L'ambito professionale energetico: sperimentazione di una proposta

Autore: 
Luca Malavolta - Marco Ghelfi - Francesco Zamboni
Categoria pubblicazione: 
Quaderni
Anno: 
2015
Numero pagine: 
246
Codice: 
978-88-95640-93-8
L’ambito professionale energetico: sperimentazione di una proposta Luca Malavolta Marco Ghelfi Francesco Zamboni 2015 Luca Malavolta, Schneider Electric Marco Ghelfi, Federazione CNOS-FAP Francesco Zamboni, Federazione CNOS-FAP Sommario L’ambito professionale energetico (Luca Malavolta, Marco Ghelfi, Francesco Zamboni ) 5 Bibliografia 242 Indice 245 3 L’ambito professionale energetico L’ambito dell’energia Aspetti ambientali Principi della sostenibilità Sin dall’antichità l’uomo ha vissuto in profonda simbiosi con la terra che lo ospitava; per soddisfare i propri bisogni ha saputo adeguarsi alle condizioni del luogo utilizzando i materiali presenti, sfruttando le condizioni favorevoli e proteggendosi dalle avversità del clima, adattandosi sistematicamente alle condizioni ambientali che lo circondavano e sfruttando a suo beneficio le risorse naturali. In particolare l’uomo ha fondato negli ultimi secoli la propria crescita attraverso lo sfruttamento di risorse fossili disponibili ma limitate. Storicamente l’utilizzo di risorse naturali non ha mai inciso in maniera drastica o irreparabile nei confronti del territorio, nonostante la concentrazione di attività in luoghi ben definiti sia avvenuta sin dalla notte dei tempi. Tutto ciò si è mantenuto pressoché invariato sino all’avvento dell’era industriale, durante la quale si è verificata e si sta tutt’ora verificando la concomitanza di più fattori che possono essere raggruppati in poche macro-famiglie. Lo sviluppo tecnologico ed industriale degli ultimi decenni, se da un lato ha consentito innegabili progressi in campo socio-economico, dall’altro, a causa soprattutto del continuo ricorso a risorse non rinnovabili per la produzione di energia, dell’immissione nell’ambiente di una quantità di sostanze inquinanti e del prelevamento sempre più consistente di materie prime dall’ambiente naturale, ha spesso pregiudicato fortemente gli equilibri ambientali. Nei Paesi sviluppati la tecnologia ha trasformato profondamente gli stili di vita e di lavoro; oggi si sta verificando lo stesso fenomeno anche nei Paesi in via di sviluppo. Si è generata una sorta di dipendenza uomo-energia che ha sconvolto il rapporto uomo-natura generando sfruttamento del territorio, diseguaglianze e lotte sociali, danni all’ambiente che lentamente si ripercuotono sui suoi occupanti. Basti pensare ai disastri meteorologici che spesso coinvolgono la nostra penisola e che sono per lo più dovuti all’incuria e all’abuso dell’uomo. Quando si sente parlare di consumo delle risorse, in genere il pensiero corre subito alle fonti energetiche primarie; tuttavia, considerando la cre- 5 Dario Luca Malavolta, Marco Ghelfi, Francesco Zamboni 6 scente pressione demografica, devono essere inseriti a pieno titolo anche il consumo idrico, lo sfruttamento dei suoli coltivabili, l’abbattimento indiscriminato delle foreste vergini (soprattutto della fascia equatoriale e subtropicale), lo sconvolgimento del sottosuolo per la ricerca di risorse minerarie, l’urbanizzazione selvaggia; l’elenco potrebbe continuare, tuttavia, come già accennato, tutte le voci possono essere ricondotte alla continua ricerca di un malinteso benessere, univocamente rivolto al consumismo più sfrenato e senza criteri, nonché a politiche industriali completamente proiettate al raggiungimento del massimo profitto ad ogni costo, senza tenere conto degli eventuali danni irreparabili scaricati sulla collettività (a tal proposito vale la pena ricordare l’esempio delle discariche abusive del Sud Italia che per anni hanno accolto rifiuti tossici provenienti soprattutto dalla grandi industrie del Nord). Tali scenari fanno riflettere sulla necessità di definire e intraprendere uno sviluppo futuro legato non più alla logica del profitto, della cementificazione e del consumo di suolo, ma alla salvaguardia del nostro territorio. In questo panorama si inserisce la presente guida la quale, pur avendo una decisa caratura tecnologica ed impiantistica, vuole dare informazioni utili a formare le nuove coscienze che domani dovranno raccogliere la pesante eredità lasciata dalle generazioni precedenti, che non hanno pensato con sufficiente lucidità ad un uso veramente sostenibile delle risorse. Per maggiore chiarezza si vuole riproporre la definizione di sviluppo sostenibile, così come enunciata nel Rapporto Brundtland nell’ormai lontano 1987: “Lo Sviluppo Sostenibile: è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i loro propri bisogni”. Pur essendo stata modificata più e più volte negli anni successivi (al fine di tenere conto anche degli aspetti etici, politici e sociali), questa definizione appare allo stesso tempo concisa e completa, poiché tiene conto implicitamente anche dei fattori non espressamente enunciati. Un altro aspetto che rallenta l’applicazione dei concetti teorici della sostenibilità alla pratica è dato dal continuo ripensamento del suo modello simulato, con frazionamento in tanti sotto-settori che provocano la perdita dell’obiettivo principale. È infatti preferibile sviluppare le buone prassi nei diversi campi di applicazione, definendo successivamente la modalità per perseguire gli obiettivi, anche perché principi nobilissimi rischiano di scontrarsi con la inapplicabilità alle singole realtà esistenti: un caso su tutti dovrebbe essere l’implementazione del Protocollo di Kyoto che, per ovvi motivi, non può essere recepito allo stesso modo dai Paesi industrializzati e dai Paesi in via di sviluppo. Nei paragrafi che seguiranno ci concentreremo sugli aspetti prettamente tecnologici della sostenibilità. 7 Parola chiave: ecologia del paesaggio. “La tutela del paesaggio è strettamente correlata con la tutela della salute: da un lato, la salute dei sistemi ecologici, con loro specifiche sindromi; dall’altro, la salute dell’uomo, minacciata dalle influenze negative trasmissibili da patologie del paesaggio”. (http://www.treccani.it/enciclopedia/ecologia-del-paesaggio, 29-11-2013) Aspetti tecnologici Nuove tecnologie disponibili Il settore energia, limitatamente all’ambito impiantistico civile ed industriale, affonda le sue radici in tre settori già esistenti; in particolare, per una parte predominante, nel settore termoidraulico ma anche in maniera significativa nei settori elettrico ed edile. Quest’ultimo riveste un ruolo fondamentale per quanto riguarda la conservazione e la rigenerazione dell’energia (soprattutto termica) da parte della struttura ospitante gli impianti, siano essi classici oppure ad alto contenuto tecnologico. Già oggi la tecnologia mette a buon frutto una serie di dispositivi (si pensi ai sistemi ibridi termo-fotovoltaici, alle caldaie a condensazione con centraline elettroniche integrate, ai sistemi di condizionamento oppure alle pompe di calore), che operativamente (per la loro installazione e manutenzione) richiedono delle competenze appartenenti sia al settore elettrico che al settore termoidraulico. Questa affermazione appare tanto più evidente nel confronto con le imprese e con i semplici installatori che vedrebbero di buon grado già oggi l’esistenza di figure professionali capaci di operare con disinvoltura (anche previa formazione specifica e puntuale) su questo genere di apparecchiature. A tal proposito la prima obiezione che viene avanzata dai “puristi” dei due settori è quella riguardante la specificità delle due figure e quindi l’impossibilità ad operare contemporaneamente nei due settori; fortunatamente la realtà professionale offre attualmente numerosi esempi concreti di operatori “ambivalenti” (talvolta neppure riconosciuti a livello giuridico): si pensi ai frigoristi, che si trovano ad operare con tubature in rame da saldo-brasare, fluidi da manipolare e collegamenti elettrici da portare a termine; a tutt’oggi non risultano inseriti, a livello nazionale, in una ben definita classe professionale. Il sogno, neppure troppo lontano dalla realtà, sarebbe quello di offrire una “casa” a tutti questi operatori, oltre ovviamente ai giovani e quindi ai futuri installatori all’interno del settore energia (con la formalizzazione della figura professionale dell’“operatore energetico”). Un altro esempio evidente di operatività “ibrida” tra i due settori è legato agli impianti termo-fotovoltaici, i quali richiedono adeguata manualità per installare sia la parte idraulica che quella elettrica. È altresì evidente la necessità di formare dei tecnici con preparazione mirata alla progettazione integrata di impianti tecnologici contenenti tecnologie evolute appartenenti in precedenza ai due settori separati. Inoltre, gli edifici che contengono impianti QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 8 avanzati dal punto di vista tecnologico non possono esimersi dall’avere un elevato livello di efficienza energetica, per cui negli stessi è necessario applicare dispositivi che effettuino regolazione e controllo dei parametri fisici propri dell’ambiente in cui si trovano. L’approccio alla creazione del settore deve tenere in buon conto l’universalità delle nuove tecnologie rinnovabili, senza piegarsi alle “mode” del momento o alla prevalenza temporanea di una specifica tecnologia sulle altre (si pensi alla “bolla” del fotovoltaico con la sua impennata ed un altrettanto rapido ridimensionamento al termine dell’incentivazione). Per evitare derive di forma e di sostanza sarà necessario far sempre riferimento ai principi fondanti del settore, basati sulla sostenibilità ambientale e quindi sul corretto e responsabile utilizzo delle limitatissime fonti energetiche e minerali del pianeta. Se da un lato il mercato delle energie fossili sviluppa nuove tecnologie per poter sfruttare al massimo tutte le risorse disponibili (es. shale gas) e le lobby continuano a sostenere la predominanza di tali risorse, dall’altro il mercato legato alle fonti energetiche rinnovabili ha visto negli ultimi anni un trend di crescita molto elevato soprattutto grazie a politiche di incentivazione. La tecnologia “green” (geotermia, solare termico, fotovoltaico, etc.), opportunità di sviluppo e crescita per la nostra economia, non può essere adottata tout court come soluzione al problema energetico; è necessario intraprendere una strada di riduzione dei consumi. Proprio la sostenibilità ambientale deve essere la bussola per orientarsi verso una corretta valutazione di ciò che (tecnologia o attività) sia veramente rinnovabile ed alternativo. Per capire questo concetto si pensi ai biocarburanti (la cui produzione è incentivata): per coltivare semi in grado di fornire oli carburanti alternativi alle fonti fossili vengono impegnate molte aree libere da insediamenti, sottraendole alle altre colture agricole o, peggio, a zone che vengono disboscate in maniera irrazionale: è evidente che in questi casi esiste un mero calcolo di convenienza economica immediata, che non tiene conto degli effetti successivi sull’ambiente o della ridotta produzione di beni agricoli destinati al nutrimento umano ed animale. In altre parole la corretta applicazione dei principi della sostenibilità ambientale permette la valutazione di tante altre attività e nuove tecnologie che, pur sembrando appartenenti alle categorie rinnovabili, potrebbero risultare non compatibili dal punto di vista ambientale. Al contrario, sempre ragionando sulle risorse naturali, esistono alcune realtà che, correttamente gestite, possono fornire buoni spunti in un’ottica ambientale: si pensi a tal proposito alle aree utilizzate per la produzione di legnami le quali, ripristinate e ricostituite “a rotazione”, forniscono per periodi illimitati materia prima senza intaccare minimamente il territorio; anche in alcune zone d’Italia esistono esempi di questo tipo dove, a fronte di un efficace utilizzo del patrimonio boschivo, si ha come risultato la crescita lenta ma continua delle aree coperte da alberi. 9 Quest’ultimo punto ha notevole rilevanza, in quanto in questi ultimi anni si è sviluppata una sorta di edilizia “alternativa”, che utilizza il legno come materiale nobile da costruzione. A partire dall’adeguamento normativo nel campo delle strutture, con l’emanazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni (NTC2008), il legno è finalmente stato equiparato agli altri materiali strutturali da costruzione. Grazie, inoltre, allo sviluppo delle tecnologie di prelavorazione in stabilimento (centri di taglio a controllo numerico), l’edilizia delle strutture di legno ha visto negli ultimi anni un crescente sviluppo del settore, svincolato dalla crisi nel campo delle costruzioni. Mediante le strutture di legno è possibile realizzare abitazioni, edifici pluripiano (entro il 2023 a Stoccolma sarà realizzato un grattacielo di legno di 34 piani), strutture sportive, strutture industriali, ponti, passerelle, etc. La tecnologia del legno è vincente, grazie alla versatilità del materiale: strutturalmente leggero ma al tempo stesso resistente, veloce da installare, con ottime prestazioni (sisma, fuoco, isolamento termico). A differenza dell’edilizia “tradizionale”, troppo spesso relegata alla pratica dell’improvvisazione, tale tecnologia richiede un livello approfondito di progettazione in fase iniziale, per definire schemi costruttivi e sviluppare dettagli di connessione degli elementi. Tenuto poi conto che gli edifici a elevata prestazione energetica richiedono un grado di definizione rigoroso, tale fase risulta imprescindibile. Errori di progettazione o realizzazione possono comportare nel caso di strutture di legno danni maggiori rispetto alle strutture “tradizionali”: basti pensare, ad esempio, al danno strutturale che può comportare un’infiltrazione d’acqua o la formazione di condensa (oltre il limite normativo) all’interno dell’involucro. L’utilizzo del legno, oltre a garantire il rispetto dei principi generali di sostenibilità, favorisce la realizzazione di ambienti sani, confortevoli e belli, se abbinato a isolanti naturali e a prodotti di finitura dotati di certificazioni di sostenibilità. Il comfort abitativo, nel caso degli edifici residenziali, è altresì garantito dall’utilizzo di impianti di ventilazione meccanica forzata, dotati di recuperatore di calore; caratterizzati da un sistema di immissione dell’aria rinnovata negli ambienti primari e da un sistema di estrazione dell’aria viziata dagli ambienti secondari, tali impianti permettono il ricambio dell’aria, evitando la dispersione energetica dovuta all’apertura dei serramenti. Talvolta, tali impianti vengono utilizzati per sopperire a problematiche di condensazione superficiale e muffa grazie al rinnovo dell’aria e ad una diminuzione del tenore di umidità interno: si pensi, ad esempio, al caso delle nuove costruzioni realizzate senza curare la risoluzione dei ponti termici o al caso di edifici esistenti riqualificati senza particolare attenzione alla questione dell’ermeticità dell’involucro. Anche in questo caso la qualità della progettazione e della realizzazione sono indispensabili per evitare tali problematiche. Anche quest’ultima tipologia di impianti, che ormai costituisce un piccolo “sottosettore”, richiede tecnici ed operatori preparati adeguatamente poiché necessita di collegamenti sia di tipo elettrico che idraulico da realizzare all’interno di contesti edilizi ad elevate prestazioni. QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 10 Parola chiave: fare di più con meno. Il Libro verde sull’efficienza energetica della Commissione Europea del 2005 pone l’attenzione sul fatto che una politica attiva in materia di efficienza energetica potrebbe contribuire in modo significativo a migliorare la competitività e l’occupazione (obiettivi centrali dell’Agenda di Lisbona), a raggiungere gli obiettivi in materia di protezione dell’ambiente assunti con il protocollo di Kyoto e a garantire una maggior e sicurezza degli approvvigionamenti. La maggiore efficienza energetica è una necessità cruciale per l’ambiente, l’economia, il benessere e la salute. L’efficienza tecnologica ben si accompagna con la tematica dell’uso efficiente delle risorse, tema cruciale della politica ambientale europea. “Significa disaccoppiare la crescita economica dall’uso delle risorse. Spingere l’economia a creare di più con meno, produrre maggiore valore con meno input, usare le risorse in modo sostenibile, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente”. (fonte: Un ambiente sano e sostenibile per le generazioni future, UE). Aspetti economici Investimenti L’attuale crisi congiunturale ha posto tutti di fronte alla carenza di risorse economiche ed alla riduzione di liquidità che possono diventare tangibili e concrete in qualsiasi momento anche in settori ed attività normalmente considerate trainanti per l’economia stessa. Nei momenti di scarse risorse si è soliti volgere lo sguardo al risparmio, alla conservazione ed alla valorizzazione di ciò che già esiste. La questione economica legata all’energia riguarda quotidianamente ogni singolo consumatore; si può ad esempio toccare con mano ogni qualvolta ci rechiamo a un distributore di carburante e notiamo l’aumento del relativo prezzo o quando ci accingiamo a pagare la bolletta del riscaldamento. La questione del caro carburante è lampante: nel 2000 la benzina costava 1.08€/l mentre nel 2013 il prezzo è salito a 1.79€/l con un aumento del costo di 71centesimi. Per la precisione occorre osservare che dietro al costo del carburante e dietro alle relative oscillazioni si cela una politica di fiscalizzazione eccessiva da parte dello Stato (più del 50% del costo complessivo considerando accise + iva è incassata dallo Stato) e una politica economica di speculazione (il prezzo del carburante è determinato da un listino internazionale di mercato valutato su operazioni di compravendita del prodotto in una specifica località, in uno specifico momento, da una sorta di borsa dove in funzione della domanda e dell’offerta viene determinata la quotazione). Tale prezzo è completamente scollegato dai costi reali del carburante, nettamente inferiori a quelli del mercato spot anche perché si riferiscono ad acquisti di molto antecedenti. Il prezzo non nasce quindi dalle regole concorrenziali del libero mercato ma da un’attività di pura speculazione finanziaria (da: http://lucascialo. blogspot.it/2012/03). Il costo delle risorse aumenta ma anche il suo utilizzo; 11 nella “società dei consumi” l’individuo del XXII sec. è molto più “energivoro” dei suoi antenati. Basti pensare a quanta tecnologia è oramai entrata nelle nostre case a partire dagli apparecchi per la comunicazione, ai piccoli elettrodomestici, ai giochi dei bambini funzionanti mediante batterie. Negli ultimi anni, anche per ottemperare agli accordi UE sul tema del riscaldamento globale e del rispetto del Protocollo di Kyoto, sono state finanziate attività quali il fotovoltaico ed il solare termico che hanno assorbito gran parte delle risorse destinate al risparmio ed alla riqualificazione energetica; è opinione comune di tantissimi operatori del settore che tali finanziamenti sono andati ben al di là dello scopo prefissato, che era quello di favorire la partenza di nuove tecnologie abbassando velocemente i costi (soprattutto dei materiali) per ottenere in tempi ragionevoli condizioni economiche favorevoli allo sviluppo ulteriore del settore stesso. Purtroppo non sempre i produttori e gli installatori hanno reagito prontamente, causando degli alti e bassi nei prezzi e nelle vendite, costringendo il legislatore ad intervenire più volte per assestare il mercato e fornire incentivi il più possibile aderenti ai costi reali sostenuti dal pubblico. Tutto ciò ha provocato una notevole dispersione di risorse economiche, altrimenti destinate ad altri settori delle energie cosiddette “pulite”. Si tenga conto inoltre del fatto che i fondi da destinare agli incentivi provengono da una quotaparte delle bollette energetiche dei consumatori finali, per cui oggi è stato posto un limite massimo agli incentivi annui erogabili per sostenere le rinnovabili (tenendo anche presente che le bollette energetiche italiane sono tra le più onerose in Europa). La storia recente ci mostra la volontà da parte del legislatore di sostenere il risparmio energetico a tutto tondo, permettendo inoltre la scelta della tecnologia da applicare alla propria realtà (sia essa industriale o civile), spaziando dalla riqualificazione edilizia (involucro e struttura) all’impiantistica elettrica o idraulica, fino ad arrivare alla fonte di produzione in loco (fotovoltaico, solare termico, riscaldamento o condizionamento con pompa di calore). Risparmio energetico ed aumento resa degli edifici Una recente statistica messa a punto da centri di ricerca mostra come il 90% degli edifici privati di tipo civile abbia gravi carenze dal punto di vista del risparmio energetico. In molti casi si tratta di edifici costruiti tra gli Anni ‘50 e gli Anni ‘90, ma non mancano esempi di strutture ancora più vecchie. Il fattore che accomuna tutti questi edifici è la dispersione del calore sia dalle pareti che da porte e finestre, ma anche dal tetto. Ovviamente se si vuole praticare un’economia nella spesa energetica dell’edificio è necessario agire sulla struttura prima ancora che sulla produzione di energia necessaria a costi più bassi o con tecnologie superate; un esempio può essere l’installazione di un impianto fotovoltaico su un edificio a resa energetica molto bassa (finestre senza doppi vetri, pareti prive di isolamento) con l’utilizzo dell’energia elettrica per scaldare QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 12 gli ambienti: è chiaro che da un lato si produce energia pulita ma dall’altro la stessa viene utilizzata male e letteralmente “gettata dalla finestra”. La tecnologia offre soluzioni mirate al risparmio energetico che spaziano dalla diagnosi dell’edificio (analisi termografica, blower door test), all’intervento con soluzioni più o meno onerose che utilizzano materiali naturali, artificiali o misti, fino ad arrivare al controllo ed alla gestione puntuale dei consumi con sistemi domotici finalizzati al risparmio energetico. Un’analisi veritiera della situazione deve necessariamente prevedere la scelta tra la riqualificazione energetica dell’edificio agendo sull’esistente ma anche valutando la possibilità di abbattere la costruzione erigendone una completamente nuova e rispondente ai parametri di riferimento in tema di risparmio energetico. In campo edilizio esistono degli standard costruttivi che classificano gli edifici in funzione della loro performance ambientale, basandosi su parametri che spaziano dal tipo di materiale utilizzato ai componenti impiantistici installati, alla cura dell’isolamento termico, al corretto scambio di aria con l’esterno. In Italia il panorama dei protocolli di certificazione varia in funzione della scelta delle singole Regioni. I protocolli maggiormente utilizzati sono: Casaclima, Leed, Itaca, SB100, Ecodomus, VEA, Climabita, PHI Italia. Alcuni certificano la prestazione energetica dell’edificio, altri allargano l’orizzonte alla valutazione ambientale dell’intervento. Il protocollo di certificazione CasaClima, introdotto in Alto Adige a partire dagli Anni ‘90, è diventato un riferimento nel panorama delle costruzioni a basso consumo energetico e un marchio di qualità. La certificazione CasaClima premia la prestazione dell’involucro edilizio, sulla base di un parametro definito fabbisogno energetico per riscaldamento, valutato mediante un’equazione di bilancio; la corrispondenza del calcolo con la realizzazione è verificata mediante l’analisi del progetto elaborato ad hoc, direttamente dai tecnici dell’Agenzia, e sopralluoghi in cantiere, da parte di auditori esterni alla realizzazione. Le altre certificazioni ambientali prevedono l’assegnazione di punteggi che sono funzionali a seconda del tipo di involucro utilizzato, dell’energia e risorse idriche consumate, del quantitativo di rifiuti prodotto e della efficacia dei servizi offerti ai futuri proprietari in termini di comodità dei trasporti, vicinanza dei servizi essenziali e del grado di salute e benessere che l’edificio sarà in grado di offrire. Il parametro finale utilizzato da tutti i protocolli al fine della valutazione dell’edificio è la classe di appartenenza (espressa con una lettera dell’alfabeto o con numeri o definizioni appropriate) che sintetizza i punteggi e le valutazioni per ogni aspetto preso in esame. Di maggiore importanza dal punto di vista strettamente energetico è l’Attestato di Certificazione Energetica (ACE), ora ridefinito APE, previsto dall’UE, che è un documento di sintesi dell’analisi sull’edificio; esso permette di valutare l’efficienza energetica della struttura, fornendo all’utente finale una indicazione sui costi generali di gestione dell’edificio stesso per il suo riscaldamento e raffreddamento . Il documento è valido se redatto ed assevera13 to da un Certificatore abilitato e se depositato presso l’Ufficio Tecnico del Comune di appartenenza e registrato nel Catasto energetico; ha idoneità per un periodo di 10 anni dopo la registrazione. Il metodo di classificazione prevede l’assegnazione di una lettera che indica una buona qualità energetica (classe A+, A) via via decrescente verso una scarsa qualità, con lettere che vanno dalla B fino alla G. Parola chiave: efficienza e sufficienza. L’innovazione e l’efficienza tecnologica se da un lato comportano una riduzione dei consumi, dall’altro, per “effetto rebound”, inducono a comportamenti maggiormente energivori. La direzione per ridurre i consumi deve essere quella di coniugare efficienza nell’uso finale dell’energia e sufficienza nel suo uso totale. Ad esempio nel campo dei trasporti l’efficienza può essere rappresentata dall’acquisto di un’auto a basse emissioni e la sufficienza potrà riguardare il fatto di andare a piedi per coprire piccole distanze o utilizzare la bicicletta. Nel campo residenziale l’efficienza sarà rappresentata dalla costruzione di edifici ad alte prestazioni ma la sufficienza riguarderà il fatto di limitare il consumo di energia elettrica o di acqua calda. Altro caso riguarda ad esempio l’acquisto di elettrodomestici in classe A++: dismettere un vecchio frigorifero ormai vetusto e “energivoro” per acquistarne uno ad alta efficienza ma di capienza più elevata. Il principio di sufficienza non viene rispettato e il bilancio totale sui consumi energetici rimane pressoché lo stesso di prima. Se all’efficienza non si lega una cultura del consumo responsabile lo sforzo è reso vano. Aspetti culturali Nuovo approccio ambientale I benefici dello sviluppo avvenuto negli ultimi due secoli hanno riguardato i soli Paesi industrializzati; il progresso è avvenuto grazie allo sfruttamento delle risorse spesso provenienti dai Paesi più poveri. Tenuto conto che i Paesi emergenti (Cina, India, Messico, etc.) ambiscono a raggiungere lo stile di vita dei Paesi industrializzati, basato sui combustibili fossili, centrato sull’auto e sullo stile di vita usa e getta, ma che le risorse sono limitate per soddisfare l’esigenza di milioni di persone, è necessario pianificare lo sviluppo cercando di rendere più equa la distribuzione delle stesse. Ad esempio, l’ambizioso progetto portato avanti dalla Svizzera di riduzione del fabbisogno energetico entro l’anno 2100 a 2000 W pro-capite rientra pienamente in tale prospettiva. Tale iniziativa sviluppata a partire dagli Anni ‘90 trae spunto dallo studio «Physical Quality of Life Index», dove viene evidenziato per la prima volta il rapporto tra consumo energetico e qualità della vita: “a partire da circa 2000 Watt di potenza continua per persona l’aumento del consumo energetico non comporta un miglioramento rilevante della qualità di vita” (da: http://www.2000watt.ch). Il passaggio a QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 14 una società più responsabile basata su stili di vita meno intensivi non avviene con imposizione di regole dall’alto, ma attraverso una lenta crescita della cultura del risparmio. È pur vero che in differenti settori è già in atto una vera e propria rivoluzione culturale dei comportamenti sociali: ad esempio nel campo dell’alimentazione basti pensare al successo di associazioni quali Slow Food o Terra Madre, allo sviluppo delle filiere corte, all’aumento di vendita dei prodotti biologici, all’attenzione rivolta verso i protocolli e marchi di sostenibilità. Nel campo energetico il successo di iniziative quali “M’illumino di meno” o eventi quali “Fa’ la cosa giusta”, dimostrano una sensibilità crescente alle tematiche del risparmio. Famiglia e scuola diventano gli attori responsabili del successo della futura società. Per giungere ad una corretta gestione delle risorse applicate al risparmio energetico è necessaria una rivisitazione del nostro modo di pensare, agendo sulla conservazione dell’energia che è presente all’interno dell’edificio e riducendo in modo significativo il consumo causato da tutto ciò che serve per “far funzionare” la casa o l’edificio industriale. In effetti, sarebbe necessario affinare il concetto di risparmio facendo capire al pubblico che tutto ciò che non viene disperso può essere utilizzato o riutilizzato senza particolari costi di gestione. In altre parole, applicando tecnologie già oggi esistenti, è possibile ad esempio accumulare il calore nel sottosuolo con particolari tecniche, catturandolo dall’aria libera in estate attraverso moduli termici o ibridi, trasferendolo e concentrandolo con appositi scambiatori, e riutilizzandolo mediante pompe di calore nei locali interessati tramite riscaldamento a pavimento durante la stagione invernale. Tutte queste tecnologie presuppongono la conoscenza e la sensibilità al tema da parte del pubblico, ma anche la preparazione tecnica e commerciale degli operatori di settore per avvicinare la tecnologia alle esigenze del cittadino senza l’utilizzo di soluzioni estemporanee o eccessivamente onerose ma fornendo soluzioni personalizzate e vicine alla realtà presa in esame. Aspetti giuridici (progetti, dichiarazioni, certificazioni) Inquadramento normativo Il contesto energetico mondiale Per meglio comprendere le politiche attuali nel campo energetico che interessano il nostro Paese e che condizionano le scelte e i comportamenti di ogni singolo individuo è utile allargare la scala e capire quali sono le strategie e le tendenze a livello mondiale. Partendo dalle recenti analisi dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) è possibile individuare una sorta di scenario globale che probabilmente interesserà nei prossimi anni il contesto internazionale. In particolare, si prevedono nei prossimi 20-25 anni le seguenti tendenze: • “La domanda di energia nel mondo è prevista in crescita (+35% al 2035), ma con un andamento fortemente differenziato tra diverse aree geografiche: quasi ‘piatta’ nei Paesi industrializzati; in forte aumento in quelli in 15 via di sviluppo (+60%), i quali rappresenteranno oltre il 60% della domanda globale tra vent’anni. • D’altra parte, il mondo sta diventando sempre più efficiente: l’intensità energetica (energia consumata per unità di PIL) è prevista diminuire del 1,8% l’anno nei prossimi 20 anni, in accelerazione rispetto allo 0,6-1,2% registrato negli ultimi decenni. Questo anche per il progressivo aumento del livello dei prezzi (e della loro volatilità) di molte risorse (energetiche e non) che spinge secondo logiche di “mercato” verso l’adozione di soluzioni innovative per l’efficientamento. • Tra le fonti di energia, il gas e le rinnovabili sono sempre più in espansione, a scapito soprattutto del petrolio, che perderà quote di mercato, mentre carbone e nucleare manterranno sostanzialmente la loro quota di mercato attuale. In particolare: • Il petrolio sta progressivamente perdendo importanza relativa (dal ~45% dell’energia primaria degli Anni ‘70 a poco più del 30% attuale e al ~27% nel 2035), ma il suo consumo in termini assoluti è comunque atteso in crescita. • Il carbone è previsto in forte calo nei Paesi OCSE (dal ~20% al ~15% della domanda), compensato dalla crescita soprattutto in Cina e India in particolare nei prossimi 10 anni. Grazie alle ampie riserve disponibili, il bilancio domanda-offerta risulterà più equilibrato di quello del petrolio. • Il nucleare è previsto in crescita solo nei Paesi non-OCSE (in particolare Cina, Corea, India, Russia), mentre in Occidente non si prevedono sviluppi significativi (in particolare in Europa). • Le rinnovabili sono la fonte che si prevede crescerà maggiormente, sia in valore relativo che assoluto. Tale crescita sarà guidata da un prevedibile aumento della sensibilità ambientale, ma soprattutto dall’attesa riduzione dei costi delle tecnologie nei prossimi 20 anni, che consentiranno di mettere in competizione ‘alla pari’ molte delle fonti rinnovabili con le tecnologie fossili tradizionali, considerando anche gli effetti della tassazione (diretta o indiretta) delle emissioni di CO2. • Per quanto riguarda il gas, la domanda globale è prevista in significativo aumento, dai 3.300 miliardi di metri cubi del 2010 agli oltre 5.000 previsti nel 2035, trainata dal consumo in Asia, soprattutto per la generazione elettrica, ma anche per usi industriali e civili. L’offerta crescerà parimenti, con una sempre maggiore diversificazione geografica ed una maggior importanza del mercato GNL (gas naturale liquefatto). Un ruolo trainante avrà il cosiddetto gas ‘non convenzionale’ (shale gas, tight gas e coalbed methane), che tra vent’anni è previsto rappresenti tra il 25% e il 27% della produzione mondiale (e oltre il 50% della crescita assoluta di volumi da qui al 2035) anche se lo sviluppo di questa tecnologia in molti Paesi dipenderà dall’effettiva sfruttabilità delle riserve geologiche identificate e dalla soluzione delle problematiche ambientali” (da: Strategia energetica nazionale-2013). QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 16 In merito al “futuro” delle fonti fossili, dope le numerose analisi fatte - a partire dall’applicazione della teoria del “picco” di Hubbert sulla durata e sulla quantità di risorse disponibili - un singolare rapporto dell’analista e consulente energetico americano Chris Nelder spiega come “il punto di non ritorno della transizione energetica da fossili a rinnovabili è arrivato”. Con- Fonte: Strategia Energetica Nazionale-2013 Fonte: Strategia Energetica Nazionale-2013 17 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 frontando il costo degli investimenti fatti per estrarre petrolio con l’effettiva produzione (nell’anno 2012, come visibile nel grafico, la produzione è tornata ai valori del 2000, ma gli investimenti sono aumentati di 5 volte) l’analista mostra come i fondamenti economici legati alle fonti fossili stiano vacillando rispetto alle energie rinnovabili, in particolare eolico e solare. Lo stesso vale per le centrali a carbone diventate una tecnologia obsoleta (negli USA molti progetti sono stati abbandonati) e per le centrali nucleari, i cui costi di gestione e mantenimento si stanno dimostrando molto elevati. Fonte: www.qualenergia.it : il sistema energetico nel suo punto critico. Perchè non si tornerà indietro Lo dimostra, ad esempio, il caso francese: il costo di mantenimento del parco nucleare ai livelli attuali per i prossimi 50 anni ammonta a 300 miliardi di euro; “il totale di 300 miliardi equivarrebbe al costo di uscire dal nucleare e rimpiazzarlo con le fonti rinnovabili. Bisogna uscire dal mito che il nucleare sia gratuito. Insomma, invecchiando il nucleare costa e i Paesi che vi hanno investito si trovano costretti a spendere moltissimo solo per garantire la sicurezza di impianti basati su una tecnologia obsoleta” (fonte: www.qualenergia.it “Francia il conto astronomico del nucleare che invecchia”). Nel contempo, muta lo scenario energetico, soprattutto nel campo elettrico, con costi delle tecnologie rinnovabili in continua riduzione, tanto che “un report del Rocky Mountain Institute e di CohnReznick ipotizza che, entro il 2025, milioni di utenti residenziali troveranno economicamente vantaggioso non essere più collegati alla rete elettrica. Un evento che già oggi minaccia le utility ed è l’effetto della combinazione della diminuzione dei prezzi dei sistemi solari (calo del 60% dal primo trimestre 2010) e dello storage. I prezzi delle batterie agli ioni di litio sono, già oggi, la metà di quelli del 2008” (fonte: www.qualenergia.it “Il sistema energetico nel suo punto critico. Perché non si tornerà indietro”). 18 La recente notizia dell’adozione da parte degli Stati Uniti di un piano d’azione per tagliare entro il 2030 le emissioni di carbonio delle centrali elettriche del 30%, rispetto ai livelli del 2005, avalla pienamente il cambiamento in corso. Obiettivi e scenari a livello europeo L’attuale quadro normativo di riferimento a livello nazionale e le strategie adottate nel campo energetico derivano prevalentemente dalle politiche di sviluppo tracciate a livello europeo: a partire dalla ratifica del Protocollo di Kyoto nel 1997 (entrato in vigore nel 2005 con l’assenso da parte della Russia), l’Europa si è impegnata a ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra rispetto ai propri livelli del 1990 di un valore pari all’8% entro il 2012, fine del periodo di impegno. La tematica ambientale e energetica ha visto, soprattutto dai primi anni del 2000, uno sviluppo crescente della sensibilità verso le problematiche connesse con il surriscaldamento climatico e con la dipendenza dalle fonti fossili, arrivando al 2008 alle definizione del Pacchetto Clima-Energia, meglio conosciuto come Strategia 20-20-20. Tale provvedimento prevede: • riduzione, entro il 2020, delle emissioni di gas serra, per una percentuale pari ad almeno il 20% rispetto ai livelli del 1990; • un contributo del 20% di energia da fonti rinnovabili sui consumi finali lordi entro il 2020; • riduzione del 20% sul consumo di energia primaria rispetto ai livelli previsti al 2020, da ottenere tramite misure di efficienza energetica. Tale obiettivo, solo enunciato nel pacchetto, è stato in seguito declinato, seppur in maniera non vincolante, nella Direttiva efficienza energetica approvata in via definitiva nel mese di ottobre 2012. Tali obiettivi sono stati tradotti in specifiche direttive tra cui: • Decisione 406/2009/CE, la quale stabilisce il contributo minimo degli Stati membri all’adempimento dell’impegno assunto dalla Comunità di ridurre le emissioni di gas a effetto serra, per il periodo dal 2013 al 2020, e le norme per la realizzazione di tali contributi e per la valutazione del rispetto di questo impegno. • Direttiva 2009/28/CE, la quale stabilisce un quadro comune per la promozione dell’energia da fonti rinnovabili. Essa fissa obiettivi nazionali obbligatori per la quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia e per la quota di energia da fonti rinnovabili nei trasporti. • Direttiva 2012/27/UE, la quale stabilisce un quadro comune di misure per la promozione dell’efficienza energetica nell’Unione al fine di garantire il conseguimento dell’obiettivo principale dell’Unione relativo all’efficienza energetica del 20% entro il 2020, e di gettare le basi per ulteriori miglioramenti dell’efficienza energetica al di là di tale data. In particolare, pone l’accento sul ruolo esemplare dell’Ente pubblico che, attraverso le ristrutturazioni ad alta efficienza del proprio parco immobiliare, o attraverso l’acquisto di prodotti o servizi ad alta efficienza, nel ri19 spetto della coerenza del rapporto costi-efficacia, possa sensibilizzare l’opinione pubblica. Nel campo edilizio, responsabile del 40% del consumo di energia finale e del 36% delle emissioni totali di CO2 nell’Unione, sono state emanate Direttive riguardanti la prestazione energetica degli edifici, la Certificazione energetica, l’ausilio di fonti rinnovabili e l’etichettatura dei prodotti. Si riportano a titolo di riferimento alcune direttive più significative: • Direttiva 2002/91/CE, denominata EPDB (Energy Performance Building Directive): pone l’attenzione sulla metodologia per il calcolo del rendimento energetico degli edifici, sui requisiti minimi dello stesso, sull’importanza della certificazione energetica, sul ruolo degli edifici pubblici nella sensibilizzazione alla tematica e sulla necessità di un’ispezione periodica degli impianti. “Si tratta di indicazioni normative fondamentali per la volontà di indirizzare il mercato delle costruzioni verso una qualità energetica facilmente riscontrabile da parte dell’utente/consumatore in un indicatore sintetico, la classe attribuita all’edificio, e in grado di influenzare i valori di mercato degli edifici in base alle loro prestazioni rappresentate dal fabbisogno di energia primaria e dalle emissioni di anidride carbonica (CO2)” (da: L’artigianato nella prospettiva della green economy, Centro stampa Regione Piemonte - Torino 2013). • Direttiva 2010/31/CE denominata EPDB2 (aggiorna e integra i contenuti della Direttiva 2002/91/CE che viene abrogata): promuove in particolare il miglioramento della prestazione energetica degli edifici tenendo conto delle condizioni locali e climatiche esterne; introduce il concetto di NZEB (Near Zero Energy Building), ovvero di edificio caratterizzato da un fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo, soddisfatto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, entro un predeterminato termine temporale per le nuove costruzioni (2018 per gli edifici pubblici, 2021 per le nuove costruzioni). Stabilisce, inoltre, un metodo comune per il calcolo della prestazione energetica, valutando il fabbisogno di riscaldamento e di raffrescamento. • Direttiva 2010/30/CE sull’Energy Label, l’etichetta energetica, relativa all’indicazione del consumo di energia e di altre risorse dei prodotti connessi all’energia. Riguarda in particolare i prodotti che consumano energia (elettrodomestici, etc.), ma anche i prodotti connessi con il consumo di energia (componenti dell’involucro edilizio, quali ad esempio le finestre). Grazie all’etichetta energetica il consumatore ha la possibilità di conoscere le informazioni sulla prestazione del componente e di orientare la sua ricerca verso il prodotto più efficiente. Tale pratica si è dimostrata utile nel campo degli elettrodomestici: in particolare, da quando vige l’etichettatura, l’interesse si è spostato sul prodotto ad alta efficienza. Gli impegni adottati nel pacchetto clima-energia sono stati rafforzati all’interno della strategia “Europa 2020” dove, a seguito della recente crisi economico/ finanziaria, sono definite tre priorità di sviluppo: crescita intelligente (sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione); crescita sostenibile (promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 20 più verde e più competitiva) e crescita inclusiva (promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione, che favorisca la coesione sociale e territoriale). Il tema dello sviluppo sostenibile e dell’impiego efficiente delle risorse, presentato dalla Commissione attraverso l’iniziativa faro “Un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” (COM(2011)21), diventa nevralgico per ambire alla decarbonizzazione del sistema energetico a lunghissimo termine. In particolare, la comunicazione Energy Roadmap 2050 (COM(2011)885/2) mostra possibili scenari di evoluzione per giungere entro il 2050 a un’economia a basso impiego di carbonio, riducendo dell’80-95% le emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990, migliorando la sicurezza energetica e promuovendo crescita e occupazione sostenibili. Dal punto di vista economico “il costo complessivo della trasformazione del sistema energetico non supererà quello dello scenario di continuazione delle politiche correnti, risultando in alcuni casi persino inferiore. Gli investimenti saranno, infatti, ampiamente ripagati in termini di crescita economica, occupazione, certezza degli approvvigionamenti energetici e minori costi dei combustibili”. Dal punto di vista della fattibilità l’obiettivo è tecnicamente raggiungibile a patto che avvenga una quasi totale decarbonizzazione dei processi di generazione elettrica. “L’opzione principale è rappresentata dall’efficienza energetica, che gioca un ruolo determinante in ciascuno scenario, in particolare per gli edifici che in futuro potranno arrivare a produrre più energia di quella consumata. Centrale è anche il ruolo delle fonti rinnovabili, le quali nel caso più ottimista (scenario High Renewable energy sources) consentiranno di generare nel 2050 il 75% dei consumi finali di energia e il 97% di quelli elettrici” (da http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/EAI/anno-2012/n.-1-gennaio-febbraio- 2012-1/world-view/energy-roadmap-2050). La Roadmap pone anche attenzione all’utilizzo di energia nucleare e allo sviluppo della tecnologia CCS (Carbon Capture and Storage), prevedendo un ruolo fondamentale per il gas durante la fase di transizione, che consentirà di ridurre le emissioni sostituendo carbone e petrolio nella fase intermedia, almeno fino al 2030 - 2035. Recentemente, con la presentazione del Libro Bianco Clima-Energia 2030, sono stati definiti dalla Commissione Europea i target per l’anno 2030 nell’ambito clima-energia: due sono gli obiettivi vincolanti. L’uno legato alla riduzione delle emissioni per un valore pari al 40% della CO2 rispetto al 1990 e l’altro legato al raggiungimento del 27% di rinnovabili sui consumi (obiettivo non vincolante per gli Stati membri ma vincolante per l’UE). Le associazioni ambientaliste sono preoccupate del fatto che non siano stati fissati obiettivi sul tema dell’efficienza energetica, questione chiave per ridurre il consumo energetico e per stimolare l’innovazione. Anche le aziende del settore che hanno investito sull’efficienza nei processi rilevano una sorta di retromarcia della politica europea e temono una perdita di competitività su un settore, quello del risparmio energetico, che può essere la chiave per uscire dalla crisi e garantire una nuova fase di sviluppo. D’altro canto le associazioni di categoria rilevano come l’adozione di vincoli restrittivi sulle emissioni comportino una perdita di competitività delle industrie rispetto alla concorrenza straniera e una obbligata adozione di tecnologie più economiche, non valide dal punto di vista ambientale. 21 La situazione nazionale La legislazione italiana in materia energetica se da un lato sin dagli Anni ’70 è stata tra le prime a fissare dei paletti in materia di risparmio energetico e di fonti rinnovabili dall’altro accusa il fatto di non essere mai stata accompagnata da una seria e continua strategia energetica a livello politico. Le normative redatte spesso non seguite dai necessari decreti attuativi finivano per non essere applicate. Basti pensare che già nella nota Legge 10/91 “Norme in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia” s’introduceva il concetto di certificazione energetica: articolo mai applicato in attesa dello specifico decreto attuativo. Lo stesso vale per il recepimento delle direttive europee in campo energetico; i provvedimenti spesso sono stati attuati con lentezza mostrando una generalizzata inefficacia nell’attuazione delle politiche europee e generando incertezza e confusione negli operatori del settore e negli investitori. La recente Strategia Energetica Nazionale (SEN), approvata con decreto interministeriale nella primavera del 2013, si pone finalmente come risposta all’esigenza di definire un piano di sviluppo energetico che possa orientare le decisioni e le scelte future. Peccato che tale iniziativa nasca zoppicante, perché sostenuta da un governo tecnico che dovrebbe occuparsi di tematiche amministrative e perché non supportata da alcuna norma primaria che si occupi della sua applicazione. Inoltre, dal punto di vista della pianificazione energetica, necessaria per ambire a un futuro a basse emissioni di carbonio, la strategia risulta carente tenuto conto del forte sostegno che viene ancora dato alle fonti fossili. Basti ricordare ad esempio che nelle priorità d’azione rientrano la produzione sostenibile d’idrocarburi nazionali attraverso un incremento dell’attuale produzione, la ristrutturazione della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti e la centralità del mercato del gas attraverso il ruolo che l’Italia potrebbe avere come hub sud europeo. D’altro canto l’ipotesi su cui si basa la SEN è che l’Italia nel medio periodo resterà un Paese dipendente dai combustibili fossili; basti pensare che nel 2010 l’86% circa del fabbisogno energetico è stato coperto da combustibili fossili di cui il 90% importato. Entrando nel merito del documento, la strategia fotografa l’attuale situazione energetica nazionale caratterizzata da: • “prezzi dell’energia mediamente superiori ai suoi concorrenti europei (soprattutto per l’elettricità), e ancor più rispetto ad altri Paesi come gli Stati Uniti. Questa situazione rappresenta un fattore di grave appesantimento per la competitività del sistema economico italiano, ed è dovuta in gran parte a quattro ragioni strutturali: • Il mix energetico, in particolare quello elettrico, è in questo momento piuttosto costoso perché principalmente basato su gas e rinnovabili e si differenzia molto da quello della media UE per l’assenza di nucleare e la bassa incidenza di carbone. • I prezzi all’ingrosso del gas in Italia sono mediamente più alti che negli altri Paesi europei. Il prezzo medio del gas sul mercato spot PSV nel 2011 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 22 è stato di circa il 25% superiore a quello dei principali hub nord-europei [...] Ciò si riflette anche sul prezzo all’ingrosso dell’elettricità, che nella maggior parte delle ore viene determinato da centrali CCGT a gas. • Gli incentivi alla produzione rinnovabile elettrica in Italia sono storicamente i più elevati d’Europa (ad esempio, gli incentivi unitari alla produzione fotovoltaica sono stati circa il doppio di quelli tedeschi), con un forte impatto sul costo dell’energia: oltre il 20% della bolletta elettrica italiana (escluse imposte) è destinato a incentivi alla produzione tramite fonti rinnovabili. • Vi sono infine una serie di altri costi, dovuti a politiche pubbliche sostenute dalle tariffe come ad esempio, per il settore elettrico: gli altri “oneri di sistema” (oneri per smantellamento nucleare, ricerca di sistema, regimi tariffari speciali) e inefficienze diffuse (es. CIP6). • Situazione piuttosto critica in termini di sicurezza e indipendenza degli approvvigionamenti: • La limitata capacità di risposta del sistema gas in condizioni di emergenza: quando ci si trova in contemporanea presenza di riduzioni degli approvvigionamenti dall’estero e di punte prolungate di freddo eccezionale sull’intero territorio – quali quelle sperimentate nel febbraio 2012 – la resilienza del sistema è ancora insufficiente [...]. • La dipendenza dalle importazioni: l’84% del fabbisogno energetico italiano è coperto da importazioni.[...] Il dato si confronta con una quota di importazioni medio nell’Unione Europea significativamente più basso, pari al 53%”. Fonte: Strategia Energetica Nazionale-2013 Entrando in merito ai consumi energetici, il grafico seguente riporta la suddivisione dei consumi per settore d’uso facendo riferimento all’anno 23 2010, anno in cui si è registrato un consumo finale lordo di energia pari a 127,5 MTep. Il calore, inteso come consumo finale di energia per il riscaldamento e raffrescamento, rappresenta la quota più importante, seguito dal consumo nei trasporti e da quelli elettrici. QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Fonte: Strategia Energetica Nazionale-2013 La SEN, coerentemente con le politiche di sviluppo sostenibile adottate a livello europeo, focalizza l’attenzione su sette priorità strategiche di azione per i prossimi anni due delle quali legate all’efficienza energetica e allo sviluppo delle fonti rinnovabili, con l’obiettivo lungimirante di raggiungere e superare i parametri fissati per l’Italia dal Pacchetto Clima-Energia 2020, di ridurre il gap di costo energetico che ci caratterizza, favorendo la crescita economica e di garantire una maggiore sicurezza di approvvigionamento e una minor dipendenza dall’estero. In merito all’efficienza energetica fissa un obiettivo quantitativo al 2020 di riduzione dei consumi primari di ulteriori quattro punti percentuali rispetto a quanto prefissato dall’UE (il 24% a fronte del 20% europeo), si propone di abbattere le relative emissioni e di risparmiare una notevole quantità di combustibile fossile importato. In merito alle FER (fonti energetiche rinnovabili) la strategia si prefigge di raggiungere il 19% dei consumi finali lordi rispetto all’obiettivo UE del 17%. In particolare, per quanto riguarda il settore elettrico, l’obiettivo è quello di far diventare le FER la prima componente del mix di generazione al pari del gas (35-38% dei consumi finali al 2020). Nel campo termico la meta è quella di sviluppare la produzione da FER fino al 20% dei consumi finali al 2020 mentre nel settore dei trasporti si conferma il dato europeo di un contributo dei biocarburanti pari al 10% dei consumi. 24 Per raggiungere tali obiettivi, la strategia prende spunto dalle misure già messe in atto negli anni precedenti e le rafforza. In particolare nel campo dell’efficienza energetica il Piano d’Azione Nazionale per l’Efficienza Energetica (PAEE) presentato nel 2007 in ottemperanza alla direttiva 2006/32/CE e il nuovo piano del 2011 mirano a conseguire un obiettivo globale di risparmio energetico tramite servizi energetici e altre misure di miglioramento dell’efficienza energetica quantificabile con una riduzione del 9,6% entro il 2016. Tali misure confermate dalla SEN riguardano: • I “Certificati Bianchi” (o Titoli di Efficienza Energetica, TEE) per cui è previsto un rafforzamento soprattutto nel settore industriale e dei servizi, pur mantenendo un ruolo importante anche per interventi nell’area residenziale non coperti da detrazioni o incentivi; in particolare, ogni TEE corrisponde a 1 Tep (tonnellata equivalente di petrolio) di energia risparmiata a seguito di interventi di miglioramento dell’efficienza, realizzati dai soggetti obbligati o da soggetti volontari che possono partecipare al meccanismo. “Il soggetto attorno cui ruota il meccanismo sono i grandi distributori di gas e di elettricità. Costoro diventano ‘soggetti obbligati’ se hanno un parco di almeno 50.000 clienti; annualmente viene loro assegnato un obiettivo di risparmio energetico di cui dovranno dimostrare il conseguimento” o mediante la realizzazione diretta dei progetti di efficienza energetica ovvero acquistando TEE da altri soggetti. (da: “I titoli di efficienza energetica, guida operativa II”). • Le detrazioni fiscali in atto, prevalentemente dedicate al settore delle ristrutturazioni civili (detrazione fiscale sull’IRPEF suddivisa in quote annuali, per un totale pari al 55% delle spese sostenute, ora diventata 65%). Fonte: Strategia Energetica Nazionale 2013 25 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Tale detrazione riguarda una serie di interventi, tra cui la riqualificazione energetica complessiva dell’edificio, azioni di miglioramento della prestazione di singole parti dell’involucro, sia per gli elementi opachi che per gli infissi, installazione di pannelli solari per la produzione di ACS e sostituzione di impianti di climatizzazione invernale. Secondo gli operatori del settore, come riportato nel Energy Efficiency Report 2013 del Politecnico di Milano, le detrazioni costituiscono il più generoso sistema di incentivi mai messo in campo dal Governo per promuovere l’efficienza e lo sviluppo economico sostenibile. Tuttavia quello che preoccupa è l’instabilità della politica di incentivazione nel tempo e il rischio di “disorientamento” da parte dei potenziali fruitori data la parziale sovrapposizione dell’azione al Conto Energia Termico. • L’applicazione delle normative in materia di efficienza energetica soprattutto nel settore edilizio e nel campo dei prodotti ricadenti nella direttiva dell’Ecodesign. Quadro normativo italiano per l’efficienza energetica – Fonte: Energy Efficiency Report 2013 Nel campo edilizio le normative recepiscono i contenuti e le indicazioni delle direttive emanate, alcune delle quali precedentemente citate; in particolare, fissano requisiti minimi obbligatori inerenti il fabbisogno energetico nel caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni sostanziali, promuovono l’utilizzo di impianti efficienti e l’utilizzo di FER e recepiscono le regole in materia di certificazione energetica e di monitoraggio dei consumi. Ultimamente è stato introdotto l’Attestato di prestazione energetica (APE), documento che accompagna la storia energetica dell’edificio riportando il consumo di energia primaria, la classe e la qualità energetica e le relative emissioni di CO2. L’APE è obbligatorio per i nuovi edifici, nel caso di ristrutturazioni sostanziali e deve essere prodotto in caso di vendita o locazione. • L’introduzione del Conto Energia Termico, ossia del meccanismo nato per incentivare gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare della Pubblica Amministrazione e interventi legati alle fonti energetiche rinnovabili per la produzione di energia termica per utenze private. 26 In merito allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili due sono state le tappe relative al recepimento alla Direttiva 2009/28/CE: la prima riguarda l’emanazione nel 2010 del Piano di Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili (PAN) e la seconda l’emanazione del decreto “Burden sharing” nel 2012, relativo alla ridistribuzione degli obiettivi nazionali a livello delle Regioni e delle Provincie Autonome e alla definizione dei singoli target di produzione di elettricità e di calore da FER. Il PAN fissa gli obiettivi nazionali per la quota di energia da fonti rinnovabili nel settore termico del riscaldamento e raffrescamento, nel settore dei trasporti e nel settore elettrico e definisce le modalità di raggiungimento degli stessi. In particolare, la linea d’azione primaria riguarda lo sviluppo delle FER a copertura dei consumi finali per riscaldamento e raffrescamento; le azioni di sviluppo in merito riguardano il potenziamento delle reti di teleriscaldamento, la diffusione della cogenerazione e l’immissione di biogas nella rete di distribuzione del gas naturale. Un’altra linea di azione strategica del PAN riguarda la questione della produzione di elettricità da FER. La tematica si incentra sull’adeguamento del sistema elettrico in funzione della potenza installata; prevede in particolare l’adeguamento delle reti di distribuzione e lo sviluppo di sistemi di stoccaggio/accumulo/raccolta dell’energia. Fonte: Strategia Energetica Nazionale-2013 27 In merito al mix rinnovabile per la produzione elettrica il grafico successivo mostra la situazione al 2010; “nella maggior parte delle Regioni, è l’energia idroelettrica ad offrire il contributo più rilevante sia per le Regioni subalpine sia per quelle appenniniche. Si comincia però ad apprezzare il contributo di altre fonti quali l’eolico (soprattutto in Campania, Puglia e Sicilia) e le biomasse (soprattutto in Emilia Romagna, Lombardia e Puglia). A riguardo, è bene rimarcare come il PAN specifichi la necessità di ricorrere alle biomasse soprattutto per la generazione di calore, al fine di perseguire obiettivi di maggiore efficienza e sostenibilità negli impieghi delle risorse” (fonte: La Green Economy in Piemonte – Rapporto Ires 2013). QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Fonte: Piano di Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili Produzione di energia elettrica da FER delle diverse Regioni al 2010 - fonte La Green Economy in Piemonte – Rapporto Ires 2013 Le misure di incentivazione diretta delle energie rinnovabili per la produzione di elettricità riguardano: • i certificati verdi, ossia i titoli scambiati sul mercato riconosciuti ai produttori da fonti rinnovabili in funzione dell’energia prodotta. Tenuto con28 to che i produttori e i distributori di energia elettrica sono tenuti a immettere in rete un quantitativo minimo di energia da FER, tale obbligo può essere assolto, o mediante la produzione della stessa, o mediante l’acquisto dei certificati verdi comprovanti la produzione dell’equivalente quota. • La tariffa onnicomprensiva è un regime basato sull’erogazione di una tariffa fissa riconosciuta agli impianti da fonti rinnovabili in funzione dell’energia immessa in rete e include sia l’incentivo sia la remunerazione. È un meccanismo che avvantaggia i piccoli produttori che difficilmente potrebbero trarre vantaggio dal complesso meccanismo dei certificati verdi. • Il conto energia è un “regime di sostegno che garantisce una remunerazione costante dell’energia elettrica prodotta da impianti solari fotovoltaici e termodinamici, per un periodo prestabilito (20 anni per gli impianti fotovoltaici, 25 anni per gli impianti solari termodinamici) attraverso una tariffa per tutta l’energia prodotta dagli impianti (feed in premium). La tariffa è aggiuntiva rispetto al ricavo della vendita o alla valorizzazione, mediante lo scambio sul posto o l’autoconsumo, dell’energia prodotta e varia in funzione della taglia e del grado di integrazione architettonica dell’impianto. Tale regime premia le produzioni rinnovabili a prescindere dall’utilizzo che viene fatto dell’energia elettrica prodotta” (da: Piano di Azione Nazionale per le energie rinnovabili dell’Italia). La rapida crescita e lo sviluppo della tecnologia fotovoltaica è dovuta soprattutto al sistema incentivante molto generoso in vigore negli ultimi anni, che non ha tenuto conto dei costi in diminuzione della tecnologia, garantendo margini di profitto elevati rispetto agli altri paesi europei. L’incentivo al 2012 risultava essere tra il doppio/triplo di quello riconosciuto in Francia e Germania. Tale iniziativa, pur favorendo l’espansione del settore, si è riversata indirettamente sulle tasche dei consumatori italiani comportando un’incidenza sulla bolletta elettrica pari a oltre il 20%. Le misure d’incentivazione delle energie rinnovabili per usi termici sono invece il “Conto energia termico”, i “certificati bianchi” e le detrazioni fiscali precedentemente esposte. È opinione degli operatori che ad oggi le potenzialità d’incentivazione del Conto Termico non siano state adeguatamente sfruttate, nonostante le ridotte tempistiche burocratiche e la semplicità di remunerazione diretta ne avrebbero dovuto favorire un diffuso utilizzo. Se da un lato il PAN ha definito la priorità d’azione sulle fonti rinnovabili termiche e la stessa SEN ne ha ricalcato l’importanza sostenendo che rispetto alle elettriche quelle termiche sono più efficienti e meno costose per raggiungere gli obiettivi europei e comportano benefici significativi di risparmio combustibile, dall’altro le azioni operative e le forme di incentivazione si sono rivelate completamente sbilanciate sul fronte elettrico. Lo sviluppo delle rinnovabili termiche negli ultimi anni è avvenuto senza un quadro di incentivazione stabile e dedicato. Tale situazione comporta il fatto che a oggi nel settore elettrico l’obiettivo 20-20-20 è stato praticamente raggiunto, mentre nel campo termico molta strada resta ancora da fare. Nel campo edilizio la recente nor29 mativa precedentemente esposta prevede un ausilio sempre maggiore delle fonti rinnovabili, a copertura in una prima fase di una percentuale della sola produzione ACS, ed ora anche a copertura di parte del fabbisogno di energia complessivo. Pure in questo caso la complessità del quadro normativo, le numerose modifiche introdotte e l’assenza di una politica di sviluppo costante e uniforme su tutto il territorio rendono la situazione molto confusa per gli operatori del settore, per i tecnici e per gli stessi Enti pubblici. Se da un lato le politiche energetiche adottate ambiscono a raggiungere e superare i target europei fissati con l’obiettivo di ridurre l’emissione di gas climalteranti prodotti prevalentemente dalla combustione di petrolio, carbone e gas, dall’altro esistono politiche d’incentivazione delle fonti fossili ancora in essere; un recente rapporto di Legambiente fornisce un quadro completo dell’assurda situazione legata a tale sostegno economico. “Ad esempio in Italia, com’è noto, risorse pubbliche finanziano l’autotrasporto su gomma e sostengono l’acquisto di combustibile a favore del settore agricoltura e pesca; inoltre, una quota parte della bolletta pagata da tutti i consumatori, con il famigerato CIP6 nato per sostenere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, tramite alcuni stratagemmi è servito e serve tutt’oggi per sostenere centrali a carbone, raffinerie e centrali a fonti fossili. Altro sussidio è stato recentemente introdotto dal Governo Monti a sostegno di vecchie centrali funzionanti a fonti fossili per prevenire le “situazioni di emergenza gas”. Altro caso riguarda il sussidio a favore delle cosiddette “aziende energivore” ossia aziende caratterizzate da un consumo energetico molto elevato (ad esempio i cementifici). Per assurdo tale sostegno economico premia “il consumo di energia, invece di spingere interventi che al contrario premino l’efficienza energetica nella gestione degli impianti e delle reti e che riducano i possibili problemi sulla rete. In questo modo, le “aziende energivore” non saranno mai spinte ad attivare processi di efficientamento energetico che avrebbero non solo la conseguenza di ridurre i propri costi legati ai consumi energetici, in linea con gli obiettivi di tale sussidio, ma contribuirebbero alla riduzione delle bollette elettriche degli utenti finali, alla riduzione dei consumi di energia da fonti fossili, alla lotta contro i cambiamenti climatici” (Fonte: Legambiente, Stop sussidi alle fonti fossili, 2013). Gli obiettivi raggiunti Una recente analisi dell’Agenzia Europea per l’Ambiente mostra i progressi fatti grazie alle politiche ambientali adottate dall’Unione Europea rispetto agli obiettivi fissati con il Pacchetto Clima-Energia. In particolare “la riduzione dei gas serra è il settore nel quale gli obiettivi sono stati già quasi raggiunti a sette anni dalla scadenza. Alla fine del 2012, infatti, fa sapere l’Aea, nel complesso i Paesi dell’Unione Europea hanno ridotto le emissioni del 18% sul livello del 1990. Anche per quanto riguarda le rinnovabili, l’obiettivo del 2020 è ampiamente raggiungibile. Infatti nel 2011 dalle fonti rinnovabili è arrivato il 13% dell’energia prodotta, un dato supe- QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 30 riore all’11,7% previsto per gli anni 2011-2012. Le cose vanno meno bene, invece, per quanto riguarda il terzo obiettivo: il miglioramento del 20% dell’efficienza energetica. Solo quattro Stati (Bulgaria, Danimarca, Francia e Germania) stanno facendo progressi in questo campo, illustra il rapporto” (fonte: Obiettivi ambientali Ue del 2020, siamo più avanti del previsto – www.corriere.it). In merito alla situazione italiana il Dossier Clima 2014 della Fondazione per lo sviluppo sostenibile fotografa una situazione positiva: “L’Italia ha centrato il target di Kyoto, riducendo le emissioni rispetto al 1990 del 7,8% a fronte di un impegno di -6,5%. I dati ufficiali confermano, quindi, le stime effettuate dalla Fondazione lo scorso anno. Guardando oltre, anche i target al 2020 fissati dal pacchetto clima-energia dell’UE sono a portata di mano: gli attuali livelli di emissione di gas serra sono già inferiori a quelli previsti per l’Italia dal target europeo; nel 2013 le rinnovabili dovrebbero superare agevolmente la soglia del 14% dei consumi finali lordi, molto vicino, quindi, al target del 17%; anche i consumi primari di energia nel 2013 sono allineati a quelli previsti per il 2020”. Diversa invece l’opinione di altri studiosi che sulla base del rapporto Aea sottolineano: “l’Italia viene considerato un paese sostanzialmente non in linea con il proprio obiettivo di riduzione delle emissioni, principalmente a causa del fatto che non ha fornito adeguate informazioni sulle proprie intenzioni di utilizzo dei meccanismi flessibili. [...] Tutto ciò porta l’Italia ad un gap annuale di 3,7 MtCO2/anno, che nel quinquennio di riferimento assomma in totale a 18,5 MtCO2. In termini monetari stiamo parlano di circa 90 milioni di euro, che potrebbero aumentare viste le fluttuazioni sul mercato della tonnellata di CO2, parametro di riferimento per i permessi di riduzione. Al momento non si sa come l’Italia farà fronte a questo “acquisto” sul mercato internazionale in quanto in nessuna delle ultime Leggi di Stabilità (Leggi Finanziarie) è stato mai fatto riferimento a tale impegno assunto dall’Italia” (fonte: Protocollo di Kyoto: l’Italia lontana dall’obiettivo - www.ilcambiamento.it). Certificazione energetica Come in precedenza esposto la certificazione energetica rappresenta un tassello importante per attivare uno sviluppo della cultura legata all’efficienza energetica; l’utente finale, grazie a parametri e indicatori chiari e semplici che individuano una specifica classe energetica, è in grado di orientare le proprie scelte verso prodotti efficienti o comunque è messo in condizione di prendere decisioni consapevoli. Grazie a questo processo s’innesca un meccanismo di mercato che trasferisce sul prezzo del bene la qualità energetica dello stesso premiando interventi che garantiscono elevati standard costruttivi. La condizione per far sì che questo avvenga è legata alla serietà del meccanismo di certificazione e alla responsabilità degli operatori che entrano in gioco. Caso emblematico per l’Italia è rappresentato dal già citato sistema di 31 certificazione degli edifici CasaClima, attivo in Provincia Autonoma di Bolzano a partire dal 2002. Il sistema certifica la prestazione energetica dell’edificio sulla base delle caratteristiche dell’involucro (per involucro s’intende il guscio che racchiude il volume riscaldato) e sulla qualità del costruito. L’iter di certificazione prevede l’elaborazione di un progetto dell’edificio a partire da regole e standard definiti nel quale vengono individuati e dettagliati tutti gli elementi che caratterizzano l’involucro analizzando in modo particolare i punti di connessione fra gli stessi. Fase successiva è la verifica in cantiere della corretta esecuzione del progetto mediante sopralluoghi da parte di figure indipendenti dalla realizzazione e progettazione. Punti di forza del protocollo CasaClima sono quindi la verifica del progetto e della sua realizzazione in cantiere; solo in questo modo è possibile comprovare l’effettiva qualità del costruito. La targhetta energetica consegnata e affissa sull’edificio, con riportati i dati di prestazione, diventa emblema del risultato ottenuto. La certificazione CasaClima ha innescato in Alto Adige un virtuoso meccanismo di sensibilizzazione alla tematica del risparmio energetico che, grazie a corsi di formazione per tecnici e operatori del settore, eventi, fiere, comunicazione si è esteso anche nel resto del Paese. Peccato che dal punto di vista normativo, prima che fossero pubblicate le «Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici» mediante D.M. 26/06/2009, grazie alla “clausola di cedevolezza” contenuta nel D.Lgs. 192/05, alcune Regioni (in sequenza Lombardia, Liguria, Piemonte e Emilia Romagna) hanno provveduto a legiferare in tema di certificazione energetica recependo in modo autonomo la Direttiva 91/2002. Tale situazione ha generato differenti percorsi di certificazione spesso non coerenti fra loro; regole diverse, metodologie di calcolo differenti, competenze dei certificatori disuguali non hanno certo facilitato il difficile percorso di recepimento della certificazione. In termini normativi “il tema della certificazione energetica e dei relativi obblighi è stato introdotto col D.Lgs 192/05 e ripreso più volte dai successivi decreti attuativi o di modifica dello stesso portando a un quadro frammentato e a volte non coerente tra un testo e l’altro. Il DL 63/13, convertito dalla Legge 90/2013, propone un riordino della materia sostituendo integralmente alcuni passaggi del D.Lgs 192/05 e anticipando nuovi decreti attuativi dedicati alla certificazione energetica degli edifici. Il tutto viene di nuovo modificato ed integrato dal DL 145 denominato “Destinazione Italia” del dicembre 2013, convertito in Legge con la Legge 9 del 21 febbraio 2014” (fonte: Guida Anit - La legislazione per il risparmio energetico e l’acustica degli edifici - settembre 2013). Sebbene la certificazione sia di fatto obbligatoria su tutto il territorio nazionale, a livello locale si possono configurare le seguenti situazioni: • recepimento, con Legge regionale, della Direttiva 2002/91/CE; • emanazione di Regolamento regionale per l’attuazione delle Linee Guida Nazionali (LGN); • assenza di recepimento della Direttiva 2002/91/CE e di regolamenti regionali o delle Province Autonome. QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 32 L’Attestato di Prestazione Energetica (APE), che ha sostituito l’Attestato di Certificazione Energetica (ACE), rappresenta il documento di sintesi della prestazione energetica dell’edificio; deve essere prodotto in caso di vendita o locazione dell’immobile e in caso di nuova costruzione o di ristrutturazione importante, prima del rilascio del certificato di agibilità. Tenuto conto che i protocolli di certificazione sono differenti, anche gli APE non sono tutti uguali. “Sette Amministrazioni hanno adottato un proprio modello regionale mentre tutte le altre utilizzano il modello proposto dalle Linee Guida Nazionali. Valore calcolato del fabbisogno di energia primaria specifico EPGL e classe energetica sono legati tra loro secondo due criteri: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Valle d’Aosta e le Province Autonome di Trento e Bolzano adottano una classificazione “diretta”, ovvero in funzione del valore di EPGL relazionato a valori limite fissi delle classi energetiche; le rimanenti Regioni, fanno riferimento alla classificazione proposta dalle Linee Guida Nazionali, ovvero a valori limite espressi sia in funzione della zona climatica - così come individuate all’art. 2 del DPR del 26/08/1993 n. 412 - che del rapporto di forma dell’edificio S/V (Superficie Disperdente/Volume lordo riscaldato). In particolare la Liguria considera anche il fabbisogno di acqua calda sanitaria” (fonte: CTI Attuazione della Certificazione Energetica degli edifici in Italia -2013). In merito alla figura del certificatore energetico, il DPR 75/13 definisce i requisiti del tecnico abili- Fonte: Recepimento della certificazione energetica a livello regionale – Attuazione della Certificazione Energetica degli edifici in Italia -2013 33 tato alla sottoscrizione dell’APE (tali regole si applicano per tutte le Regioni che non abbiano provveduto a adottare propri provvedimenti in applicazione della Direttiva 2002/91/CE). In particolare sono previste due vie per essere riconosciuti come “Soggetto certificatore”: una strada comporta l’iscrizione a un Ordine e Collegio e la competenza per la progettazione di edifici e impianti, l’altra prevede l’abilitazione mediante un corso di formazione specifico della durata minima di 80 ore e il superamento di un esame finale con la condizione pregiudiziale del possesso di un diploma di istruzione tecnica o professionale. Un recente studio sull’andamento del mercato immobiliare 2013 evidenzia il mancato successo di tale attestato; il problema, fa notare il Fronte degli agenti immobiliari (Fiaip), riguarda il fatto che come spesso accade la normativa è stata imposta dall’alto senza creare la dovuta sensibilizzazione ai cittadini. Per tale ragione il passaggio a un mercato immobiliare in cui il valore dell’immobile è funzione della classe energetica è ancora un miraggio. Questo di certo non vale per quelle realtà (ad esempio l’Alto Adige) in cui la questione della certificazione energetica è oramai un traguardo raggiunto e condiviso da tutta la collettività. Nuove maestranze nella green economy e opportunità di sviluppo – dichiarazioni La “green economy” è definita a livello comunitario come “un’economia che genera crescita, crea lavoro e sradica la povertà, investendo e salvaguardando le risorse del capitale naturale da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta” (fonte: Regione Piemonte – L’artigianato nella prospettiva della green economy, p.17). Tale definizione coinvolge tutte le attività economiche e, in modo particolare, il settore delle costruzioni responsabile come più volte ribadito del consumo di risorse naturali (oltre il 50% delle materie prime estratte sono utilizzate nel campo delle costruzioni) e del consumo finale di energia. La eco-costruzione, ossia la realizzazione di edifici che in tutte le fasi del loro ciclo di vita hanno un impatto sull’ambiente minore rispetto ai sistemi edilizi tradizionali, così come l’adozione di politiche di sviluppo dell’efficienza energetica attraverso attività di riqualificazione del patrimonio esistente, giocano un ruolo fondamentale nella salvaguardia del nostro pianeta e nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. In particolare le attività di green economy applicate al settore delle costruzioni in un periodo di recessione e di crisi del settore come quello che stiamo vivendo, garantiscono maggiori opportunità di sviluppo rispetto all’edilizia tradizionale. Lo dimostra il recente “XXI Rapporto Congiunturale e Previsionale Cresme sul mercato delle costruzioni tra 2013 e 2017”. Tra gli elementi che segnano lo sviluppo futuro del settore emergono: i processi di innovazione tecnologica, l’impatto sempre più forte dell’Ict sul settore costruzioni, i temi del partenariato pubblico privato e dell’integrazione tra servizi e costruzione come tasselli importanti del ciclo, una domanda low cost di edilizia sociale finora senza risposta, le frontiere dell’energy technology e della QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 34 riqualificazione ambientale. “Il prossimo ciclo dell’edilizia sarà di riqualificazione e trasformazione più che di nuova costruzione. Lo confermano anche i dati relativi all’anno 2013, in cui cresce ancora il peso del recupero, che è giunto a rappresentare il 66% degli investimenti e il 45,5% della produzione edilizia allargata, che comprende anche un 29,3% di nuova costruzione, un 20,9% di manutenzione ordinaria e un 4,3% di impianti di energie rinnovabili. Il peso di quest’ultimo capitolo, in particolare, si sgonfia dopo “la bolla speculativa del fotovoltaico” tra 2009 e 2011. Il futuro delle costruzioni si gioca su efficienza, innovazione, organizzazione, tecnologie; oggi il mercato della riqualificazione, centrato prevalentemente sui microinterventi, tiene in piedi quello delle costruzioni” (fonte: http://magazine.larchitetto. it/dicembre-2013/gli-argomenti/attualita/a-piccoli-passi.html). Analizzando il patrimonio immobiliare italiano, caratterizzato da edifici costruiti in prevalenza prima degli Anni ‘80, carenti dal punto di vista del comportamento energetico, ma anche dal punto di vista strutturale e manutentivo (basti pensare alla problematica dell’adeguamento sismico), appare auspicabile un futuro di riqualificazione e di trasformazione; solo in tal modo è possibile pensare ad una riduzione dei consumi energetici e ad una redditività economica degli investimenti fatti. Se poi si pensa alla quantità di edifici storici tutelati presenti nel nostro Paese, la sfida legata alla riqualificazione energetica si fa ancora più interessante. Altra questione riguarda il patrimonio di proprietà pubblica: il decreto legislativo in fase di definizione per il recepimento della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica individua differenti misure per arrivare a riqualificare ogni anno almeno il 3% del patrimonio della pubblica amministrazione centrale; il pubblico secondo lo spirito del legislatore, deve diventare un esempio del buon costruire per la collettività. Riqualificare un immobile dal punto di vista energetico significa adottare delle soluzioni in grado di ridurre il fabbisogno di energia che riguarda prevalentemente il riscaldamento e raffrescamento, pari al 67% circa del totale nel caso degli edifici residenziali. L’intervento di riqualificazione non si traduce solo in una diminuzione delle spese di gestione e quindi in un aumento del valore dell’immobile, ma anche in un miglioramento delle condizioni di comfort interne. Isolando ad esempio le pareti esterne si aumenta la temperatura superficiale interna delle stesse, garantendo un minor scambio radiativo tra il nostro corpo e l’elemento e quindi generando un elevato livello di comfort; oppure installando un impianto di ventilazione con recupero di calore si rinnova automaticamente l’aria interna degli ambienti limitando le fuoriuscite di calore e eliminando l’aria viziata. Tenuto conto della eterogeneità del nostro territorio dal punto di vista climatico, delle diverse tipologie costruttive, delle differenti destinazioni d’uso e dei vincoli presenti, il mercato offre innumerevoli soluzioni per riqualificare e intervenire sugli edifici; alcune riguardano il settore dell’involucro altre il settore impiantistico. 35 Appare evidente che non esistono soluzioni univoche alle differenti e innumerevoli problematiche; solo attraverso una corretta analisi e diagnosi dell’esistente e una progettazione consapevole che tenga conto di tutte le condizioni in essere (compreso il budget a disposizione), è possibile individuare la soluzione migliore o più efficiente per il caso in esame e quindi affidare a personale qualificato la realizzazione del progetto. Lo stesso vale per la realizzazione di nuove costruzioni a basso consumo o “NZEB” per l’appunto; è richiesto un elevato livello di progettazione e di realizzazione per poter raggiungere gli obiettivi preposti. L’edilizia, comparto produttivo della green economy, presenta elevate potenzialità in termini di ricadute occupazionali, di trasformazione delle professioni e dell’organizzazione del lavoro. “A tale riguardo va anche considerato il forte potere “attivante” che il settore delle costruzioni ha nei confronti degli altri comparti, con un possibile effetto moltiplicativo delle misure – già pervasive – di efficienza energetica. La progettazione e costruzione di nuovi edifici in modo più efficiente, così come la ristrutturazione dei fabbricati esistenti, infatti, attiva una grande varietà di sub-settori in termini di produzione, di beni intermedi e componenti, materiali e servizi che supportano il settore dell’efficienza energetica e della bioedilizia, chiamando in causa l’innovazione in molti campi collegati alle costruzioni” (fonte: L’efficienza energetica in Italia: competenze e figure professionali emergenti per la green economy - Serena Rugiero”). Tale scenario necessita una profonda riconversione del settore edile, in parte già in essere, con la trasformazione e l’adeguamento delle figure professionali coinvolte. La crescita del settore “energetico” richiede a tutti i livelli, dalla progettazione alla realizzazione, dal collaudo alla manutenzione, figure professionali competenti e preparate, capaci di dialogare e di perseguire gli obiettivi preposti. Se a livello di progettazione e gestione dei processi la figura dell’Energy Manager, introdotta con la Legge 10/91, inquadra la figura professionale in grado di analizzare le condizioni, individuare le soluzioni opportune e orientare le scelte energetiche, nel campo applicativo, “artigianale”, si rende necessaria una figura trasversale in grado di leggere e correttamente realizzare i progetti nel campo energetico; l’operatore ed il tecnico energetico per l’appunto. Basti pensare ad esempio all’installazione di un impianto di ventilazione meccanica controllata, competenza in parte dell’idraulico, dell’elettricista ma anche dell’impresa costruttrice, oppure all’installazione di un impianto di regolazione e monitoraggio dei consumi termici e elettrici di competenza dell’elettricista ma anche dell’idraulico. Estendendo l’attenzione all’involucro, anche il settore edilizio richiede figure competenti in grado di approcciare correttamente le problematiche e relative soluzioni nel campo del “risparmio energetico”; ad esempio la posa di un cappotto, oggi di competenza dell’impresa di costruzioni o del decoratore, l’installazione dei serramenti, la corretta posa della stratigrafia di un tetto. Tale figura nasce dall’esigenza di dare una risposta professionale alla richiesta del mercato evitando di cadere nel meccanismo d’improvvisazione che spesso caratterizza il settore delle costruzioni e degli impianti. QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 36 La scelta del nome sintetico di “operatore energetico” e “tecnico energetico” è stata effettuata pensando all’immediatezza nella comprensione delle sue peculiarità; sarebbe stato possibile denominarli “operatore e tecnico di impianti tecnologici e risparmio energetico”, nome senz’altro più completo, ma si è preferito seguire la logica e la semplicità nella sua denominazione, già adottata nei settori afferenti la meccanica dove il “perito termotecnico” è stato inserito nel comparto energia. In questo modo, la curvatura che si intende portare alle figure degli operatori e tecnici di impianti termoidraulici viene denominata sinteticamente “operatore energetico” e “tecnico energetico”. Il rapporto “GreenItaly 2013” analizza la situazione italiana del mercato legato alle nuove figure “green”: “la portata innovativa della green economy e dei green jobs in particolare trova riscontro anche sul fronte della domanda di lavoro. Basti pensare che ben il 61,2% di tutte le assunzioni che le imprese prevedono nel 2013 di destinare all’area aziendale della progettazione/ ricerca e sviluppo fa riferimento ai green jobs. A dimostrare ancora una volta che proprio le competenze green sono il motore principale dell’innovazione. E che questa innovazione assume sempre più una connotazione green”. Nel settore delle costruzioni e quindi dell’efficienza energetica “la trasformazione delle professioni [...] appare avere un carattere fortemente trasversale: l’innovazione attiva una domanda di nuove professionalità in tutti gli ambiti, coinvolgendo sia le alte professionalità che i profili esecutivi” (fonte: L’efficienza energetica in Italia: competenze e figure professionali emergenti per la green economy, pag. 69 - Serena Rugiero). Il mercato in particolare richiede figure professionali competenti nel campo degli impianti e del risparmio energetico; tale dato emerge dall’analisi della classifica delle prime venti figure professionali dei green jobs in senso stretto secondo le assunzioni non stagionali programmate dalle imprese nel 2013, classifica elaborata dal sistema informativo Excelsior (sistema di previsione sull’andamento del mercato del lavoro e sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese di UnionCamere). Al secondo e quarto posto vi è una richiesta di tecnici, ovvero di elettricisti delle costruzioni civili (circa 4mila assunzioni non stagionali) e di idraulici e posatori di tubazioni idrauliche e di gas (circa 3mila assunzioni non stagionali). “Si tratta di mansioni da operaio specializzato, per le quali non è richiesta chiaramente la laurea, spesso semmai il diploma o la sola scuola dell’obbligo, benché sia richiesta una esperienza specifica nella professione o nel settore di appartenenza”(fonte: GreenItaly Rapporto 2013, pag. 97). In particolare, all’interno delle singole categorie spiccano i seguenti contenuti verdi: elettricista di impianti di illuminazione sostenibili (6137: codice di categoria secondo la classificazione Istat CP 2011), installatore di impianti di condizionamento green (6136), installatori e montatori di macchinari e impianti industriali a basso impatto (6233). 37 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Appare evidente che “le figure legate alla sostenibilità ambientale incorporano una elevata dose di formazione e preparazione, indispensabili per rispondere ai compiti ai quali sono chiamate a svolgere, che si esprimono attraverso innovazione, technicalities, ecc. ”(fonte: GreenItaly Rapporto 2013 pag. 78). In merito ai percorsi formativi in atto l’Isfol rileva che nel 2012 in Italia sono stati erogati 1911 corsi di formazione in campo ambientale di cui il 62% attraverso Formazione Professionale non universitaria. “Una formazione capace di offrire lo sviluppo delle competenze green necessarie e ben collegata con la domanda di lavoro offre ovviamente elevate opportunità di impiego e occupazione di buona qualità. Secondo sempre Isfol, in questo modo più della metà degli occupati potrà raggiungere l’obiettivo di trovare un lavoro verde in linea col proprio percorso di studi e una maggiore facilità nell’ottenere un inquadramento contrattuale coerente con le proprie competenze [...] Diversi studi e analisi, anche internazionali, sono concordi nel riconoscere che l’acquisizione di competenze specialistiche e verdi, in particolare, offrano al futuro lavoratore un gradiente qualitativo Fonte: GreenItaly 2013 38 niente affatto secondario nel raggiungimento di un aumentato valore aggiunto della propria professionalità [...] I green job in qualche modo aggiungono elementi valoriali in più direzioni: all’acquisizione delle nuove competenze, orientate alla sostenibilità, si aggiunge una conoscenza delle dinamiche sistemiche ed ecosistemiche e una maggiore responsabilizzazione dei processi messi in opera rispetto al contesto ambientale e sociale” (fonte: GreenItaly Rapporto 2013 pag. 107-108). La proposta formativa professionale L’attuale proposta formativa professionale attuata a livello nazionale si basa sul Decreto interministeriale dell’11 novembre 2011, che ha recepito l’Accordo in sede Conferenza Stato - Regioni del 27 luglio 2011. In particolare, il decreto stabilisce la messa a regime dei percorsi di durata triennale e quadriennale finalizzati al conseguimento dei titoli di qualifica e di diploma professionale, istituisce il Repertorio nazionale dell’offerta di IeFP, definisce gli standard minimi formativi, adotta i modelli degli attestati della qualifica e del diploma professionale, definisce le modalità per l’attestazione intermedia delle competenze acquisite dagli studenti che interrompono i percorsi formativi. In particolare tale Repertorio è inteso come “insieme di figure di differente livello – di riferimento delle qualifiche e dei diplomi professionali – relative ad aree professionali, articolabili in specifici profili regionali sulla base dei fabbisogni del territorio. Per figura nazionale di riferimento si intende uno standard minimo formativo, assunto a livello di sistema Paese, consistente in un insieme organico di competenze tecnico - professionali specifiche, declinate in rapporto ai processi di lavoro e alle connesse attività, che caratterizzano il contenuto professionale della figura stessa. Le figure nazionali di riferimento possono declinarsi in indirizzi [...] Gli standard minimi formativi dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale hanno come oggetto di riferimento fondamentale la competenza, intesa come “comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale” (fonte: “Il sistema di istruzione e formazione professionale”, http://www.cnos-fap.it/sistema-ifp). Le aree professionali fanno riferimento alla classificazione delle aree Economico Professionali elaborata sulla base della classificazione delle attività economiche (NACE-ATECO) e della classificazione delle professioni (ISCO-CP/NUP). Il Repertorio tiene conto inoltre della corrispondenza con i livelli del Quadro europeo delle Qualificazioni; in particolare il 3° livello corrisponde alla figura degli operatori ai quali è attribuito un titolo in uscita di qualifica professionale, mentre il 4° livello corrisponde alla figura dei tecnici ai quali è attribuito un titolo in uscita di diploma professionale. Il differenziale tra 3° e 4° livello è basato sull’autonomia e sulla responsabilità dell’utente. Conseguito il diploma professionale di tecnico è possibile 39 accedere ai percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS), progettati e gestiti da soggetti associati e finalizzati a conseguire un certificato di specializzazione tecnica superiore, al quinto anno dell’Istruzione Secondaria Superiore. Il Repertorio nazionale viene aggiornato periodicamente con cadenza triennale; in particolare si prevede l’aggiornamento delle figure e/o dei relativi indirizzi e delle relative competenze tecnico-professionali e l’individuazione e la definizione di nuove figure nazionali di riferimento. Una nuova figura: il tecnico energetico Le figure presenti nel Repertorio nazionale dell’offerta di Istruzione e Formazione Professionale, che afferiscono al campo degli impianti a servizio delle costruzioni, sono l’operatore elettrico e l’operatore di impianti termo-idraulici (per quanto riguarda le qualifiche) e il tecnico elettrico e tecnico di impianti termici (per quanto riguarda i diplomi professionali). A ogni figura di riferimento corrisponde, come anticipato, la relativa nomenclatura delle Unità professionali e la classificazione delle attività economiche come riportato a titolo esemplificativo nelle schede successive. Le nuove figure di Operatore e Tecnico energetico nascono in prima istanza come aggiornamento della figura di operatore/tecnico termo-idraulico mediante “curvatura” professionale del profilo a livello regionale; si prevede per la figura dell’“operatore termoidraulico” la curvatura di “operatore energetico” e per la figura di “tecnico di impianti termici” la curvatura di “tecnico energetico”. In seconda istanza si auspica l’aggiornamento a livello nazionale del Repertorio nazionale dell’offerta di IeFP con l’inserimento delle nuove figure individuate. QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Fonte: http://www.cnos-fap.it/sistema-ifp 40 La normativa di settore che individua le disposizioni in materia di attività d’installazione degli impianti all’interno degli edifici è il DM 22/01/2008 n. 37. Tale decreto definisce gli ambiti d’intervento e i requisiti che devono possedere gli installatori. In particolare le imprese (iscritte al Registro delle Imprese o all’Albo delle Imprese Artigiane) sono abilitate all’esercizio delle attività riguardanti gli impianti posti al servizio degli edifici (classificati per tipologia all’art. 1 del succitato DM) se l’imprenditore individuale o il legale rappresentante, ovvero il responsabile tecnico da essi preposto con atto formale, è in possesso dei requisiti professionali di cui all’articolo 4. Il tecnico energetico, al termine del percorso di formazione, sarà in possesso dei requisiti tecnico-professionali abilitanti indicati all’art. 4 comma 1 lettera b del DM: “diploma o qualifica conseguita al termine di scuola secondaria del secondo ciclo con specializzazione relativa al settore delle attività di cui all’articolo 1, presso un istituto statale o legalmente riconosciuto, seguiti da un periodo di inserimento, di almeno due anni continuativi, alle dirette dipendenze di una impresa del settore”. In merito al periodo d’inserimento in azienda, la normativa prevede che tale esperienza sia successiva, in termini temporali, al conseguimento della qualifica “esprimendo con ciò probabilmente, la volontà del legislatore di far sì che l’interessato acquisisca prima Fonte: http://www.cnos-fap.it/sistema-ifp 41 le necessarie conoscenze teoriche per poi acquisire, in un secondo momento, attraverso l’esperienza professionale, le relative competenze che possano qualificarlo ai fini di un’eventuale nomina a responsabile tecnico di un’impresa impiantistica” (fonte: MSE a CCIAA di Modena, parere 100451 del 09/11/09). Tenuto conto che il percorso formativo del III e IV anno oggetto della presente Guida, prevede al conseguimento del diploma professionale una certificazione delle competenze traguardo e delle relative evidenze, è in fase di verifica presso gli Enti preposti la possibilità di riconoscere tale percorso come condizione equivalente all’obbligo di due anni di esperienza di lavoro. Del resto occorre tener conto del fatto che, durante il percorso quadriennale, negli ultimi due anni formativi, l’allievo frequenta oltre 1000 ore di attività professionali nelle esperienze di laboratorio/UdA e stage/project work, entrando quindi in contatto con il mondo del lavoro (il documento che attesta il diploma professionale, riportato nella sezione “allegati” sotto il nome di Allegato 1, consente di inserire informazioni puntuali per certificare le competenze acquisite e le esperienze di apprendimento in ambito lavorativo maturate durante il percorso formativo). Tale possibilità favorirebbe l’accesso diretto dei tecnici alla loro futura professione riducendo le barriere d’ingresso imposte dalla normativa vigente. Il soggetto, assolti gli obblighi previsti per il possesso dei requisiti tecnico professionali, potrà esercitare le attività impiantistiche di cui all’art. 1 del DM succitato presentando l’iscrizione all’Albo Imprese Artigiane o al registro Imprese e la contestuale Segnalazione certificata di inizio attività di installazione impianti presso la competente Camera di Commercio. Si riporta a titolo di esempio la modulistica richiesta dalla CCIAA di Roma relativa alla dichiarazione di possesso dei requisiti tecnico-professionali. QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Scia impianti (Camera Commercio Roma) Dichiarazione di possesso dei requisiti tecnico professionali – da compilarsi a cura del responsabile tecnico 42 Resta evidente che, dato l’elevato livello di specializzazione del settore e dato il continuo evolversi della tecnologia e dei sistemi impiantistici, il tecnico energetico dovrà aggiornare periodicamente le proprie conoscenze e competenze professionali mediante una formazione mirata; la Formazione Professionale Continua (FPC) rappresenta uno strumento indispensabile per aggiornare, approfondire e specializzare le proprie competenze professionali. Ad esempio nel settore della installazione e manutenzione di impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili (FER), la recente normativa che ha recepito la Direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, ha introdotto un sistema di “qualificazione professionale” per tale attività. Il programma di formazione richiesto per la “qualificazione FER” in fase di definizione da parte degli Enti preposti potrà essere inserito all’interno dell’attività della FPC. La prospettiva formativa Fotovoltaico, solare termico e termo fotovoltaico Impianti fotovoltaici Gli impianti fotovoltaici hanno costituito, negli ultimi anni, una autentica ossatura del settore elettrico green con la nascita o la conversione di innumerevoli ditte installatrici che hanno operato e stanno tutt’ora operando. Tra i settori presi in considerazione è quello che maggiormente ha beneficiato di incentivi mirati a favorire l’installazione in termini numerici e di potenza degli impianti. Questo, se da un lato ha permesso di raggiungere a fine 2013 la ragguardevole cifra di circa 530.000 impianti installati in tutta Italia, per una potenza utile di oltre 18 GW (fonte: sito web www.gse.it) ed un autentico crollo dei prezzi di mercato a favore dei consumatori, dall’altro ha presentato problematiche di finanziamento dell’incentivo stesso (da più parti considerato troppo “generoso” in termini di denaro erogato). Inoltre ci sono stati risvolti legislativi in continua modifica che hanno causato frequenti alti e bassi nei flussi lavorativi e di conseguenza scarsa propensione delle aziende ad investire in modo deciso sul personale e sulle attrezzature. Oggi, dopo aver attraversato ben 5 Conti Energia (da fine 2005 a metà 2013), il fotovoltaico è entrato nella fase di maturità e si trova ad affrontare nuovi scenari; in particolare, mentre per favorire l’installazione è ora previsto un incentivo che permette di recuperare il 50% della spesa sostenuta in detrazioni IRPEF nell’arco di 10 anni, gli operatori del settore sanno molto bene che è necessario puntare alla “grid parity”. In altre parole, questo risultato, prevede che il costo di 1 kWh prodotto con il fotovoltaico equivalga a quello dello stesso kWh prodotto con fonti fossili. Per il raggiungimento effettivo di questo è necessario ancora un piccolo passo che potrà essere compiuto con la ripresa dell’economia e la ripartenza delle installazioni. Si tenga presente che, a favorire questo processo, contri43 buirà anche l’obbligo di installare impianti a fonti rinnovabili sugli edifici di nuova costruzione o in sostanziale ristrutturazione. Resta in ogni caso il limite principale di questa tecnologia, ovvero la sua discontinuità produttiva nel tempo (giorno-notte, estate-inverno, cielo sereno – cielo coperto). Anche in questo caso le idee non mancano. Le più promettenti riguardano l’utilizzo dell’energia elettrica prodotta per far funzionare le pompe di calore che generano riscaldamento e raffrescamento degli edifici (quindi si mira ad aumentare il tasso di utilizzo dell’energia prodotta quotidianamente) oppure la possibilità di accumulare nell’inverter dell’impianto alcuni kWh tali da permettere il superamento del periodo di non-produzione delle ore notturne. Impianti solari termici Questa tecnologia sfrutta il calore veicolato dai raggi infrarossi del sole trasferendolo, dopo alcuni passaggi (piastra radiante, scambiatori di calore, fluido termovettore), all’acqua calda sanitaria oppure, in particolari casi, all’impianto di riscaldamento delle abitazioni. Oltre a questa tipologia di impianti, prettamente residenziali, ne esistono altri di tipo industriale che sfruttano il calore ricavato dal sole per riscaldare le serre coltivate, alimentano impianti di essicazione, producono vapore per far girare turbine che a loro volta generano corrente elettrica. A tal proposito merita essere menzionata una applicazione nata con un notevole contributo di progettazione italiano che prevede la costruzione, in zone molto calde come il nord Africa, di centrali solari termiche a concentrazione con cessione del calore ad un olio diatermico (in grado di superare i 1000° C) stoccato in enormi serbatoi interrati. La quantità di calore accumulata durante le ore diurne è veramente consistente, per cui è possibile far evaporare acqua ad alta pressione e produrre energia elettrica con turbine a vapore non solo durante le ore diurne, ma anche di notte: questo è un primo esempio di superamento del limite fisiologico di massimi-minimi del sole applicato su larga scala. Tornando alle installazioni di tipo domestico, la maggior parte degli impianti sono utilizzati per acqua calda sanitaria o per preriscaldamento della stessa nei periodi meno favorevoli. Gli impianti e gli elementi costitutivi delle installazioni, pur essendo in continua evoluzione, hanno ormai raggiunto un buon grado di affidabilità e resa, sfruttando al meglio la radiazione solare, accumulandola con efficacia e conservandola per tempi sufficientemente lunghi nella logica di un utilizzo residenziale. Permane ancora un costo iniziale di installazione significativo, poiché l’impianto e la mano d’opera necessaria alla sua installazione hanno il loro peso in termini economici, ed il risparmio che ne consegue rispetto all’utilizzo di una comune caldaia assume rilevanza solo dopo alcuni anni di esercizio ed in zone non troppo sfavorevoli dal punto di vista climatico. Anche negli impianti termici sono previsti incentivi, in particolare QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 44 esiste ad oggi un “conto energia termico” che permette il recupero dell’investimento in tempi più rapidi rispetto al semplice sconto IRPEF. Impianti termo fotovoltaici Questo sistema unisce in un solo pannello la tecnologia fotovoltaica e quella solare termica. Il principio di funzionamento in sé è molto semplice poiché si utilizza la cella per produrre energia elettrica e nella parte posteriore del modulo viene messa a contatto delle celle una sorta di serpentina. In pratica il liquido che viene fatto circolare all’interno della serpentina ha il compito di veicolare il calore dalla superficie del pannello ad un serbatoio di accumulo (questo in prima battuta, perché come vedremo è possibile “elaborare” ulteriormente le calorie asportate). La problematica più evidente da risolvere è data dalle temperature in gioco, poiché il fotovoltaico avrebbe bisogno di lavorare alle più basse gradazioni possibili per avere rese ottimali (la potenza nominale dei moduli viene determinata a 25°C durante il flash test al termine della linea di produzione), mentre l’acqua sanitaria deve aggirarsi intorno ai 50°C e quella eventualmente utilizzata per riscaldamento a pavimento non deve scendere sotto i 35-40° C. Questa discrepanza tra i valori ottimali di funzionamento delle due tecnologie è stata oggetto di studio dei principali costruttori di moduli termo fotovoltaici. Ad esempio l’azienda Eclipse Italia di Vestone (BS), citata anche nell’Unità di Apprendimento n° 4 del quarto anno, ha messo a punto un sistema basato sul pannello “Twinsun”, nel quale la serpentina viene fatta aderire, con un processo brevettato, alla parte posteriore delle celle; in questo modo viene favorito al massimo lo scambio termico e quindi l’efficienza. La temperatura di lavoro del sistema viene tenuta intorno ai 45°C semplicemente con il ricircolo del fluido di raffreddamento, cercando quindi il miglior compromesso nel funzionamento delle due tecnologie. È inoltre possibile ottenere acqua più calda o in quantitativi ben maggiori da questo sistema usando il calore dei moduli come sonda per una pompa di calore, in modo da forzare lo scambio termico e spostando il calore dai moduli verso il boiler anche quando la temperatura dell’acqua supera quella del modulo stesso o quando le condizioni meteorologiche esterne sono sfavorevoli. Queste tecnologie, che sono senza dubbio molto efficienti, fino ad oggi non hanno ricevuto il dovuto riconoscimento da parte del pubblico italiano poiché l’installazione dei sistemi termo fotovoltaici copre una piccola parte del totale dei moduli montati sui nostri tetti. Le ragioni vanno ricercate sicuramente nella sfavorevole congiuntura economica che da più anni attanaglia il nostro Paese, e nel tipo di incentivazione che fino ad un anno fa circa era decisamente spostata verso il fotovoltaico puro. Oggi la situazione è cambiata, grazie al Conto Termico e grazie alla predominanza 45 di energia termica rispetto a quella elettrica prodotta dai sistemi termo fotovoltaici è possibile abbattere i tempi di ritorno dell’investimento sfruttando al meglio le caratteristiche peculiari di questi sistemi. Attraverso lo studio delle esigenze del cliente (anche analizzando il grado di coibentazione degli edifici interessati) è possibile costruire impianti personalizzati; utilizzando un mix adeguato di moduli fotovoltaici puri insieme a moduli con tecnologia termo fotovoltaica è possibile coprire i consumi elettrici ed in parte o in toto l’esigenza di acqua sanitaria, mentre installando tutti moduli con doppia tecnologia si può riuscire a soddisfare l’esigenza di elettricità, acqua sanitaria e riscaldamento dell’abitazione (sempre dimensionando l’impianto complessivo in funzione delle esigenze della clientela e dei fattori climatici ed ambientali). In tutti i casi citati è possibile usufruire degli incentivi fiscali ad oggi vigenti. Tra i vantaggi dati dall’utilizzo di questi sistemi non bisogna dimenticare lo spazio ridotto occupato sul tetto rispetto all’installazione separata delle due tecnologie (cioè impianto fotovoltaico ed impianto solare termico). Impianti termici Caldaie e pompe di circolazione Questo ramo della tecnologia energetica, di chiara derivazione termoidraulica, ha beneficiato negli ultimi anni di notevoli migliorie in termini di affidabilità, efficienza e risparmio. A fianco delle ormai consolidate caldaie a condensazione, che offrono le migliori prestazioni quando lavorano in bassa temperatura (e quindi cedono il loro calore ai sistemi di irraggiamento a pavimento), troviamo in commercio dei generatori termici che contengono più tecnologie inserite nello stesso sistema. Un esempio su tutti è la caldaia a zeolite della Vaillant, in commercio in Italia da circa tre anni; essa è costituita da una caldaia a condensazione che lavora in collaborazione con una pompa di calore che effettua uno scambio di calore tra solido (la zeolite) e l’acqua; il sistema è completato da tre collettori solari incaricati di fornire il vapore che sarà adsorbito all’interno del silos contenente la zeolite, generando calore per effetto fisico e contribuendo ad un notevole innalzamento della resa termica dell’intero sistema. Va sottolineato che, per un ottimale funzionamento, il sistema a zeolite necessita di un isolamento efficace dell’ambiente in cui è collocato, pena la perdita di resa globale. Proprio a causa degli edifici poco performanti presenti ad oggi in Italia, questa tecnologia non ha ancora ricevuto la necessaria attenzione nel nostro Paese. Un altro sistema molto promettente, sempre riportato a titolo di esempio, è la caldaia con micro generatore di tipo Stirling (già in commercio ad opera della Viessmann e di altri primari costruttori), che unisce le prestazioni di una caldaia a condensazione per il riscaldamento di una piccola utenza domestica con un generatore di energia elettrica (di tipo Stirling), funzionante grazie ai moti convettivi dei fumi convogliati verso lo scarico (tale sistema, che è in grado di fornire energia assolutamente rigenerata che altrimenti verrebbe smaltita verso l’esterno, riesce ad erogare fino ad 1 kW di potenza elettrica utilizzabile dall’utenza domestica). QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 46 Un altro aspetto fondamentale delle moderne caldaie è l’elettronica installata a bordo macchina, che permette di ottimizzare molteplici fattori che influenzano le condizioni di esercizio e che, se opportunamente regolati, offrono risparmio di combustibile. Per chiarire meglio questo punto possiamo citare le sonde di temperatura esterna ed interna all’edificio che dialogano con la centralina della caldaia e che consentono una riduzione dei consumi solo se adeguatamente impostate e regolate; va da sé che la parte, molto importante, di regolazione dell’impianto termico al primo avvio, dovrà essere effettuata da personale preparato e formato non solo sulla parte termoidraulica ma anche su quella elettrica ed elettronica. Geotermia La geotermia applicata su ampia scala prevede l’utilizzo di energia primaria proveniente direttamente dal sottosuolo, sfruttando il vapore che si forma in particolari condizioni geologiche, mettendo in movimento delle turbine per la produzione di energia elettrica ed utilizzando per teleriscaldamento il calore residuo. Da alcuni anni è possibile riprodurre questo processo in applicazioni di ridotte dimensioni, tramite l’utilizzo del calore presente nel sottosuolo ed ottenendo in cambio riscaldamento in bassa temperatura in inverno e climatizzazione nella stagione estiva. Va subito specificato che questa tecnologia funziona bene in case, condomini e piccoli capannoni industriali, purché siano costruiti con criteri di edilizia a risparmio energetico, con basse dispersioni di calore verso l’esterno. L’impianto richiede l’inserimento di una sonda di scambio con il sottosuolo (in genere vengono richieste alcune decine di metri, poiché il calore qui presente è assunto come costante durante tutto l’anno). Le sonde funzionano in collaborazione con una pompa di calore che permette di estrarre il calore necessario (in bassa temperatura, intorno ai 20-30°C) nella stagione invernale ed il fresco nella stagione estiva, distribuendoli all’interno dell’abitazione tramite dispositivi termoidraulici ad elevata efficienza (riscaldamento a pavimento, ventilconvettori, ecc.). Anche in questo caso, come in altre tecnologie già citate, a fronte di un esborso iniziale per la realizzazione dell’impianto, è possibile ottenere un elevato risparmio in bolletta negli anni a seguire ed un aumentato comfort abitativo. Il sistema è ecosostenibile per quanto riguarda il consumo delle risorse energetiche, mentre per l’impatto sul territorio deve essere condotto uno studio specifico in loco per evitare problematiche di tipo geologico; per ovviare a questo inconveniente stanno nascendo dei sistemi di scambio che prevedono la costruzione di silos contenenti materiale poroso e posti a pochi metri di profondità (termo pozzi) inserendo le sonde di scambio al loro interno; l’efficacia di questo sistema è parificabile alle installazioni in profondità. 47 Frigoria Peculiarità della figura professionale In ottemperanza agli impegni presi con il protocollo di Kyoto, l’UE ha tracciato il percorso di riduzione dei gas serra con tappe precise e ben definite fino al 2020 (sono in discussione i parametri di riferimento per gli anni successivi). Quando si parla di gas serra si è soliti pensare alla ormai ben nota CO2, tuttavia i gas fluorurati usati nel campo della frigoria rientrano nell’elenco delle sostanze chimiche da contenere e non smaltire in aria libera, proprio perché anch’esse contribuiscono all’effetto serra. Anche se i quantitativi in gioco non raggiungono i livelli riguardanti la CO2, va sottolineato che il potenziale specifico di questi gas ha effetti ben più evidenti (fino a 20000 volte) rispetto alla CO2 stessa; in altre parole, pur con minori quantità di gas dispersi, gli effetti sul clima possono diventare molto evidenti. Il Parlamento europeo ed il Consiglio, con regolamento CE n° 842/2006 riguardante i cosiddetti F-gas (in vigore dal 4 luglio 2007), hanno stabilito dei criteri di gestione di questi gas dal momento della loro produzione, per tutto il loro ciclo di vita e fino alla loro dismissione o distruzione, con particolare riguardo agli impianti che li conterranno ed alle persone ed aziende che dovranno manipolarle. Le Nazioni appartenenti all’UE hanno recepito le normative con tempistiche diverse: l’Italia lo ha fatto con il DPR 43/2012, che prevede controlli obbligatori per tutti gli impianti che contengono più di 3 Kg di F-gas, impiego di aziende e relativo personale certificati previo accertamento dei requisiti con formazione e successivo esame di abilitazione. Durante il 2013, dopo iscrizione a registro, gli installatori, con tempistiche diverse a seconda del loro grado di operatività, hanno dovuto provvedere alla loro certificazione ottenendo al termine delle verifiche il cosiddetto “patentino frigorista”, che permette loro di continuare ad operare nel settore; anche le imprese devono d’ora in poi seguire un iter di certificazione che monitorerà, con controlli e documentazioni rinnovabili di anno in anno, l’attività, il personale, il trattamento, lo stoccaggio ed il corretto smaltimento dei gas fluorurati utilizzati negli impianti di loro competenza (installazione, manutenzione, riparazione, dismissione). A livello normativo il patentino F-gas costituisce il primo riconoscimento ufficiale dato a questa categoria professionale, che precedentemente poteva operare in virtù dei requisiti riconosciuti dalla Camera di Commercio a seconda dell’impiego nella parte di impianto a vocazione elettrica piuttosto che a quella termoidraulica. Questo sottosettore tecnologico, oggi in piena espansione poiché si trova ad operare sia in campo civile (condizionamento degli edifici), che industriale (stoccaggio e conservazione delle derrate alimentari), che dell’automotive (climatizzatori posti sui veicoli), ricopre notevole importanza per il settore energia per svariati motivi: prima di tutto, come appena citato, per i grandi numeri che sta esprimendo in termini di fatturato ed installazione; in secondo luogo QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 48 perché interessa i settori elettrico e termoidraulico allo stesso tempo e, quindi, rientra a pieno titolo negli ambiti di primario interesse del settore stesso; in ultimo, considerando i consumi energetici degli impianti di refrigerazione e la pericolosità per l’ambiente dei gas utilizzati, riguarda le basi fondanti su cui poggia il settore energia, cioè la sostenibilità ambientale e la corretta gestione delle risorse naturali. Impianti tecnologici La building automation: domotica finalizzata al risparmio energetico ed alla gestione integrata degli impianti La cosiddetta “automazione degli edifici” prevede di coordinare e gestire più elementi impiantistici all’interno delle moderne abitazioni. La creazione di sistemi intelligenti, in grado di far funzionare e dialogare tra loro più componenti tecnologici dell’abitazione, ha permesso di ottimizzare dal punto di vista della sicurezza e della comodità la fruizione degli spazi a destinazione residenziale, commerciale, turistica ed in alcuni casi industriale. Per molti anni la domotica ha risentito degli elevati costi di installazione (soprattutto legati ai materiali in uso) stentando nel “decollo” e restando piuttosto ai margini rispetto all’impiantistica elettrica ed elettronica di tipo tradizionale. Oggi si assiste alla differenziazione della domotica per tipologie di destinazione d’uso, per cui variano componenti e costi a seconda della realtà in cui si troveranno ad operare. In questo contesto si inserisce la domotica finalizzata al risparmio energetico, che coordina una serie di elementi impiantistici collegati tra loro da linee BUS, ovvero in grado di trasmettere segnali di comando specifici e programmabili, attraverso interfacce personalizzate e ritagliate sulle esigenze della singola utenza. L’utilizzo della building automation per risparmio energetico porta due vantaggi fondamentali: • il primo riguarda la programmazione puntuale di una serie di funzioni che sarebbe impossibile gestire manualmente ed in maniera ripetitiva (si pensi all’azionamento dei sistemi di riscaldamento, condizionamento, ventilazione, impianto di illuminazione ed al loro successivo spegnimento). Oltre a ciò va considerata la movimentazione parziale o totale di elementi in grado di modificare la luce ed il riscaldamento/raffrescamento all’interno dell’edificio (a titolo di esempio possiamo citare tapparelle, veneziane, tende oscuranti, ecc.) i quali, azionati in tempi e modi ben precisi a seconda delle condizioni climatiche esterne, possono modificare la quantità di energia elettrica e termica necessarie a mantenere il comfort all’interno della struttura. • Il secondo riguarda la complessità delle interazioni tra gli impianti presenti nell’edificio: solamente con un sistema elettronico, in grado di confrontare molteplici parametri di funzionamento rilevati tramite sensori e sonde (temperatura, umidità, luce, scorrere del tempo) è possibile 49 ottimizzare i consumi, senza sovrapposizione di più elementi che assorbono energia in maniera casuale e non coordinata, permettendo anche in questo caso un risparmio finale nei consumi elettrici e termici. Le ultime novità promettono, inoltre, l’integrazione della parte impiantistica “a consumo” con eventuali impianti di produzione di energia a fonte rinnovabile installati a corredo dell’abitazione (impianto fotovoltaico, solare termico, mini eolico, mini idroelettrico, mini geotermico ecc.). È necessario inoltre sottolineare che i vantaggi portati dalla building automation in campo impiantistico civile, risultano molto più evidenti all’interno di strutture che ospitano attività turistico-alberghiere (soprattutto per l’aumento di situazioni reali di funzionamento e di parametri fisici da confrontare tra loro). Edilizia (struttura) Corretta coibentazione degli edifici di tipo tradizionale e di edifici ad edilizia innovativa a risparmio energetico Le nozioni necessarie alla figura professionale in campo energetico ai fini di una corretta operatività, riguardano in primo luogo le strutture edili di tipo classico, ovvero realizzate in muratura, ed in secondo luogo, considerate le prospettive di espansione, le strutture realizzate con materiali naturali ed ecosostenibili. Si è già fatto cenno all’aspetto normativo che impone la realizzazione di edifici con precisi criteri di risparmio energetico e di sicurezza. Chiunque operi all’interno di edifici che rispondono ad una classe energetica dichiarata e certificata (sia in fase di costruzione che di ristrutturazione o manutenzione) deve prestare attenzione alle modifiche strutturali che apporta e deve avere cura nel ripristino di eventuali discontinuità superficiali (canaline, sottotraccia, fori, ecc.) delle pareti dell’edificio stesso. In altre parole, l’installatore che interviene sulla struttura per installare elementi di impianto e connessioni di vario genere, deve realizzare il ripristino ottimale della stessa, per evitare ponti termici, spifferi, fughe di calore, formazione di condense; per poterlo fare deve conoscere la struttura e saper leggere schemi e disegni realizzati in fase progettuale. Inoltre, operando su edifici di nuova concezione (case passive, case realizzate con materiali naturali) si deve prestare maggiormente attenzione, in quanto il corretto “funzionamento” dell’edificio, sempre finalizzato al risparmio energetico, passa soprattutto attraverso la continuità e l’integrità dell’involucro esterno. Impianti per biomasse Corretta gestione dei rifiuti, in particolare dell’umido Partendo dalla corretta gestione dei rifiuti, che richiede la differenziazione e soprattutto la divisione tra materiale organico ed inorganico, è possibile ottenere quantitativi considerevoli di biomassa, ovvero di scarti orga- QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 50 nici provenienti dai rifiuti urbani; un’altra strada è quella dei rifiuti provenienti dalla biomassa di tipo agricolo: in entrambi i casi gli scarti possono essere destinati direttamente al compostaggio per l’utilizzo come fertilizzanti per l’agricoltura. Se, al contrario, si passa attraverso la digestione anaerobica dei rifiuti, che consiste nella fermentazione della biomassa in assenza di ossigeno all’interno di cupole atte allo scopo, è possibile ottenere il biogas, costituito principalmente da metano, che sarà poi utilizzato per alimentare dei sistemi combinati (cogenerazione) in grado di produrre energia elettrica e termica (gli scarti residui potranno comunque essere destinati al compostaggio). Utilizzo degli scarti di lavorazione dell’industria del legno La massa legnosa proveniente dai sottoprodotti dell’industria di lavorazione del legno può essere destinata alla produzione di pellets o cippato (scaglie legnose), utili ad alimentare piccole caldaie domestiche, che in questi anni stanno ottenendo un discreto successo, soprattutto grazie al basso costo del combustibile; esistono anche centrali a biomassa di medie e piccole dimensioni che utilizzano cippato per produrre energia elettrica e calore per teleriscaldamento. Una interessante applicazione brevettata alcuni anni orsono in Austria prevede la “gassificazione” del legno in un apposito macchinario, ottenendo un biogas del tutto simile a quello ricavato dai rifiuti organici urbani ed agricoli, utilizzando il quale si alimentano caldaie all’interno di centrali che sono in grado di sviluppare energia elettrica e termica (Sole, vento, alberi, le fonti energetiche pulite – RAI 3, Presa Diretta trasmissione del 07-03-2010). Risvolti positivi per l’ambiente I sistemi precedentemente descritti dimostrano come, applicando correttamente la gestione integrata dei rifiuti, è possibile ridurre il carico totale da smaltire, ottenendo in cambio energia. Va sottolineato che il carico di CO2 apportato dalla combustione di tutte le biomasse è pressoché pari a zero, poiché il loro utilizzo sviluppa anidride carbonica fissata dai vegetali, che sarebbe comunque andata in libera atmosfera anche con smaltimento inappropriato in discarica (con la combustione viene almeno recuperato il potenziale energetico accumulato durante la crescita della pianta). Un altro aspetto importante di questa tecnologia è l’elevato livello di automazione richiesto (sia in fase di controllo che in fase di gestione) che coinvolge tecnici ed operatori, i quali devono essere formati prima e durante la loro vita professionale. Il livello di preparazione richiesto è necessario nelle fasi di installazione dell’impianto, ma anche durante le riparazioni e soprattutto durante il monitoraggio (in particolare della combustione), indispensabile per mantenere l’intero processo entro i limiti di emissioni inquinanti previsti dalle normative di legge. 51 La raccolta differenziata dei rifiuti Recupero materiali di scarto delle lavorazioni-processi È necessario introdurre l’argomento della raccolta differenziata, poiché in questi anni si è molto parlato di riciclo dei rifiuti, ma in troppe realtà nazionali non si è passati alle vie di fatto; in altre parole, in questo momento storico, grazie alle politiche di informazione puntuali, tutti sanno ormai come conferire correttamente i rifiuti, ma pochi lo fanno realmente (i motivi sono molteplici e vanno dalla pigrizia, alla scarsa sensibilità ambientale, alla mancata percezione dei benefici che una efficace raccolta differenziata può portare all’ambiente ed all’economia). A fianco dello smaltimento in ambito civile/urbano va sottolineata l’importanza delle corretta gestione dei rifiuti derivanti dai processi industriali (imballaggi, sottoprodotti, scarti, ecc.). Questa tipologia di rifiuti, che comprende anche quelli pericolosi da gestire con corretto smaltimento in discariche controllate, è quantitativamente rilevante e qualitativamente preziosa. Nel paragrafo relativo alle biomasse si è visto come gli scarti di alcune tipologie di rifiuti possano diventare fonti di energia; in molti altri casi, soprattutto quando si tratta di imballaggi, che costituiscono una parte consistente del carico totale di rifiuti prodotti dall’industria in genere, è possibile avviare al recupero il materiale scartato, il quale diventa materia prima di qualità per molte altre applicazioni (si pensi al vetro, alla carta, ai metalli, a numerose materie plastiche). In questa ottica è necessario rinnovare la sensibilità ambientale, seguendo l’esempio di realtà che, applicando correttamente i criteri base della raccolta differenziata (si pensi ad alcune città del Nord Italia che hanno creduto in queste politiche), hanno ormai superato il 75% della quota di differenziata sul totale conferito. Una leva importante a sostegno dello smaltimento differenziato può essere quella economica, apportando vantaggi ed agevolazioni per chi (privato o azienda) dimostra di collaborare attivamente ed efficacemente; anche in questo caso, le realtà sul territorio citate in precedenza hanno ottenuto i risultati attuali informando puntualmente i cittadini e le imprese e creando dei meccanismi che premiano, con risparmio in bolletta, coloro i quali conferiscono il minor quantitativo possibile nella frazione indifferenziata. Le ricerche dell’Unione europea Il Cedefop (Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale) nella Nota informativa n. 9067 del 2012 ha proposto i risultati di uno studio sui fabbisogni di competenze e sulla formazione nel contesto europeo, comprendendo anche l’Italia . Si tratta di uno studio di notevole interesse in riferimento alle finalità della presente Linea guida. L’ambito di ricerca prevede la selezione di nove figure professionali provenienti da vari settori e con diversi livelli di competenza: QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 52 Tipologia Figure professionali Altamente qualificato Ingegnere esperto nelle nanotecnologie Ingegnere ambientale Mediamente qualificato Certificatore energetico Ispettore nel settore delle emissioni dei veicoli adibiti al trasporto Addetto ai trattamenti di isolamento Elettricista Installatore di impianti solari fotovoltaici Lattoniere Scarsamente qualificato Operatore addetto alla raccolta dei rifiuti o al riciclaggio Sono rilevanti, per il nostro ambito di intervento, tutte le figure mediamente qualificate. Sono stati presi in esame otto Stati membri dell’UE, che riflettono diverse fasi dello sviluppo di economie sostenibili ed efficienti dal punto di vista delle risorse: Germania, Grecia, Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Slovacchia, Finlandia e Regno Unito. Circa i fabbisogni professionali, emerge una prospettiva positiva per Germania, Finlandia e Regno Unito che prevedono un aumento futuro del numero di posti di lavoro nella quasi totalità delle figure professionali considerate. È previsto in particolare in quasi tutti gli otto Paesi dello studio un aumento della domanda di certificatori energetici, elettricisti, installatori di impianti solari fotovoltaici, lattonieri e addetti ai trattamenti di isolamento, anche se con un andamento difforme tra Paese e Paese. Gli incentivi in Grecia e da noi hanno sensibilizzato i cittadini relativamente ai vantaggi del clima mediterraneo per l’utilizzo dell’energia solare. Ma si ritiene che i cambiamenti legislativi nei Paesi Bassi e nel Regno Unito ridurranno la domanda di certificatori energetici, di installatori di impianti solari fotovoltaici e addetti ai trattamenti di isolamento. In genere, l’offerta formativa per le nove figure professionali esaminate è considerata adeguata e particolarmente forte in Germania, Paesi Bassi e Finlandia. Ma ciò riflette un pensiero poco lungimirante: la crisi economica, infatti, ha ridotto la pressione sulla domanda energetica e ha colpito in modo severo il settore edile, riducendo la domanda, ad esempio, di certificatori energetici, ingegneri ambientali, addetti ai trattamenti di isolamento ed elettricisti. Di conseguenza, la carenza di competenze potrebbe essere soltanto nascosta ed emergere in modo più accentuato quando gli indicatori della ripresa saranno più evidenti. In effetti, è questo il punto centrale di ogni previsione in tema di fabbisogni professionali e formativi nel settore energetico: non è chiaro in che modo l’offerta formativa potrà essere adeguata alla ripresa della domanda. Ma risulta accentuato il fenomeno dell’età avanzata degli addetti in questo settore, di modo che il loro vicino pensionamento porterà ad una 53 mancanza di giovani disposti e capaci di sostituirli. Anche in quest’ambito, risulta infatti difficile attrarre i giovani verso i lavori pratici e manuali. È interessante il rilievo emergente circa i deficit in termini di competenze pratiche e specifiche rispetto a quelli riscontrati nelle competenze generiche. In particolare, i datori di lavoro manifestano l’esigenza che l’Istruzione e Formazione Professionale iniziale fornisca un bagaglio di competenze di base migliore e più solido. Taluni datori di lavoro, ad esempio in Italia, nei Paesi Bassi e nel Regno Unito, hanno espresso la preferenza per una maggiore enfasi sulle conoscenze pratiche e contestuali rispetto a quelle generali. Sono state messe in atto diverse strategie per ovviare a tali carenze: – la Germania ha elaborato un piano per attrarre un numero maggiore di giovani verso tali occupazioni; – Italia e Regno Unito hanno rilevato una certa resistenza da parte di una quota di lavoratori nel partecipare alle attività formative offerte; – nel Regno Unito i datori di lavoro si mostrano più propensi ad assumere nuovi dipendenti competenti e ad aumentarne i salari, piuttosto che a formare il personale in servizio. Ma, complice la crisi, per ora nella maggior parte dei Paesi, i datori di lavoro preferiscono puntare ancora sulla formazione del personale esistente o ed “arrangiarsi” in qualche modo, piuttosto che procedere a nuove assunzioni. Il rapporto di ricerca indica un altro elemento critico dell’intero settore, un fattore che sta alla base anche della nostra proposta: «La molteplicità dei percorsi di ingresso, l’eterogeneità dei livelli di qualifica e il riconoscimento insufficiente delle competenze acquisite mediante un apprendimento non formale o informale rappresentano ulteriori limitazioni alla mobilità dei lavoratori verso occupazioni ecologiche». Ciò motiva l’esigenza di porre ordine all’offerta formativa legata all’ambito energetico ed ecologico. Da questo punto di vista «la lenta evoluzione delle nuove qualifiche rappresenta un problema in paesi quali Grecia, Italia e Regno Unito. In tale contesto, i responsabili della formazione restano “in attesa di ulteriori sviluppi”, per nulla disposti ad assumersi rischi». La recente Nota informativa 9079 dello stesso Cedefop riguardante le Competenze professionali per vincere la sfida dei cambiamenti climatici in Europa1, comprende anche un capitolo relativo alle sfide aperte e il ruolo delle politiche formative, nel quale si legge che: «Lo sviluppo di politiche per l’istruzione e la formazione professionale in grado di sostenere un’economia a basse emissioni di gas serra richiede tuttavia di affrontare alcune sfide importanti ». Ma diversi fattori rendono difficile sia per i governi sia per gli specifici settori economici la pianificazione di investimenti ed un’offerta di 1 http://www.cedefop.europa.eu/EN/Files/9079_it.pdf QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 54 Formazione Professionale adeguata a tali necessità. Nonostante ciò, occorre insistere nell’elaborare nuove politiche di formazione adeguate e innovative. «Ad oggi molti paesi europei hanno compiuto progressi limitati nell’individuare il fabbisogno di competenze per un’economia a basse emissioni di gas serra e nell’integrare tale conoscenza in politiche di istruzione e formazione coerenti». Vengono citati alcuni esempi di strategie nazionali integrate per lo sviluppo delle competenze professionali “verdi”: Francia, Austria e Regno Unito. Il punto centrale del successo di tali strategie per favorire una riduzione delle emissioni viene individuato nella «disponibilità di una forza lavoro qualificata. La carenza di competenze limita lo sviluppo di tecnologie e servizi a basse emissioni e l’attuazione di politiche energetiche sostenibili. È quindi necessario che siano messi in campo tutti gli strumenti utili per promuovere una maggiore consapevolezza e comprensione del fabbisogno di competenze professionali richieste sia per la nuova occupazione che per l’adeguamento della manodopera esistente». Ed è ciò che si intende perseguire con la presente Linea guida. A giugno usciranno: Cedefop: Skills for a low-carbon Europe: role of vocational education and training in a sustainable energy scenario [Competenze per un’Europa a basse emissioni di carbonio: il ruolo dell’istruzione e formazione professionale in uno scenario energetico sostenibile] Mappa delle famiglie e figure professionali per competenze essenziali TITOLO FIGURA PROFESSIONALE SPECIALIZZAZIONE DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA Esperto di gestione energetica SUPERIORE (IFTS) Esperto di bioedilizia DIPLOMA IeFP Tecnico energetico QUALIFICA IeFP Operatore energetico 55 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Profili per competenze Figura di qualifica triennale 56 57 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 58 59 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 60 61 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Figura di diploma quadriennale 62 63 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 64 65 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 66 67 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Gestione del modello formativo per qualifiche e diplomi Quadro orario per qualifica e diploma Il monte ore totale previsto dal percorso di Istruzione e Formazione Professionale è normalmente di 4200 ore. Lo stage ed il project work sono svolti di norma in forma individuale o di piccolo gruppo all’interno del quale sia riconoscibile il contributo del singolo allievo. Tramite i LARSA è possibile eseguire il recupero e lo sviluppo degli apprendimenti per superare lacune, carenze o criticità degli allievi, rafforzandone i punti di forza ed affinandone la preparazione complessiva. La valutazione delle modalità e tempistiche di erogazione di questi percorsi è affidata all’equipe formativa che segue il gruppo classe. Vincoli e risorse I vincoli e le risorse si riferiscono a materiali, attrezzature, dispositivi e tecnologie utilizzati durante le attività di laboratorio e di stage e project work, indispensabili per la realizzazione ed il buon esito del percorso formativo. Si elencano di seguito le attrezzature divise per tipologie di attività; per quanto concerne le dotazioni dei laboratori tecnico-professionali vengono indicate anche quelle necessarie per la realizzazione di singole UdA illustrate nella sezione dedicata. 68 1) Dotazioni del laboratorio di informatica e di comunicazione 2) Dotazioni dei laboratori tecnico-professionali 69 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 70 (Segue) 71 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 3) Stage / project work Aspetti organizzativi Il percorso formativo esposto in queste linee guida è stato pensato seguendo un andamento “a ritroso”, cioè partendo dai risultati di apprendimento da raggiungere al termine del quarto anno, risalendo al triennio e procedendo in questo modo fino al primo anno (dovrà essere impostata una prova esperta al termine del secondo anno per valutare le competenze dell’obbligo di istruzione). La gestione di questo tipo di impostazione richiede una forte collaborazione tra i formatori delle diverse aree, focalizzando sempre l’attenzione sul rapporto tra i saperi essenziali e le prestazioni attese. L’intero percorso dovrà inoltre essere arricchito con visite tecniche, partepazione a convegni e fiere specialistiche e fruizioni di informazioni ottenute anche con la collaborazione in prima persona di esperti provenienti dal mondo del lavoro. 72 Si è quindi pensato ad una impostazione per risultati di apprendimento, dove i saperi vengono acquisiti tramite l’assolvimento di compiti specifici e la soluzione di problematiche, giungendo ad una effettiva padronanza dei concetti. In altre parole, la frequenza continuativa dei laboratori viene preparata con l’ausilio della teoria sviluppata su più unità formative, tendenti ognuna a richiedere la soluzione di problematiche, per l’assolvimento delle quali è necessario un coinvolgimento assiduo dell’allievo, così stimolato a conquistare il sapere. Da ciò ne deriva che le valutazioni saranno effettuate rilevando ciò che l’allievo “sa fare”, attraverso le conoscenze e le abilità acquisite, svolgendo compiti ben precisi che richiedano il superamento di difficoltà ad essi associate. Si sottolinea inoltre l’importanza del ruolo che le aziende partner (sia del territorio che extraterritoriali) hanno per il successo dell’azione formativa, costituendo un elemento di confronto continuativo con la realtà del mondo del lavoro, oltre che lo sbocco naturale di tutti i percorsi di formazione realizzati. Per ottimizzare questo tipo di impostazione la presenza del docente tutor che contatta e segue le aziende ed accompagna gli allievi nei percorsi di stage, project work e tirocini, diventa di fondamentale importanza. Nella sezione che seguirà vengono sviluppate 20 UdA (5 per ogni annualità), strutturate secondo la logica sopra esposta; ognuna contiene dei “suggerimenti” per la corretta preparazione e somministrazione durante un periodo preciso dell’anno formativo. A corredo di ognuna sono riportate le modalità esecutive, con le risorse di laboratorio indispensabili per il loro sviluppo, gli allegati tecnici ed in molti casi sono presenti indicazioni per auto costruire alcuni elementi di base dell’UdA (in questo modo, oltre a risparmiare preziose risorse, si ottiene un coinvolgimento ancora maggiore dei ragazzi). All’interno degli allegati di tutte le UdA (che come si potrà riscontrare hanno carattere multidisciplinare, seguendo in ciò la filosofia dell’intera linea guida) viene fornito lo schema da seguire per creare la valutazione della prova, che è assolutamente personalizzabile. Un’ultima annotazione viene fatta richiamando la possibilità di svolgere una o più UdA senza seguire alcuno schema prefissato, adattando il percorso formativo in funzione del livello della classe, delle scelte effettuate dal corpo docenti, oppure semplicemente in virtù delle possibilità offerte dalle attrezzature, apparecchiature e tecnologie dei laboratori. Proposta di percorso formativo e di UdA significative di tipo professionalizzante Unità di apprendimento per il primo anno N UNITÀ DI APPRENDIMENTO 1 Impianto elettrico civile con presa interrotta e lampada invertita. 2 Impianto idrico-sanitario comprensivo di lavabo, piatto doccia, bidet e WC. 3 Costruzione cavalletto di sostegno per motocicletta. 4 Impianto di illuminazione comandato da interruttori crepuscolari. 5 Costruzione fornello da campeggio ad energia solare. 73 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 74 (Segue) 75 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 76 Allegato 1 77 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 2 78 Allegato 3 79 Allegato 4 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 80 81 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 82 (Segue) 83 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 1 84 Allegato 2 85 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 3 86 Allegato 4 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 87 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 88 (Segue) 89 (Segue) QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 90 Allegato 1 – Disegno complessivo 91 Allegato 2 – Basamento QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 92 Allegato 3 – Gruppo leva 93 Allegato 4 – Pedana superiore QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 94 Allegato 5 – Particolare vaschetta 95 Allegato 6 – Particolare basamento QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 96 Allegato 7 – Particolare boccola 97 Allegato 8 – Particolare leva QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 98 Allegato 9 – Particolare perno per rotella 99 Allegato 10 – Particolare rotella QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 100 Allegato 11 – Particolare piastrina 101 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 12 – Particolare perno per la leva 102 Allegato 13 – Particolare guida 103 Allegato 14 – Particolare appoggio superiore esterno QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 104 Allegato 15 – Particolare lamiera di appoggio 105 Allegato 16 – Particolare guida esterna QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 106 Allegato 17 – Particolare distanziatore 107 Allegato 18 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 108 109 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 110 (Segue) 111 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 1 112 Allegato 2 113 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 3 114 115 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 116 (Segue) 117 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 1 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 118 Unità di apprendimento per il secondo anno N UNITÀ DI APPRENDIMENTO 1 Impianto elettrico civile domotico per controllo carichi elettrici. 2 Impianto di riscaldamento ad irraggiamento da pavimento. 3 Costruzione piccolo serbatoio di accumulo con scambiatore di calore interno. 4 Costruzione piccolo collettore solare in rame saldo-brasato. 5 Impianto elettrico indutriale con azionamento motori tramite teleruttori. 119 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 120 (Segue) 121 Allegato 1 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 122 123 Allegato 2 Scheda di Valutazione – U.d.A QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 124 125 (Segue) QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 126 (Segue) 127 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 1 Sezione tipo di pavimentazione radiante con sistema a massetto su isolamento di sughero Schema in pianta dei circuiti di una pavimentazione radiante Posa delle tubazioni sull’isolamento e fissaggio mediante clips 128 Allegato 2 Realizzazione del circuito previsto a progetto Collegamento delle tubazioni al collettore 129 Allegato 3 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 130 131 (Segue) QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 132 (Segue) 133 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 1 – Disegno complessivo 134 Allegato 2 – Disegno serbatoio saldato 135 Allegato 3 – Disegno tappo + serpentina QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 136 Allegato 4 – Disegno fondo forato 137 Allegato 5 – Disegno virola QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 138 Allegato 6 – Disegno flangia 139 Allegato 7 – Disegno piede QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 140 Allegato 8 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 141 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 142 143 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 144 Allegato 1 145 Allegato 2 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 146 Allegato 3 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 147 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 148 (Segue) 149 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 150 Allegato 1 151 Allegato 2 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 152 Allegato 3 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 153 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Unità di apprendimento per il terzo anno N UNITÀ DI APPRENDIMENTO 1 Impianto fotovoltaico stand alone. 2 Impianto solare termico con collettore e serbatoio auto-costruiti. 3 Costruzione isola di simulazione di impianto di building automation. 4 Costruzione misuratore di temperatura ed umidità. 5 Carico, scarico e manutenzione di impianto contenente gas refrigeranti. 154 155 (Segue) QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 156 (Segue) 157 Allegato 1 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Moduli fotovoltaici Allegato 2 Regolatore di Carica 158 Allegato 3 Le batterie Allegato 4 Inverter 159 Allegato 5 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 160 Allegato 6 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 161 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 162 (Segue) 163 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 164 Allegato 1 165 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 2 166 Allegato 3 – Esempio di tabella di valutazione 167 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 168 (Segue) 169 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 1 Scheda tecnica attuatore tapparelle 170 171 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Scheda tecnica attuatore Fan Coil 172 173 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Scheda tecnica termostato ambiente 174 175 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 2 Scheda di Valutazione – U.d.A 176 177 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 178 (Segue) 179 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 1 Circuito in funzione (Fonte: CFP Manfredini di Este) Allegato 2 Schema di montaggio del sensore DHT 11 (Fonte: CFP Manfredini di Este) 180 Allegato 3 Piedinatura e collegamenti del sensore DHT11 (Fonte: CFP Manfredini di Este) 181 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 4 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 182 183 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 184 (Segue) 185 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 1 Allegato 2 - CARICO GAS (impianto nuovo e scarico) 186 Allegato 3 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 187 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Unità di apprendimento per il quarto anno N UNITÀ DI APPRENDIMENTO 1 Costruzione lampioncino fotovoltaico. 2 Costruzione centralina fotovoltaica per ricarica smartphone via USB. 3 Costruzione di isole di simulazione per test di verifica del grado di isolamento di diversi materiali usati in edilizia. 4 Istallazione impianto termo-fotovoltaico. 5 Impianto fotovoltaico ad isola per alimentazione di mini-impianto solare (pompa e centralina). 188 189 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 190 (Segue) 191 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 1 – (Disegnato dagli allievi dei corsi per adulti del CFP di Vigliano Biellese) 192 Allegato 2 – (Disegnato dagli allievi dei corsi per adulti del CFP di Vigliano Biellese) 193 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 3 – Lampione solare (tipologia 1). Realizzato ed istallato presso il CFP di Vigliano Biellese 194 Allegato 4 – Lampione solare (tipologia 2). Realizzato ed istallato presso il CFP di Vigliano Biellese 195 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 5 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 196 197 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 198 (Segue) 199 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 1 Semilavorato grezzo utilizzabile come supporto per modulo fotovoltaico, provvisto di vano per alloggiamento batterie ed elementi ausiliari dell’impianto. 200 Allegato 2 Vista posteriore e particolare dell’interno del semilavorato utilizzabile come supporto per l’impianto. 201 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 3 Sequenza di collegamento e vista del regolatore di carica. (Fonte: scheda tecnica Steca Solariz PRS) 202 Allegato 4 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 203 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 204 (Segue) 205 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 206 Allegato 1 Test al tempo 0 temperatura del materiale isolante pari alla temperatura ambiente. (Fonte: http://naturaliabau.wordpress.com2010/04/07/coibentazione/) Misurazione della temperatura del materiale dopo essere stato esposto alla radiazione infrarossa per intervallo di tempo di 6 minuti. (Fonte: http://naturaliabau.wordpress.com2010/04/07/coibentazione/) N.d.r. lo schema potrebbe essere modificato con il posizionamento del pannello isolante in posizione rialzata per creare una cavità inferiore in cui inserire una ulteriore sonda di temperatura. 207 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 2 Confronto delle proprietà di differeti materiali da costruzione (isolanti) . 208 Allegato 3 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 209 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 210 (Segue) 211 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 212 Allegato 1 Configurazione termica di un impianto con moduli termo fotovoltaici. (N.B.: la parte di schema delimitata dal tratteggio nero non fa parte dell’esercitazione). (Fonte: Scheda tecnica modulo termofotovoltaico “Twinsun” prodotto da Eclipse Italia) 213 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 2 Particolare di tubo di connessione parte termica del modulo. È possibile utilizzare l’innesto rapido in dotazione; in alternativa, per rendere più significativa l’esercitazione è possibile connettere l’ingresso e l’uscita del tubo contenente il liquido di raffreddamento alle relative tubazioni in rame tramite bicchieratura e saldobrasatura. 214 Allegato 3 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 215 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 216 (Segue) 217 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 (Segue) 218 Allegato 1: Esempio di relazione tecnica e progetto esecutivo (da per programmare l’esercitazione in laboratorio energie rinnovabili). Relazione tecnica. Progetto esecutivo Marco Ghelfi CNOS-FAP Vigliano Biellese 1. Specifiche generali • Finalità del progetto. Il presente progetto esecutivo riguarda la posa di un generatore di energia elettrica da fonte fotovoltaica del tipo “stand alone” della potenza di 500 Wp, controllato da un regolatore di carica per le batterie di accumulo. L’impianto, per mezzo di un inverter con uscita in corrente alternata, è in grado di alimentare un quadro di impianto per riscaldamento ed una pompa di ricircolo. • Specifiche del generatore fotovoltaico. La potenza nominale del generatore fotovoltaico, pari a 500 Wp è intesa come somma delle potenze di targa di ciascun modulo misurata in condizioni standard, le quali prevedono un irraggiamento di 1000 W/m2 con temperatura delle celle a 25 °C, secondo norme CEI EN 904/1-2-3. L’energia elettrica generata dal sistema fotovoltaico sarà accumulata, dopo essere passata attraverso un quadro di campo in cc ed un regolatore di carica da 24 Vcc, in 6 batterie da 12 Vcc a 150 Ah, collegate tra loro in serie due a due e poi in parallelo, per alimentare un inverter da 24 Vcc in entrata e 230 Vca in uscita a 500 W. Tale inverter, dopo il passaggio da un quadro di bassa tensione precablato, dovrà alimentare un quadro di impianto di riscaldamento ed una pompa di ricircolo di un collettore solare, garantendone il funzionamento anche in assenza di sole, per il tempo determinato dalla scarica delle batterie in dotazione. 2. Dati ambientali e dati dell’impianto • Analisi del sito, orientamento, esposizione. L’area su cui si prevede l’installazione dell’impianto si trova nel comune di Milano. Nelle tabelle di seguito riportate sono riassunti i principali dati climatici di interesse per l’installazione ed il funzionamento con rese ottimali dell’impianto progettato. Località: Milano Coordinate: 45° 27’ 50’’ Nord 9° 11’ 30’’ Est Inclinazione dei moduli: 30 gradi Orientamento dei moduli rispetto a sud: 0 gradi Coefficiente di riflessione del suolo: 0,2 Installazione: su tetto piano 219 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Mese Wh/mq giorno kWh/mq mese Gennaio 2650 79,5 Febbraio 3670 110,1 Marzo 4580 137,4 Aprile 4890 146,7 Maggio 5120 153,6 Giugno 5420 162,6 Luglio 5520 165,6 Agosto 5070 152,1 Settembre 4330 129,9 Ottobre 3570 107,1 Novembre 2760 82,8 Dicembre 2260 67,8 • Calcolo dell’energia giornaliera richiesta dall’utenza. La tabella allegata vuole fornire il dato della potenza dei carichi (espresso in Watt) per il numero di ore di utilizzo giornaliero, al fine di stimare l’energia giornaliera necessaria all’utenza, espressa in Wh/giorno. UTENZA POTENZA W Ore di utlizzo ENERGIA Wh/gg Pompa circ. 50 10 500 Quadro riscaldamento 8 24 192 TOTALE 692 L’impianto andrà quindi dimensionato per un consumo energetico medio di 692 Wh/giorno. • Calcolo dell’accumulo e dell’autonomia del sistema. Dalle tabelle di soleggiamento della località di Milano si desume che le ore di sole equivalente da prendere in considerazione (minor soleggiamento mensile) è di 3,3 heq (mesi invernali). Il rendimento medio dell’impianto stand alone ( ) viene stabilito nel 75%, considerato anche il rendimento dell’inverter. Per i consumi correnti l’impianto soddisfa le necessità energetiche, in quanto dalla relazione di seguito, risulta coperto il fabbisogno giornaliero. Energia prodotta = Wp * heq * Energia prodotta = 500 * 3,3 * 0,75 = 1237,5 Wh/giorno 220 • Dimensionamento batterie di accumulo Si vuole coprire una mancanza di produzione di energia (causa assenza di sole), fino a 10 giorni, per cui le batterie dovranno essere opportunamente dimensionate. Dalla relazione: corrente scarica tot. (Ah) = Wh/giorno x giorni di autonomia ................................................................................................................... batt. * % scarica max batt.* tens. Batt (V) Per cui con i nostri dati: • Wh/giorno di consumo: 692 Wh/giorno • giorni autonomia: 10 • batt: 85 % • tensione batteria: 12 V • scarica max: 75% si ricava la corrente totale di scarica in Ah richiesta alle batterie, pari ad Ah 904,57 – Elenco e tipologia del materiale necessario • 6 batterie da 12 V e 150 Ah cadauna che forniscono, collegate in serie a due a due e poi tra loro in parallelo, 24 V di tensione e 900 Ah di scarica massima, per coprire il fabbisogno • 2 pannelli fotovoltaici policristallini di potenza 250 Wp cadauno • 1 quadro in CC precablato, composto da un sezionatore generale ed una protezione da sovratensioni • 1 regolatore di carica con tensione di lavoro 24 Vcc e Pmax 500 W • 1 inverter con ingresso 24 Vcc ed uscita 230 Vca a 500 W • 1 quadro in BT in CA precablato, composto da un portafusibili, un differenziale ed un magnetotermico C16 La sicurezza dell’impianto, che dovrà prevedere anche una messa a terra, sarà garantita quindi da un portafusibile, un differenziale con Idn di 30 mA ed un magnetotermico C16. 3. Esecuzione Le opere da eseguirsi si riferiscono ad un impianto ad isola, posto in posizione autonoma, con pannelli fotovoltaici su tetto piano, alimentanti un gruppo di batterie che dovranno rendere autonomo l’impianto anche in assenza di più giorni di sole. – Materiali: marchi e certificazioni. I materiali impiegati saranno adeguatamente installati rispetto al tipo di ambiente. Tutti i materiali dovranno essere provvisti di marchio IMQ o di marchio armonizzato, e dovranno inoltre presentare la marcatura CE. 221 – Opere da eseguirsi: • Posa in opera di n° 2 moduli fotovoltaici policristallini 250 w, potenza di picco 500 Wp (comprensivi di sistema di staffaggio), e tutto il necessario per dare l’opera finita perfettamente funzionante alla regola d’arte; in particolare: i moduli saranno messi in serie, le uscite dei cavi (di diametro pari a 6 mm2), saranno portate all’interno del quadro CC, in ingresso rispetto ad un sezionatore e ad uno scaricatore di sovratensione (che avrà uscita verso l’impianto di terra). • Posa in opera di regolatore di carica, con tensione nominale di 24 V cc e potenza max di 500 W; le uscite dal quadro cc, sempre con cavi di 6 mm2, dovranno essere connesse nei collegamenti previsti sul regolatore di carica (ingressi con polarità positiva e negativa). • Posa in opera di n° 6 batterie da 12 V cc e 150 Ah di scarica, con rendimento dell’85 %. • Il collegamento di tali batterie sarà in serie a due a due, le uscite saranno portate, sempre con cavi dello stesso diametro, in una scatola dove saranno connesse in parallelo all’ingresso dell’inverter, di tensione in ingresso 24 V cc a 500 W ed uscita a 230 V Ca a 500 W. • La connessione parallelo delle batterie-inverter sarà collegata con l’uscita del regolatore di carica. • Posa in opera del quadro di B.T. in CA composto da un portafusibili, un differenziale da Idn 30 mA ed un magnetotermico C16 che alimenterà una pompa di ricircolo ed un quadro di controllo impianto di riscaldamento. Il quadro di B.T. sarà alimentato dall’uscita dell’inverter ed il tutto sarà connesso utilizzando cavi del tipo N07V-K di diametro 4 mm2. Tutti i cavi, sia della parte CC che della parte CA saranno passati in canalizzazioni di diametro opportuno, fissate con ganci alle pareti. A completamento dell’opera dovrà essere prevista una messa a terra opportunamente dimensionata con cavo giallo-verde di diametro 16 mm2. 4. Verifiche eseguite prima della messa in servizio dell’impianto. – Generalità. Alla consegna dell’impianto l’installatore provvederà all’esecuzione delle verifiche di rispondenza alle disposizioni di Legge. Per la rispondenza alle Norme CEI, si eseguiranno le principali verifiche di collaudo indicate dalle norme CEI 64-8, come di seguito indicato. – Esame a vista. L’ispezione visiva ha lo scopo di accertare il rispetto delle prescrizioni delle norme generali e delle norme particolari, relative all’impianto. In particolare si accerterà la conformità normativa e la corretta installazione dei componenti costituenti l’impianto elettrico, accertando inoltre eventuali danneggiamenti occorsi durante l’installazione. QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 222 Si elencano inoltre le verifiche tecniche iniziali e quelle periodiche che dovranno poi essere eseguite a cura dell’utilizzatore dell’impianto. – Verifiche tecniche iniziali. • Verifica presenza della documentazione (dichiarazione di conformità DM 37/2008, progetto elettrico, schemi unifilari dei quadri elettrici, verifica di conformità della documentazione). • Elementi dell’impianto verificati (quadri elettrici, conduttori,connessioni, apparecchiature di protezione, impianto di dispersione, moduli fotovoltaici, inverter). • Esami a vista generali (verifica marchiature di legge, protezione da contatti accidentali, qualità, colori, marcature, dimensionamento e connessioni dei conduttori, protezioni contro sovraccarichi e cortocircuiti a norma, sezionamento dei circuiti, dimensionamento dell’impianto di terra). • Esami a vista specifici sull’impianto fotovoltaico (fissaggio dei pannelli, presenza o meno di danni ai pannelli, verifica integrità di ingressi cavi e morsettiere, idoneità targhe e marcature, tipo dei cavi in cc e loro connessioni con verifica di eventuali danni, verifica di corretta installazione e connessione di quadri e scatole di derivazione, controllo integrità dei fusibili, idoneità delle loro targhe e marcature, verifica di corretta installazione e funzionamento, nonchè di connessioni, ventilazione e idoneità di targhe e marcature dell’inverter, controllo della presenza di DICO conforme al DM 37/08, di progetto elettrico, di schemi unifilari e di documentazione tecnica adeguata per gli inverter). • Devono inoltre essere verificate alcune misure dei seguenti parametri: – Tensione a vuoto e a carico dei moduli con irraggiamento noto; – Corrente a vuoto e a carico dei moduli con irraggiamento noto; – Potenza nominale con irraggiamento noto; – Tensione, corrente e potenza a valle dell’inverter; – Valutazione delle perdite dal lato CC, verificando che la potenza a monte dell’inverter sia almeno l’85% della potenza nominale dei moduli moltiplicata per il rapporto tra l’irraggiamento misurato sul piano dei moduli e l’irraggiamento standard di 1000 W/m2; – Valutazione del rendimento dell’inverter, misurando la potenza in CC a monte dell’inverter e la potenza attiva in uscita ed eseguendone il rapporto; – Valutazione dell’efficienza operativa dell’impianto stand alone,verificando che la potenza in CA in uscita dall’inverter sia almeno il 75% della potenza nominale dei moduli moltiplicata per il rapporto tra l’irraggiamento misurato sul piano dei moduli, con precisione almeno del 3%, e l’irraggiamento standard di 1000 W/m2. 223 • Verifiche tecniche periodiche. Devono essere eseguite a cura del cliente, pena la decadenza della garanzia, le verifiche periodiche sui componenti dell’impianto con cadenza annuale. Tali verifiche sono le stesse eseguite all’atto della consegna dell’impianto da parte dell’installatore/verificatore. 5. Documentazione allegata. Si allegano al presente progetto esecutivo i seguenti documenti: • Schemi unifilari dell’impianto; • Modulo per la compilazione della Dichiarazione di Conformità; • Modulo standard per il verbale di verifica; • Manuali tecnico-operativi dei singoli componenti dell’impianto (inverter, regolatore di carica, batterie). QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 224 Allegato 2 A titolo di esempio si riporta lo schema unifilare di collegamento di un impianto ad isola con uscita in CA (Fonte: Schema kit fotovoltaico M320 di Helios Technology Spa) 225 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 Allegato 3 Nell’immagine è riportato un impianto solare termico completo di gruppo di alimentazione e pompa di ricircolo (al centro della foto), con eventuale isola di simulazione di impianto sanitario (a destra). (Laboratorio termoidraulico del CFP di Vigliano Biellese, sede staccata di Muzzano). 226 Allegato 4 Scheda di Valutazione – U.d.A Corso: __________________________________ Allievo: __________________________________ 227 Rubriche delle competenze 1. Produrre documentazione tecnica di appoggio, di avanzamento e valutativa relativa ad installazioni, uso e manutenzione 2. Identificare situazioni di potenziale rischio per la sicurezza, la salute e l’ambiente, adottando e suggerendo le opportune tecniche di prevenzione e monitoraggio 3. Reperire e sondare le necessità del cliente, coniugandole con le soluzioni tecniche esistenti nel campo degli impianti tecnologici e di building automation 4. Predisporre documentazione in base alle attività da eseguire ed ai materiali da utilizzare, stabilendo le esigenze di acquisto di materiali ed attrezzature seguendo le procedure di approvvigionamento 5. Condurre le fasi di lavoro, partendo dalla documentazione tecnica a disposizione, fornendo all’occorrenza suggerimenti utili al miglioramento o alla modifica del progetto iniziale 6. Padroneggiare l’ambiente dell’installazione, ovvero l’involucro che riveste i locali afferenti l’impianto tecnologico da installare con particolare riguardo ai nuovi materiali utilizzati in edilizia ed alla loro interazione con i singoli elementi da collocare 7. Effettuare le verifiche tecniche di corretto funzionamento dell’impianto predisponendo e compilando la documentazione richiesta QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 228 229 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 230 231 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 232 233 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 234 235 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 236 237 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 238 239 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 240 241 QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 242 Bibliografia e sitografia essenziale Frisanco M. (2012), Il sistema di istruzione e formazione professionale italiano, CONFAP Nicoli D. (2012), Sperimentazione di nuovi modelli nel sistema di istruzione e formazione professionale, CNOS-FAP CNOS-FAP (a cura di) (2010), Linea guida per i percorsi di istruzione e formazione professionale, Comunità professionale elettrica ed elettronica CNOF-FAP – CIOFS/FP (a cura di) (2004), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati, Comunità professionale elettrica ed elettronica CNOF-FAP – CIOFS/FP (a cura di) (2004), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati, Comunità professionale meccanica Gavin D. J. Harper (2007), L’energia solare e le sue applicazioni, Editore Ulrico Hoepli, Milano Ministero dello Sviluppo Economico, (2013), Strategia Energetica Nazionale: per un’energia più competitiva e sostenibile, Roma Servizio Artigianato della CCIAA di Viterbo (a cura di), (2012), Guida al DM 37/08 Ministero dello Sviluppo Economico, (2013), Pareri MiSE DM 37/2008 Ministero dello Sviluppo Economico, (2010), Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili dell’Italia www.enea.it Sito dell’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ultimo accesso 30/05/2014) www.energeticambiente.it Forum sulle energie rinnovabili (ultimo accesso 30/05/2014) www.gse.it Sito del Gestore dei Servizi Energetici (ultimo accesso 30/05/2014) Normativa http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:32002L0091 Direttiva 2002/91/CE. http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2008_0037.htm Decreto del ministero dello sviluppo economico 22 gennaio 2008, n. 37 (ultimo accesso 11/01/2014). http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:140:0136:0148: IT:PDF Decisione 406/2009/CE. http://europa.eu/legislation_summaries/energy/renewable_energy/en0009_it.htm Direttiva 2009/28/CE. http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:153:0001:0012: it:PDF Direttiva 2010/30/UE. http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:153:0013:0035: IT:PDF Direttiva 2010/31/UE. http://www.europarlamento24.eu/whitepaper_library/direttiva_2010_31_spiegata. pdf Direttiva 2010/31/CE spiegata. http://www.parlamento.it/web/docuorc2004.nsf/PerDataNew2_Parlamento/04C400 1A7F34E293C12578CC0059DB64 Rio+20: verso un’economia verde e una migliore governance. http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2009_2014/documents/com/com_com( 2011)0021_/com_com(2011)0021_it.pdf Un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse – Iniziativa faro nell’ambito della strategia Europa 2020. 243 http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2012:315:0001:0056: IT:PDF Direttiva 2012/27/UE. Documentazione http://www.fondazionesvilupposostenibile.org Dossier Clima 2014 http://www.free-energia.it/w/wp-content/uploads/8mag2013_stratEnSost_Clini.pdf Agenda verde per la crescita. http://www.greenreport.it/news/clima/aumentano-i-gas-serra-emessi-dallagricoltura- come-quali-aree-pianeta/ (ultimo accesso 14/04/2012). http://www.corriere.it/ambiente/13_ottobre_09/biocarburanti-l-italia-apripista-seconda- generazione-df6a6822-3110-11e3-b3e3-02ebe4aec272.shtml (ultimo accesso 14/03/2014). http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/EAI/anno-2013/n-6-novembre-dicembre- 2013/conferenza-onu-di-varsavia-sui-cambiamenti-climatici-alcuniprogressi- pochi-impegni (ultimo accesso 02/03/2014). http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/EAI/anno-2012/n.-1-gennaio-febbraio- 2012-1/world-view/energy-roadmap-2050 (ultimo accesso 10/03/2014). http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/EAI/anno-2013/n-5-settembre-ottobre- 2013/eco-innovazione-dei-processi-formativi-il-nodo-delle-competenze (ultimo accesso 02/03/2014). http://www.efficienzaenergetica.enea.it/ Efficienza Energetica: lo strumento ideale per raggiungere gli obiettivi 20-20-20. http://www.enea.it Rapporto annuale efficienza energetica, Executive summary. http://www.enea.it I Titoli di efficienza energetica http://www.fire-italia.it Efficienza energetica: una formidabile risorsa energetica http://lucascialo.blogspot.it/2012/03/perche-la-benzina-aumenta-continuamente. html (ultimo accesso 13/03/2014). http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/stop-sussidi-alle-fonti-fossili-dossier (ultimo accesso 10/03/2014). http://www.gazzettaambiente.it/scheda.cfm?id=923&efficienza_energetica_risparmio_ energetico_ed_effetto_rebound_alcune_considerazioni (ultimo accesso 13/03/2014). http://www.energystrategy.it/ Energy Efficiency Report 2013 http://www.corriere.it/economia/14_gennaio_14/europa-battaglia-emissioni-tavolo- taglio-40-cento-b436b932-7d08-11e3-851f-140d47c8eb74.shtm (ultimo accesso 09/03/2014). http://www.corriere.it/ambiente/13_ottobre_11/obiettivi-ambientali-ue-2020-siamo- piu-avanti-previsto-516f83ec-3271-11e3-b846-b6f7405b68a1.shtml (ultimo accesso 02/03/2014). http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/05/giornata-mondiale-dellambiente-unabella- notizia-da-obama/1014012/ (ultimo accesso 07/06/2014). http://www.symbola.net/html/press/pressrelease/greenitaly2013 (ultimo accesso 10/05/2014). http://www.lastampa.it/2013/05/17/blogs/green-jobs/i-professionisti-dell-efficienza-energetica- gli-energy-manager-aYtSFfFXmGiAzFdM1ElKvK/pagina.html (ultimo accesso 10/05/2014). http://www.cmcc.it/it/ipcc-documentation#anchor-ipcc-publications http://www.ilcambiamento.it/clima/protocollodikyoto.html (ultimo accesso 10/05/2014). QUADERNI • ANNO 31 / n° 4 - 2015 244 http://www.tekneco.it/ambiente/l-europa-apre-allo-shale-gas/ (ultimo accesso 10/03/2014). http://www.tekneco.it/bioedilizia/efficienza-energetica-l-europa-decide-di-nondecidere/ (ultimo accesso 10/03/2014). http://www.repubblica.it/ambiente/2014/03/31/news/rapporto_ipcc-82342028/ (ultimo accesso 01/04/2014). http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/clima-ue-presenta-libro-biancoclima- energia-2030-legambiente-preoccupante-retr (ultimo accesso 21/02/2014). http://ec.europa.eu/green-papers/index_it.htm Libro verde europacom2005_0265it01 http://europa.eu/pol/env/index_it.htm Un ambiente sano e sostenibile per le future generazioni. http://www.reteclima.it/protocollo-di-kyoto/ (ultimo accesso 09/03/2014). http://www.qualenergia.it/articoli/20140327-dalla-riforma-della-fiscalità-chiaveambientale- un-potenziale-gettito-di-oltre-48-miliardi-di-euro (ultimo accesso 28/03/2014). http://www.qualenergia.it/articoli/20140211-il-crollo-della-domanda-e-le-richieste- di-assoelettrica (ultimo accesso 15/04/2014). http://www.qualenergia.it/articoli/20140304-sistema-energetico-nel-suo-momento- critico-e-perche-non-si-torna-indietro (ultimo accesso 09/05/2014). http://www.qualenergia.it/articoli/20140417-rapporto-ipcc-il-clima-non-aspettala- politica (ultimo accesso 22/04/2014). http://www.qualenergia.it/articoli/20140122-obiettivi-ue-2030-le-reazioni-di-ambientalisti- e-confindustria (ultimo accesso 21/02/2014). http://www.ires.it Lotta ai cambiamenti climatici e fonti rinnovabili. https//www.ires.it L’efficienza energetica in Italia: competenze e figure professionali emergenti per la green economy. http://www.ires.piemonte.it Energia e fonti rinnovabili. Il Piemonte tra opportunità e limiti. http://www.ires.piemonte.it La Green Economy in Piemonte: Rapporto IRES 2013. http://www.cti2000.eu Rapporto 2013, Attuazione della certificazione energetica degli edifici in Italia http://www.iefe.unibocconi.it/wps/allegatiCTP/IEFE%20nel%20merito_1.pdf (ultimo accesso 10/03/2014). http://www.greenreport.it/_archivio2011/?page=default&id=21180 (ultimo accesso 10/03/2014). http://www.greenreport.it/news/clima/decarbonizzazione-economia-enea/ (ultimo accesso 19/02/2014). http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/EAI/anno-2013/n-6-novembre-dicembre- 2013/verso-un2019italia-low-carbon-sistema-energetico-investimenti- e-innovazione (ultimo accesso 22/02/2014). http://www.regione.piemonte.it L’artigianato nella prospettiva della green economy. http://europa.eu/legislation_summaries/education_training_youth/vocational_tra ining/ef0028_it.htm (ultimo accesso 19/02/2014). http://www.legambientescuolaformazione.it/documenti/2010/Progetti%20educativi/ Eco-generation.php (ultimo accesso 11/06/2014). http://www.cnos-fap.it/sistema-ifp (ultimo accesso 12/01/2014). 245 Sommario .................................................................................................. 3 L’ambito professionale energetico ........................................................ 5 L’ambito dell’energia ............................................................................. 5 Aspetti ambientali ............................................................................. 5 Principi della sostenibilità........................................................... 5 Aspetti tecnologici ............................................................................. 7 Nuove tecnologie disponibili....................................................... 7 Aspetti economici.............................................................................. 10 Investimenti.................................................................................. 10 Risparmio energetico ed aumento resa degli edifici ................. 11 Aspetti culturali................................................................................. 13 Nuovo approccio ambientale ...................................................... 13 Aspetti giuridici (progetti, dichiarazioni, certificazioni) .................. 14 Inquadramento normativo .......................................................... 14 Il contesto energetico mondiale.................................................. 14 Obiettivi e scenari a livello europeo ........................................... 18 La situazione nazionale............................................................... 21 Gli obiettivi raggiunti .................................................................. 29 Certificazione energetica ............................................................. 30 Nuove maestranze nella green economy e opportunità di sviluppo - dichiarazioni....................................... 33 La proposta formativa professionale.......................................... 38 Una nuova figura: il tecnico energetico ..................................... 39 La prospettiva formativa ...................................................................... 42 Fotovoltaico, solare termico e termo fotovoltaico............................ 42 Impianti fotovoltaici .................................................................... 42 Impianti solari termici ................................................................ 43 Impianti termo fotovoltaici ......................................................... 44 Impianti termici................................................................................ 45 Caldaie e pompe di circolazione................................................. 45 Geotermia ................................................................................................ 46 Frigoria.............................................................................................. 47 Peculiarità della figura professionale ......................................... 47 Indice 246 Impianti tecnologici.......................................................................... 48 La building automation: domotica finalizzata al risparmio energetico ed alla gestione integrata degli impianti.................. 48 Edilizia (struttura) ............................................................................ 49 Corretta coibentazione degli edifici di tipo tradizionale e di edifici ad edilizia innovativa a risparmio energetico ......... 49 Impianti per biomasse ...................................................................... 49 Corretta gestione dei rifiuti, in particolare dell’umido ............. 49 Utilizzo degli scarti di lavorazione dell’industria del legno ...... 50 Risvolti positivi per l’ambiente ................................................... 50 La raccolta differenziata dei rifiuti ................................................... 51 Recupero materiali di scarto delle lavorazioni-processi ........... 51 Le ricerche dell’Unione europea .......................................................... 51 Profili per competenze....................................................................... 55 Figura di qualifica triennale........................................................ 55 Figura di diploma quadriennale ................................................. 61 Gestione del modello formativo per qualifiche e diplomi.................. 67 Quadro orario per qualifica e diploma............................................. 67 Vincoli e risorse............................................................................ 67 Aspetti organizzativi .................................................................... 71 Proposta di percorso formativo e di UdA significative di tipo professionalizzante .......................................................... 72 Unità di apprendimento per il primo anno ...................................... 72 Unità di apprendimento per il secondo anno................................... 118 Unità di apprendimento per il terzo anno ........................................ 153 Unità di apprendimento per il quarto anno ..................................... 187 Rubriche delle competenze .................................................................. 227 Bibliografia e sitografia essenziale ...................................................... 242 Indice ....................................................................................................... 245 Tip.: Istituto Salesiano Pio XI - Via Umbertide, 11 - 00181 Roma Tel. 06.78.27.819 - Fax 06.78.48.333 - E-mail: tipolito@donbosco.it Luglio 2015

Valore educativo e culturale del tema energetico e della sostenibilità. Stimoli formativi per gli allievi

Autore: 
Dario Nicoli - Giulia Norcia
Categoria pubblicazione: 
Quaderni
Anno: 
2015
Numero pagine: 
43
Codice: 
978-88-95640-80-8
Valore educativo e culturale del tema energetico e della sostenibilità Stimoli formativi per gli allievi Dario Nicoli Giulia Norcia 2015 Sommario Valore educativo e culturale del tema energetico e della sostenibilità (Dario Nicoli) 5 Una proposta formativa per tutti gli allievi dei corsi di Istruzione e Formazione Professionale (Giulia Norcia) 17 Indice 43 3 Valore educativo e culturale del tema energetico e della sostenibilità Una linea guida speciale A differenza delle linee guida sin qui elaborate, centrate su precisi settori e figure professionali, quella che stiamo affrontando si distingue decisamente a causa del carattere polisemico, quindi più ampio e nel contempo più profondo, del termine “energia”. Sotto certi aspetti, la sfida che ci propone è un segnale indicativo del movimento culturale in cui siamo immersi. Mentre le varie figure professionali sino ad ora affrontate sono state aggregate in base alle classificazioni dei settori economici1 ed al tipo di tecnologie utilizzate2 generando a loro volta discipline ben distinte, la visione del mondo del lavoro e delle professioni che si apre a partire dalla prospettiva dell’energia introduce una diversa articolazione. Ciò deriva da un paradosso, in base al quale se pure non vi è un preciso settore professionale che potremmo definire “energetico”, si può affermare che nessuno ne risulta estraneo. Come altri termini chiave dal progresso culturale e scientifico (si pensi – per fare due esempi – all’“ecologia” oppure a quello di “mente” per le neuroscienze), l’energia ed il suo corrispettivo etico cui è strettamente intrecciata, la “sostenibilità”, presentano una valenza ampia ed inclusiva, staremmo quasi per dire olistica, essendo espressioni che abbracciano molti ambiti settoriali e disciplinari tradizionali, senza potere essere rinchiusi in confini ben chiari e distinti. Sebbene il termine “energia” ed il principio della sua conservazione pervadano il mondo contemporaneo e siano al centro di profonde implicazioni scientifiche, culturali, economiche e tecnologiche rilevanti per gli sviluppi della nostra società globalizzata, la nostra conoscenza circa la sua natura risulta assolutamente inadeguata tant’è vero che Richard Feynman, premio Nobel per la fisica nel 1965, ha potuto dichiarare: «È importante realizzare che nella fisica oggi, non abbiamo alcuna conoscenza di cosa sia l’energia»3. 5 * Università degli Studi di Brescia 1 Ma già il terziario, come si sa, risulta essere più un termine-recipiente dove si colloca tutto ciò che non è prodotto della terra né trasformazione ed impianti. 2 L’ambito della produzione industriale, dell’impiantistica e della manutenzione. 3 R. FEYNMAN, The Feynman Lectures on Physics, Addison–Wesley-CA, 1964, vol. I, p. 4. Dario Nicoli* 6 Ciò accade perché siamo di fronte ad un termine molto prossimo alle questioni fondamentali della vita, al confine tra le dimensioni del reale di cui può trattare la scienza e quelli che gli sono costitutivamente preclusi, in altri termini al mistero della realtà che resiste al nostro sforzo di comprensione razionale. Mentre la scienza, per sua costituzione, procede tramite astrazioni tratte dall’esperienza e da esperimenti ripetibili ed accessibili agli altri scienziati, è il discorso poetico e mistico il più appropriato per afferrare l’indicibile, e lo fa non in modo diretto ma tramite metafore per cercare di evocare immagini in grado di dimostrare l’unità di un mondo illimitato, l’indivisibile e l’indefinibile. La ragione cerca continuamente di eliminare una parte del flusso dell’esperienza propria della saggezza poetica, ma facendo ciò essa non fa altro che rinchiudersi in un «mondo razionalmente segmentato di osservazioni ed esperienze umane»4 affermando che si tratta dell’unica realtà veramente reale. Giunge a proposito la famosa massima di Wigttenstein: «Di ciò di cui non si può parlare, meglio tacere»5. Di fronte a questa incompletezza radicale del pensiero, alcuni hanno pensato di poter individuare una teoria unificata in grado di spiegare la natura della realtà. È nota la ricerca intrapresa da Albert Einstein negli ultimi anni della sua vita in direzione della “teoria del campo unificato” (Unified Field Theory), una serie di equazioni capaci di riunire le varie leggi della natura in una spiegazione supergeneralizzata. Questo sforzo, rivelatosi poi infruttuoso, rivela i limiti di un approccio formale ed analitico di fronte alla natura del reale. In effetti, nessuna teoria fisica nota è giudicata sufficientemente accurata nell’affrontare questioni così decisive – ma nel contempo vitali – per l’esistenza del mondo e della civiltà umana. Vi sono invece interessanti tentativi di procedere tramite “approssimazioni successive” che permettono di elaborare previsioni via via più accurate su un’area sempre più ampia di fenomeni, ma proviene dallo stesso mondo della scienza il richiamo a non cadere nell’errore di confondere i modelli teorici con la vera natura della realtà ed a prevedere che la serie delle approssimazioni non terminerà mai nella “verità”. L’incompletezza della scienza – ovvero il tentativo di violare l’intimo segreto del mondo e della vita tramite lo sforzo del pensiero razionale, non rappresenta una sua sconfitta, ma la sua migliore affermazione in quanto «estendere le pretese della scienza sino al punto di sostenere di “avere tutte le risposte” sulla condizione dell’uomo, sul significato della vita o sugli oggetti dell’organizzazione sociale... compromette la fiducia che merita per i grandi benefici che derivano dalla scienza nel dominio che le è proprio»6. La scienza è limitata, e ciò è una buona notizia 4 E. VON GLASERSFELD, L’incommensurabilità della conoscenza scientifica e poetica, Lisbona 1994, http://www.methodologia.it/testi/inconmmensu.pdf 5 L. WITTGENSTEIN, Trattato logico-filosofico, Einaudi, Torino, 1968, p. 189. 6 N. RESCHER, I limiti della scienza, Armando Roma, 1990, p. 240. 7 perché abbiamo bisogno della produzione scientifica, visto che rappresenta la migliore forma di sapere per gli ambiti ed i modi in cui si applica. Per questo la scienza è affascinante, poiché operando continuamente sul proprio spazio di intervento e concentrandosi sui problemi, riesce a produrre scoperte e risultati che – se bene gestiti – possono davvero migliorare la vita umana sul nostro pianeta e tutelare quella naturale. Ma serve modestia, che significa senso del limite e valore di ciò che si può ottenere. È lo stesso Einstein ad averlo affermato: «La cosa più bella che noi possiamo provare è il senso del mistero: esso è la sorgente di tutta l’arte e di tutta la scienza. Colui che non ha mai provato questa emozione, colui che non sa più fermarsi a meditare è come morto, i suoi occhi sono chiusi... Chi non ammette l’insondabile mistero non può essere neanche uno scienziato»7. Il concetto di energia si pone quindi ai limiti del valore euristico della scienza e va trattato a partire da questa prospettiva. È possibile spiegare il come di molti fenomeni che lo riguardano, ma il pensiero razionale nella sua forma sperimentale e necessariamente riduttiva, non può cogliere il perché e la natura di ciò che accade. Lo sforzo intellettuale teso alla conoscenza razionale della natura non esaurisce l’intento del nostro mondo nei suoi confronti. È ben più agguerrito, e distruttivo, da parte dell’uomo l’approccio strumentale al mondo dell’energia teso a dominare la realtà, alla ricerca dei vantaggi che si possono ottenere nello sfruttamento dei beni fondamentali di cui questa è costituita. Il modo utilitaristico di porsi nei confronti delle tematiche energetiche è decisamente interessato e non si limita all’ambito ristretto dei laboratori, ma pervade l’intera umanità nel suo rapporto con le fonti della sua stessa esistenza generando una infinità di problemi; a quelli legati all’approvvigionamento energetico, alla gestione delle “fonti”, alle energie “alternative”, al riscaldamento globale, alla produzione industriale e agroalimentare si aggiungono i problemi dei consumi energetici delle famiglie e a quelli dei bilanci metabolici degli individui. Sorge qui il tema della sostenibilità, per combattere un approccio consumistico e predatorio alla realtà, fondato sull’idea irrazionale della disponibilità illimitata delle risorse e di uno sviluppo orientato all’espansione dei beni materiali e tecnologici a disposizione dell’umanità. È questo il campo nel quale si colloca la presente linea guida, con l’intento di fornire ad ogni allievo dei corsi di Istruzione e Formazione Professionale, nell’ambito di un riconoscimento positivo del limite delle intenzioni e degli artefatti umani e di un’apertura dello sguardo sulla realtà, una solida competenza in campo energetico, ma anche con l’obiettivo di formare un ceto di nuovi professionisti degli impianti tecnologici e del risparmio energetico. Non volendo però dimenticare la necessità di formare i responsabili delle opere educative salesiane ad una gestione sostenibile delle 7 http://www.aforismieaforismi.it/autori/aforismi_Albert_Einstein.asp QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 8 stesse, così da mostrare concretamente agli allievi i benefici di ciò che si propone loro nei percorsi formativi. La linea guida assume pertanto un taglio peculiare, derivante dalla grande varietà dei significati e delle riflessioni che porta con sé il termine energia. Il tema in oggetto presenta il significato di risorsa che richiama l’idea delle fonti di energia; nel contempo assume un senso etico in riferimento al concetto di sostenibilità che evoca immediatamente il valore morale della responsabilità di fronte al mondo in cui viviamo, con particolare riferimento alle figure professionali che si occupano della produzione, trasformazione e distribuzione dell’energia; infine indica la forza di volontà che deve caratterizzare il modo di vivere di chi possiede uno scopo buono verso cui indirizzare la propria esistenza operando in favore degli altri, e per tale motivo risulta una componente decisiva per l’azione educativa orientata a formare qualificati e diplomati solidi e consapevoli; come diceva don Bosco, «consolazione della famiglia, utili cittadini e buoni cristiani»8. Energia come risorsa L’energia è una risorsa, comunemente definita come la grandezza fisica che misura la capacità di un corpo o di un sistema di compiere lavoro. In questo senso, essa indica essenzialmente una disposizione ad agire e ciò richiama il concetto di forza. La tipologia di energia di cui l’uomo si serve più frequentemente e facilmente è quella cinetica che conduce al movimento, ma esistono altre tipologie tra cui quella termica che produce calore, quella elettrica che indica la forza del campo elettrostatico, quella atomica che deriva dalla fissione del nucleo dell’atomo, quella chimica che risiede nei legami che uniscono le particelle che costituiscono le sostanze, quella elastica che si riferisce alla forza potenziale associata alla deformazione di un solido o un fluido. Si può dire che tutta la civiltà si regge sulla trasformazione dell’energia in lavoro. L’aumento straordinario e continuativo della popolazione del globo e la crescita della dipendenza umana dalle tecnologie – la cui caratteristica fondamentale, oltre alla loro funzione propria, è data proprio dall’enorme assorbimento di energia – rende la società globalizzata sempre più dipendente da questa, in particolare quelle meccanica, elettrica, chimica e termica. 8 Sistema preventivo di don Bosco, Centro Salesiano San Domenico Savio Editore, Arese (Milano) 2001. 9 L’uomo, infatti, può reggere lo sforzo dello sviluppo solo potendo accedere alle risorse primarie che egli è in grado di trasformare in energia applicabile (o energia utile). Le principali fonti energetiche derivano soprattutto dalla combustione delle risorse fossili (petrolio, gas naturale, carbone ), in secondo luogo dalle energie rinnovabili e dall’energia nucleare. Per molti quest’ultima ha rappresentato lo sbocco ideale della ricerca volta a preservare l’equilibrio naturale, ma i recenti disastri di Chernobil nel 1986 sulla base di impianti vetusti, ed ancor di più di Fukushima del 2011 dove erano impiegate tecnologie più avanzate9, hanno provocato una decisiva riconsiderazione di questa prospettiva. Ciò comporta una crescente preoccupazione circa il problema energetico globale che riguarda in primo luogo l’esaurimento nel tempo delle fonti fossili che rappresentano la principale fonte di energia primaria su cui si poggia la gran parte dello sviluppo economico a partire dalla prima rivoluzione industriale fino ai giorni nostri. In questo modo, il tema dell’energia richiama strettamente un principio etico fondamentale, quello della sostenibilità, la cui importanza è andata crescendo nel tempo fino a diventare una sorta di asse portante di ogni discorso riguardante il rapporto tra l’uomo ed il creato. Lo sviluppo sostenibile ed il principio etico della responsabilità Lo sviluppo sostenibile costituisce un concetto non limitato al campo tecnico-scientifico, ma individua un orizzonte etico proprio di ogni opera umana, fino a designare un particolare stile di vita misurato e sobrio. Esso rappresenta un nodo centrale di carattere esistenziale per l’uomo contemporaneo poiché racchiude in sé, dopo l’epoca relativistica del post-moderno, la possibilità di ancorare l’essere umano nella realtà entro un profilo morale impegnato e responsabile. Non più un individuo sospeso nella rete delle finzioni, autocentrato, il “narciso frettoloso” perennemente in cerca del riconoscimento tramite l’estetica dei consumi10, ma un soggetto capace di una conoscenza intesa come impegno etico, in grado di porsi positivamente nel reale destinando i propri talenti per uno scopo buono, conforme alla peculiare natura umana. Esso dipende dalla coscienza del “limite” propria dello spirito contemporaneo, che si oppone alla straordinaria potenzialità tecnica dello sviluppo della civiltà e dalla sua radicale dipendenza dalle risorse che costituiscono lo stesso tessuto naturale a garanzia dell’esistenza dei singoli e del mondo. 9 Per la precisione, a causare il disastro giapponese non è stato un problema interno all’impianto come a Chernobyl, ma due eventi esterni costituiti dal terremoto e dal conseguente maremoto. 10 M. FUMAROLI, Parigi - New York e ritorno, Adelphi, Milano 2011, p. 37. QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 11 È noto, infatti, l’insuccesso delle previsioni catastrofiste delle agenzie internazionali circa il riscaldamento globale, visto che l’innalzamento delle temperature si è fermato negli Anni ‘90. Ciò non deve essere letto come negazione del problema della sostenibilità, ma mettere in guardia da visioni a tinte volutamente esagerate che, con l’intento di suscitare una reazione responsabile nelle popolazioni e nei governi, forzano i dati e propongono scenari di scarso valore scientifico. 10 Il limite è in primo luogo un fattore frustrante poiché genera – come direbbe Hegel – l’angoscia della morte, ed impone la consapevolezza che il reale non coincide con la nostra rappresentazione di esso. Ma costituisce anche un’acquisizione feconda poiché apre alla possibilità di una conoscenza più profonda della realtà e della nostra stessa esistenza individuale e sociale. La coscienza di essere soggetti limitati, ed insieme di essere capaci di pensiero e quindi di immaginazione – di poter cogliere l’eterno anche nei più piccoli dettagli della trama vitale – indica una prospettiva di grande rilievo per le prossime tappe della civiltà ed insieme presenta un rilevante valore educativo per la formazione delle nuove generazioni. Contro le risposte utilitaristiche e catastrofistiche: il creato è sacro perché di Dio Ma si apre a questo proposito un’enorme contraddizione che segnala l’impasse della cultura del nostro tempo. Facciamo riferimento alla inadeguatezza della posizione catastrofista, su uno sfondo scettico circa il destino della nostra civiltà, di molti scienziati, politici ed operatori della “pubblica opinione” i quali avvertono la necessità di sollecitare ognuno alla responsabilità, ma finiscono per utilizzare a tale scopo – sebbene in modo rovesciato – la stessa radice teorica di stampo utilitaristico su cui si appoggia il pensiero dei tanti che si dedicano con tutte le loro forze allo sfruttamento predatorio delle risorse naturali del pianeta. “Sii responsabile, perché ti conviene”: è questa la proposta che viene avanzata. Ma si tratta di una posizione debole, oltre che contraddittoria perché se le conseguenze delle mie azioni qui ed ora riguardano i posteri, che senso avrebbe astenersi da azioni predatorie se in ogni caso il nostro mondo è destinato all’implosione? A prolungarne l’agonia? Vi è in questo ragionamento un difetto...razionale, ma ciò non sembra costituire un problema se è vero che dopo numerosi anni di dibattito sulle tematiche ecologiche, il taglio utilitaristico sembra essere ancora piuttosto predominante. Un esempio significativo ci viene dalla contrapposizione dei due fondamentali approcci al problema del riscaldamento globale, quello che sostiene il ruolo determinante della razza umana attraverso l’impatto delle sue varie attività, l’altro collegato alla teoria opposta dei grandi cicli, rispetto ai quali la nostra azione sarebbe piccola cosa. Quale futuro potrebbero avere i comportamenti rispettosi dell’ambiente di chi li attua solo perché spaventato dalla responsabilità che incombe sulla razza umana se, paradossalmente e improvvisamente, con prove significative quella tesi venisse falsificata?11 11 Va evitato il pessimismo o peggio ancora il catastrofismo ecologico, che lega lo sviluppo sostenibile a un clima di perenne emergenza, un’apocalisse senza paradiso, e lo aggancia alla provvisorietà e alla “fortuna” delle diverse teorie. Piuttosto occorre valorizzare i risultati positivi che la comunità internazionale o i singoli Stati hanno raggiunto in relazione ad alcuni indicatori cruciali degli obiettivi di sviluppo del millennio, così come le conquiste raggiunte dalle comunità locali e i progetti che incoraggiano e valorizzano i comportamenti virtuosi dei singoli e dei gruppi. Le diverse crisi (economica, alimentare e ambientale...) vanno quindi presentate come l’occasione per riscrivere le regole del rapporto tra gli esseri umani e tra uomo e natura nella logica della sostenibilità e di uno sviluppo equo e inclusivo. L’adozione, da parte dell’individuo o del gruppo, di comportamenti corretti in quanto volti a ridurre la propria “impronta ecologica”, va proposta come “il gusto di fare le cose giuste”. Ma non basta. I fondamenti di un’etica della responsabilità vanno ricercati in un nuovo umanesimo all’incrocio tra scienze e discipline filosofico- sociali, per fare appello al valore sacro del reale (l’ambiente, le risorse naturali, gli altri esseri, la mia stessa vita...) in quanto creato, opera di Dio la cui disponibilità appartiene esclusivamente a Lui, che ce l’affida affinché ne continuiamo l’opera creatrice preservandolo e coltivandolo. Fuori dall’utilitarismo e dal catastrofismo, la prospettiva religiosa consente di delineare un progetto di mondo e di essere-nel-mondo che abbraccia le cose in modo innocente, senza nuocere loro12 (Panikkar 2003, 83) perché, essendo create, non sono mero materiale a nostra disposizione. Nella relazione con Dio, l’uomo si pone nel giusto rapporto con il creato e la sua stessa vita, quello di chi sa meravigliarsi del dono ricevuto, che non è frutto né del nostro pensiero né di una generica ed impersonale “forza vitale”, ma dell’atto d’amore divino che dal nulla crea le cose: «Celebrate l’Eterno, perché egli è buono, perché la sua benignità dura in eterno. Celebrate l’Iddio degli dei. Celebrate Colui che solo opera grandi meraviglie. Celebrate Colui che ha fatto con intendimento i cieli. Altri scienziati, tra cui Franco Prodi, ricercatore del Cnr, studioso della fisica dell’atmosfera, meteorologia e climatologia, prendono decisamente le distanze dal catastrofismo tipico del politically correct: «Da due secoli a questa parte l’uomo è in grado di competere con la natura. Può generare particelle e gas, modificando la natura. Se contiamo tutte queste particelle prodotte dall’uomo, arriviamo al 20 per cento del totale. Non poco. Ma due secoli, rispetto ai grandi cicli... sono solo un battito di ciglia. Il problema è: siamo noi in grado di avere modelli che comprendono tutte le variabili in modo coerente, per cui si possa isolare il comportamento dell’uomo dagli altri agenti che contribuiscono al cambiamento climatico? La risposta è no... La situazione dei modelli attuali è ancora nell’infanzia, i processi di separazione del contributo antropico da tutti gli altri non è ancora quantificato» (http://www.ilfoglio.it/cambidistagione/2011). 12 R. PANIKKAR, La nuova innocenza, Servitium editrice, Gorle (BG) 2003, p. 83. QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 12 Celebrate Colui che ha steso la terra sopra le acque. Celebrate Colui che ha fatto i grandi luminari: il sole per regnare sul giorno e la luna e le stelle per regnare sulla notte. Celebrate Colui che dà il cibo ad ogni carne. Celebrate l’Iddio dei cieli, perché la sua benignità dura in eterno».13 Nel rapporto con Dio impariamo a riconoscere la realtà come consistente e buona in se stessa perché così – insieme obiettiva e misteriosa – è stata voluta da Dio che vi ha impresso la Sua impronta, e non perché un’imposizione esterna o teorie emergenti di volta in volta ci obbligano a rispettarlo. I principi di equità e inclusione sociale assumono in questa direzione una natura non utilitaristica né retorica, ma morale, appunto. Una morale non intrisa di cupo pessimismo o di un dover essere neo-puritano, ma che si fonda su un’esperienza positiva di rapporto con il reale, il “provare gioia” ( il tedesco usa la parola Gelassenheit ad indicare lo stato di serenità e di bellezza) che non richiede necessariamente il “possedere” le cose, ma la capacità di porsi in modo innocente in rapporto con il creato. Le questioni profonde richiamate dalla ricerca di un rapporto profondo ed autentico dell’uomo con la natura spalancano le porte all’incontro con Dio, sapendo che «la religione è la forza che ci rende gioiosi nelle cose che contano»14. Per una pedagogia della meraviglia e della responsabilità L’energia in realtà è una metafora. Essa pone in gioco questioni fondamentali; il suo carattere ampio e comprensivo richiede risposte appropriate: da dove viene l’energia, cos’è la vita, come è avvenuto che ciò che è solo potenziale sia divenuto realtà reale? Non si tratta di una speculazione puramente intellettuale, bensì di un interrogativo che riguarda l’indirizzo da dare alla nostra vita ed all’intera civiltà. Un atto di conoscenza collettiva che spinge alla ricerca di una verità che si disvela nell’azione condivisa. Una pedagogia della responsabilità inizia dall’esperienza della meraviglia, che significa essere grati per i doni stupendi che abbiamo ricevuto in custodia. È opportuno fare sperimentare agli allievi la soddisfazione psicologica che deriva dall’adottare – essendone peraltro consapevoli – un comportamento virtuoso. Nel contempo, l’atteggiamento di responsabilità va alimentato non con immagini apocalittiche, ma sollecitando l’uomo, ed in particolare i nostri alunni, tramite l’avventura culturale, a guardare con occhi innocenti le cose, coscienti della vastità del male e della necessità di un combattimento serio pur non scevro di allegrezza e ad entrare in un rapporto di contemplazione responsabile del mondo. 13 Salmo CXXXVI. 14 G. K. CHESTERTON, L’uomo comune, Lindau, Torino 2011, p. 186. 13 Questo atteggiamento positivo, che mira alla motivazione intrinseca delle persone, rappresenta un altro legame tra il tema dello sviluppo sostenibile e l’educazione e si rinforza con il principio del valore dell’azione: non c’è sviluppo sostenibile se non ci sono azioni (e ozi buoni, formativi) sostenibili e rispettose, basate sulla consapevolezza delle loro ragioni e sull’autopercezione contemplativa del gusto di compierle. Non c’è apprendimento significativo se chi impara non è coinvolto in attività che diano senso, organizzazione e sfumature ai saperi che acquisisce all’interno di percorsi di apprendimento esperienziali (“learning paths”) che favoriscano il senso di competenze apprese e il gusto di riprovarci. La conoscenza non va intesa come mero accumulo di dati né come risposta immediata a problemi contingenti, bensì come ricerca (volontà di andare al di là delle apparenze) all’interno di esperienze autentiche. In questa direzione i problemi emergenti e le responsabilità professionali rappresentano un punto di partenza per sviluppare un pensiero aperto e impegnativo. La sensibilizzazione nei confronti dei problemi, il loro riconoscimento, l’analisi delle possibili soluzioni collegate ai diversi punti di vista in gioco e ricorrendo all’apporto di più discipline, la consapevolezza che le soluzioni non sono mai definitive e che si sostengono sulla qualità dei processi di micro-progettazione e di monitoraggio consentono la formazione di atteggiamenti di fondo per continuare ad apprendere il reale sapendo sostare sul crinale tra spiegazione e mistero. Apprendere in modo significativo è conoscere se stessi mentre si riconosce e ci si incuriosisce dell’altro, interagendo con gli esseri e con l’ambiente attraverso vari linguaggi, da quelli corporei a quelli simbolici, entrando in conflitto ma anche in sintonia con l’esterno, prendendo e dando attraverso mediazioni continue e affrontando i problemi che ne derivano. La cultura in estrema sintesi consiste nella possibilità di condurre la persona umana verso la giusta relazione con la realtà, la “nuova innocenza”, compreso il proprio mondo personale, e ciò attraverso il contributo unitario e convergente dei diversi linguaggi e delle diverse discipline. La conoscenza è ad un tempo contemplazione e responsabilità e ciò qualifica la vita autentica dell’essere umano. La cultura – intesa in senso non nominalistico e formale, ma vitale, consente di svegliare l’umano, scuoterlo dallo stato di distrazione in cui si trova incarcerato, e condurlo nell’avventura della conoscenza come assunzione di una disposizione adeguata, capace di provare stupore, di riconoscere i doni ricevuti, di tutelarli e di porli a frutto. In questo senso, si spiega il valore etico della conoscenza che impegna tutti ad uno stile di vita sobrio: scienziati e ricercatori, governanti, tecnologi e operatori, fino ai singoli cittadini ed alle loro comunità. Le figure professionali che si occupano dell’energia sono direttamente investite di un compito di alto profilo morale, mentre tutti sono chiamati ad un impegno volto alla sostenibilità ed al risparmio energetico. Essa coinvolge gli stessi gestori delle opere educative salesiane ad una conduzione responsabile del loro servizio ed al coraggio di interventi di miglioramento ed ottimizzazione. QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 14 La responsabilità nei confronti del creato rappresenta in questa prospettiva un valore dotato di grande valenza pedagogica poiché permette di accendere un legame vitale tra la persona e la realtà: delinea il posto della persona umana nel mondo, protesa verso uno scopo buono. E ciò richiama l’ulteriore significato di energia come forza morale. L’energia che manca maggiormente: la forza di volere il bene e di perseguirlo con coraggio Chesterton afferma che l’epoca moderna mostra una stanchezza intellettuale – una peculiare incapacità di riflettere – che si riscontra anche nei pensieri audaci ed inquietanti15. Questo difetto della ragione colpisce in modo particolare perché dovremmo essere nel regno dei lumi e nello stadio positivo del cammino della civiltà. Al contrario, è come se la mente delle persone, ed in particolare dei giovani, fosse perennemente distratta da una realtà virtuale, una sorta di regno della fictio – qualcosa di fabbricato, una costruzione confezionata e perennemente traballante dell’idea di sé – dove gli esseri umani della società globalizzata si agitano al fine di trovare la propria identità. Sembra in tal modo scomparso l’individuo razionale e padrone di se stesso, ed al suo posto pare di trovare unicamente un soggetto che sostituisce al desiderio di conoscere l’ansia perenne di essere riconosciuto. È qui che si pone l’ultima accezione del termine energia, quella che presenta la più forte valenza esistenziale poiché riguarda da vicino il modo di stare nel mondo da parte delle persone del nostro tempo. Infatti, in questa prospettiva tale termine assume il significato di vigore morale, risolutezza, fermezza nelle decisioni. Ciò richiama la ferma convinzione in ordine a scopi buoni che corrispondono a dimensioni autentiche della nostra realtà personale, e che consente di imprimere una direzione all’esistenza e di resistere alle prove della vita. Questa visione, confermata dal senso comune che attribuisce al termine energia un suono positivo e attraente suggerendo un’impressione di forza e di dinamismo, pare assente nelle “offerte” rivolte alle giovani generazioni, che purtuttavia mostrano una forte attrazione per il bene, ma non sembrano possedere la forza della decisione e paiono indeboliti nella forza di volontà. Essi manifestano un forte desiderio di riconoscimento, ma lo fanno probabilmente con un eccesso di approvazione, o un difetto di senso di sé, o ambedue le cose insieme, spesso tentati di guidare il proprio comportamento verso tutto ciò che si deve sapere ed anche credere affinché il proprio operare sia considerato accettabile ai membri di questa strana comunità globale di cui siamo parte. Essi si trovano nell’impasse tra 15 G. K. CHESTERTON, ibidem, p. 170. 15 desiderio di un’identità solida, con scopi chiari ed attraenti, e il garbuglio di lacci e tentazioni che finisce per rubare loro l’attenzione, il tempo, la libertà. Occorre rivolgere a loro una proposta che li aiuti ad esprimere le loro propensioni circa il tipo di vita che desiderano vivere (è il concetto di “capacitazione” di Amartya Sen16), indossando i panni e gli atteggiamenti dettati dall’esperienza e dalla riflessione o dalla tradizione. La Formazione Professionale possiede un valore concreto in grado di sbloccare questa impasse: il lavoro, la possibilità di una realizzazione personale attraverso il contributo al bene comune, svolto assumendo i bisogni e le necessità dell’altro come sfida e misura dei nostri talenti e delle nostre competenze. Per questo è necessario aprire una stagione di impegno centrata sulla cultura e l’etica del lavoro come occasione di umanizzazione delle persone e di miglioramento della società. Senza l’esperienza del lavoro la persona risulta indebolita in se stessa, dedita prevalentemente a sentire e cercare di soddisfare i propri bisogni, perennemente incerta sulla propria identità, incapace di assumere decisioni forti in rapporto al futuro, scarsamente propensa ad un atteggiamento donativo e coraggioso circa il proprio contributo a favore della comunità. Questo si può perseguire in special modo operando sulla leva formativa, così da suscitare le risorse morali e spirituali di ogni singola persona, e che in maniera spesso inconsapevole sono le stesse che fondano la nostra civiltà. Come dire: non basta perseguire una mera ripresa economica, occorre un vero e proprio risveglio culturale della nostra civiltà che consenta un reale incremento delle libertà sostanziali, in forza delle quali gli individui ed i gruppi possano effettivamente realizzare se stessi nella vita sociale. Il modo appropriato in cui si svolge il compito della promozione delle potenzialità delle persone – talenti, capacità, desideri – così che possano convertire i beni in una direzione della propria esistenza in modo da fornire un aiuto alle esigenze delle altre persone, si chiama formazione. Fare formazione oggi, in una società complessa, caotica e soggetta al cambiamento continuo, non significa adattare le persone alle dimensioni delle cellette tutte uguali di cui si compone l’alveare sociale, ma esige un profilo culturale ed educativo teso a promuovere la libertà delle persone in modo da renderle capaci di gestire un ruolo. La buona formazione rappresenta la modalità privilegiata tramite la quale la persona riconosce i propri talenti e le proprie capacità, acquisisce le tecniche e la cultura del lavoro, elabora uno scopo adeguato per la propria esistenza e viene sollecitata (spinta) a definire il proprio progetto di vita tenendo conto del contesto ed in maniera da dare espressione al proprio mondo personale, vale a dire immettendo nelle azioni qualcosa della sua anima. Serve un risveglio educativo in grado di sollecitare nelle persone il desiderio dell’azione libera e innovativa: «Il fatto che l’uomo 16 A. SEN, Lo sviluppo è libertà, Mondadori, Milano 2000. QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 16 sia capace d’azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. E ciò è possibile solo perché ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo nella sua unicità»17. Si incrocia qui il legame tra energia e lavoro, questa volta in senso decisamente esistenziale: svolgendo un lavoro buono, l’essere umano si pone in un rapporto positivo con gli altri ed il reale, un rapporto di servizio, riconosce e mobilita i suoi talenti e le sue risorse, le pone a disposizione del bene altrui, contribuisce all’umanizzazione del mondo e si rende consapevole di esistere, scoprendo la propria autentica identità. Questa prospettiva morale ci porta al centro dei valori che debbono sostenere la cultura professionale, dell’importanza di fornire – di far scoprire in maniera sensibile – agli allievi uno scopo buono da porre alla base della loro esistenza e del suo continuo perfezionamento. È qui che si trova la giusta disposizione della persona che opera in senso sostenibile: essa lo fa in definitiva per essere felice, in un rapporto di condivisione con gli altri e con la realtà. I tre ambiti della linea guida Sulla scorta di quanto indicato, la linea guida prevede tre livelli di proposta: 1. Il livello formativo generale, valido per tutti gli allievi dei corsi di Istruzione e Formazione Professionale. 2. Il livello professionale riferito alle figure che si occupano specificamente delle tematiche degli impianti e del risparmio energetico. 3. Il livello tecnico per amministratori ed economi riguardante le soluzioni energetiche per le case salesiane. Vis ta la sua peculiarità, e tenuto conto delle modifiche che apporta all’impianto degli standard formativi nazionali, la linea guida rappresenta una sperimentazione da realizzare in specifiche Regioni, sotto l’egida di Tecnostruttura. Il riferimento è al sistema di Istruzione e Formazione Professionale, quindi ai giovani, ma è stata elaborata in modo tale da poter essere proposta anche agli adulti, sia come approccio globale sia sotto forma di moduli formativi ad hoc. 17 H. ARENDT, Vita Activa. La condizione umana, Bompiani, Milano 1999, p. 129. 17 «Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo». Mahatma Gandhi Introduzione «Da Dio la Terra è stata data all’Uomo «perché la coltivasse e la custodisse » (Gen 2,15). Quando si dimentica questo principio, facendosi tiranni e non custodi della natura, questa prima o poi si ribellerà» (Giovanni Paolo II «Giornata del ringraziamento» 11 Novembre 2000). L’uomo, figlio di Dio, è quindi custode della Terra intesa come «insieme delle condizioni fisiche, chimiche e biologiche in cui si può svolgere la vita di comunità di organismi»18. La Scuola è uno dei principali soggetti educativi in grado di veicolare il senso di queste verità negli alunni fin dalla più tenera età. Per quanto ci riguarda, sono proprio le scuole salesiane, coi loro corsi di Istruzione e Formazione Professionale, le più idonee a coniugare il senso cristiano dell’esistenza con la necessità di adempiere anche al dovere di una civile e responsabile convivenza. Il mezzo che appare più idoneo a promuovere una tale e complessa sensibilità è l’introduzione di specifici moduli formativi di Educazione Ambientale per tutti gli allievi IeFP sotto forma delle Unità di Apprendimento, nella convinzione, tuttavia, che un vero risultato positivo potrà essere ottenuto solo col coinvolgimento di tutto il corpo docente che dovrà insegnare ciascuna disciplina alla luce dei principi sopra accennati. I riferimenti per tale intervento sono: • l’obbligo di istruzione, che l’Istruzione e Formazione Professionale ha assunto come standard formativo per i primi due anni (DM 22.08.2007); * Sede Nazionale CNOS-FAP 18 L. GOBBI-A. GRIPPA, Il Sistema Ambiente, Aracne, Roma, 2010. Una proposta formativa per tutti gli allievi dei corsi di Istruzione e Formazione Professionale Giulia Norcia* 18 • gli standard formativi del terzo e quarto anno (accordo Stato-Regioni del 17.1.12, all. 4). Obbligo di istruzione Il tema della educazione ambientale si riscontra primariamente nell’ambito dell’asse culturale scientifico-tecnologico, per il quale si indica come obiettivo determinante «rendere gli alunni consapevoli dei legami tra scienza e tecnologie, della loro correlazione con il contesto culturale e sociale con i modelli di sviluppo e con la salvaguardia dell’ambiente, nonché della corrispondenza della tecnologia a problemi concreti con soluzioni appropriate ». Ciò si riscontra in particolare nella competenza “Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale e riconoscere nelle sue varie forme i concetti di sistema e di complessità”, che così si articola in Abilità/capacità e Conoscenze: Vi è poi la competenza “Analizzare qualitativamente e quantitativamente fenomeni legati alle trasformazioni di energia a partire dall’esperienza”, così articolata: 19 Inoltre è coinvolta la competenza “Essere consapevole delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate”. Va considerata pure l’asse della lingua italiana, nel quale è prevista la competenza “Utilizzare gli strumenti fondamentali per una fruizione consapevole del patrimonio artistico”, che viene così articolata: QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 Anche l’asse storico sociale prevede una competenza coerente con il nostro intento, ovvero “Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio”. Infine, sono rilevanti in tema di educazione ambientale i contributi della matematica, dell’educazione corporea e della religione la quale non è assolutamente aggiuntiva alle altre, ma fornisce la prospettiva di fondo per motivare da parte degli allievi l’assunzione di una responsabilità nella cura del creato in quanto partecipi dell’opera creatrice di Dio. Standard formativi del terzo e quarto anno Gli standard integrativi per il terzo e quarto anno sono piuttosto deludenti poiché non parlano né di energia, né di sostenibilità. Possono essere utili le competenze scientifico matematiche, così articolate: 20 Inoltre quelle storico socio-economiche: 19 E. BLOCH, Lo spirito dell’utopia, Sansoni, Firenze, 2004. I corsi si tradurranno in progetti che sensibilizzeranno i ragazzi fin dal primo anno di scuola, in ordine alle principali tematiche ambientali, e orienteranno i singoli comportamenti verso atteggiamenti rispettosi nei confronti dell’uomo e dell’ambiente. In particolare, dovranno essere affrontati i temi del risparmio energetico e idrico; dei rifiuti e della raccolta differenziata; dell’educazione alimentare, dello sviluppo sostenibile e dei principali problemi ambientali che riguardano il pianeta (e di conseguenza anche il territorio locale) ed infine del corretto uso delle risorse e del rispetto del bene comune. L’Educazione Ambientale non deve essere intesa solo come mero “ampliamento del sapere”; essa porta a considerare situazioni in cui i ragazzi dovranno essere protagonisti ed in cui le attività hanno un senso di “presa diretta” con la realtà. In tal modo il ragazzo viene collocato in una posizione ben determinata: il SUO territorio, la SUA famiglia, la SUA comunità (i suoi fratelli), la SUA realtà. Attraverso le attività proposte a partire dall’asse scientifico tecnologico e la loro necessaria integrazione e correlazione con gli altri assi culturali e discipline, viene creata anche l’occasione per aumentare, nei ragazzi, la visione unitaria del sapere ed il senso di appartenenza alla famiglia e al territorio. È necessario che venga utilizzato un metodo induttivo, attraverso cui lo studente riesca a giungere a conoscenze rigorose basate su dati personalmente raccolti e rielaborati con l’aiuto del suo gruppo di ricerca e del docente formatore. È altrettanto necessario creare condizioni tali da permettere allo studente di manifestare quella grinta, quella voglia di dire “VOGLIO, POSSO e RIUSCIRÒ”. Ernst Bloch nel 1918 scriveva in “Spirito dell’utopia”: “Gli uomini sono molto pericolosi per la propria specie come nessun altro animale per un altro. Ma sono anche in grado di portare luce a questa specie .... come nessun fuoco esterno può fare”19. La proposta allora è: visto il rapporto di interazione uomo-ambiente come un sistema il cui equilibrio è sempre più problematico, perché non far sì che, tramite l’assunzione di una responsabilità piena di cura del Creato, i ragazzi si rendano conto di quanto siano partecipi di questo sistema e responsabili del mantenimento di questo equilibrio affinché diventino portatori di luce nella loro comunità? Come si può capire, per noi è centrale l’esigenza di uscire dall’astrattezza e dall’inerzia dei saperi, per adottare una modalità di inserimento positivo 21 dei ragazzi nella realtà, colta a partire da una visione morale ed etica ed inserita in una prospettiva culturale e pedagogica. Questo vuol dire proporre in maniera integrata: 1. uno specifico discorso naturalistico che favorisca un approccio originale con le risorse ambientali ed un autentico rispetto dell’ambiente stesso; 2. una concreta esperienza educativa che concorra alla costruzione di una mentalità ambientalista; 3. l’esigenza, come già accennato, di coniugare la comprensione dei problemi ambientali con quella dei problemi sociali, storici, economici, ecc. Proporre dunque un’Educazione Ambientale che associ alla difesa dell’ambiente la ricerca di più sentiti equilibri tra uomo e natura20. Dal punto di vista operativo, l’ambiente va prima di tutto vissuto ponendo i ragazzi nella condizione di essere attivi, di percepire in prima persona la dinamicità della relazione con la natura. Per questo motivo, proponiamo un manifesto per la cura del Creato, dono di Dio, dove si indicano in modo diretto e piano i principi di una corretta relazione dei ragazzi nei confronti della realtà in cui sono inseriti. 20 S. VITALE, L’educazione Ambientale: finalità e metodologie. Disponibile all’indirizzo web: http://www.piemonte.cemea.it/ed_ambientale/pdf/Idee_CEMEA_Ambiente.pdf. Ultimo accesso 24 marzo 2014. QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 22 23 La proposta formativa La proposta formativa si articola in diversi ambiti: – l’energia: l’idea di fondo è quella di promuovere un’immagine più concreta di energia. Il problema energetico interessa la vita di ognuno di noi ed è importante che ogni individuo sviluppi sensibilità e coscienza critica verso tale problema, in modo da ridurre gli sprechi e utilizzare meglio le varie fonti energetiche. – Il cibo e le nostre abitudini alimentari: lo scopo è quello di rendere i ragazzi consapevoli che le loro scelte d’acquisto e le loro abitudini alimentari possono avere conseguenze sia positive che negative sull’ambiente e sulla società. “Al termine del sesto giorno della creazione Dio disse ad Adamo ed Eva: “Vi do tutte le piante con il proprio seme, tutti gli alberi da frutta con i propri semi. Così avrete il vostro cibo” (Gen 1,23). – L’acqua: partendo dalle conoscenze dei ragazzi sul tema proposto si costruisce un percorso che, da osservazioni scientifiche, ricerche da fonti orali sul passato di nonni e genitori, verifica dei modi attuali di approvvigionamento nelle nostre città, presentazione di realtà diverse dalle nostre, ricerca di soluzioni, si arriva alla consapevolezza che l’acqua è un bene disponibile, ma non inesauribile, di inestimabile valore. – Gli alberi e la carta: lo scopo dell’Unità di Apprendimento è quella di sensibilizzare gli studenti sul rispetto degli organismi vegetali e del materiale che da essi deriva, puntando sull’importanza che gli alberi hanno sulla nostra vita (produzione di ossigeno, mantenimento della stabilità dello strato superficiale del terreno) e sulla necessità di salvaguardare la loro presenza su aree sempre più estese (lotta contro la deforestazione irresponsabile). – Il problema dei rifiuti e l’importanza della raccolta differenziata: l’idea è quella di rendere gli allievi coscienti del problema, impegnati in un’attività di ricerca sulle modalità della raccolta differenziata, del riuso e del consumo responsabile. Su questo ambito assume un particolare significato l’esigenza di coinvolgere l’intera comunità scolastica sulla necessità di adottare comportamenti virtuosi. Nel quadro delle attività che noi conduciamo gli strumenti pedagogici che vengono privilegiati sono: – la sperimentazione diretta, – l’osservazione, – la comparazione, – la costruzione di ipotesi, – il contatto fisico ed emotivo, – l’uso di strumentazione tecnica per la realizzazione di manufatti, – l’uso di strumenti di ricerca sia cartacei che multimediali. I destinatari principali del progetto sono, ovviamente, gli allievi, i futuri cittadini. Ma è altresì importante sottolineare che anche i direttori dei CFP e il personale docente deve essere coinvolto in maniera attiva nella proposta. Il formatore non solo sarà preparato dal punto di vista teorico ma dovrà anche essere un QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 24 esempio concreto per gli allievi, attuando le iniziative proposte anche all’interno della struttura. Ad esempio, si può partire dal tema delle raccolta differenziata (mettendo i secchi appositi all’interno dell’aula insegnanti o nel cortile dei ragazzi) per giungere al tema più complesso delle fonti energetiche rinnovabili attraverso l’installazione di pannelli solari sugli edifici dei centri professionali. Inoltre l’atteggiamento, il modo di porsi dell’educatore che accompagna gli allievi è un elemento essenziale: non si tratta di fornire ricette, né risposte preconfezionate. Egli non si deve porre come indiscusso ed indiscutibile esperto, ma deve essere colui che favorisce l’elaborazione di una risposta, provocando deduzioni, sollecitando l’attenzione individuale e la cooperazione del gruppo, fornendo al momento opportuno le informazioni necessarie, facendo infine giungere le esperienze ad una visione più ampia e globale. Anche il linguaggio va curato: deve essere, in primo luogo, adatto all’età e al livello culturale dei ragazzi senza perdere la dimensione di una efficace informazione scientifica; è importante non cadere nell’enfasi di un “gergo scientifico” né nella banalità di un linguaggio infantilizzato e scorretto. Si tratta, quindi, di stabilire un equilibrio relazionale che mantenga viva la curiosità dei ragazzi, che inviti al piacere di stabilire connessioni via via più ragionate ed ampie, al gusto di una serena ricomposizione tra esperienza e concettualizzazione. Un comportamento scientifico può scattare se non ci si accontenta della rappresentazione della realtà ma la si vuol conoscere in quanto tale. In questo modo nasce un bisogno, il bisogno di conoscenza: il nostro compito è quello di suscitare nei ragazzi bisogni, curiosità, attenzione, senso critico ed autonomia. La proposta che avanziamo può essere riassunta nel seguente schema: 25 QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 Le Unità di Apprendimento 26 (Segue) 27 QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 (Segue) 28 29 QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 (Segue) 30 (Segue) 31 QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 32 (Segue) 33 QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 (Segue) 34 35 QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 (Segue) 36 (Segue) 37 QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 38 (Segue) 39 QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 (Segue) 40 Bibliografia e sitografia consigliata Volumi e riviste Ministero dell’Ambiente, ENEA, (2000), Nuovo piano nazionale per lo sviluppo sostenibile, Roma Ministero dell’Ambiente (2001), Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia, Roma. Regione Liguria (2000), Linee guida per la certificazione ambientale di un ente locale, Genova. Regione Toscana (1999), Sviluppo sostenibile - linee guida per le Agende 21 locali in Toscana, Firenze. MALAVASI P. (2008), Pedagogia verde 2008 - La Scuola, Brescia. MALAVASI P. (2011), L’ambiente conteso, Vita e Pensiero, Milano. STROLLO M.R. (2006), Ambiente, cittadinanza, legalità, FrancoAngeli, Milano. Etica per le professioni – Dossier Green economy al lavoro –2/2013 – Rivista quadrimestrale - Fondazione Lanza, Bologna. Bibliografia elettronica http://asa.unicatt.it/ News sull’ambiente e sulle fonti energetiche (ultimo accesso 22/04/2014). http://it.wfp.org/ Programma alimentare mondiale (ultimo accesso 22/04/2014). www.ambienteambienti.com Web magazine sull’Ambiente e sull’Energie rinnovabili, cultura del territorio (ultimo accesso 22/04/2014). www.ansa.it/ nella sezione Ambiente&energia News sull’ambiente e sulle fonti energetiche www.bioecogeo.com Portale di Ecologia, Ambiente e Cultura a 360° (ultimo accesso 22/04/2014). www.comune.bolzano.it/UploadDocs/5201_Ambiente_fa_Scuola.pdf Portale contenente sussidi interessanti sui progetti Scuola-Ambiente (ultimo accesso 22/04/2014). www.piemonte.cemea.it Sito contenente materiali (articoli compresi) utili per l’educazione ambientale a scuola (ultimo accesso 22/04/2014). www.corriere.it Sono presenti, in archivio, articoli contro lo spreco alimentare (ultimo accesso 22/04/2014). www.dietandcancerreport.org Sito di un Istituto statunitense che effettua ricerche sull’origine e possibile prevenzione dei tumori (ultimo accesso 22/04/2014). www.eat-ing.net Portale che contiene sussidi didattici sugli alimenti e la loro provenienza (ultimo accesso 06/05/2014). www.ecoage.com Sito che contiene video utili sugli argomenti Energia, Ambiente ed Ecotecnologie (ultimo accesso 06/05/2014). www.energyineducation.ie Contiene utili suggerimenti per allievi e insegnanti sul risparmio energetico a scuola (ultimo accesso 06/05/2014). 41 www.enea.it Sito dell’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ultimo accesso 06/05/2014). www.eniscuola.net Sito che contiene iniziative per le scuole di argomento scientifico, nella sezione energia e ambiente (ultimo accesso 06/05/2014). www.farmtoschool.org Iniziative promosse negli US per sensibilizzare il mondo della Scuola sulla questione ambientale (ultimo accesso 06/05/2014). www.fonti-rinnovabili.it sito di legambiente (ultimo accesso 06/05/2014). www.genitronsviluppo.com Blog sull’innovazione ecosostenibile (ultimo accesso 06/05/2014). www.greenme.it Idee per il riciclo. Notizie dal mondo su questo argomento (ultimo accesso 06/05/2014). www.intered.org/node/639 un sito in lingua spagnola per uno stile di vita sostenibile (ultimo accesso 06/05/2014). www.isprambiente.gov.it/it Approfondimenti su LCA ed Ecolabel (ultimo accesso 06/05/2014). www.lca-net.com/ Valutazione del ciclo di vita di un alimento (ultimo accesso 06/05/2014). www.lexambiente.it Rivista giuridica online con articoli sui diversi temi ambientali (ultimo accesso 06/05/2014). www.pollicegreen.com Consigli su come creare un’aiuola (ultimo accesso 06/05/2014). www.portalsole.it Sito in cui è possibile calcolare il consumo energetico medio della propria abitazione (ultimo accesso 06/05/2014). www.scuola.corepla.it Possibilità di organizzare visite guidate nelle centri di selezione dei materiali (ultimo accesso 06/05/2014). servizi.enel.it/visitacentrali/it/Visita virtuali nelle centrali che producono energia rinnovabile e non (ultimo accesso 06/05/2014). www.tuttogreen.it Sito in cui viene affrontato il tema del consumo dell’acqua (ultimo accesso 06/05/2014). www.verdenatura.net Possibilità di consultare articoli sul riciclaggio e riutilizzo dei materiali (ultimo accesso 06/05/2014). www.wwf.ch Esempio di sito in cui è possibile calcolare la propria impronta ecologica (ultimo accesso 06/05/2014). www.wwf.it Iniziative Scuola-ambiente. Sussidi didattici per insegnanti e allievi (ultimo accesso 06/05/2014). www.youtube.com/ (ultimo accesso 06/05/2014). Video: - “Home-la nostra Terra” - “dall’inquinamento atmosferico all’energia pulita” - “ricicliamoci” - “tipi di inquinamento” - “non beviamoci su” - “Report-risparmio energetico” - “una vita sostenibile al PeR parco dell’energia rinnovabile QUADERNI • ANNO 31 / n° 3 - 2015 Sommario .................................................................................................. 3 Valore educativo e culturale del tema energetico e della sostenibilità (Dario Nicoli)........................................................ 5 Una linea guida speciale....................................................................... 5 Energia come risorsa ............................................................................ 8 Lo sviluppo sostenibile ed il principio etico della responsabilità...... 9 Contro le risposte utilitaristiche e catastrofistiche: il creato è sacro perché di Dio ............................................................. 10 Per una pedagogia della meraviglia e della responsabilità ................ 12 L’energia che manca maggiormente: la forza di volere il bene e di perseguirlo con coraggio ..................... 14 I tre ambiti della linea guida................................................................ 16 Una proposta formativa per tutti gli allievi dei corsi di Istruzione e Formazione Professionale (Giulia Norcia)....................................... 17 Introduzione.......................................................................................... 17 La proposta formativa .......................................................................... 23 Le Unità di Apprendimento.................................................................. 25 Bibliografia e sitografia consigliata ..................................................... 40 Indice ....................................................................................................... 43 Indice 43 Tip.: Istituto Salesiano Pio XI - Via Umbertide, 11 - 00181 Roma Tel. 06.78.27.819 - Fax 06.78.48.333 - E-mail: tipolito@donbosco.it Luglio 2015

Pages