Il termine c. assume tradizionalmente due significati principali, ed entrambi mettono l’accento sulla creazione di un qualche tipo di "comunanza" tra persone. Il primo è di origine senz’altro più antica e fondamentale, ed è quello legato al "mettere in comune" gli oggetti (non le idee o i pensieri delle persone), o al "partecipare insieme" a un evento. È un significato che si richiama a strutture sociali comunitarie. Solo il secondo significato di comunicare come "abboccarsi, consigliarsi con uno" e anche "aver rapporti" ha a che fare con una c. in un senso più simile al nostro, e precisamente con la conversazione. Durante l’epoca moderna, lo sviluppo, dapprima dei mezzi di trasporto di persone e cose, e poi di mezzi di trasmissione delle informazioni, apre nuove possibilità per la "comunanza" tra persone. Di conseguenza, i nuovi mezzi assumono una connotazione comunicativa: si parla così di mezzi di c. e vie di c.

1. Significato del termine c. Le definizioni di c. sono almeno sei: la prima afferma che si ha c. ogni qualvolta una proprietà, una risorsa di tipo materiale o immateriale o uno "stato mentale" viene trasmesso da un soggetto ad un altro. La seconda definizione afferma che ogni comportamento di un essere vivente che ne influenza un altro rappresenta una forma di c. L’influenza può essere considerata di tipo negativo/positivo. La terza definizione si riferisce allo scambio di valori sociali che si effettua secondo regole prestabilite, con riferimento esclusivo, alle società umane; in modo da definire c. qualsiasi scambio di valori sociali condotto secondo determinate regole. La quarta definizione si riferisce all’ambito della ricerca sociologica: infatti per alcuni la c. è costituita dal passaggio o trasferimento di informazioni da un soggetto (la fonte, l’emittente) ad un altro (il destinatario, il ricevente) per mezzo di veicoli di varia natura: ottici, acustici, elettrici, ecc. Nella quinta definizione, si ha c. soltanto quando due o più soggetti giungono a condividere i medesimi significati (trasferimento di senso). La sesta definizione, riguarda la formaz. di una unità sociale a partire da individui singoli, mediante l’uso di un linguaggio o di segni o anche l’avere in comune elementi di comportamento, o modi di vita, grazie all’esistenza di insiemi di regole.

2. Ambito della disciplina. Non esiste una sola "idea" di c., bensì tante idee quante sono le derivazioni scientifiche e culturali in vario modo implicate nell’analisi. Perciò è difficile inquadrare l’oggetto empirico riunito all’interno di un arco assai variabile che spazia dalla onnicomprensività del paradigma informazionale, che comprende anche gli scambi tra macchine, alla selettività del paradigma relazionale, che considera pienamente comunicativo soltanto quel processo in cui si raggiunge la formulazione di un’unità sociale e/o psicologica a partire dai singoli individui. Pertanto, per stendere una mappa scientifica della c. è indispensabile tenere in conto i numerosi approcci scientifici e le particolari caratteristiche dell’oggetto-c. Il tentativo di disegnare un profilo preciso per gli studi sulla c. non è quindi solo segnato da un normale avvicendamento di paradigmi, quanto piuttosto dalla confluenza contemporanea di riferimenti epistemologici diversi.

3. Ambiti di studio della c. Numerosi sono gli ambiti di studio della c. che possono essere affrontati dal punto di vista matematico, ovvero della c. come trasmissione di informazioni; dal punto di vista semiotico, della c. come significazione e come segno; dal punto di vista pragmatico, ovvero della c. come interazione fra testo e contesto; dal punto di vista sociologico: la c. come espressione e prodotto della società; dal punto di vista psicologico: la c. come gioco di relazioni. Tra i fondamenti della c. vi è lo studio del significato, il concetto di intenzionalità, la c. non-verbale, la c. e l’influenza sociale e, soprattutto, la c. vista dall’ottica del medium e dei mezzi di c. di massa, con le considerazioni relative agli effetti a breve e a lungo termine dei mass media, dell’audience dei media, della c. pubblicitaria e politica e mass media. Ultimo in ordine di tempo, ma sempre più importante, è oggi lo studio della c. riferita ai new media, dove vengono trattate le tematiche della c. digitalizzata, di quella mediata dal computer (CMC, Computer Mediated Communication), oltre che le caratteristiche e gli effetti della c. tramite Internet.

Bibl.: Cangià C., Teoria e pratica della comunicazione multimediale. Per la scuola e per la formazione professionale, Roma, Editoriale Tuttoscuola, 2001; Anolli L., Psicologia della comunicazione, Bologna, Il Mulino, 2002; Cangià C., Educare alla comunicazione interpersonale, ambientale, mediate di massa e manuale-espressiva, in "Orientamenti Pedagogici" 3 (2002) 405-420; Lever F. et al., La comunicazione: dizionario di scienze e tecniche, Leumann (TO), ElleDiCi, 2002; Cangià C., La formazione alla comunicazione, in "Orientamenti Pedagogici" 1 (2006) 21-35.

C. Cangià

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