolo professionale. Oltre a ciò, il periodo d’inserimento in azienda rappresenta un primo momento di valutazione dell’attività realizzata fino a quel momento, poiché consente di verifi- care l’efficacia e la qualità del lavoro preparatorio svolto nelle fasi precedenti e per- mette di osservare e giudicare l’operato dell’allievo nel vivo di una situazione reale. 8.2. Osservazioni Vi è spesso la pretesa di pensare che in fase di preparazione sia possibile pre- vedere e programmare tutto ciò che accadrà durante lo svolgimento dello stage. Tale pretesa è quantomeno velleitaria e spesso non tiene conto del fatto che le di- 42 namiche che si instaurano tra soggetto ed azienda possono svilupparsi secondo ca- nali non prevedibili a priori. I rientri settimanali dovrebbero consentire, tra l’altro, di affrontare gli eventi critici e di ricondurli entro un quadro razionale di gestione degli imprevisti. 8.3. Strumenti e attività Per la realizzazione di questa fase l’operatore si avvale di: a) libretto stage (allegato 9); b) scheda “Rapporto visita tirocinio/stage” (allegato 10); c) scheda “Rilevazione presenza allievi in stage e presentazioni personale do- cente” (allegato 11). 9. FASE VII: “FORUM INTRASTAGE (RIENTRI)” Delegare la fase di realizzazione dello stage esclusivamente al rapporto tra azienda e allievo, significa rischiare di ridurre l’intera esperienza ad un momento addestrativo, snaturando la sua filosofia originaria come luogo di formazione in senso ampio delle capacità personali e professionali. I forum infrastage consentono di analizzare le esperienze dei partecipanti e di discuterne gli aspetti problematici. 9.1. Caratteristiche e finalità I forum infrastage consentono di porre in essere un processo di socializza- zione delle conoscenze contestuali che ciascun allievo acquisisce nel corso della settimana lavorativa, rielaborando in una dimensione sociale e collettiva le proble- matiche individuali e creando modi di sentire comuni. Più precisamente, i rientri sono finalizzati a: a) codificare gli apprendimenti; b) socializzare le esperienze dei singoli mettendole a disposizione del gruppo classe; c) focalizzare l’attenzione sugli aspetti critici e su quelli più interessanti di cia- scuna esperienza. 9.2. Osservazioni Per valorizzare la meglio questi momenti occorre evitare che essi vengano uti- lizzati dagli allievi per esporre ognuno le proprie lamentele, le proprie delusioni. 43 Tali aspetti non devono essere repressi, ma, al contrario, richiedono una gestione accorta e ponderata. Occorre, in altre parole, capire quando questi atteggiamenti ri- flettono problemi reali e quando, invece, sono il frutto di aspettative non reali- stiche che sono sfuggite al controllo dei formatori nelle fasi precedenti. 9.3. Strumenti e attività Per la realizzazione di questa fase sono consigliati: a) colloqui individuali; b) testimonianze; c) lavori di gruppo; d) questionario “Durante lo stage” (allegato 12); e) questionario “Lo stage in itinere” (allegato 13); f) esercitazione “Cosa fareste al posto loro?” (allegato 14); g) questionario “Rientri stage” (allegato 15). 10. FASE VIII: “VALUTAZIONE DELLO STAGE” Come esemplificato nello schema generale, la valutazione dello stage, benché collocata al termine del percorso, si qualifica come strumento di monitoraggio in itinere dell’intero processo di stage. 10.1. Caratteristiche e finalità La valutazione formativa e professionale dello stage si basa su cinque presup- posti metodologici ineludibili: a) continuità e pervasività del processo valutativo; b) coinvolgimento di tutti gli attori (Centro, azienda, allievo); c) centralità della persona e del suo processo di sviluppo comportamentale e pro- fessionale; d) contestualizzazione delle tecniche e degli strumenti valutativi. 10.2. Osservazioni Per sua stessa natura, la valutazione di un apprendimento si caratterizza come un’attività complessa poiché numerosi sono i fattori che non possono essere misu- rati con grado soddisfacente di oggettività. A maggior ragione questa difficoltà è amplificata nella valutazione dei risultati di uno stage, laddove ciò che si va a valutare appartiene in buona misura alla sfera delle capacità personali, delle motivazioni, degli atteggiamenti, in altre parole del “saper essere”. 44 L’analisi dei risultati dell’apprendimento è inoltre variabile in funzione delle diverse finalità dello stage. Se prevale una finalità di orientamento o semplice- mente conoscitiva è possibile verificarne i risultati mediante la somministrazione di prove orali e scritte, che garantiscono una misura indicativa degli apprendimenti realizzati. Se invece lo stage è finalizzato all’acquisizione di determinati atteggiamenti e comportamenti professionali, se in altre parole mira a produrre un cambiamento nella sfera del “saper essere”, allora il quadro si complica e l’acquisizione di nuove competenze può essere verificata solo parzialmente e in modo indiretto, tenendo conto dei bisogni iniziali dell’allievo. 10.3. Strumenti e attività Per la valutazione sono necessari i seguenti strumenti: 1) Scheda “Valutazione tutor formativo e aziendale” (allegato 16) È uno strumento articolato in tre aree di valutazione: la valutazione della for- mazione di base, la valutazione della formazione tecnico-specialistica e la va- lutazione delle capacità personali e relazionali. Quest’ultima sezione prevede a sua volta una valutazione delle seguenti capacità: organizzative, relazionali e comunicative, di autonomia, responsabilità e stile di lavoro e di apprendi- mento. Si chiede, infine, di individuare per ciascun allievo i punti forti e i punti deboli che si sono manifestati durante lo svolgimento dello stage. Tale scheda è nel Libretto stage. 2) Scheda “Soddisfazione allievi stage” (allegato 17) Questo strumento è volutamente più semplice, poiché non chiede all’allievo di valutare se stesso e l’insieme delle competenze acquisite (tale operazione ri- chiederebbe un lavoro più complesso e articolato in un arco temporale molto più lungo), bensì di riflettere sulla propria esperienza di stage e valutarla com- plessivamente, a partire da otto criteri fondamentali: a) adeguatezza alle regole organizzative; b) qualità del lavoro svolto; c) quantità del lavoro realizzato; d) autonomia nella gestione delle proprie attività; e) responsabilità nell’assunzione dei compiti e nel render conto dei risultati del proprio lavoro; f) flessibilità e adattabilità alle situazioni; g) capacità di apprendimento mostrate durante lo stage; h) soddisfazione complessiva dell’esperienza di stage. 3) Scheda “Soddisfazione aziende stage” (allegato 18) Questa scheda non richiede al tutor di valutare l’insieme delle competenze ac- quisite, bensì di riflettere sulla propria esperienza di tutor e valutarla comples- 45 sivamente, a partire da alcuni criteri fondamentali: a) definizione, progettazione e svolgimento dello stage; b) integrazione dello stagista; c) rapporti con i formatori e con il Centro; d) coerenza tra obiettivi e fabbisogni professionali; e) abilità di lavoro. 4) Scheda regionale di attribuzione del credito formativo (allegato 19) La scheda è fornita dalla Regione Piemonte per valutare gli aspetti di applica- zione, relazione e collaborazione, frequenza, lavoro (aspetto tecnico e profes- sionalità). È inserita all’interno del Libretto formativo. 5) Relazione stage (allegato 20) È una relazione che viene consegnata alla fine dello stage e consiste in una griglia di osservazione sui seguenti aspetti: a) descrizione dell’azienda; b) descrizione del prodotto. 11. CONCLUSIONI Il capitolo II è stato interamente dedicato alla descrizione del dispositivo dello stage, sottolineando la particolare importanza che riveste la preparazione e l’orga- nizzazione dell’esperienza dello stage al fine della buona riuscita della stessa. Riteniamo che gli strumenti proposti agli operatori possano rivelarsi di grande utilità per la predisposizione e la realizzazione delle singole fasi e possano, con- temporaneamente, costituire modelli suscettibili di successive elaborazioni. La stessa struttura del dispositivo, come abbiamo già precisato nel par. 2.2., deve intendersi non come rigida prescrizione da eseguire passivamente, ma come un’indicazione di tappe d’intervento da adattare alle diverse situazioni, ognuna con le sue peculiarità ed esigenze. 47 CONCLUSIONE Nel presente manuale abbiamo presentato lo stage come un’esperienza d’inse- rimento lavorativo particolarmente importante non solo per l’allievo, ma anche per l’azienda e per il CFP. La realizzazione di uno stage di buona qualità, infatti, permette all’allievo di adattarsi senza particolari problemi ad una realtà necessariamente diversa da quella dell’ambiente formativo vero e proprio, e di acquisire nuove conoscenze e compe- tenze, integrandosi pienamente nel contesto lavorativo. L’azienda, invece, coinvolta in maniera diretta nell’organizzazione di uno stage che tiene in considerazione le sue peculiarità e le sue esigenze, trae dallo stesso vantaggi significativi, fino alla riduzione dei tempi e dei costi della ricerca e della selezione del personale, essendo l’allievo stesso un valido candidato. Il CFP, impegnato nella progettazione e nella gestione dello stage, vede note- volmente ampliati non solo i propri compiti, ma anche le conoscenze ed i rapporti con il mondo delle imprese in particolare e, più in generale, con il mondo del lavoro. All’interno del CFP appare, dunque, determinante il ruolo degli operatori, il cui apporto di idee e metodi permette di integrare gli strumenti proposti e di elabo- rarne di nuovi, rispondendo in modo valido ed efficace alle esigenze delle diverse situazioni che si presentano. ALLEGATI 1) Scheda: “Caratteristiche del lavoro ideale” 2) Esercitazione: “Introduzione allo stage” 3) Questionario: “Progetto stage” 4) Scheda: “Definizione del profilo professionale dell’allievo” 5) Scheda: di rilevazione dei fabbisogni delle aziende 6) Scheda: “Convenzione di tirocinio di formazione e orientamento” 7) Scheda: “Progetto formativo e di orientamento” 8) Scheda: “Planning allievo” 9) Libretto di stage 10) Scheda: “Rapporto visita tirocinio/stage” 11) Scheda: “Rilevazione presenza allievi in stage e prestazioni personale docente 12) Questionario: “Durante lo stage...” 13) Questionario: “Lo stage in itinere” 14) Esercitazione: “Cosa fareste al posto loro?” 15) Questionario: “Rientri stage” 16) Scheda: “Valutazione dei tutor aziendale/formativo” 17) Scheda: “Soddisfazione allievi stage” 18) Scheda: “Soddisfazione aziende stage” 19) Scheda regionale di attribuzione del credito valutativo 20) Relazione stage 51 FINALITÀ: Consentire agli allievi di confrontarsi sulle proprie rappresentazioni del lavoro. TEMPO OCCORRENTE 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: La scheda viene compilata dall’allievo. I risultati saranno discussi al termine dello stage confrontandoli con quanto le situazioni di lavoro osservate durante gli stage per rilevare la corrispondenza con ciascuno degli aspetti descritti dai vari item. In particolare, a livello di classe, la riflessione partirà da una media dei risultati dei questionari individuali e si centrerà sugli item che presentano maggiori “scarti”, cercando di individuarne le possibili motivazioni. Per evitare che tutti gli item ricevano punteggi molto ampi sarà conveniente attribuire pun- teggio “a scalare” in termini di priorità. Infine per favorire un coinvolgimento effettivo di tutti i partecipanti è consigliabile passare per un lavoro di gruppo, con formalizzazione dei risultati su cartellone ALLEGATO 1 Scheda: CARATTERISTICHE DEL LAVORO IDEALE 52 53 ALLEGATO 2 Esercitazione: INTRODUZIONE ALLO STAGE FINALITÀ: Fornire agli allievi conoscenze iniziali relative allo stage (scopi, svolgimento, attori, ecc.). TEMPO OCCORRENTE 90 min. Scheda. SVOLGIMENTO: Per innescare un dibattito sullo stage si consiglia la preparazione di un incontro con i testi- moni, (ex-stagisti, lavoratori). Tale metodologia facilita il coinvolgimento diretto e l’interesse degli allievi che entrano in contatto con persone e situazioni reali. Si consiglia, per fornire agli allievi la conoscenza di più aspetti della stessa realtà, l’identifica- zione di testimoni il più possibile diversi (ex- stagisti ora inseriti nell’azienda dove hanno svolto lo stage, stagisti in aziende di tipologie diverse, ex-stagisti che in seguito allo stage hanno modificato i propri obiettivi ed ora sono impegnati in attività completamente diverse, ecc…). In tal modo gli allievi conoscono diversi aspetti dello stesso tema. Al termine dell’incontro, l’operatore può dedicare il giusto spazio alla definizione ed esplici- tazione della regolamentazione dell’attività dello stage e dei relativi scopi e contenuti. In questa fase si considerano tutti gli elementi di informazione sullo stage. 54 55 ALLEGATO 3 Questionario: PROGETTO STAGE FINALITÀ: Consentire all’allievo, opportunamente supportato da metodologie adeguate (colloqui con il tutor, studio di casi, gruppi di discussione, progetti in aula ecc.), di descrivere il proprio stato d’animo di fronte all’esperienza di stage e di indicare le aree di attività che egli reputa mag- giormente interessanti. TEMPO OCCORRENTE 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: La scheda viene compilata dall’allievo in presenza e con il supporto del tutor formativo. APPROFONDIMENTI: Tale scheda, insieme alle schede degli allegati 4 e 5, permette di fare l’abbinamento tra gli interessi personali dello stagista, il suo profilo personale e i fabbisogni dell’azienda. Inoltre permette, alla fine dello stage, di fare una verifica tra le aspettative iniziali e quelle alla fine dello stage. 56 57 58 ALLEGATO 4 Scheda: DEFINIZIONE DEL PROFILO PROFESSIONALE DELL’ALLIEVO FINALITÀ: Definire il profilo personale dell’allievo in vista del passaggio successivo di abbinamento. TEMPO OCCORRENTE 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: La scheda viene compilata dall’allievo in presenza e con il supporto dell’équipe didattica. 59 60 61 ALLEGATO 5 SCHEDA DI RILEVAZIONE DEI FABBISOGNI DELLE AZIENDE FINALITÀ: Ricevere informazioni sull’azienda, sui suoi fabbisogni e sulle sue aspettative nei riguardi dello stage. TEMPO OCCORRENTE 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: La scheda può essere compilata direttamente dal referente aziendale o dal referente aziendale in collaborazione con il tutor formativo o dal tutor formativo sulla base delle indicazioni for- nite dall’azienda durante l’incontro. APPROFONDIMENTI: È un documento del sistema qualità e il suo utilizzo è regolato dalla relativa procedura. 62 63 64 65 66 ALLEGATO 6 Scheda: CONVENZIONE DI TIROCINIO DI FORMAZIONE E ORIENTAMENTO FINALITÀ: Definire formalmente il rapporto di stage. TEMPO OCCORRENTE 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: La convenzione viene compilata e firmata alla presenza dell’allievo coinvolto, del tutor/re- sponsabile formativo e del tutor/responsabile aziendale. 67 68 69 70 ALLEGATO 7 Scheda: PROGETTO FORMATIVO E DI ORIENTAMENTO FINALITÀ: Definire i macro/micro obiettivi, gli attori coinvolti, i tempi prestabiliti e le modalità dello stage. TEMPO OCCORRENTE 60 min. Scheda. SVOLGIMENTO: La scheda viene compilata dal responsabile del progetto, dallo stagista e dal tutor/responsa- bile aziendale. 71 72 73 ALLEGATO 8 Scheda: PLANNING ALLIEVO FINALITÀ: Progettare obiettivi, attività, tempi, strumenti relativi allo svolgimento dello stage. TEMPO OCCORRENTE 60 min. Scheda. SVOLGIMENTO: Tale strumento è facoltativo. È comunque consigliato il suo utilizzo, in quanto utile per la de- finizione chiara ed esplicita dei contenuti, attività e tempi dello stage. La compilazione viene pertanto effettuata dal tutor formativo e/o dal responsabile di corso in presenza e con il sup- porto dell’allievo il quale viene così reso partecipe della definizione finale dei contenuti/obiet- tivi del proprio stage. 74 75 ALLEGATO 9 LIBRETTO DI STAGE FINALITÀ: Monitorare e tenere traccia delle attività svolte dallo stagista durante il periodo dello stage. TEMPO OCCORRENTE 2 ore. Scheda. SVOLGIMENTO: La compilazione del diario delle attività viene effettuata dall’allievo stesso in itinere, durante lo volgimento dello stage con modalità e tempi da concordare a propria discrezione. 76 77 78 CURRICULUM VITAE DELL’ALLIEVO .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. 79 80 PROGETTO FORMATIVO DI STAGE: OBIETTIVI: .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. ATTIVITA’ PREVISTE .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. UFFICIO/DIPARTIMENTO/RUOLO IN AZIENDA: .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. NOTE: .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................. 81 DIARIO SETTIMANALE DI STAGE: Dal ................................. al .......................... Data Attività svolte Difficoltà incontrate DIARIO SETTIMANALE DI STAGE: Dal ................................. al .......................... Data Attività svolte Difficoltà incontrate DIARIO SETTIMANALE DI STAGE: Dal ................................. al .......................... Data Attività svolte Difficoltà incontrate 82 83 DIARIO SETTIMANALE DI STAGE: Dal ................................. al .......................... Data Attività svolte Difficoltà incontrate DIARIO SETTIMANALE DI STAGE: Dal ................................. al .......................... Data Attività svolte Difficoltà incontrate DIARIO SETTIMANALE DI STAGE: Dal ................................. al .......................... Data Attività svolte Difficoltà incontrate 84 85 DIARIO SETTIMANALE DI STAGE: Dal ................................. al .......................... Data Attività svolte Difficoltà incontrate DIARIO SETTIMANALE DI STAGE: Dal ................................. al .......................... Data Attività svolte Difficoltà incontrate DIARIO SETTIMANALE DI STAGE: Dal ................................. al .......................... Data Attività svolte Difficoltà incontrate 86 87 88 89 ALLEGATO 10 Scheda: RAPPORTO VISITA TIROCINIO/STAGE FINALITÀ: Monitorare e verificare in itinere la congruenza delle attività svolte rispetto agli obiettivi pre- stabiliti e l’atteggiamento dello stagista nei confronti delle attività proposte. TEMPO OCCORRENTE 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: Il tutor aziendale o il responsabile di corso, completano la scheda durante la visita in azienda. 90 91 92 ALLEGATO 11 Scheda: RILEVAZIONE PRESENZA ALLIEVI IN STAGE E PRESTAZIONI PERSONALE DOCENTE FINALITÀ: Documento di rilevazione della presenza degli stagisti e della presenza del tutor aziendale. Inoltre è prevista la forma del tutor formativo al momento della visita in azienda. TEMPO OCCORRENTE 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: Ogni giorno sia gli stagisti che i tutor aziendali firmano la scheda. Il tutor formativo firma quando effettua la visita in azienda. Viene consegnato alla fine dello stage allo stagista, che lo consegna al tutor formativo. Tale documento viene allegato al registro del corso. 93 RILEVAZIONE PRESENZA ALLIEVI IN STAGE 94 95 ALLEGATO 12 Questionario: DURANTE LO STAGE … FINALITÀ: Far emergere le difficoltà incontrate nel corso degli inserimenti e le strategie che si sono adot- tate per affrontarle. TEMPO OCCORRENTE 1 ora. Scheda. SVOLGIMENTO: Ciascuno stagista completa la scheda individualmente; successivamente l’operatore suddivide la classe in 4/5 gruppetti. Ciascun gruppetto così discuterà del contenuto della scheda pre- stando particolare attenzione a: a) analisi delle cause della difficoltà. b) definizione delle ipotesi di strategie per affrontare le difficoltà emerse. c) identificazione delle competenze che si ritiene debbano essere ulteriormente potenziate per essere in futuro in grado di affrontare in modo più rapido ed efficace il tipo di difficoltà emerse. 96 97 ALLEGATO 13 Questionario: LO STAGE IN ITINERE FINALITÀ: Valutare e monitorare in itinere lo svolgimento dello stage in modo da poter operare even- tuali aggiustamenti o modifiche. TEMPO OCCORRENTE 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: Lo stagista viene invitato a completare la scheda in sincerità. Al termine è consigliabile inne- scare un dibattito nel quale gli allievi si scambiano i propri vissuti riferiti all’esperienza di stage, proponendo soluzioni e strategie per far fronte ad eventuali criticità emerse. 98 99 100 101 ALLEGATO 14 Esercitazione: COSA FARESTE AL POSTO LORO? FINALITÀ: Imparare a “mettersi nei panni degli altri”, lavorare sulle possibili strategie che si possono mettere in atto qualora s’incontrino alcuni tipi di difficoltà nel rapporto con gli adulti. TEMPO OCCORRENTE 1 ora Scheda. SVOLGIMENTO: Questa attività può essere gestita e organizzata secondo diverse metodologie: 1. La classe viene suddivisa in 4/5 gruppi che lavorano sulla scheda proposta; 2. All’interno della classe vengono scelti 4 membri che interpretano le parti dei testimoni elencati nella scheda (role-play). In entrambi i casi, lo scopo principale è quello di evidenziare quali elementi sono mancati af- finché la collaborazione potesse arrivare a termine secondo lo sviluppo regolare. APPROFONDIMENTI: Alcuni degli elementi critici che scaturiscono dall’analisi dei casi proposti sono: mancanza di collaborazione, mancanza di comunicazione tra le parti direttamente coinvolte. Una buona co- municazione è, infatti, fondamentale affinché gli obiettivi possano essere condivisi e verificati regolarmente. 102 103 104 ALLEGATO 15 Questionario: RIENTRI STAGE OBIETTIVI: Valutare e monitorare in itinere lo svolgimento dello stage in modo da poter operare even- tuali aggiustamenti o modifiche. TEMPO OCCORRENTE 30 min. Questionario. SVOLGIMENTO: Lo stagista viene invitato a completare la scheda con sincerità. Al termine è consigliabile in- nescare un dibattito nel quale gli allievi si scambiano i propri vissuti riferiti all’esperienza di stage, proponendo soluzioni e strategie per far fronte ad eventuali criticità emerse. 105 QUESTIONARIO RIENTRI STAGE 1) 2) 3) 4) 5) 106 6) 7) 8) 107 9) 10) 13) 12) 11) 108 ALLEGATO 16 Scheda: VALUTAZIONE DEL TUTOR (FORMATIVO/AZIENDALE) FINALITÀ: Aiutare i tutor (formativo o aziendale) a riassumere le proprie osservazioni circa l’esito dello stage dell’allievo. TEMPO OCCORRENTE 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: Questo strumento è articolato in tre aree di valutazione: la valutazione della formazione di base, la valutazione della formazione tecnico-specialistica e la valutazione delle capacità per- sonali e relazionali. 109 VALUTAZIONE DEL TUTOR (FORMATIVO/AZIENDALE) La scheda ha lo scopo di raccogliere alcuni elementi di valutazione relativi all’azione formativa a cui ha partecipato lo stagista. La modalità di esprimere la sua valutazione è quella di apporre una crocetta nel riquadro relativo al punteggio che desidera dare alla domanda attribuendo al numero quattro il valore più alto e al numero uno il valore più basso. Al termine troverà un breve spazio che potrà utilizzare per comunicare le Sue osservazioni e offrire dei suggerimenti. Le chiediamo di scrivere in modo leggibile; il Suo contributo è molto importante per la qualità del nostro servizio. 110 111 ALLEGATO 17 Scheda: SODDISFAZIONE ALLIEVI STAGE/TIROCINIO FINALITÀ: Raccogliere informazioni su alcuni aspetti relativi all’esperienza svolta nelle aziende. TEMPO OCCORRENTE 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: Lo stagista completa la scheda con la massima cura cercando di segnalare eventuali osserva- zioni per poter migliorare il servizio del Centro. 112 ASS. CNOS FAP Regione Piemonte SODDISFAZIONE ALLIEVI STAGE/TIROCINIO 113 ALLEGATO 18 Scheda: SODDISFAZIONE AZIENDE STAGE FINALITÀ: Raccogliere informazioni su alcuni aspetti relativi all’esperienza dello stage che gli allievi svolgono nelle aziende TEMPO OCCORRENTE 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: Il tutor aziendale e/o il responsabile aziendale dello stagista completa il questionario cercando di segnalare le eventuali osservazioni per poter migliorare il servizio del Centro. 114 ASS. CNOS FAP Regione Piemonte SODDISFAZIONE ALLIEVI STAGE/TIROCINIO 115 ALLEGATO 19 SCHEDA REGIONALE DI ATTRIBUZIONE DEL CREDITO VALUTATIVO FINALITÀ: Avere una valutazione complessiva dell’esperienza di stage. TEMPO OCCORRENTE 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: Si compila secondo le modalità indicate dalla Regione Piemonte. 116 SCHEDA REGIONALE DI ATTRIBUZIONE DEL CREDITO VALUTATIVO 117 118 119 120 121 122 123 124 ALLEGATO 20 RELAZIONE STAGE FINALITÀ: È una relazione che viene consegnata alla fine dello stage e consiste in una griglia di osserva- zione sui seguenti aspetti:descrizione dell’azienda e descrizione del prodotto. TEMPO OCCORRENTE 60 min. Scheda. SVOLGIMENTO: Viene compilata dallo stagista e consegnata alla fine dello stage. 125 126 127 128 129 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ACTL (a cura di), Il manuale dello stage, Milano 1999. AA.VV., Linguaggi e percorsi per ripensare la formazione, in AIF (a cura di), Nuovi alfabeti, Angeli, Milano 1995. 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ZUCCHETTI E., Sistema formativo integrato e nuovi percorsi lavorativi, in «Professionalità», n. 43, 1998. 131 INDICE PREMESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Capitolo I FONDAMENTI CONCETTUALI E IMPOSTAZIONE PROGETTUALE 1. Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 2. Alcune precisazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 3. L’apprendimento mediante stage . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 3.1. La conoscenza implicita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 3.2. Il modello pedagogico dell’apprendimento basato sull’affiancamento . . . . 12 3.3. L’apprendimento complesso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 4. Lo stage come prova professionale per la validazione delle competenze . . . 14 5. Tipologie di stage . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 5.1. Lo stage orientativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 5.2. Lo stage formativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 5.3 Il tirocinio/stage di preinserimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 6. Il tutoring . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 6.1. Il tutor formativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 6.1.1. Requisiti del tutor formativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 6.1.2. Funzioni del tutor formativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 6.2. Il tutor aziendale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 6.2.1. Requisiti del tutor aziendale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 6.2.2. Funzioni del tutor aziendale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 7. Linee guida per la definizione di un approccio progettuale . . . . . . . . . . . . . 27 7.1. Gli attori dello stage: l’allievo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 7.2. Gli attori dello stage: l’azienda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 7.3. Gli attori dello stage: il CFP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 8. Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 Capitolo II PRESTAZIONE DEL DISPOSITIVO 1. Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 2. Il dispositivo dello stage . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 132 3. Fase I: “Orientamento allo stage” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 3.1. Caratteristiche e finalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 3.2. Osservazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 3.3. Strumenti e attività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 4. Fase II: “Definizione del profilo professionale” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 4.1. Caratteristiche e finalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 4.2. Osservazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 4.3. Strumenti e attività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 5. Fase III: “Elaborazione del profilo di stage” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 5.1. Caratteristiche e finalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 5.2. Osservazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 5.3. Strumenti e attività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39 6. Fase IV: “Abbinamento tra allievo e azienda” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39 6.1. Caratteristiche e finalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39 6.2. Osservazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 6.3. Strumenti e attività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 7. Fase V: “Piano di stage (facoltativo)” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 7.1. Caratteristiche e finalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 7.2. Osservazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 7.3. Strumenti e attività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 8. Fase VI: “Realizzazione stage” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 8.1. Caratteristiche e finalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 8.2. Osservazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 8.3. Strumenti e attività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 9. Fase VII: “Forum intrastage (rientri)” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 9.1. Caratteristiche e finalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 9.2. Osservazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42 9.3. Strumenti e attività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 10. Fase VIII: “Valutazione dello stage” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 10.1. Caratteristiche e finalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 10.2. Osservazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 10.3. Strumenti e attività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 11. Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45 CONCLUSIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 ALLEGATI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 129 INDICE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 131

L'orientamento nel CFP 3. Guida per l'accompagnamento finale

Autore: 
CNOS-FAP Piemonte
Categoria pubblicazione: 
Esperienze
Anno: 
2003
Numero pagine: 
125
L’orientamento nel CFP 3. Guida per l’accompagnamento finale A cura del CNOS-FAP PIEMONTE CENTRO NAZIONALE OPERE SALESIANE FORMAZIONE AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Federazione CNOS-FAP GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 1 Tip.: Istituto Salesiano Pio XI - Via Umbertide, 11 - 00181 Roma Tel. 06.78.27.819 - Fax 06.78.48.333 - E-mail: tipolito@pcn.net Finito di stampare: Giugno 2003 Il presente volume non è commerciabile ed è destinato ad uso esclusivamente interno alla Federazione CNOS-FAP GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 2 3 SOMMARIO PRESENTAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Capitolo I PRIMA UNITÀ: “SCELTE PROFESSIONALI” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Capitolo II SECONDA UNITÀ: “RICERCA ATTIVA DEL LAVORO” . . . . . . . . . . . . . . 39 Capitolo III TERZA UNITÀ: “STRATEGIE FORMATIVO-PROFESSIONALI” . . . . . . 73 Capitolo IV QUARTA UNITÀ: “VERIFICARE IL CAMMINO E PROGETTARE” . . . . 105 CONCLUSIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 119 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121 INDICE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 3 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 4 5 PRESENTAZIONE L’accompagnamento finale, oltre a costituire un’occasione di progettazione consapevole per il futuro, è utile per offrire ai ragazzi acquisizioni necessarie ad attivare strategie di ingresso nel mondo del lavoro, e rappresenta un valido punto di riferimento nel percorso di inserimento lavorativo. Numerosi elementi, alcuni dei quali già considerati nella parte relativa all’ac- compagnamento in itinere 1, consentono l’elaborazione di un progetto di inserimento post-formazione consapevole e coerente con le aspettative e le motivazioni di ogni allievo. Tali elementi sono: a) valutazione del percorso svolto dall’allievo in formazione; b) verifica della coerenza fra il progetto personale l’esperienza fatta in forma- zione; c) analisi delle aspettative sociali e delle motivazioni professionali indivi- duali; d) valutazione delle risorse individuali che possono essere investite nella scuola o nel lavoro; e) acquisizione e analisi delle informazioni sul mercato del lavoro e sulle scuole del territorio di riferimento. Il modulo dell’accompagnamento finale muove dal progetto individuale ela- borato durante il periodo formativo e rappresenta un’occasione di progettazione consapevole per il futuro. In questa guida sono suggerite attività riguardanti la ricerca attiva del lavoro da parte dei giovani, da condurre nel rispetto delle scelte formative individuali e dell’impegno profuso da ciascuno a favore della propria crescita personale e pro- fessionale. In particolare, i supporti didattici proposti all’operatore sono soprattutto schede, presenti in allegato, per ognuna delle quali è fornita una presentazione in cui sono indicate le finalità, il materiale occorrente, i tempi, le modalità di realiz- zazione e i possibili approfondimenti. Il volume si articola in capitoli, ciascuno dei quali presenta delle unità che compongono il modulo dell’accompagnamento finale: a) Capitolo I Prima unità: “Scelte professionali”; b) Capitolo II Seconda unità: “Ricerca attiva del lavoro”; c) Capitolo III Terza unità: “Strategie formativo professionali”; d) Capitolo IV Quarta unità: “Verificare il cammino e progettare”. 1 Cfr. CNOS-FAP Piemonte (a cura di), L’orientamento nel CFP. 2. Guida per l’accompagnamento in itinere, Roma, Tipografia Pio XI, 2003. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 5 6 La presente pubblicazione riflette il lavoro realizzato da un gruppo di lavoro del CNOS-FAP Regione Piemonte formato dai referenti per l’orientamento dei Centri di formazione professionale (CFP) e della Delegazione regionale: Cristina Ballario CFP Fossano (CN) Tarcisio Borrello CFP Colle Don Bosco (AT) Severino Candelo CFP Colle Don Bosco (AT) Roberto Cavaglià Delegazione regionale Chiara Cisero CFP Torino - Valdocco Lucia Coppola CFP Torino - Rebaudengo Cassandro Dolfi CFP S.Benigno Canavese (TO) Fabrizio Gonella CFP Bra (CN) Mauro Grignola CFP Vercelli Salvatore Lanza CFP Torino - Valdocco Guido Lanzoni CFP Vigliano Biellese (BI) Teresa Traverso CFP Alessandria Daniela Zoccali Delegazione regionale Un sentito ringraziamento va al prof. Dario Nicoli quale principale ispiratore e validatore del progetto, a Sara Spata che, nell’ambito della sua esperienza di tirocinio formativo presso la delegazione regionale, ha partecipato attivamente alla prima elaborazione e stesura del presente manuale e a Daniela Antonietti e Luisa Nardella della Sede Nazionale del CNOS-FAP per l’attenta e puntuale revisione del testo. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 6 7 Capitolo I PRIMA UNITÀ: “SCELTE PROFESSIONALI” 1. INTRODUZIONE In questo capitolo in cui viene presentata la prima unità (“Scelte professionali”), l’attenzione è rivolta alla sintesi e alla presa di coscienza di attitudini e preferenze individuali nei confronti delle professioni indicate da ogni allievo come più desidera- bili durante il percorso di accompagnamento in itinere (ricordiamo che, nell’unità 4 “Interessi e professioni” del manuale relativo all’accompagnamento in itinere, sono presenti molte attività dedicate all’individuazione delle capacità, degli interessi e delle attitudini professionali dei ragazzi, perciò si propone, se necessario, una revisione e, talvolta, un riutilizzo dei materiali indicati in tale sezione)1. In particolare, attraverso lo svolgimento di attività adatte a stimolare il confronto, all’interno del gruppo classe, sugli atteggiamenti rispetto al lavoro e miranti ad ar- ricchire il patrimonio di conoscenze ed informazioni sulle professioni, anche con le testimonianze di lavoratori inseriti nei diversi contesti professionali, si puntualizze- ranno gli elementi personali e sociali che possono influenzare la progettazione dei percorsi di vita individuali. Questa prima unità si articola in tre fasi: 1) Prima fase: “Scuola o lavoro?”; 2) Seconda fase: “Parliamone”; 3) Terza fase: “Esperienze”. Dopo aver presentato ciascuna delle tre fasi, indicando finalità, obiettivi, stru- menti, attività e risorse, alleghiamo i materiali utili per la loro realizzazione. 2. PRIMA FASE: “SCUOLA O LAVORO?” L’operatore, dopo aver presentato agli allievi il percorso e l’unità, propone l’attività “Scuola o lavoro?”, utile per operare una sintesi dei dati emersi durante l’accompagnamento in itinere e, quindi, per arrivare ad una definizione consapevole del proprio progetto personale, soprattutto riguardo alla scelta tra scuola e lavoro. L’esercitazione è articolata in sei momenti ben distinti e prevede lo svolgimento del lavoro sia a livello individuale, sia in gruppo. 1 Cfr. CNOS-FAP Piemonte (a cura di), L’orientamento nel CFP. 2. Guida per l’accompagnamento in itinere, Roma, Tipografia Pio XI, 2003. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 7 8 Di seguito, presentiamo finalità, obiettivi, strumenti e risorse della fase; in coda al capitolo, alleghiamo le schede necessarie per lo svolgimento della stessa. 1) Finalità Questa fase mira a: a) sintetizzare i dati emersi nel modulo dell’accompagnamento in itinere; b) consentire l’elaborazione di un progetto personale consapevole. 2) Obiettivi Al termine dell’attività, gli allievi avranno una definizione chiara dei possibili percorsi post-formazione ed esprimeranno una scelta consapevole tra percorso scola- stico e percorso lavorativo. 3) Strumenti e attività L’operatore, per svolgere l’attività “Scuola o lavoro”, si avvale dei seguenti materiali: a) scheda “Carta della scuola e carta del lavoro”; b) traccia “Significato della scuola e del lavoro”; c) scheda “Raccolta di informazioni sulla scuola e sul lavoro”; d) scheda “Aspettative sociali su di sé”. 4) Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento dell’attività, per la quale non è previsto un limite di tempo prestabilito, nell’aula. 3. SECONDA FASE: “PARLIAMONE” La seconda fase della prima unità, attraverso le attività “Il cinematografo”, “Progetti di vita dalla A alla Z” e “E tu cosa ne pensi?”, permette di approfondire le informazioni e il confronto sul mondo del lavoro, contribuendo, al tempo stesso, alla scelta, da parte dei ragazzi, di un orientamento professionale. 1) Finalità La fase “Parliamone” mira a: a) favorire il dibattito, all’interno del gruppo classe, sul tema del lavoro; b) permettere la scelta consapevole di un orientamento professionale. 2) Obiettivi Le attività previste permettono agli allievi di: a) acquisire ulteriori informazioni sulle loro preferenze in campo professionale; b) scegliere un orientamento professionale o un impiego; c) esprimere le opinioni personali e confrontarsi riguardo al mondo del lavoro. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 8 9 3) Strumenti e attività In questa fase l’operatore utilizza: a) attività “Il cinematografo”; b) questionario “Progetti di vita dalla A alla Z”; c) scheda “E tu cosa ne pensi?”. 4) Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, che non hanno una durata prestabilita, in aula. 4. QUARTA FASE: “ESPERIENZE” L’ultima fase della prima unità è particolarmente utile in quanto permette agli allievi di ottenere informazioni precise e dettagliate su alcuni tipi di lavoro. L’attività prevista è l’”Intervista ai testimoni”, strumento necessario ai ragazzi non solo per rendersi conto della realtà lavorativa, ma anche per avere una conferma riguardo ai propri interessi professionali. 1) Finalità La fase “Esperienze” intende fornire informazioni chiare e precise su determinati tipi di lavoro. 2) Obiettivi Al termine dell’attività gli allievi avranno: a) imparato a cercare, analizzare e sintetizzare esperienze lavorative reali; b) ottenuto informazioni su alcuni tipi di lavoro; c) effettuato una verifica riguardo alla corrispondenza tra gli interessi manifestati e la realtà lavorativa esaminata. 3) Strumenti e attività Per lo svolgimento di questa fase l’operatore distribuisce agli allievi la scheda ”Intervista ai testimoni”. 4) Risorse Il formatore (o l’orientatore) invita i testimoni a recarsi al Centro per sottoporsi alle interviste, per le quali è prevista una durata di circa due ore. 5. ALLEGATI AL CAPITOLO I Di seguito, presentiamo tavole descrittive degli strumenti indicati nelle diverse fasi e alleghiamo gli stessi. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 9 10 5.1. Attività: “Scuola o lavoro?” Riportiamo una tavola che spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e i materiali utili per realizzare la stessa. FINALITÀ: Operare una sintesi dei dati emersi durante l’accompagnamento in itinere al fine di arrivare ad una definizione consapevole del progetto per il futuro TEMPO: OCCORRENTE: Variabile. Scheda: “Carta della scuola e carta del lavoro”; Traccia: “Significato della scuola e del lavoro”; Scheda: “Raccolta di informazioni sulla scuola e sul lavoro”; Scheda: “Aspettative sociali su di sé”. SVOLGIMENTO: L’attività si articola in 5 fasi, che prevedono per gli allievi momenti in gruppo e momenti indi- viduali. 1ª fase: attività in gruppo. Questa fase prevede il raccordo stretto con l’attività di orientamento in itinere. Per questo motivo la fase prende avvio dall’esame del progetto professionale individuale che si è via via definito durante il percorso, e dal libretto personale dell’allievo, che contiene la certificazione del percorso svolto (competenze acquisite) nonché la valutazione sulla coerenza del percorso con la formazione svolta. La finalità di questa prima fase è impostare con i partecipanti, in modo prospettico, l’evoluzione del progetto personale oltre la formazione. Viene presentata la scheda “Carta della scuola e la carta del lavoro”, che rappresenta lo strumento di sintesi delle informazioni e delle elaborazioni che i partecipanti avranno modo di acquisire durante questo modulo, fornendo un quadro di insieme che permetta una definizione consapevole del progetto per il futuro. Anche nel caso di percorsi che i partecipanti hanno già delineato, è opportuno che i singoli siano stimolati in gruppo a esplicitare il percorso immaginato e a sottoporlo a verifica affinché sia possibile un aumento della consapevolezza personale sulle scelte fatte. 2ª fase: attività in gruppo. Questa fase focalizza i significati della scuola e del lavoro. L’attività viene svolta così come indicato dalla traccia “Significato della scuola e del lavoro”. 3ª fase: attività in gruppo. La terza fase consiste in una raccolta di informazioni. Si svolgono alcune attività come indi- cato nella scheda “Raccolta di informazioni sulla scuola e sul lavoro”. Questa scheda sarà con- segnata agli allievi in modo che ciascuna scheda sia compilata per la singola professione o per il singolo ciclo di studi. Se possibile, è opportuno programmare una visita al servizio all’im- piego locale ove i materiali di consultazione per l’attività saranno raccolti direttamente e sarà possibile porre tutte le domande necessarie agli operatori del servizio. In territori in cui la scuola media superiore è una presenza forte e significativa, sarà possibile programmare una visita anche presso l’istituto scolastico. 4ª fase: attività individuale. Il tutor del corso incontra individualmente tutti gli allievi stimolandoli a prendere in esame il progetto professionale individuale e a sistematizzare la valutazione del percorso che è stata fata durante il processo di orientamento in itinere. Inoltre oggetto dell’incontro è la rilevazione dei punti di vista degli “altri” (compagni, genitori, formatori, ecc.) utilizzando come traccia la GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 10 11 scheda “Aspettative sociali su di sé”. L’incontro mira a giungere ad una definizione di possibili percorsi post-formazione. 5ª fase: attività in gruppo. Ciascun partecipante presenta al gruppo la scelta fatta sotto forma di presentazione. Il gruppo ha la possibilità di chiedere informazioni e chiarimenti rispetto alla presentazione del singolo. In questa fase il gruppo di lavoro dovrebbe funzionare da specchio concreto rispetto alle scelte del singolo. I partecipanti che scelgono il percorso verso il lavoro (ma è anche interessante per gli altri) avviano il modulo sulle tecniche di ricerca attiva del lavoro. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 11 12 Note e mie valutazioni: Note e mie valutazioni: GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 12 13 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 13 14 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 14 15 La professione Caratteristiche della professione Titolo di studio per l’accesso alla professione Altre informazioni sulla professione GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 15 16 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 16 17 5.2. Attività: “Il cinematografo” Riportiamo una tavola che spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per realizzare la stessa. FINALITÀ: Innescare il dibattito sul lavoro TEMPO: OCCORRENTE: Variabile. Scheda “Il cinematografo”; videocassetta. SVOLGIMENTO: L’operatore può utilizzare metodologie differenti: a) introdurre la visione del film con una breve scheda descrittiva dei principali temi e delle parti a cui prestare maggiore attenzione. Ciò permette di creare scambio sui temi interessanti e di curiosità nella visione. b) proiettare subito il film (o meglio spezzoni di film); successivamente si dà inizio allo scambio e raccolta di reazioni e opinioni. Infine l’operatore ripropone la proiezione appor- tando eventuali integrazioni e soffermandosi sulle parti che ritiene debbano essere maggior- mente focalizzate. c) organizzare un’uscita presso una sala di proiezione previa preparazione in aula di una guida alla visione del film. APPROFONDIMENTI: L’operatore deve necessariamente vedere il film prima di proporlo ai ragazzi in quanto tale visione permette l’annotazione dei temi principali che si intendono affrontare, l’annotazione delle frasi significative da discutere, l’annotazione dei tempi qualora si intendesse proiettare spezzoni di film (a meno che non si abbia la possibilità di selezionare le scene adatte ed eliminare quelle inadeguate). Si raccomanda, eventualmente ove ritenuto necessario, l’acquisizione di alcune informazioni relative alle scelte e modalità di realizzazione del film da parte del regista per favorire la com- prensione del film stesso. In ogni caso, alla visione del film deve seguire una discussione che faciliti l’interiorizzazione dei temi che si vogliono affrontare. È possibile cogliere l’occasione per discutere temi trasversali quali la rappresentazione sociale del lavoro, le pari opportunità, ecc. Suggeriamo, tra i films visionati allo scopo, alcuni titoli (recenti o passati): “Erin Brockovich”, “Face to face”, “What women want”, “Full Monty”, “Billy Elliot”, “Stefano quante storie”, “The Mask”. Per la critica dei films, si suggerisce la scheda allegata. Come esempio di scheda di analisi dei films si allegano quelle relative ai films: “Stefano quante storie” e “The Mask”. Segnaliamo i seguenti siti web utili per la costruzione di schede d’analisi e visione guidata di films: http://www.jobtel.it/film.aspx http://www.pacioli.net/def/PacioliCinema/2-Percorsi/AApagperc000.htm http://www.filmcritica.it/fcscuola/fcs3/fcs3.html http://www.filmcritica.it/fcscuola/fcs2/fcs2.html http://www.filmcritica.it/fcscuola/fcs1/impscuola102.html http://akkuaria.com/sezione_cinema.htm http://www.celluloide.it/ http://www.cinematografo.it/ http://www.trovacinema.it/recensioni.php GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 17 18 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 18 19 essere controllato e rigido, oppure spontaneo e naturale? Quale dei due ruoli mi GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 19 20 poter controllare meglio... Immaginate GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 20 21 5.3. Questionario: “Progetti di vita dalla A alla Z” Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti), lo stesso questionario e la scheda utile per raccogliere le risposte date al questionario. FINALITÀ: Guidare gli allievi nel: - raccogliere informazioni su di sé e sulle proprie preferenze; - scegliere un orientamento professionale o un impiego. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Questionario: “Progetti di vita dalla A alla Z”; Griglia di sintesi delle risposte al questionario. SVOLGIMENTO: L’operatore invita gli allievi a completare individualmente il questionario apponendo, per ogni situazione, una crocetta sulla alternativa scelta. Per facilitare la compilazione sono state raggruppate più domande sotto temi diversi anche se fortemente correlati tra loro. È molto importante la mediazione da parte del formatore mediante l’utilizzo di un eventuale glossario di spiegazione dei termini meno noti. Terminata la compilazione individuale, si invita ciascun allievo a riportare nella griglia di sin- tesi le risposte ad ogni domanda identificata con una lettera dell’alfabeto. APPROFONDIMENTI: Indicazioni per la lettura della griglia: - la lettura orizzontale permette di visualizzare nel loro insieme e in modo graduale i propri progetti di vita; - la lettura verticale fa apparire tema per tema il proprio grado di coinvolgimento. Questo quadro del sistema di valori ottenuto può essere di volta in volta aggiornato sulla base dell’evoluzione delle proprie esperienze professionali e personali. È bene quindi poterlo riuti- lizzare e datarlo ad ogni nuova compilazione. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 21 22 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 22 23 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 23 24 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 24 25 ORARI E RITMI GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 25 26 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 26 27 ‘ Paese GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 27 28 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 28 29 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 29 30 5.4. Scheda: “E tu cosa ne pensi?” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda. FINALITÀ: Consentire agli allievi di esprimere le loro opinioni sul lavoro. TEMPO: OCCORRENTE: 40 min. Scheda: “E tu cosa ne pensi?”. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce la scheda agli allievi invitandoli a completarla individualmente. È bene inoltre ricordare agli allievi che la risposta “migliore” è quella immediata, la prima che viene in mente. APPROFONDIMENTI: Si può realizzare l’attività anche in piccoli gruppi di confronto sui temi trattati. È comunque indispensabile concludere l’attività con una discussione finale sulle problema- tiche emerse nel questionario, come ulteriore occasione per il formatore di introdurre nuovi contenuti. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 30 31 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 31 32 5.5. Scheda: “Intervista ai testimoni” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda. FINALITÀ: Ottenere informazioni precise e dettagliate su alcuni tipi di lavoro. TEMPO: OCCORRENTE: 120 min. Scheda: “Intervista ai testimoni”. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce una scheda per partecipante invitando tutti gli allievi a compilarla du- rante l’intervista con i testimoni; la compilazione contemporanea all’intervista permette così agli allievi di rendersi conto, in tempo reale, della quantità di informazioni ricevute e se tali informazioni soddisfano i propri interessi. APPROFONDIMENTI: Un ulteriore sviluppo di questa attività potrebbe prevedere la somministrazione di tale intervista ai propri genitori o conoscenti in modo da favorire il lavoro per lo più autonomo dei ragazzi, indipendentemente dall’attività d’aula. Anche in questo caso, però, si richiede una successiva rielaborazione, insieme al gruppo e al formatore, delle informazioni raccolte. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 32 33 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 33 34 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 34 35 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 35 36 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 36 37 6. CONCLUSIONI In questa unità abbiamo proposto e presentato attività utili per un approfondito esame delle preferenze professionali manifestate dagli allievi. In particolare, abbiamo rilevato l’importanza di operare una sintesi dei risultai emersi nel modulo dell’accompagnamento in itinere indispensabili, insieme alle informazioni sul mondo del lavoro, per effettuare una scelta consapevole tra scuola e lavoro, per il proprio orientamento professionale e, quindi, per elaborare un pro- getto personale coerente. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 37 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 38 39 Capitolo II SECONDA UNITÀ: “RICERCA ATTIVA DEL LAVORO” 1. INTRODUZIONE La presente unità si articola in due parti fondamentali, a loro volta articolate in fasi. 1) Prima parte dell’unità La prima parte dell’unità intende permettere all’allievo di orientarsi tra le tante informazioni sulle possibilità di lavoro che vengono fornite, indicandogli gli stru- menti di cui può disporre. Il loro reperimento efficace, infatti, diventa una vera e propria capacità da sviluppare e da migliorare. A tal fine, sono utili le visite nei Centri per l’impiego, organi di recente istitu- zione, sostitutivi dei precedenti uffici di collocamento. Ulteriori fonti d’informa- zione sono le “interviste con i testimoni” da sempre ritenute efficaci e coinvolgenti per i ragazzi. Per quanto concerne la ricerca delle informazioni riguardanti il mondo della formazione, gli strumenti consigliati sono la raccolta di materiali informativi riguardanti le diverse agenzie formative e scolastiche, e la valutazione delle pro- poste selezionate. È fondamentale ricordare che ciascuna attività, per poter essere efficace, neces- sita di una preparazione adeguata. In particolare, secondo l’approccio deduttivo, prima di effettuare una visita è ritenuto opportuno presentare il luogo che ci si appresta a conoscere, la storia, le funzioni, il funzionamento. Per l’approccio indut- tivo, invece, la spiegazione o approfondimento sono previsti dopo la visita in quanto si cerca di valorizzare la lettura del ragazzo facendo leva sulle sue capacità d’osser- vazione e interpretazione. Il secondo approccio, quindi, si basa sull’intuizione e richiede maggiori abilità sia al ragazzo che all’operatore al quale rimane il compito fondamentale di sintetizzare, completare e chiarire, ove necessario, i contenuti colti dall’allievo. Tale approccio appare consigliabile nei casi in cui l’allievo si mostri realmente interessato nei confronti dell’attività, in modo da sentirsi partecipe e coinvolto in prima persona. 2) Seconda parte dell’unità Nella seconda parte dell’unità, è affrontato il tema della ricerca attiva di un lavo- ro, di cui la ricerca di informazioni utili è il punto di partenza e il cui naturale punto di arrivo consiste nell’ottenere un appuntamento per il primo colloquio di lavoro. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 39 40 La ricerca di lavoro è, soprattutto, un utilizzo mirato del proprio tempo, in cui la persona in cerca di occupazione rapporta se stessa, le proprie capacità ed espe- rienze formative e professionali al mercato del lavoro. Tenendo conto di ciò, la necessità di definire una tempistica delle attività di ri- cerca di un lavoro è essenziale almeno per due aspetti: a) pianificare la durata media giornaliera da dedicare al progetto; b) circoscrivere l’arco di tempo entro il quale il candidato presumibilmente valuta di poter collocarsi professionalmente, avendo riguardo alle condi- zioni del mercato del lavoro preso come riferimento, al proprio back- ground formativo e professionale, alle proprie aspirazioni ed esigenze. Riteniamo importante supportare l’allievo nell’impostare una metodologia di ricerca attiva di lavoro, avendo cura di illustrare nel dettaglio tutti gli strumenti e le tecniche indispensabili a razionalizzare ed indirizzare gli sforzi del candidato verso un’efficace ricerca di lavoro. Le strategie per la ricerca attiva di lavoro sono sostanzialmente due. La prima consiste nel valutare il cosiddetto “lavoro offerto”, reperendo infor- mazioni utili attraverso: i massmedia (stampa ed Internet, televisione); l’intera- zione con le strutture territoriali, pubbliche e private che detengono le informa- zioni utili a quanti sono alla ricerca di un lavoro. La seconda strategia è quella dell’autopromozione, in cui è il soggetto che crea l’occasione di lavoro, individuando “aziende- bersaglio” ed elaborando stra- tegie di contatto. Proprio riguardo all’autopromozione, occorre porsi almeno due interrogativi: a chi rivolgersi e quali aziende contattare per promuoversi?; quali tecniche e quali strumenti utilizzare? Le tecniche e gli strumenti da utilizzare sono: a) l’invio di lettere di autocandi- datura; b) l’invio del “curriculum vitae” che attesta il proprio percorso professio- nale e formativo e le proprie attitudini principali; c) le telefonate; d) la presenta- zione di persona, ponendo particolare attenzione alla propria immagine. Un discorso interessante appare quello relativo alle banche dati all’interno delle quali è possibile inserire il proprio curriculum, che le imprese possono con- sultare in caso di necessità. Alcune di queste banche dati, ormai la maggior parte, è disponibile in Internet. Ecco alcune indicazioni per chi stende “curricola telematici”: a) essere sintetici; b) rispondere in lingua inglese quando possibile poiché la banca dati può es- sere consultabile da aziende internazionali; c) diffidare delle schede, inserite nelle banche dati, che contengono domande troppo personali; d) non pagare canoni per la consultazione delle offerte di lavoro; e) diffidare di chi chiede denaro per l’iscrizione a liste di collocamento on line; f) diffidare delle offerte di lavoro che offrono elevati guadagni in cambio di impegno ed energie limitati. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 40 41 3) Fasi dell’unità Le fasi di questa unità sono: 1) Prima fase: “Analisi della domanda”; 2) Seconda fase: “Lettera di autocandidatura”; 3) Terza fase: “Il curriculum vitae”; 4) Quarta fase: “Una buona telefonata”; 5) Quinta fase: “Il colloquio”; 6) Sesta fase: “Esperienze”. Di seguito, presentiamo ciascuna di esse e, in coda al capitolo, descriviamo e alleghiamo gli strumenti utili per la loro realizzazione. 2. PRIMA FASE: “ANALISI DELLA DOMANDA” La prima attività utile da svolgere per la ricerca di un lavoro è l’analisi delle offerte di lavoro da parte delle aziende. L’operatore guiderà gli allievi in tale analisi, fornendo loro una metodologia valida ed efficace. 1) Finalità L’attività “Cerca, cerca...” mira a facilitare la realizzazione di una valida cata- logazione ed analisi delle informazioni relative alle offerte di lavoro delle aziende. 2) Obiettivi Al termine della fase, gli allievi avranno acquisito strumenti utili per l’analisi delle offerte di lavoro. 3) Strumenti e attività L’operatore realizza l’attività “Cerca, cerca...” avvalendosi dell’omonima scheda. 4) Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento del lavoro, che non ha una durata prestabilita, in aula. 3. SECONDA FASE: “LETTERA DI AUTOCANDIDATURA” La lettera di presentazione, rivolta all’autocandidatura ad un posto di lavoro, spesso costituisce il primo contatto con il datore di lavoro, che, anche in base ad essa, decide se invitare il candidato al colloquio. Questa fase è dedicata proprio alla stesura della lettera di presentazione, che deve essere semplice ed efficace al tempo stesso. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 41 42 Di seguito forniamo alcune regole da tenere presenti nella stesura della lettera. È bene ricordarsi innanzitutto che lo scopo principale che si vuole raggiungere con questo strumento è quello di convincere il datore di lavoro ad intervistare il candidato. La lettera quindi deve essere: a) breve, per evitare che venga cestinata; b) personale, senza l’utilizzo di lettere standard; c) pulita e ordinata. Se la grafia del candidato è chiara, la lettera può essere scritta a mano: grafia e composizione possono infatti costituire indicazioni utili al datore di lavoro per la valutazione. A questo scopo bisogna ricordare che: a) l’indirizzo del candidato e la data della lettera devono essere scritti in alto, nella parte sinistra della pagina; b) il nome e l’indirizzo del datore di lavoro devono essere scritti a destra, in basso rispetto al proprio nome e alla data; c) la lettera deve essere indirizzata, se possibile, al responsabile delle assun- zioni. Nella lettera è necessario riportare i motivi di interesse per il lavoro per il quale ci si candida. Occorre inoltre: a) allegare alla lettera il proprio curriculum viate; b) far leg- gere ad altri la lettera prima di inviarla, per verificarne la comprensione e l’impres- sione generale; c) conservarne una copia. 1) Finalità Schematizzando, questa fase mira a fornire agli allievi gli strumenti per scri- vere una valida lettera di presentazione. 2) Obiettivi Al termine della fase, gli allievi saranno in grado di elaborare un’efficace lettera di autocandidatura. 3) Strumenti e attività Per lo svolgimento di questa fase, l’operatore propone l’esercitazione “Cara azienda ti scrivo”, che prevede un lavoro sia individuale che in gruppo. 4) Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento dell’attività, della durata di circa 30 minuti, nell’aula. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 42 43 4. TERZA FASE: “IL MIO CURRICULUM VITAE” In questa fase esamineremo le modalità di stesura del curriculum vitae, stru- mento trasversale ad entrambe le strategie per la ricerca attiva del lavoro, a quella della valutazione del lavoro offerto e a quella dell’autopromozione. Requisiti fondamentali da tenere presenti nella stesura del proprio curriculum vitae sono la chiarezza e l’efficacia. 1) Finalità L’esercitazione proposta intende favorire l’elaborazione, da parte degli allievi, di un curriculum vitae chiaro ed esauriente. 2) Obiettivi Al termine dell’attività, gli allievi avranno acquisito consapevolezza riguardo ai dati fondamentali da inserire nel proprio curriculum vitae ed alla struttura dello stesso. 3) Strumenti e attività L’operatore si avvale dell’esercitazione “Mi presento...”. 4) Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento dell’attività, della durata di circa 40 minuti, in aula o in aula informatica. 5. QUARTA FASE: “UNA BUONA TELEFONATA” Questa fase è dedicata alla buona riuscita della telefonata che, come la lettera, è il mezzo che viene usato più frequentemente durante la ricerca di un lavoro. Il contatto telefonico può servire infatti per rispondere ad un’inserzione o per rivolgersi di propria iniziativa ad un datore di lavoro. 5.1. Suggerimenti Proponiamo di seguito alcuni suggerimenti utili da seguire prima di telefonare e durante il colloquio telefonico. 1) Prima di telefonare: a) munirsi di carta e penna per eventuali appunti; b) se si risponde ad un’inserzione, è importante annotarsi il nome della per- sona con cui si vuole parlare e l’eventuale numero di riferimento del posto che interessa; c) se si telefona di propria iniziativa, conviene informarsi, anche presso il centra- lino della ditta, sul nome del responsabile del personale. È bene, inoltre, pre- GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 43 44 pararsi con cura le domande da porre e le informazioni che si vogliono fornire, ricordandosi che l’interlocutore, spesso, è disponibile solo a telefonate brevi; d) evitare di telefonare durante le ore centrali dell’attività d’ufficio: sono quelle in cui il datore di lavoro è più indaffarato e meno disponibile ad ascoltare. 2) Durante il colloquio telefonico: a) chiedere direttamente della persona con cui si vuole parlare; b) presentarsi sempre con nome e cognome e dichiarare subito il motivo della telefonata; c) ricordarsi che, in caso di risposta ad un’inserzione, il telefono è usato come strumento di preselezione, quindi la persona che risponderà ha già chiaro cosa chiedere. È dunque importante capire bene le domande per rispondere adeguatamente e con chiarezza, facendo ripetere la domanda se si hanno dei dubbi; d) se si telefona di propria iniziativa, conviene puntare ad ottenere un appun- tamento per un colloquio e, nel caso di mancanza di posti vacanti, chiedere se è possibile richiamare dopo qualche settimana; e) se si riesce ad ottenere l’appuntamento per il colloquio, prendere accurata- mente nota della data, dell’ora e del luogo dell’incontro. Al termine della telefonata, qualunque sia l’esito della stessa, è bene ringra- ziare sempre il potenziale datore di lavoro. 5.2. Descrizione della fase Di seguito, presentiamo finalità, obiettivi, strumenti e risorse necessarie alla realizzazione della fase in oggetto. 1) Finalità Questa fase intende fornire indicazioni e suggerimenti utili per affrontare le telefonate intese come strumenti ricorrenti ed importanti durante la ricerca attiva del lavoro. 2) Obiettivi Al termine della fase, gli allievi saranno in grado di gestire, con maggior dis- involtura e preparazione, le telefonate per la ricerca del lavoro. 3) Strumenti e attività L’operatore propone al gruppo l’esercitazione “Pronto chi parla?”. 4) Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento dell’attività, della durata di circa un’ora, in aula. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 44 45 6. QUINTA FASE: “IL COLLOQUIO” Questa fase, con le diverse attività che la compongono, è dedicata al colloquio di lavoro, momento fondamentale per il candidato, che ha la possibilità di parlare personalmente e direttamente con il datore di lavoro. 6.1. Momenti del colloquio Il colloquio si può suddividere in tre momenti: l’approccio, il dialogo vero e proprio e il commiato. 1) Approccio Riguardo all’approccio, bisogna ricordare che i primi minuti di interazione svolgono un ruolo che, talvolta, è determinante. Vi sono pertanto dei suggerimenti che è utile tenere presenti; in particolare: a) Puntualità Essere puntuali è indice di serietà e di motivazione. In caso di contrat- tempi, è opportuno avvisare in tempo con una telefonata, altrimenti scu- sarsi con l’interlocutore alla prima occasione; b) Abbigliamento Si consiglia un abbigliamento elegante, ma non troppo appariscente, adatto allo stile aziendale; c) Tranquillità Il candidato deve mostrarsi tranquillo e fiducioso. È dunque necessario ri- lassarsi e liberare la mente da pensieri e preoccupazioni concentrandosi, in- vece, sull’interlocutore, sulle domande che verranno poste e sulle risposte che occorrerà dare; d) Disguidi Il candidato deve saper accettare eventuali disguidi e non spazientirsi nel- l’eventualità di dover aspettare il selezionatore. 2) Dialogo Terminati i preliminari, inizia il colloquio vero e proprio, in cui il seleziona- tore chiede al candidato di raccontare il proprio curriculum. È importante che il candidato abbia un’assoluta padronanza della sua storia e che l’esposizione sia il più scorrevole possibile, evitando divagazioni inutili e co- municando le informazioni sinteticamente ed in maniera ordinata. È preferibile inoltre concentrarsi sull’interlocutore, per intuire quando è lui a voler parlare e dargli la parola al più presto. Dopo l’esposizione del curriculum, il selezionatore di norma sposta il dialogo sulla motivazione che ha spinto il candidato a rivolgersi a quella azienda e a pro- porsi per quel determinato posto di lavoro. Il selezionatore passa quindi all’illustrazione dettagliata delle caratteristiche del lavoro proposto e della natura delle mansioni ad esso connesse. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 45 46 Non sempre in questa fase viene affrontato il discorso relativo alla retribu- zione: spetta al candidato la valutazione dell’opportunità di affrontare l’argomento. Prima di concludere il colloquio, è possibile che il selezionatore dedichi un po’ di tempo alla conoscenza più personale del candidato, dei suoi interessi, dei suoi viaggi, e di tutto ciò che può contribuire ad una migliore conoscenza. 3) Commiato La conclusione del colloquio consiste in un saluto con stretta di mano, accom- pagnato da qualche indicazione sui tempi di attesa per una risposta o un’ulteriore convocazione. 6.2. Descrizione della fase Di seguito, presentiamo finalità, obiettivi, strumenti e risorse necessarie alla realizzazione della fase in oggetto. 1) Finalità Le attività previste in questa fase intendono favorire il ragazzo nel delicato momento del colloquio, preparandolo e fornendogli indicazioni utili per una buona riuscita dell’incontro. In particolare: a) con “Il decalogo” si intende facilitare i ragazzi a visualizzare e compren- dere le diverse componenti del colloquio di lavoro; b) con “Tipi di colloquio” si vuole presentare i diversi tipi di colloqui e conse- guentemente i diversi tipi di selezionatori che il candidato può incontrare; c) con “Domande classiche” si mira a fornire agli allievi l’occasione di con- frontarsi sulle domande che più frequentemente sono rivolte ai candidati durante i colloqui di lavoro; d) con “Controesame” si tende ad aiutare i ragazzi a formulare domande volte a conoscere le caratteristiche dell’azienda tipo, per mostrare al selezionatore di essere motivati e interessati all’organizzazione interna e alla cultura aziendale; e) con “Chiudere alla grande” si intende fornire indicazioni utili nella fase di chiusura del colloquio; f) con “Video-colloquio” si mira a permettere la visualizzazione di un colloquio di lavoro. 2) Obiettivi Al termine della fase, gli allievi saranno in grado di affrontare i colloqui di lavoro con maggior preparazione e sicurezza. 3) Strumenti e attività L’operatore si avvale di: a) attività “Decalogo”; b) scheda “Tipi di colloquio”; GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 46 47 c) scheda “Domande classiche”; d) attività “Controesame”; e) scheda “Chiudere alla grande”; f) esercitazione “Video-colloquio”. 4) Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento della fase, di una du- rata di circa tre ore, in aula. 7. SESTA FASE: “ESPERIENZE” L’ultima fase della seconda unità è dedicata, con l’attività “Storie quotidiane”, allo studio di casi elaborati per permettere ai ragazzi di imparare a risolvere situa- zioni problematiche in ambito professionale, che si possono presentare soprattutto durante la fase della ricerca attiva del lavoro. L’attività “Notizie fresche” prevede invece l’analisi di notizie relative alla re- golamentazione del mercato del lavoro, e che appaiono sui principali quotidiani d’informazione. 1) Finalità Questa fase mira a: a) fornire indicazioni utili per l’analisi e l’elaborazione di strategie di fronteg- giamento delle difficoltà in ambito professionale; b) leggere, analizzare, comprendere, riassumere e trasmettere le informazioni pubblicate dai quotidiani riguardo alla regolamentazione del mercato del lavoro. 2) Obiettivi Al termine delle attività di questa fase, i ragazzi avranno: a) imparato a ricercare e comprendere le informazioni riguardanti il mercato del lavoro; b) cominciato a sviluppare la capacità di elaborare un piano d’azione per affron- tare situazioni difficili, soprattutto in ambito professionale e lavorativo. 3) Strumenti e attività L’operatore si avvale di: a) esercitazione “Storie quotidiane”; b) attività “Notizie fresche”. 4) Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento dell’attività, di una durata di circa quattro ore, in aula. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 47 48 8 ALLEGATI AL CAPITOLO II Di seguito, presentiamo tavole descrittive degli strumenti indicati nelle diverse fasi e alleghiamo gli stessi. 8.1. Attività: “Cerca, cerca...” Riportiamo una tavola che spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per realizzare la stessa. FINALITÀ: Fornire agli allievi gli strumenti per catalogare ed analizzare le informazioni raccolte riguardanti le offerte di lavoro delle aziende. TEMPO: OCCORRENTE: Variabile. Scheda: “Cerca, cerca...”. SVOLGIMENTO: L’operatore suddivide la classe in 4/5 gruppi e mette a disposizione di ogni gruppo materiali informativi riguardanti le diverse offerte di lavoro (Informalavoro, quotidiani, Gazzetta Uffi- ciale, Bollettino Ufficiale, ecc.). Contemporaneamente, distribuisce alcune copie della scheda ad ogni gruppetto invitandoli a completarle, dopo aver reperito le informazioni necessarie. APPROFONDIMENTI: Questa attività si presta a numerose variazioni: a) l’operatore pone come vincolo l’elaborazione di una scheda per ciascuno dei macro-settori (primario, secondario, terziario); b) l’operatore prima di distribuire materiali e schede prepara una lista di professioni e invita i gruppi a sce- glierne tre diverse sulle quali concentrare le proprie attività; c) l’operatore si propone ai ragazzi di completare la scheda relativamente alle professioni di loro interesse. Una variante molto stimolante prevede la ricerca effettuata tramite Internet: numerosi sono i siti dedicati alla domanda/offerta di lavoro. Utilizzando la stessa metodologia, sarebbe interessante reperire le informazioni servendosi dello strumento multimediale, che richiede capacità di selezione ed individuazione delle parole chiave, integrando in tal modo i sussidi cartacei. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 48 49 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 49 50 8.2. Esercitazione: “Cara azienda ti scrivo” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti). FINALITÀ: Fornire gli strumenti per scrivere una semplice ed efficace lettera di presentazione. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Nessun materiale specifico. SVOLGIMENTO: Dopo aver discusso con i ragazzi a proposito delle regole base per stilare una buona lettera di presentazione, l’operatore invita gli allievi ad elaborare una propria lettera di presentazione. Successivamente le lettere verranno scambiate tra i compagni e corrette reciprocamente; al termine della revisione, le correzioni verranno discusse e motivate in gruppo. Come ulteriore sviluppo, l’attività potrebbe concludersi con l’elaborazione finale, riveduta e corretta, della propria lettera di presentazione da conservare ed utilizzare realmente qualora si presentasse l’occasione giusta. APPROFONDIMENTI: È bene per l’operatore ricordare che le correzioni dovranno attenersi esclusivamente ad errori grammaticali o di forma riconducibili alle regole evidenziate nella presentazione della fase (punto 3). L’attività può essere arricchita dall’analisi delle inserzioni pubblicate sui quotidiani (La Stampa, La Repubblica, Il Sole24ore, ecc.) proponendo ai ragazzi di esercitarsi nella redazione di lettere di accompagnamento al curriculum che tengano conto delle richieste avanzate dalle aziende. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 50 51 8.3. Esercitazione: “Mi presento” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per realiz- zare la stessa. FINALITÀ: Permettere l’elaborazione di un curriculum vitae chiaro ed efficace. TEMPO: OCCORRENTE: 40 min. Scheda: “Mi presento...”. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce le schede ed invita gli allievi a elaborarle personalmente, inserendo le informazioni che li riguardano. Successivamente, si innesca un dibattito nel quale si approfondiscono temi quali “In quali occasioni e come è opportuno consegnare un curriculum vitae? Qual è la forma grafica da preferire?”. Infine l’attività prevede l’applicazione pratica delle conoscenze apprese tramite l’inserimento del proprio curriculum all’interno di alcune banche dati su Internet. APPROFONDIMENTI: Questa attività può essere svolta in aula informatica per consentire agli allievi di preparare realmente il proprio curriculum. Il formatore incoraggia gli allievi a valorizzarsi opportunamente, non trascurando le esperienze brevi, irregolari o di volontariato che accrescono comunque il portafoglio delle competenze personali spendibili nel mondo del lavoro. È una buona norma firmare il proprio curriculum, datarlo e indicare l’autorizzazione al tratta- mento dei dati ai sensi della legge 675/96. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 51 52 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 52 53 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 53 54 8.4. Esercitazione: “Pronto, chi parla?” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività). FINALITÀ: Fornire indicazioni ed elementi utili per affrontare e gestire le telefonate volte alla ricerca del lavoro. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Nessun materiale specifico. SVOLGIMENTO: Si scelgono, a partire da annunci lavorativi realmente identificati, due o tre situazioni da svi- luppare con simulazioni di casi. La telefonata verrà simulata, ed eventualmente registrata, nel seguente modo: si invitano due allievi a prestarsi per l’esercitazione; ciascuno di loro interpreterà uno dei ruoli coinvolti nella telefonata di contatto: un allievo si immedesima nella parte della persona che effettua la telefo- nata dopo aver letto l’inserzione, l’altro, interpreta la parte del datore di lavoro o di chi ne fa le veci (addetto risorse umane, selezionatore, ecc.). GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 54 55 8.5. Attività: “Decalogo” Riportiamo una tavola che spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la scheda utile per realizzare la stessa. FINALITÀ: Facilitare i ragazzi a visualizzare e comprendere maggiormente le diverse componenti di un colloquio di lavoro. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda: “Decalogo”. SVOLGIMENTO: L’operatore, servendosi della scheda o lucido proposto, innesca un dibattito invitando gli allievi a esprimere la propria opinione riguardo la migliore conduzione e gestione del collo- quio di lavoro, utilizzando anche molti esempi per spiegare il significato di ciascun punto del decalogo attingendo anche dalla propria esperienza personale. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 55 56 tranquilli e sorridenti. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 56 57 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 57 58 8.6. Scheda: “Tipi di colloquio” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la stessa scheda. FINALITÀ: Presentare i diversi tipi di colloquio e conseguentemente i differenti tipi di selezionatore che un candidato può incontrare. TEMPO: OCCORRENTE: Variabile. Scheda: “Tipi di colloquio”. SVOLGIMENTO: L’operatore può limitarsi a presentare i contenuti della scheda oppure proporre simulazioni. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 58 59 Può essere sia 1 che 2 che 3: portate sempre con voi una copia del vostro curriculo! GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 59 60 8.7. Scheda: “Domande classiche” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la stessa scheda. FINALITÀ: Fornire ai ragazzi l’occasione di confrontarsi sulle domande che il selezionatore potrebbe ri- volgere al candidato durante il colloquio. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda: “Domande classiche”. SVOLGIMENTO: L’operatore, servendosi della scheda o lucido proposto, innesca un dibattito invitando gli allievi a esprimere la propria opinione riguardo le risposte più efficaci nei confronti delle domande segnalate. Ciascun allievo prova a rispondere alle domande. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 60 61 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 61 62 8.8. Attività: “Controesame” Riportiamo una tavola che spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la scheda utile per svolgere la stessa. FINALITÀ: Aiutare i ragazzi a formulare domande volte a conoscere le caratteristiche dell’azienda per mostrare al selezionatore di essere motivati e interessati all’organizzazione interna e alla cultura aziendale. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda: “Controesame”. SVOLGIMENTO: L’operatore, servendosi della scheda o lucido proposto, innesca un dibattito invitando gli allievi a esprimere la propria opinione riguardo le domande più efficaci da porre nella seconda parte del colloquio. Ciascun ragazzo prova a formulare alcune domande da porre al selezionatore per conoscere la cultura aziendale. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 62 63 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 63 64 8.9. Scheda: “Chiudere alla grande” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la stessa scheda. FINALITÀ: Fornire indicazioni utili per gestire al meglio la fase di chiusura del colloquio. TEMPO: OCCORRENTE: 20 min. Scheda: “Chiudere alla grande”. SVOLGIMENTO: L’operatore, servendosi della scheda o lucido proposto, puntualizza alcune osservazioni finali per congedarsi dal proprio interlocutore lasciando una buona impressione. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 64 65 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 65 66 8.10. Esercitazione: “Video-colloquio” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività). FINALITÀ: Aiutare i ragazzi a visualizzare la situazione di un colloquio di lavoro. TEMPO: OCCORRENTE: 40 min. Fogli bianchi Videocamera. SVOLGIMENTO: I ragazzi sono invitati ad inventare il copione di un filmato sulla gestione del colloquio di lavoro di 5/10 minuti, alla luce delle indicazioni ottenute nella parte precedente. Lo scopo “ufficiale” di tale attività è che il filmato ottenuto verrà utilizzato l’anno successivo per spiegare la lezione sul colloquio. Implicitamente, invece, tale attività serve per rinforzare le conoscenze acquisite, per consoli- dare lo spirito di gruppo e per sviluppare ulteriormente le capacità organizzative dei membri del gruppo. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 66 67 8.11. Esercitazione: “Storie quotidiane” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività) e la scheda utile per svolgere la stessa. FINALITÀ: Fornire indicazioni per analizzare ed elaborare strategie di fronteggiamento delle difficoltà in ambito professionale TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda: “Storie quotidiane”. SVOLGIMENTO: L’operatore divide la classe in 4 o 5 gruppetti, distribuisce a ciascuno di essi uno dei casi pro- posti e invita ogni gruppo ad elaborare, nella seconda parte della scheda, una strategia per poter fronteggiare la situazione analizzata. Infine, le diverse strategie vengono messe in comune durante la discussione finale, all’interno della quale verranno riassunte le principali conoscenze apprese. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 67 68 Invece, non solo no ho trovato lavoro, ma in casa è finita la tranquillità: qualsiasi cosa GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 68 69 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 69 70 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 70 71 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 71 9. CONCLUSIONI Nella seconda unità abbiamo affrontato il tema della ricerca attiva del lavoro, offrendo, in via preliminare, suggerimenti utili per l’efficace reperimento di infor- mazioni riguardanti le possibilità di lavoro e di formazione. Il momento della ricerca attiva del lavoro è stato presentato considerando le possibilità e gli strumenti a disposizione del candidato per arrivare ad avere un col- loquio di lavoro. Tale colloquio è stato analizzato nel dettaglio per consentire ai ragazzi di af- frontarlo con consapevolezza e sicurezza. Ci è sembrato importante, inoltre, fornire indicazioni per riuscire a gestire nel modo migliore le situazioni di difficoltà che potrebbero presentarsi in questo deli- cato momento. 72 8.12. Attività: “Notizie fresche” Riportiamo una tavola che spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività). FINALITÀ: Leggere, analizzare, comprendere, riassumere e trasmettere informazioni pubblicate dai quoti- diani riguardanti la regolamentazione del mercato del lavoro, le pari opportunità, ecc. TEMPO: OCCORRENTE: 3 ore. Articoli di giornale. SVOLGIMENTO: L’operatore procura o invita i ragazzi a trovare articoli di giornale riguardanti il mercato del lavoro. Dopo aver raccolto tali articoli, la classe viene divisa in gruppetti (4/5 persone) ciascuno dei quali approfondirà un articolo a propria scelta. L’attività a questo punto prevede: a) lettura e analisi del testo b) sintesi e schematizzazione c) rielaborazione e presentazione in gruppo dei lavori dei singoli. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 72 73 Capitolo III TERZA UNITÀ: “STRATEGIE FORMATIVO-PROFESSIONALI” 1. INTRODUZIONE Al termine del percorso di accompagnamento/orientamento ogni allievo ela- bora un proprio progetto, definendo gli obiettivi principali che intende perseguire e le relative modalità di azione. Nelle pagine seguenti forniremo alcune informazioni che possono essere di ausilio nell’elaborazione del progetto. Suggeriamo, inoltre, di favorire la discussione in gruppo degli elaborati indivi- duali: il gruppo, infatti, svolge un ruolo di interlocutore per aiutare l’individuo a valutare criticamente gli elementi del progetto individuati nel percorso di accom- pagnamento/orientamento. Infine, concretizzare le principali ipotesi di azione di ciascuno attraverso una loro definizione anche scritta, facilita nell’individuo e nel gruppo la possibilità di indagare non solo gli obiettivi, ma anche le modalità di fronteggiamento delle situazioni stesse. La capacità di fare un’analisi corretta delle proprie modalità di azione rappre- senta un risultato che va ben al di là del singolo percorso formativo e che costituirà per l’individuo una competenza cui fare ricorso in ogni momento del proprio cam- mino formativo e lavorativo. Le fasi che compongono l’unità sono: 1) Prima fase: “Definire e scegliere un obiettivo”; 2) Seconda fase: “Progettare la professione”. In coda al capitolo, alleghiamo le schede utili per realizzare le due unità. 2. PRIMA FASE: “DEFINIRE E SCEGLIERE UN OBIETTIVO” La prima fase della terza unità è dedicata allo studio e all’analisi del concetto di obiettivo, la comprensione del quale appare indispensabile per l’elaborazione, da parte dei ragazzi, di una linea d’azione che permetta il raggiungimento dei loro obiettivi personali. Le attività previste sono “Cos’è un obiettivo?”, “Scomposizione degli obiet- tivi”, “Questionario conclusivo”, “Come si progetta” e “Compiti a casa”, da svol- gere, dopo la presentazione dell’operatore, individualmente. Dopo aver descritto la fase (indicandone finalità, obiettivi, strumenti e ri- sorse), ci soffermiamo su alcune considerazioni generali sul concetto di obiettivo. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 73 74 2.1. Descrizione della fase Come detto, in questa parte, descriviamo finalità e obiettivi della fase in oggetto ed elenchiamo gli strumenti, le attività e le risorse utili per la sua realizzazione. 1) Finalità La fase “Definire e scegliere un obiettivo” mira a: a) fare chiarezza intorno al concetto di obiettivo; b) identificare gli obiettivi di specifiche professioni; c) consentire l’elaborazione di una strategia per il raggiungimento degli obiet- tivi personali. 2) Obiettivi Al termine della fase, gli allievi avranno: a) acquisito maggior chiarezza riguardo al concetto di obiettivo; b) imparato a scomporre l’obiettivo in sotto-obiettivi; c) identificato gli obiettivi propri di determinate professioni; d) imparato a progettare una linea d’azione per il raggiungimento dei loro obiettivi personali. 3) Strumenti e attività Per realizzare la fase, l’operatore si avvale di: a) esercitazione “Cos’è un obiettivo?” (2 schede); b) esercitazione “Scomposizione degli obiettivi” (3 schede); c) questionario conclusivo; d) attività “Come si progetta?” (2 schede); e) esercitazione “Compiti a casa”. 4) Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento del lavoro, della durata complessiva di oltre sei ore, in aula. 2.2. Alcune note sul concetto di obiettivo Presentiamo una tavola e uno schema che hanno lo scopo di sintetizzare alcune informazioni di base sul concetto di obiettivo. La tavola (“Ambiti di appartenenza degli obiettivi”) presenta esempi di obiet- tivi, adattivi o disadattivi, appartenenti a diversi ambiti. Lo schema (“Tassonomie degli obiettivi”) presenta due esempi di classifica- zione degli obiettivi. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 74 75 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 75 76 Schema: Tassonomie degli obiettivi DUE ESEMPI DI TASSONOMIA DEGLI OBIETTIVI Â Definizione di “tassonomia”: Una tassonomia si riferisce ad un insieme di obiettivi omogenei per contenuto che possono essere ordinati in base alle difficoltà e alle abilità che richiedono. Â Una tassonomia di obiettivi relativi alle abilità sociali a) Obiettivi relativi alle abilità di relazione con i propri compagni di classe: • cooperare con i compagni • aiutare i compagni • mantenere la calma • esprimere le proprie opinioni • ecc. b) Obiettivi relativi alle abilità di relazione con i propri insegnanti: • seguire le regole della vita di classe • fare domande pertinenti • lavorare in modo indipendente • mantenere la calma • ecc. Â Una tassonomia di obiettivi relativi alle abilità implicate nella scelta scolastico- professionale a) Obiettivi relativi alla conoscenza delle professioni: • raccogliere informazioni sui percorsi scolastici necessari per svolgere una professione • raccogliere informazioni sul reddito che generalmente percepiscono coloro che svolgono una determinata professione • raccogliere informazioni sugli interessi che generalmente nutrono coloro che svolgono una determinata professione • raccogliere informazioni sulle abilità che generalmente hanno coloro che svolgono una determinata professione • raccogliere informazioni a proposito del dove può essere esercitata una determinata professione • ecc. b) Obiettivi relativi alla conoscenza di se stessi: • raccogliere informazioni sui propri interessi • raccogliere informazioni sulle proprie capacità • raccogliere informazioni sulle proprie credenze di efficacia • raccogliere informazioni sui propri obiettivi • ecc. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 76 77 3. SECONDA FASE: “PROGETTARE LA PROFESSIONE” La seconda fase della terza unità è rivolta alla progettazione della professione. Dopo aver chiarito ed analizzato il concetto di obiettivo, è opportuno formu- lare l’obiettivo personale che si vuole raggiungere ed elaborare un progetto profes- sionale completo, riflettendo non solo sui risultati che si vogliono raggiungere, ma anche sul percorso compiuto. 1) Finalità Sintetizzando, le attività di questa fase mirano a consentire l’elaborazione di un progetto professionale completo. 2) Obiettivi Al termine della fase, gli allievi saranno in grado di: a) riconoscere e definire l’obiettivo e l’opzione professionale; b) formulare un proprio obiettivo professionale che consideri le opzioni necessarie per la sua definizione c) elaborare un progetto professionale completo. 3) Strumenti e attività L’operatore si avvale di: a) scheda “Obiettivi e opzioni”; b) scheda “Il re degli obiettivi”; c) scheda “Il mio progetto personale”. 4) Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della durata di circa due ore e dieci minuti, in aula. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 77 FINALITÀ: Fare chiarezza intorno al concetto di obiettivo. TEMPO: OCCORRENTE: 1 ora. Lucido: “Che cos’é un obiettivo?”; Scheda: “Quali obiettivi hanno?” SVOLGIMENTO: L’operatore, con l’ausilio del lucido predisposto, introduce agli allievi il concetto di obiettivo e chiede loro di riformulare con parole proprie quanto proposto. In un secondo momento, distribuisce loro una scheda in cui devono cercare di individuare gli obiettivi corrispondenti ad alcune tra le professioni più conosciute. APPROFONDIMENTI: L’operatore guida una discussione circa l’importanza di saper individuare degli obiettivi perso- nali (“Perché può essere vantaggioso avere degli obiettivi?”; “Che relazione ci può essere fra stima di sé e obiettivi personali?”; “Cosa è più probabile che accada ad una persona che indi- vidua obiettivi personali?”, ecc.), poi sintetizza e riformula quanto emerso complimentandosi per i contributi forniti da ogni allievo. 78 4. ALLEGATI AL CAPITOLO III Di seguito, riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi- cate nei paragrafi precedenti. 4.1. Esercitazione: “Che cos’è un obiettivo?” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per svolgere la stessa. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 78 79 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 79 80 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 80 81 4.2. Esercitazione: “Scomposizione degli obiettivi” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento) e le schede utili per realizzare la stessa. FINALITÀ: Consentire agli allievi di imparare ad identificare gli obiettivi e a scomporli in sotto obiettivi in modo da facilitarne il raggiungimento TEMPO: OCCORRENTE: 2 ore. Scheda: “Scomposizione degli obiettivi”; Scheda: “Per trasformare i desideri in obiettivi”; Scheda: “Scegli i tuoi obiettivi”. SVOLGIMENTO: L’operatore, con l’ausilio dei lucidi predisposti, cerca di far comprendere agli allievi l’impor- tanza di porsi degli obiettivi precisi e di scomporre in piccole tappe il percorso per il loro rag- giungimento. Enuncia degli esempi, chiede agli allievi di riformulare con parole proprie i concetti e di fornire esempi. Inoltre descrive le modalità (i tre passi) che possono essere usate per definire un obiettivo, for- nendo esempi di obiettivi scelti da lui stesso e da altri formatori. È importante che l’operatore chiarisca le ragioni per le quali può essere utile allenarsi nella definizione di obiettivi. Propone infine un’esercitazione sulle strategie che facilitano l’individuazione di obiettivi. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 81 82 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 82 83 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 83 84 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 84 85 4.3. Questionario conclusivo Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento) e lo stesso questionario. FINALITÀ: Verificare le conoscenze acquisite dai ragazzi con le precedenti attività. TEMPO: OCCORRENTE: 1 ora. Questionario conclusivo. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce agli allievi un questionario in cui fornire le risposte ad alcuni quesiti relativi alla scelta e definizione degli obiettivi, all’individuazione dei sotto obiettivi, alle con- dizioni e strategie utili nella definizione di un obiettivo. Al termine della compilazione, chiede ad ogni soggetto di leggere a voce alta una delle do- mande e di indicare e motivare la risposta fornita. L’operatore fornisce quindi indicazioni circa la risposta attesa. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 85 86 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 86 87 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 87 4.4. Attività: “Come si progetta?” Riportiamo una tavola che spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento, indi- cazioni per eventuali approfondimenti) e le schede utili per svolgere la stessa. 88 FINALITÀ: Progettare una linea d’azione per il raggiungimento degli obiettivi personali. TEMPO: OCCORRENTE: 2 ora. Scheda: “Come si progetta”; Scheda: “Programmazione dei propri obiettivi”. SVOLGIMENTO: L’operatore richiama il concetto di obiettivo personale e quello di scomposizione già presentati. Servendosi del lucido predisposto, evidenzia l’importanza del momento della progettazione per poter raggiungere gli obiettivi che ci poniamo, elenca e descrive le fasi della programma- zione, motivando l’importanza di ogni passaggio. Presenta quindi una serie di errori che è opportuno cercare di evitare programmando i propri obiettivi e chiede ai soggetti di provare a fare degli esempi concreti. Inoltre, avvalendosi della scheda esempio “Obiettivo di Roberto”, illustra come il soggetto- esempio ha descritto un suo obiettivo, i relativi sotto obiettivi e come ha programmato le azioni necessarie per il suo perseguimento. Dopo aver distribuito le schede per l’esercitazione, l’operatore invita i ragazzi a riprendere un obiettivo personale precedentemente individuato e a programmare il suo raggiungimento. Chiede, infine, di presentare quanto realizzato, soffermandosi a considerare soprattutto le stra- tegie indicate per la programmazione del raggiungimento degli obiettivi personali. APPROFONDIMENTI: Si può introdurre l’attività sottoponendo ai ragazzi alcune domande stimolo per la riflessione successiva. Al termine dell’unità, è possibile riproporle per verificare l’efficacia dell’apprendi- mento. Domande: Programmare significa: - scegliere un obiettivo significativo e consistente - decidere di darsi da fare concretamente per raggiungere l’obiettivo - aspettare la fortuna e l’appoggio di qualcuno Quale fra le seguenti frasi può essere ritenuta corretta? - ciò che è importante nella vita è prefissarsi degli ideali - per perseguire un obiettivo è necessario individuare cosa, quando e dove fare qualcosa di preciso - credere che le cose sicuramente miglioreranno Gli sforzi per individuare obiettivi e sottobiettivi e per programmare il loro perseguimento devono essere indirizzati: - a tutta la nostra vita - solo all’incremento delle abilità scolastiche - solo a ciò che per la persona è effettivamente importante GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 88 89 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 89 90 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 90 91 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 91 92 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 92 93 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 93 94 4.5. Scheda: “Compiti a casa” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento) e la stessa scheda. FINALITÀ: Analizzare un caso concreto per evidenziare obiettivi e strategie utilizzate. TEMPO: OCCORRENTE: Variabile. Scheda: “Compiti a casa”. SVOLGIMENTO: L’operatore descrive il compito da fare e indica i motivi per cui è importante impegnarsi nel suo svolgimento. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 94 95 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 95 96 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 96 97 4.6. Scheda: “Obiettivi e opzioni” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento, indi- cazioni per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda. FINALITÀ: Individuare e definire due importanti elementi (obiettivo e opzione professionale) della scelta scolastico professionale e definire obiettivi, individuando le opzioni che permettono di soddi- sfarli. TEMPO: OCCORRENTE: 40 min. Scheda: “Obiettivi e opzioni”. SVOLGIMENTO: L’operatore, con l’ausilio dei lucidi predisposti, introduce i concetti di obiettivo e opzione pro- fessionale, fornisce esempi e chiede agli allievi di fornirne a loro volta. Elenca inoltre le operazioni necessarie per formulare un proprio obiettivo professionale e per individuare le opzioni che permettono di soddisfarlo. APPROFONDIMENTI: Il formatore sottolinea l’importanza che nell’ambito della scelta scolastico-professionale as- sume la capacità di formulare obiettivi professionali, in quanto aiuta a chiarire cosa effettiva- mente è importante e si desidera cercare di realizzare in futuro. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 97 98 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 98 99 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 99 100 4.7. Scheda: “Il re degli obiettivi” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento) e la stessa scheda. FINALITÀ: Formulare un proprio obiettivo professionale che tenga conto delle opzioni necessarie per defi- nirlo. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda: “Il re degli obiettivi”. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce la scheda agli allievi invitandoli a completarla individualmente e si rende disponibile a fornire eventuali chiarimenti e/o stimoli. Si può prevedere un confronto fra coppie di allievi per verificare la completezza e correttezza delle informazioni inserite nella scheda. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.27 Pagina 100 101 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 101 102 4.8. Scheda: “Il mio progetto professionale” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento, indi- cazioni per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda. FINALITÀ: Elaborare un progetto professionale completo. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda: “Il mio progetto professionale”. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce le schede agli allievi invitandoli a completarle individualmente e si rende disponibile a fornire eventuali chiarimenti e/o stimoli. Tale attività necessita di un forte accompagnamento durante l’esecuzione da parte del forma- tore/orientatore. Al termine si possono raccogliere e condividere nell’ambito della classe le differenti tipologie di scelta formativo-professionale, allo scopo di realizzare una “fotografia” del gruppo e favo- rire ulteriori approfondimenti. Concretamente l’operatore può scattare alcune foto ricordo alla classe per consegnarle al ter- mine dell’attività successiva (“Sintesi e conclusione”). APPROFONDIMENTI: È fondamentale che, durante la compilazione della scheda, gli allievi siano stimolati a sintetiz- zare tutte le informazioni su loro stessi, sulle professioni e sui percorsi formativi che sono stati oggetto di riflessione durante il percorso dei due anni di accompagnamento. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 102 103 Dove (area territoriale, settore, tipo di azienda o organizzazione, GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 103 5. CONCLUSIONI In questa unità abbiamo fornito indicazioni per l’elaborazione del progetto personale, soffermandoci sullo studio del concetto di obiettivo e sull’analisi degli obiettivi, la cui conoscenza è indispensabile per formulare il piano d’azione indivi- duale e per consentire la realizzazione del progetto personale formulato. Inoltre, la capacità di analizzare le proprie modalità di azione, e la capacità di elaborare una strategia valida ed efficace, saranno acquisizioni utili in diversi mo- menti della vita professionale di ognuno. 104 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 104 105 Capitolo IV QUARTA UNITÀ: “VERIFICARE IL CAMMINO E PROGETTARE” 1. INTRODUZIONE L’ultima unità di questa guida all’accompagnamento finale è dedicata al- la verifica del percorso compiuto, all’elaborazione concreta e completa del piano d’azione per realizzare il progetto personale e alla valutazione dell’intero modulo. Appare, infatti, fondamentale non solo riuscire a realizzare i propositi e le intenzioni manifestate, ma anche soffermarsi sulle capacità e sulle abilità acquisite o sviluppate grazie anche alle attività svolte durante l’intero percorso in generale, e durante l’accompagnamento finale in particolare. L’unità si articola in un’unica fase: “Realizzare il progetto”. 2. FASE: “REALIZZARE IL PROGETTO” Con la quarta unità, ci si propone di fornire gli strumenti per permettere la realizzazione di quanto deciso nelle unità precedenti, considerando che tale realiz- zazione verrà attuata attraverso fasi e sottofasi da individuare con precisione; al tempo stesso, si intende effettuare la valutazione dell’intero modulo di accompa- gnamento finale. 1) Finalità Questa fase mira a: a) permettere la realizzazione del progetto personale elaborato durante il per- corso dell’accompagnamento finale; b) consentire la valutazione generale del modulo. 2) Obiettivi Al termine della fase, i ragazzi avranno: a) imparato ad organizzare il percorso da seguire per arrivare alla realizza- zione di un obiettivo; b) rivisto con precisione l’insieme delle conoscenze e delle abilità sviluppate con le attività dell’accompagnamento finale; c) valutato l’intero modulo. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 105 106 3) Strumenti e attività L’operatore dispone di: a) attività “Organizzare”, b) esercitazione “Sintesi e conclusione” (2 schede); c) scheda di valutazione del modulo. 4) Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della durata di circa un’ora e 30 minuti, in aula. 3. ALLEGATI AL CAPITOLO IV Di seguito, riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi- cate nei paragrafi precedenti. 3.1. Attività: “Organizzare” Riportiamo una tavola che spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento, sti- moli per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per svolgere la stessa. FINALITÀ: Permettere la realizzazione del progetto personale individuando le fasi necessarie a tale realiz- zazione. TEMPO: OCCORRENTE: Variabile. Scheda: “Organizzare”. SVOLGIMENTO: L’operatore descrive l’obiettivo dell’unità didattica dicendo: “Con l’incontro di oggi vorrei insegnarvi a concretizzare le decisioni che sono state prese. Non è infatti sufficiente ‘pensare a ciò che si desidera, bisogna anche realizzare quanto deciso. Non è ovviamente possibile sapere quali e quanti progetti si realizzeranno, ma il senso di questa attività è rompere il tabù che vuole l’esistenza non modificabile nei suoi aspetti fondamentali, per passare dalla vita come destino alla vita come progetto”. Introduce quindi il concetto di realizzazione utilizzando il lucido relativo; elenca le fasi princi- pali della realizzazione, fa degli esempi e chiede ai soggetti di fornirne a loro volta. Elenca inoltre le sottofasi relative ad ogni fase di realizzazione, facendo esempi e chiedendo ai soggetti di fare altrettanto (come sussidio utilizza i lucidi relativi). Al termine dell’esposizione, l’operatore guida una discussione stimolando gli allievi con frasi del tipo: “Cosa vuol dire realizzare la propria scelta?”, “Perché ogni fase di realizzazione è im- portante?”, “Perché si dovrebbe applicare la sottofase...?”. L’attività si conclude con la compilazione della “Tabella della realizzazione”, che gli allievi completano partendo dal materiale elaborato nelle attività precedenti; l’operatore, girando tra i banchi, fornisce suggerimenti, incoraggiamenti e indicazioni in modo individualizzato su quanto richiesto dal compito. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 106 107 APPROFONDIMENTI: Sulla base delle date previste nelle programmazioni di ogni allievo, il formatore/orientatore stabilisce uno o più incontri personalizzati di supervisione (in alcuni casi è sufficiente un con- tatto telefonico) al fine di verificare come prosegue la realizzazione di quanto progettato. In caso di coincidenza di date e di accordo sugli obiettivi, si possono prevedere incontri di su- pervisione di gruppo (non più di cinque soggetti). L’incontro di supervisione inizia con la lettura della programmazione redatta (“Proviamo a ri- vedere quanto avevi previsto nella tua programmazione”) e con l’invito all’allievo di descri- vere concretamente come sono andate le cose, cosa ha fatto, quando, dove, ecc. L’orientatore riformula e rinforza le affermazioni del soggetto che indicano impegno per il rag- giungimento dei propri obiettivi (“Se ho capito bene hai fatto...”, “Bravo/a, mi fa molto piacere che...”, “Sei riuscito/a...”). Vengono quindi esaminati obiettivi e sott’obiettivi, le procedure e le tecniche alle quali lo studente è ricorso; si analizzano inoltre le eventuali difficoltà incontrate e le modalità che il soggetto ha pensato per cercare di risolvere i problemi. L’orientatore rinforza idee e soluzioni adeguate allo scopo (“Questa soluzione mi sembra buona, va bene in quanto...”) e fornisce suggerimenti e indicazioni aggiuntive, se necessario, verificando la comprensione di quanto detto (“Ti sembrano chiare le cose che ho detto - o ...i suggerimenti che ti ho proposto - ?”). Si congratula per la partecipazione, l’impegno e l’appli- cazione del soggetto (“Sono soddisfatto del lavoro fatto”, “Ho visto che ti sei impegnato/a”, “Sei uno/a che si dà da fare per i suoi obiettivi, bravo/a!”). GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 107 108 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 108 109 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 109 110 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 110 111 3.2. Esercitazione: “Sintesi e conclusione” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività) e le schede utili per svolgere la stessa. FINALITÀ: Rivedere, stimolando la partecipazione dei soggetti, conoscenze e abilità sviluppate durante il percorso di accompagnamento finale. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda: “Un’esperienza di successo”; Scheda: “Attestato di ‘Esperto in scelte efficaci”. SVOLGIMENTO: L’operatore riassume, stimolando la partecipazione dei soggetti, le conoscenze e le abilità svi- luppate. Chiede a ogni soggetto di elencare le conoscenze e le abilità da lui acquisite in termini di: - interessi professionali, - capacità scolastiche, - stima di sé, - valori professionali, - esempi di professioni e di scuole associabili ai diversi ambiti professionali, - modalità di individuazione di un obiettivo professionale, - modalità di realizzazione da attuare. È prevista quindi l’analisi di quanto è stato già fatto per realizzare i propri obiettivi. Si invitano gli allievi a completare la scheda “Un’esperienza di successo” per sottolineare il cambiamento positivo avvenuto durante il percorso formativo e il consolidamento dei fattori di successo dell’esperienza. L’orientatore, infine, propone una sintesi conclusiva manifestando soddisfazione per i livelli di conoscenza e le abilità raggiunte. Distribuisce il “Diploma di esperto in scelte efficaci” e una fotografia di gruppo scattata alla fine della precedente attività. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 111 112 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 112 113 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 113 114 3.3. Scheda: “Valutazione del modulo” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento) e la stessa scheda. FINALITÀ: Stimolare la capacità di giudizio e di critica dei ragazzi sul modulo dell’accompagnamento finale appena terminato. Raccogliere i loro feedback per monitorare l’efficacia di tale modulo. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda: “Valutazione del modulo”. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce a ciascun allievo la scheda di valutazione da compilare individualmente. Quando tutti hanno terminato, è possibile sintetizzare le opinioni e i giudizi più ricorrenti su un cartellone. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 114 115 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 115 116 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 116 117 4. CONCLUSIONI L’ultima unità del modulo relativo all’accompagnamento finale è stata dedi- cata alla realizzazione del progetto personale, attraverso l’individuazione delle fasi e sottofasi necessarie a tale scopo. È stata inoltre rilevata l’importanza della verifica dell’intero percorso com- piuto, attraverso la valutazione effettuata dagli stessi allievi, che permette non solo di stimolare la loro capacità di critica e di giudizio, ma anche di monitorare l’effi- cacia del modulo. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 117 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 118 119 CONCLUSIONE L’accompagnamento finale per l’inserimento lavorativo (lavoro dipendente o lavoro autonomo), o per la scelta di nuovi percorsi formativi è, per la formazione pro- fessionale, un’acquisizione recente, soprattutto da quando il sistema della formazione professionale è stato inserito nelle politiche del lavoro. La letteratura evidenzia che questa dimensione è ancora più intuita che speri- mentata. Il lettore considererà, pertanto, questo manuale un contributo per una riformulazione e sperimentazione del processo di accompagnamento finale. I curatori propongono il volume come un punto di partenza e si augurano che venga integrato con ulteriori materiali e suggerimenti. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 119 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 120 121 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI AA.VV., Quaderni di animazione e formazione “L’animazione a scuola”, Gruppo Abele, Torino, 1996. CASTELLI C. - L. VENINI (a cura di), Psicologia dell’orientamento scolastico e professionale, Franco Angeli, Milano, 1996. CIAN L., Impariamo a scegliere, Elle Di Ci, Torino, 1990. CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 1. Guida per l’accoglienza, Tipografia Pio XI, Roma, 2003. CNOS-FAP PIEMONTE (a cura di), L’orientamento nel CFP. 2. Guida per l’accompagnamento in itinere, Tipografia Pio XI, Roma, 2003. COMOGLIO M., Educare insegnando: apprendere ad applicare il Cooperative Learning, LAS, Roma, 1999. DE NICOLÒ G. - S. MOVILLA - D. SIGALINI, Vita di gruppo, Elle Di Ci, Torino, 1994. DE PIERI S., Orientamento educativo e accompagnamento vocazionale, Elle Di Ci, Torino, 2000. DI FABIO A., Psicologia dell’orientamento. Problemi, metodi e strumenti, Giunti, Firenze, 1998. DI FABIO A., Counseling. Dalla teoria all’applicazione, Giunti, Firenze, 1999. DI FRANCESCO G. (a cura di), Competenze trasversali e comportamento organizzativo. Le abilità di base per il lavoro che cambia, Franco Angeli, Milano, 1994. FRYDENBERG E., Far fronte alle difficoltà, Giunti, Firenze, 2000. GYSBERS N.C. - M.J. HEPPNER, J.A. JOHNSTON, L’orientamento professionale. Processi, questioni e tec- niche, Giunti, Firenze, 2001. ISFOL, Unità capitalizzabili e crediti formativi. I repertori sperimentali, Franco Angeli, Milano, 1997. ISFOL, Unità capitalizzabili e crediti formativi. Metodologie e strumenti di lavoro, Franco Angeli, Milano, 1997. JELFS M., Tecniche di animazione, Elle Di Ci, Torino, 1986. MARCATO P. - C. DEL GUASTA - M. PERNACCHIA, Gioco e dopogioco, La Meridiana, Molfetta (Ba), 1995. NOTA L. - S. SORESI, Autoefficacia nelle scelte, Giunti, Firenze, 2000. NOVARA F. - G. SARCHIELLI, Fondamenti di psicologia del lavoro, Il Mulino, Bologna, 1996. PELLEREY M., L’orientamento come dimensione costitutiva della formazione scolastica e professionale, in “Rassegna CNOS”, 13 (1997), n. 2, pp. 46-60. POMBENI M.L., Orientamento scolastico professionale, Il Mulino, Bologna, 1990. POMBENI M.L., Il colloquio di orientamento, NIS, Roma, 1996. SANGIORGI G., Orientare. Manuale per Career Counselling, ISEDI, Torino, 2000. SARCHIELLI G., L’incontro con il lavoro, in A. Polmonari (a cura di), Psicologia dell’adolescenza, Il Mulino, Bologna, 1993. SELVATICI A. - M.G. D’ANGELO, Il bilancio di competenze, Franco Angeli, Milano, 1999. SORESI S. - L. NOTA, Interessi e scelte, Giunti, Firenze, 2000. SORESI S. (a cura di), Orientamenti per l’orientamento, Giunti, Firenze, 2000. VIGLIETTI M., Orientamento. Una modalità educativa permanente, SEI, Torino, 1998. VIGLIETTI M., Orientamento, SEI, Torino, 1989. VOPEL K.W., Manuale per animatori di gruppo, Elle Di Ci, Torino, 1998. VOPEL K.W., Giochi di interazione per adolescenti e giovani, Voll. 1-2-4, Elle Di Ci, Torino, 1991. Altri materiali consultati: CASA DI CARITÀ ARTI E MESTIERI, I.C.A.R.O. “Dispositivo di accompagnamento e formazione indivi- dualizzata per adolescenti e giovani in difficoltà”, Torino, 1998. CASA DI CARITÀ ARTI E MESTIERI, P.E.R.S.E.O. “La formazione in alternanza”, Torino, 2000. CIOFS-FP Piemonte, Strumenti per l’attività di orientamento – coaching, Torino, 1997. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 121 122 CIOFS-FP Piemonte, Quaderno P.I.O.P.P. Materiali per l’orientamento e percorsi di inserimento personalizzato, Torino, 1999. CNOS-FAP, CIOFS-FP, Materiali di supporto per l’animazione delle capacità personali, Roma, 2000. CNOS-FAP, CIOFS-FP, Attività di accoglienza, accompagnamento in itinere e finale - Proposta nazionale, Roma, 2000. CNOS-FAP Piemonte, Sussidi formativi ad uso interno, Torino. CNOS-FAP, Guida per l’accompagnamento al lavoro, Roma, 2000. COOPERATIVA ORSO, Attività di sostegno alla transizione, Torino, 1999. REGIONE PIEMONTE (a cura di), Lavorare per l’orientamento, Torino, 1997. GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 122 123 INDICE SOMMARIO...................................................................................................................... 3 PRESENTAZIONE.............................................................................................................. 5 Capitolo I PRIMA UNITÀ: “SCELTE PROFESSIONALI” 1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 7 2. PRIMA FASE: “SCUOLA O LAVORO?” ....................................................................... 7 3. SECONDA FASE: “PARLIAMONE”.............................................................................. 8 4. QUARTA FASE: “ESPERIENZE” ................................................................................. 9 5. ALLEGATI AL CAPITOLO I........................................................................................ 9 5.1. Attività: “Scuola o lavoro?”............................................................................. 10 5.2. Attività: “Il cinematografo” ............................................................................. 17 5.3. Questionario: “Progetti di vita dalla A alla Z” ................................................ 21 5.4. Scheda: “E tu cosa ne pensi?” ......................................................................... 30 5.5. Scheda: “Intervista ai testimoni” ..................................................................... 32 6. CONCLUSIONI........................................................................................................... 37 Capitolo II SECONDA UNITÀ: “RICERCA ATTIVA DEL LAVORO” 1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 39 2. PRIMA FASE: “ANALISI DELLA DOMANDA”.............................................................. 41 3. SECONDA FASE: “LETTERA DI AUTOCANDIDATURA” ............................................... 41 4. TERZA FASE: “IL MIO CURRICULUM VITAE” ............................................................. 43 5. QUARTA FASE: “UNA BUONA TELEFONATA” ............................................................ 43 5.1. Suggerimenti .................................................................................................... 43 5.2. Descrizione della fase ...................................................................................... 44 6. QUINTA FASE: “IL COLLOQUIO” .............................................................................. 45 6.1. Momenti del colloquio..................................................................................... 45 6.2. Descrizione della fase ...................................................................................... 46 7. SESTA FASE: “ESPERIENZE” .................................................................................... 47 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 123 124 8. ALLEGATI AL CAPITOLO II ...................................................................................... 48 8.1. Attività: “Cerca, cerca...” ................................................................................. 48 8.2. Esercitazione: “Cara azienda ti scrivo” ........................................................... 50 8.3. Esercitazione: “Mi presento” ........................................................................... 51 8.4. Esercitazione: “Pronto, chi parla?”.................................................................. 54 8.5. Attività: “Decalogo”......................................................................................... 55 8.6. Scheda: “Tipi di colloquio” ............................................................................. 58 8.7. Scheda: “Domande classiche” ......................................................................... 60 8.8. Attività: “Controesame”................................................................................... 62 8.9. Scheda: “Chiudere alla grande”....................................................................... 64 8.10. Esercitazione: “Video-colloquio” .................................................................. 66 8.11. Esercitazione: “Storie quotidiane” ................................................................. 67 8.12. Attività: “Notizie fresche” ............................................................................. 72 9. CONCLUSIONI........................................................................................................... 72 Capitolo III TERZA UNITÀ: “STRATEGIE FORMATIVO-PROFESSIONALI” 1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 73 2. PRIMA FASE: “DEFINIRE E SCEGLIERE UN OBIETTIVO” .......................................... 73 2.1. Descrizione della fase ...................................................................................... 74 2.2. Alcune note sul concetto di obiettivo .............................................................. 74 3. SECONDA FASE: “PROGETTARE LA PROFESSIONE” .................................................. 77 4. ALLEGATI AL CAPITOLO III..................................................................................... 78 4.1. Esercitazione: “Che cos’è un obiettivo?” ........................................................ 78 4.2. Esercitazione: “Scomposizione degli obiettivi” .............................................. 81 4.3. Questionario conclusivo................................................................................... 85 4.4. Attività: “Come si progetta?” .......................................................................... 88 4.5. Scheda: “Compiti a casa” ................................................................................ 94 4.6. Scheda: “Obiettivi e opzioni” .......................................................................... 97 4.7. Scheda: “Il re degli obiettivi” .......................................................................... 100 4.8. Scheda: “Il mio progetto professionale”.......................................................... 102 5. CONCLUSIONI........................................................................................................... 104 Capitolo IV QUARTA UNITÀ: “VERIFICARE IL CAMMINO E PROGETTARE” 1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 105 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 124 125 2. FASE: “REALIZZARE IL PROGETTO”........................................................................ 105 3. ALLEGATI AL CAPITOLO IV ..................................................................................... 106 3.1. Attività: “Organizzare” .................................................................................... 106 3.2. Esercitazione: “Sintesi e conclusione” ............................................................ 111 3.3. Scheda: “Valutazione del modulo” .................................................................. 114 4. CONCLUSIONI........................................................................................................... 117 CONCLUSIONE................................................................................................................. 119 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI.......................................................................................... 121 INDICE............................................................................................................................. 123 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 125 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 126 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 127 GUIDA3.qxd 25/07/2003 7.28 Pagina 128

L'orientamento nel CFP 2. Guida per l'accompagnamento in itinere

Autore: 
CNOS-FAP Piemonte
Categoria pubblicazione: 
Esperienze
Anno: 
2003
Numero pagine: 
232
L’orientamento nel CFP 2 - Guida per l’accompagnamento in itinere A cura del CNOS-FAP PIEMONTE CENTRO NAZIONALE OPERE SALESIANE FORMAZIONE AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Federazione CNOS-FAP Tip.: Istituto Salesiano Pio XI - Via Umbertide, 11 - 00181 Roma Tel. 06.78.27.819 - Fax 06.78.48.333 - E-mail: tipolito@pcn.net giugno 2003 Il presente volume non è commerciabile ed è destinato ad uso esclusivamente interno alla Federazione CNOS-FAP 3 SOMMARIO PRESENTAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Prima parte L’ACCOMPAGNAMENTO IN ITINERE NEL CFP: ASPETTI INTRODUTTIVI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Seconda parte PRIMA UNITÀ: “CONOSCERE SE STESSI E GLI ALTRI” . . . . . . . . . . . . 19 Terza parte SECONDA UNITÀ: “MOTIVARE ALLO STUDIO” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 Quarta parte TERZA UNITÀ: “CRESCERE INSIEME” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81 Quinta parte QUARTA UNITÀ: “INTERESSI E PROFESSIONI” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123 Sesta parte QUINTA UNITÀ: “FRONTEGGIARE LE DIFFICOLTÀ” . . . . . . . . . . . . . . 165 Settima parte SESTA UNITÀ: “VERIFICARE IL CAMMINO E PROGETTARE”. . . . . . 199 CONCLUSIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 223 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 225 INDICE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 227 5 PRESENTAZIONE L’accompagnamento in itinere non può prescindere dall’accompagnamento iniziale1, volto ad accogliere gli allievi al loro ingresso al Centro di Formazione Professionale (CFP). La presente guida, pertanto, si pone in stretta continuità con il manuale relativo all’accoglienza, già pubblicato in questa collana. Nelle pagine che seguono, sono proposti strumenti ed attività da utilizzare nel I e nel II anno del percorso formativo, come logica conseguenza delle attività rea- lizzate nel percorso dell’accoglienza. Si tratta principalmente di schede, presentate come allegati alle singole parti del volume, che supportano il lavoro dell’operatore e che sono consegnate al sog- getto coinvolto nell’attività orientativa, raccolte in un dossier che lo accompagnerà in un eventuale percorso formativo successivo. Nella presentazione di ogni scheda, sono indicate le finalità, il materiale oc- corrente, i tempi, le modalità di realizzazione e i possibili approfondimenti di cia- scuna delle attività proposte. La presente pubblicazione riflette il lavoro realizzato da un gruppo di lavoro del CNOS-FAP Regione Piemonte formato dai referenti per l’orientamento dei Centri di formazione professionale e della Delegazione regionale: Cristina Ballario CFP Fossano (CN) Tarcisio Borrello CFP Colle Don Bosco (AT) Severino Candelo CFP Colle Don Bosco (AT) Roberto Cavaglià Delegazione regionale Chiara Cisero CFP Torino-Valdocco Lucia Coppola CFP Torino-Rebaudengo Cassandro Dolfi CFP S. Benigno Canavese (TO) Fabrizio Gonella CFP Bra (CN) Mauro Grignola CFP Vercelli Salvatore Lanza CFP Torino-Valdocco Guido Lanzoni CFP Vigliano Biellese (BI) Teresa Traverso CFP Alessandria Daniela Zoccali Delegazione regionale Un sentito ringraziamento va al prof. Dario Nicoli quale principale ispiratore e validatore del progetto, a Sara Spata che, nell’ambito della sua esperienza di tirocinio formativo presso la delegazione regionale, ha partecipato attivamente alla prima ela- borazione e stesura del presente manuale e a Daniela Antonietti e Luisa Nardella della Sede Nazionale del CNOS-FAP per l’attenta e puntuale revisione del testo. 1 Nella presente collana, è pubblicato anche il volume “L’orientamento nel CFP. 1 - Guida per l’accoglienza”. 7 Prima parte L’ACCOMPAGNAMENTO IN ITINERE NEL CFP: ASPETTI INTRODUTTIVI 1. INTRODUZIONE Questa prima parte è dedicata alla presentazione generale del modulo dell’o- rientamento in itinere1. Dopo aver dato una definizione di orientamento in itinere, elenchiamo le unità proposte per la sua realizzazione, indichiamo le finalità e gli obiettivi da perseguire nello svolgimento del modulo, presentiamo gli strumenti di cui l’operatore può av- valersi per svolgere ciascuna unità e forniamo indicazioni sulle risorse necessarie alla realizzazione del modulo. Particolare attenzione sarà prestata alla descrizione del ruolo e dell’attività dell’operatore, in considerazione dell’importanza della sua figura durante l’intero processo di accompagnamento in itinere. 2. UNA DEFINIZIONE DI ORIENTAMENTO IN ITINERE Nel sistema preventivo di Don Bosco, l’accompagnamento si basa sull’amore- volezza, che è una capacità di amare caratterizzata da tratti di attenzione alla per- sona, rispetto e delicatezza. Per questo è necessario stare con i giovani e vivere con loro esperienze di crescita, offrendo così una costante presenza educativa. È altrettanto importante cercare insieme, intervenendo per la chiarificazione e la ve- rifica dei problemi, il consiglio e l’aiuto nelle difficoltà, affinché il ragazzo compia personalmente le scelte e se ne assuma la responsabilità. Coerentemente con tale visione salesiana, De Pieri definisce l’accompagna- mento come “un aiuto temporaneo e sistematico che un adulto significativo e prepa- rato svolge a favore della maturazione dei soggetti in età evolutiva nell’educazione in genere e in particolare nella costruzione di un personale progetto di vita. L’ac- compagnamento lega le persone tra di loro: l’adulto significativo e responsabile in grado di ‘prendersi cura’ e l’allievo che ha bisogno di sentirsi sostenuto, incorag- giato e orientato per compiere il proprio cammino di crescita” (De Pieri, 2000). L’accompagnamento in itinere nel CFP si può realizzare a livello individuale o 1 In questo volume, i termini “orientamento in itinere” e “accompagnamento in itinere” sono usati come sinonimi. 8 in gruppo, con scopi ed obiettivi comuni. In entrambi i casi, le attività di orienta- mento e accoglienza, articolate in diverse unità, sono svolte dal tutor orientatore (o docente referente per l’orientamento) in armonia con il gruppo dei formatori. In questo lavoro, si propone di realizzare l’orientamento in itinere attraverso lo svolgimento delle seguenti unità: a) unità 1: “Conoscere se stessi e gli altri”; b) unità 2: “Motivare allo studio”; c) unità 3: “Crescere insieme”; d) unità 4: “Interessi e professioni”; e) unità 5: “Fronteggiare le difficoltà”; f) unità 6: “Verificare il cammino e progettare”. 3. FINALITÀ Le attività di orientamento ed accoglienza in itinere sono finalizzate a: a) avviare la conquista dell’identità personale attraverso il superamento progres- sivo di precedenti identificazioni; b) supportare il singolo in merito alle decisioni da prendere ed alla scelta dei comportamenti più coerenti rispetto all’elaborazione di un adeguato progetto di vita professionale e personale; c) educare il ragazzo al cambiamento ed alle transizioni, orientandolo non ad un mestiere ma alla definizione di una sua identità attraverso “il valutare stili di vita, modelli di consumo, valori attitudini ed interessi; individuare il campo di conoscenza al quale appassionarsi per aggiornarsi e cambiare più facilmente; comporre un progetto di vita e di lavoro; individuare ed adottare comporta- menti necessari per realizzarlo e modificarlo”(Rapporto ISFOL, 1985); d) stimolare al miglioramento, facendo acquisire consapevolezza delle difficoltà personali e delle capacità di pianificazione del compito di sviluppo di ogni ra- gazzo; e) in un percorso collettivo, a far sì che i singoli, condividendo lo stesso pro- getto/percorso, costituiscano gradatamente un vero e proprio gruppo in forma- zione, con scopi ed obiettivi comuni di tipo cognitivo, professionale e relazio- nale/affettivo. 4. OBIETTIVI L’orientamento/accoglienza in itinere si propone di permettere al ragazzo: 1) di effettuare un confronto costante con il suo concetto di vita sociale e lavo- rativa; 2) di rafforzare le scelte e le decisioni prese durante la fase dell’accoglienza, con la stesura del progetto personale e del patto formativo; 9 3) di avere un aiuto nell’individuazione delle competenze affini alle scelte operate; 4) di essere facilitato nel processo di apprendimento; 5) di acquisire strumenti per operare scelte consapevoli attraverso una maggiore conoscenza di sé ed una riflessione sul proprio senso di autonomia, fiducia e responsabilità; 6) di dotarsi di un adeguato metodo di studio e di lavoro concentrandosi sugli aspetti motivazionali sottostanti ad atteggiamenti e comportamenti; 7) di acquisire capacità di confronto e collaborazione all’interno del gruppo, per aiutarsi reciprocamente ad affrontare le scelte formativo-professionali; 8) di essere consapevole dei propri valori ed interessi personali e professionali; 9) di acquisire strumenti per fronteggiare i cambiamenti e le difficoltà; 10) di acquisire conoscenze e capacità necessarie a progettare il proprio futuro; 11) di raggiungere un soddisfacente grado di autonomia in ogni situazione. 5. STRUMENTI Nell’orientamento in itinere ci si avvale dei seguenti strumenti. 1) Unità 1 - “Conoscere se stessi e gli altri”: a) scheda “La mia autobiografia”; b) test “Il sé fisico”; c) scheda “Le mie capacità”; d) scheda “I miei valori”; e) attività “Tutti i lavori sono uguali?” f) attività “I valori nel lavoro”; g) scheda “L’autostima”; h) scheda “Il mio ritratto” i) attività “I ciechi a spasso”. 2) Unità 2 - “Motivare allo studio”: a) esercitazione “Cartoline e oggetti”; b) esercitazione “Storie imbroglione”; c) traccia “Alcune informazioni sui diversi tipi di intelligenza”; d) questionario “Come gestisci i tuoi impulsi?”; e) questionario “Creativo o logico?”; f) esercitazione “Energie”; g) esercitazione “Toccare l’energia”; h) esercitazione “Auto osservazione”; i) scheda “La classifica delle mie difficoltà nello studio”; j) questionario “Come sei abituato a studiare?”; k) traccia “La tecnica S Q 2L 3R” l) scheda “Motivarsi”. 10 3) Unità 3 - Crescere insieme”: a) esercitazione “Frasi assassine”; b) esercitazione “Ascolto attento”; c) esercitazione “Il mio goal settimanale”; d) scheda “Il cinqualogo”; e) esercitazione “La NASA”; f) esercitazione “Sciogliere i nodi”; g) esercitazione “Aeroplani di carta”; h) esercitazione “I miei candidati”; i) questionario “Sociogramma”; j) scheda “In questo gruppo, io…”; k) questionario di revisione; l) scheda di valutazione; m) scheda di valutazione; n) schede “Il nostro ambiente di lavoro”. 4) Unità 4 - “Interessi e professioni”: a) esercitazione “Le figure professionali”; b) esercitazione “Il problema dell’imprenditore”; c) esercitazione “Mettere ordine alle idee”; d) esercitazione “Il detective dei mestieri”; e) scheda “Mi piace…”; f) scheda “Interessi passeggeri e interessi duraturi” g) scheda “Immaginando il futuro”; h) scheda “Identità professionale”; i) scheda “I+C=A”; j) scheda “Doti di personalità e professioni”; k) scheda “Cosa conta di più?”; l) scheda “Matteo e il computer”; m) questionario “Motivazioni professionali”. 5) Unità 5 - “Fronteggiare le difficoltà”: a) scheda “Ahi!! Ahi!! Ahi!!”; b) scheda “Nello studio io…”; c) esercitazione “S.O.S. Successo sullo stress”; d) scheda “Vincere lo stress”; e) questionario “Cosa ostacola le tue scelte?”; f) esercitazione “Paure nel cestino”; g) esercitazione “Cosa fareste al posto loro?”; h) esercitazione “Telefono amico”; i) esercitazione “Incidenti di percorso”. 11 6) Unità 6 - “Verificare il cammino e progettare”: a) scheda “I miei obiettivi”; b) scheda “Il mio piano d’azione”; c) scheda “In sintesi penso che…”; d) scheda “Valutazione del percorso”; e) esercitazione “Prendere una decisione”. All’inizio e al termine di ciascuna unità, si potranno utilizzare i seguenti stru- menti (che riportiamo in coda a questa prima parte): a) scheda “Giornale di bordo”; b) scheda “Monitoraggio dell’accompagnamento in itinere”. 6. RISORSE Il momento dell’orientamento/accoglienza in itinere è condotto dal tutor orientatore e dai formatori e coinvolge l’intera équipe di orientamento. Le attività, che complessivamente impegnano operatori ed allievi per circa 40 ore, si svolgono prevalentemente in aula o nell’ambiente destinato al counselling, in azienda e presso i punti Informagiovani. È comunque importante condurre le attività di accompagnamento in un clima di gruppo amichevole, basato sulla socializzazione avviata nella fase di acco- glienza. Si suggerisce quindi un’organizzazione dello spazio-classe congeniale allo scambio, che costituisce elemento portante dell’intervento orientativo proposto (ad es. sistemare i banchi in cerchio per favorire la comunicazione faccia a faccia, usare ambienti alternativi all’aula, personalizzare l’aula con i lavori prodotti dagli allievi, ecc.). 7. RUOLO E ATTIVITÀ DELL’OPERATORE Nell’orientamento in itinere, l’azione del tutor orientatore è completamente centrata sullo sviluppo dell’attività di rinforzo, aiuto e accompagnamento del gio- vane, per facilitare il processo di apprendimento ed il rafforzamento delle scelte e delle decisioni prese nella stesura del progetto personale e del patto formativo, in modo da poter condividere la compilazione del libretto formativo. Il tutor orientatore, inoltre, interviene sul singolo e sul gruppo fornendo un aiuto nell’individuazione delle competenze affini alle scelte operate; si occupa del- l’organizzazione, del monitoraggio e della valutazione, delle varie esperienze for- mative e lavorative, favorendo il riconoscimento e la possibile soluzione dei pro- blemi incontrati e mirando sempre ad accrescere nel giovane un soddisfacente grado di autonomia in ogni situazione. È prestata particolare attenzione a tutti gli aspetti legati al concetto di autostima in termini di stimolo al miglioramento, af- 12 finché il ragazzo acquisti consapevolezza delle sue difficoltà e delle capacità di pianificazione del suo compito di sviluppo. Più in generale, la motivazione che può guidare gli orientatori e i formatori durante il cammino dell’accompagnamento è la seguente: si accompagna per av- viare la conquista dell’identità personale, attraverso il superamento progressivo di precedenti identificazioni (imitazioni di modelli significativi). Proprio gli accom- pagnatori educano, sostengono la persona nella sua crescita e rappresentano un ri- ferimento fondante, all’inizio necessario ma da abbandonare mano a mano che si perviene alla conquista della propria identità personale. Nell’accompagnamento pertanto sono importanti delle figure significative di riferimento, dei modelli credi- bili, la testimonianza di educatori autentici e la presenza di una comunità educativa di sostegno e di riferimento. Durante il percorso formativo, tutor (orientativo ed eventualmente aziendale) e formatori hanno il compito di sostenere l’individuo, ma anche di avere cura, so- prattutto nel caso di inserimenti dovuti a processi di “passerella”, che i singoli, condividendo lo stesso progetto/percorso, costituiscano gradatamente un vero e proprio gruppo in formazione, con scopi ed obiettivi comuni di tipo cognitivo, pro- fessionale e relazionale/affettivo. Un gruppo “reale” e ben orientato rappresenta, infatti, una fondamentale risorsa per l’apprendimento e lo sviluppo personale dei singoli soggetti. Ciò avviene attraverso l’assiduo lavoro di presidio da parte del tutor affinché il clima relazionale positivo instaurato in avvio (nella fase dell’acco- glienza), sia mantenuto e continui durante le attività in itinere. Il tutor orientatore deve favorire momenti di rielaborazione delle esperienze pregresse (scolastiche e, se esistenti, di lavoro: apprendistato, stage, ecc.), delle esperienze previste dal progetto del ragazzo, e momenti di progettazione di azioni future. A tale scopo, sono da usare molta oculatezza e prudenza nella ricerca e nella scelta delle sedi di lavoro dove svolgere gli stage. Nelle sedi nelle quali è stata dimostrata sensibilità a farsi carico degli inserimenti lavorativi dei giovani, il tutor si è occupato di coinvolgere in modo attivo i referenti aziendali per condivi- dere metodologie efficaci e “produttive”. Massima cura va infatti prestata al rap- porto esistente tra l’azione formativa presso il Centro e l’eventuale attività svolta presso le aziende. Riguardo alle attività proprie dell’orientamento in itinere, l’operatore avrà cura di riprendere e verificare particolari documenti e attività elaborati nel modulo di ac- coglienza (“Libretto orientativo”, ”Cinqualogo”)2 in modo da salvaguardare la con- tinuità tra i diversi momenti e, soprattutto, monitorare il progresso di ciascun al- lievo. A tale scopo, inoltre, l’operatore avrà a disposizione un ulteriore strumento di lavoro, il “Giornale di bordo” da utilizzare, a sua discrezione, come avvio e monito- raggio delle varie unità didattiche, nonché per favorire la condivisione dei risultati. 2 CNOS-FAP Piemonte (a cura di), L’orientamento nel CFP. 1 - Guida per l’accoglienza, Roma, Tipografia Pio XI, 2003. 13 8. ALLEGATI Di seguito, riportiamo le due schede utili all’inizio e al termine di ciascuna unità: “Giornale di bordo” e “Scheda per il monitoraggio dell’orientamento in iti- nere”. 8.1. Scheda “Giornale di bordo” La tavola che segue descrive finalità, tempi, occorrente e modalità di svolgi- mento per l’utilizzo della scheda “Giornale di bordo” ed approfondimenti possibili. FINALITÀ: Favorire l’avvio e il monitoraggio delle varie unità didattiche. Permettere la condivisione dei risultati ottenuti in ciascuna unità. TEMPO: OCCORRENTE: Variabile. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore introduce l’unità didattica guidando l’elaborazione del giornale di bordo. Al termine dell’unità didattica, ci si sofferma sul monitoraggio, sulla pianificazione, sulla con- divisione. La tecnica consigliata prevede: - un brainstorming iniziale per raccogliere le opinioni del gruppo classe; - una sintesi dell’operatore con eventuali integrazioni e modifiche, - l’annotazione delle valutazioni condivise sulla scheda da parte di ciascun allievo. APPROFONDIMENTI: In questa esercitazione è importante che l’intervento dell’operatore favorisca il lavoro coopera- tivo degli allievi e la motivazione al coinvolgimento nell’attività anche attraverso l’utilizzo di immagini - guida (disegni, collage, clip art, ecc.) volte a facilitare l’espressione delle diverse attitudini cognitive dell’allievo e ad esplicitare i contenuti affettivi legati alle diverse attività proposte (cfr. esercitazione “Immagina e crea”, in CNOS-FAP 2003, 70). Ad esempio, l’operatore può chiedere agli allievi di provare a descrivere con un’immagine ciò che rappresenta per loro l’argomento dell’unità che ci si appresta ad affrontare. 14 15 16 8.2. Scheda “Monitoraggio dell’accompagnamento in itinere” Di seguito, riportiamo la scheda “Monitoraggio dell’accompagnamento in iti- nere” che ha lo scopo di facilitare il controllo costante dell’andamento del pro- cesso di orientamento. 17 18 9. CONCLUSIONI In questa prima parte, abbiamo presentato il modulo dell’orientamento in iti- nere che si articola in 6 unità volte a rilevare e promuovere conoscenze e compe- tenze che supportano l’allievo nel suo percorso formativo. In particolare, il modulo focalizza la conoscenza di sé e degli altri, la motiva- zione allo studio, l’importanza del gruppo, gli interessi professionali, le strategie utili per il fronteggiamento delle difficoltà e la progettazione del proseguo del per- corso orientativo formativo. Nelle pagine che seguono, presentiamo le singole unità, descrivendo le fasi che le compongono e allegando i materiali utili per il loro svolgimento. 19 Seconda parte PRIMA UNITÀ: “CONOSCERE SE STESSI E GLI ALTRI” 1. INTRODUZIONE L’unità “Conoscere se stessi e gli altri” si apre con la presentazione alla classe, da parte dell’operatore, dell’intero percorso di accompagnamento e della prima unità. In particolare, nei primi momenti dell’accompagnamento in itinere, gli allievi sono guidati nel porre le basi per elaborare il loro progetto di vita, consolidando la ricerca iniziata con le attività precedenti. Per far questo occorre creare le condi- zioni affinché ogni ragazzo si interroghi su se stesso, si sforzi di dirigere personal- mente la sua vita e acquisire un’adeguata conoscenza di sé. La prima unità affronta il momento della ricerca dell’identità personale, neces- saria per riuscire a realizzare l’originalità di ogni individuo, e dell’elaborazione del progetto di vita o “progetto di sé”. Perché tale elaborazione sia credibile e reali- stica è necessario compiere alcuni passi, il primo dei quali è conoscere e accettare se stessi: il non volersi accettare ed il rifiutarsi di riconoscere i propri limiti costi- tuisce infatti una fonte di conflitto e di tensione. Accettare se stessi vuol dire: a) accettare la propria realtà interiore, allontanandosi da idee preconcette e da ri- gidi schemi mentali (ad esempio l’attaccamento ad “etichette salva-faccia”, a credenze, a slogans, a simpatie e ad antipatie spontanee, agli impulsi emozio- nali, alle ansietà); b) accettare il proprio passato, che può essere d’aiuto per ridimensionare il con- cetto di sé e le proprie aspirazioni; c) accettare i propri limiti, gli errori, senza restare prigionieri di un senso di fru- strazione o del complesso di inferiorità; d) scoprire la positività del proprio essere, assumendo un adeguato ed ottimistico concetto di sé; e) superare la paura di essere giudicati dagli altri, di non essere accettati. Nell’elaborazione del “progetto di sé” è ugualmente importante tenere conto dei valori che servono da criteri in base ai quali valutare di volta in volta le deci- sioni da prendere. È quindi indispensabile saper individuare il quadro personale dei valori, in modo da pensare ad un progetto che risponda alla propria visione della vita e del mondo, e che comunque non è mai un fatto statico, ma un processo 20 in perenne divenire, una continua scoperta della direzione da imprimere alla pro- pria vita, un modo per realizzare nelle scelte di ogni giorno “l’io ideale”. Ugualmente, la costruzione dell’identità personale è un processo che dura tutta la vita ed è di volta in volta costituita dalla sintesi delle risposte che ognuno da alle seguenti domande: “chi sono?”, “come sono?”, “cosa voglio e cosa non voglio?”, “cosa devo e cosa non devo fare?”, “cosa posso e cosa non posso fare?”, ecc. Il formatore-orientatore aiuta il ragazzo a prendere coscienza delle risorse che esistono in lui, delle carenze che lo condizionano, dei bisogni, dei valori, delle mo- tivazioni e dei limiti, lo aiuta ad accogliere e a superare gli insuccessi, permetten- dogli di cominciare a sviluppare un sufficiente grado di fiducia in se stesso, che gli consentirà di fondere in modo soddisfacente gli aspetti eterogenei della sua identità. 2. FASI DELLA PRIMA UNITÀ Le fasi in cui si articola la prima unità sono: a) “Esplorare il proprio sé”; b) “Analizzare le proprie capacità”; c) “Riflettere sui valori”; d) “Potenziare fiducia e autostima”. Di seguito, ci soffermiamo su ciascuna di esse e, in coda a questa parte, ripor- tiamo le schede utili per lo svolgimento delle fasi. 2.1. Prima fase: “Esplorare il proprio sé” Nella prima fase della prima unità, con il supporto degli strumenti “La mia au- tobiografia” e “Il sé fisico”, il formatore (o l’orientatore) aiuta gli allievi ad esplo- rare la loro storia personale e ad esplicitare il concetto che hanno del loro sé fisico. In particolare, per “La mia autobiografia”, l’operatore illustra l’obiettivo com- plessivo dell’esercitazione, che può essere svolta sia a livello individuale, sia a li- vello di gruppo, e sottopone le diverse parti agli allievi in tempi successivi, così da consentire loro di concentrarsi su un aspetto alla volta, e da poter commentare, al termine di ogni parte, quanto proposto dall’allievo. Lo svolgimento del test “Il sé fisico” avviene individualmente e, soltanto al termine dell’attività, l’operatore distribuisce le schede con i profili risultanti dal- l’attribuzione dei punteggi, favorendo la riflessione personale e di gruppo sui risul- tati emersi. 2.1.1. Finalità La fase “Esplorare il proprio sé” mira ad aiutare gli allievi a: a) esprimere ed accettare la loro storia personale; b) esplicitare il concetto personale del “sé fisico”. 21 2.1.2. Obiettivi Le attività di questa fase permettono ai ragazzi di: a) esprimere e condividere le esperienze passate più significative; b) acquisire consapevolezza su aspetti importanti della loro storia personale; c) esplicitare indirettamente il concetto del loro “sé fisico”. 2.1.3. Strumenti e attività Per svolgere la fase, l’operatore può avvalersi di due strumenti: a) scheda “La mia autobiografia”; b) test “Il sé fisico”. 2.1.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du- rata di circa 3 ore, in aula. 2.2. Seconda fase: “Analizzare le proprie capacità” La fase “Analizzare le proprie capacità” è utile per aiutare gli allievi a rilevare e valorizzare alcune delle loro caratteristiche personali, particolarmente significa- tive in ordine alle decisioni da assumere per la realizzazione progetto di vita perso- nale. L’operatore è chiamato a svolgere, in questa attività, una forte mediazione, e può, in sede di approfondimento, stimolare la riflessione sulle abilità e capacità emerse per vedere come possono essere sviluppate ed eventualmente trasferite in un futuro ambito lavorativo, così da caratterizzare il profilo professionale dell’allievo. 2.2.1. Finalità Sintetizzando, la seconda fase della prima unità è finalizzata a far emergere e valorizzare le caratteristiche personali degli allievi utili per il loro progetto di vita. 2.2.2. Obiettivi Con la fase “Analizzare le proprie capacità”, si permette ai ragazzi di: a) esplicitare ed essere consapevoli di caratteristiche salienti della loro personalità; b) comprendere l’importanza di una valutazione attenta e puntuale di ogni aspetto emerso dallo svolgimento dell’attività. 2.2.3. Strumenti ed attività Lo strumento di cui si avvale l’operatore è la scheda “Le mie capacità”. 2.2.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) predispone, in aula, lo svolgimento dell’attività, che non ha una durata di tempo prestabilita, ma può variare in base alle risposte degli allievi. 22 2.3. Terza fase: “Riflettere sui valori” La fase “Riflettere sui valori”, con le tre attività che la compongono, intende aiutare l’allievo a prendere coscienza dei propri valori, di quelli del contesto in cui vive, e di quelli del mondo del lavoro. La fase prevede lo svolgimento delle seguenti attività: a) “I miei valori” b) “Tutti i valori sono uguali?” c) “I valori nel lavoro”. Per lo svolgimento dell’attività “I miei valori”, l’orientatore (o il formatore) invita ogni allievo a scrivere le frasi più ascoltate o ripetute, indicando le relazioni che suscitano (accordo, disaccordo, scoraggiamento, ecc.), e ad elaborare una scala personale di valori di riferimento. L’attività “Tutti i valori sono uguali?” prevede la divisione della classe in due gruppetti, uno dei quali rappresenta la generazione passata, l’altro quella di un fu- turo prossimo. Ognuno dei due gruppetti elabora una lista di valori riferiti alla ge- nerazione di riferimento; successivamente, si confrontano le liste elaborate e l’ope- ratore sintetizza i dati emersi su un cartellone da lasciare appeso in aula nei giorni successivi all’attività. Per lo svolgimento dell’attività “I valori nel lavoro”, l’operatore distribuisce le schede agli allievi invitandoli al lavoro personale. In un secondo momento, in gruppo si elabora un cartellone che evidenzia la “scala dei valori” della classe e se ne discutono le motivazioni. 2.3.1. Finalità La fase “Riflettere sui valori” mira a: a) consentire l’individuazione del quadro di valori di riferimento di ogni allievo e favorire la riflessione su di esso; b) guidare la riflessione sui valori in senso generale; c) guidare la riflessione sui valori legati all’attività lavorativa. 2.3.2. Obiettivi Le attività riguardanti i valori intendono permettere al ragazzo di: a) essere consapevole dei suoi valori; b) riflettere sui valori di riferimento; c) riflettere sui valori nel lavoro. 2.3.3. Strumenti e attività L’operatore dispone dei seguenti strumenti ed attività: a) schede “I miei valori”; b) attività “Tutti i lavori sono uguali?”; c) attività “I valori nel lavoro”. 23 2.3.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) svolge le attività della fase “Riflettere sui valori”, che non hanno una durata prestabilita, in aula. 2.4. Quarta fase: “Potenziare fiducia e autostima” L’ultima fase della prima unità deve svolgersi in un’atmosfera sicura ed inco- raggiante, che faciliti in ogni allievo un’oggettiva espressione di sé. Attraverso le varie attività proposte, i ragazzi saranno indotti a riflettere sul- l’idea che hanno di loro stessi e delle loro capacità, con particolare attenzione alle capacità di cui vanno fieri. La consapevolezza delle proprie risorse, infatti, favo- risce l’elaborazione di un concetto positivo di se stessi, incrementa la fiducia nelle proprie possibilità e aiuta a svolgere attività che soddisfano. Il gruppo può aiutare offrendo ad ogni membro, attraverso il confronto sereno, l’opportunità di crescere e migliorare. 2.4.1. Finalità Sintetizzando, la fase “Potenziare fiducia e autostima” mira a: a) far esprimere ad ogni allievo l’idea che ha di se stesso e delle sue capacità; b) far acquisire la consapevolezza delle competenze personali; c) favorire la riflessione sul concetto individuale di autostima; d) aiutare il ragazzo a ridurre, attraverso la rappresentazione del proprio sé reale e ideale, gli eventuali scarti presenti tra le due rappresentazioni. 2.4.2. Obiettivi Al termine delle attività, ogni allievo avrà: a) elaborato un concetto di se stesso e delle sue capacità pertinente alla realtà; b) riflettuto sulle capacità di cui è fiero; c) incrementato il senso di fiducia e responsabilità nei confronti di se stesso e dei compagni. 2.4.3. Strumenti e attività In questa fase l’operatore si avvale di: a) scheda “L’autostima”; b) scheda “Il mio ritratto”; c) attività “I ciechi a spasso”. 2.4.4. Risorse Il formatore o l’orientatore organizzano lo svolgimento delle attività, della du- rata complessiva di 1 ora e 45 minuti, nell’aula. 24 3. ALLEGATI Di seguito, riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi- cate nei paragrafi precedenti. 3.1. Scheda: “La mia autobiografia” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti) e la scheda “La mia autobiografia”. FINALITÀ: Aiutare il ragazzo ad esplorare, in maniera critica e analitica, la sua storia personale, ricavan- done elementi di riflessione circa i propri punti di forza e gli aspetti sui quali crescere. TEMPO: OCCORRENTE: 2 ore e 30 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore illustra l’obiettivo complessivo dell’esercitazione e ne sottopone le diverse parti in tempi successivi (così da consentire ai ragazzi di concentrarsi su un aspetto alla volta), com- mentando, al termine di ciascuna fase, quanto proposto dall’allievo. APPROFONDIMENTI: Questa attività può essere utilizzata sia a livello individuale sia di gruppo: in questo ultimo caso, al termine di ciascuna fase, si sviluppa una discussione nella quale l’operatore facilita i soggetti nel cogliere gli elementi caratterizzanti di ciascuna “biografia”. 25 26 27 28 3.2. Test: “Il sé fisico” Riportiamo una tavola che spiega il test (finalità, tempi, svolgimento dell’atti- vità supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti) e lo stesso test. FINALITÀ: Aiutare ogni ragazzo ad esplicitare il proprio concetto di sé fisico. TEMPO: OCCORRENTE: 30 minuti. Test SVOLGIMENTO: L’operatore consegna il test agli allievi e cerca di garantire, il più possibile, il lavoro personale dell’allievo. Soltanto al termine dell’attività l’operatore distribuisce la scheda con i profili risultanti dall’at- tribuzione dei punteggi. APPROFONDIMENTI: Questo test si presta ad una rielaborazione dei risultati sotto forma di riflessione personale e di lavoro di gruppo. La condivisione della riflessione personale può condurre alla definizione di un decalogo di norme sulla cura del corpo, al quale periodicamente rivolgere l’attenzione suscitando un dibat- tito di gruppo che interpreti la cura di se stessi anche come forma di rispetto verso gli altri. 29 30 31 32 3.3. Scheda: “Le mie capacità” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda “Le mie capacità”. FINALITÀ: Aiutare l’allievo ad analizzare e valutare le caratteristiche personali che si rivelano significa- tive in ordine alle decisioni da assumere per la realizzazione del suo progetto di vita. TEMPO: OCCORRENTE: Variabile. Scheda SVOLGIMENTO: Per la compilazione della scheda è necessario fare riferimento a quanto espresso nell’attività precedente riguardante la biografia personale. Distribuite le schede dell’attività (per la quale è necessaria una forte mediazione), l’operatore si rende disponibile a fornire ulteriori chiarimenti riguardo la compilazione. APPROFONDIMENTI: L’operatore sottolinea all’allievo che le possibilità di riuscita nello svolgere un’attività lavora- tiva possono essere già presenti, e quindi rilevate, ma possono anche essere sviluppate nel tempo. Si tratta di riflettere sulle attuali abilità/capacità per vedere come queste possano essere svilup- pate ed eventualmente trasferite in un futuro ambito lavorativo così da caratterizzare il profilo professionale dell’allievo. 33 34 35 3.4. Schede: “I miei valori” Riportiamo una tavola che spiega le schede (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, stimoli per eventuali approfondimenti) e le stesse schede. FINALITÀ: Aiutare l’allievo a prendere coscienza dei suoi valori. TEMPO: OCCORRENTE: Variabile. Schede SVOLGIMENTO: Gli allievi scrivono le frasi più ascoltate o ripetute. Successivamente si lascia un po’ di tempo perché ciascuno possa riempire la colonna di destra (“quale eco suscitano in me: accordo, disaccordo, ribellione, entusiasmo, scoraggiamento, ecc.”). In seguito, si commenta il contenuto di questa scheda. Infine, ogni allievo è chiamato a compilare, individualmente, la scheda successiva nella quale elabora una scala personale di valori di riferimento. APPROFONDIMENTI: L’attività può essere di gruppo e/o individuale, è comunque fondamentale che l’attività della seconda colonna (relativa all’ “eco che suscitano in me”) sia svolta individualmente per favo- rire la concentrazione e l’originalità dell’elaborato. Si favorisce la proposta di eventuali domande volte a sintetizzare e concludere l’attività (es. Mi è piaciuto questo gioco? Cosa ho provato? Ho imparato qualcosa di nuovo su me stesso? Come mi sento ora? Ho qualcosa da aggiungere? ecc.). 36 37 38 3.5. Attività: “Tutti i valori sono uguali?” Riportiamo una tavola che la spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti). FINALITÀ: Aiutare l’allievo a riflettere sui valori di riferimento e a prendere coscienza dei suoi valori. TEMPO: OCCORRENTE: Variabile. Cartelloni di sintesi. SVOLGIMENTO: L’operatore divide la classe in due gruppetti, uno dei quali rappresenta la generazione passata, l’altro quella di un futuro prossimo (2015). Ognuno dei gruppetti elabora una lista di valori riferiti alla propria generazione di riferimento. Successivamente si confrontano le due liste elaborate dai gruppetti. L’operatore infine sintetizza ciò che è emerso su un cartellone da lasciare appeso nella classe nei giorni successivi all’attività. APPROFONDIMENTI: Il cartellone di sintesi potrebbe essere così organizzato: 1) Valori che diventano più importanti; 2) Valori che diventano meno importanti; 3) Valori che non mutano d’importanza. Ciascuna se- zione sarà, così, arricchita dei valori emersi dalle liste elaborate durante l’attività. 39 3.6. Attività: “I valori nel lavoro” Riportiamo una tavola che la spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per svolgere la stessa. FINALITÀ: Aiutare l’allievo a riflettere sui valori nel lavoro. TEMPO: OCCORRENTE: Variabile. Cartelloni per sintesi. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce le schede agli allievi e cerca di garantire, il più possibile, il loro lavoro individuale. In gruppo si elabora un cartellone che evidenzi la “scala di valori” della classe e si discutono le motivazioni. 40 41 3.7. Scheda: “L’autostima” Riportiamo una tavola che la spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento dell’attività supportata dalla stessa scheda, stimoli per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda “L’autostima”. FINALITÀ: Aiutare l’allievo a riflettere sulle capacità di cui è fiero; favorire l’acquisizione da parte del ra- gazzo, attraverso la consapevolezza delle sue competenze, di un positivo concetto di sé. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda. SVOLGIMENTO: L’operatore consegna agli allievi la scheda “L’autostima” e propone di fare una specie di in- ventario delle capacità personali e dei pregi di cui vanno fieri. Gli allievi hanno circa venti minuti di tempo per compilare individualmente la scheda, nei trenta minuti successivi si formano dei gruppi di quattro persone all’interno dei quali ognuno, a turno, legge le sue risposte mentre gli altri ascoltano chiedendo eventualmente di chiarire i concetti esposti con degli esempi. Infine si crea un cerchio unico di tutta la classe in cui ognuno a turno riferisce la cosa di sé di cui è più orgoglioso. APPROFONDIMENTI: L’operatore può introdurre l’attività affermando l’importanza dell’atteggiamento che l’allievo deve assumere: “Non sono più un bambino, devo iniziare a valutare da solo quali sono le mie capacità”. Inoltre può indicare i presupposti per essere orgogliosi di se stessi, quali la contentezza e l’es- sere in armonia con i propri valori. Nell’ultima fase dell’attività, quando ci si riunisce in cerchio, l’operatore può stimolare la dis- cussione ponendo le seguenti domande: “A quale domanda ti è stato difficile rispondere?”, “Di quale lato della mia persona sono maggiormente fiero?”, “A chi mi capita di dire che sono fiero di me?”, “In che modo esprimo che sono orgoglioso di me?”, “Cosa provo ora?”. 42 43 44 3.8. Scheda: “Il mio ritratto” Riportiamo una tavola che la spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, stimoli per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda “Il mio ri- tratto”. FINALITÀ: Favorire nell’allievo la riflessione su se stesso e sul proprio concetto di autostima; aiutare il ra- gazzo a ridurre, attraverso la rappresentazione del proprio sé reale e ideale, gli eventuali scarti presenti tra le due rappresentazioni. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore chiede agli allievi di disegnare, nel cerchio superiore, il loro ritratto, rappresen- tando aspetti fisici e/o di personalità che li caratterizzano maggiormente. Nel cerchio inferiore, invece, gli allievi dovranno sono invitati a rappresentare come vorreb- bero essere sia in termini fisici sia sul piano del carattere. APPROFONDIMENTI: Nello svolgimento di quest’attività gli studenti possono incontrare difficoltà nella rappresenta- zione grafica. Per ovviare a tale difficoltà l’operatore può, per esempio, fornire delle immagini caratterizzanti il maggior numero possibile di tratti. Infine l’operatore può chiedere agli allievi di individuare possibili strategie operative per ri- durre gli scarti tra le due rappresentazioni in vista di una realizzazione personale autentica. 45 46 3.9. Attività: “I ciechi a spasso” Riportiamo una tavola che la spiega l’attività (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, stimoli per eventuali approfondimenti). FINALITÀ: Permettere ai ragazzi di sperimentare il loro senso di fiducia e di responsabilità nei confronti dei compagni stimolando il senso dell’udito, del tatto e dell’olfatto. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Bende per gli occhi per metà dei partecipanti. SVOLGIMENTO: L’operatore divide gli allievi in coppie. Un membro della coppia viene bendato, l’altro lo conduce in giro per la stanza o l’edificio, in modo da percepire gli stessi odori, toccare e sentire le stesse cose. Dopo dieci minuti i due si scambiano i ruoli. APPROFONDIMENTI: È fondamentale che l’operatore favorisca il più possibile un clima distensivo e silenzioso. Eventuali domande di approfondimento necessarie per sintetizzare e dare senso all’attività pos- sono essere: “Come ti sei sentito ad essere guidato?”, “E a condurre?”, “Quale ruolo ti è pia- ciuto di più?”, “Ti sei fidato del tuo conduttore?”, “Hai sentito la responsabilità nel condurre il tuo compagno?”. 4. CONCLUSIONI In questa unità ci siamo concentrati sul momento della ricerca dell’identità personale, indispensabile per l’elaborazione di un progetto di vita o “progetto di sé” rispondente alla visione personale del mondo e della vita. Abbiamo rilevato l’importanza del riuscire ad individuare il quadro dei valori di ogni individuo, tenendo presente che sia il progetto di vita, sia la costruzione dell’identità personale, sono dei processi in perenne divenire. In particolare, abbiamo proposto strumenti ed attività utili agli operatori per aiutare gli allievi ad essere consapevoli di risorse e criticità, in un’ottica di fiducia in se stessi, indispensabile per accettarsi e per conciliare gli aspetti eterogenei della loro identità. 47 Terza parte SECONDA UNITÀ: “MOTIVARE ALLO STUDIO” 1. INTRODUZIONE L’unità 2 è intitolata “Motivare allo studio” per sottolineare l’importanza fon- damentale del riuscire a ridestare nei giovani l’innata voglia di apprendere. Infatti, in questo periodo di tecnologie avanzate, il semplice nozionismo ap- pare superato; il lavoratore deve possedere notevoli capacità di ridefinizione pro- fessionale, propria di chi vuole imparare per apprendere, di chi non si accontenta di arrivare ad una qualifica. È indispensabile a tal fine evidenziare e rendere consapevoli gli allievi che non è possibile apprendere qualcosa se non si è disposti a riconoscere che c’è qual- cosa da imparare. Spesso, purtroppo, i giovani che frequentano i Centri di Formazione Profes- sionale hanno lacune cognitive ed insuccessi scolastici alle spalle che condizio- nano la loro potenziale capacità di apprendimento. L’apprendimento, inoltre, è spesso reso problematico dalla circostanza che la scelta di questo percorso formativo non sempre è effettuata con convinzione, ma spesso è condizionata dal contesto socio-familiare e culturale del ragazzo, che ap- pare demotivato e rassegnato nei confronti dello studio. La finalità specifica di questa unità è l’evidenziare che alla base dell’apprendi- mento ci devono essere desiderio e curiosità. Questo risultato si può raggiungere solo se gli operatori coinvolti sono dotati di un’adeguata preparazione e di cono- scenze riguardanti il ruolo della motivazione nell’apprendimento, i fattori (cogni- tivi e/o emotivi) che concorrono a generare disaffezione e demotivazione nei con- fronti dello studio, il verificarsi negli allievi dell’incremento della fiducia perso- nale in situazioni di rendimento, l’utilizzo di alcune strategie di intervento per pre- venire e gestire il fenomeno “demotivazione”. È importante innanzitutto cercare di cogliere il legame tra impegno nello studio e motivazione, la quale, in quest’ottica, dipende molto dal fine che si vuole raggiungere indipendentemente dalla personale predisposizione naturale allo studio. In particolare occorre far prendere coscienza all’allievo del suo approccio allo studio (attribuzioni causali, aspettative di successo, ecc.), evidenziando i mol- teplici fattori (ambientali, personali, metodologici) che possono ostacolare o sup- portare un efficace processo di apprendimento. 48 2. PER QUALE MOTIVO SI STUDIA In questo paragrafo presentiamo alcune riflessioni che possono servire all’ope- ratore come pista per introdurre l’unità agli allievi. Gli stimoli presentati si propongono come materiale didattico utile per l’intro- duzione al lavoro sul metodo di studio. Essi, infatti, favoriscono l’intervento attivo degli allievi che, in tal modo, si sentono chiamati in causa in prima persona su un argomento che li riguarda da vicino. Le riflessioni sono riportate in prima persona, perché nascono dall’esperienza reale di formatori impegnati nella gestione del gruppo classe. Quando chiedo ai ragazzi di quindici/sedici anni: “Perché studiate?”, quasi tutti rispondono: “Per conseguire un titolo di studio che mi permetta di trovare un buon lavoro”. “Allora, se foste miliardari, non studiereste?”, obietto io. Loro rimangono un po’ perplessi, poi ammet- tono che anche i miliardari devono studiare. “Perché?”, insisto, “I miliardari non hanno bi- sogno di trovare lavoro!”. I ragazzi mi danno risposte incerte e confuse dalle quali, tuttavia, si desume che in una società di tipo avanzato chi non studia è tagliato fuori da qualunque atti- vità. Infatti, un improbabile miliardario analfabeta non potrebbe fare quasi nulla da solo: né viaggiare in treno e in aereo (come farebbe a leggere gli orari e le destinazioni?), né guidare l’automobile (non avrebbe potuto prendere la patente), né tantomeno amministrare i suoi ca- pitali (che è notoriamente un lavoro molto complesso e impegnativo). Avrebbe bisogno, semmai, di un aiutante costantemente al proprio fianco. Ma anche se avesse imparato solo a “leggere, scrivere e far di conto” sarebbe ugualmente escluso dalla maggior parte delle atti- vità e perfino dalle conversazioni “nei salotti” perché non coglierebbe nessuno dei riferimenti culturali che sono entrati nel linguaggio comune. Non capirebbe frasi del tipo: “È stata la sua Waterloo!”, oppure: “Quel tizio è un azzeccagarbugli”. Non saprebbe a chi ci si riferisce con le espressioni: “L’eroe dei due mondi”, o “Il gobbetto di Recanati”. Si chiederebbe perché mai una donna mastodontica possa essere soprannominata Moby Dick, o perché quando si ar- riva a New York dall’Italia si debba mettere indietro l’orologio di sei ore. Malgrado la sua ricchezza, sarebbe un emarginato e, alla fin fine, un poveraccio. Dobbiamo concludere quindi che tutti sono costretti a studiare (o sarebbe meglio dire “ imparare”), a meno che non vo- gliano vivere come eremiti. Ma non basta studiare durante gli anni della carriera scolastica: bisogna continuare ad appren- dere per tutta la vita. Una persona che, pur essendosi diplomata o laureata venticinque anni fa, non avesse imparato più nulla, sarebbe un “sopravvissuto” sia sul piano professionale che su quello sociale e verrebbe facilmente scavalcato da chi ha saputo aggiornarsi. Inoltre, le persone che sanno molte cose hanno due notevoli vantaggi rispetto a chi sa poco: a) si tro- vano a proprio agio in qualsiasi ambiente; sono normalmente in grado di capire ciò di cui si sta parlando; sanno intervenire con osservazioni pertinenti; b) risultano gradite ad amici e colleghi perché hanno sempre qualcosa di sensato da dire; la loro compagnia è stimolante; con loro annoiarsi è difficile. Infine (particolare tutt’altro che trascurabile, anche se ora il problema può apparire remoto), tenere in esercizio il cervello serve a rallentarne il processo di degenerazione nella vecchiaia. “A invecchiare si deve imparare da giovani”, dicono i medici. “Un cervello ricco di stimoli mette in moto una serie di meccanismi di rinforzo: attività genera attività e la vitalità psicofi- sica tende a rendere molto meno rapidi i processi di invecchiamento”. Lo studio, quindi, non solo è necessario alla nostra socializzazione, ma fa anche bene al cervello! Il guaio è che studiare non piace a molti, anzi piace a pochissimi. Quando ne chiedo il perché, i ragazzi non sanno rispondere altro che: “È noioso. È faticoso”. Anch’io mi sono chiesto tante volte per quale motivo studiare non piaccia quasi a nessuno e mi pare di avere trovato due valide ragioni: 1) Perché la scuola di massa, costretta a finalizzare lo studio al voto e alla promozione, l’ha privato di quella che avrebbe dovuto essere la sua caratteristica principale, cioè il piacere di 49 apprendere (è immediato il confronto con le antiche scuole greche dove pochissimi fortunati allievi, passeggiando all’ombra di un porticato, ricercavano verità filosofiche e matematiche sotto la guida di maestri come Socrate e Pitagora). È chiaro che se lo studente è assillato dalla necessità di ottenere la sufficienza, il suo studio si carica di tensioni, ansie e timori che non hanno nulla a che vedere con l’apprendimento e con il gusto di spingere la propria mente verso traguardi sempre più elevati. 2) Perché quasi nessuno insegna ai ragazzi come si studia, cioè come si possono utilizzare al meglio le proprie capacità intellettive e il tempo a disposizione. Tuttavia, mentre la scuola di massa resterà sempre tale (ed è bene che così sia, visto l’enorme progresso che rappresenta per l’intera società) cambiare modo di studiare invece è possibile. Negli ultimi decenni si sono fatte scoperte interessanti sul funzionamento del cervello e della memoria; in questa unità esse saranno la base di partenza per una serie di consigli pratici, che hanno lo scopo di “farvi imparare a imparare”. Nella parte che segue, ci soffermiamo sulla presentazione delle fasi in cui si articola l’unità oggetto di questa parte. 3. FASI DELLA SECONDA UNITÀ Le fasi che compongono questa unità sono: a) “Esercitarsi nell’osservazione e con la fantasia”; b) “Conoscere le diverse intelligenze”; c) “Riflettere sulle proprie risorse interiori”; d) “Conoscere le barriere nello studio”; e) “Conoscere le proprie modalità di studio”. Di seguito, descriviamo ciascuna di esse e, in coda a questa parte, riportiamo le schede utili per lo svolgimento dell’unità. 3.1. Prima fase: “Esercitarsi nell’osservazione e con la fantasia” Il formatore (o l’orientatore), dopo aver presentato alla classe la seconda unità e il relativo percorso, propone agli allievi le attività “Cartoline e oggetti” e “Storie imbroglione”, basate sull’osservazione e la memorizzazione di particolari utili per far capire loro che spesso si è indotti, ad opera soprattutto dei mass media, a fer- marsi alla prima impressione del mondo circostante. Compito di ogni figura educativa è abituare i ragazzi ad essere attenti e critici, senza fermarsi all’apparenza, spesso ingannevole. 3.1.1. Finalità Le attività proposte nell’unità mirano a sviluppare ed esercitare le capacità di osservazione e di attenzione degli allievi. 3.1.2. Obiettivi La fase “Osservazione e fantasia” permette ai ragazzi di esercitarsi nel co- gliere ogni particolare della realtà senza fermarsi all’apparenza. 50 3.1.3. Strumenti ed attività La fase prevede le seguenti attività: a) esercitazione “Cartoline ed oggetti”; b) esercitazione “Storie imbroglione”. 3.1.4. Risorse Il formatore (o l’operatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du- rata di circa 35 minuti, in aula. 3.2. Seconda fase: “Conoscere le diverse intelligenze” In questa fase dell’unità 2, l’operatore propone agli allievi i test “Come ge- stisci i tuoi impulsi?” e “Creativo o logico?”, attraverso i quali i ragazzi diventano consapevoli dell’esistenza di due tipi di intelligenza, emotiva (intuito), che non si- gnifica semplicemente usare le emozioni ma usarle in maniera corretta, e razionale (razionalità). Gli allievi, individuato il tipo di intelligenza che utilizzano più spesso, sono invitati ad elaborare una strategia per armonizzare l’intuito e la razionalità e a con- frontare con l’intera classe i risultati emersi. Per facilitare il lavoro dell’operatore, all’unità è allegata una scheda con al- cune indicazioni teoriche essenziali sull’intelligenza. 3.2.1. Finalità La fase “Conoscere le diverse intelligenze” mira a: a) far prendere coscienza ai ragazzi dell’esistenza dell’intelligenza emotiva e di quella razionale; b) rilevare quale tipo di intelligenza ogni allievo utilizza abitualmente; c) elaborare una strategia per armonizzare intuito e razionalità. 3.2.2. Obiettivi Gli obiettivi perseguiti in questa fase sono: a) permettere agli allievi di scoprire se possiedono un’intelligenza più creativa o più logica; b) stimolare la riflessione e tentare di armonizzare l’intuito e la razionalità. 3.2.3. Strumenti e attività All’unità è allegata una traccia con alcune indicazioni teoriche sulle diverse intelligenze; inoltre, sono previsti due test da proporre agli allievi: a) Questionario “Come gestisci i tuoi impulsi?”; b) Questionario “Creativo o logico?”. 51 3.2.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento del lavoro, della durata di circa un’ora, in aula. 3.3. Terza fase: “Riflettere sulle proprie risorse interiori” Per educare gli allievi a sviluppare una mentalità positiva, la fase in oggetto prevede lo svolgimento di due attività: “Energie” e “Toccare l’energia”. Entrambe le esercitazioni partono dal presupposto che la persona è un tutto con la mente e con il corpo, con la fantasia, con i pensieri, i sentimenti e le ten- sioni, e che acquisire consapevolezza di questa totalità è importante per la crescita, nonché per il cambiamento di alcune abitudini. 3.3.1. Finalità La fase “Riflettere sulle proprie risorse interiori” mira a: a) rilevare ed evidenziare il condizionamento della mente sulla forza fisica; b) sottolineare l’importanza di avere una mentalità positiva, specialmente a li- vello formativo; c) consentire la verbalizzazione delle sensazioni. 3.3.2. Obiettivi Le attività proposte permettono agli allievi di: a) constatare l’inscindibilità della mente e del corpo; b) esprimere le sensazioni in modo verbale. 3.3.3. Strumenti e attività Le attività di questa fase sono: a) esercitazione: “Energie”; b) esercitazione: “Toccare l’energia”. 3.3.4. Risorse L’operatore (o il formatore) organizza lo svolgimento del lavoro, della durata complessiva di circa un’ora, in aula. 3.4. Quarta fase: “Conoscere le barriere nello studio” In questa fase l’operatore aiuta gli allievi, attraverso le attività l’”Auto-osser- vazione” e “La classifica delle mie difficoltà nello studio”, a scoprire l’atteggia- mento che hanno nei confronti dello studio e ad essere consapevoli delle loro diffi- coltà nell’apprendimento, con le relative possibili cause, introducendo il tema del locus of control. 52 3.4.1. Finalità La fase mira a permettere ad ogni ragazzo di: a) scoprire la propria reazione interiore ed esteriore allo studio; b) individuare e riconoscere gli ostacoli che incontra nello studio. 3.4.2. Obiettivi Al termine delle attività, gli allievi avranno: a) sviluppato la loro capacità di autosservazione; b) acquisito consapevolezza del loro atteggiamento verso lo studio; c) individuato i principali ostacoli e difficoltà che incontrano nello studio. 3.4.3. Strumenti e attività Le attività proposte per questa fase sono: a) esercitazione “Auto-osservazione”; b) esercitazione “La classifica delle mie difficoltà nello studio”. 3.4.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza o svolgimento delle attività, della du- rata di circa un’ora, in aula. 3.5. Quinta fase: “Conoscere le proprie modalità di studio” L’ultima fase dell’unità “Motivare allo studio” prevede lo svolgimento delle attività “Come sei abituato a studiare?” e “Motivarsi”, importanti per continuare e concludere l’analisi relativa al metodo e alle abitudini di studio di ogni allievo, da confrontare e discutere in gruppo, per evidenziare le doti personali, le criticità e ri- uscire a fronteggiare e superare le difficoltà. 3.5.1. Finalità La fase “Modalità di studio” si propone di: a) far emergere le modalità di studio di ogni allievo; b) individuare le doti e le risorse personali da investire nella nuova esperienza formativa; c) facilitare l’elaborazione di strategie di rinforzo degli elementi positivi e di fronteggiamento di quelli negativi. 3.5.2. Obiettivi Attraverso lo svolgimento delle attività “Come sei abituato a studiare?” e “Motivarsi”, i ragazzi diventano consapevoli del proprio metodo di studio, delle proprie risorse e criticità. 53 3.5.3. Strumenti e attività In questa fase l’operatore si avvale di: a) questionario “Come sei abituato a studiare?”; b) scheda “Motivarsi”. 3.5.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore organizza lo svolgimento del lavoro, della durata di un’ ora e dieci minuti, in aula. 4. ALLEGATI Di seguito riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi- cate nei paragrafi precedenti. 4.1. Esercitazione: “Cartoline e oggetti” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, stimoli per eventuali approfondimenti). FINALITÀ: Aiutare gli allievi ad esercitare le proprie capacità di osservazione e memorizzazione. TEMPO: OCCORRENTE: 15 min. Cartoline, fogli bianchi. SVOLGIMENTO: L’operatore mostra una cartolina a tutti gli allievi per un tempo complessivo di 20 secondi. Gli allievi sono invitati a scrivere su fogli bianchi il maggior numero di dettagli che ricordano di aver visto nella cartolina in massimo 4 minuti. APPROFONDIMENTI: Al posto della cartolina, l’operatore può mettere su di un piano un numero indefinito di oggetti di diverse dimensioni (massimo cm. 15-20). Gli oggetti rimangono esposti e visibili al gruppo che può camminare attorno al piano con gli oggetti, per un massimo di 60 secondi dopo i quali il piano è coperto con un telo. Il compito degli allievi è quello di elencare sui fogli bianchi il maggior numero di oggetti che ricordano in massimo 4 minuti. 54 FINALITÀ: Aiutare gli allievi ad allenare la loro capacità di attenzione. TEMPO: OCCORRENTE: 20 min. Scheda. SVOLGIMENTO: L’operatore propone la storiella e stimola gli allievi a rispondere. Solo in un secondo tempo fornisce la soluzione e raccoglie i commenti degli allievi. In caso di risposta esatta da parte degli allievi è importante che venga verbalizzato il ragiona- mento fatto, i particolari ai quali si è prestata attenzione per arrivare alla soluzione stessa. APPROFONDIMENTI: Queste storielle si trovano, ad esempio, su alcuni giornalini enigmistici, quindi si lascia alla buona volontà e capacità critica dell’operatore l’onere di attivarsi nel ricercarne di nuove. 4.2. Esercitazione: “Storie imbroglione” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, stimoli per eventuali approfondimenti) e la traccia per svolgere la stessa. 55 56 4.3. Traccia teorica: “Alcune informazioni sui diversi tipi di intelligenza” Riportiamo alcune indicazioni teoriche (rivolte all’operatore) utili per gestire la fase sui diversi tipi di intelligenza. 57 58 59 4.4. Questionario: “Come gestisci i tuoi impulsi?” Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, stimoli per eventuali approfondimenti) e lo stesso questionario. FINALITÀ: eRendere consapevoli gli allievi dei due tipi di intelligenza presenti in ogni persona, rilevare insieme quale tipo di intelligenza loro stessi utilizzano abitualmente; elaborare una strategia per armonizzare l’intuito e la razionalità. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Questionario. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce il questionario agli allievi e solo al termine dell’attività distribuisce le schede per l’attribuzione dei punteggi e dei relativi profili. APPROFONDIMENTI: L’operatore può, al termine dell’attività, innescare un dibattito dal titolo: “ Logica o emozioni: cosa serve di più?”. 60 61 62 63 64 FINALITÀ: Scoprire se si possiede un’intelligenza più creativa o più logica. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Questionario. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce i test agli allievi e solo al termine dell’attività distribuisce le schede per l’attribuzione dei punteggi e dei relativi profili, da dibattere in classe. 4.5. Questionario: “Creativo o logico?” Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento dell’attività) e lo stesso questionario. 65 66 67 68 69 4.6. Esercitazione: “Energie” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività). FINALITÀ: Far constatare di persona agli allievi che la mente condiziona la forza fisica; far comprendere l’importanza di avere una mentalità positiva verso tutto ciò che si fa, specialmente a livello formativo, per poter lavorare con maggior incisività. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Lavagna SVOLGIMENTO: L’operatore invita un allievo a scrivere qualcosa sulla lavagna: misura di scarpe, luogo e data di nascita, se ha fratelli/sorelle, loro nomi ed età, ecc. Successivamente, l’operatore invita l’allievo a tenere un braccio teso e a mantenerlo in tale po- sizione dopo che l’insegnante avrà provato ad abbassarglielo. Si constata la forza. Alle domande dell’insegnante l’allievo deve sempre rispondere di sì. Le domande verteranno su quello che ha scritto precedentemente alla lavagna (possono essere vere o false). Se l’allievo risponderà di sì ad un’affermazione falsa, la forza che applicherà sul braccio dimi- nuirà sensibilmente. 4.7. Esercitazione: “Toccare l’energia” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività). FINALITÀ: Aiutare gli allievi a verbalizzare le sensazioni. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Nessun materiale specifico SVOLGIMENTO: Si formano due gruppi; un gruppo si mette in cerchio, l’altro è ammucchiato all’interno del cerchio. Dopo aver dato la garanzia a chi è in centro che non verrà toccato o spinto, si invitano gli al- lievi a chiudere gli occhi e a non riaprirli. Il cerchio esterno segue le indicazioni dell’operatore. Abbracciati, i membri del gruppo esterno emettono un suono. Progressivamente, il suono viene aumentato di intensità, ed il cerchio esterno ruota. Infine si abbassa il volume e ci si ferma. 70 4.8. Esercitazione: “Auto osservazione” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, stimoli per eventuali approfondimenti). FINALITÀ: Far scoprire agli allievi come reagiscono interiormente ed esteriormente allo studio; stimolare l’auto-osservazione. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Fogli bianchi per annotare le reazioni personali; un cartellone SVOLGIMENTO: L’operatore propone agli allievi un’attività scritta, senza che essi sappiano di svolgere un espe- rimento, per evitare un senso di reazione all’esperimento stesso. Dopo 10-15 minuti l’operatore interrompe il lavoro e chiede agli allievi di segnare su un foglio prima il loro comportamento esteriore di fronte all’esercizio (ad esempio: ho preso il libro/dis- pensa, mi sono morsicato le unghie, ho scelto la penna, ecc.), poi il comportamento esteriore generalmente assunto di fronte agli altri compiti. Successivamente si chiede di indicare la pro- pria reazione interiore, che gli altri non possono vedere (ad esempio: ho iniziato a respirare ve- locemente, mi è venuto mal di testa, mi sono bloccato, ecc.), di fronte a questo esercizio e più in generale di fronte agli esercizi assegnati. Ogni allievo comunica il proprio vissuto e le indicazioni vengono raccolte su un cartellone. APPROFONDIMENTI: I risultati possono fornire indicazioni per affrontare, con strategie differenti, l’attività di studio. Si consiglia, come innesco dell’esercitazione, l’introduzione di un’attività scritta che preveda l’elaborazione personale di risposte (es. questionario a risposta aperta), situazione nella quale i nostri allievi trovano maggiori difficoltà. In tal modo aumenta la probabilità che alcuni com- portamenti tra quelli indicati precedentemente si manifestino e possano essere rilevati dagli al- lievi stessi. 71 4.9. Scheda: “La classifica delle mie difficoltà nello studio” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, stimoli per eventuali approfondimenti) e la scheda stessa. FINALITÀ: Aiutare l’allievo a prendere coscienza delle proprie difficoltà nell’apprendimento e delle rela- tive possibili cause introducendo il tema del “locus of control” (luogo di controllo). TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore introduce l’attività esplicitandone i principali obiettivi. Successivamente distribuisce le schede invitando gli allievi ad assegnare a ciascuna causa elencata un grado di probabilità da 1 a 10. Infine interviene nella rielaborazione dei risultati, da effettuare su un cartellone, creando una classifica comune alla classe in modo da evidenziare le cause più ricorrenti degli insuccessi formativi e innescare un confronto sul relativo peso di ciascuna di esse. APPROFONDIMENTI: L’operatore evidenzia vantaggi e svantaggi di un’attribuzione causale esterna o interna (le cause dell’insuccesso sono dovute a difficoltà personali oppure la responsabilità è più spesso attribuita alle circostanze esterne?). Quanto più l’attribuzione è interna tanto più è possibile intervenire per modificare l’atteggia- mento causa di insuccesso; d’altra parte il rischio è quello di essere eccessivamente rigidi con se stessi. Viceversa delegare le responsabilità alle circostanze esterne può da un lato giustificare il pro- prio ritiro dall’impegno, dall’altro facilitare la presa di distanza dai fattori indipendenti dalla propria volontà per contrastare i sentimenti d’impotenza. 72 73 4.10. Questionario: “Come sei abituato a studiare?” Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, stimoli per eventuali approfondimenti) e lo stesso questionario. FINALITÀ: Individuare le modalità di studio e le risorse personali da investire nella nuova esperienza for- mativa. TEMPO: OCCORRENTE: 30 + 20 min. Questionario Cartelloni per rielaborazione grafica. SVOLGIMENTO: L’operatore propone il questionario agli allievi, i quali sono chiamati a rispondere individual- mente alle domande previste. Successivamente l’operatore raccoglie le risposte, registra i dati e li fa rappresentare dagli stu- denti, o li rappresenta lui stesso, su cartelloni con diagrammi, istogrammi, ecc. Il gruppo classe, infine, analizza la presenza di indicatori costanti e coglie i problemi ricorrenti da discutere. APPROFONDIMENTI: Dal confronto in aula possono nascere delle ipotesi di lavoro sul metodo di studio. Si raccomanda, per l’operatore, un’adeguata preparazione che agevoli la rappresentazione gra- fica (diagrammi, istogrammi, ecc.) dei dati registrati. 74 75 76 4.11. Scheda: “Motivarsi” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, stimoli per eventuali approfondimenti), la stessa scheda e una traccia di approfondimento sulla tecnica S-Q-2L-3R. FINALITÀ: Aiutare gli allievi ad individuare quali sono le proprie doti, le proprie criticità, e quali le cose su cui basta concentrarsi un po’ di più per poi elaborare strategie di rinforzo e fronteggiamento. TEMPO: OCCORRENTE: 20 min. Scheda. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce agli allievi le schede spiegando che il loro compito è quello di colo- rare: in verde gli elementi presenti quando studiano, in rosso quelli non presenti, in giallo quelli presenti solo ogni tanto. Successivamente l’operatore si rende disponibile per spiegare sommariamente alcune voci un po’ più complicate (es. quelle della colonna metodologia di studio) e per sottolineare l’inci- denza e l’importanza dei singoli fattori. APPROFONDIMENTI: Si consiglia di documentarsi e preparare esempi per spiegare, al termine dell’attività, le singole voci descritte nella scheda, dando risalto al fatto che ciascun fattore incide nella motivazione allo studio, anche quelli ritenuti ininfluenti come la corretta alimentazione, l’ordine sulla scri- vania, ecc. Per quanto concerne il metodo di studio S-Q-2L-3R, è inserito di seguito l’approfondimento relativo. 77 78 79 5. CONCLUSIONI L’unità 2 è stata dedicata a sottolineare l’importanza della motivazione nel processo di apprendimento. È emersa la necessità di aiutare gli allievi a superare gli ostacoli e le barriere che incontrano nello studio, al fine di permettergli di esprimere le loro potenzialità e capacità, e di soddisfare i loro desideri, incrementando la fiducia in se stessi. 81 Quarta parte TERZA UNITÀ: “CRESCERE INSIEME” 1. INTRODUZIONE Il gruppo sembra diventato oggi uno dei “luoghi” privilegiati per la riflessione e l’azione in campo formativo e in quello terapeutico. Ciò che è venuto man mano chiarendosi e rafforzandosi negli ultimi anni è l’idea che il gruppo primario o piccolo gruppo rappresenta un contesto psico-so- ciale assai ricco di stimoli e di possibilità in ordine alla crescita, alla maturazione e all’apprendimento. Occorre dunque fare il miglior “uso” possibile del numero di persone con cui ci si trova e, proprio per questo, capire il rapporto tra gli individui, in gruppi pic- coli o grandi. In questa unità ci concentreremo sulle dinamiche di gruppo, che sono alla base di ciò che vorremmo fosse il nostro modo di lavorare. Bisogna dare importanza sia a ciò che i gruppi realizzano sia al processo attraverso cui viene raggiunto l’obiettivo. Un gruppo fondato su dinamiche positive avrà numerose caratteristiche. Le accenniamo: a) la persona con più esperienza sul tema e sul soggetto in esame gioca un ruolo attivo, senza però dominare il gruppo. Ciascuno si prende l’intera responsabi- lità di quello che succede; b) tutti partecipano positivamente al lavoro, e sono in grado di condividere le proprie vedute, idee ed esperienze; c) i suggerimenti vengono giudicati in base al loro contenuto, non in base alla posizione (status) di chi parla. Conta l’opinione di tutti; d) alla fine dell’attività, ciascuno si sente soddisfatto del cammino del gruppo e della parte che ha avuto al suo interno; e) il gruppo ha una forte identità; f) i risultati sono i migliori possibili: il gruppo è efficiente. Questo è l’ideale. In effetti pochi gruppi vi si avvicinano, ma molti possono sforzarsi di farlo. Concludendo, affermiamo che esistono dei fattori particolarmente importanti che fungono da sostegno per le attività di gruppo presentate in quest’unità. Si tratta in particolare del clima emotivo-affettivo presente all’interno del gruppo e della presenza delle regole. 82 Poiché le attività proposte a supporto dell’accompagnamento in itinere pos- sono stimolare il contatto con nuclei esperienziali delicati della persona, è fonda- mentale che ciò possa avvenire all’interno di un contesto interpersonale caratteriz- zato da fiducia e rispetto, così da favorire il costituirsi, a livello emotivo, di un senso di sicurezza e di protezione. In questo modo le persone coinvolte possono abbassare le difese, esplorare e cogliere elementi importanti che li riguardano. Anche la presenza di regole risulta essere un fattore fondamentale, se non de- cisivo, per la riuscita delle attività di gruppo. Le regole a cui si fa riferimento sono essenzialmente di due generi: quelle che sono comuni a tutte le attività proposte, che restano perlopiù ad un livello implicito e hanno la funzione di delimitare quello spazio come “ludico”, e le regole speci- fiche che riguardano le diverse attività e le differenziano le une dalle altre; queste regole sono esplicite e rendono chiaro ciò che è richiesto di fare in quel gioco spe- cifico, in che modo ci si deve o si può agire. L’importanza delle regole si riferisce in gran parte al fatto che rendono possi- bile la canalizzazione delle energie personali e di gruppo in ambiti entro cui poter dare spazio, in un contesto non pericoloso, al divertimento, alla sperimentazione e all’acquisizione di nuovi atteggiamenti e comportamenti. Tutto ciò permette di dare ampiamente conto delle possibilità che vengono at- tribuite a questi particolari strumenti di lavoro nel gruppo, con particolare riferi- mento al processo di facilitazione dell’ampliamento della consapevolezza e del cambiamento. Quanto affermato può essere schematicamente raffigurato come segue: Regole Clima interpersonale positivo Sperimentazione attiva Elaborazione Consapevolezza Nuove acquisizioni Cambiamento 83 2. FASI DELLA TERZA UNITÀ Le fasi dell’unità 3 sono: a) “Riflettere sulle proprie abilità comunicative”; b) “Definire obiettivi di gruppo”; c) “Collaborare in gruppo”; d) “Individuare le relazioni stabilite nel gruppo”; e) “Verificare l’andamento del gruppo”. Di seguito, ci soffermiamo su ciascuna di esse e, in coda a questa parte, ripor- tiamo le schede utili per lo svolgimento delle fasi. 2.1. Prima fase: “Riflettere sulle proprie abilità comunicative” La disposizione alla comunicazione e al dialogo è il punto di partenza del gruppo e si realizza progressivamente. Saper ascoltare gli altri è una virtù rara che si acquista con l’esercizio; farsi comprendere dagli altri richiede capacità di esprimersi, molta pazienza e abilità a realizzare un feedback costante. Bisogna perciò allenarsi al dialogo; assieme all’iniziazione al dialogo è impor- tante conoscere anche le leggi più elementari della comunicazione: saper interpre- tare i silenzi nel gruppo, il ricorso a domande al momento opportuno, avere co- scienza dei livelli di comunicazione dentro i quali ci si muove o si collocano gli altri. L’operatore, dopo aver presentato il percorso e l’unità, propone agli allievi le attività “Frasi assassine” e “Ascolto attento”, utili per cominciare a far compren- dere e sperimentare ai ragazzi l’importanza di una buona comunicazione. 2.1.1. Finalità La fase “Riflettere sulle proprie abilità comunicative” mira ad aiutare gli al- lievi a: a) capire l’importanza della comunicazione; b) cominciare a familiarizzare con le regole necessarie per sviluppare una buona comunicazione; c) rilevare gli atteggiamenti di ognuno abitualmente presenti nei rapporti con gli altri. 2.1.2. Obiettivi Le attività di questa fase permettono ai ragazzi di: a) iniziare a comunicare in modo positivo e costruttivo; b) sperimentare e acquisire le regole base per instaurare una buona comunica- zione. 84 2.1.3. Strumenti e attività Per le attività di questa fase l’operatore si avvale di due esercitazioni: a) “Frasi assassine”; b) “Ascolto attento”. 2.1.4. Risorse Il formatore o l’orientatore organizza lo svolgimento delle attività, della durata complessiva di un’ora e 30 minuti, in aula. 2.2. Seconda fase: “Definire obiettivi di gruppo” Per un buon lavoro di gruppo è necessario che il gruppo stesso decida cosa fare e come farlo. Nei gruppi in cui dominano passività ed inerzia, si tende ad adottare le norme date e a sopportare il ritmo di funzionamento prestabilito. Nel gruppo che fin dall’inizio ha idee chiare e creative da realizzare si discute e si decide insieme anche il modo di procedere e il metodo da seguire. Le attività proposte in questa fase consentono di dare rilevanza all’assunzione di responsabilità da parte dei ragazzi, sia come singoli, sia come gruppo. 2.2.1. Finalità In sintesi, la fase “Definire obiettivi di gruppo” intende consentire l’assun- zione e lo sviluppo di obiettivi condivisi da tutto il gruppo classe. 2.2.2. Obiettivi Lo svolgimento delle attività proposte permette agli allievi di divenire più re- sponsabili del loro apprendimento, sia a livello individuale che di gruppo, attra- verso la definizione di mete e la verifica del loro raggiungimento. 2.2.3. Strumenti e attività In questa fase, l’operatore utilizza: a) esercitazione “Il mio goal settimanale”; b) scheda “Il cinqualogo”. 2.2.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) guida lo svolgimento delle attività in aula, per la durata complessiva di circa un’ora. 2.3. Terza fase: “Collaborare in gruppo” All’interno di un gruppo inteso come soggetto decisionale unico e democra- tico, le procedure per arrivare a prendere delle decisioni meritano una particolare attenzione. 85 Riteniamo che un corretto cammino decisionale si fondi su quattro fasi fonda- mentali e precisamente su: a) prendere atto della necessità e dell’urgenza di decidere; b) identificare l’oggetto della decisione; c) proporre e confrontare le alternative; d) scegliere. L’operatore, attraverso le attività previste per questa fase, guida gli allievi ad essere parte attiva nelle decisioni da prendere all’interno del gruppo e a cooperare per raggiungere gli obiettivi comuni. 2.3.1. Finalità Schematizzando, la fase “Collaborare in gruppo” intende: a) dimostrare agli allievi i vantaggi di un lavoro collaborativo b) evidenziare l’importanza dell’osservazione reciproca e del coordinamento delle diverse posizioni; c) facilitare la riflessione sul ruolo di ognuno all’interno del gruppo. 2.3.2. Obiettivi Le attività proposte permettono agli allievi di: a) essere in grado di esaminare il modo di prendere decisioni in gruppo; b) migliorare la capacità di mantenere il contatto con gli altri e di coordinare le proprie e le altrui posizioni; c) riuscire a verificare la capacità personale di collaborazione all’interno del gruppo e il ruolo di ogni partecipante nell’ambito del lavoro di gruppo; d) riflettere sul loro ruolo all’interno del gruppo. 2.3.3. Strumenti e attività In questa fase l’operatore si avvale di: a) esercitazione “La NASA”; b) esercitazione “Sciogliere i nodi”; c) esercitazione “Aeroplani di carta”. 2.3.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du- rata di circa 2 ore e 45 minuti, in aula. 2.4. Quarta fase: “Individuare le relazioni stabilite nel gruppo” All’interno di un gruppo, ogni individuo è accettato dagli altri ed interagisce nei vari momenti in maniera diversa. 86 È importante far emergere la posizione di ogni ragazzo nel gruppo e, dunque, focalizzare le relazioni sociali instaurate nel gruppo stesso. Le attività previste in questa fase, “I miei candidati e “Sociogramma”, consen- tono di indagare tali rapporti con semplicità e chiarezza. 2.4.1. Finalità In sintesi, la fase “Individuare le relazioni stabilite nel gruppo” mira a rilevare le dinamiche e le relazioni sociali presenti nel gruppo. 2.4.2. Obiettivi Attraverso le attività proposte, gli allievi sono in grado di: a) esprimere quali capacità relazionali rilevano nei loro compagni; b) scoprire e comprendere i motivi di eventuali esclusioni. 2.4.3. Strumenti e attività Per lo svolgimento delle attività, l’operatore si avvale di: a) esercitazione “I miei candidati”; b) questionario “Sociogramma”. 2.4.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizzano lo svolgimento del lavoro, della du- rata di circa un’ora, in aula. 2.5. Quinta fase: “Verificare l’andamento del gruppo” L’evoluzione di un gruppo non procede sempre con esiti sicuri, anzi è fre- quente l’incontro di difficoltà. Di qui la necessità di una verifica del cammino in certi momenti opportuni. Importante è adeguare la revisione al gruppo, altrimenti si rischia di non raggiun- gere il risultato voluto. I materiali qui presentati possono essere utilizzati in alternativa gli uni agli altri o, per lo stesso scopo, in momenti diversi. 2.5.1. Finalità Con la fase di revisione si intende: a) verificare il cammino del gruppo per superare le eventuali difficoltà; b) indagare la percezione che gli allievi hanno dello spazio-classe. 2.5.2. Obiettivi Attraverso le attività di questa fase, gli allievi riescono a superare la timidezza e a far emergere la loro posizione all’interno del gruppo. 87 2.5.3. Strumenti e attività L’operatore si avvale di: a) scheda “In questo gruppo io…”; b) questionario di revisione; c) scheda di valutazione; d) schede “Il nostro ambiente di lavoro”. 2.5.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du- rata di circa un’ora e 25 minuti, in aula. 3. ALLEGATI Di seguito riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi- cate nei paragrafi precedenti. 3.1. Esercitazione: “Frasi assassine” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività) e la scheda utile per svolgere la stessa esercitazione. FINALITÀ: Aiutare gli allievi a comunicare in modo positivo e costruttivo. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda. SVOLGIMENTO: L’operatore introduce l’attività e i suoi obiettivi. Successivamente distribuisce i fogli e favorisce il più possibile il lavoro autonomo degli al- lievi, che devono leggere le frasi e completare la scheda in base agli stimoli proposti sulla stessa. Infine, ci si riunisce in cerchio e si mettono a confronto le varie “risposte”. APPROFONDIMENTI: In questa fase l’operatore dovrà sintetizzare le diverse esperienze, favorendo l’intervento di tutti, specialmente dei più timidi e soprattutto evidenziare le frasi “che danno vita” cioè che contribuiscono a creare confidenza, sintonia tra le persone e non barriere come le frasi “assas- sine”. 88 89 90 3.2. Esercitazione: “Ascolto attento” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per svol- gere la stessa esercitazione. FINALITÀ: Far sperimentare agli allievi le regole per una buona comunicazione; favorire la conoscenza di sé su questi aspetti, evidenziando perché alcune comunicazioni sono in realtà “dialoghi tra sordi”. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore divide la classe in 3 gruppetti: uno parla, l’altro ascolta e il terzo osserva. Coloro che parlano hanno la possibilità di scegliere i temi che ritengono più significativi a li- vello personale (ad esempio ciò che piace di loro stessi, ciò che vorrebbero cambiare di sé, qualcosa che è loro successo e che è piaciuto o che non hanno sopportato, qualcosa di cui l’altro non è a conoscenza), oppure esprimono la loro opinione su qualche fatto o idea. I ragazzi che parlano devono esprimere i loro sentimenti, idee o esperienze in relazione con il tema scelto. I ragazzi che ascoltano devono praticare i principi dell’ascolto attivo indicati nella scheda allegata. Gli osservatori devono stare attenti perché non si violino tali principi. Essi non partecipano al dialogo se non per indicare che quello che ascolta non osserva le norme. Gli osservatori devono fare di tutto perché si svolga una corretta forma di ascolto. Dopo 5 o 6 minuti, si interrompe l’esercizio e si discute la forma in cui la conversazione è av- venuta: se quelli che hanno parlato hanno veramente esposto le loro idee, se quelli che ascolta- vano lo facevano davvero o interrompevano mostrando disaccordo, se gli osservatori hanno realizzato il loro compito di “custodi delle regole”… mantenendo le medesime terne, si cam- biano i ruoli e si ripete il procedimento per altre due volte, perché tutti possano esplicitare i tre ruoli dell’esercizio. APPROFONDIMENTI: Possono essere proposte domande per la riflessione sull’esperienza alle quali rispondere perso- nalmente e poi condividere come ulteriore esercizio di “ascolto collettivo”. È importante che tutti dicano qualcosa ma nessuno deve essere obbligato a “confidare” cose troppo personali; l’operatore dia l’esempio evitando commenti su quanto ciascuno esprime e ringraziando per quanto viene detto. Alcune domande: “Come mi sentivo mentre ascoltavo attentamente l’altro? Come mi sentivo mentre l’altro mi ascoltava? Se ho provato uno stress durante questo esercizio provo a descri- verlo…” 91 92 3.3. Esercitazione: “Il mio goal settimanale” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e le schede utili per svol- gere la stessa esercitazione. FINALITÀ: Aiutare gli allievi ad assumersi maggior responsabilità per il proprio apprendimento esercitan- dosi a porre delle mete e a verificarne il raggiungimento. TEMPO: OCCORRENTE: 25 min. Scheda “Il mio goal settimanale”; Scheda di revisione. SVOLGIMENTO: L’operatore propone un esercizio da ripetere periodicamente ogni 1 o 2 settimane. Il compito è quello di stabilire un obiettivo da raggiungere nel corso del periodo considerato. È importante che la meta da raggiungere sia descritta bene per poter poi controllarne l’effettivo raggiungimento. Su un cartellone l’operatore disegna una ipotetica porta di un campo di calcio, all’interno della quale, in fase di verifica, andranno attaccati i foglietti colorati che riportano gli obiettivi rag- giunti (i goal, appunto). APPROFONDIMENTI: È opportuno decidere con il gruppo le scadenze più adatte per questo esercizio. A seconda del tipo di gruppo saranno meglio ritmi più o meno lunghi. È importante non parlare in un primo momento delle mete non raggiunte, in modo che gli al- lievi in causa non ricevano la stessa attenzione di quelli che invece hanno avuto successo. Questo diminuirebbe, infatti, l’effetto positivo per gli studenti che hanno raggiunto le loro mete e indebolirebbe il senso di responsabilità degli altri nei confronti del loro insuccesso. Si dovrebbe comunque notare la presenza o meno di obiettivi troppo irrealistici o troppo alti; eventualmente l’operatore aiuterà gli allievi interessati a scegliere una meta più “umile” e con- creta. Esercitandosi apertamente nel gruppo, si conferisce al processo di autocontrollo un carattere di impegno e si impara a collegare i singoli obiettivi parziali agli obiettivi del gruppo. La struttura di questa strategia permette ad ognuno di formulare anche obiettivi minimi e quindi di sperimentare consapevolmente e rendere visibili agli altri quei piccoli successi che altrimenti passerebbero inosservati. 93 94 95 3.4. Scheda: “Il cinqualogo” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda. FINALITÀ: Formalizzare l’impegno del gruppo/classe rispetto al corso. TEMPO: OCCORRENTE: 35 min. circa (20 + 15). Scheda. SVOLGIMENTO: Si suddivide la classe in sottogruppi; ogni gruppo elabora cinque regole per vivere bene il corso. In assemblea si dibatte per elaborarne cinque comuni alla classe, che vengono riportate su un cartellone da appendere in un luogo ben visibile. APPROFONDIMENTI: L’operatore favorisce il lavoro collaborativo all’interno dei gruppi. Successivamente l’operatore guida l’elaborazione delle 5 regole comuni alla classe. Il cinqualogo è uno strumento da verificare e rielaborare periodicamente in itinere. 96 97 3.5. Esercitazione: “La NASA” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e le schede utili per svol- gere la stessa esercitazione. FINALITÀ: Aiutare gli allievi ad esaminare il modo di prendere le decisioni di gruppo. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda: “La NASA” Scheda: “La NASA: soluzione” SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce la scheda a ciascun partecipante e lascia 5/10 minuti per mettere in or- dine le voci secondo la loro importanza. Non è permessa alcuna discussione. Successivamente si formano dei gruppetti di circa sei persone e, in ogni gruppetto, l’operatore assegna ad un membro il compito di fungere da osservatore, anziché da partecipante. Ogni gruppo deve avere una scheda e deve ordinare le voci in 20 minuti, traendo spunto da quanto è già stato fatto individualmente. Alla fine, si valuta insieme il procedimento di ciascun gruppo, dando la parola prima agli os- servatori e poi ai partecipanti. Vengono lette ad alta voce le risposte corrette, tenendo distinti i fogli individuali da quelli di gruppo. Si toglie un punto per ogni risposta sbagliata e si confrontano i risultati individuali e quelli di gruppo. APPROFONDIMENTI: Secondo lo stile di conduzione adottato emerge la diversa efficienza dei gruppi. Quasi sempre il punteggio realizzato dal gruppo è migliore di quello individuale. In ogni caso si può valutare l’efficienza di un gruppo alle prese con un compito difficile, ri- spetto al quale esistono delle risposte giuste e non c’è, quindi, possibilità di giudizio sogget- tivo. 98 99 1) ossigeno 2) mappa stellare 3) elemento di riscaldamento 4) bussola magnetica 5) acqua 6) latte in polvere 7) torce 8) cibo concentrato 9) corda di nylon 10) equipaggiamento di pronto soccorso 11) ricetrasmittente 12) seta da paracadute 13) scatola di fiammiferi 14) pistole 15) canotti di salvataggio 100 3.6. Esercitazione: “Sciogliere i nodi” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività). FINALITÀ: Aiutare gli allievi a migliorare la loro capacità di mantenere il contatto con gli altri, di osser- vare la propria e altrui posizione, di coordinare le proprie e altrui azioni. TEMPO: OCCORRENTE: 15 min. Nessun materiale specifico. SVOLGIMENTO: L’operatore forma gruppi di 8/10 persone. Ogni gruppo si mette in cerchio, spalla a spalla, e allunga le braccia in avanti, verso il centro del cerchio. Ognuno prende due mani (anche con gli occhi chiusi) evitando di prendere due mani della stessa persona o quelle del compagno più vicino e le tiene in modo ben saldo. Adesso si comincia a sciogliere il nodo che si è creato. La regola del gioco è questa: è vietato lasciare le mani che si sono prese in precedenza. Ci sono due possibilità: ognuno di propria iniziativa, può cercare di sciogliere il nodo cambiando la propria posizione, oppure gli allievi possono cercare tutti insieme una soluzione, almeno finché è fattibile. L’operatore dà inizio al gioco ricordando che i minuti a disposizione per sciogliere i nodi sono cinque. Al termine i gruppetti si riuniscono in cerchio e discutono tra di loro su ciò che è stato osser- vato. Qualcuno ha preso la guida del gruppo? Il gruppo è stato guidato da più persone? Fino a che punto siete riusciti a sciogliere il nodo? Come vi siete sentiti? Infine l’operatore raduna i gruppetti e si analizza tutti insieme l’attività. 101 3.7. Esercitazione: “Aeroplani di carta” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, suggerimenti per eventuali approfondimenti) e le schede utili per svol- gere la stessa esercitazione. FINALITÀ: Gli allievi possono verificare la loro capacità di collaborazione all’interno del gruppo e quale ruolo assume ogni singolo partecipante nell’ambito del lavoro di gruppo. È importante che i ragazzi, anche negli altri processi di cooperazione di gruppo, assumano al- l’occasione la disposizione a riflettere, per potersi chiedere: “Che ruolo gioco in questo mo- mento? Che ruolo mi si addice? È di qualche utilità per il gruppo?” TEMPO: OCCORRENTE: 90 min. Scheda: “Aeroplani di carta: attori” Scheda: “Aeroplani di carta: osservatori” SVOLGIMENTO: L’operatore divide la classe in due gruppi: in uno andranno gli allievi che vogliono partecipare attivamente, nel secondo quelli che vogliono osservare gli altri del primo gruppo. I due gruppi vengono poi suddivisi in gruppetti da 5/6 persone; ogni gruppetto di “attori” deve scegliere un gruppetto di “osservatori”… gli attori devono sedersi al centro e gli osservatori in- torno. Ogni componente del gruppetto degli attori deve scegliere la persona che lo osserverà… L’operatore distribuisce agli osservatori, senza mostrare il contenuto agli attori, la “scheda d’osservazione” che dovranno utilizzare durante il lavoro. Anche gli attori ricevono una scheda che spiega loro in che cosa consiste il loro lavoro. A questo punto gli attori hanno a disposizione 30 minuti di tempo per portare a termine il pro- prio compito. Gli osservatori non devono parlare, ma prendere appunti in silenzio. Al termine si stabilisce qual è l’aeroplano di carta meglio riuscito. Ogni gruppetto, poi, passa alla fase di confronto: ciascun attore deve descrivere ciò che più lo ha colpito del proprio comportamento durante il lavoro di cooperazione. Il suo osservatore deve riferirgli ciò che ha accertato; anche i compagni del suo gruppetto di at- tori potranno parlare dell’esperienza di collaborazione fatta con lui. Alla fine tutti insieme si valuta l’attività. APPROFONDIMENTI: Se il tempo lo consente, si può provare a ripetere l’attività invertendo i ruoli. Eventuali domande: “Perché ho partecipato nel ruolo di attore o osservatore? Se avessi cono- sciuto prima il gioco, avrei deciso diversamente da quello che ho fatto?” 102 103 104 3.8. Esercitazione: “I miei candidati” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, suggerimenti per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per svolgere la stessa esercitazione. FINALITÀ: Aiutare i ragazzi ad esprimere quali capacità relazionali rilevano nei compagni. Aiutare gli adolescenti che sono stati scelti meno a scoprire come essi stessi possono aver con- tribuito a creare una tale situazione e cosa possono fare per modificarla. Cercare di capire insieme al resto del gruppo la causa di ciò. TEMPO: OCCORRENTE: 45 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce la scheda agli allievi e li invita a compilarla in 15 minuti. Poi si forma un cerchio unico, ognuno legge a voce alta i propri candidati e i partecipanti nominati pren- dono nota della scelta nella seconda colonna della scheda. Quando gli allievi comunicheranno i nomi dei candidati, dovranno motivare brevemente la loro scelta precisando ciò che maggiormente li ha colpiti dell’interessato, quali pregi o qualità riconoscono o pensano che abbiano gli allievi prescelti. Successivamente si formano quattro gruppi all’interno dei quali gli allievi racconteranno le proprie esperienze e discuteranno su cosa gli altri hanno detto di loro (30 minuti): “Siete sod- disfatti del modo in cui siete stati citati dagli altri? Ciò corrisponde alle esperienze già fatte nella vita? Vi vedete diversi, almeno in parte? Dove intravedete i pregi specifici delle qualità qui raccolte?”. Infine ci si riunisce nuovamente in cerchio e si valuta insieme l’attività. APPROFONDIMENTI: Eventuali domande: “Mi è piaciuta quest’attività? Per quale caratteristica della mia personalità sono stato maggiormente scelto? Ritengo che le mie qualità siano state interpretate giusta- mente? Penso di essere stato ignorato o scelto troppo poco? Da cosa può dipendere? Posso aver contribuito con il mio comportamento a non essere preso in considerazione? Cosa provo ora? Ho qualcosa da aggiungere?” 105 106 3.9. Questionario: “Sociogramma” Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, suggerimenti per eventuali approfondimenti), la scheda di spiegazione del sociogramma e lo stesso questionario. FINALITÀ: Rappresentare graficamente le risposte dei partecipanti ad alcune domande sul funzionamento del gruppo. TEMPO: OCCORRENTE: 15 min. Scheda: “Indicazioni teoriche sul sociogramma” Questionario SVOLGIMENTO: All’inizio l’operatore chiede ai partecipanti di compilare il questionario sul loro rapporto con gli altri membri del gruppo. In seguito ritira i questionari e passa alla loro elaborazione segnando con frecce di colore di- verso le risposte date dagli allievi. APPROFONDIMENTI: È un semplice accorgimento per rappresentare la situazione del gruppo. Si tenga presente che le domande del sociogramma possono influenzare il futuro del gruppo e che le persone insicure potrebbero facilmente sentirsi urtate. Qualcuno “meno conosciuto” o che nessuno vuole conoscere meglio, difficilmente aumenta la stima per se stesso. È indispen- sabile usare questa tecnica con molto tatto. 107 108 109 110 111 112 3.10. Scheda: “In questo gruppo io...” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la stessa scheda. FINALITÀ: Aiutare l’allievo ad individuare e collocare se stesso all’interno del gruppo del quale fa parte. TEMPO: OCCORRENTE: 20 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore introduce l’attività e i suoi obiettivi; successivamente distribuisce i fogli e favo- risce il più possibile il lavoro autonomo dei ragazzi. Infine, ci si riunisce in cerchio e si mettono a confronto le varie “risposte”. In questa fase l’operatore dovrà cercare di sintetizzare le diverse esperienze favorendo l’inter- vento di tutti i ragazzi, specialmente dei più timidi. 113 114 115 3.11. Questionario di revisione Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, eventuali approfondimenti) e lo stesso questionario. FINALITÀ: Fare la revisione dell’attività del gruppo. TEMPO: OCCORRENTE: 20 min. Questionario SVOLGIMENTO: L’operatore introduce l’attività e i suoi obiettivi; successivamente distribuisce i fogli e favo- risce il più possibile il lavoro autonomo dei ragazzi. È bene che l’operatore revisioni periodicamente il modo di procedere delle attività. APPROFONDIMENTI: Questo questionario è molto semplice e si può realizzare in due fasi: una individuale, l’altra propriamente di gruppo o collettiva, dal momento che è importante che il gruppo possa perce- pire come si sentono i singoli membri. 116 117 3.12. Scheda di valutazione Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, eventuali approfondimenti) e la stessa scheda. FINALITÀ: Revisione delle attività di gruppo. TEMPO: OCCORRENTE: 15 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore introduce l’attività e i suoi obiettivi; successivamente distribuisce i fogli e favo- risce il più possibile il lavoro autonomo dei ragazzi. È bene che l’operatore revisioni periodicamente il modo di procedere delle attività. Quest’atti- vità ha efficacia solo nel caso in cui il gruppo elabori periodicamente obiettivi e regole comuni (cfr. schede: “Il cinqualogo”, “Il mio goal settimanale”). APPROFONDIMENTI: Questa scheda è molto semplice e si può utilizzare periodicamente per operare una veloce e sommaria revisione di gruppo. 118 119 3.13. Schede: “Il nostro ambiente di lavoro” Riportiamo una tavola che spiega le schede (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, eventuali approfondimenti) e le stesse schede. FINALITÀ: Indagare la percezione che gli allievi hanno nei confronti dello “spazio-classe”. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Schede (individuale e di gruppo) Cartellone per sintesi. SVOLGIMENTO: L’operatore chiede agli allievi di esprimere le qualità che attribuiscono all’ambiente quotidiano di lavoro e di identificare alcuni aspetti positivi e negativi che possono concorrere a definirne il clima. L’operatore distribuisce inizialmente solo la parte della scheda da completare individualmente; successivamente si divide la classe in 3/4 gruppi e a ciascun gruppo viene consegnata una scheda di sintesi. Dopo aver concesso il tempo necessario al gruppo per discutere e completare la scheda, l’ope- ratore riunisce la classe e, attraverso una discussione collettiva, si può arrivare a decidere su quali aspetti dell’ambiente classe intervenire. Insieme si elabora un cartellone dove vengono indicate le proposte presentate per migliorare l’ambiente e il clima di lavoro. APPROFONDIMENTI: Per quanto riguarda in specifico gli aspetti più critici, si procede a un’ulteriore valutazione circa le reali possibilità di incidere sulla risoluzione del problema da parte della classe: ad esempio, sarebbe molto difficile far ridipingere le pareti, qualora gli studenti lo desiderassero, ma sarebbe possibile modificare la distribuzione dei banchi, qualora fosse ritenuta insoddisfa- cente. 120 121 122 4. CONCLUSIONI Le fasi di questa unità hanno permesso di rilevare l’importanza del gruppo e delle dinamiche interne ad esso per la maturazione e la crescita di ogni individuo, in particolare nel campo formativo. Contemporaneamente, è emersa l’importanza di un contesto interpersonale in grado di ispirare protezione e fiducia ai soggetti coinvolti, regolato da chiare regole indispensabili per garantire lo svolgimento e l’esito positivo delle attività di gruppo. 123 Quinta parte QUARTA UNITÀ: “INTERESSI E PROFESSIONI” 1. INTRODUZIONE Il concetto di “interesse” in ambito orientativo fa riferimento alla mobilita- zione di energie che l’individuo utilizza in relazione a determinate attività, settori formativi o professionali. Alcuni interessi si mantengono costanti nel tempo, altri si caratterizzano, in- vece, per un certo grado di variabilità riferito alla durata (transitoria o stabile), al- l’estensione (numero d’interessi dell’individuo) e all’intensità (forza con cui si ma- nifesta un interesse rispetto agli altri) dell’interesse. L’analisi della variazione dei propri interessi può rappresentare per l’individuo un importante elemento di conoscenza di sé ed aiutarlo a comprendere in che dire- zione egli vuole dirigere la propria evoluzione personale e professionale. Esiste un forte rapporto tra interessi e motivazione. Quando una persona svolge un’attività che gradisce, la motivazione viene na- turalmente incentivata e, di conseguenza, s’impegna maggiormente. Inoltre, il sog- getto può avvalersi di una maggiore capacità di concentrazione e di attenzione, ha una più forte spinta a superare le difficoltà ed è più disponibile ad imparare. Tale disponibilità è stata più volte evidenziata come fondamentale nella matu- razione della professionalità degli individui in ogni campo di applicazione. Gli interessi sono in genere correlati con le attività nelle quali l’individuo per- segue il miglior rendimento o ha maggiore esperienza. Tutti, infatti, spinti dal pro- prio interesse, tendono ad impegnarsi in un determinato ambito, ottenendo in questo modo risultati soddisfacenti che, in un circolo virtuoso, porteranno a colti- vare ancor di più quello stesso interesse. Nonostante esista uno stretto rapporto tra attitudini ed interessi, è importante rilevare che un’elevata presenza di uno dei due non corrisponde necessariamente alla altrettanto elevata presenza dell’altro. Un individuo può possedere attitudini sufficienti per ottenere un buon suc- cesso in un determinato campo, ma non essere interessato ad indirizzare le proprie energie in quella direzione. Allo stesso modo si può essere fortemente interessati a perseguire un obiettivo senza però essere in possesso delle abilità che esso richiede. 124 È quindi di vitale importanza prestare attenzione alla definizione dei propri in- teressi professionali in modo da poter conseguentemente concentrare le proprie forze nella direzione da essi indicata. Naturalmente la scelta finale della professione da intraprendere non si baserà soltanto sugli interessi della persona, ma anche su fattori altrettanto importanti come le potenzialità psico-attitudinali, le abilità specifiche, il contesto socio-cultu- rale in cui si è inseriti, ecc. La scelta della strada da intraprendere dovrà, infatti, scaturire dalla valuta- zione complessiva di questi fattori affrontati nelle diverse unità del presente ma- nuale. 2. FASI DELLA QUARTA UNITÀ Le fasi che compongono la quarta unità sono: a) “Conoscere il mondo del lavoro”; b) “Riflettere sui propri interessi professionali”; c) “Individuare le proprie attitudini”; d) “Elaborare il proprio profilo professionale”. 2.1. Prima fase: “Conoscere il mondo del lavoro” Il panorama delle professioni esistenti sul mercato è sempre più vasto e indefi- nito; ogni giorno nascono nuove professioni ed è estremamente importante dare ai ragazzi la possibilità di conoscerle, seppur in modo poco approfondito. Le attività proposte in questa fase permettono di inquadrare le principali aree professionali esistenti e stimolare la curiosità dei ragazzi nei confronti delle di- verse tipologie professionali. Riguardo alle professioni non note, è bene invitare gli allevi a lavorare in gruppi per operare ricerche sui sussidi informativi appositamente predisposti dal CFP, almeno per conoscere strumenti tipici, luogo di lavoro, problemi principali legati alle professioni analizzate. 2.1.1.Finalità In sintesi, questa fase mira a a) stimolare la curiosità degli allievi riguardo alle diverse professioni esistenti; b) fornire agli allievi un quadro delle principali tipologie professionali. 2.1.2. Obiettivi Al termine delle attività i ragazzi avranno: a) individuato le professioni ideali per sé e le loro possibili realizzazioni; b) imparato ad organizzare le informazioni sulle professioni analizzate. 125 2.1.3. Strumenti e attività L’operatore si avvale di: a) esercitazione “Le figure professionali”; b) esercitazione “Il problema dell’imprenditore”; c) esercitazione “Mettere ordine alle idee”; d) esercitazione “Il detective dei mestieri”; 2.1.4. Risorse Il formatore o l’orientatore organizzano lo svolgimento delle attività di questa fase, della durata di oltre due ore e 30 minuti, in aula. 2.2. Seconda fase: “Riflettere sui propri interessi professionali” Questa seconda fase prevede lo svolgimento di attività necessarie per stimo- lare i ragazzi ad identificare ed esplicitare i loro interessi professionali, con riferi- mento anche alle prospettive future di ognuno. 2.2.1. Finalità Le attività della fase “Riflettere sui propri interessi professionali” mirano ad aiutare gli allievi a: a) individuare i loro interessi riguardanti il mondo del lavoro; b) evidenziare i criteri legati alla scelta del loro futuro lavoro. 2.2.2. Obiettivi Al termine delle attività, i ragazzi avranno: a) identificato ed esplicitato i loro interessi lavorativi; b) riconosciuto i loro interessi fondamentali, utili nella definizione del progetto personale di ognuno. 2.2.3. Strumenti e attività Gli strumenti previsti sono: a) scheda “Mi piace…”; b) scheda “Interessi passeggeri e duraturi”; c) scheda “Immaginando il futuro…”. 2.2.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) predispone lo svolgimento delle attività in aula, per un tempo complessivo di circa un’ora e 40 minuti. 2.3. Terza fase: “Individuare le proprie attitudini” La fase “Individuare le proprie attitudini” contribuisce ad aiutare i ragazzi ad individuare le proprie attitudini in riferimento alle professioni esistenti, e si rivela utile per la progettazione del profilo professionale individuale di ogni allievo. 126 Al tempo stesso, i giovani sono stimolati a cogliere i nessi esistenti tra le abi- lità richieste dal mondo professionale e la coerenza di queste con gli interessi per- sonali individuati, nonché a individuare il modo migliore di raggiungere la profes- sione ideale. 2.3.1. Finalità Le attività di questa fase sono rivolte a: a) stimolare gli allievi a rilevare ed evidenziare le loro abilità; b) favorire la riflessione di ogni allievo sulle sue attitudini in riferimento alle professioni alle quali è interessato; c) facilitare l’individuazione delle attitudini necessarie per svolgere determinati mestieri. 2.3.2.Obiettivi Le attività proposte permettono agli allievi di: a) incrementare la consapevolezza delle loro abilità e attitudini; b) valutare la compatibilità tra le attitudini individuali, gli interessi personali e le abilità richieste dal mondo professionale; c) individuare la via più congeniale per raggiungere la professione ideale. 2.3.3. Strumenti e attività In questa fase l’operatore si avvale di: a) scheda “Identità professionale”; b) scheda “I+C=A”; c) scheda “Doti di personalità e professioni”; d) scheda “Cosa conta di più?”; e) scheda “Matteo e il computer”. 2.3.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento del lavoro, della durata di tre ore e 40 minuti, in aula. 2.4. Quarta fase: “Elaborare il proprio profilo professionale” L’ultima fase dell’unità 4 permette di sintetizzare le informazioni acquisite ed elaborare il profilo individuale dell’allievo, verificando se le intenzioni e le scelte formative del ragazzo sono coerenti con le professioni da lui indicate come preferite. 2.4.1. Finalità Le attività proposte mirano a verificare: a) la congruenza tra i risultati delle attività precedenti ed il profilo emergente dal questionario informatizzato; b) la coerenza tra le scelte formative e le professioni preferite. 127 2.4.2. Obiettivi Dopo aver partecipato alle attività, gli allievi saranno in grado di effettuare una scelta più consapevole del percorso formativo e della futura professione. 2.4.3. Strumenti e attività L’operatore si avvale del questionario “Motivazioni professionali”. 2.4.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du- rata di circa un’ora e 20 minuti, in aula. 3. ALLEGATI Di seguito riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi- cate nei paragrafi precedenti. 3.1. Esercitazione: “Le figure professionali” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e i materiali utili per svol- gere la stessa. FINALITÀ: Permettere agli allievi di individuare le professioni ideali per se stessi e le loro possibili realiz- zazioni. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore consegna a ciascun allievo le sette schede con l’elenco delle professioni e invita gli allievi a ritagliare le schede e a fare con le professioni tre insiemi, sulla base dei seguenti criteri: che cosa mi piace, che cosa rifiuto, che cosa non conosco o mi è indifferente. Successivamente gli allievi elaborano tre graduatorie delle professioni preferite. Una prima graduatoria sulla base della desiderabilità, una seconda sulla base della realizzabilità, una terza che indichi una/due professioni che rappresentino (come ipotesi da sottoporre ad ulteriori veri- fiche) il miglior compromesso tra desiderabilità e realizzabilità e sulle quali raccogliere infor- mazioni più approfondite. APPROFONDIMENTI: L’operatore è invitato ad integrare i materiali tenendo conto dell’evoluzione delle figure pro- fessionali nel mercato del lavoro. 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 3.2. Esercitazione: “Il problema dell’imprenditore” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività) e la scheda utile per svolgere la stessa esercitazione. FINALITÀ: Guidare i ragazzi nell’organizzare le informazioni sulle professioni in pochi elementi facili da capire e ricordare, individuando i punti in comune tra le diverse attività proposte nella scheda. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda. SVOLGIMENTO: L’operatore introduce l’attività dicendo: “È un grosso problema il fare delle scelte appropriate per sé e per la società. Anche perché spesso non si sa trovare il “nocciolo comune” di molte at- tività professionali in cui possiamo trovare la nostra soddisfazione. Supponete che si debba mettere insieme alle seguenti persone una terza persona, scegliendola tra i professionisti elen- cati, per formare dei gruppi affiatati, affini tra loro, per cui possano facilmente intendersi. Chi scegliereste? Perché?”. Dopo aver fatto questo esercizio si commentano insieme le risposte. L’operatore deve cercare sempre di far capire che per trovare l’elemento comune bisogna prima analizzare, poi confrontare e infine giudicare sul grado di comunanza e sul tipo di simi- larità. 138 139 3.3. Esercitazione: “Mettere ordine alle idee” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per svol- gere la stessa esercitazione. FINALITÀ: Offrire agli allievi ulteriori occasioni di approfondimento sulle differenti tipologie di profes- sioni tenendo conto, tra gli altri parametri, delle differenze di genere. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore divide la classe in quattro gruppetti e distribuisce le schede ai ragazzi. Ogni gruppo è invitato ad osservare bene le professioni del foglio A classificandole secondo due criteri: utilità sociale (dalla più utile socialmente alla meno utile), varietà di compiti (dalla più complessa alla meno complessa). Successivamente si procede nello stesso modo per i fogli rimanenti (B; C; D). Infine l’operatore può dare avvio ad una discussione partecipata nella classe. APPROFONDIMENTI: I criteri possibili per le classificazioni sono molteplici. Per esempio, si può chiedere ai ragazzi di operare una classificazione secondo: lavori intellet- tuali o manuali, al chiuso o all’aperto, maschili o femminili, suscitando discussioni sulle moti- vazioni delle scelte e creando occasioni per riflettere sui diversi stereotipi correnti (è bene, però, non tralasciare gli aspetti oggettivi di differenza tra i sessi). 140 141 142 FINALITÀ: Testare le conoscenze dei ragazzi riguardo le diverse professioni stimolando la creatività e la spontaneità degli allievi. TEMPO: OCCORRENTE: Variabile. Cartoncini con professioni (gli stessi utilizzati per l’esercitazione 3.1. “Le figure professionali”) SVOLGIMENTO: L’operatore divide la classe in due gruppi; mostra un cartoncino su cui è scritto il nome di una professione, meglio se anche disegnato o rappresentato con un’immagine, col dorso verso la classe. Poi si rivolge ai ragazzi dicendo: “Adesso dovrete scoprire la professione scritta sul carton- cino, facendo un po’ come fa un detective: dovrete cercare degli indizi, che annoterete su fogli bianchi, facendomi delle domande pertinenti a cui risponderò solo con un sì o un no. Non do- vete cercare di indovinare semplicemente dicendo il nome di una professione, ma individuare gli indici che possono rivelare il tipo di professione”. Si possono scegliere due modalità: i due gruppi alternano le domande sulla stessa professione oppure l’attività è svolta prima da un gruppo e poi dall’altro utilizzando quindi due professioni diverse. Infine, ciascun gruppo elenca le caratteristiche che hanno permesso di individuare la profes- sione. APPROFONDIMENTI: Calcolando bene i tempi è un’attività che si può ripetere stimolando una sana competizione tra i gruppi (es. una breve gara). 3.4. Esercitazione: “Il detective dei mestieri” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e i materiali utili per svol- gere la stessa esercitazione. 143 3.5. Scheda: “Mi piace...“ Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda. FINALITÀ: Aiutare gli allievi ad individuare i propri interessi in riferimento al mondo del lavoro. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore espone gli obiettivi dell’attività, distribuisce le schede e cerca di favorire il lavoro autonomo degli allievi; ogni allievo compila singolarmente la propria scheda, dedicando parti- colare attenzione anche alla parte finale della stessa. APPROFONDIMENTI: Eventualmente, se ritenuto necessario, si può dividere l’attività in due parti proponendo di completare la scheda in momenti diversi. 144 145 146 3.6. Scheda: “Interessi passeggeri e duraturi” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la stessa scheda. FINALITÀ: Stimolare gli allievi a riconoscere i propri interessi fondamentali, utili nella definizione di un proprio progetto professionale. TEMPO: OCCORRENTE: 40 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce le schede dell’attività e invita gli allievi a completarle nelle varie parti con attenzione. Lo scambio e il confronto in gruppo è sempre un momento arricchente. 147 148 3.7. Scheda: “Immaginando il futuro... ” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la stessa scheda. FINALITÀ: Aiutare gli allievi ad evidenziare i criteri legati alla scelta del proprio lavoro. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore invita gli allievi a completare la scheda con attenzione e a sintetizzare le informa- zioni riportate nell’ultima parte della scheda stessa. 149 150 151 3.8. Scheda: “Identità professionale” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda. FINALITÀ: Stimolare gli allievi a rilevare ed evidenziare le proprie abilità. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce le schede dell’attività e propone agli allievi una compilazione indivi- duale al quale può fare seguito una condivisione in gruppo. APPROFONDIMENTI: L’individuazione delle proprie abilità è utile per la progettazione del profilo professionale poiché il ragazzo, dopo aver dichiarato quali sono i suoi interessi professionali, riflette in modo più sistematico su quali sono le proprie attitudini in riferimento alle professioni alle quali è interessato. 152 153 3.9. SCHEDA: “I + C = A (INTERESSI + CAPACITÀ = ATTITUDINI)” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la stessa scheda. FINALITÀ: Facilitare l’individuazione, da parte degli allievi, delle attitudini necessarie per svolgere deter- minati mestieri; stimolare i ragazzi a cogliere i nessi esistenti tra le abilità richieste dal mondo professionale e la coerenza di tali attività con gli interessi personali individuati precedente- mente. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce le schede dell’attività e invita i ragazzi a completarle nelle diverse parti con attenzione. Successivamente, l’attività si presta molto bene ad una rielaborazione fi- nale di gruppo nella quale l’operatore faciliterà l’intervento costruttivo di tutti i membri. APPROFONDIMENTI: Potrebbe essere interessante stimolare i ragazzi a decifrare il titolo di quest’attività dopo averla completata, proponendo esempi personali concreti. 154 155 3.10. Scheda: “Doti di personalità e professioni” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la stessa scheda. FINALITÀ: Facilitare l’individuazione, da parte degli allievi, delle doti ritenute valide e facilitanti lo svol- gimento di determinati mestieri; stimolare i ragazzi a cogliere i nessi esistenti tra le abilità ri- chieste dal mondo professionale e la coerenza di tali attività con gli interessi personali indivi- duati precedentemente. TEMPO: OCCORRENTE: 40 min. Scheda SVOLGIMENTO: Tenendo conto delle professioni indicate nella presente unità ed altre professioni conosciute, gli allievi vengono stimolati a scoprire i lavoratori che, nell’esercizio del loro lavoro, mettono in atto le caratteristiche personali indicate nella scheda. Successivamente, ogni allievo segna con una crocetta le qualità, indicate sul foglio, che desi- dererebbe possedere. Infine, durante la discussione gli allievi sono invitati dall’operatore a completare le liste delle professioni per ogni qualità (aggiungendo, eliminando, sostituendo). 156 157 3.11. Scheda: “Cosa conta di più?” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la stessa scheda. FINALITÀ: Aiutare gli allievi a collegare i criteri di scelta personali con le professioni esistenti sul mer- cato. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore introduce l’attività e invita gli allievi a leggere le varie testimonianze, a trovare i criteri di scelta della professione di ciascuno degli intervistati e ad indicare i mestieri possibili per ogni intervistato. 158 159 160 3.12. Scheda: “Matteo e il computer” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la stessa scheda. FINALITÀ: Permettere agli allievi di evidenziare i propri interessi professionali ed individuare la via a loro più congeniale per raggiungere la professione ideale. TEMPO: OCCORRENTE: 30 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore consegna la scheda agli allievi e li invita a leggere attentamente la prima parte del testo. L’operatore invita gli allievi a concentrarsi sulla parte successiva per la quale è necessario sta- bilire un clima adatto alla riflessione personale. 161 162 3.13. Questionario: “Motivazioni personali” Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento dell’attività) e lo stesso questionario. FINALITÀ: Permettere all’’allievo di verificare se le proprie intenzioni e scelte formative sono coerenti con le professioni indicate come preferite. TEMPO: OCCORRENTE: 40 min. Questionario. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce la scheda ai ragazzi spiegando gli obiettivi dell’attività e cercando di favorire il più possibile il lavoro individuale degli allievi e successivamente la rielaborazione in gruppo. 163 164 3. CONCLUSIONI Nella quarta unità abbiamo rilevato lo stretto legame tra interessi e motiva- zione e tra i primi e la riuscita nelle attività che li riguardano. Sono proprio gli interessi, infatti, e non le attitudini, a determinare l’impegno ed il rendimento di ogni individuo nei vari campi e settori. Le attività proposte nell’unità si rivelano particolarmente utili e importanti per gli allievi, contribuendo a determinare la scelta finale della professione da intra- prendere. 165 Sesta parte QUINTA UNITÀ: “FRONTEGGIARE LE DIFFICOLTÀ” 1. INTRODUZIONE Durante la crescita i giovani devono affrontare contesti di vita diversi; popola- zione e problemi che li preoccupano e li inquietano. I cambiamenti della società si riflettono, ovviamente, nelle mutevoli questioni che possono preoccupare i giovani. Sia alle famiglie che alle istituzioni, come quelle educative, è richiesta consa- pevolezza delle dinamiche inerenti la propria comunità e la capacità di compren- dere come queste possano influenzare le necessità degli adolescenti stessi. La relazione dei giovani con il proprio ambiente sociale, infatti, non è statica, ma dinamica e reciproca: l’ambiente sociale influenza, ed è a sua volta influenzato, dalla propria popolazione. 2. INDICAZIONI TEORICHE SU ALCUNE DIFFICOLTÀ ADOLESCENZIALI È molto interessante poter determinare quali sono le preoccupazioni dei gio- vani e come essi vi fanno fronte in un determinato momento e in un particolare contesto. Di seguito, presentiamo alcune indicazioni sulle preoccupazioni adolescen- ziali, sullo stress adolescenziale, sulle abilità di coping (fronteggiamento) dell’ado- lescente; infine, presentiamo una tavola con alcune indicazioni sulla gestione di momenti difficili. 2.1. Le preoccupazioni degli adolescenti Negli ultimi anni sono stati molti i tentativi di rilevare ciò che preoccupa gli adolescenti. Questi studi dimostrano che i giovani si interessano ad una varietà di questioni come l’aspetto fisico, il livello di rendimento scolastico e formativo, il lavoro, i rapporti interpersonali e la paura della guerra nucleare. Da alcune ricerche emerge come prioritaria la preoccupazione per i progetti inerenti all’istruzione e alla professione. 166 Altrettanto diffuse sono le preoccupazioni per il terrorismo, l’autostima, la sa- lute mentale e fisica dei genitori, l’avere un ragazzo (o una ragazza) e le relazioni sessuali. I metodi per valutare le preoccupazioni degli adolescenti variano dal racco- gliere descrizioni estemporanee e spontanee, di ciò che viene avvertito come preoccupazione, ad un approccio di tipo più comune, in cui s’indaga come l’inter- vistato reagisce in rapporto alle singole preoccupazioni di un limitato ambito. Le ricerche hanno in genere mostrato che le preoccupazioni degli adolescenti variano in rapporto al contesto dell’intervista, allo stile di intervista e all’età degli intervistati. La carriera, i voti, il proseguimento dell’istruzione e l’aspetto fisico risultano essere le quattro preoccupazioni più gravi per i giovani. Generalmente, oltre all’opprimente preoccupazione per gli esami, sempre al primo posto, uno studente su dieci è preoccupato per questioni relative al lavoro, all’amore, alla felicità e alle relazioni familiari. La preoccupazione per la riuscita, infine, supera di molto sia la preoccupa- zione per i rapporti interpersonali sia, ad un livello simile, la preoccupazione per questioni altruistiche (la guerra nucleare, la povertà del Terzo Mondo). 2.2. Lo stress adolescenziale Lo stress è la normale reazione del corpo a eventi quotidiani e al modo in cui li percepiamo e quindi non si può ritenere che sia frutto soltanto della nostra mente. Negli ultimi quindici anni, è cresciuta in modo notevole fra gli adolescenti l’incidenza dei problemi legati allo stress, essendo in aumento la disoccupazione giovanile, i cambiamenti e lo scompiglio nella vita familiare, la competizione per gli impieghi nel terziario in un clima che vede ridotte le opportunità di lavoro e così via. Si assiste ad un incremento dei disturbi alimentari. Un’ulteriore prova dell’esistenza di uno stress giovanile è l’incidenza del fenomeno della depres- sione. Tra i problemi degli adolescenti vanno a incidere fattori come l’allontana- mento dalla famiglia, l’abuso genitoriale, il basso livello d’istruzione e le limitate opportunità di impiego. Altro aspetto critico per l’evoluzione dello stress giovanile è la famiglia. Ciò che accade in famiglia ha un ruolo di fondamentale importanza nel determinare il modo in cui gli adolescenti vivono il periodo che porta all’età adulta: l’autostima degli adolescenti, ad esempio, è positivamente correlata all’interesse e all’inco- raggiamento dei genitori ed il fatto che questi ultimi possano essere in crisi di mezza età può diventare un importante fattore che concorre allo stress dell’adole- scente. Molto frequentemente un altro fattore di stress ritrovato negli adolescenti è la noia. C’è chi sperimenta la noia durante l’attività formativa; talvolta, invece, la 167 noia è cronica. Non tutti i giovani hanno bisogno di stimoli ed attività allo stesso livello. Sembra che la differenza nello stato di benessere dei giovani sia data dalla capacità di combattere la noia e di assumersi la responsabilità di godere delle cose che si hanno, di sentirsi stimolati a raggiungere quello che rientra nelle proprie possibilità e di rendere possibile ciò che sembra inaccessibile o immuta- bile. Concludendo, possiamo affermare che la migliore fonte di informazione ri- guardo alle preoccupazioni, stress e tensioni, siano i giovani stessi e in ogni parti- colare contesto è necessario chiedere loro cosa pensano che gli stia accadendo, dal loro unico punto di vista. 2.3. Fronteggiare lo stress Per affrontare lo stress, è molto importante sviluppare un elevato senso di effi- cacia personale, o di fiducia nelle proprie abilità: gli allievi che nutrono fiducia in se stessi non percepiscono le stressanti richieste formative come minacce, ma come sfide, mentre quelli con bassi livelli di senso di efficacia o aspettative, di fronte alle stesse richieste, si sentono minacciati e reagiscono con elevati livelli di ansia da prestazione. La teoria del senso di efficacia è fortemente basata sulla teoria dell’apprendi- mento sociale e su quella del locus of control, secondo le quali chi è sinceramente convinto di poter controllare aspetti importanti della propria vita agisce conforme- mente a tale credenza e si sente capace di affrontare ciò che gli viene richiesto. Inoltre, s’impara a credere nelle proprie capacità osservando le azioni di altre per- sone significative, oltre che le risposte che riceviamo in conseguenza ai nostri comportamenti. Una ulteriore risorsa per fronte allo stress è l’abilità di coping (fronteggia- mento). Il coping consiste nell’attivazione di strategie cognitive e comportamentali per far fronte alle richieste del vivere quotidiano. Ci sono continue ricerche e nuove indicazioni sul modo migliore per trattare particolari situazioni, sul ruolo dell’ereditarietà e dell’ambiente, della formazione e della famiglia, sull’abilità di apprendimento nel corso della vita e così via. L’interesse per il coping adolescenziale è, tuttavia, un fenomeno relativamente recente. 2.4. Gestire i momenti critici La tabella riportata di seguito si offre come strumento utile per la gestione di eventuali “momenti critici”. Essa presenta alcuni spunti di riflessione e altrettanti spunti operativi. È peraltro fondamentale ricordare che l’esempio dei formatori rappresenta il migliore stimolo formativo in chiave etica. 168 3. FASI DELLA QUINTA UNITÀ Le fasi che compongono questa unità sono: a) “Riconoscere lo stress”; b) “Migliorare la consapevolezza di ostacoli e paure”; c) “Riflettere su persone e situazioni”. Tavola: Gestione momenti critici TIPO DI CONDOTTA Condotta di assecondamento degli interlocutori (famiglia, insegnanti, orientatori ma anche compagni…) in assenza di indicazioni motivazionali personali e di attitudini coerenti. Condotta di partecipazione da protagonista con una decisione basata su una propria lettura della vocazione e delle attitudini personali, delle opportunità e dei loro costi. Condotta di rinvio delle decisioni e di scelta delle opzioni che sembrano più coerenti con questa tattica dilatoria. Condotta utilitaristica ovvero basata su un preciso calcolo dei costi/benefici necessari al perseguimento del fine atteso. TIPO DI CRISI La crisi subentra come disorientamento ovvero mancanza di spinta interiore (motivazione intrinseca) nei confronti della proposta formativa, ma alla lunga anche come crisi di insuccesso. La crisi può subentrare sul piano esistenziale, quando l’organizzazione formativa non riesce a fornire risposte adeguate alle aspettative, ma alla lunga anche come crisi di insuccesso. La crisi si evidenzia come incapacità di investimento elevato specie in corrispondenza dei vari momenti di impegno e di prova. La crisi si evidenzia come percezione della scarsa utilità del sapere fornito/appreso nel confronto con la realtà esterna all’organizzazione. INTERVENTI CONSIGLIATI È necessario evitare che la persona prenda decisioni in questa condizione. È bene proporgli di impegnarsi in un’attività propria, in un ambito di suo interesse, in modo da favorire una maturazione ed una decisione personale. Occorre dare prova delle capacità del Centro di riconoscere i propri limiti e di autocorreggersi. È necessario intervenire in modo da creare una “formazione di eccellenza” almeno su uno degli ambiti in cui l’utente esprime maggiore interesse e sensibilità. Occorre operare innanzitutto sulla rilevazione del potenziale della persona, con la riflessione circa l’impegno ed il metodo di studio. È necessario puntare a realizzare almeno in un ambito di forte interesse dell’utente una performance di qualità, per poi trarre da essa stimolo al miglioramento. Bisogna avere la capacità di riconoscere se il proprio progetto formativo è carente o meno. Infatti, vi è cattiva formazione quando l’alternativa lavorativa risulta più vantaggiosa. In questo caso bisogna agire sul progetto, sul rapporto con le imprese, sul profilo professionale, sui metodi formativi e didattici. 169 3.1. Prima fase: “Riconoscere lo stress” La prima fase dell’unità “Fronteggiare le difficoltà” risulta utile per analizzare e fronteggiare lo stress. In particolare, per spiegare il fenomeno dello stress, si può partire dal dia- gramma sottostante, che evidenzia come la percentuale di efficienza nelle attività personali sia significativamente correlata con la quantità di attivazione (stress) pre- sente nell’organismo. Occorre precisare che erroneamente si intende lo stress come un fenomeno esclusivamente negativo, perché esso è naturale e necessario alla vita, e, quando ri- mane sotto controllo, ha un significato positivo. Immaginiamo, ad esempio, uno studente di fronte ad un esame. Se il suo li- vello di stress è nullo, probabilmente la sua “prestazione” non sarà ottimale; d’altra parte, quando il cosiddetto “eu-stress” (lo stress positivo) aumenta oltre la soglia che ne fa uno stimolo positivo alle normali attività, esso supera le possibilità di adattamento dell’organismo. L’eccesso di ansia risulta allora paralizzante e diventa “di-stress” causando manifestazioni funzionali ed organiche negative. Gli stimoli che danno origine a stress, detti stressor, possono essere di varia origine e natura. Lo stress è un messaggio del nostro corpo: va ascoltato ed accolto; solo così la persona potrà imparare a conoscere ed elaborare strategie positive per fronteggiare tali difficoltà e fare un passo avanti anche nella sua evoluzione personale. 100% EFFICIENZA Eccitazione positiva da stress Troppo poco stress Troppo stress 100% ATTIVAZIONE ➝ ➝ ➝ 170 Per trovare la propria posizione nel diagramma, occorre chiedersi: “Aggiun- gendo un nuovo impegno, anche piccolo, la mia efficienza aumenterebbe o dimi- nuirebbe?”. Per un uso ottimale della propria energia, gli impegni personali devono essere proporzionati al mantenimento della propria salute e del proprio benessere psicofisico. 3.1.1. Finalità Le attività proposte mirano a fornire agli allievi metodi e strategie per ricono- scere, affrontare e vincere lo stress. 3.1.2. Obiettivi Al termine di questa fase gli allievi avranno: a) riconosciuto in loro stessi ed evidenziato i sintomi e le manifestazioni com- portamentali proprie dello stress; b) riflettuto sulle capacità personali utili per fronteggiare lo stress ed elaborato un impegno concreto per raggiungere tale scopo. 3.1.3. Strumenti e attività L’operatore si avvale di: a) scheda “Ahi!! Ahi!! Ahi!!”; b) scheda “Nello studio io…”; c) esercitazione “S.O.S. Successo sullo stress”; d) scheda “Vincere lo stress”. 3.1.4. Risorse Il formatore o l’operatore organizza lo svolgimento delle attività, della durata complessiva di circa tre ore e 15 minuti, in aula. 3.2. Seconda fase: “Migliorare la consapevolezza di ostacoli e paure” Per fronteggiare le difficoltà, è necessario che ogni soggetto sia consapevole delle proprie paure nell’effettuare delle scelte. Questa fase è costituita dalle attività “Cosa ostacola le tue scelte?” e “Paure nel cestino”, utili per far emergere e superare limiti e paure. 3.2.1. Finalità Le attività di questa fase, come già rilevato, mirano, anche attraverso lo scambio reciproco e il confronto tra gli allievi, a favorire l’esplicitazione e il supe- ramento dei limiti e delle paure di ognuno di loro nell’effettuare le scelte. 3.2.2. Obiettivi Al termine del lavoro previsto, gli allievi avranno: 171 a) esplicitato i loro atteggiamenti nei confronti di scelte da effettuare e decisioni da prendere; b) attuato uno scambio reciproco di esperienze e vissuti personali, relativamente alle fantasie negative e alle paure provate; c) assunto un atteggiamento volto al superamento dei propri limiti, grazie al po- tenziamento della capacità di prefigurare differenti modalità di comporta- mento di fronte allo stesso problema, e all’apprendimento della capacità di va- lutare in modo critico le diverse alternative possibili. 3.2.3. Strumenti e attività Gli strumenti e le attività previste per questa fase sono: a) questionario “Cosa ostacola le tue scelte?”; b) esercitazione “Paure nel cestino?”. 3.2.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du- rata di circa un’ora e 20 minuti, in aula. 3.3. Terza fase: “Riflettere su persone e situazioni” Le attività dell’ultima fase dell’unità 5 sono “Cosa fareste al posto loro?”, “Telefono amico” e “Incidenti di percorso”. Esse si rivelano particolarmente utili per abituare i ragazzi a mettersi nei panni degli altri e per superare problemi di re- lazione tra allievi e adulti (formatori, titolari, ecc.). 3.3.1. Finalità Le attività di questa fase mirano a favorire la propensione alla ricerca di solu- zioni per situazioni problematiche, riferite soprattutto al rapporto dei ragazzi con gli adulti. 3.3.2. Obiettivi Al termine della attività gli allievi avranno: a) cominciato ad imparare a mettersi nei panni degli altri; b) riflettuto sulla possibilità di attuare delle strategie utili a superare le difficoltà nei rapporti con gli adulti; c) svolto delle esercitazioni per la ricerca di soluzioni per soluzioni problema- tiche. 3.3.3. Strumenti e attività In questa fase l’operatore si avvale di: a) esercitazione “Cosa fareste al posto loro?”; b) esercitazione “Telefono amico”; c) esercitazione “Incidenti di percorso”. 172 3.3.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento delle attività, della du- rata di circa due ore, in aula. 4. ALLEGATI Di seguito riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi- cate nei paragrafi precedenti. 4.1. Scheda: “Ahi!! Ahi!! Ahi!!” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la stessa scheda. FINALITÀ: Rilevare l’incidenza dello stress tra gli allievi, a partire dai sintomi che essi riconoscono in loro stessi. TEMPO: OCCORRENTE: 15 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce la scheda senza esplicitarne lo scopo, che verrà approfondito successi- vamente, per evitare di influenzare le risposte. Gli allievi completeranno la scheda personale mentre l’operatore fornirà eventuali chiarimenti su termini a loro sconosciuti. È importante che l’operatore raccolga e supporti le risposte degli allievi e giustifichi così l’atti- vità, fornendo informazioni circa cause e manifestazioni di stress. La possibilità di adottare strategie adeguate al fronteggiamento di tali manifestazioni dovrà, in- fatti, necessariamente passare dalla consapevolezza di essere “vittime” dello stress. 173 174 4.2. Scheda: “Nello studio, io... ” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, indicazioni per approfondimenti) e la stessa scheda. FINALITÀ: Far emergere le manifestazioni di tipo emotivo – fisiologico – comportamentale di ogni allievo legate all’insorgenza dello stress. TEMPO: OCCORRENTE: 20 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce la scheda senza esplicitarne lo scopo che verrà approfondito successi- vamente per evitare di influenzare le risposte. Gli allievi completeranno la scheda personale mentre l’operatore fornirà eventuali chiarimenti su termini a loro sconosciuti. Soltanto al termine della compilazione si renderanno noti i punteggi e i risultati ad essi abbi- nati. APPROFONDIMENTI: I punteggi si ottengono sommando il valore di ogni casella segnata con la crocetta. Da 10 a 20: sei molto poco stressato e puoi studiare bene. Da 21 a 30: è presente un po’ di stress ma con una lieve modifica tutto si potrebbe risolvere. Da 31 in poi: sei molto stressato ed è necessario un intervento deciso per capire come modifi- care questo stato d’ansia. 175 176 4.3. Esercitazione: “S.O.S: sullo stress” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per approfondimenti) e le schede utili per il suo svolgi- mento. FINALITÀ: Favorire la riflessione sulle diverse capacità personali utili per il fronteggiamento del feno- meno stress; e l’elaborazione di un impegno concreto tramite l’apprendimento della tecnica proposta. TEMPO: OCCORRENTE: 2 ore. Schede SVOLGIMENTO: L’operatore presenta la tecnica esplicitando i tre livelli di analisi previsti; per facilitare l’inter- vento attivo degli allievi si suggerisce di introdurre l’attività utilizzando la tecnica del brain- storming applicata alla “Scheda per l’innesco”: gli allievi sono invitati a fare degli esempi per ognuna delle voci proposte. Successivamente l’operatore integra le conoscenze degli allievi servendosi degli spunti indicati nella “Scheda guida per l’operatore”. Il cuore dell’attività, comunque, consiste nell’esplicitare individualmente i propri impegni di cambiamento per ciascuna delle aree di capacità critiche presentate nella scheda (“Scheda per l’elaborazione personale”). APPROFONDIMENTI: Si suggerisce la prova dell’attività da parte dell’operatore stesso, in modo da poter riflettere anticipatamente sulla propria esperienza e fornire stimoli agli allievi attraverso esempi perso- nali. È importante se gli allievi possono ritrovarsi nelle situazioni presentate come esempio. Lo scopo principale dell’attività si concretizza nell’ultima parte della “scheda per l’elabora- zione personale” dove all’allievo è richiesto di esprimere il proprio intento ad impegnarsi nella direzione che, tra le altre, giudica più critica. In questa fase continua ad essere fondamentale la capacità di empatia, di supporto, di com- prensione dell’operatore necessaria per regolare il proprio intervento in funzione delle reazioni del gruppo. 177 178 179 180 181 182 4.4. Scheda: “Vincere lo stress” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, indicazioni per approfondimenti) e la stessa scheda. FINALITÀ: Fornire ulteriori elementi per prevenire, controllare, affrontare lo stress. TEMPO: OCCORRENTE: 40 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore presenta alla classe le sei piste indicate nella scheda fornendo esempi concreti e fa- vorendo l’intervento degli allievi nel dibattito innescato. APPROFONDIMENTI: I contenuti della scheda sono il risultato di una ricerca statunitense e va presentata ai ragazzi quale esempio da cui trarre preziosi spunti per elaborare la propria visione sul tema trattato. 183 184 4.5. Questionario: “Cosa ostacola le tue scelte?” Riportiamo una tavola che spiega il questionario (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per approfondimenti) e lo stesso questionario. FINALITÀ: Favorire, negli allievi, l’esplicitazione dei propri atteggiamenti nei confronti di scelte e prese di decisioni. TEMPO: OCCORRENTE: 20 min. Questionario SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce a ciascun allievo il questionario e si rende disponibile a chiarire even- tuali significati oscuri. Al termine della compilazione, l’operatore introdurrà un dibattito con lo scopo di evidenziare le strategie positive per far fronte ai comportamenti che hanno portato in- successo quindi sfiducia e stress. APPROFONDIMENTI: È fondamentale stimolare l’allievo a porsi degli obiettivi, a breve termine, per poter migliorare i propri atteggiamenti critici. È importante valorizzare la possibilità di miglioramento piuttosto che elencare molto analitica- mente tutti gli atteggiamenti critici. 185 186 4.6. Esercitazione: “Paure nel cestino” Riportiamo una tavola che spiega le schede (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e le stesse schede. FINALITÀ: Favorire negli allievi l’esplicitazione e il confronto di vissuti personali a livello di fantasie ne- gative, di paure, di fantasmi. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce a ciascun allievo la scheda individuale e invita a scrivere emozioni e preoccupazioni personali all’interno dei riquadri tratteggiati. Questi riquadri vengono ritagliati e raccolti in un contenitore per tutta la classe; si procede alla lettura, cercando di mettere insieme i contenuti simili o che fanno riferimento ad una categoria omogenea di problemi. Per ciascun insieme di frasi si cerca la definizione più ampia possibile che permetta di arrivare all’individuazione di un numero ristretto di paure molto diffuse all’interno della classe. In questo senso l’attività di raggruppamento ha lo scopo di ridurre la casistica dei vissuti espli- citati, favorendo un’attività di sintesi; allo stesso tempo permette ad ogni allievo di verificare che le proprie paure sono condivise da altri compagni, riducendo così l’ansia e il senso di ina- deguatezza personale. Conclusa questa fase, la classe viene sollecitata a elaborare delle strategie per “buttare nel ce- stino” le paure, cioè per metterle da parte o almeno imparare a tenerle sotto controllo. L’individuazione di possibili strategie di fronteggiamento delle paure viene fatta operando in piccoli gruppi di 5/6 persone, sempre con l’attenzione a far lavorare più unità di allievi sulla stessa paura, per facilitare la valutazione critica dei vari suggerimenti proposti. Qualora il numero delle paure fosse rimasto elevato, è consigliabile procedere a una selezione dei contenuti su cui si vuole lavorare. 187 188 189 4.7. Esercitazione: “Cosa fareste al posto loro?” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e la scheda utile per svol- gere la stessa. FINALITÀ: Permettere agli allievi di imparare a “mettersi nei panni degli altri”, lavorare sulle possibili strategie che si possono mettere in atto qualora s’incontrino alcuni tipi di difficoltà nel rap- porto con gli adulti. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda SVOLGIMENTO: Questa attività può essere gestita e organizzata secondo diverse metodologie: 1) la classe viene suddivisa in 4/5 gruppi che lavorano sulla scheda proposta; 2) all’interno della classe vengono scelti 4 membri che interpretano le parti dei testimoni elencati nella scheda (role-play). In entrambi i casi, lo scopo principale è quello di evidenziare quali elementi sono mancati af- finché la collaborazione tra le persone citate nei casi potesse concludersi in modo positivo. APPROFONDIMENTI: Alcuni degli elementi critici che scaturiscono dall’analisi dei casi proposti sono: mancanza di collaborazione, mancanza di comunicazione tra le parti direttamente coinvolte. Una buona comunicazione è, infatti, fondamentale affinché gli obiettivi possano essere condi- visi e verificati regolarmente. 190 191 192 4.8. Esercitazione: “Telefono amico” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività) e la scheda utile per svolgere la stessa. FINALITÀ: Consentire agli allievi di esercitarsi nella ricerca di soluzioni per situazioni problematiche. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda SVOLGIMENTO: La classe immagina di avere a disposizione dei messaggi lasciati da alcuni studenti nella segre- teria di “Telefono amico”, un’iniziativa realizzata per aiutare studenti in difficoltà. I messaggi riportano quattro possibili situazioni che si potrebbero verificare nel proseguimento della loro esperienza. Con la tecnica altre volte utilizzata (3/4 piccoli gruppi che lavorano sullo stesso messaggio), si procede a preparare la “telefonata di risposta” allo studente in difficoltà. Infine si sintetizzano le risposte date dai singoli gruppi sul cartellone e dopo un breve dibattito si decidono quali risposte potrebbero essere più efficaci e adeguate. 193 194 4.9. Esercitazione: “Incidenti di percorso” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e le schede utili per svol- gere la stessa. FINALITÀ: Guidare gli allievi nell’esercitazione su alcune situazioni critiche nelle quali potrebbero venirsi a trovare, da risolvere attraverso l’assunzione di comportamenti concreti. TEMPO: OCCORRENTE: 60 minuti circa. Schede SVOLGIMENTO: Si propone la scheda nella quale i casi stimolo sono presentati come esempi da discutere all’in- terno di piccoli gruppi, alla ricerca di possibili soluzioni ai problemi presentati. Sarebbe utile che almeno due sottogruppi discutessero sulla stessa storia perché in fase di sin- tesi si possono evidenziare eventuali letture diverse rispetto allo stesso caso e soprattutto ana- lizzare le strategie di comportamento proposte dai diversi gruppi, qualora all’interno della classe si verificasse in futuro una situazione come quella descritta nel caso. APPROFONDIMENTI: Questa attività potrebbe essere completata facendo immaginare direttamente agli studenti al- cune situazioni critiche e chiedendo loro di esplicitare il comportamento che intenderebbero adottare in una simile circostanza. Si può ad esempio utilizzare uno schema tipo: Se nella nostra classe succedesse che…………………………………., il comportamento da met- tere in atto potrebbe essere…………………………………………………… 195 196 197 5. CONCLUSIONI Nella quinta unità si è affrontato il problema del fronteggiamento delle diffi- coltà da parte dei giovani, necessariamente condizionati dall’ambiente sociale in cui vivono. Particolare attenzione è stata dedicata al fenomeno dello stress, con l’offerta di indicazioni teoriche e la proposta di attività rivolte ad aiutare gli allievi ad affron- tarlo e gestirlo con adeguati metodi e strategie. 199 Settima parte SESTA UNITÀ: “VERIFICARE IL CAMMINO E PROGETTARE” 1. INTRODUZIONE Accompagnare gli adolescenti alla “conquista del mondo degli adulti” presup- pone di aiutarli a chiarire taluni aspetti della loro identità, mettere alla prova i loro valori, staccarsi con rispetto dalla loro famiglia e imparare a programmare in tempo la loro vita. Ciò comporta anzitutto che essi acquisiscano il senso della dimensione storica della loro esistenza. Un atteggiamento paziente e riflessivo nei confronti del tempo è tanto più im- portante per gli adolescenti in quanto essi attraversano una fase della vita caratte- rizzata in primo luogo dal distacco. L’elaborazione e la realizzazione di un concreto progetto di crescita personale e professionale rappresentano il punto di arrivo ideale di ogni percorso orientativo e formativo. Per giungere a tale obiettivo, l’individuo deve superare diverse diffi- coltà, non ultima quella di imparare ad integrare in modo realistico le proprie aspi- razioni con le capacità personali e le opportunità fornite dall’ambiente sociale di cui è parte integrante. Un buon progetto personale di crescita deve tenere conto dei propri desideri ed aspirazioni esplicitati nelle parti precedenti del presente manuale. Inoltre, non bisogna dimenticare che il raggiungimento anche di mete all’ap- parenza troppo lontane può essere reso possibile da un efficace pianificazione del percorso. In quest’ottica la messa a punto di un progetto personale di vita risulta indispensabile. È importante che l’individuo sia in grado di evidenziare ogni tappa che in- tende attraversare e di elaborare le strategie necessarie ad affrontare gli ostacoli che presumibilmente incontrerà. L’elaborazione di un percorso personale può allora paragonarsi allo studio della mappa della propria situazione attuale e del percorso che si vuole seguire per giungere alla meta. Solo dopo aver pianificato in modo realistico e concreto il proprio percorso, l’individuo sarà realmente in grado di confrontare i propri desideri con la realtà e con l’impegno richiesto per il conseguimento di quello stesso desiderio. 200 2. FASI DELLA SESTA UNITÀ Le fasi che compongono questa unità sono: a) “Definire obiettivi”; b) “Elaborare valutazioni e operare scelte”. 2.1. Prima fase: “Definire obiettivi” Al termine delle attività svolte in questa e nelle precedenti unità, è opportuno rilevare, attraverso le attività “I miei obiettivi” e “Il mio piano d’azione”, gli obiet- tivi individuali emersi e verificare la loro congruenza con gli interessi manifestati e le scelte effettuate da ogni allievo. 2.1.1. Finalità Sintetizzando, questa fase mira a favorire: a) l’analisi degli obiettivi emersi; b) l’elaborazione di un piano d’azione personale in considerazione dei propri in- teressi ed obiettivi. 2.1.2. Obiettivi Al termine di questa fase, gli allievi avranno: a) analizzato i loro obiettivi; b) scelto una strategia di raggiungimento degli obiettivi; c) elaborato un piano d’azione personale. 2.1.3. Strumenti e attività L’operatore utilizza: a) scheda “I miei obiettivi”; b) scheda “Il mio piano d’azione”. 2.1.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento del lavoro, della durata di circa un’ora e 40 minuti, in aula. 2.2. Seconda fase: “Elaborare valutazioni e operare scelte” Al termine del processo di accompagnamento in itinere è opportuno valutare l’intero percorso compiuto, nonché la sua validità ed efficacia. Quest’ultima fase, attraverso la verifica dei risultati raggiunti e l’elaborazione del progetto per il futuro, contribuisce in maniera determinante all’acquisizione di un consapevole progetto personale. 201 2.2.1. Finalità In sintesi, le attività di questa fase mirano a realizzare: a) un’attenta valutazione del percorso effettuato, della sua validità ed efficacia; b) una puntuale analisi del procedimento sotteso a scelte e decisioni. 2.2.2. Obiettivi Lo svolgimento del lavoro permette ai ragazzi di essere consapevoli dell’im- portanza delle attività svolte e del processo che porta ad effettuare scelte coerenti con i propri interessi ed obiettivi. 2.2.3. Strumenti e attività L’operatore si avvale di: a) scheda “In sintesi, penso che…”; b) scheda “Valutazione del percorso”; c) esercitazione “Prendere una decisione”. 2.2.4. Risorse Il formatore (o l’orientatore) organizza lo svolgimento del lavoro, della durata di circa due ore e 30 minuti, in aula. 3. ALLEGATI Di seguito riportiamo le schede utili per svolgere ciascuna delle attività indi- cate nei paragrafi precedenti. 202 3.1. Esercitazione: “I miei obiettivi” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per approfondimenti) e la scheda utile per realizzare la stessa. FINALITÀ: Consentire, da parte degli allievi, l’analisi dei propri obiettivi, evidenziando eventuali incon- gruenze, scegliere gli obiettivi principali ed elaborare una strategia di raggiungimento, rinun- ciando, evidentemente agli obiettivi secondari e di minore importanza incompatibili con quelli ritenuti fondamentali. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore introduce l’attività spiegando che spesso gli obiettivi che ci poniamo non sono compatibili tra loro (ad esempio, divertimento e studio); è allora assolutamente indispensabile scegliere, tra i due obiettivi, quello a cui si tiene di più e di conseguenza operare dei sacrifici che forzatamente possono portare a rinunciare ad uno degli obiettivi. L’operatore distribuisce le schede agli allievi invitando a completare la prima parte autonomamente. Successivamente, si rende disponibile ad affiancare gli allievi nell’operazione di confronto richiesta nella tabella a doppia entrata e nelle operazione di sintesi previste nell’ultima parte dell’attività. APPROFONDIMENTI: Si raccomanda all’operatore la disponibilità ad elaborare degli esempi chiarificatori per gli al- lievi, mostrando alla lavagna, se necessario, le operazioni concrete da eseguire per completare la tabella a doppia entrata di seguito presentata. Dalla tabella risulta che l’incompatibilità è tra obiettivo B e C, mentre l’obiettivo A è compati- bile con entrambi. Sarà quindi necessario decidere qual è l’obiettivo più importante, a quale obiettivo rinunciare e quale strategia adottare per realizzare l’obiettivo principale. Tavola: Incompatibilità tra obiettivi A B C D Diventare papà Costruire case Non studiare .................... A SÌ SÌ Diventare papà B SÌ NO Costruire case C SÌ NO Non studiare D .................... 203 204 205 3.2. Scheda:“Il mio piano d’azione” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività, indicazioni per approfondimenti) e la stessa scheda. FINALITÀ: Consentire l’elaborazione di un piano d’azione personale, tenendo conto dei propri interessi ed obiettivi individuati precedentemente. TEMPO: OCCORRENTE: 40 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore introduce l’attività, distribuisce la scheda e si rende disponibile a supportare e a fornire chiarimenti ulteriori. Al termine di questa fase individuale si può proporre uno scambio in assemblea. APPROFONDIMENTI: In questa delicata fase di sintesi l’operatore potrebbe dedicare del tempo individuale ai ragazzi (mediante colloqui) per verificare il realismo del loro piano di azione. 206 207 208 3.3. Scheda: “In sintesi, penso che…” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la stessa scheda. FINALITÀ: Operare una revisione sul cammino percorso durante l’accompagnamento in itinere, sintetiz- zare e verificare quanto si ricordano ed hanno perciò appreso sugli argomenti trattati. TEMPO: OCCORRENTE: 50 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce le schede, favorisce il lavoro autonomo degli allievi, raccomanda al gruppo spontaneità e sincerità durante la compilazione della scheda. Al termine dell’attività le schede vengono ritirate e successivamente riconsegnate agli allievi. 209 210 211 212 3.4. Scheda: “Valutazione del percorso” Riportiamo una tavola che spiega la scheda (finalità, tempi, svolgimento del- l’attività) e la stessa scheda. FINALITÀ: Consentire una valutazione personale del percorso di orientamento svolto; fornire un feed-back riguardo le attività svolte per migliorare la progettazione del percorso successivo. TEMPO: OCCORRENTE: 40 min. Scheda SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce le schede, favorisce il lavoro autonomo degli allievi, raccomanda al gruppo spontaneità e sincerità durante la compilazione della scheda. Al termine dell’attività le schede vengono ritirate e successivamente riconsegnate agli allievi. 213 214 215 3.5. Esercitazione: “Prendere una decisione” Riportiamo una tavola che spiega l’esercitazione (finalità, tempi, svolgimento dell’attività, indicazioni per eventuali approfondimenti) e le schede utili per svol- gere la stessa. FINALITÀ: Comprendere che ogni scelta comporta incertezza, vantaggi e svantaggi. Imparare a rilevare le diverse possibilità legate ad una decisione e a scegliere quella che con- cilia maggiormente il minor numero di svantaggi ed il maggior numero di vantaggi. TEMPO: OCCORRENTE: 60 min. Schede SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce la scheda e si rende disponibile a fornire chiarimenti riguardo l’attività da svolgere. È fondamentale che la decisione indicata nel primo rettangolo abbia due strade possibili di raggiungimento (vedi scheda per l’operatore) in modo da poterne analizzare i rela- tivi vantaggi e svantaggi. APPROFONDIMENTI: Dopo aver esaminato la scheda guida proposta, è opportuno che l’operatore si prepari degli esempi adeguati da poter fornire agli allievi per facilitarli nell’individuazione di una scelta adeguata all’attività. In quest’attività è fondamentale il supporto dell’operatore quale presenza rassicurante e chiari- ficatrice ma mai interferente e/o influenzante. 216 217 218 219 220 221 222 4. CONCLUSIONI La sesta unità, “Verificare il cammino e progettare”, conclude il modulo rela- tivo all’accompagnamento in itinere promuovendo la verifica del processo realiz- zato, nonché l’elaborazione di un consapevole progetto di crescita personale e pro- fessionale da parte di ogni allievo. È stata sottolineata, in particolare, l’importanza della pianificazione del per- corso da intraprendere, al fine di consentire il confronto tra i desideri e la realtà e, quindi, avere chiaro l’impegno necessario per la realizzazione dei desideri stessi. 223 CONCLUSIONE In questa guida all’accompagnamento in itinere, abbiamo proposto indicazioni e strumenti agli operatori dei CFP impegnati direttamente nell’attività di orienta- mento. Il loro ruolo, infatti, è particolarmente importante in quanto rivolto ad ac- compagnare la conquista dell’identità personale di ciascun allievo, e favorire la creazione di un ambiente che faciliti l’espressione di sé e il confronto in gruppo. Come detto nell’introduzione, il volume è il frutto dell’esperienza di un gruppo di formatori dei CFP del Piemonte, coordinati da referenti della sede regio- nale, e rappresenta una raccolta di materiali utilizzati nei percorsi di orientamento attivati all’interno dei corsi di formazione professionale. In particolare, gli strumenti e le attività proposte sono state elaborate e utiliz- zate a seguito della progettazione relativa all’obbligo formativo. Ci auguriamo che le indicazioni e i suggerimenti offerti possano non solo rap- presentare spunti utili per l’attività di orientamento nei CFP, ma che siano anche considerati un modello adattabile alle diverse esigenze e suscettibile di ulteriori elaborazioni. 225 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI CNOS-FAP Piemonte (a cura di), L’orientamento nel CFP. 1 - Guida per l’accoglienza, Roma, Tipo- grafia Pio XI, 2003. DE BENI R. et alii, Psicologia cognitiva dell’apprendimento. Aspetti teorici e applicazioni, Trento, Erickson, 2003. DE PIERI S., Orientamento educativo e accompagnamento vocazionale. Elle Di Ci, Leumann (TO), 2000. FRISO G. - L. TASSAN SOLET, Orientamento scolastico e professionale. Percorso formativo per gli alunni in difficoltà, Trento, Erickson, 1994. GOLEMAN D., Intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano 1997. NOTA L. - S. SORESI, Autoefficacia nelle scelte. La visione sociocognitiva dell’orientamento, Giunti OS, Firenze, 2000. RAPPORTO ISFOL, Formazione, nuove tecnologie, professionalità. Milano, Franco Angeli, 1985. SORESI S. - L. NOTA, Interessi e scelte. Come si evolvono e si rilevano le preferenze professionali, Giunti OS, Firenze, 2000. STERNBERG R.J. - L. SPEAR-SWERLING, Le tre intelligenze. Come potenziare le capacità analitiche, creative e pratiche, Trento, Erickson, 1997. 227 INDICE SOMMARIO...................................................................................................................... 3 PRESENTAZIONE.............................................................................................................. 5 Prima parte L’ACCOMPAGNAMENTO IN ITINERE NEL CFP: ASPETTI INTRODUTTIVI 1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 7 2. UNA DEFINIZIONE DI ORIENTAMENTO IN ITINERE .................................................... 7 3. FINALITÀ ................................................................................................................. 8 4. OBIETTIVI ................................................................................................................ 8 5. STRUMENTI .............................................................................................................. 9 6. RISORSE ................................................................................................................... 11 7. RUOLO E ATTIVITÀ DELL’OPERATORE ..................................................................... 11 8. ALLEGATI ................................................................................................................ 13 8.1. Scheda: “Giornale di bordo”.......................................................................... 13 8.2. Scheda: “Monitoraggio dell’accompagnamento in itinere” .......................... 16 9. CONCLUSIONI........................................................................................................... 18 Seconda parte PRIMA UNITÀ: “CONOSCERE SE STESSI E GLI ALTRI” 1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 19 2. FASI DELLA PRIMA UNITÀ ........................................................................................ 20 2.1. Prima fase: “Esplorare il proprio sé”............................................................. 20 2.1.1. Finalità................................................................................................ 20 2.1.2. Obiettivi............................................................................................... 21 2.1.3. Strumenti e attività .............................................................................. 21 2.1.4. Risorse................................................................................................. 21 2.2. Seconda fase: “Analizzare le proprie capacità”............................................. 21 2.2.1. Finalità................................................................................................ 21 2.2.2. Obiettivi............................................................................................... 21 2.2.3. Strumenti ed attività ............................................................................ 21 2.2.4. Risorse................................................................................................. 21 228 2.3. Terza fase: “Riflettere sui valori” .................................................................. 22 2.3.1. Finalità................................................................................................ 22 2.3.2. Obiettivi............................................................................................... 22 2.3.3. Strumenti e attività .............................................................................. 22 2.3.4. Risorse................................................................................................. 23 2.4. Quarta fase: “Potenziare fiducia e autostima”............................................... 23 2.4.1. Finalità................................................................................................ 23 2.4.2. Obiettivi............................................................................................... 23 2.4.3. Strumenti e attività .............................................................................. 23 2.4.4. Risorse................................................................................................. 23 3. ALLEGATI ................................................................................................................ 24 3.1. Scheda: “La mia autobiografia”..................................................................... 24 3.2. Test: “Il sé fisico” .......................................................................................... 28 3.3. Scheda: “Le mie capacità”............................................................................. 32 3.4. Schede: “I miei valori” .................................................................................. 35 3.5. Attività: “Tutti i valori sono uguali?” ............................................................ 38 3.6. Attività: “I valori nel lavoro”......................................................................... 39 3.7. Scheda: “L’autostima” ................................................................................... 41 3.8. Scheda: “Il mio ritratto”................................................................................. 44 3.9. Attività: “I ciechi a spasso” ........................................................................... 46 4. CONCLUSIONI........................................................................................................... 46 Terza parte SECONDA UNITÀ: “MOTIVARE ALLO STUDIO” 1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 47 2. PER QUALE MOTIVO SI STUDIA ................................................................................ 48 3. FASI DELLA SECONDA UNITÀ .................................................................................... 49 3.1. Prima fase: “Esercitarsi nell’osservazione e con la fantasia”........................ 49 3.1.1. Finalità................................................................................................ 49 3.1.2. Obiettivi............................................................................................... 49 3.1.3. Strumenti ed attività ............................................................................ 50 3.1.4. Risorse................................................................................................. 50 3.2. Seconda fase: “Conoscere le diverse intelligenze”........................................ 50 3.2.1. Finalità................................................................................................ 50 3.2.2. Obiettivi............................................................................................... 50 3.2.3. Strumenti e attività .............................................................................. 50 3.2.4. Risorse................................................................................................. 51 3.3. Terza fase: “Riflettere sulle proprie risorse interiori” ................................... 51 3.3.1. Finalità................................................................................................ 51 3.3.2. Obiettivi............................................................................................... 51 3.3.3. Strumenti e attività .............................................................................. 51 3.3.4. Risorse................................................................................................. 51 229 3.4. Quarta fase: “Conoscere le barriere nello studio” .......................................... 51 3.4.1. Finalità................................................................................................ 52 3.4.2. Obiettivi............................................................................................... 52 3.4.3. Strumenti e attività .............................................................................. 52 3.4.4. Risorse................................................................................................. 52 3.5. Quinta fase: “Conoscere le proprie modalità di studio”................................ 52 3.5.1. Finalità................................................................................................ 52 3.5.2. Obiettivi............................................................................................... 52 3.5.3. Strumenti e attività .............................................................................. 53 3.5.4. Risorse................................................................................................. 53 4. ALLEGATI ................................................................................................................ 53 4.1. Esercitazione: “Cartoline e oggetti” .............................................................. 53 4.2. Esercitazione: “Storie imbroglione” .............................................................. 54 4.3. Traccia teorica: “Alcune informazioni sui diversi tipi di intelligenza”......... 56 4.4. Questionario: “Come gestisci i tuoi impulsi?” .............................................. 59 4.5. Questionario: “Creativo o logico?”................................................................ 64 4.6. Esercitazione: “Energie” ................................................................................ 69 4.7. Esercitazione: “Toccare l’energia”................................................................. 69 4.8. Esercitazione: “Auto osservazione”............................................................... 70 4.9. Scheda: “La classifica delle mie difficoltà nello studio”............................... 71 4.10. Questionario: “Come sei abituato a studiare?”.............................................. 73 4.11. Scheda: “Motivarsi”....................................................................................... 76 5. CONCLUSIONI........................................................................................................... 79 Quarta parte TERZA UNITÀ: “CRESCERE INSIEME” 1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 81 2. FASI DELLA TERZA UNITÀ ........................................................................................ 83 2.1. Prima fase: “Riflettere sulle proprie abilità comunicative”........................... 83 2.1.1. Finalità................................................................................................ 83 2.1.2. Obiettivi............................................................................................... 83 2.1.3. Strumenti e attività .............................................................................. 84 2.1.4. Risorse................................................................................................. 84 2.2. Seconda fase: “Definire obiettivi di gruppo” ................................................ 84 2.2.1. Finalità................................................................................................ 84 2.2.2. Obiettivi............................................................................................... 84 2.2.3. Strumenti e attività .............................................................................. 84 2.2.4. Risorse................................................................................................. 84 2.3. Terza fase: “Collaborare in gruppo” .............................................................. 84 2.3.1. Finalità................................................................................................ 85 2.3.2. Obiettivi............................................................................................... 85 2.3.3. Strumenti e attività .............................................................................. 85 2.3.4. Risorse................................................................................................. 85 230 2.4. Quarta fase: “Individuare le relazioni stabilite nel gruppo”.......................... 85 2.4.1. Finalità................................................................................................ 86 2.4.2. Obiettivi............................................................................................... 86 2.4.3. Strumenti e attività .............................................................................. 86 2.4.4. Risorse................................................................................................. 86 2.5. Quinta fase: “Verificare l’andamento del gruppo” ....................................... 86 2.5.1. Finalità................................................................................................ 86 2.5.2. Obiettivi............................................................................................... 86 2.5.3. Strumenti e attività .............................................................................. 87 2.5.4. Risorse................................................................................................. 87 3. ALLEGATI ................................................................................................................ 87 3.1. Esercitazione: “Frasi assassine”..................................................................... 87 3.2. Esercitazione: “Ascolto attento” .................................................................... 90 3.3. Esercitazione: “Il mio goal settimanale” ....................................................... 92 3.4. Scheda: “Il cinqualogo” ................................................................................. 95 3.5. Esercitazione: “La NASA” ............................................................................ 97 3.6. Esercitazione: “Sciogliere i nodi”.................................................................. 100 3.7. Esercitazione: “Aeroplani di carta” ............................................................... 101 3.8. Esercitazione: “I miei candidati” ................................................................... 104 3.9. Questionario: “Sociogramma” ....................................................................... 106 3.10. Scheda: “In questo gruppo io...”.................................................................... 112 3.11. Questionario di revisione ............................................................................... 115 3.12. Scheda di valutazione .................................................................................... 117 3.13. Schede: “Il nostro ambiente di lavoro”.......................................................... 119 4. CONCLUSIONI........................................................................................................... 122 Quinta parte QUARTA UNITÀ: “INTERESSI E PROFESSIONI” 1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 123 2. FASI DELLA QUARTA UNITÀ ...................................................................................... 124 2.1. Prima fase: “Conoscere il mondo del lavoro” ............................................... 124 2.1.1. Finalità................................................................................................ 124 2.1.2. Obiettivi............................................................................................... 124 2.1.3. Strumenti e attività .............................................................................. 125 2.1.4. Risorse................................................................................................. 125 2.2. Seconda fase: “Riflettere sui propri interessi professionali” ......................... 125 2.2.1. Finalità................................................................................................ 125 2.2.2. Obiettivi............................................................................................... 125 2.2.3. Strumenti e attività .............................................................................. 125 2.2.4. Risorse................................................................................................. 125 2.3. Terza fase: “Individuare le proprie attitudini” ............................................... 125 2.3.1. Finalità................................................................................................ 126 2.3.2. Obiettivi............................................................................................... 126 2.3.3. Strumenti e attività .............................................................................. 126 2.3.4. Risorse................................................................................................. 126 231 2.4. Quarta fase: “Elaborare il proprio profilo professionale” ............................ 126 2.4.1. Finalità................................................................................................ 126 2.4.2. Obiettivi............................................................................................... 127 2.4.3. Strumenti e attività .............................................................................. 127 2.4.4. Risorse................................................................................................. 127 3. ALLEGATI ................................................................................................................ 127 3.1. Esercitazione: “Le figure professionali”........................................................ 127 3.2. Esercitazione: “Il problema dell’imprenditore” ............................................ 137 3.3. Esercitazione: “Mettere ordine alle idee” ...................................................... 139 3.4. Esercitazione: “Il detective dei mestieri”....................................................... 142 3.5. Scheda: “Mi piace...” ..................................................................................... 143 3.6. Scheda: “Interessi passeggeri e duraturi” ..................................................... 146 3.7. Scheda: “Immaginando il futuro... ” .............................................................. 148 3.8. Scheda: “Identità professionale”.................................................................... 151 3.9. Scheda: “I + C = A (Interessi + Capacità = Attitudini)” ............................... 153 3.10. Scheda: “Doti di personalità e professioni”................................................... 155 3.11. Scheda: “Cosa conta di più?” ........................................................................ 157 3.12. Scheda: “Matteo e il computer”..................................................................... 160 3.13. Questionario: “Motivazioni personali” .......................................................... 162 4. CONCLUSIONI........................................................................................................... 164 Sesta parte QUINTA UNITÀ: “FRONTEGGIARE LE DIFFICOLTÀ” 1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 165 2. INDICAZIONI TEORICHE SU ALCUNE DIFFICOLTÀ ADOLESCENZIALI ......................... 165 2.1. Le preoccupazioni degli adolescenti.............................................................. 165 2.2. Lo stress adolescenziale................................................................................. 166 2.3. Fronteggiare lo stress ..................................................................................... 167 2.4. Gestire i momenti critici ................................................................................ 167 3. FASI DELLA QUINTA UNITÀ....................................................................................... 168 3.1. Prima fase: “Riconoscere lo stress”............................................................... 169 3.1.1. Finalità................................................................................................ 170 3.1.2. Obiettivi............................................................................................... 170 3.1.3. Strumenti e attività .............................................................................. 170 3.1.4. Risorse................................................................................................. 170 3.2. Seconda fase: “Migliorare la consapevolezza di ostacoli e paure” ............... 170 3.2.1. Finalità................................................................................................ 170 3.2.2. Obiettivi............................................................................................... 170 3.2.3. Strumenti e attività .............................................................................. 171 3.2.4. Risorse................................................................................................. 171 3.3. Terza fase: “Riflettere su persone e situazioni”............................................. 171 3.3.1. Finalità................................................................................................ 171 3.3.2. Obiettivi............................................................................................... 171 232 3.3.3. Strumenti e attività .............................................................................. 171 3.3.4. Risorse................................................................................................. 172 4. ALLEGATI ................................................................................................................ 172 4.1. Scheda: “Ahi!! Ahi!! Ahi!!”........................................................................... 172 4.2. Scheda: “Nello studio, io... ” ......................................................................... 174 4.3. Esercitazione: “S.O.S: sullo stress” ............................................................... 176 4.4. Scheda: “Vincere lo stress” ........................................................................... 182 4.5. Questionario: “Cosa ostacola le tue scelte?” ................................................. 184 4.6. Esercitazione: “Paure nel cestino”................................................................. 186 4.7. Esercitazione: “Cosa fareste al posto loro?”.................................................. 189 4.8. Esercitazione: “Telefono amico” ................................................................... 192 4.9. Esercitazione: “Incidenti di percorso” ........................................................... 194 5. CONCLUSIONI........................................................................................................... 197 Settima parte SESTA UNITÀ: “VERIFICARE IL CAMMINO E PROGETTARE” 1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 199 2. FASI DELLA SESTA UNITÀ ......................................................................................... 200 2.1. Prima fase: “Definire obiettivi” ..................................................................... 200 2.1.1. Finalità................................................................................................ 200 2.1.2. Obiettivi............................................................................................... 200 2.1.3. Strumenti e attività .............................................................................. 200 2.1.4. Risorse................................................................................................. 200 2.2. Seconda fase: “Elaborare valutazioni e operare scelte” ................................ 200 2.2.1. Finalità................................................................................................ 201 2.2.2. Obiettivi............................................................................................... 201 2.2.3. Strumenti e attività .............................................................................. 201 2.2.4. Risorse................................................................................................. 201 3. ALLEGATI ................................................................................................................ 201 3.1. Esercitazione: “I miei obiettivi” .................................................................... 202 3.2. Scheda:“Il mio piano d’azione”..................................................................... 205 3.3. Scheda: “In sintesi, penso che…”.................................................................. 208 3.4. Scheda: “Valutazione del percorso”............................................................... 212 3.5. Esercitazione: “Prendere una decisione” ....................................................... 215 4. CONCLUSIONI........................................................................................................... 222 CONCLUSIONE................................................................................................................. 223 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ......................................................................................... 225 INDICE ........................................................................................................................ 227

L'orientamento nel CFP 1. Guida per l'accoglienza

Autore: 
CNOS-FAP Piemonte
Categoria pubblicazione: 
Esperienze
Anno: 
2003
Numero pagine: 
139
CENTRO NAZIONALE OPERE SALESIANE FORMAZIONE AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Federazione CNOS FAP Guida per l'orientamento iniziale 2 PRESENTAZIONE Questa guida è ad uso degli operatori coinvolti a vario titolo nelle attività di accoglienza1 e contiene materiali destinati ad essere utilizzati principalmente nel 1° anno del percorso formativo. È uno strumento flessibile: può essere integrata o usata in modo parziale. La guida comprende una parte introduttiva iniziale, nella quale si delineano gli aspetti caratteristici del momento dell’accoglienza e dello stage orientativo (capitolo I), una parte dedicata all’accoglienza individuale, scandita in varie fasi, all’approfondimento delle caratteristiche del colloquio individuale e della composizione del dossier personale (capitolo II), una parte dedicata all’accoglienza in gruppo, articolata in unità (capitolo III) e una unità conclusiva che prevede fasi di lavoro sia individuali che collettive (capitolo IV). In allegato, sono proposte le schede per la realizzazione delle attività proprie dei diversi momenti dell’accoglienza iniziale. Ad ogni scheda, è premesso un prospetto esplicativo con indicazione delle finalità che si perseguono, del tempo e del materiale occorrente, delle modalità di svolgimento e degli eventuali approfondimenti realizzabili. Naturalmente, è necessario che tutto il personale, nello svolgimento delle attività, adotti uno stile educativo tipico della spiritualità salesiana, indispensabile per realizzare una proposta formativa personalizzata, frutto di un vero lavoro d’équipe che mira a favorire la crescita umana e professionale di ciascun allievo. La presente pubblicazione riflette il lavoro realizzato da un gruppo di lavoro del CNOS - FAP Regione Piemonte formato dai referenti per l’orientamento dei Centri di formazione professionale (CFP) e della delegazione regionale: Cristina Ballario – CFP Fossano Tarcisio Borrello – CFP Colle Don Bosco Severino Candelo – CFP Colle Don Bosco Roberto Cavaglià – Delegazione regionale Chiara Cisero – CFP Valdocco Lucia Coppola – CFP Rebaudengo 1 In questo lavoro, i termini “accoglienza”, “orientamento iniziale” e “accompagnamento iniziale” sono utilizzati come sinonimi. 3 Cassandro Dolfi – CFP S.Benigno C.se Fabrizio Gonella – CFP Bra Mauro Grignola – CFP Vercelli Salvatore Lanza – CFP Valdocco Guido Lanzoni – CFP Vigliano Teresa Traverso – CFP Alessandria Daniela Zoccali – Delegazione regionale Un sentito ringraziamento va al prof. Dario Nicoli quale principale ispiratore e validatore del progetto, a Sara Spata che, nell’ambito della sua esperienza di tirocinio formativo presso la delegazione regionale, ha partecipato attivamente alla prima elaborazione e stesura del presente manuale e a Daniela Antonietti e Luisa Nardella della Sede Nazionale del CNOS-FAP per l’attenta e puntuale revisione del testo. 4 CAPITOLO I ACCOGLIENZA E ORIENTAMENTO INIZIALE NEL CFP 5 1. INTRODUZIONE In questo capitolo parleremo in generale del momento dell’accoglienza iniziale nel CFP, cercando di fornire una definizione adeguata dell’accoglienza stessa, di evidenziare le caratteristiche, le finalità, e gli obiettivi da perseguire. Saranno sinteticamente elencate le modalità di realizzazione dell’accoglienza, le fasi che la caratterizzano, gli strumenti e le attività di cui l’operatore può avvalersi, e le risorse necessarie alla piena realizzazione di questo importante momento. Ci si soffermerà in particolare sullo stage orientativo, esperienza indispensabile per permettere al ragazzo di compiere una scelta consapevole del suo percorso formativo e lavorativo. 2. L’ACCOGLIENZA INIZIALE NEL CFP L’accoglienza iniziale è la fase che segna il primo impatto della persona con l’organizzazione formativa. Si connota come una prassi pedagogica volta a mettere i soggetti che entrano nel nuovo ambiente in una condizione di benessere psicosociale, permettendo loro di vincere resistenze, esprimere esigenze, individuare risorse, avviare relazioni interpersonali, potenziare la motivazione per intraprendere un percorso di orientamento-formazione. L’accoglienza è quindi permeata da accettazione e fiducia nei confronti del soggetto in formazione e delle sue possibilità di riuscita, indipendentemente dalle sue esperienze precedenti, e dall’impegno a creare un clima umano positivo tra tutti i soggetti a diverso titolo coinvolti nell’azione formativa. 2.1. Finalità Schematizzando possiamo affermare che l’accoglienza iniziale è finalizzata: a) a livello individuale, ad impostare e gestire positivamente l’impatto della persona con l’organizzazione formativa; b) in un percorso collettivo, a rendere possibile l’implicazione personale nel gruppo e a definire un “patto formativo” consapevole e partecipato all’interno dell’azione formativa. In particolare, sul piano informativo è rivolta a: a) fornire notizie chiare ed esaurienti sul Centro e sui corsi; b) far conoscere in modo approfondito il programma formativo; 6 c) approfondire le informazioni sulla situazione attuale del mondo del lavoro e sulle prospettive future. Sul piano formativo-consulenziale, mira a: a) offrire al soggetto uno stimolo alla conoscenza e valutazione di sé, in relazione alle sue doti intellettive e attitudinali e agli interessi professionali; b) aiutare l'allievo a delineare un chiaro progetto personale, mediante l’analisi delle proprie risorse e dei percorsi formativo-professionali disponibili; c) consentire la creazione di gruppi classe assortiti, in modo da ottenere conoscenze reciproche, coesione, buon livello relazionale/affettivo e condivisone degli obiettivi formativi. 2.2. Obiettivi Il momento di accoglienza si propone di permettere al ragazzo di: a) acquisire consapevolezza delle sue risorse personali ed aspirazioni; b) valorizzare le sue esperienze di tipo culturale e sociale; c) conoscere il contesto formativo, i suoi attori e le sue regole; d) integrarsi nel gruppo classe; e) definire ed assumere consapevolmente il progetto formativo; f) delineare un “patto formativo”. 2.3. Strumenti e attività In questa guida proponiamo agli operatori una serie di strumenti di cui avvalersi per la piena realizzazione del momento dell’accoglienza iniziale nel CFP. Si tratta soprattutto di schede allegate alla fine del presente volume. In particolare, per l’accoglienza individuale suggeriamo l’utilizzo dei seguenti strumenti: a) scheda “Dati anagrafici”; b) scheda “Informazioni sul Centro”; c) scheda “Cos’è l’orientamento?”; d) scheda “Contratto per l’orientamento”; e) scheda “Traccia per il colloquio”; f) scheda “Bilancio personale”; g) scheda “Profilo individuale”; h) scheda “Approfondimento e analisi della domanda”; i) scheda “Proposta di itinerario”; 7 Per l’accoglienza collettiva, proponiamo: a) scheda “L’intervista bugiarda”; b) scheda “Esercitazione in cerchio” o “La trama”; c) scheda “Immagina e crea”; d) questionario “Perché sono qui?”; e) scheda “Brainstorming timori e speranze”; f) pista per l'esercitazione “Timori e speranze”; g) scheda “Conosciamo Don Bosco”; h) scheda “Pubblicità del corso”; i) scheda “Visita del Centro”; j) scheda “Carta d’identità del Centro e del corso”; k) scheda “Siamo tutti giornalisti!”; l) scheda “Visitare un’azienda”; m) scheda “Io so…”; n) scheda “Realizzazioni”; o) scheda “Punti forti e punti da migliorare”; p) scheda “Il cinqualogo”. Per documentare il percorso orientativo e formativo del ragazzo lungo l'intero percorso, si propone di avviare la compilazione di: a) scheda “Libretto orientativo”; b) scheda “Libretto formativo”. 2.4. Risorse L’accoglienza iniziale, per la quale si richiede un tempo di almeno 40 ore, richiede la partecipazione dell’intera équipe d’orientamento, composta dal Direttore, dai formatori, dallo psicologo, dall’orientatore-tutor, dai referenti di settore e dall’operatore di sportello. I locali del Centro più idonei ad ospitare i soggetti coinvolti in questo delicato momento sono: lo sportello di accoglienza, le aule, i laboratori, l’ambiente per i colloqui. 8 3. LO STAGE ORIENTATIVO Parte integrante del momento dell’accoglienza e dell’orientamento iniziale è lo stage orientativo, proposto ai giovani all’inizio del percorso formativo. Questo tipo di stage è un’esperienza che si svolge in forma di visita ad un’azienda, durante la quale i soggetti osservano ed acquisiscono informazioni sulla realtà lavorativa. La visita è strutturata in tre momenti essenziali: la preparazione della visita all'azienda (nel corso della quale l'operatore fornisce agli allievi informazioni sull'esperienza che stanno per realizzare e presenta la scheda di osservazione che andrà utilizzata per raccogliere informazioni durante la visita); la visita vera e propria all'azienda; la verifica dell'esperienza (da realizzare al rientro al Centro). La natura orientativa dello stage implica che si dedichi un’attenzione particolare più che all’attività di programmazione e di pianificazione del lavoro, alla creazione di un clima favorevole all’inserimento dello stagista ed alla costruzione di relazioni di fiducia reciproca. Da parte dell’azienda, deve esserci la disponibilità a garantire l’accesso del giovane alle principali fonti informative e a consentire l’osservazione dell’ambiente lavorativo. Ulteriori indicazioni sullo stage orientativo sono presentate nel capitolo III (punto 3.2.). 3.1. Finalità Lo stage orientativo ha come finalità generale l’aiutare il giovane nella scelta consapevole di uno specifico percorso formativo e lavorativo, e, quindi, nell’elaborazione di un progetto di vita e di lavoro. In particolare, l’esperienza dello stage orientativo mira ad offrire ai giovani coinvolti nel momento di accoglienza iniziale, una chiara rappresentazione del profilo professionale interessato e delle sue principali determinanti: caratteristiche dei ruoli, rapporti sociali e di gerarchia all’interno dell’azienda, tecnologie e strumenti impiegati, gestione individuale o cooperativa del lavoro. 9 3.2. Obiettivi Lo stage orientativo intende permettere al ragazzo: a) di definire in modo realistico il suo progetto professionale, partendo dalla manifestazione delle sue aspettative e possibilità; b) di migliorare la conoscenza del profilo professionale di suo interesse, in termini di competenze tecniche, abilità e capacità personali richieste; c) di individuare con maggior precisione i requisiti d’accesso alla professione; d) di acquisire gli elementi essenziali di cultura del lavoro; e) di migliorare la conoscenza del contesto lavorativo, dei processi produttivi, dell’organizzazione del lavoro; f) di verificare la coerenza tra le conoscenze teoriche e la realtà lavorativa. 3.3. Strumenti e attività Per realizzare e valutare l’esperienza dello stage orientativo, consigliamo all’operatore l’utilizzo delle schede presenti in allegato: a) scheda “Visitare un'azienda” (allegato 20); b) scheda “Verifica della visita all'azienda” (allegato 21). 3.4. Risorse Lo stage orientativo prevede la collaborazione del responsabile aziendale. Il personale del CFP coinvolto è costituito dal responsabile stage, l’équipe dei formatori, il tutor. L’esperienza, per la quale è richiesta una durata di almeno 10-12 ore articolate in due giornate, si svolge all’interno dell’azienda e nei laboratori del Centro predisposti alle simulazioni. 4. CONCLUSIONI Dopo aver presentato l'accoglienza in termini generali, nei capitoli che seguono, offriamo una descrizione della stessa analizzando gli aspetti fondamentali dell'accoglienza individuale, dell'accoglienza in gruppo e forniamo alcune indicazioni su come concludere la fase in esame. 10 Capitolo II L’ACCOGLIENZA INDIVIDUALE 11 1. INTRODUZIONE Il momento dell’accoglienza individuale ha come protagonista il ragazzo, con la sua storia e le sue peculiarità. L’operatore (Direttore del Centro, coordinatore, formatore/orientatore) si pone accanto al soggetto sostenendolo con discrezione nella definizione di un cammino utile per la sua vita. In questo capitolo, saranno analizzate le diverse fasi dell’accoglienza individuale, con particolare approfondimento della parte relativa al colloquio, per la conduzione del quale saranno fornite indicazioni metodologiche ad uso dell’operatore. In allegato, sono proposte le schede da utilizzare. Alcune di queste, raccolte in un dossier personale, saranno consegnate all’allievo durante il primo incontro di accoglienza in gruppo. Il dossier personale costituisce un supporto dinamico, da aggiornare periodicamente, che accompagnerà il ragazzo nell’eventuale percorso formativo successivo. 2. IL MOMENTO INFORMATIVO E CONTRATTUALE Il momento informativo e contrattuale è la prima fase dell’accoglienza individuale e si realizza con l’incontro tra il Direttore del CFP (o il formatore/orientatore, o il coordinatore del Centro) ed il giovane. Consiste soprattutto nello scambio di informazioni, che permette di iniziare la conoscenza reciproca e di stipulare il contratto per l’orientamento. 2.1. Finalità In generale, le finalità proprie del momento informativo e contrattuale sono la conoscenza reciproca e la stipula del contratto per l’orientamento. Più in particolare, questa fase dell’accoglienza individuale mira a: a) fornire informazioni sul Centro; b) presentare il percorso orientativo-formativo; c) reperire le prime informazioni “tecniche” sul ragazzo. 12 2.2. Obiettivi Con il momento informativo e contrattuale si intende permettere al ragazzo di: a) acquisire sufficienti informazioni sul Centro e sul percorso orientativo- informativo; b) stipulare consapevolmente il contratto per l’orientamento. 2.3. Strumenti e attività Gli strumenti da utilizzare in questa fase dell’accoglienza individuale sono: a) scheda “Dati anagrafici” (allegato 1); b) scheda “Informazioni sul Centro” (allegato 2); c) scheda “Cos’è l’orientamento?” (allegato 3); d) scheda “Contratto per l’orientamento” (allegato 4). 2.4. Risorse Il momento informativo e contrattuale può essere condotto dal Direttore del Centro, dal formatore/orientatore, o dal coordinatore del Centro. L’incontro, che ha una durata di circa 40 minuti, si svolge generalmente nell’ufficio del Direttore del CFP. 3. IL PRIMO COLLOQUIO FORMATIVO Il colloquio è una fase molto importante dell’accoglienza individuale e richiede una trattazione approfondita, riguardante soprattutto indicazioni metodologiche utili per il lavoro degli operatori. Il primo colloquio formativo, si svolge principalmente tra il Direttore del CFP e l’allievo che si appresta a cominciare il percorso formativo. Non si esclude il supporto di un’équipe di specialisti e la scelta, da parte di ogni CFP, della figura professionale più adatta a svolgere il ruolo del conduttore, affinché il giovane si senta a suo agio, libero di esprimersi in modo costruttivo, con la consapevolezza di trovare figure educative valide e preparate per affrontare la sua richiesta formativa, e si arrivi dunque, attraverso questa strada, alla comprensione generale delle principali caratteristiche personali del ragazzo. 13 3.1. Finalità Le finalità che si perseguono con il primo colloquio possono essere così sintetizzate: a) individuare, comprendere e affrontare le diverse tipologie di utenza che si rivolgono al CFP; b) avviare una conoscenza globale dell'allievo facendo emergere le attese, le motivazioni, il contesto psicofisico e socio-familiare del giovane; c) trasmettere comprensione e accettazione. 3.2. Obiettivi Con lo svolgimento del colloquio si intendere consentire al ragazzo di: a) sentirsi a proprio agio, libero di esprimersi in modo costruttivo; b) essere consapevole di trovare figure educative valide e preparate per affrontare la sua richiesta formativa. 3.3. Strumenti e attività Strumenti utili per la conduzione del colloquio sono: a) scheda “Traccia per il colloquio” (allegato 5); b) scheda “Bilancio personale” (allegato 6). 3.4. Risorse Il primo colloquio formativo, che ha una durata di circa 1 ora e 40 minuti, può essere condotto dal Direttore del CFP, da specialisti o altre figure ritenute idonee dal Centro. Generalmente è predisposto un ambiente destinato ai colloqui. 3.5. Indicazioni metodologiche Il momento iniziale del primo colloquio formativo deve essere rivolto a premettere al ragazzo di esprimersi liberamente, affinché sia possibile non solo iniziare a conoscerlo, ma anche comprendere la sua richiesta formativa, che può essere espressa o implicita. Il conduttore del colloquio, nel nostro caso il Direttore del CFP, deve presentarsi come una sorta di tabula rasa riguardo al passato, al presente ed al futuro. 14 In particolare: a) riguardo al passato deve essere “senza memoria” per poter ascoltare senza far riferimento a casi precedenti. Ogni colloquio infatti va gestito come evento irripetibile e costruito su misura al momento. b) Riguardo al presente occorre essere “senza desiderio” per non alterare la percezione al fine di rendere il colloquio più facile per se stessi. Il desiderio che il ragazzo dica o non dica certe cose può influenzare la percezione della comunicazione. c) Riguardo al futuro, bisogna essere “senza volontà”, che non significa non puntare ad una buona riuscita dell’incontro, ma accettare che sia l’altro a condurre la sua vita. Il Direttore deve assistere dall’esterno alla del ragazzo e, per quanto desideri solo il suo bene, non può imporglielo contro la sua volontà. 3.5.1. Atteggiamenti utili per condurre un colloquio efficace Gli atteggiamenti e i comportamenti che il Direttore deve assumere in questo delicato momento sono in realtà caratteristiche personali abitualmente presenti in lui, e chiamate espressamente in causa in questo particolare momento. Il Direttore deve infatti: a) essere empatico, ovvero vivere la sofferenza della persona indipendentemente dal problema che l’ha causata. Ciò che il ragazzo vive ed il problema che ha generato quel vissuto sono infatti due realtà diverse. Ad esempio, la bocciatura a scuola e la sofferenza che ne deriva sono due realtà da affrontare separatamente e con modalità diverse. Nel primo momento del colloquio si tralascia l’evento della bocciatura (il problema, le conseguenze, le reazioni dei genitori), per partecipare alla sofferenza del giovane. È l'ora di accogliere, non di risolvere. Questo atteggiamento permette di vivere quello che dice S. Paolo: “Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto” (Romani 12,15). b) Accogliere tutto nella sensibilità. Il Direttore rischia di essere travolto da quanto viene riversato su di lui. Perché questo non accada non deve fermarsi alla sua sensibilità, appoggiandosi invece a qualcosa di più saldo: al suo ruolo, oppure al suo spirito di servizio, al bene che vuole al ragazzo, al desiderio di favorire la crescita: più l'appoggio è forte e profondo, più la disponibilità al colloquio è totale e le capacità educative entrano in azione. È necessario, inoltre, che il Direttore abbia come riferimento una persona con cui rivedere ciò che ha vissuto nei diversi colloqui, un supervisore tecnico e personale. c) Non giudicare: è fondamentale la distinzione tra il giudizio sulle azioni e quello sulle persone. Le azioni possono essere giudicate, le persone no. Il 15 Vangelo è molto esplicito su questo punto: “Non giudicate e non sarete giudicati”. Nel colloquio si può dunque affermare che un’azione è buona e un’altra invece è cattiva; si può aiutare il ragazzo a capire se stesso senza mai giudicarlo “cattivo”. Il non giudizio permette al ragazzo di sentirsi sostenuto nella sua fatica, di avvertire che può intraprendere un nuovo cammino e di avere stima di se stesso. d) Avere fiducia nel giovane. Ogni ragazzo può migliorare. Nessuna situazione è irrimediabilmente compromessa, irrecuperabile. Avere fiducia nel giovane vuol dire mettersi al suo fianco per cercare e percorrere la strada della crescita, sicuri della sua esistenza. e) Rispettare la libertà del ragazzo. È il ragazzo infatti che affronta le conseguenze delle sue scelte di vita e non ci si può sostituire a lui per avere la garanzia di effettuare delle scelte valide. f) Voler bene al giovane. Durante il colloquio è particolarmente importante vivere questa relazione: voler bene al ragazzo significa volere il suo bene, non fargli sconti di fatica utile, favorire la sua pigrizia o illuderlo. Volergli veramente permette di condurlo anche attraverso strade faticose, ma utili per la sua vita. Se il giovane percepisce questo rapporto di benevolenza diventa disposto a fidarsi, a scegliere e programmare le fatiche prospettate. Parliamo sempre di sofferenza e di fatiche, non perché esistano solo queste nel cammino personale, ma perché i passaggi di gioia e di forza non creano problemi a nessuno. Tutti entrano volentieri nella gioia; quando invece si passa attraverso la sofferenza sorgono le difficoltà, oggetto dei nostri esempi. g) Essere se stessi. Con il ragazzo è inutile e rischioso fingere di essere perfetti, di sapere tutto. Presentarsi invece come si è ed impegnarsi in un cammino personale di crescita diventa la strategia vincente. 3.5.2. Suggerimenti per un ascolto efficace Ascoltare il ragazzo non è un momento passivo, ma un’attività complessa e faticosa, soprattutto se il colloquio è breve. Vediamo ora alcune indicazioni pratiche di azione. a) Determinare i limiti di tempo. Normalmente un lavoro completo (affrontare un tema, lavorarci sopra ed arrivare ad una traccia di impegno personale) occupa circa un'ora. Se il Direttore prevede di non poter lavorare con calma deve dichiararlo subito, per non creare delle attese poi frustrate. Quando si comincia il viaggio di un colloquio, ci si aspetta di poterlo terminare, ed interromperlo senza preavviso è molto spiacevole. Dichiarando prima il tempo limitato, ci si organizza di conseguenza. b) Ascoltare tutto in silenzio. Lasciare che il ragazzo dica quello che vuole, anche se in modo sconclusionato, o ripetendo più volte le stesse cose. 16 Sono tutti elementi utili da acquisire, ricchi di significato. c) Commentare con il non verbale. Ascoltare in silenzio non vuol dire fingere di non esserci. Infatti è importante che il Direttore commenti tutto quello che sente con il linguaggio non verbale: le espressioni del volto, i movimenti delle mani e del capo, la posizione del corpo. Così riesce a mostrare interesse, sofferenza, gioia, partecipazione, divertimento ed ogni altro sentimento secondo l’andamento del discorso. Questo commento permette al ragazzo di sentirsi seguito, compreso, sostenuto empaticamente. Serve anche a preannunciargli le possibili risposte. d) Interrogare solo per fare chiarezza. In questa fase del colloquio si pongono solo le domande necessarie per capire il discorso, perché accade che il ragazzo non dica delle cose per lui scontate ma ignorate dal Direttore (ad esempio: l'orario di lavoro dei genitori, malattie di parenti, tutti elementi che potrebbero risultare necessari alla comprensione del discorso). e) Mantenere un'attenzione fluttuante tra l’altro e sé. Il Direttore sposta continuamente l'attenzione tra le cose che il ragazzo dice e le sensazioni che nascono in lui al sentirle. Ascolta e sente in sé la sensazione corrispondente. È la parte più delicata dell'ascolto, richiede allenamento e capacità di lettura interiore in se stessi. È l'elemento che permette di rimandare indicazioni utili al cammino del ragazzo, senza imporgli soluzioni proprie o standard. f) Non sforzarsi di ricordare. È la conseguenza del punto precedente: il Direttore, pur notando le sensazioni che nascono in sé, deve continuare ad ascoltare il ragazzo. Se infatti si ferma a memorizzare qualcosa, perde una parte del discorso. Peggio ancora se decide prima della fine dell'esposizione del ragazzo che cosa dirgli dopo. 3.5.3. Suggerimenti per rispondere in modo efficace Al termine del discorso del ragazzo, il Direttore ha solo pochi secondi di tempo per decidere cosa dire e da dove partire. Occorre dunque parlare presto e a proposito. Ora vedremo da dove si può partire e, successivamente, come fare a scegliere il punto di partenza migliore. 17 1) Come cominciare a rispondere È fondamentale avere presenti queste possibilità, esercitarsi anche per conto proprio a passare da una all'altra, perché il tempo a disposizione durante il colloquio è veramente poco e la scelta influenza moltissimo lo svolgimento del lavoro educativo. Per cominciare a rispondere, il Direttore può: a) Ricapitolare ciò che il ragazzo ha detto. È una tecnica facile, utilizzabile in molte occasioni. È l'effetto specchio: si ripetono al ragazzo le stesse cose che lui ha detto, con alcuni accorgimenti. In particolare, si riordina il materiale mettendo prima le cose positive che sono emerse, quindi si enumerano le difficoltà ed i problemi presentati, infine si esplicita la domanda in una breve frase. Le positività possono essere emerse esplicitamente o implicitamente nel discorso. Quelle esplicite sono facili da cogliere, per quelle implicite bisogna essersi allenati. Ad esempio, se il ragazzo dice: “Ho di nuovo perso il posto”, vuol dire che è già stato capace di trovarsi più di un posto di lavoro e che avrebbe voluto mantenerli. Si rimandano quindi solo dati positivi dimostrabili con la storia del ragazzo, senza inventare ma facendo, se opportuno, riferimento alla conoscenza che si ha dei giovani in generale. b) Ricapitolare il problema e formulare precisamente la domanda. È una restituzione molto più breve della precedente e serve soprattutto ad accertarsi di aver capito bene il discorso e la richiesta. Riesce ugualmente a dimostrare l'attenzione dedicata e la comprensione del discorso. Può anche servire ad esplicitare problemi o domande sottintese per timidezza o per difesa. c) Indicare il positivo sottinteso al colloquio ed ai problemi presentati. In tutti i casi il cammino si basa sugli elementi positivi della persona, quindi bisogna rintracciarli, segnalarli, farli percepire e poi utilizzare al ragazzo. Un elenco di problemi senza positività è soltanto una via che porta alla depressione. È fondamentale avere la capacità di rintracciare il positivo, anche quando non è stato espresso verbalmente. Il semplice fatto che il ragazzo vuole affrontare un problema indica che vuole il proprio bene, significa che ritiene di avere le capacità di arrivare ad un risultato, altrimenti non si porrebbe l'interrogativo di come fare. d) Restituire al ragazzo un’impressione globale sulla sua persona o sulla sua situazione. Si presentano le realtà positive e successivamente i problemi, ma a partire da un’impressione personale. Si può quindi anche non far riferimento a cose dette esplicitamente o implicitamente, fondandosi sulla propria autorità. Questa tecnica è 18 molto valida se si sa di essere stimati dal ragazzo, per affetto o per le proprie competenza. Serve soprattutto a dimostrare che non c'è condanna, disillusione o perdita di ogni speranza. Serve quindi, parallelamente, a dimostrare stima al di là di ogni possibile pasticcio combinato, speranza in un cammino nonostante le cadute. e) Fornire una possibile spiegazione. Si dice al ragazzo che, quanto è capitato, è naturale conseguenza di qualcos'altro. Ciò contribuisce ad alleggerire sensi di colpa sproporzionati, scrupoli, paure. Non deve servire per dare il permesso di fare o non fare qualcosa di dovuto, né a dare l'impressione che ci sia una spiegazione a tutto che tolga la responsabilità alle persone. Naturalmente la connessione causa - effetto deve essere logica, per questo è fondamentale la preparazione del Direttore, la sua esperienza e professionalità. 2) Come scegliere l'avvio migliore Dal momento che il tempo a disposizione per decidere quale punto di partenza scegliere è pochissimo, occorre aver chiaro come si può fare per cominciare subito a parlare e procedere in modo coerente e valido. Naturalmente sono tecniche che richiedono un’approfondita conoscenza di se stessi, e che si basano sulla persona del Direttore, sulla sua professionalità e competenza. Per stabilire da dove iniziare, il Direttore può: a) Leggere in sé la sensazione globale. Al termine del discorso del ragazzo il Direttore si è formato un’idea generale su di lui. Più che un’idea si tratta però di rintracciare una sensazione, che è qualcosa di più ampio, globale ed indeterminato. b) Leggere la sensazione predominante. Quando si ritiene che la cosa fondamentale del discorso del ragazzo sia una sola e tutto il resto sia servito solo a contenere emotivamente il nocciolo problematico, allora conviene riprendere solo quella parte. c) Ricercare uno stupore o un’interrogazione. È possibile che il ragazzo non abbia presentato il nocciolo del problema, ma ci abbia solo girato attorno. Capita quando il problema gli fa troppo male, o si vergogna, o ha paura di perdere la nostra stima o affetto. Spesso non ne è cosciente e, onestamente, pensa di aver detto tutto. Occorre percepire cosa non funziona nel suo discorso, un'incoerenza, ad esempio, tra la gravità del problema preannunciata e sostenuta dal linguaggio non verbale, e la relativa semplicità di cosa il ragazzo ha detto esplicitamente. In questo caso può essere opportuno verbalizzare questo interrogativo, per far sì che il giovane dica innanzitutto a se stesso qual è il vero problema. 19 d) Spiegare alcuni elementi di teoria. Significa attingere alla propria cultura pedagogica e psicologica. Serve ad inquadrare l'intervento diretto che si pensa di fare più tardi. Serve inoltre a dare fiducia al ragazzo, rendendolo certo di aver trovato una persona in grado di aiutarlo a gestire il suo problema. 3.5.4. Conclusione del colloquio Prima di concludere il colloquio, è necessario arrivare ad una conclusione, anche se non esaustiva. Occorre perciò favorire e realizzare il libero scambio di proposte, di chiarificazioni, di orientamenti e di informazioni, che permettono al Direttore di redigere il “Bilancio personale”, di compilare le schede di sintesi (scheda “Profilo individuale” e scheda “Approfondimento ed analisi della domanda”), di organizzare il cammino futuro e di predisporre i “Libretti orientativo e formativo”. 4. SINTESI DEL COLLOQUIO ED ANALISI DELLA DOMANDA Al termine del primo colloquio formativo il Direttore sintetizza gli elementi emersi dall’incontro per delineare il profilo del ragazzo e definire il bisogno di aiuto e supporto del giovane in considerazione del percorso formativo da intraprendere. 4.1. Finalità Schematizzando, le finalità del momento in cui il Direttore compie una sintesi del colloquio e un’analisi della domanda del ragazzo sono: a) focalizzare le principali informazioni fornite durante il colloquio individuale; b) far emergere gli aspetti utili alla miglior comprensione del giovane e delle sue eventuali criticità; c) delineare il profilo del ragazzo; d) analizzare la domanda; e) definire il bisogno di aiuto e supporto del giovane. 20 4.2. Obiettivi Il ragazzo ha la necessità di essere compreso in maniera puntuale anche se la sua domanda è implicita. Il lavoro del Direttore, in questo momento, mira a soprattutto a far acquisire al ragazzo una maggiore consapevolezza delle sue esigenze, delle sue aspettative e delle motivazioni che lo sostengono nell’intraprendere un percorso formativo. 4.3. Strumenti e attività Gli strumenti utili per questa fase sono: a) scheda “Profilo individuale” (allegato 7); b) scheda “Approfondimento ed analisi della domanda” (allegato 8). 4.4. Risorse Il profilo del ragazzo e l’analisi della sua domanda sono effettuate dal Direttore del CFP che ha condotto il colloquio, senza limiti di tempo predeterminati, nel suo ufficio o nello stesso ambiente in cui si è svolto l’incontro. 5. PROPOSTA DI ITINERARIO Il primo colloquio formativo permette al Direttore di proporre al giovane un itinerario adeguato alle sue aspettative ed esigenze. Nell’effettuare la proposta, il Direttore stabilisce le attività, le modalità ed i tempi del percorso orientativo, che sarà registrato, insieme al percorso formativo, nel “Libretto orientativo- formativo”. 5.1. Finalità Proporre un percorso orientativo personalizzato, in base al profilo del giovane ed alla domanda emersi durante il primo colloquio formativo. 5.2. Obiettivi Permettere al giovane di realizzare le sue aspirazioni e di soddisfare le sue esigenze. 21 5.3. Strumenti e attività Per questa fase, può risultare utile la scheda “Proposta di itinerario” (allegato 9). 5.4. Risorse La proposta di itinerario è effettuata dal Direttore del CFP, che ha avuto la possibilità di iniziare a conoscere il ragazzo durante il colloquio individuale. La compilazione della scheda richiede circa 30 minuti e può essere effettuata nell’ambiente per colloqui o nell’ufficio del Direttore. 6. CONCLUSIONI In questo capitolo, abbiamo presentato le diverse fasi in cui è possibile articolare il processo di accoglienza individuale, dando particolare rilievo al colloquio, che viene considerato un momento privilegiato per conoscere il ragazzo, per trasmettergli fiducia e comprensione e per rinforzare la motivazione che lo ha condotto a intraprendere il percorso formativo. Nel capitolo che segue, ci si soffermerà sull'accoglienza come esperienza di gruppo. 22 Capitolo III L’ACCOGLIENZA COME MOMENTO DI GRUPPO 23 1. INTRODUZIONE Terminato il momento di accoglienza del giovane come singolo, nel quale l'attenzione è rivolta principalmente alla conoscenza del ragazzo e alla comprensione delle sue motivazioni iniziali, si apre la fase dell'accoglienza e dell'orientamento in gruppo. È ormai opinione consolidata che il gruppo abbia un importantissimo ruolo all'interno del processo educativo di ciascun individuo. Perché quindi non utilizzare la potenzialità del gruppo anche in un campo così delicato ed importante come quello dell'orientamento? Nella conduzione di attività in un gruppo di adolescenti, l’operatore dovrà: a) creare un clima positivo sul versante della socializzazione; a) stabilire e far rispettare le regole di tale socializzazione; b) presentare le attività in maniera stimolante; c) favorire e stimolare il più possibile la partecipazione attiva di tutti; d) richiedere ad ogni soggetto l'assunzione di un impegno personale. Nelle prossime pagine, verranno offerte alcune indicazioni utili per la gestione delle attività di gruppo legate all'orientamento iniziale. I diversi momenti dell’accoglienza in gruppo sono suddivisi in unità, a loro volta scandite in varie fasi, ognuna delle quali presenta proprie finalità, modalità di realizzazione, strumenti e risorse. Gli strumenti (qui elencati e forniti in allegato) sono dinamici, facilmente adattabili alle diverse tipologie dei gruppi con cui verranno utilizzati. Ogni gruppo ha infatti necessità e ritmi diversi, che richiedono la personalizzazione dell’intervento da parte dell’operatore, il quale può scegliere tra attività che presentano finalità comuni e sono, di conseguenza, alternative. Le attività di ogni fase possono essere introdotte da una presentazione delle finalità e dei contenuti da sviluppare, con l’ausilio della scheda avente il titolo dell’unità stessa (da utilizzare come lucido, cartellone, ecc.). 2. UNITÀ 1: "CONOSCERE SE STESSI E GLI ALTRI" Prima di iniziare un percorso formativo è necessario far emergere, anche attraverso il confronto con gli altri ragazzi, le motivazioni, le attese ed i timori riguardanti il corso, al fine di rendere più consapevole la scelta e più facile il 24 cammino. Lo svolgimento dell’unità favorirà inoltre la conoscenza reciproca degli allievi. L’unità “Conoscere se stessi e gli altri” si apre con la presentazione al gruppo, da parte del formatore/orientatore, del percorso e dell’unità stessa. Le fasi in cui si articola la prima unità sono: a) Prima fase: “Conoscersi”; b) Seconda fase: “Perché questo corso?”; c) Terza fase: “Attese e timori sul corso”; Di seguito, ci soffermiamo su ciascuna delle tre fasi. 2.1. Prima fase: "Conoscersi" In questa fase dell’unità 1, utilizzando la scheda per l’”Intervista bugiarda” (cfr. allegato 10), l'operatore divide la classe in coppie (possibilmente formate da persone che non si conoscono) e propone a ciascuno di intervistare l’altro seguendo lo schema della scheda consegnata e annotando le risposte. Il ragazzo che si sottopone all’intervista deve dire una bugia su di sé; dopo 10/ 15 minuti circa, l’intervistatore presenta alla classe il compagno e si apre un confronto per individuare la bugia e riconoscere la verità. Successivamente, per l’esercitazione in cerchio o “La trama” (cfr. allegato 11), gli allievi sono disposti in cerchio, in modo che possano guardarsi a vicenda. Per dare la parola, l’operatore lancia il gomitolo ad un ragazzo che, prima di lanciare a sua volta il gomitolo ad un compagno, terrà per sé un pezzo di filo. Alla fine, quando tutti avranno parlato, si sarà creata una trama di filo dentro il cerchio. Le capacità e le positività emerse dalle descrizioni di ognuno saranno registrate su un cartellone da lasciare in aula come prime “fotografia” del gruppo. L’attività conclusiva “Immagina e crea” (cfr. allegato 12) consiste nel personalizzare il dossier attraverso un’immagine o un disegno, stimolando così la creatività dei ragazzi, e favorendo l’espressione individuale dell’idea di orientamento senza far uso delle parole. 2.1.1. Finalità La finalità della fase “Conoscersi” è favorire, in un clima sereno, la conoscenza reciproca dei ragazzi. 2.1.2. Obiettivi Attraverso il lavoro a coppie e in gruppo, i ragazzi avviano una prima conoscenza reciproca. 25 2.1.3. Strumenti e attività Per realizzare questa fase, possono risultare utili: a) Scheda “L’intervista bugiarda” (allegato 10); b) Esercitazione in cerchio o “La trama” (allegato 11); c) Attività “Immagina e crea” (allegato 12). 2.1.4. Risorse La fase “Conoscersi” è condotta dal formatore o dall’orientatore e si svolge, in circa 2 ore e 30 minuti, nell’aula. 2.2. Seconda fase: "Perché questo corso?" Al termine della prima fase, l’operatore distribuisce agli allievi le fotocopie del questionario “Perché sono qui?” (cfr. allegato 13), spiegando le finalità dell’attività e rendendosi disponibile a fornire ulteriori chiarimenti. Quando i ragazzi hanno compilato il questionario individualmente, si formano dei sottogruppi per confrontare le risposte e produrre una sintesi da esporre al resto del gruppo. 2.2.1. Finalità Lo svolgimento di questa fase mira a puntualizzare e a far emergere le motivazioni che hanno determinato l’iscrizione di ogni ragazzo al corso. 2.2.2. Obiettivi L'allievo, attraverso la compilazione del questionario e il confronto con il gruppo, potrà avere maggiore chiarezza e consapevolezza delle motivazioni personali che lo hanno portato a iscriversi al corso, e sarà facilitato nel suo inserimento nel gruppo classe. 2.2.3. Strumenti e attività Lo strumento da utilizzare in questa fase è il questionario “Perché sono qui?” (allegato 13). 2.2.4. Risorse Per realizzare la fase è necessaria una copia del questionario “Perché sono qui?” per ciascun allievo. La risposta alle domande ed il confronto con il gruppo impegnano i ragazzi per circa 30 minuti. 26 2.3. Terza fase: "Attese e timori sul corso" Prima di avviare il percorso formativo è opportuno aiutare i ragazzi ad esplicitare timori e aspettative nei confronti dell’azione formativa in cui saranno coinvolti. Per lo svolgimento del “Brainstorming su attese e timori” (cfr. allegato 14), il formatore, o l’orientatore, predispone i cartelloni con i titoli “Cosa vi aspettate dal corso?” e “Quali timori avete per questa esperienza?”, e, fornendo esempi di risposte possibili, invita i ragazzi a scrivere ciò che viene loro in mente leggendo la frase. Successivamente gli allievi (disposti in cerchio) condivideranno le attese ed i timori emersi. L’esercitazione “Timori e speranze” (cfr. allegato 14a) parte dai risultati dell’attività precedente per approfondire il tema delle paure e dei desideri rispetti alla nuova esperienza formativa. Il lavoro si svolge sia a livello individuale che a livello di gruppo, con l’ausilio di schede munite di griglie. Il brainstorming “Attese e timori” e l’esercitazione “Timori e speranze” sono particolarmente utili perché aiutano a capire che all’interno del gruppo sono condivise le stesse ansie e preoccupazioni e serve a tranquillizzare il singolo riguardo all’insicurezza personale. Inoltre, far emergere le attese connesse al percorso formativo consente all’operatore di scoprire ed eliminare aspettative irrealistiche ed illusorie dei partecipanti. 2.3.1. Finalità Sintetizzando, questa fase mira a: a) aiutare i ragazzi ad esplicitare i loro timori e le loro aspettative nei confronti dell’azione formativa in cui saranno coinvolti; b) tranquillizzare gli allievi riguardo all’inadeguatezza e all’insicurezza personale; c) far emergere e chiarire le aspettative irrealistiche o illusorie dei partecipanti. 2.3.2. Obiettivi Questa fase è utile per rendere i ragazzi consapevoli delle loro aspettative e di ciò che può offrire il corso. Serve, inoltre, a favorire la comunicazione all’interno del gruppo e a facilitare l’espressione individuale superando l’insicurezza e le preoccupazioni. 2.3.3. Strumenti e attività Per realizzare la fase, si rivelano utili: a) scheda per il brainstorming su attese e timori (allegato 14) e relativi cartelloni (“Cosa vi aspettate dal gruppo?”, “Quali timori avete per questa esperienza?”); 27 b) esercitazione “Timori e speranze” e relative schede (allegato 14a). 2.3.4. Risorse Il tempo necessario per lo svolgimento del brainstorming “Attese e timori”, condotto in aula dal formatore o dall’orientatore, è di circa 30 minuti per la risposta alle domande, e di altri 30 minuti per il confronto in gruppo. 2.4. Conclusioni della unità 1 Al termine delle attività previste per la prima unità, l’operatore riepiloga alla classe i dati emersi con l’ausilio dei cartelloni appesi in aula e confronta i risultati ottenuti con le finalità perseguite. 3. UNITÀ 2: "ESPLORARE UN NUOVO AMBIENTE" L’unità 2, “Esplorare un nuovo ambiente”, si apre con la presentazione al gruppo, da parte del formatore o dell’orientatore, del percorso da intraprendere, utile per permettere ai ragazzi di conoscere il Centro ed il corso ed acquisire maggiore consapevolezza riguardo al percorso formativo che si accingono ad intraprendere. La seconda unità si articola in due fasi: a) “Il Centro e il corso”; b) “I testimoni”. 3.1. Prima fase: "Il Centro e il corso" La prima fase della seconda unità prevede delle attività mirate a far conoscere ai ragazzi la figura di Don Bosco, le origini del carisma salesiano e della formazione professionale,la struttura del Centro e l’articolazione del corso. Inizialmente, il catechista del Centro può proporre la visione del film “Don Bosco” di Leandro Castellani o leggere brani tratti dalle “Memorie”, rendendo questo momento interessante e coinvolgente per i giovani. In un secondo momento, il formatore o l’orientatore, per favorire la conoscenza del Centro e del corso da parte dei ragazzi, li invita ad elaborare la pubblicità del corso utilizzando disegni, scritte e vignette. Soltanto dopo la descrizione dei lavori, l’operatore presenta il corso alla classe e, successivamente, organizza una visita del Centro, fornendo ai ragazzi la traccia dell’intervista da utilizzare durante l’incontro con il Direttore del CFP e con il tutor del corso. 28 La fase si conclude con la compilazione, da parte degli allievi, della “Carta d’identità” del corso e del Centro, utile per far emergere quanto rilevato nei momenti precedenti e per stimolare la creatività dei ragazzi. 3.1.1. Finalità In sintesi, questa fase mira a far conoscere: a) la figura di Don Bosco; b) le origini del carisma salesiano; c) le origini della formazione professionale; d) l’originalità della proposta educativa salesiana; e) la struttura del Centro e l’articolazione del corso; 3.1.2. Obiettivi Al termine di questa fase, i ragazzi avranno: a) preso contatto con la figura di Don Bosco b) cominciato a comprendere la particolarità della proposta educativa salesiana; c) familiarizzato con la struttura del Centro; d) acquisito maggiore consapevolezza sul corso che si accingono ad iniziare. 3.1.3. Strumenti e attività Per realizzare la fase, si possono utilizzare i seguenti strumenti: a) videocassetta del film “Don Bosco” (vedi allegato 15); b) biografie e testi sulla vita di Don Bosco; c) scheda “Traccia per la pubblicità del corso” (allegato 16); d) scheda “Visita del Centro: traccia dell’intervista al Direttore del CFP o al tutor del corso” (allegato 17); e) scheda “Carta d’identità del Centro e del corso” (allegato 18). 3.1.4. Risorse Il personale coinvolto nelle attività descritte, che hanno una durata variabile e si svolgono prevalentemente in aula, ad eccezione della visita al Centro, sono: il catechista del Centro, il formatore o l’orientatore e il Direttore del CFP o il tutor del corso. 3.2. Seconda fase: "I testimoni" La seconda fase dell’unità 2 prevede l’approfondimento della conoscenza dei possibili sbocchi professionale offerti dal corso e la conferma delle motivazioni personali riguardanti la scelta di una professione futura. 29 I ragazzi, guidati dal formatore o dall’orientatore, in un primo momento, intervistano gli ex allievi del corso e i datori di lavoro del settore lavorativo specifico rispetto al corso; successivamente, durante la visita all’azienda, intervistano le diverse figure professionali occupate nell’azienda stessa. Le informazioni annotate dai ragazzi durante le interviste sono infine raccolte e sintetizzate dall’operatore. 3.2.1. Finalità Schematizzando, le finalità di questa fase sono: a) approfondire la conoscenza dei possibili sbocchi professionali offerti dal corso; b) confermare le motivazioni personali della scelta di una determinata professione. 3.2.2. Obiettivi Attraverso lo svolgimento delle attività di questa fase, i ragazzi acquisteranno maggiore consapevolezza riguardo alle possibilità lavorative offerte dal corso e allo svolgimento concreto delle mansioni delle figure professionali prescelte. 3.2.3. Strumenti e attività Per realizzare questa fase, si possono utilizzare i seguenti strumenti: a) scheda “Siamo tutti giornalisti!” (allegato 19); b) scheda “Visitare un’azienda” (allegato 20); c) scheda “Valutazione della visita” (allegato 21) 3.2.4. Risorse Il formatore o l’orientatore organizza il lavoro da svolgere senza limiti di tempo prestabiliti, e, al termine, raccoglie e sintetizza le informazioni annotate dai ragazzi durante le interviste. 3.3. Conclusioni dell'unità 2 Al termine della seconda unità, dopo aver riepilogato, in base alle notizie fornite dai ragazzi, le attese e i timori più ricorrenti, e l’intervento dei testimoni, l'operatore invita il gruppo al dibattito e al confronto sui dati emersi in relazione alle finalità proprie dell’unità. 30 4. UNITÀ 3: "CRESCERE INSIEME" La terza unità è rivolta principalmente a far emergere le capacità e le qualità personali dei ragazzi, senza sottovalutare gli aspetti da migliorare. La consapevolezza delle loro qualità, aiuta infatti i ragazzi ad acquisire maggiore sicurezza in se stessi e ad affrontare gli impegni individuali e di gruppo motivati e coerenza. Il formatore o l’orientatore presenta alla classe il percorso e l’unità, evidenziando le finalità da perseguire. Le fasi di questa unità sono: a) “Cogliere le proprie capacità”; b) “Scegliere le proprie strategie vincenti”; c) “Individuare qualità e limiti”; d) “Prendere impegni di gruppo concreti”. 4.1. Prima fase: "Cogliere le proprie capacità" In questo primo momento, l’operatore, aiuta i ragazzi a cogliere le loro capacità personali e a costruire il “curriculum positivo” individuale. La classe è divisa in gruppetti all’interno dei quali i ragazzi riflettono, dapprima individualmente, poi insieme, sulla traccia di lavoro proposta, indicando le capacità personali espresse nei diversi ambiti. Successivamente, l’operatore sintetizza su un cartellone le capacità emerse, sottolineando contemporaneamente le potenzialità del gruppo, consapevole dell’importanza, per i giovani, dell’iniziare il percorso formativo con fiducia e sicurezza in se stessi. 4.1.1. Finalità La finalità di questa attività consiste nell’aiutare gli allievi a cogliere le loro capacità per valorizzare i talenti e cominciare con fiducia il percorso formativo. 4.1.2. Obiettivi Attraverso l’attività proposta, i ragazzi potranno acquisire maggiore fiducia e sicurezza nelle loro capacità e possibilità di riuscita. 4.1.3. Strumenti e attività Per realizzare questa fase, si può utilizzare la scheda “Io so…” (allegato 22). 31 4.1.4. Risorse Il formatore o l’orientatore organizza nell’aula lo svolgimento dell’attività, che ha una durata di circa 90 minuti. 4.2. Seconda fase: "Scegliere le proprie strategie vincenti" Nella seconda fase dell’unità 3, l’operatore aiuta gli allievi a cogliere le strategie “vincenti”, ovvero i comportamenti attuati in esperienze passate che sono risultati particolarmente positivi. Gli allievi vengono divisi in gruppetti e riflettono sulla traccia di lavoro proposta, indicando (per iscritto) le strategie attuate nelle esperienze risultate positive nonostante la presenza di elementi problematici. In assemblea, l’operatore sintetizza i dati emersi dal lavoro dei ragazzi. 4.2.1. Finalità Finalità della fase è aiutare gli allievi ad acquisire maggiore fiducia e sicurezza in se stessi, attraverso la riflessione su atteggiamenti e comportamenti attuati in passato per fronteggiare situazioni problematiche. 4.2.2. Obiettivi L’attività proposta è utile per: a) rendere i ragazzi consapevoli delle loro capacità; b) consentire loro di intraprendere con serenità il percorso formativo. 4.2.3. Strumenti e attività Per realizzare la fase, si può utilizzare la scheda “Realizzazioni” (allegato 23). 4.2.4. Risorse Il formatore o l’orientatore organizza lo svolgimento del lavoro, che impegna gli allievi per circa 80 minuti, nell’aula. 4.3. Terza fase: "Individuare le proprie qualità e i propri limiti" Dopo aver individuato le capacità personali, i ragazzi sono invitati a confrontare le loro qualità con gli aspetti da migliorare. L’operatore divide la classe in gruppetti all’interno dei quali, individualmente, ciascun allievo riflette sulla traccia di lavoro proposta. Successivamente, i ragazzi operano una sintesi delle schede individuali sulla base della “Carta d’identità del Centro e del corso” elaborata nell’unità 32 precedente, per evidenziare i punti di forza che permetteranno di affrontare bene il percorso formativo, e i punti da migliorare. Infine, in assemblea, l’operatore riporta su un cartellone la sintesi dei lavori dei gruppi, sottolineando le potenzialità del gruppo ed i propositi di cambiamento emersi. 4.3.1. Finalità Sintetizzando, questa fase mira a: a) evidenziare le qualità e gli aspetti da migliorare di ogni allievo; b) stimolare al miglioramento e al superamento di limiti ed incertezze. 4.3.2. Obiettivi L’evidenziare e il condividere gli aspetti da migliorare permette ai ragazzi di acquisire consapevolezza delle proprie debolezze e della possibilità di superarle. 4.3.3. Strumenti e attività Per realizzare la fase, può risultare utile la scheda “Punti forti e punti da migliorare” (allegato 24). 4.3.4. Risorse L’operatore predispone lo svolgimento del lavoro, della durata di circa 80 minuti, nell’aula. 4.4. Quarta fase: "Prendere impegni di gruppo concreti" L’ultima fase dell’unità 3 consiste in un lavoro di gruppo che permette agli allievi di formalizzare il loro impegno rispetto al Corso. L’operatore divide la classe in gruppetti, ognuno dei quali elabora 5 regole per vivere bene il corso. Successivamente, in assemblea, si dibatte per elaborare altre 5 regoli comuni alla classe, che vengono riportate su un cartellone da appendere in aula. 4.4.1. Finalità La fase “Prendere impegni di gruppo concreti” mira a: a) aiutare gli allievi a formalizzare l’impegno del gruppo classe nei confronti del corso; b) favorire la socializzazione e la collaborazione degli allievi all’interno della classe. 33 4.4.2. Obiettivi Gli allievi, attraverso lo svolgimento dell’attività proposta, diventano partecipi e responsabili del buon andamento del corso. 4.4.3. Strumenti e attività Per realizzare la fase, può essere utile la scheda “Il cinqualogo” (allegato 25). 4.4.4. Risorse Il formatore o l’orientatore organizza il lavoro, della durata di 35 minuti circa, all’interno dell’aula. 4.5. Conclusioni unità 3 Al termine dell’unità 3, i ragazzi hanno acquisito maggiore consapevolezza delle loro capacità e degli aspetti personali da migliorare. Sono inoltre consapevoli dell’importanza dell’integrazione nel gruppo e del lavorare insieme. 5. CONCLUSIONI In questo capitolo, ci siamo soffermati sull'accoglienza in gruppo, presentando un possibile percorso scandito in unità finalizzate a favorire l'inserimento dell'allievo nel gruppo classe e la creazione di un positivo clima relazionale. Nella parte che segue, forniamo alcune indicazioni su come concludere l'esperienza di accoglienza. 34 Capitolo IV DALL'ACCOGLIENZA ALL'ORIENTAMENTO IN ITINERE 35 1. INTRODUZIONE In questa parte, presentiamo una unità che si propone come sintesi del lavoro svolto individualmente e in gruppo e pone le basi per il lavoro successivo. L’unità, denominata “Verificare il cammino e progettare”, si apre con la presentazione, da parte del formatore o dell’orientatore, della rilevanza del percorso formativo intrapreso. È particolarmente importante in questo momento invitare gli allievi a fare chiarezza sul loro progetto personale e renderli consapevoli della serietà del percorso formativo, sia dal punto di vista personale, sia come gruppo. L'unità si articola in 4 fasi: a) “Costruire il proprio percorso”; b) “Sottoscrivere gli impegni”; c) “Valutare il modulo dell’accoglienza”; d) “Esprimere le proprie emozioni”. 2. PRIMA FASE: "COSTRUIRE IL PROPRIO PERCORSO" Al termine del percorso di accoglienza iniziale, è utile per l’allievo fare ulteriore chiarezza sul suo progetto personale, attraverso la compilazione di una scheda da aggiornare passo dopo passo. È possibile, inoltre, prevedere un confronto all’interno del gruppo classe sui diversi progetti personali compilati. 2.1. Finalità La prima fase dell’unità 4 mira a fare chiarezza sul progetto personale di ogni ragazzo. 2.2. Obiettivi Al termine della compilazione della scheda “Progetto personale” (cfr. allegato 26), i ragazzi saranno maggiormente consapevoli delle loro aspettative rispetto al corso e alla possibile professione futura. 2.3. Strumenti e attività Per realizzare la fase, può essere utile la scheda “Progetto personale” (allegato 26). 36 2.4. Risorse Il formatore o l’orientatore invitano gli allievi a compilare la scheda in aula, senza limiti di tempo prestabiliti. 2. SECONDA FASE: "SOTTOSCRIVERE GLI IMPEGNI" Dopo la compilazione della scheda sul progetto personale, occorre rendere consapevoli gli allievi della serietà del percorso formativo iniziato e formalizzare il loro impegno. L’operatore distribuisce quindi ad ogni allievo la scheda “Contratto formativo” (cfr. allegato 27), con l’invito a leggerla e a firmarla. Per sottolineare l’impegno reciproco, anche i formatori o gli orientatori sono tenuti a leggere e a sottoscrivere il contratto. 2.1. Finalità Con la sottoscrizione del “Contratto formativo”, si intende affrontare il percorso formativo con la consapevolezza delle responsabilità e degli impegni reciproci. 2.2. Obiettivi I ragazzi affrontano l’esperienza di assumersi formalmente una responsabilità. 2.3. Strumenti e attività Per realizzare la fase, può essere utile la scheda “Contratto formativo” (allegato 27). 2.4. Risorse Il formatore o l’orientatore organizzano lo svolgimento dell’attività, della durata di circa 10 minuti, nell’aula. 37 3. TERZA FASE: "VALUTARE IL MODULO DELL’ACCOGLIENZA" Prima di iniziare le attività in itinere, è importante stimolare la capacità di critica e di giudizio dei ragazzi sul modulo dell’accoglienza e raccogliere i loro feedback per gestire nel migliore dei modi i momenti successivi. L’operatore distribuisce quindi a ciascun allievo la “Scheda di valutazione del modulo di accoglienza” (cfr. allegato 28), da compilare individualmente. Successivamente, è possibile sintetizzare le opinioni ed i giudizi espressi, rilevando quelli più ricorrenti e trascrivendoli su un cartellone da appendere in aula. 3.1. Finalità La fase della valutazione del modulo dell’accoglienza intende verificare la risposta dei ragazzi alle attività e agli stimoli proposti in relazione alle finalità proprie di ogni unità del modulo, risultando utile per gestire al meglio l’attività in itinere. 3.2. Obiettivi L’attività proposta aiuta i ragazzi ad essere critici e consapevoli dell’importanza delle attività svolte e di quelle che saranno svolte successivamente. 3.3. Strumenti e attività Per realizzare la fase, ci si può avvalere della “Scheda di valutazione del modulo di accoglienza” (allegato 28). 3.4. Risorse Il formatore o l’orientatore predispongono lo svolgimento del lavoro, della durata di circa 30 minuti, in aula. 4. QUARTA FASE: "ESPRIMERE LE EMOZIONI" Alla valutazione del modulo dell’accoglienza segue la verifica del sentimento allievi di appartenenza al gruppo. L’operatore dispone i ragazzi in cerchio, in modo che tutti possano guardarsi. 38 Invita dunque un allievo a dire il suo nome e ad esprimere il suo stato d’animo del momento, anche con una sola parola. Nome e sentimenti sono infine riportati su un cartellone da lasciare in aula per poter annotare i cambiamenti rispetto alla situazione iniziale. 4.1. Finalità L’attività di questa fase mira a creare un clima distensivo e di condivisione per consolidare il sentimento di appartenenza al gruppo degli allievi. 4.2. Obiettivi La fase “Esprimere le proprie emozioni” permette ai ragazzi di: a) superare la loro riservatezza; b) confrontare le loro sensazioni al termine del modulo dell’accoglienza. 4.3. Strumenti e attività Per realizzare la fase, servono dei cartelloni di sintesi dal titolo “Come mi sento” (allegato 29). 4.4. Risorse Il formatore o l’orientatore organizzano l’attività, della durata di 40 minuti, nell’aula. 5. CONCLUSIONI Al termine dell’unità “Verificare il cammino e progettare”, il gruppo classe e ogni singolo allievo sono pronti ad iniziare il modulo dell’orientamento in itinere, consapevoli degli impegni assunti e dell’importanza delle attività svolte e di quelle da svolgere durante l’intero percorso formativo. In questa fase, si suggerisce anche di avviare la compilazione di due strumenti che accompagneranno il proseguo del lavoro orientativo e formativo dell’allievo: il “Libretto orientativo” (allegato 30) e il “Libretto formativo” (allegato 31). 39 Il primo sarà compilato dall’operatore, che ha guidato la fase di accoglienza, insieme all’allievo e mira a registrare le attività svolte via via (andrà, dunque, periodicamente aggiornato); il secondo, curato dall’operatore (in collaborazione con i colleghi e/o con il Direttore), mira a documentare l’intero percorso formativo dell’allievo, annotando ogni genere di attività intrapresa. L’utilità di questi strumenti consiste, chiaramente, nella possibilità di avere un quadro aggiornato del processo svolto dal ragazzo e, dunque, monitorare l’attività presente per pianificare quella futura. 40 CONCLUSIONE L’accoglienza (o “accompagnamento iniziale”), intesa come processo volto a favorire l’inserimento dell’allievo nel Centro e nel gruppo classe, si caratterizza per la particolare attenzione richiesta agli operatori nel rapporto con gli allievi al loro primo impatto con la struttura formativa. Il manuale presentato, come detto nell’introduzione, è frutto dell’esperienza di alcuni operatori del CNOS-FAP Regione Piemonte impegnati nei Centri di Formazione Professionale. L’estrema semplicità metodologica, strutturale e linguistica che lo caratterizzano favoriscono la conoscenza del processo di accoglienza da parte del personale non direttamente coinvolto nella sua attuazione. Al tempo stesso, l’organicità, la sistematicità e la completezza del percorso possono orientare il lavoro degli operatori direttamente coinvolti nella realizzazione dell’accoglienza degli allievi. 41 ALLEGATI 42 Allegato 1 - Scheda: "Dati anagrafici" Dossier personale DATI ANAGRAFICI FINALITÀ: Raccogliere le prime informazioni generali sulla persona; Iniziare a costituire il dossier personale dell'allievo. TEMPO RICHIESTO: 20 min. OCCORRENTE: scheda penna SVOLGIMENTO: La segretaria o il Direttore del CFP compila la scheda intervistando il ragazzo. APPROFONDIMENTI: La compilazione della scheda dati anagrafici permette di aiutare il ragazzo ad esprimere le prime informazioni su di sé e ad acquisire consapevolezza di sé. 43 Dati anagrafici Data compilazione: ______________ Operatore: ____________ 1) Dati allievo Cognome e nome ____________________________ Sesso ˆ M ˆ F Età ____________________________ Data di nascita ____________________________ Luogo di nascita ____________________________ Residenza (indirizzo) ____________________________ Reperibilità telefonica ____________________________ Codice fiscale ____________________________ 2) Dati famiglia Età Sesso Titolo di studio Professione Padre Madre Fratello o sorella Fratello o sorella Fratello o sorella Altri 3) Esperienze precedenti a) Curriculum scolastico Titolo di studio ____________________________ Anno conseguimento____________________________ Votazione ____________________________ Istituto ____________________________ 44 Titolo di studio ____________________________ Anno conseguimento_________________________ Votazione ____________________________ Istituto ____________________________ Titolo di studio ______________________________ Anno conseguimento __________________________ Votazione ____________________________ Istituto ____________________________ Note sul percorso scolastico del candidato (precisare stato attuale) ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ b) Curriculum formativo Ente ____________________________ Anno ____________________________ Titolo del corso ____________________________ Durata del corso ____________________________ Ente ____________________________ Anno ____________________________ Titolo del corso ____________________________ Durata del corso ____________________________ Note sul percorso formativo del candidato (precisare stato attuale) ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ 45 c) Eventuale curriculum lavorativo Azienda: _____________________________________ Periodo: da___________ a ___________ Ruolo / funzione: _______________________________ Tipo di contratto: _______________________________ Azienda: _____________________________________ Periodo: da___________ a ___________ Ruolo / funzione: _______________________________ Tipo di contratto: _______________________________ Eventuale stage / tirocinio: Azienda: _____________________________________ Periodo: da___________ a ___________ Ruolo / funzione: _______________________________ Note sul percorso lavorativo del candidato (precisare stato attuale) ________________________________________________ ________________________________________________ ________________________________________________ Si autorizzano gli operatori del Centro di Formazione Professionale al trattamento dei dati personali, nel rispetto di quanto stabilito dall'art. 13 della Legge 675/96. Firma ______________________ 46 Allegato 2 - Scheda: "Informazioni sul Centro" Dossier personale INFORMAZIONI SUL CENTRO FINALITÀ: Chiarire le opportunità di formazione e le risorse del Centro. TEMPO RICHIESTO: variabile. OCCORRENTE: scheda. SVOLGIMENTO: La scheda viene consegnata alla persona; si forniscono su richiesta ulteriori informazioni. APPROFONDIMENTI: ogni Centro potrà consegnare eventuali depliants predisposti per pubblicizzare le proprie attività. È possibile preparare appositamente del materiale seguendo la traccia proposta. 47 INFORMAZIONI SUL CENTRO 1) Il Centro: - Struttura _______________________________________ - Servizi _______________________________________ - Regole _______________________________________ 2) Le opportunità formative: - Corsi _________________________________ - Moduli _________________________________ - Tirocini formativi _________________________________ 3) Le risorse disponibili: - Spazi _______________________________________ - Strumenti _______________________________________ - Regole _______________________________________ 4) Le risorse di orientamento: - Informazione _______________________________________ - Consulenza _______________________________________ - Esperienze _______________________________________ - Bilancio _______________________________________ 5) Il metodo di orientamento _____________________________________________________ _____________________________________________________ 6) Gli operatori - Il / la tutor _______________________________________ - Altri _______________________________________ 48 Allegato 3 - Scheda: "Cos'è l'orientamento" Dossier personale COS'È L'ORIENTAMENTO FINALITÀ: Chiarire il concetto di orientamento e le opportunità di questo supporto. TEMPO RICHIESTO: variabile. OCCORRENTE: scheda. SVOLGIMENTO: La scheda viene consegnata alla persona; si forniscono su richiesta ulteriori informazioni. APPROFONDIMENTI: Se la scheda non viene consegnata individualmente, occorre distribuirla nel gruppo e spiegare come utilizzarla. Si può inserire nell’attività di accoglienza in gruppo insieme all’approfondimento proposto nell’unità 1 “Immagina e crea”. 49 CHE COS'È? ™ Un modo nuovo per “decidere dove andare e come arrivarci", per realizzare scelte e cambiamenti rispetto al proprio futuro. È trovare la risposta all'interrogativo: "Che cosa farò da grande?" A COSA SERVE? ™ A definire meglio chi sei, cosa conosci, cosa sai fare (attitudini, preferenze, valori, possibilità) ™ A ripescare e valorizzare le tue esperienze formative, personali e sociali ™ Ad imparare ad utilizzare meglio le tue potenzialità ™ Ad essere informato sulle alternative di scelta scolastica e professionale 50 Vogliamo riflettere insieme su ciascuno di questi punti e, se decidi di lasciarti coinvolgere in questa esperienza, sappi che: ™ Contiamo sul tuo impegno personale, infatti l'attività di orientamento richiede molta collaborazione da parte tua. ™ Lavorerai sia singolarmente che in gruppo. ™ Avrai l'occasione di acquisire e/o potenziare ciò che va sotto il nome di "competenze sociali" (capacità di comunicazione, diagnosi e fronteggiamento dei problemi, prendere decisioni, collaborare, apprendere ad apprendere). ™ È prevista la possibilità di consultare materiali informativi e di ricercare informazioni sulle singole professioni e sul mondo del lavoro in generale. E NON È FINITA QUI… Abbiamo predisposto un "accompagnamento" durante tutte le attività formative, grazie all'ausilio di schede di monitoraggio dei propri progressi inserite nel tuo dossier personale. Un attento e sereno sguardo al nostro interno per fare il punto su noi stessi: da soli e con l'ausilio di chi ci circonda. 51 Allegato 4 - Scheda "Contratto per l'orientamento" Dossier personale CONTRATTO PER L'ORIENTAMENTO FINALITÀ: Chiarire gli impegni e gli obiettivi delle attività di orientamento e le relative responsabilità. TEMPO RICHIESTO: 10 min. OCCORRENTE: scheda penna. SVOLGIMENTO: La scheda viene compilata e sottoscritta dall'operatore e dall'allievo insieme alla sua famiglia. Viene consegnata al ragazzo ed inserita nel dossier personale. L’operatore deve soffermarsi sul significato di ogni singola voce. APPROFONDIMENTI: Se la scheda non è consegnata nel colloquio individuale, viene distribuita il primo giorno di attività in gruppo. Al ragazzo si chiede di farla firmare dal genitore e di riconsegnarla al formatore. L’operatore, per giustificare la richiesta della firma, deve spiegare l’importanza e il ruolo della famiglia nell’orientamento. 52 CONTRATTO PER L’ORIENTAMENTO Sottoscrizione degli impegni reciproci Il/La sottoscritto/a ............................................................................................ dichiara − di avere accolto positivamente la proposta del seguente itinerario / momento orientativo: interventi / attività proposte ............................................................................... modalità di svolgimento .......................................................................................... tempi ........................................................................................................................... − di essere consapevole che, al momento attuale, sia uno strumento utile di riflessione − di accettarne e rispettarne le regole di svolgimento ed attuazione − di aderire alla proposta di lavoro concordata − di volersi impegnare attivamente nella realizzazione del percorso orientativo “Autorizzo l’operatore che condurrà l’attività di orientamento al lavoro a raccogliere alcuni dati che mi riguardano. Tali notizie rimarranno riservate e verranno utilizzate ai soli fini dell’attività concordata ai sensi della legge 675/96”. Data ___________________ Firma del genitore Firma dell'allievo 53 Il CFP − s’impegna alla riservatezza delle informazioni ricevute dall’allievo − dichiara di volersi impegnare attivamente nella realizzazione del percorso orientativo − mette a disposizione dell'allievo un'équipe orientativa competente e aggiornata Per il CFP _______________________ 54 Allegato 5 - Scheda per il colloquio FINALITÀ: Il colloquio dovrebbe consentire di conoscere globalmente il ragazzo: sue attese, motivazioni, esperienze passate, ecc. e trasmettere comprensione e accettazione. TEMPO RICHIESTO: 1 ora e 40 min. circa OCCORRENTE: Scheda: “Traccia per il colloquio” SVOLGIMENTO: Il direttore incontra l’allievo in un ambiente non soggetto a interferenze esterne. Il direttore avrà cura di creare un clima sereno e accogliente che favorisca l’apertura del ragazzo. 55 Traccia per il colloquio Operatore................................…............... Data.............................................. • Come hai conosciuto il nostro servizio? ............................................................................................................................................. • Perché ti sei rivolto al nostro Centro? (Fornire alcuni spunti per avviare il discorso del tipo: "Cerca di descrivere brevemente i bisogni e le motivazioni che ti hanno condotto a rivolgerti a questo Centro. Stai concludendo gli studi? Hai già qualche previsione circa il tuo futuro? Vorresti integrare e migliorare la tua formazione acquisendo nuove competenze?") .............................................................................................................................................. ..............................................................................…………..............................................…….. .............................................................................................................................................. • Descrivi brevemente te stesso: hobby, caratteristiche personali, cose in cui riesci bene e cose che sai fare, aspetti in cui pensi di dover migliorare, rapporti con gli amici e con gli adulti (annotare ed evidenziare soprattutto i punti di forza e di debolezza riconosciuti e quelli che potrebbero aiutare gli operatori a stimolarlo durante il suo percorso formativo) ……………………………………………………………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………………………………………………………….. • Hai incontrato difficoltà (soggettive ed oggettive) lungo i percorsi scolastici e/o lavorativi? (es. "Che cosa ha ostacolato il raggiungimento dei tuoi obiettivi?") ...........................................................................................................................................… ..............................................................................…………..............................................…….. .............................................................................................................................................. 56 • Cosa hai fatto fino ad ora per affrontarle? (es. Ti sei arreso oppure ti sei ribellato? In che modo?) ............................................................................................................................................. ..............................................................................…………..............................................…….. .............................................................................................................................................. • Quali sono le tue aspettative oggi? (es. "Cosa vorresti ottenere dal Centro? Pensi di poter riuscire a raggiungere le tue mete?") .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. • Chi o che cosa potrebbe aiutarti per soddisfare le tue aspettative? (es. la famiglia, il Centro, gli amici, i soldi, ecc.) .............................................................................................................................................. ..............................................................................…………..............................................…….. ..............................................................................…………..............................................…….. Eventuale approfondimento dei dati personali con: - famiglia …………………………………………………………………………………………………………………… - scuole frequentate ………………………………………………………………………………………………… - servizi sociali ……………………………………………………………………………………………………………. - altro ……………………………………………………………………………………………………………………………. 57 Allegato 6 - Scheda "Bilancio personale" BILANCIO PERSONALE (per l'operatore) FINALITÀ: Elaborare un primo e sommario bilancio personale e cercare di far acquisire agli allievi l'abitudine a riflettere sulla propria esperienza complessiva . TEMPO RICHIESTO: 45-60 min. OCCORRENTE: scheda. SVOLGIMENTO: L'operatore pone le domande ed appone le risposte indicate dall'allievo (il quale tiene sott'occhio copia del bilancio). Al ragazzo è quindi chiesto di esprimere un'autovalutazione in riferimento ai seguenti ambiti: Conoscenze: elementi che compongono l'istruzione di base della persona. Capacità personali: “competenze di base” della persona nel senso dell'autonomia, della comunicazione, delle capacità comunicative, relazionali e organizzative e del rispetto delle regole. Capacità lavorative e professionali: possesso di abilità in alcuni ambiti operativi di ordine trasversale ovvero comuni a più contesti (es.: disegno, manualità, meccanica, informatica, ecc.). APPROFONDIMENTI: è consigliabile da parte dell'operatore richiedere all'allievo di esplicitare alcuni commenti in modo da chiarire a se stesso ed all'orientatore il proprio giudizio, segnalando elementi che possano migliorare ulteriormente il proprio bilancio. 58 Bilancio personale 1 CONOSCENZE GIUDIZIO AMBITO DOMANDE B S Sc N 1.1 Lingua italiana Sai: ™ Parlare correttamente in italiano tra amici ™ Parlare correttamente in italiano con estranei ™ Scrivere correttamente in italiano ad amici ™ Scrivere correttamente in italiano ad estranei 1.2 Matematica Sai: ™ Fare le quattro operazioni ™ Calcolare una percentuale ™ Calcolare l'area di una figura geometrica ™ Risolvere un'equazione di primo grado 1.3 Lingua inglese Grado di conoscenza: ™ La capisco ™ La leggo ™ La parlo ™ La scrivo 1.4 Altra lingua straniera Grado di conoscenza: ™ La capisco ™ La leggo ™ La parlo ™ La scrivo 1.5 Cultura generale Sai: ™ Che cos'è l'UE ™ Servizi oltre il tuo comune ™ Per che cosa è conosciuta Torino ™ Come si può aprire un negozio 59 1.6 Cultura tecnica Sai: ™ Come si ottiene il bronzo ™ Cos'è un tornio ™ Cos'è un microprocessore ™ Come si trasmettono le onde radio 1.7 Informatica Al computer, sai: ™ Giocare ™ Scrivere ™ Compilare una tabella Legenda: B = buono S = sufficiente Sc = scarso N = nullo 2 CAPACITÀ PERSONALI GIUDIZIO AMBITO DOMANDE B S Sc N 2.1 Cura di sé Sai: ™ Presentarti di fronte ad estranei ™ Vestirti in modo adeguato all'ambiente 2.2 Gestione del tempo Sai: ™ Arrivare in orario agli appuntamenti ™ Anticipare i tempi in modo da evitare l'affanno dell'ultimo momento ™ Portare a termine un compito nel tempo dato 2.3 Organizzazione Sai: ™ Organizzare la tua agenda ™ Tenere in ordine i tuoi documenti ™ Organizzarti nel lavoro 2.4 Impegno Sei in grado di: ™ Resistere al richiamo del gruppo/ degli amici quando devi portare a termine qualcosa ™ Portare a termine un compito anche se sgradevole ™ Mantenere la parola data 60 2.5 Metodo di studio Sai: ™ A quali condizioni ti è più favorevole lo studio ™ Imparare il contenuto di un testo scritto ™ Svolgere gli esercizi 2.6 Rispetto delle regole Sei in grado di: ™ Rispettare il codice della strada ™ Rispettare l'ambiente ™ Rispettare il patrimonio pubblico 2.7 Rapporto con gli altri Sai: ™ Ascoltare gli altri ™ Rispettare il loro punto di vista quando è diverso dal tuo ™ Lavorare in gruppo Legenda: B = buono S = sufficiente Sc = scarso N = nullo 3 CAPACITÀ LAVORATIVE E PROFESSIONALI GIUDIZIO AMBITO DOMANDE B S Sc N 3.1 Disegno Sai: ™ Tirare linee dritte ™ Copiare un altro disegno ™ Disegnare un paesaggio ™ Disegnare una figura umana a mano libera 3.2 Organizzazione Sai organizzare: ™ Un viaggio ™ Una partita ™ Un gioco collettivo ™ Una vacanza 3.3 Amministrazione Sai gestire: ™ Il tuo bilancio ™ Il bilancio del gruppo/della compagnia ™ I rapporti con la banca 61 3.4 Manutenzione Sai riparare: ™ La moto ™ Un rubinetto ™ Una lampada ™ I pantaloni 3.5 Vendite Sei stato/a in grado di vendere: ™ Un gioco ™ Un libro ™ Un biglietto del cinema/del concerto ™ Una mountain bike, una moto, una macchina 3.6 Informatica Sei in grado di: ™ Elaborare un documento con tabelle e grafici ™ Costruire un data base ™ Utilizzare un programma di amministrazione e contabilità ™ Utilizzare un programma di computer grafic 3.7 Altro __________ (Se sai fare un mestiere, indicalo nella colonna precedente e giudica il tuo livello di competenza) Legenda: B = buono S = sufficiente Sc = scarso N = nullo 62 Allegato 7 - Scheda: "Profilo individuale" PROFILO INDIVIDUALE FINALITÀ: Focalizzare le principali informazioni fornite dall'allievo durante il colloquio individuale, per far emergere gli aspetti utili alla maggiore comprensione del ragazzo e delle sue eventuali criticità. Sintetizzare il profilo emerso durante il colloquio individuale. TEMPO RICHIESTO: variabile a seconda dei casi. OCCORRENTE: scheda penna. SVOLGIMENTO: L'orientatore, al termine del colloquio, compila la scheda annotando gli elementi salienti e valutando il peso di eventuali criticità sulla base degli indicatori suggeriti. 63 Profilo individuale Data .................................................. Operatore .................................................. Allievo .................................................. Domanda Note Grado di … (da 1 a 5) Percorso scolastico intrapreso (motivazione nella scelta di un determinato indirizzo, nella prosecuzione o nell'interruzione di un percorso scolastico, ecc.) Motivazione Nel caso di abbandoni: difficoltà incontrate, cause Assunzione di responsabilità Organizzazione dello studio (costante, a corse finali, contro voglia, ecc.) Capacità organizzative Opinione che crede avessero di lui i suoi compagni e professori Autostima Opinione di sé come studente Autostima A cosa attribuisce i suoi successi Autostima Reazioni di fronte agli ostacoli Flessibilità Conoscenze ritenute più utili, più richieste dal mondo del lavoro e quelle più applicabili in ambito professionale Conoscenza delle professioni Ambiente lavorativo e tipologie delle persone con cui vorrebbe lavorare Capacità relazionali Ipotesi di progetto personale di formazione. Definizione di un piano d'azione Capacità decisionale Legenda "Grado di…": 1 = scarso 2 = debole 3 = medio 4 = buono 5 = elevato 64 Allegato 8 - Scheda: "Approfondimento e analisi della domanda" APPROFONDIMENTO E ANALISI DELLA DOMANDA FINALITÀ: Analizzare la domanda esplicita e definire il bisogno di aiuto o supporto. È possibile anche un utilizzo del medesimo strumento nella fase successiva di counseling. TEMPO RICHIESTO: variabile a seconda dei casi . OCCORRENTE: scheda penna. SVOLGIMENTO: L'operatore, al termine del colloquio, compila la scheda e la utilizza successivamente per aiutare il ragazzo a delineare una prospettiva di itinerario orientativo. 65 Approfondimento e analisi della domanda 1) Caratteristiche della domanda emersa La situazione, relativamente alla domanda emersa è di: urgenza, crisi, tranquillità _____________________________________________________ 2) Eventuali criticità emerse _____________________________________________________ 3) Pertinenza rispetto al servizio Domanda pertinente che può trovare risposta nel Centro; domanda che in parte trova una risposta nei servizi attuati dal Centro; domanda non pertinente: rinvio ad altri servizi _____________________________________________________ 4) Ulteriori osservazioni a) Attitudini scolastiche __________________________________________________ b) Competenze acquisite __________________________________________________ c) Attività nel tempo libero Rilevare gli elementi utili per un progetto professionale __________________________________________________ d) Eventuali lavori svolti anche per brevi periodi __________________________________________________ 66 Allegato 9 - Scheda: "Proposta di itinerario" Dossier personale PROPOSTA DI ITINERARIO FINALITÀ: Stabilire le attività e le modalità del percorso orientativo in gruppo e/o formativo da intraprendersi. Supportare l'allievo nel processo decisionale. TEMPO RICHIESTO: 30 min. OCCORRENTE: scheda penna. SVOLGIMENTO: L'operatore compila la scheda insieme al ragazzo, al quale ne viene consegnata una copia da conservare nel proprio dossier insieme alle schede precedenti. APPROFONDIMENTI: Verificare il realismo del progetto confrontando i risultati emersi dalle attività precedenti con le caratteristiche del profilo professionale di interesse (esito del corso di formazione da intraprendere). In caso di incongruenza, si può sostenere il ragazzo nella definizione degli aspetti “deboli” sui quali lavorare fin da subito, per colmare la distanza fra desiderio e realtà. 67 Proposta di itinerario Caratteristiche personali emerse (motivazioni, attese, interessi, vincoli, ecc.) ........................................................................................................................................... ........................................................................................................................................... ........................................................................................................................................... ........................................................................................................................................... Interventi e/o attività proposti 1) ....................................................................................................................................... 2) ...................................................................................................................................... 3) ...................................................................................................................................... Modalità ........................................................................................................................................... ........................................................................................................................................... Tempi ........................................................................................................................................... ........................................................................................................................................... Data compilazione _________________________________ Firma allievo _________________________________ Per il CFP _________________________________ 68 Allegato 10 - Scheda "Intervista bugiarda" INTERVISTA BUGIARDA FINALITÀ: Favorire la conoscenza reciproca e suscitare curiosità sui componenti del gruppo classe. TEMPO RICHIESTO: 45 min. OCCORRENTE: Fotocopie della scheda “Intervista bugiarda” SVOLGIMENTO: L'operatore divide la classe in coppie (possibilmente formate da persone che non si conoscono), in seguito propone a ciascuno di intervistare l'altro seguendo lo schema della scheda consegnata e annotando le risposte. Il ragazzo che si sottopone all’intervista deve dire una bugia su di sé. Dopo 10, 15 minuti circa, l’intervistatore presenta alla classe il compagno e si apre un confronto per individuare la bugia e riconoscere la verità. APPROFONDIMENTI: Nella fase di presentazione alla classe, l'operatore deve favorire l’intervento di tutti gli allievi nel dialogo, sostenendo in modo particolare coloro che presentano difficoltà di comunicazione. L'operatore dovrebbe anche cercare di evidenziare le caratteristiche comuni a più allievi. È importante proporre l’attività quando i ragazzi non si conoscono ancora. 69 Intervista bugiarda NOME: ................................................................................................. COGNOME: ................................................................................................. ETÀ: ................................................................................................. ULTIMA SCUOLA FREQUENTATA: .......................................................................................................................................... LA COSA CHE PIÙ MI PIACE DI ME: .......................................................................................................................................... .......................................................................................................................................... HOBBY E INTERESSI: .......................................................................................................................................... .......................................................................................................................................... .......................................................................................................................................... UN CONSIGLIO PER CHI NON MI CONOSCE: .......................................................................................................................................... .......................................................................................................................................... 70 Allegato 11 - Esercitazione in cerchio o "La trama" ESERCITAZIONE IN CERCHIO O "LA TRAMA" FINALITÀ: Creare un clima distensivo, favorevole alla comunicazione ed alla conoscenza reciproca. Ogni allievo, oltre a presentare al meglio se stesso, ascolterà con attenzione la presentazione del compagno, con lo scopo di poter individuare le positività e le capacità dei compagni. TEMPO RICHIESTO: 45 min. OCCORRENTE: gomitolo di lana o spago. SVOLGIMENTO: L'operatore dispone gli allievi in cerchio, in modo che tutti possano guardarsi a vicenda (disporre i banchi/sedie in circolo). Per dare la parola l’operatore lancia il gomitolo al primo ragazzo che si presenterà a caso; e prima di lanciare di nuovo il gomitolo ad un compagno a caso, terrà per sé un pezzo del filo. Alla fine, quando tutti avranno parlato, si sarà creata una trama di filo dentro il cerchio. L’operatore, con l’aiuto degli allievi, raccoglierà su un cartellone capacità e positività emerse nelle descrizioni di ognuno. Questo cartellone sarà lasciato in aula come “prima fotografia” del gruppo. APPROFONDIMENTI: In questa esercitazione è importante che l’intervento dell'operatore favorisca l’espressione di ciascuno. Può essere opportuno che anche in questo caso l'operatore intervenga in prima persona inserendosi nel cerchio e presentandosi. Bisognerà spiegare, alla fine dell’esercitazione, il senso della “trama” che si è costituita (creazione della coesione del gruppo). Essa simboleggia il fatto che, con il contributo di ognuno e la disponibilità a coinvolgersi, si può costruire un gruppo unito in cui le differenze individuali e le particolarità di ciascuno diventano ricchezza per gli altri. Questa attività consente di approfondire conoscenze, relazioni avviate con l’attività precedente. 71 Allegato 12 - Esercitazione "Immagina e crea" IMMAGINA E CREA FINALITÀ: Personalizzare il proprio “Dossier personale” attraverso un’immagine o un disegno. Stimolare la creatività favorendo la presentazione di sé e dell’idea di “orientamento” che ciascuno possiede, senza fare uso delle parole. TEMPO RICHIESTO: 60 min. OCCORRENTE: forbici, colla, fogli, colori, riviste. SVOLGIMENTO: L’operatore consegna ai ragazzi il materiale di lavoro per preparare la copertina del dossier personale (che andrà conservato in apposito armadio). La consegna sarà la seguente: “Che cos’è per voi l’orientamento? Utilizzando il materiale messo a vostra disposizione esprimete con un disegno, un’immagine o un collage la vostra idea di orientamento”. Si condividono i risultati con il gruppo facendo sintesi degli elementi evocativi espressi. APPROFONDIMENTI: Le immagini spesso sono utilizzate come metafora di una realtà emotivo- cognitiva diversa e più nascosta rispetto a ciò che appare. Cosa suggerisce l’immagine scelta per rappresentare la propria idea di “orientamento”? Qualcosa di positivo… o di negativo? Soddisfa completamente l’autore? Il confronto all’interno del gruppo può far emergere tanti punti di vista diversi, tanti modi di vedere la stessa realtà e chiarire dubbi, perplessità circa le attività che ci si prepara a svolgere. Raccontarsi non è facile. Viene in soccorso la ricerca di un’immagine: un modo per parlare di sé senza farlo direttamente, attraverso una rappresentazione che esprime qualcosa in più di se stessi agli altri. Come per i test proiettivi, infatti, l’uso di immagini (disegni o altro) aiuta a rivelare e manifestare, in forma indiretta e spesso consapevole, la propria personalità. Anche se elaborato con scarso rigore scientifico, l’esercizio “Immagina e crea” si propone con questa finalità. Ciò significa che le diverse rappresentazioni del concetto di orientamento che emergeranno dalle realizzazioni dei ragazzi, in termini generali, esprimeranno i diversi modi di essere e quindi i diversi atteggiamenti che si possono tenere di fronte alle attività di orientamento. Esprimendosi attraverso il disegno, inconsapevolmente si mettono a nudo tanti elementi della personalità che sarebbe difficile esprimere a parole, anche perché nel parlare ci si autocensura automaticamente, cosa che non accade nel disegnare. 72 Allegato 13 - Questionario: "Perché sono qui?" QUESTIONARIO "PERCHÉ SONO QUI?" FINALITÀ: Far emergere le motivazioni per cui ci si è iscritti al corso. TEMPO RICHIESTO: 25 min. OCCORRENTE: fotocopie questionario. SVOLGIMENTO: L'operatore distribuisce i questionari agli allievi spiegando gli obiettivi dell'attività e si rende disponibile ad ulteriori chiarimenti. Dopo la compilazione individuale si formano dei sottogruppi nei quali confrontare le risposte individuali e produrre una sintesi da esporre al resto del gruppo. APPROFONDIMENTI: In questa esercitazione è importante che l’intervento dell'operatore favorisca il lavoro individuale del singolo allievo seppur inserito all'interno del gruppo. 73 Questionario "Perché sono qui?" Data……………………………… Allievo………………………………… 1) Come hai saputo del corso? .......................................................................................................................................... .......................................................................................................................................... 2) Qual è la cosa che ti ha colpito di più, che ti ha convinto ad iscriverti? .......................................................................................................................................... .......................................................................................................................................... 3) Con chi hai parlato di questo corso? .......................................................................................................................................... .......................................................................................................................................... 4) I tuoi genitori erano d'accordo? SI NO 5) Nel prendere la decisione di iscriverti, ti sei consigliato con qualcuno? (metti una X su una o più caselle) ‰ Un amico/ amica ‰ Mia madre ‰ Mio padre ‰ Un ex insegnante ‰ Un prete ‰ Il responsabile dell'Informagiovani ‰ Il responsabile del mio gruppo ‰ Il mio ex datore di lavoro 74 6) Quanto conta, per te, il fatto che il corso duri 2 o 3 anni? Molto Abbastanza Poco Nulla 7) Perché ? .......................................................................................................................................... .......................................................................................................................................... 8) Quanto conta, per te, il fatto che ci sia lo stage in azienda? Molto Abbastanza Poco Nulla 9) Perché ? .......................................................................................................................................... .......................................................................................................................................... 10) Pensi che questo corso possa servirti a: ‰ Imparare un mestiere ‰ Imparare delle cose ‰ Occupare il mio tempo ‰ ......................................... 75 Allegato 14 - Traccia per il "brainstorming su attese e timori" "BRAINSTORMING SU ATTESE E TIMORI" FINALITÀ: Prima di avviare il percorso formativo è opportuno aiutare i corsisti ad esplicitare timori ed aspettative, più o meno espliciti e consapevoli, nei confronti dell’azione formativa in cui saranno coinvolti. Tale attività è utile da più punti di vista: scoprire che all’interno del gruppo sono condivise le stesse ansie e preoccupazioni serve a tranquillizzare il singolo dal punto di vista dell’inadeguatezza/insicurezza personale. Inoltre far emergere le attese connesse al percorso consente all’operatore di sgombrare il campo da aspettative irrealistiche o illusorie dei partecipanti. TEMPO RICHIESTO: 60 min. (30 + 30 di messa in comune). OCCORRENTE: Cartelloni con domande scritte. SVOLGIMENTO: Scrivere su un cartellone “Cosa vi aspettate dal corso?” e sull'altro “Quali timori avete per questa esperienza?”. Invitare gli allievi a scrivere su ognuno dei due cartelloni ciò che viene loro in mente leggendo la frase scritta, fornendo esempi di risposte possibili (ad es. imparare a lavorare insieme agli altri, avere maggiori opportunità di lavoro; paura di non capire alcuni argomenti/fare brutta figura…). Successivamente, gli allievi in cerchio condivideranno le attese e i timori emersi nel gruppo senza approfondire il tema che verrà ripreso con l’attività successiva. 76 Allegato 14A - Esercitazione "Timori e speranze" ESERCITAZIONE "TIMORI E SPERANZE" FINALITÀ: A partire dai risultati dell’attività precedente, viene ora approfondito il tema delle paure e dei desideri rispetto alla nuova esperienza formativa. Lasciare emergere questi sentimenti può risultare molto vantaggioso perché: - permette a ciascuno di esprimere qualcosa di sé in termini personali, al di là dei luoghi comuni che si è soliti ripetere; - crea un clima di serietà e di profondità nel dialogo; - avvicina gli altri e permette di sintonizzarsi con loro. TEMPO RICHIESTO: 60 min. OCCORRENTE: fotocopie schede cartellone foglio personale. SVOLGIMENTO: Lo strumento previsto per questa attività è un set di due gruppi di schede. Il primo gruppo è composto da 9 schede contenenti una serie di affermazioni sui timori nei confronti del percorso di formazione; il secondo gruppo, sempre di 9 schede, riporta affermazioni che si riferiscono alle speranze legate alla partecipazione al corso. Ogni scheda contiene una griglia di 20 caselle (considerando il 20 come soglia massima di utenti del corso) in ognuna delle quali ciascun corsista segnerà la presenza o meno di quel timore o speranza indicato sulla scheda stessa, scrivendo SI se presente e NO se non presente. Il gruppo viene diviso in due sottogruppi a ciascuno dei quali viene distribuito un mazzo di schede. Le schede verranno fatte girare tra i corsisti: ognuno, dopo aver compilato una scheda la passerà ad un altro membro del sottogruppo fino ad esaurimento di tutte le carte del mazzo. Si suggerisce a ciascuno di annotare sul foglio personale le proprie 77 risposte, in riferimento alle singole affermazioni, per conservare memoria delle loro opinioni iniziali, che poi non sarà più possibile ricostruire a livello di gruppo. Infatti, per favorire una maggiore sincerità nelle risposte, il conduttore ricorderà ai partecipanti che non esiste un ordine per riempire le caselle della griglia, essendo possibile scrivere il proprio punteggio in una qualunque delle 20 caselle, purché sia libera. Quando tutte le schede del mazzo sono state compilate i due sottogruppi si scambiano i mazzi e procedono come prima. Quando tutte le schede dei due mazzi sono state compilate ognuno dei due sottogruppi dovrà calcolare il totale delle risposte SI e NO attribuite dal gruppo alle affermazioni in esse contenute. Terminato il conteggio dei valori medi ogni sottogruppo detterà i propri risultati al formatore che li trascriverà su di un cartellone, già predisposto, che contiene l’elenco delle affermazioni. Ciascuno potrà annotare i risultati del gruppo sul foglio personale. L'operatore aiuterà il gruppo a commentare quanto emerso dalle attività cercando, nel confronto con il gruppo, le motivazioni alle diverse risposte. APPROFONDIMENTI: Sapere cosa i partecipanti si attendono dall’intervento consentirà all’operatore di precisare gli obiettivi del percorso formativo, definendo quali aspettative sono congruenti con le caratteristiche del percorso e quali non lo sono. Queste riflessioni diventano fondamentali per arrivare a stipulare un patto/contratto formativo in cui siano chiare da un lato le opportunità reali offerte ai corsisti, di cui il formatore è garante, e dall’altro il tipo di impegno chiesto ai partecipanti. 78 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Timori n. 1 Temo di perdere tempo I TIMORI 79 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Timori n. 2 Temo di capire poco tutte le cose che mi verranno spiegate I TIMORI 80 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Timori n. 3 Temo di avere insegnanti che pretendano troppo da me I TIMORI 81 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Timori n. 4 Temo di avere insegnanti che mi valorizzino poco I TIMORI 82 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Timori n. 5 Temo di avere insegnanti che non si facciano capire I TIMORI 83 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Timori n. 6 Temo il confronto con gli altri membri del gruppo e il loro giudizio I TIMORI 84 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Timori n. 7 Temo che l’attestato di qualifica serva poco per trovare lavoro I TIMORI 85 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Timori n. 8 Temo di non riuscire ad impegnarmi fino in fondo I TIMORI 86 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Timori n. 9 Temo di non farcela in questo nuovo percorso formativo I TIMORI 87 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Speranze n. 1 Spero di imparare cose utili per il mio lavoro e per il mio futuro LE SPERANZE 88 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Speranze n. 2 Spero di riuscire ad esprimere tutte le mie capacità LE SPERANZE 89 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Speranze n. 4 Spero che questo percorso sia una buona opportunità di crescita personale LE SPERANZE 90 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Speranze n. 4 Spero che questo percorso mi garantisca un posto di lavoro LE SPERANZE 91 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Speranze n. 5 Spero di trovare degli insegnanti preparati e disponibili LE SPERANZE 92 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Speranze n. 6 Spero di sentirmi a mio agio con gli altri membri del gruppo LE SPERANZE 93 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Speranze n. 7 Spero che questo percorso mi aiuti a realizzare il mio progetto di vita LE SPERANZE 94 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Speranze n. 8 Spero di appassionarmi al percorso formativo LE SPERANZE 95 Esercitazione: "Timori e speranze" Scheda Speranze n. 9 Spero di fare meno fatica rispetto a chi lavora o segue un percorso scolastico LE SPERANZE 96 Foglio personale per l'esercitazione "Timori e speranze" Data __________________________________ Nome e cognome allievo __________________________________ 1) I timori 1) Temo di perdere tempo SI NO 2) Temo di capire poco tutte le cose che mi verranno spiegate SI NO 3) Temo di avere insegnanti che pretendono troppo da me SI NO 4) Temo di avere insegnanti che mi valorizzano poco SI NO 5) Temo di avere insegnanti che non si facciano capire SI NO 6) Temo il confronto con gli altri membri del gruppo e il loro giudizio SI NO 7) Temo che l’attestato di qualifica serva poco per trovare lavoro SI NO 8) Temo di non riuscire ad impegnarmi fino in fondo SI NO 9) Temo di non farcela in questo nuovo percorso formativo SI NO 2) Le speranze 1) Spero di imparare cose utili per il mio lavoro e il mio futuro. SI NO 2) Spero di riuscire ad esprimere tutte le mie capacità SI NO 3) Spero che questo percorso sia una buona opportunità di crescita personale. SI NO 4) Spero che questo percorso mi garantisca un posto di lavoro SI NO 5) Spero di trovare degli insegnanti preparati e disponibili SI NO 6) Spero di sentirmi a mio agio con gli altri membri del gruppo SI NO 7) Spero che questo percorso mi aiuti a realizzare il mio progetto di vita SI NO 8) Spero di appassionarmi al percorso formativo SI NO 9) Spero di fare meno fatica rispetto a chi lavora o segue un percorso scolastico SI NO 97 Allegato 15 - Scheda per la presentazione di Don Bosco SCHEDA PER PRESENTARE DON BOSCO FINALITÀ: Far conoscere le origini del carisma salesiano e della formazione professionale. TEMPO RICHIESTO: variabile. OCCORRENTE: videocassetta testi. SVOLGIMENTO: Il catechista del Centro presenta in modo amichevole e accattivante la figura di Don Bosco e le origini della formazione professionale. Ciò può essere fatto ad esempio con l’ausilio di spezzoni del film di Leandro Castellani, Don Bosco, 1988, Italia (si può valutare la possibilità di fare vedere tutto il film, preparando una griglia per l’analisi: episodi, caratteristiche dei personaggi, valori…) o brani tratti dalle “Memorie” o altre tecniche che il conduttore riterrà utili per far conoscere l’originalità della proposta educativa salesiana. APPROFONDIMENTI: La visione del film può essere introdotta da una breve esposizione della trama: “ridotto senza forze in una poltrona, sul finire della vita, Don Bosco ripensa commosso al suo passato, ai suoi sogni di fanciullo, da quando, per divertire gli amici, camminava librato su una corda tesa fra due alberi nei prati dei Becchi, lo sguardo fisso alla meta per non precipitare nel vuoto. Si delineano così i momenti più significativi della sua vita per i giovani: li cerca ai bordi dei cantieri della povera Torino pre-industriale dell'800, per sottrarli allo sfruttamento di padroni senza scrupoli; dove può, in un prato, una tettoia, una cascina, improvvisa rudimentali laboratori per dar loro un mestiere; offre pane, riparo, amicizia. Confortato da Don Borel affronta ostilità di politici, ecclesiastici, imprenditori infuriati, fanatici d'ogni specie. Viene minacciato e aggredito; sfugge più volte alla morte. Non esita a recarsi a Roma dai papi Pio IX e Leone XIII per trovar sostegno alla sua causa che vede fiorire la sua Opera e crescere il numero di coloro che ne assicurano il futuro. Muore sussurrando una preghiera di lode a Maria, l'ispiratrice della sua incredibile avventura di educatore”. 98 Allegato 16 - Scheda: "Pubblicità del corso" PUBBLICITÀ DEL CORSO FINALITÀ: Favorire la conoscenza del corso e del Centro, stimolare l’inventiva e la fantasia dei ragazzi. TEMPO RICHIESTO: 60 min. OCCORRENTE: fotocopie; traccia; cartelloni; colori a piacere. SVOLGIMENTO: L'operatore introduce l’attività invitando i ragazzi ad elaborare la pubblicità del corso utilizzando scritte, disegni e vignette. Egli divide la classe in gruppetti da 5-6 persone, distribuisce le tracce agli allievi e si rende disponibile ad ulteriori chiarimenti. Il compito consiste nel presentare alla classe il lavoro realizzato da ciascun gruppo sui cartelloni. L’operatore, facendo la sintesi, descrive il corso alla classe. APPROFONDIMENTI: In questa esercitazione è importante che l’intervento dell'operatore favorisca il lavoro collaborativo degli allievi pur cercando di non interferire o influenzare la loro attività. 99 Pubblicità del corso TTRRAACCCCIIAA PPUUBBBBLLIICCIITTAARRIIAA CHI ORGANIZZA IL CORSO TITOLO DEL CORSO A CHI È RIVOLTO SLOGAN E BREVE DESCRIZIONE CHE SPIEGHI PERCHÉ ISCRIVERSI AL CORSO CARATTERISTICHE DEL CORSO 100 Allegato 17 - Scheda: "Traccia per le interviste al direttore del Centro e al tutor" TRACCIA PER LE INTERVISTE FINALITÀ: Favorire la conoscenza del corso e del Centro. TEMPO RICHIESTO: variabile OCCORRENTE: traccia intervista. SVOLGIMENTO: L'operatore organizza una visita al Centro; può inoltre fornire ai ragazzi la traccia dell’intervista da utilizzare durante l’incontro con il Direttore del CFP e il tutor del corso. APPROFONDIMENTI: Dopo la visita al Centro, l’operatore può dividere la classe in gruppi per un confronto sulle informazioni ottenute nel corso delle interviste. 101 Visita del Centro 1) Intervista al direttore del CFP 1) Presentazione Nome Percorso formativo personale Percorso lavorativo Altre esperienze Ecc. 2) Presentazione del Centro A chi si rivolgono le attività Quali strutture possiede il CFP Quali attività vengono proposte Ecc. 2) Intervista al tutor di corso 1) Presentazione Nome Percorso formativo personale Percorso lavorativo Altre esperienze Ecc. 2) Presentazione del corso Quali sono gli obiettivi del corso Qual è l'atteggiamento migliore per seguire bene il corso Quali attività prevede il corso Ecc. 102 Allegato 18 - Scheda: "Carta di identità del Centro e del Corso" CARTA D'IDENTITÀ DEL CENTRO E DEL CORSO FINALITÀ: Favorire la conoscenza del corso e del Centro, e stimolare l’inventiva e la fantasia dei ragazzi. TEMPO RICHIESTO: 60 min. OCCORRENTE: fotocopie scheda cartellone. SVOLGIMENTO: L'operatore introduce l’attività invitando i ragazzi a compilare la “Carta d’identità del Centro e del corso”. Egli divide la classe in gruppetti da 5-6 persone, distribuisce le schede agli allievi e si rende disponibile ad ulteriori chiarimenti. Al termine dell'attività l'operatore avrà cura di raccogliere il modello della “Carta d'identità del Centro e del corso” comune a tutta la classe, attraverso un confronto tra gruppi. Tale modello verrà appeso nell’aula. APPROFONDIMENTI: In questa esercitazione è importante che l’intervento dell'operatore favorisca il lavoro collaborativo degli allievi pur cercando di non interferire o influenzare la loro attività. L'operatore sarà altresì disponibile a stimolare i ragazzi indicando degli esempi. Alla voce “atteggiamenti utili nella teoria” alcuni suggerimenti sono: essere motivati ad imparare, stare attenti, fare domande... Alla voce “atteggiamenti utili per la pratica” alcuni suggerimenti sono: attenzione e concentrazione, capacità manuali, applicare le conoscenze teoriche, fare attenzione ai dispositivi di sicurezza nei luoghi di lavoro. 103 Carta di identità del Centro e del corso REGIONE Piemonte CARTA D'IDENTITÀ N°AA0000001 del corso ................................... 104 Cognome: _______________________________ Nome: _______________________________ Data di nascita: _______________________________ Residenza: _______________________________ Via: _______________________________ Professionalità offerta: _______________________________ Caratteristiche particolari Materie teoriche: ___________________________ Ore di teoria: n° _________________________ Ore di pratica: n° _________________________ Stage aziendale: - periodo ___________________________ - caratteristiche ___________________________ Fasi del corso: ___________________________ Atteggiamenti utili nella teoria: ___________________________ Atteggiamenti utili nella pratica: ___________________________ Segni particolari: ___________________________ Aspetto salesiano: ___________________________ Altro: ___________________________ Il Direttore ……….......................………….. Impronta digitale dell'allievo 105 Allegato 19 - Scheda: "Siamo tutti giornalisti!" SIAMO TUTTI GIORNALISTI! FINALITÀ: Approfondire la conoscenza dei possibili sbocchi professionali. TEMPO RICHIESTO: 60 min. + incontro con i testimoni OCCORRENTE: fotocopie scheda. SVOLGIMENTO: L'operatore divide la classe in gruppetti da 5-6 persone e introduce l’attività invitando i ragazzi ad elaborare le domande da porre nel corso degli incontri con i testimoni privilegiati. Terminato il lavoro di gruppo, distribuisce ai ragazzi la scheda “Siamo tutti giornalisti”, dalla quale attingere suggerimenti ed esempi di domande da confrontare e integrare con quelle prodotte da loro stessi. Si invitano i testimoni nel Centro e si organizza un incontro con i “neo- giornalisti”. APPROFONDIMENTI: In questa esercitazione è importante che l’intervento dell'operatore favorisca il lavoro cooperativo degli allievi pur cercando di non interferire o influenzare la loro attività. 106 Siamo tutti giornalisti! Intervista all’ex allievo 1) Presentazione di sé: (es. nome, età…). 2) Esperienza lavorativa: (es. che cosa ha fatto? Cosa sta facendo?). 3) Esperienza del corso: (es. gli è servito frequentare il corso? Gli è piaciuto? Cosa ha acquisito?). 4) Consigli per chi sta frequentando il corso: (es. come ci si deve comportare per ottenere buoni risultati?). Intervista al datore di lavoro (del settore lavorativo specifico rispetto al corso) 1) Presentazione: (es. nome, percorso formativo personale…). 2) Descrizione della ditta di sua proprietà: (es. nome ditta, tipo di lavorazioni, dimensioni, in quali ambienti opera, quali sono i sistemi di sicurezza, breve storia dell'azienda). 3) Descrizione dell'esperienza di stage: (es. cosa devono sapere gli stagisti, come devono comportarsi…). 4) Consigli utili per affrontare lo specifico settore lavorativo. 107 Allegato 20 - Scheda: "Visitare un'azienda" VISITARE UN'AZIENDA FINALITÀ: Approfondire caratteristiche e motivazioni della scelta di una determinata professione. TEMPO RICHIESTO: variabile OCCORRENTE: fotocopie scheda SVOLGIMENTO: I ragazzi intervistano le diverse figure professionali occupate nell’azienda visitata, utilizzando la scheda predisposta. Al rientro nel Centro l’operatore avrà cura di raccogliere e sintetizzare le informazioni annotate dai ragazzi durante le interviste. APPROFONDIMENTI: Le schede possono servire ad acquisire ulteriori informazioni, a confrontare due scelte alternative, ad approfondire il rapporto con i contenuti, gli ambienti e le problematiche del settore. 108 Visitare un'azienda Professione ……………………………………. ƒ In che cosa consiste il lavoro svolto? Breve descrizione dei compiti richiesti e delle finalità del lavoro ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ƒ Com’è l’orario di lavoro (a turni, continuato, flessibile, varia in funzione delle esigenze di lavoro…)? L’organizzazione dei tempi/ritmi di lavoro è rigida o flessibile? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ƒ Quali titoli di studio (conoscenze) sono necessari o utili per svolgere questa attività? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ƒ Quali sono le abilità richieste per svolgere bene questo lavoro? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ƒ Quali doti o qualità umane sono richieste da questo tipo di professione? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ƒ La professione permette di lavorare da soli o di avere contatti con altre persone? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... 109 ƒ Con quali altri ruoli professionali è possibile avere a che fare? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ƒ Quali strumenti vengono do solito utilizzati per questo lavoro (documenti, tecnologia, altro…)? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ƒ Qual è oggi la possibilità di trovare lavoro in questo ambito? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ƒ Questo lavoro consente di avere tempo libero per sé e/o per la famiglia? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ƒ Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa professione? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ƒ Quali consigli si potrebbero dare a chi volesse esercitare tale professione? ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... Appunti 110 Allegato 22 - Scheda: "Verifica della visita all'azienda" VERIFICA DELLA VISITA ALL'AZIENDA FINALITÀ Rilevare l'efficacia della visita realizzata. In particolare, la verifica mira a rilevare se gli allievi hanno saputo osservare gli ambienti cogliendone gli elementi essenziali e, soprattutto, se la visita è servita loro per proiettarsi nel proprio futuro lavorativo e confermare la scelta del percorso formativo intrapreso. TEMPO RICHIESTO: 80 min. circa (20 + 60) OCCORRENTE: Scheda “Verifica della visita in azienda” SVOLGIMENTO: L'operatore presenta la scheda e ne spiega le finalità. Gli allievi rispondono agli stimoli proposti dalla scheda. Operatore e allievi attivano una discussione di gruppo sull'esperienza realizzata. 111 Le mie riflessioni dopo aver visitato un'azienda LA VISITA MI HA PERMESSO DI CAPIRE CHE: 1) L'azienda che ho visitato era divisa in reparti SI … NO … 2) Se era divisa in reparti, ho capito che questi erano n. _________ 3) Le persone che vi lavoravano erano circa n. _________ 4) Le persone impegnate nell'azienda svolgevano ruoli diversi; per esempio, ho capito che c'erano: a) ___________________________________________________________ b) ___________________________________________________________ c) ___________________________________________________________ d) ___________________________________________________________ 5) Ho potuto parlare con una o più persone impegnate nell'azienda e ho capito che il suo / loro lavoro consisteva in: _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ 6) Ho visto persone che stavano lavorando a: a) ___________________________________________________________ b) ___________________________________________________________ c) ___________________________________________________________ d) ___________________________________________________________ 7) I macchinari che ho visto erano: a) ___________________________________________________________ b) ___________________________________________________________ c) ___________________________________________________________ d) ___________________________________________________________ 112 8) Ho visto da vicino i macchinari utilizzati e ho capito che si trattava di: a) strumenti vecchi e ormai superati … b) ultime novità tecnologiche … c) c'erano macchine vecchie e altre nuove … 9) Cercando di capire il clima che c'era, mi è sembrato che le persone impegnate nell'azienda che ho visitato erano (es. tese, amichevoli, nervose, cordiali, ecc.): _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ 10) Osservando gli operai impegnati al lavoro, ho capito che io, al posto loro: - Avrei fatto: _________________________________________________ - Mi sarei sentito: _____________________________________________ - Avrei voluto: ________________________________________________ 11) Osservare lo svolgimento di una reale attività, mi ha fatto capire che, per farla al meglio, bisogna: a) Sapere ___________________________________________________ b) Saper fare ________________________________________________ 12) In sintesi, le mie impressioni sulla visita... _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ 113 Allegato 22 - Scheda: "Io so..." IO SO... FINALITÀ Aiutare i ragazzi a cogliere le loro capacità per far superare la paura del non farcela e per valorizzare i loro talenti. TEMPO RICHIESTO: 90 min. circa (60 + 30). OCCORRENTE: Scheda “Io so…”. SVOLGIMENTO: L'operatore suddivide la classe in gruppetti i quali riflettono dapprima in modo personale, poi insieme, sulla traccia di lavoro indicando le personali capacità espresse nei diversi ambiti. Successivamente ci si riunisce in assemblea e l'operatore sintetizza su un cartellone le diverse capacità emerse durante il lavoro a gruppi, sottolineando le potenzialità del gruppo. APPROFONDIMENTI: L'operatore, presentando l’attività, fornirà esempi di possibili risposte, attingendo anche dalla sua personale esperienza. Ciò contribuirà a creare un favorevole clima di scambio. Sarà proposto il lavoro collaborativo all'interno dei gruppi. Al termine l’operatore farà una sintesi efficace dei contenuti espressi. 114 Famiglia Tempo libero / Amici Lavoro Io so... Ripensando alle esperienze vissute, esprimete le vostre capacità (ciò che concretamente sapete fare) tenendo conto dei seguenti ambiti: ________________________________________________________ ________________________________________________________ ________________________________________________________ ________________________________________________________ ________________________________________________________ ________________________________________________________ ________________________________________________________ ________________________________________________________ ________________________________________________________ 115 Allegato 23 - Scheda: "realizzazioni" REALIZZAZIONI FINALITÀ: Aiutare gli allievi a cogliere le strategie attuate in esperienze passate, che sono risultate particolarmente positive e facilitare l’avvio del processo che consente di affrontare eventuali elementi problematici. TEMPO RICHIESTO: 80 min. circa (60 + 20) OCCORRENTE: scheda “Realizzazioni”. SVOLGIMENTO: L'operatore suddivide la classe in gruppetti i quali riflettono sulla traccia di lavoro a gruppi indicando, sui fogli bianchi, le diverse strategie attuate nelle esperienze risultate positive, nonostante presentassero elementi problematici. Successivamente ci si riunisce in assemblea e l'operatore riporta su un cartellone le diverse realizzazioni assieme alla sintesi delle esperienze vissute dagli allievi. APPROFONDIMENTI: L'operatore favorirà il lavoro collaborativo all'interno dei gruppi ed al termine opererà una sintesi efficace dei contenuti espressi. È importante sottolineare la ripetibilità di comportamenti, atteggiamenti, stati d’animo efficaci appresi dall’esperienza, indicando come possano essere utili a fronteggiare eventuali difficoltà che dovessero presentarsi durante l’attività formativa. 116 Realizzazioni Descrivete un'esperienza problematica conclusa positivamente secondo il seguente schema: REALIZZAZIONE (tipo di esperienza) RISULTATO OTTENUTO Buon lavoro!! PROBLEMA EMERSO SOLUZIONE PROPOSTA (comportamenti, decisioni, cambiamenti…) 117 Allegato 24 - Scheda: "Punti di forza e punti da migliorare" PUNTI DI FORZA E PUNTI DA MIGLIORARE FINALITÀ: Aiutare gli allievi a cogliere i propri punti forti su quali puntare, e quelli un po' più deboli su cui concentrare gli sforzi per migliorare. TEMPO RICHIESTO: 80 min. circa (60 + 20). OCCORRENTE: Scheda “Punti forti e punti da migliorare”. SVOLGIMENTO: L'operatore suddivide la classe in gruppetti all'interno dei quali, individualmente, ciascun allievo riflette sulla traccia di lavoro, indicando in una colonna punti forti, risorse, qualità personali; nell’altra colonna i difetti, gli aspetti carenti da migliorare (comportamenti, atteggiamenti, lacune,ecc.). In seguito, all'interno di ogni gruppo, gli allievi operano una sintesi delle schede individuali sulla base della “Carta d'identità del Centro e del corso” elaborata nell'unità precedente, per evidenziare i punti forza che permetteranno di affrontare bene il corso e quelli invece da migliorare. Infine ci si riunisce in assemblea e l'operatore riporta su un cartellone la sintesi dei lavori nei gruppi, sottolineando ancora una volta le potenzialità insite nel gruppo e i propositi di cambiamento. APPROFONDIMENTI: Inizialmente l'operatore favorirà il lavoro individuale, successivamente quello collaborativo all'interno dei gruppi ed al termine opererà una sintesi efficace dei contenuti espressi. 118 Punti forti e punti da migliorare PPPUUUNNNTTTIII FFFOOORRRTTTIII PPPUUUNNNTTTIII SSSUUU CCCUUUIII MMMIIIGGGLLLIIIOOORRRAAARRREEE 119 Allegato 25 - Scheda: "Il cinqualogo" IL "CINQUALOGO" FINALITÀ: Aiutare gli allievi a formalizzare l'impegno del gruppo classe rispetto al corso. TEMPO RICHIESTO: 35 min. circa (20 + 15). OCCORRENTE: scheda “Il cinqualogo” cartellone. SVOLGIMENTO: Ogni gruppo elabora 5 regole per vivere bene il corso; in assemblea si dibatte per elaborarne 5 comuni alla classe, che vengono riportate su un cartellone da appendere all'interno della classe. APPROFONDIMENTI: L'operatore favorirà il lavoro collaborativo all'interno dei gruppi; successivamente guiderà l'elaborazione delle 5 regole comuni alla classe. Il “Cinqualogo” è uno strumento da verificare e rielaborare periodicamente. 120 Il "Cinqualogo" III 555 IIIMMMPPPEEEGGGNNNIII DDDEEELLL GGGRRRUUUPPPPPPOOO 1) ____________________________________________ 2) ____________________________________________ 3) ____________________________________________ 4) ____________________________________________ 5) ____________________________________________ 121 Allegato 26 - Scheda "Progetto personale" Progetto personale FINALITÀ: Al termine dell’accoglienza iniziale, è utile per l’allievo fare chiarezza sul proprio progetto personale compilando una scheda da aggiornare passo dopo passo. TEMPO RICHIESTO: variabile. OCCORRENTE: scheda “Progetto personale”. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce a ciascun allievo la scheda sul proprio progetto personale. In seguito può esserci un momento di confronto all’interno del gruppo classe sui diversi progetti personali compilati. APPROFONDIMENTI: È bene che l’operatore dia spiegazioni e chiarimenti sulle voci presenti sulla scheda. 122 Progetto personale Nome ....................................................................... Cognome ....................................................................... Età ....................................................................... Sesso ....................................................................... Formazione precedente: .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. Descrizione sintetica del progetto e delle sue finalità: .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. Ruolo/figura professionale a cui si aspira: .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. Motivazioni personali per la realizzazione del progetto: .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. Situazioni/esperienze precedenti: .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. 123 Strumenti, supporti su cui il progetto può contare: .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. Eventuali problemi da affrontare e modalità per superarli: .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. .............................................................................................................................................. 124 Allegato 27 - Scheda: "Contratto formativo" CONTRATTO FORMATIVO FINALITÀ Far prendere coscienza ai ragazzi della serietà del percorso di formazione che hanno intrapreso. TEMPO RICHIESTO: 10 min. OCCORRENTE: scheda “Contratto formativo”. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce a ciascun allievo la scheda “Contratto formativo” da leggere con attenzione e firmare. Per sottolineare l’impegno reciproco di allievi e formatori, anche questi ultimi sono tenuti a leggere e sottoscrivere il “Contratto”. 125 Contratto formativo SOTTOSCRIZIONE DI IMPEGNI RECIPROCI Lì, ………………. Il/La sottoscritto/a _______________________________________________________ DICHIARA • Di voler intraprendere il percorso di formazione relativo alla figura professionale _____________________________________ • Di essere consapevole che tale percorso, al momento attuale, sia uno strumento importante per la realizzazione del proprio progetto personale • Di accettarne e rispettarne le regole di svolgimento e attuazione • Di volersi impegnare attivamente per la buona riuscita dell’iniziativa di formazione Autorizzo i formatori che si occuperanno dell’attività a raccogliere alcuni dati che mi riguardano. Tali notizie rimarranno riservate e verranno utilizzate ai soli fini dell’attività concordata ai sensi della legge 675/96. I sottoscritti formatori ............................................................................................... DICHIARANO • Di mettere a disposizione dei partecipanti le proprie competenze per la buona riuscita del percorso formativo • Di accettarne e rispettarne le regole di svolgimento e attuazione • Di impegnarsi alla riservatezza delle informazioni eventualmente ricevute dagli utenti Firma partecipante Firme formatori ______________ ______________ 126 Allegato 28 - Scheda di valutazione del modulo di accoglienza SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL MODULO DI ACCOGLIENZA FINALITÀ: Stimolare la capacità di giudizio e di critica dei ragazzi sul modulo dell’accoglienza appena terminato. Raccogliere i loro feedback per gestire al meglio l’attività in itinere. TEMPO RICHIESTO: 30 min. OCCORRENTE: “Scheda di valutazione” + cartelloni di sintesi. SVOLGIMENTO: L’operatore distribuisce a ciascun allievo la “Scheda di valutazione” da compilare individualmente. Quando tutti hanno terminato è possibile sintetizzare le opinioni e i giudizi più ricorrenti su un cartellone. 127 Scheda di valutazione del modulo di accoglienza Il modulo iniziale di accoglienza è stato: ‰ molto interessante ‰ interessante ‰ poco interessante ‰ per nulla interessante ‰ altro… Per i seguenti motivi: ………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………… Elenca almeno due aspetti positivi del modulo: 1)…………………………………………………………………………………………………………………………….. 2)…………………………………………………………………………………………………………………………….. Elenca almeno due difetti del modulo: 1)…………………………………………………………………………………………………………………………….. 2)…………………………………………………………………………………………………………………………….. Qual è stato l'incontro che ti è piaciuto di più e perché? ………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………… Qual è stato l'incontro che ti è piaciuto di meno e perché? ………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………… 128 Le attività proposte ti sono sembrate: ‰ molto difficili ‰ difficili ‰ abbastanza facili ‰ molto facili ‰ altro… Se dovessi cambiare delle cose rispetto a quello che ti è stato proposto, che cosa cambieresti? ………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………… Ci sono stati degli argomenti che ti interessavano e che non sono stati trattati nel modo dovuto o non sono stati affrontati del tutto? ………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………… Esprimi un giudizio sulla tua partecipazione personale al corso: ‰ ho seguito il modulo con interesse e partecipazione attiva ‰ ho seguito il modulo con interesse, ma non ho sempre partecipato in modo attivo ‰ ho seguito solo in parte con interesse e partecipazione ‰ non ho seguito quasi nulla e ho partecipato poco ‰ altro… 129 Esprimi un giudizio sulla partecipazione del gruppo al modulo: ‰ tutto il gruppo ha seguito con interesse e si è coinvolto ‰ solo una parte del gruppo ha seguito e si è coinvolta ‰ ben pochi nel gruppo hanno seguito e si sono coinvolti ‰ altro… 130 Allegato 29 - Scheda: "Come mi sento" COME MI SENTO FINALITÀ: Creare un clima distensivo e di condivisione degli stati d’animo per favorire la verifica dell’appartenenza al gruppo. TEMPO: 40 min. OCCORRENTE: cartelloni di sintesi. SVOLGIMENTO: L’operatore dispone gli allievi in cerchio, in modo che tutti possano guardarsi a vicenda. In seguito dà la parola ad un allievo invitandolo a dire il suo nome e ad esprimere il proprio stato d’animo, cioè come si sente in quel momento (basta anche una parola). Nome e sentimenti sono riportati dall’operatore su un tabellone, che viene lasciato in aula, in modo da poter annotare i cambiamenti rispetto alla situazione iniziale. APPROFONDIMENTI: In questa esercitazione è importante che l’intervento dell’operatore favorisca l’espressione di ciascuno, nonché la comprensione e l’ascolto reciproci. Può essere opportuno che anche in questo caso l’operatore intervenga in prima persona, comunicando apertamente il proprio stato d’animo, oppure cercando di far rilevare le positività ed evitando invece che siano espressi commenti negativi: tutto ciò può favorire la socializzazione. 131 Allegato 30 - Scheda: "Libretto orientativo" Dossier personale LIBRETTO ORIENTATIVO FINALITÀ: Indicare tutte le attività di tipo orientativo periodicamente aggiornate. TEMPO RICHIESTO: 10 min. OCCORRENTE: scheda penna. SVOLGIMENTO: L'allievo e l'orientatore compilano insieme la scheda. L'orientatore inviterà puntualmente l'allievo a soffermarsi sulle parti più “difficili” da completare, quelle più personali, che fanno trasparire il suo pensiero (ad es. i commenti). APPROFONDIMENTI: L'orientatore potrebbe prepararsi alcune possibili risposte da fornire all'allievo, come stimolo ad elaborarne di proprie durante la compilazione a due della scheda. 132 Libretto orientativo 1) Accoglienza / Colloquio Data _______________________________________ Centro _______________________________________ Operatore _______________________________________ Provenienza _______________________________________ Attività svolte _______________________________________ Esito _______________________________________ Commento _______________________________________ 2) Approfondimento / Bilancio personale Data _______________________________________ Centro _______________________________________ Operatore _______________________________________ Provenienza _______________________________________ Attività svolte _______________________________________ Esito _______________________________________ Commento _______________________________________ 3) Esperienza orientativa (incontri testimoni, stage - tirocinio) Data _______________________________________ Centro _______________________________________ Operatore _______________________________________ Provenienza _______________________________________ Attività svolte _______________________________________ Esito _______________________________________ Commento _______________________________________ 133 Allegato 31 - Scheda "Libretto formativo" LIBRETTO FORMATIVO FINALITÀ: Documentare il percorso formativo del ragazzo. TEMPO RICHIESTO: variabile. OCCORRENTE: Libretto formativo SVOLGIMENTO: L'operatore, servendosi dei dati ottenuti dallo svolgimento delle diverse attività, completa il libretto lungo il corso dei due anni. APPROFONDIMENTI: Da definire come debba avvenire l’integrazione tra colleghi e il passaggio delle informazioni circa i risultati conseguiti da ogni ragazzo nell’ambito delle specifiche attività. La raccolta delle informazioni potrebbe essere curata dal referente per l’orientamento in collaborazione con il direttore del CFP. 134 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ACTL (a cura di), Il manuale dello stage, Milano 1999. AA.VV., Linguaggi e percorsi per ripensare la formazione, in AIF (a cura di), Nuovi alfabeti, Angeli, Milano 1995. AA.VV, Lo stage e il tirocinio nei percorsi scolastici e formativi, ISFOL, Roma, 1999 AJELLO A.M.,. S. MEGHNAGI, La competenza tra flessibilità e specializzazione, Angeli, Milano 1998. ATTANASIO A., Esperienza e apprendimento, in «Osservatorio Isfol», 1994. BOAM R., P. SPARROW, Come disegnare e realizzare le competenze organizzative, Angeli, Milano 1996. CIOFS-FP Piemonte, Guida formativo-operativa ai tirocini formativi e di orientamento, Torino 2000. CNOS-FAP (a cura di), Accreditamento della sede orientativa. La proposta del CNOS-FAP alla luce del D.M. 166/2001, Tipografia Pio XI, Roma s.d. DELORS J., Nell’educazione un tesoro. Rapporto all’UNESCO della commissione internazionale sull’educazione per il XXI secolo, Armando Editore, Roma 1997. DEWEY J., Esperienza e educazione, La Nuova Italia scientifica, Firenze 1954. DI FRANCESCO G. (a cura di), Competenze trasversali e comportamento organizzativo. Le abilità per il lavoro che cambia, Angeli, Milano 1993. GANDINI A., Programmi formativi e inserimento dei giovani in unità produttive, in «Professionalità», n.48, 1998. INFELISE L., La formazione in impresa, nuove frontiere in Europa, Angeli, Milano 1994. INGHILESI P., Qualificazione permanente per il lavoro che cambia, Ediesse, Roma 1993. ISFOL, Unità capitalizzabili e crediti formativi. Metodologie e strumenti di lavoro, Angeli, Milano 1997. NICOLI D., La formazione in alternanza, Casa di Carità Arti e Mestieri, Torino 2000. 135 NICOLI D., Natura della competenza e suoi possibili utilizzi, in AA.VV. (a cura di), Dossier per gli utenti. L’intervento di monitoraggio- valutazione delle azioni formative, Milano 2000. NONAKA I., Un’organizzazione capace di creare conoscenza, in AIF (a cura di), Nuovi alfabeti, Angeli, Milano 1995. PORZIO G., Promuovere la qualità degli stage in un sistema regionale di formazione professionale, in «Professionalità», n. 43, 1998. REGGIO P., La simulazione operativa. Processi cognitivi in affiancamento, in «Adultità», n. 1, 1996. REGGIO P., D. BELLAMIO, L’inserimento del personale in azienda come processo di socializzazione lavorativa, in «Skill», n. 12, 1997. RULLANI E., Economia della conoscenza:contesti, sperimentazione e assunzione di rischio, in AIF (a cura di), Nuovi alfabeti, Angeli, Milano 1995. SCURATI C., I profili dell’educazione, Vita e Pensiero, Milano 1994. TEZZA E., Didattica dell’alternanza e il metodo dei progetti, in «Professionalità», n. 32, 1996. ZUCCHETTI E., Sistema formativo integrato e nuovi percorsi lavorativi, in «Professionalità», n. 43, 1998. 136 INDICE PRESENTAZIONE.............................................................................................................. 2 Capitolo I ........................................................................................................................ 4 ACCOGLIENZA E L'ORIENTAMENTO INIZIALE NEL CFP................................................ 4 1. Introduzione ............................................................................................................... 5 2. L’accoglienza iniziale nel CFP .................................................................................. 5 2.1. Finalità................................................................................................................. 5 2.2. Obiettivi................................................................................................................ 6 2.3. Strumenti e attività ............................................................................................... 6 2.4. Risorse.................................................................................................................. 7 3. Lo stage orientativo.................................................................................................... 8 3.1. Finalità................................................................................................................. 8 3.2. Obiettivi................................................................................................................ 9 3.3. Strumenti e attività ............................................................................................... 9 3.4. Risorse.................................................................................................................. 9 4. Conclusioni ................................................................................................................. 9 Capitolo II..................................................................................................................... 10 L’ACCOGLIENZA INDIVIDUALE..................................................................................... 10 1. Introduzione ............................................................................................................. 11 2. Il momento informativo e contrattuale .................................................................. 11 2.1. Finalità............................................................................................................... 11 2.2. Obiettivi.............................................................................................................. 12 2.3. Strumenti e attività ............................................................................................. 12 2.4. Risorse................................................................................................................ 12 3. Il primo colloquio formativo ................................................................................... 12 3.1. Finalità............................................................................................................... 13 3.2. Obiettivi.............................................................................................................. 13 3.3. Strumenti e attività ............................................................................................. 13 3.4. Risorse................................................................................................................ 13 3.5. Indicazioni metodologiche ................................................................................. 13 3.5.1. Atteggiamenti utili per condurre un colloquio efficace .............................. 14 3.5.2. Suggerimenti per un ascolto efficace.......................................................... 15 3.5.3. Suggerimenti per rispondere in modo efficace ........................................... 16 3.5.4. Conclusione del colloquio .......................................................................... 19 4. Sintesi del colloquio ed analisi della domanda....................................................... 19 4.1. Finalità............................................................................................................... 19 4.2. Obiettivi.............................................................................................................. 20 4.3. Strumenti e attività ............................................................................................. 20 4.4. Risorse................................................................................................................ 20 137 5. Proposta di itinerario............................................................................................... 20 5.1. Finalità............................................................................................................... 20 5.2. Obiettivi.............................................................................................................. 20 5.3. Strumenti e attività ............................................................................................. 21 5.4. Risorse................................................................................................................ 21 6. Conclusioni ............................................................................................................... 21 Capitolo III ................................................................................................................... 22 L’ACCOGLIENZA CONE MOMENTO DI GRUPPO............................................................. 22 1. Introduzione ............................................................................................................. 23 2. Unità 1: "Conoscere se stessi e gli altri" ................................................................ 23 2.1. Prima fase: "Conoscersi"................................................................................... 24 2.1.1. Finalità........................................................................................................ 24 2.1.2. Obiettivi...................................................................................................... 24 2.1.3. Strumenti e attività...................................................................................... 25 2.1.4. Risorse ........................................................................................................ 25 2.2. Seconda fase: "Perché questo corso?"............................................................... 25 2.2.1. Finalità........................................................................................................ 25 2.2.2. Obiettivi...................................................................................................... 25 2.2.3. Strumenti e attività...................................................................................... 25 2.2.4. Risorse ........................................................................................................ 25 2.3. Terza fase: "Attese e timori sul corso" ............................................................... 26 2.3.1. Finalità........................................................................................................ 26 2.3.2. Obiettivi...................................................................................................... 26 2.3.3. Strumenti e attività...................................................................................... 26 2.3.4. Risorse ........................................................................................................ 27 2.4. Conclusioni della unità 1 ................................................................................... 27 3. Unità 2: "Esplorare un nuovo ambiente" .............................................................. 27 3.1. Prima fase: "Il Centro e il corso"....................................................................... 27 3.1.1. Finalità........................................................................................................ 28 3.1.2. Obiettivi...................................................................................................... 28 3.1.3. Strumenti e attività...................................................................................... 28 3.1.4. Risorse ........................................................................................................ 28 3.2. Seconda fase: "I testimoni" ................................................................................ 28 3.2.1. Finalità........................................................................................................ 29 3.2.2. Obiettivi...................................................................................................... 29 3.2.3. Strumenti e attività...................................................................................... 29 3.2.4. Risorse ........................................................................................................ 29 3.3. Conclusioni dell'unità 2...................................................................................... 29 4. Unità 3: "Crescere insieme" ................................................................................... 30 4.1. Prima fase: "Cogliere le proprie capacità" ....................................................... 30 4.1.1. Finalità........................................................................................................ 30 4.1.2. Obiettivi...................................................................................................... 30 4.1.3. Strumenti e attività...................................................................................... 30 4.1.4. Risorse ........................................................................................................ 31 138 4.2. Seconda fase: "Scegliere le proprie strategie vincenti" ..................................... 31 4.2.1. Finalità........................................................................................................ 31 4.2.2. Obiettivi...................................................................................................... 31 4.2.3. Strumenti e attività...................................................................................... 31 4.2.4. Risorse ........................................................................................................ 31 4.3. Terza fase: "Individuare le proprie qualità e i propri limiti"............................. 31 4.3.1. Finalità........................................................................................................ 32 4.3.2. Obiettivi...................................................................................................... 32 4.3.3. Strumenti e attività...................................................................................... 32 4.3.4. Risorse ........................................................................................................ 32 4.4. Quarta fase: "Prendere impegni di gruppo concreti" ........................................ 32 4.4.1. Finalità........................................................................................................ 32 4.4.2. Obiettivi...................................................................................................... 33 4.4.3. Strumenti e attività...................................................................................... 33 4.4.4. Risorse ........................................................................................................ 33 4.5. Conclusioni unità 3 ............................................................................................ 33 5. Conclusioni ............................................................................................................... 33 Capitolo IV ................................................................................................................... 34 DALL'ACCOGLIENZA ALL'ORIENTAMENTO IN ITINERE ............................................... 34 1. Introduzione ............................................................................................................. 35 2. Prima fase: "Costruire il proprio percorso" ......................................................... 35 2.1. Finalità............................................................................................................... 35 2.2. Obiettivi.............................................................................................................. 35 2.3. Strumenti e attività ............................................................................................. 35 2.4. Risorse................................................................................................................ 36 2. Seconda fase: "Sottoscrivere gli impegni"............................................................. 36 2.1. Finalità............................................................................................................... 36 2.2. Obiettivi.............................................................................................................. 36 2.3. Strumenti e attività ............................................................................................. 36 2.4. Risorse................................................................................................................ 36 3. Terza fase: "Valutare il modulo dell’accoglienza" ............................................... 37 3.1. Finalità............................................................................................................... 37 3.2. Obiettivi.............................................................................................................. 37 3.3. Strumenti e attività ............................................................................................. 37 3.4. Risorse................................................................................................................ 37 4. Quarta fase: "Esprimere le emozioni"................................................................... 37 4.1. Finalità............................................................................................................... 38 4.2. Obiettivi.............................................................................................................. 38 4.3. Strumenti e attività ............................................................................................. 38 4.4. Risorse................................................................................................................ 38 5. Conclusioni ............................................................................................................... 38 CONCLUSIONE ............................................................................................................... 40 139 ALLEGATI ...................................................................................................................... 41 Allegato 1 - Scheda: "Dati anagrafici" ...................................................................... 42 Allegato 2 - Scheda: "Informazioni sul Centro"........................................................ 46 Allegato 3 - Scheda: "Cos'è l'orientamento" ............................................................. 48 Allegato 4 - Scheda "Contratto per l'orientamento" .................................................. 51 Allegato 5 - Scheda per il colloquio .......................................................................... 54 Allegato 6 - Scheda "Bilancio personale" ................................................................. 57 Allegato 7 - Scheda: "Profilo individuale" ................................................................ 62 Allegato 8 - Scheda: "Approfondimento e analisi della domanda" ........................... 64 Allegato 9 - Scheda: "Proposta di itinerario" ............................................................ 66 Allegato 10 - Scheda "Intervista bugiarda" ............................................................... 68 Allegato 11 - Esercitazione in cerchio o "La trama" ................................................. 70 Allegato 12 - Esercitazione "Immagina e crea"......................................................... 71 Allegato 13 - Questionario: "Perché sono qui?"........................................................ 72 Allegato 14 - Traccia per il "brainstorming su attese e timori"................................ 75 Allegato 14a - Esercitazione "Timori e speranze"..................................................... 76 Allegato 15 - Scheda per la presentazione di Don Bosco.......................................... 97 Allegato 16 - Scheda: "Pubblicità del corso" ............................................................ 98 Allegato 17 - Scheda: "Traccia per le interviste al direttore del Centro e al tutor" . 100 Allegato 18 - Scheda: "Carta di identità del Centro e del Corso"............................ 102 Allegato 19 - Scheda: "Siamo tutti giornalisti!" ...................................................... 105 Allegato 20 - Scheda: "Visitare un'azienda"............................................................ 107 Allegato 22 - Scheda: "Verifica della visita all'azienda"......................................... 110 Allegato 22 - Scheda: "Io so..." ............................................................................... 113 Allegato 23 - Scheda: "realizzazioni"...................................................................... 115 Allegato 24 - Scheda: "Punti di forza e punti da migliorare" .................................. 117 Allegato 25 - Scheda: "Il cinqualogo"..................................................................... 119 Allegato 26 - Scheda "Progetto personale" ............................................................. 121 Allegato 27 - Scheda: "Contratto formativo" .......................................................... 124 Allegato 28 - Scheda di valutazione del modulo di accoglienza ............................. 126 Allegato 29 - Scheda: "Come mi sento".................................................................. 130 Allegato 30 - Scheda: "Libretto orientativo"........................................................... 131 Allegato 31 - Scheda "Libretto formativo".............................................................. 133 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ..................................................................................... 134 INDICE.......................................................................................................................... 136

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