Le parole e i gesti di Francesco

Il “VOCABOLARIO” di Papa Francesco  

Fin dalle prime parole pronunciate in piazza San Pietro la sera della sua elezione, da quel semplice “buona sera”, un aspetto è apparso chiaro del carisma di questo papa venuto “quasi dalla fine del mondo”: sapeva parlare al cuore della gente perché usava un linguaggio semplice, diretto, quotidiano. A questa franchezza, poi, Francesco ha sempre accostato l’uso di gesti e immagini tratte dall’esperienza comune, dosate con un pizzico di creatività. 
Ne è nato un suo personale vocabolario, che nel tempo si è arricchito, fino a diventare strumento di comunicazione e di relazione. Oggi chi non ha familiari parole quali “chiacchiericcio”, “clericalismo”, “globalizzazione dell’indifferenza”, “terza guerra mondiale a pezzi”, “odore delle pecore”, “chiesa come un ospedale da campo”, “cultura dello scarto”, ecc. 
Questo aspetto della personalità di Francesco, oggi, è universalmente sottolineato. 
Antonio Carriero ha avuto il merito, non scontato allora, di aver colto da subito la portata e l’importanza del modo di comunicare di Francesco ed ha scritto il bel libro che vogliamo segnalare.  
Delle 50 parole raccolte nel volume ne segnaliamo 10, commentate da giornalisti o scrittori: 

  1. Buon giorno (Pier Cesare Rivoltella) 
  2. Clericalismo (Fabio Colagrande) 
  3. Creato (Deborah Castellano Lubov) 
  4. Educazione (Salvatore Mazza) 
  5. Immigrato (Marco Ronconi) 
  6. Indifferenza (Matteo Liut) 
  7. Martire (Monica Mondo) 
  8. Misericordia (Mauro Mantovani)
  9. Periferia (Jesús Colina Diez) 
  10. Scarto (Chiara Giaccardi) 

Scrive Carriero: Questo vocabolario servirà per diffondere tra la gente il messaggio di Papa Francesco in pieno stile Vaticano Secondo. Il mio augurio è che anche il nostro personale vocabolario umano possa arricchirsi delle parole di fede di papa Francesco.  

L’«ENCICLICA DEI GESTI» di Papa Francesco  

Da qualche parte è nato un aforisma che dice più o meno così: “Giovanni Paolo II era un papa da guardare, Benedetto XVI un papa da ascoltare, Francesco un papa da incontrare”. Anche se non sempre simili classificazioni vanno prese per oro colato, ci sembra di poter dire che questo aforisma contenga una sua verità. Il senso prevalente (vista, udito, tatto) con cui si entra in rapporto con un personaggio pubblico dice infatti moltissimo anche del suo modo di essere. Non c’è dubbio, pertanto, che per Giovanni Paolo II quel senso fosse la vista. Il pontefice polacco usava comunicare non soltanto con la parola, ma anche con la gestualità così come è altrettanto certo che Benedetto XVI ha sempre avuto nella parola ragionata il suo puto di forza, un papa da ascoltare (e poi da leggere e ri-leggere), mentre con Francesco si aggiunge un ulteriore modo di comunicare. Il senso maggiormente stimolato quando si entrava in contatto con lui era il tatto. L’incontro si articolava, infatti, in una serie di gesti che sono apparsi fin dai primi giorni del pontificato assolutamente innovativi nella loro familiare semplicità. Sono in molti, ormai, ad affermare che la ragione del suo successo risieda nel fatto di aver sdoganato i gesti della normale quotidianità anche nella veste di Pontefice. 

Mimmo Muolo ha avuto il merito, a nostro giudizio, di aver colto un aspetto che oggi è chiaro a tutti ma che appariva stimolante sin dagli inizi del Pontificato. L’idea è nata all’interno di un Convegno con l’affermazione “Papa Francesco sta scrivendo con il suo pontificato una enciclica dei gesti”. L’immagine è molto suggestiva. Con i suoi gesti Papa Francesco esercitava il suo magistero – e l’enciclica è la forma più alta del magistero di un Pontefice - come quando scriveva testi quali “Fratelli tutti”, “Laudato sì”, ecc. 

Mimmo Muolo nel suo libro ha diviso l’enciclica dei gesti in quattro parti: 

  • I gesti della quotidianità. Se già san Giovanni Paolo II ci aveva abituati con le sue gite in montagna, con la sua tavola sempre aperta agli ospiti, con la sua fisicità a una certa desacralizzazione di alcuni ambiti della vita privata di un pontefice, è con Francesco che la vita quotidiana del papa perde definitivamente quell'alone di mistero che l'aveva connotata nei secoli. Il messaggio che arriva chiaro e forte alla gente è: il Papa è come gli altri, cerca di vivere come ogni uomo del nostro tempo. E l'effetto non è la banalizzazione o lo sminuirsi del ruolo. Succede anzi tutto il contrario. Quei comportamenti, assolutamente normali, diventano eccezionali agli occhi degli osservatori ed esprimono così una prossimità alla gente che si fa essa stessa magistero vivente e vissuto. Il ponte è così definitivamente costruito e il Papa «uno di noi» può dialogare con gli uomini e le donne di questo tempo da pari a pari, rendendo in tal modo molto più incisivo l'annuncio del Vangelo. 
  • I gesti della carità e della misericordia. Sono i gesti che hanno tradotto le linee portanti del Giubileo e del pontificato. Papa Francesco ha dato vita ai «venerdì della misericordia», ai giovedì santi fuori dal Vaticano, alle visite in luoghi simbolo della sofferenza. Si possono aggiungere gli incontri in carcere e negli ospedali e molti altri episodi, come ad esempio le opere a favore dei senza fissa dimora che vivono nei pressi della Città del Vaticano. Sono quelli che diremmo più naturalmente vicini al «sentire» di papa Bergoglio e che perciò colpiscono maggiormente l'opinione pubblica.
  • I gesti “pastorali” in senso classico. Sono l’indizione dell’Anno Santo straordinario, il rapporto con i giovani, i Sinodi sulla famiglia, la riforma della curia, le nomine dei cardinali non più legate alle sedi tradizionalmente cardinalizie, ma secondo una geografia variabile e dettata in ultima analisi dalla «teologia delle periferie», l'ecumenismo dei grandi incontri (con il patriarca di Mosca, Kirill, in primo luogo). La misericordia che costruisce ponti è anche qui il principio ispiratore, all'insegna di uno stile che tende a rovesciare il principio del «si era sempre fatto così», per battere nuove strade rispetto alla semplice conservazione dell’esistente.
  •  I gesti della comunicazione. Il Papa social, le molte interviste, le conferenze stampa «senza rete» in aereo, la lingua creativa di Bergoglio, l’omiletica di Santa Marta, vero e proprio laboratorio del suo magistero, sono alcuni tra i momenti più innovativi del pontificato. E anche in questo caso si può dire che un selfie può valere più di un discorso, perché arriva dritto al cuore dell'interlocutore, colmando distanze che fino a qualche tempo fa sembravano insuperabili. Riteniamo stimolante offrire al lettore un assaggio di questo libro, riportando il capitolo sui gesti della comunicazione, convinti di offrire un contributo utile per gustare questa originale enciclica, l’enciclica dei gesti. 

Così l’autore conclude il suo volume: Davvero Francesco è il papa dell’incontro. Ha fatto dell’incontro l’alfabeto, la grammatica e la sintassi del suo magistero. Sia quando abbraccia i poveri e i malati, sia quando si concede, con una frequenza mai vista prima per un Pontefice, alle interviste de giornalisti, sia infine quando rende trasparente i muri della sua esistenza quotidiana, cosicché tutti possano vedere che le sue raccomandazioni di semplicità, sobrietà, relazioni vere e profonde non sono mere “prediche” ma vita vissuta. 

Successo formativo CNOS-FAP: l'85% degli allievi completa positivamente il percorso

Il percorso di formazione professionale rappresenta una tappa fondamentale nella crescita dei giovani, un momento di costruzione della propria identità personale e lavorativa. Ma quanto è efficace questo cammino? Come misurare concretamente i risultati ottenuti?
La Fondazione CNOS-FAP ha da poco concluso il secondo monitoraggio nazionale sulla "Tenuta Formativa" dei propri Centri di Formazione Professionale, un'analisi approfondita che ha coinvolto quasi 11.000 allievi e che restituisce un quadro significativo dell'efficacia del modello educativo proposto.
Dai risultati emerge che l'85% degli studenti completa con successo il proprio percorso formativo, un dato che testimonia la solidità di un approccio che mette al centro la persona nella sua integralità, guardando non solo all'acquisizione di competenze tecniche, ma alla crescita completa dell'individuo. 
In alcune aree geografiche e in specifici settori, la percentuale di successo formativo supera addirittura il 90%, risultato che dimostra come un ambiente educativo positivo e stimolante possa fare la differenza nella vita dei giovani.
Il monitoraggio non si limita a registrare i successi, ma analizza anche le situazioni in cui emergono criticità: l'8,29% degli studenti riporta esiti negativi, mentre il 6,56% abbandona il percorso. È proprio su queste percentuali che si concentra l'impegno dei formatori, nella convinzione che ogni giovane meriti un'opportunità concreta di realizzazione.

Una seconda opportunità che funziona
Un dato particolarmente significativo emerge dall'analisi dei percorsi di provenienza degli allievi: il 15,78% proviene dalla scuola secondaria di II grado. Questo conferma il valore della formazione professionale come "seconda opportunità" per quei ragazzi che faticano a trovare la propria strada nel sistema scolastico tradizionale e che, grazie all'approccio pratico e personalizzato dei CFP, riescono a riprendere con successo il proprio percorso formativo.

E dopo l'abbandono?
Particolarmente interessante è l'analisi delle scelte dopo l'eventuale ritiro dal percorso formativo. I dati mostrano che il 17,6% dei ragazzi che lasciano un CFP sceglie di iscriversi a un altro centro di formazione professionale, mentre il 15,4% rientra nel sistema scolastico tradizionale. Un ulteriore 13,3% entra direttamente nel mondo del lavoro.
Questi numeri dimostrano che anche in caso di abbandono, i giovani tendono a ricercare alternative formative o professionali, piuttosto che rimanere inattivi. Solo il 4,7% degli studenti che abbandonano non continuano a studiare e non lavorano (NEET), un dato inferiore rispetto ai periodi precedenti, che dimostra l’efficacia di alcuni interventi di orientamento e sostegno messi in atto sia dai CFP che da altre istituzioni.
Questi risultati ci incoraggiano nel continuare ad impegnarci quotidianamente in una formazione professionale di qualità, che sappia rispondere alle esigenze dei giovani e del mercato del lavoro, promuovendo percorsi formativi inclusivi e personalizzati che valorizzano i talenti di ciascuno.

Nuova pubblicazione sui discorsi di Papa Francesco ai giovani: un invito all'educazione integrale

Una pubblicazione che fa seguito a un percorso editoriale

Edita a marzo 2025 dalla Fondazione CNOS-FAP ETS, questa nuova raccolta completa la precedente pubblicazione uscita a febbraio. Il volume riunisce i discorsi di Papa Francesco rivolti al mondo giovanile ed educativo, offrendo una bussola per orientarsi nel complesso panorama contemporaneo.
Come evidenziato nella presentazione curata da Francesco Macrì, non si tratta di "paterne e bonarie esortazioni moralistiche", ma di "dense sintesi di tematiche socio-pedagogiche" che offrono "una lucida lettura della complessa realtà nella quale tutti siamo immersi" e "puntuali indicazioni di come bisognerebbe comportarsi per vivere in pienezza la propria libertà e dignità umana".

Le sfide del nostro tempo

La pubblicazione delinea con chiarezza lo scenario attuale: dai rapidi sviluppi tecnologici alle disuguaglianze globali, dalla crisi ambientale alle migrazioni forzate, dall'inaridimento delle relazioni interpersonali alla crescente virtualizzazione dell'esperienza umana.
Di fronte a queste sfide, il testo non propone una visione rassegnata, ma stimola all'impegno e all'azione. L'obiettivo è "scuotere le coscienze" e "stimolare le potenziali capacità di ciascuno" per modificare "questo mondo malato" e aprire "vie nuove verso un futuro diverso e migliore".

Il "Patto educativo globale" come risposta

Il cuore della pubblicazione è costituito dal "Patto educativo globale" proposto da Papa Francesco, un'alleanza che coinvolge famiglie, scuole, università e istituzioni per formare persone capaci di "superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un'umanità più fraterna".
Questo patto si articola attorno ad alcuni principi fondamentali:

  • Il potere trasformativo dell'educazione: "L'educazione ha un grande potere di trasformazione. Con l'educazione è possibile rompere i determinismi e i fatalismi."
  • Dal "io" al "noi": "Bisogna mettersi in rete e fare rete, entrare in connessione, lavorare in sinergia e in armonia."
  • La libertà orientata al bene: "La libertà guidata dall'amore è l'unica che rende liberi gli altri e noi stessi."
  • La cura della casa comune: "La terra è un dono dato da Dio affinché con Lui possiamo farlo nostro... siamo invitati ad averne cura, a proteggerla, custodirla."
  • Il dialogo come metodo: "Il dialogo educa quando la persona si relaziona con rispetto, stima, sincerità d'ascolto e si esprime con autenticità."
  • Il diritto alla speranza: "È il diritto a non essere invasi quotidianamente dalla retorica della paura e dell'odio."
  • L'alleanza educativa: "Bisogna favorire una nuova 'complicità' tra insegnanti e genitori... mettendosi nei panni gli uni degli altri."
  • L'ecologia integrale: "Non si tratta solo di dare alcune nozioni... si tratta di educare a uno stile di vita basato sull'atteggiamento della cura."
  • Il linguaggio triplice: "È necessario che i tre linguaggi entrino in gioco: il linguaggio della mente, il linguaggio del cuore e il linguaggio delle mani."
Affrontare le nuove sfide tecnologiche

Un'attenzione particolare è dedicata all'impatto delle nuove tecnologie, in particolare dell'intelligenza artificiale. La pubblicazione sottolinea l'importanza di educare al pensiero critico nell'uso di questi strumenti, per evitare che la tecnologia diventi un fine in sé stessa anziché un mezzo al servizio dell'uomo.
"L'educazione all'uso di forme di intelligenza artificiale dovrebbe mirare soprattutto a promuovere il pensiero critico," si legge nel testo, evidenziando la necessità di sviluppare nei giovani "una capacità di discernimento nell'uso di dati e contenuti raccolti sul web o prodotti da sistemi di intelligenza artificiale".

L'impegno per una formazione che guarda al futuro

La pubblicazione si conclude con un invito ai giovani a essere "protagonisti di una nuova coreografia che metta al centro la persona umana" e a "sostituire le paure coi sogni". In un mondo segnato da conflitti e divisioni, l'educazione integrale promossa dalla Fondazione CNOS-FAP si propone come strumento per formare non solo professionisti competenti, ma persone capaci di contribuire alla costruzione di una società più giusta, inclusiva e fraterna.
Questa raccolta rappresenta quindi una risorsa preziosa per educatori, formatori e per tutti coloro che sono impegnati nell'accompagnare i giovani nel loro percorso di crescita umana e professionale, incarnando nella pratica quotidiana l'invito a essere "protagonisti di inclusione e fraternità" in un tempo dominato dalla cultura dello scarto.

Le sfide e le speranze del lavoro: il messaggio CEI per il 1° maggio 2025

La Conferenza Episcopale Italiana ha pubblicato il suo messaggio per la Festa dei Lavoratori 2025, dal titolo "Il lavoro, un'alleanza sociale generatrice di speranza". Il documento si inserisce nel contesto dell'Anno giubilare e propone una riflessione profonda sulle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro.
I Vescovi italiani non nascondono le difficoltà che caratterizzano l'attuale mercato del lavoro: la crisi demografica che vedrà presto uscire dal mercato la generazione più numerosa, la problematica integrazione dei lavoratori immigrati, il disallineamento tra competenze richieste e offerte, e la tendenza globale a comprimere costi e dignità del lavoro per aumentare la competitività.
Particolare attenzione viene dedicata alle condizioni di precarietà che si celano dietro statistiche sulla disoccupazione apparentemente positive, alla discriminazione delle donne nel mondo del lavoro e alla persistente mancanza di sicurezza che continua a mietere vittime.
Nonostante questo quadro complesso, il messaggio individua diversi segnali di speranza: dai contratti che valorizzano formazione permanente e welfare alle relazioni virtuose tra datori di lavoro e dipendenti, dall'esperienza trentennale del Progetto Policoro che forma giovani animatori di comunità al modello dell'economia civile attento alla sostenibilità.
Il documento si conclude con un appello alla responsabilità collettiva, ricordando che "il mercato siamo noi" e che la "mano invisibile" non è sufficiente a risolvere i problemi attuali. Serve l'impegno concreto di tutti per trasformare le sfide in opportunità e costruire un futuro lavorativo più giusto e umano.
Il messaggio, pubblicato nella Solennità di San Giuseppe, patrono dei lavoratori, rappresenta un invito a fare del lavoro un autentico segno di speranza in questo Anno giubilare.

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Progetto di ricerca nazionale sulla figura del tutor nei CFP CNOS-FAP

Un progetto strategico per la formazione professionale

Lo scorso anno la Fondazione CNOS-FAP ha lanciato un ambizioso progetto di ricerca triennale focalizzato sulla figura del Formatore-Tutor, elemento centrale nei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale. L'iniziativa, che si sviluppa nel periodo 2024-2026, nasce dalla necessità di definire con maggiore precisione il ruolo e le funzioni di questa figura professionale, particolarmente rilevante nell'accompagnamento dei giovani durante il loro percorso formativo.
Il progetto si inserisce nel contesto del nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per la Formazione Professionale 2024-2027, che ha delineato in modo ampio i principi e le funzioni di questa figura. Tuttavia, la complessità del ruolo richiede un'analisi più approfondita, che tenga conto sia degli studi teorici, sia della prassi consolidata nei diversi CNOS-FAP regionali, sia del quadro di riferimento salesiano per l'Istruzione e Formazione Professionale.

Una metodologia articolata in quattro fasi

La ricerca adotta un approccio empirico articolato in quattro fasi principali:

  • Fase esplorativa: raccolta di dati quantitativi e descrittivi sul ruolo del tutor nei vari contesti, coinvolgendo direttori, coordinatori e tutor dei CFP. Questa fase mira a descrivere lo stato dell'arte a livello nazionale, valutando elementi di continuità e peculiarità locali.
  • Fase di ascolto degli allievi: raccolta del punto di vista degli studenti per identificare eventuali scostamenti tra quanto rilevato tra i referenti e i vissuti dei destinatari finali. Un passaggio fondamentale per garantire che il ruolo del tutor risponda effettivamente alle esigenze di chi ne beneficia.
  • Fase di restituzione e confronto: condivisione dei risultati con i referenti per discutere quanto emerso e valutarne le potenzialità, con l'obiettivo di formulare una descrizione del tutor che sia chiara, esaustiva ed efficace nella quotidianità del CFP.
  • Stesura del Rapporto finale: elaborazione di un documento conclusivo che sintetizzi i risultati della ricerca e fornisca indicazioni operative.

Al momento è in chiusura la prima fase esplorativa.

Obiettivi strategici della ricerca

Il progetto si propone di raggiungere obiettivi di grande rilevanza per il sistema della formazione professionale:

  • Descrivere lo stato dell'arte della figura del tutor nel CNOS-FAP a livello nazionale
  • Valutare elementi di continuità e peculiarità locali per proporre una definizione di ruoli e mansioni coerente con le linee guida degli accordi Stato-Regione, del CCNL e della tradizione salesiana
  • Comprendere la valenza del tutor come elemento di sistema nelle relazioni interne al CFP (direzione, coordinamento, orientamento) e nelle relazioni esterne (famiglia, scuola, aziende, servizi territoriali)
  • Chiarire il ruolo del tutor come ponte tra il progetto formativo del CFP e la mission dell'ente, con possibili connessioni con la Comunità Educativa Pastorale
Verso un riconoscimento istituzionale della figura del tutor

Un aspetto particolarmente significativo del progetto riguarda la sua potenziale influenza a livello di politiche educative. I risultati della ricerca, infatti, potranno essere presentati ai policy makers per contribuire al miglioramento e all'adeguamento contrattuale della figura del tutor nella formazione professionale, in particolare quella iniziale.
Il coordinamento del progetto è affidato alla Fondazione CNOS-FAP in collaborazione con consulenti specializzati, a garanzia di un approccio rigoroso e scientificamente fondato.
Questa iniziativa rappresenta un importante investimento della Fondazione CNOS-FAP nella qualità della propria offerta formativa, confermando l'attenzione costante verso l'innovazione pedagogica e il miglioramento continuo dei processi educativi, in linea con i valori fondanti dell'organizzazione: la centralità della persona, la qualità e la professionalità, e la promozione integrale dei giovani.

 Quando grafica e solidarietà si incontrano: il progetto "Caro Tata..." 

La formazione professionale trova il suo significato più profondo quando supera i confini dell'aula e si trasforma in un'esperienza di autentica crescita umana e sociale. È quanto sta accadendo con il progetto "Caro Tata...", una collaborazione speciale tra il Centro di Formazione Professionale Pio XI e le strutture di accoglienza per minori della Caritas di Roma.

Una sfida che diventa opportunità

Tutto è iniziato da una semplice proposta: rinnovare e ampliare il periodico interno del centro di accoglienza "Tata Giovanni", trasformandolo in uno strumento di comunicazione più ampio, capace di dare voce a tutti i giovani ospiti delle strutture Caritas romane.
Quello che poteva sembrare un ordinario compito formativo si è evoluto in un percorso di straordinario valore educativo e professionale. I ragazzi del corso di grafica del Pio XI non si sono limitati a progettare una nuova veste grafica, ma hanno collaborato attivamente con i giovani delle strutture Caritas, condividendo ogni fase del processo creativo.

Un laboratorio di inclusione e creatività

La vera essenza del progetto risiede nella metodologia partecipativa adottata: colori, font, forme e obiettivi comunicativi sono stati definiti insieme, partendo da una domanda semplice ma fondamentale: "Cosa interessa davvero a noi giovani?".
La redazione, caratterizzata da una varietà di background ed esperienze, ha lavorato alternando incontri in presenza e sessioni online, abbattendo barriere fisiche e culturali. Un approccio che ha permesso al progetto di superare i confini delle singole strutture e di raggiungere un pubblico più ampio, sia in formato cartaceo che digitale.

Dall'apprendimento alla realizzazione professionale

Questo progetto incarna perfettamente la filosofia educativa che anima la nostra azione formativa: non solo insegnare competenze tecniche di alto livello, ma promuovere lo sviluppo integrale della persona attraverso esperienze che uniscono professionalità e valori umani.
Gli studenti del corso di grafica hanno potuto mettere in pratica le loro conoscenze in un contesto reale, affrontando sfide concrete e sviluppando capacità relazionali essenziali nel mondo del lavoro. Al contempo, i giovani delle strutture Caritas hanno trovato uno spazio di espressione e valorizzazione delle proprie storie ed esperienze.

Un momento di celebrazione e condivisione

Il primo numero del rinnovato periodico verrà presentato ufficialmente il 15 maggio 2025 presso il Polo della Carità "Pino Puglisi" della Caritas di Roma. Sarà un'occasione di festa e incontro che vedrà la partecipazione degli studenti, degli ospiti delle strutture, degli operatori, di rappresentanti istituzionali e di alcune testate giornalistiche.
Questo evento rappresenterà non solo la conclusione di un percorso formativo, ma anche l'inizio di un nuovo capitolo di collaborazione tra formazione professionale e impegno sociale, dimostrando come la grafica e l'editoria possano diventare autentici strumenti di inclusione e dialogo.

 AI Pioneers: l'intelligenza artificiale al servizio della formazione professionale 

"AI Pioneers", il progetto Erasmus dedicato alla promozione dell'Intelligenza Artificiale nell'istruzione degli adulti e nella formazione professionale, è giunto al suo ultimo anno di attività. L'iniziativa ha creato una rete transnazionale di esperti - formatori, stakeholder, progettisti e decisori politici - che rappresentano un punto di riferimento per lo sviluppo di programmi educativi legati all'IA.
La Fondazione CNOS-FAP ha partecipato attivamente al progetto, coinvolgendo 12 dei suoi formatori specializzati nel settore digitale. Questa collaborazione ha permesso di portare competenze ed esperienze italiane in un contesto europeo, contribuendo allo scambio di buone pratiche nell'utilizzo delle tecnologie avanzate per la formazione.

Strumenti concreti per l'integrazione dell'IA nella didattica

Uno dei principali risultati del progetto è stata la creazione di un completo toolkit che facilita l'integrazione dell'IA nelle pratiche didattiche. Questo strumento, disponibile sul sito ufficiale del progetto (aipioneers.org/knowledge-base/), include software, linee guida, tutorial e risorse educative specificamente concepite per l'insegnamento e l'apprendimento dei concetti di Intelligenza Artificiale.
Un altro importante contributo è stato lo sviluppo di un Inserto al DigCompEDU Framework, che descrive in dettaglio le abilità e le competenze richieste a insegnanti e formatori per utilizzare efficacemente l'IA nell'istruzione. Questo documento, consultabile online, rappresenta un valido supporto per la programmazione di percorsi formativi all'avanguardia.

Etica e valori nell'uso dell'IA per la formazione

Il progetto ha dedicato particolare attenzione agli aspetti etici legati all'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale in ambito educativo. Sono state sviluppate linee guida allineate con le politiche dell'Unione Europea per garantire un uso etico e affidabile dell'IA nell'istruzione.
È stato inoltre creato uno "Schema di valutazione per l'IA nell'istruzione su dati, privacy, etica e valori dell'UE", che offre parametri concreti per valutare l'adeguatezza delle soluzioni di IA rispetto agli standard etici europei. Questo strumento permette di affrontare in modo sistematico le questioni relative alla protezione dei dati e alla privacy, aspetti cruciali nell'implementazione delle nuove tecnologie nei contesti formativi.

Un webinar per condividere esperienze e guardare al futuro

Il prossimo appuntamento del progetto è fissato per il 19 maggio alle ore 15.00, quando si terrà il quarto webinar organizzato in collaborazione con la European Training Foundation. L'incontro online rappresenta un'opportunità per partner, stakeholder e tutti gli interessati di confrontarsi sulle esperienze acquisite, sui temi emergenti e sui piani futuri relativi all'insegnamento con l'IA.
L'evento, che si svolgerà in lingua inglese, è aperto a tutti previa iscrizione attraverso il link disponibile sul sito del progetto. Sarà un'occasione preziosa per conoscere le più recenti innovazioni nell'ambito dell'integrazione dell'Intelligenza Artificiale nella formazione professionale e per contribuire al dibattito su uno dei temi più rilevanti per il futuro dell'istruzione.
Per maggiori informazioni sui risultati del progetto, per iscriversi alla newsletter con approfondimenti sull'IA o per consultare gli articoli del blog curato dal partenariato, è possibile visitare il sito ufficiale aipioneers.org/