Argomento:
Data:
25 Gennaio 2008
Descrizione breve:
L’ISMU, l’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità, In collaborazione con la Camera di Commercio di Milano, ha studiato approfonditamente in questo rapporto il tema, attualmente così centrale, dell'immigrazione.
Contenuto nascosto:
ISMU 2008/00_ISMU_08_cs.pdf
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COMUNICATO STAMPA
XIII RAPPORTO SULLE MIGRAZIONI 2007
Consegna riconoscimenti al mondo imprenditoriale e ai media
25 gennaio 2008 – ore 9.15 – Sala Conferenze
Palazzo Turati – Via Meravigli 9/b – Milano
Nel 2007 gli immigrati sfiorano i quattro milioni, circa il 6% della popolazione, con una crescita
dell’8,7%, inferiore rispetto al passato. E’ boom di regolari non residenti (700mila, il 103,5% in più in un
anno), mentre gli irregolari segnano uno dei minimi storici: sono 350mila, in calo del 46,3% rispetto al
2006. I dati sono legati agli effetti “sanatoria” prodotti dalla regolarizzazione del decreto flussi 2006. Gli
immigrati contribuiscono per l’8,8% al Pil, prodotto quasi per il 40% nel Nord Ovest. Il dato sale al
10,7% in Lombardia e cala al 4% nel Mezzogiorno. Attraverso simulazioni che individuano la dinamica
demografica fino al 2020, l’Ismu ha calcolato che l’immigrazione non risolve il problema invecchiamento
della società italiana: considerando l’apporto netto costante di 450mila stranieri l’anno la percentuale di
anziani aumenta di circa 1,5 punti percentuali e il rapporto tra spesa pensionistica e Pil cresce
comunque del 10%. Sono stati stimati anche i costi della criminalità straniera: sono oltre 7 miliardi di
euro l’anno (incidono soprattutto violenze sessuali per più di 2,7 miliardi). E un’indagine sugli
atteggiamenti degli italiani verso gli stranieri rivela che l’81,3% considera gli immigrati utili per alcuni
lavori, ma quasi il 31% pensa che sottraggano occupazione agli italiani.
Sono questi alcuni dei principali dati del XIII Rapporto Nazionale sulle migrazioni, elaborato dalla
Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) e presentato il 25 gennaio in collaborazione con la
Camera di Commercio di Milano.
Al convegno moderato da Walter Passerini, esperto di tematiche del lavoro, hanno partecipato, tra gli altri,
Paolo Raineri e Vincenzo Cesareo, rispettivamente Presidente e Segretario Generale della Fondazione
Ismu, Carlo Sangalli, Presidente Camera di Commercio di Milano e Presidente Unioncamere,
Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Carialo, Stefano Bertozzi, Gabinetto del Vicepresidente
Commissione Europea.
Sono stati consegnati i Riconoscimenti Ismu 2007. Il vincitore straniero è Carlos Verduga, ecuadoriano,
direttore dell’orchestra da camera Mediolanum, il premiato italiano è Filippo Giovanni Maffeis, direttore
generale e amministratore delegato dell’impresa di pulizie Framar.
1) QUANTI SONO GLI IMMIGRATI IN ITALIA
All’inizio del 2007 sono quasi quattro milioni (3.982mila) circa il 6% della popolazione, 320mila in più
rispetto al 2006 con una crescita dell’8,7%, inferiore rispetto al passato: nel 2006 l’aumento è stato
dell’11,6%, nel triennio 2003-2005 quasi del 20%.
E’ boom di regolari: sono oltre 3,6 milioni, 600mila in più rispetto al 2006, con un incremento del 20,6%.
La maggior parte è residente: quasi 3 milioni con una crescita del 10%. Sono aumentati soprattutto i
regolari non residenti che sfiorano i 700mila con un incremento del 103,5% rispetto al 2006 per effetto
della regolarizzazione del decreto flussi 2006 non ancora tradotto (al 1° gennaio 2007) in iscrizioni
anagrafiche. Agli stessi effetti di “sanatoria” del decreto flussi 2006 sembra attribuibile la presenza di una
quota di irregolari che segna uno dei minimi storici: agli inizi del 2007 sono quasi 350mila, l’8,7% della
popolazione in calo del 46,3% in un anno. Dati così bassi non si ricordavano dal 2002, quando con la
regolarizzazione di 650mila unità l’irregolarità è scesa al 10% dei presenti.
Provenienze. Aumentano gli immigrati dell’est Europa. Tra i sei paesi che superano le 100mila unità di
residenti (che complessivamente rappresentano il 49%) ben tre sono dell’Europa dell’est: Albania (376mila,
il 7,7% in più), Romania (342mila, il 14,8% in più) e Ucraina (120mila, il 12,1% in più). Crescono
soprattutto le cittadinanze con minore anzianità migratoria: oltre agli ucraini, anche i moldavi (entrambi
presenti mediamente da circa tre anni) sono aumentati del 16,7%.
In futuro. Il crescente flusso dall’est Europa non sembra destinato a durare. E’ probabile che nei prossimi 15
anni gli immigrati in Italia arriveranno soprattutto dall’Africa sub sahariana. Analizzando le previsioni
delle Nazioni Unite per ogni paese sulla frequenza annua dei potenziali ingressi giovanili nel mercato del
lavoro (posti richiesti) con quella delle potenziali uscite di lavoratori anziani (posti resi disponibili), si scopre
che per garantire l’equilibrio nel mercato del lavoro locale l’Africa Sub Sahariana dovrebbe creare ogni anno
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15-20 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2025. Allo stato attuale, è impossibile. Per cui è prevedibile
che le future migrazioni partiranno soprattutto da qui. Mentre sembra che il serbatoio della forza lavoro in
eccesso nell’Est Europa andrà esaurendosi. In Romania, già dal 2010 ci saranno più uscite che entrate nel
mercato del lavoro locale (circa 50mila unità annue), così come in Ucraina ci sarà un deficit di 150-200mila.
2) CHI SONO
La maggior parte è composta da immigrati tra i 25 e i 44 anni (quasi il 56%). I maschi prevalgono tra i
minorenni e nella fascia 25-44 anni, mentre c’è una schiacciante superiorità di donne in età più matura (tra i
45 e i 64 anni), riconducibile a ricongiungimenti familiari o a migrazioni individuali al femminile, talvolta
nel quadro di progetti di sostegno economico ai familiari rimasti in patria (ucraine). La maggior parte della
presenza immigrata si concentra nel Nord-Ovest, il 38% del totale, seguono il Nord-Est con il 27%, il Centro
con il 23%, l’Italia del Sud con il 10%, e quella Insulare con il 3%.
3) SCENARI DEMOGRAFICI: DA SOLUZIONE A PROBLEMA
Spesso l’immigrazione in Italia è considerata la soluzione al problema dell’invecchiamento. Per valutare
l’efficacia della risposta migratoria a questa questione, l’Ismu ha svolto simulazioni a partire da dati Istat
individuando la dinamica demografica fino al 2020 sulla base di alcuni possibili scenari sull’intensità annua
dei flussi di ingresso (da 150mila a 450mila). Risulta che l’immigrazione è senz’altro una risorsa, ma non
risolve il problema.
Anche considerando l’apporto netto costante di 450mila immigrati l’anno è vero che si attenua la crescita
dell’invecchiamento, ma la percentuale di anziani nel nostro paese comunque aumenta di circa 1,5
punti percentuali (passando dal 19,9% nel 2007, al 21,4% nel 2020). Inoltre, valutando gli effetti sul
welfare, il rapporto tra spesa pensionistica e Pil, che con un apporto annuo di 150mila immigrati si
accrescerebbe del 20% da qui al 2020 (per il solo effetto demografico e a parità di altre condizioni), con un
apporto di 450mila non frenerebbe il rialzo, ma aumenterebbe comunque del 10%.
La stessa funzionalità economica della forza lavoro immigrata sembra rimessa in discussione dalle
trasformazioni strutturali che vanno configurandosi. Se è vero che nei prossimi due decenni andrà
progressivamente attenuandosi il peso relativo dei 25-44enni a favore di una parallela crescita dei 45-
64enni (con uno spostamento di quasi 10 punti percentuali tra il 2007 e il 2020), sembra lecito ipotizzare che
i vantaggi della maggiore adattabilità e dello stesso minor costo che tradizionalmente caratterizzavano la
giovane forza lavoro immigrata dovranno fare i conti con un’offerta “più matura” e forse anche meno
conveniente.
Natalità. Se è incontestabile la forte crescita del peso relativo della componente straniera sul totale dei nati e
l’attribuzione ad essa di gran parte del merito della tanto enfatizzata (quanto nei numeri relativamente
modesta) ripresa della natalità osservata in Italia nell’ultimo decennio, non si può immaginare che tale
supporto possa accrescersi senza limiti.
Le previsioni Istat basate sui 150mila ingressi netti annui accreditano la possibilità che i 550-560mila nati di
questo inizio secolo possano scendere a poco più di 450mila nel prossimo decennio, ma non sarebbero
sufficienti ad arginare tale caduta né 100mila, né 200mila ingressi annui in più. Nel primo caso si avrebbero
nel 2020 solo 495mila nascite (il 12% in meno rispetto al 2006), mentre nel secondo si arriverebbe a 534mila
(5% in meno). Le simulazioni mostrano come l’unica alternativa per mantenere sostanzialmente stabile
il livello della natalità in Italia, ove si volesse affidare la soluzione unicamente al contributo degli
stranieri, sarebbe quella di puntare su un apporto medio annuo netto di 450mila unità. Salvo poi
interrogarsi doverosamente sulla problematicità del governo di un tale flusso, ma forse anche sulla
ragionevolezza dell’aver delegato “all’esterno” la soluzione di un problema che riguarda l’esistenza stessa
della popolazione italiana.
4) LAVORO
Al terzo trimestre 2007 gli occupati stranieri sono quasi un milione 600mila, 970mila uomini e 621mila
donne. Gli occupati si concentrano al Nord (63%), solo l’11,6% è nel Mezzogiorno. Piemonte, Lombardia,
Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio le regioni in cui confluisce soprattutto l’occupazione straniera.
Gli immigrati lavorano perlopiù nei Servizi (38 uomini su 100 e 84 donne su 100, su un totale di circa
900mila), nell’Industria è occupato il 23,4% (tre quarti al Nord), nell’Edilizia il 18%, in Agricoltura il 4,6%
dei maschi e il 2,6% delle femmine (nel Mezzogiorno la quota sale all’11%).
La metà degli occupati (53,1%) ha un’istruzione di livello superiore con una palese discrasia rispetto al
loro profilo professionale.
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Gli stranieri in cerca di occupazione sono 143mila, di cui 55mila uomini e 88mila donne, un dato
verosimilmente sottostimato.
Lavoro nero. Per vincoli giuridici, entrano nella maglia del lavoro nero soprattutto gli immigrati sfuggiti alle
regolarizzazioni. Considerando i dati lombardi, si scopre che tre su quattro irregolari/clandestini lavorano in
nero, mentre il 15% è disoccupato. Tra coloro che dispongono di un permesso di soggiorno l’occupazione
irregolare crolla all’8%. Tre su quattro imprenditori sono naturalizzati.
Salari. La retribuzione media mensile è di 785euro.
Il Pil degli immigrati
Gli immigrati, che rappresentano il 6% della popolazione, produco l’8,8% della ricchezza nazionale
complessiva. Il dato sale fino a sfiorare l’11% in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. In Lazio
arriva al 9,9% mentre scende al 4% nel Mezzogiorno. Il Pil degli immigrati è prodotto soprattutto
(37,9%) nel Nord Ovest.
A livello settoriale, il contributo più elevato arriva da Edilizia (18,3%), seguono Servizi con il 7,3% (anche
se nei servizi si concentra poco meno del 60% del valore aggiunto creato dall’immigrazione).
Imprenditori immigrati.
Dal 2000 al 2005 i titolari d’impresa nati all’estero sono raddoppiati: nel 2005 superavano le 200mila unità,
nel 2006 sfioravano le 230mila. Tra le nuove aziende, oltre un terzo ha un titolare extracomunitario e nella
sola provincia di Milano si contano oltre 20mila imprenditori stranieri residenti (le altre province con
un’incidenza significativa sono Roma, Torino e Firenze). Gli imprenditori stranieri lavorano per lo più nel
Commercio (quasi 95mila), nel settore Edile (68mila), Manifatturiero (25mila) e Trasporti (11mila). Il
Marocco guida la classifica dei titolari di imprese individuali con quasi 40mila aziende seguito da Cina,
Albania e Romania. Le donne rappresentano circa il 20% dei titolari nati all’estero.
5) LA SCUOLA
A ottobre 2007 i minori sono 650.625mila, circa 80mila in più del 2006. Più del triplo rispetto agli inizi del
millennio. Gli stranieri nati in Italia sono quasi 400mila (398.205) e le seconde generazioni (perlopiù
minorenni) rappresentano il 13,5% della popolazione.
Nell’anno scolastico 2006/2007 i nuovi studenti stranieri sono poco più di 70mila. In totale gli iscritti
nelle scuole con cittadinanza non italiana sono 501.494, il 5,6% del totale (448.807, circa il 90%, nelle
istituzioni statali). La maggior parte si concentra nelle primarie (6,8%), nelle secondarie di primo grado
(6,5%) e nelle secondarie di secondo grado (il 3,8%, di cui l’80% è iscritto in Istituti professionali).
La crescita più significativa riguarda gli alunni della Romania (+29,5%). La regione con il maggior tasso di
alunni stranieri è l’Emilia-Romagna con il 10,7%. In Lombardia continua a registrarsi la più elevata presenza
in valori assoluti (121.520, quasi un quarto della popolazione straniera complessiva). A livello di incidenza,
tra le province che superano la percentuale del 10% di presenze ci sono Mantova (14%), Prato (13,5%),
Piacenza (13,2%), Reggio Emilia (12,7%) e Modena (12%). Il 35% delle scuole non ha nessun allievo di
cittadinanza non italiana mentre il 62% ha un’incidenza minore del 20%. Il 3,4% supera il 20% di alunni
stranieri e, tra queste, vi sono 89 istituzioni che superano il 40% delle presenze. La maggioranza si trova
nelle regioni del Nord (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte) e in città medie e grandi come
Milano, Torino, Bolzano, Roma e Brescia.
6) LA CRIMINALITA’
Denunciati. Nel 2005 (ultimo dato ufficiale disponibile) quasi uno su quattro è straniero: il 23,6%
(130.131 stranieri su 550.773 totali), in Lombardia si tratta del 34,1% (21.780 su 63.928), in Veneto del
38,5% (12.023 su 31.252). A livello nazionale, l’aumento dal 2000 è del 24,7%.
Condannati. Uno su cinque è straniero: il 21,9% (48.525 stranieri su 221.381 totali). In Lombardia si tratta
del 39,5% (9.969 su 25.208), in Veneto del 35,3% (4.222 su 11.970). A livello nazionale, l’incremento dal
2000 è del 14,9%.
Detenuti. Nel 2006 più di un detenuto su tre è straniero: il 33,7% (13.152 stranieri su 39.005 detenuti). In
Lombardia si tratta del 47,5% (3.064 su 6.453 detenuti), in Veneto del 55,1% (974 su 1.768). A livello
nazionale l’incremento dal 2000 è del 15%.
La criminalità organizzata degli stranieri in Italia
I cinesi. Possono essere sia “bande giovanili” sia “gruppi criminali organizzati tipici”. Le prime sono
specializzate in rapine a danno di connazionali, estorsioni, incendi dolosi e delitti contro la persona. Sono
spesso composte da minorenni coordinati da un adulto clandestino. Sono presenti soprattutto in Lombardia,
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in particolar modo a Milano, dove diversi gruppi si contendono il predominio del territorio.
I gruppi criminali organizzati sono coinvolti nella contraffazione, traffico di clandestini e tratta a scopo di
sfruttamento del lavoro nero e della prostituzione. Anche l’importazione di merce contraffatta dalla Cina
continua a essere un problema. I porti di Napoli, Gioia Tauro, Taranto e Genova ogni anno sono meta di
centinaia di migliaia di container provenienti dalla Cina.
I rumeni. Le bande rumene commettono soprattutto reati contro la persona e il patrimonio. Poco alla volta si
sono trasformate in organizzazioni illegali più complesse che riescono ad affacciarsi su circuiti criminali più
remunerativi: traffico di sostanze stupefacenti, immigrazione clandestina e tratta di esseri umani a scopo di
sfruttamento nel lavoro nero e nella prostituzione. Collaborano con organizzazioni criminali attive in altri
paesi dell’Est (Albania, Moldavia, Ucraina), raggiungono sempre più spesso intese criminali anche con le
organizzazioni criminali calabresi, siciliane e lucane.
I costi della criminalità degli stranieri
Il costo totale medio annuo (nel 2005 e nel 2006) della criminalità straniera è stato stimato in circa 7
miliardi di euro. Incidono soprattutto violenze sessuali (più di 2,7 miliardi), lesioni dolose (più di 2
miliardi), furti con destrezza (più di 1,2 miliardi) e furti di autovetture (più di un miliardo).
7) GLI ITALIANI E L’IMMIGRAZIONE
L’Ismu a settembre 2007 ha realizzato su un campione di mille soggetti con più di 15 anni, attraverso
l’Eurisko, la quinta edizione di un’indagine sull’atteggiamento degli italiani verso gli immigrati. La maggior
parte, l’81,3%, ritiene che gli immigrati siano utili per svolgere alcuni lavori, mentre quasi il 31% pensa che
gli stranieri sottraggano lavoro agli italiani. Per il 61,2% l’immigrazione porta criminalità. Il 52,3% è
favorevole a estendere il diritto di voto agli immigrati alle elezioni comunali e il 50,1% anche alle politiche.
Poco meno del 50% ritiene che gli immigrati arricchiscano culturalmente il paese. Il 24,2% valuta
positivamente le politiche migratorie.
8) I MINORI NON ACCOMPAGNATI
A fine settembre 2007 i minori stranieri non accompagnati sono 6.554 (stabili rispetto al 2006 quando erano
6.453). I più numerosi sono marocchini (1.514) e albanesi (1.163). I ragazzi tra i 15 ai 17 anni rappresentano
più del 78% del totale. I maschi sono il 91%. La Sicilia è la regione maggiormente coinvolta con il 32,55%,
seguita dalla Lombardia che si attesta sul 16,07%.
Per informazioni:
Ufficio stampa Ismu
Via Copernico, 1 – 20125 Milano
02.6787791 - 335.5395695
www.ismu.org
ISMU 2008/01_ISMU_08_Approfondimento.pdf
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Immigrati, producono l’8,8 del Pil. Irregolari ai minimi storici
Nel 2007 gli immigrati sfiorano i quattro milioni, circa il 6% della popolazione, con una crescita
dell’8,7%, inferiore rispetto al passato. E’ boom di regolari non residenti (700mila, il 103,5% in più in un
anno), mentre gli irregolari segnano uno dei minimi storici: sono 350mila, in calo del 46,3% rispetto al
2006. I dati sono legati agli effetti “sanatoria” prodotti dalla regolarizzazione del decreto flussi 2006. Gli
immigrati contribuiscono per l’8,8% al Pil, prodotto quasi per il 40% nel Nord Ovest. Il dato sale al
10,7% in Lombardia e cala al 4% nel Mezzogiorno. Attraverso simulazioni che individuano la dinamica
demografica fino al 2020, l’Ismu ha calcolato che l’immigrazione non risolve il problema invecchiamento
della società italiana: considerando l’apporto netto costante di 450mila stranieri l’anno la percentuale di
anziani aumenta di circa 1,5 punti percentuali e il rapporto tra spesa pensionistica e Pil cresce
comunque del 10%. Sono stati stimati anche i costi della criminalità straniera: sono oltre 7 miliardi di
euro l’anno (incidono soprattutto violenze sessuali per più di 2,7 miliardi). E un’indagine sugli
atteggiamenti degli italiani verso gli stranieri rivela che l’81,3% considera gli immigrati utili per alcuni
lavori, ma quasi il 31% pensa che sottraggano occupazione agli italiani.
Sono questi alcuni dei principali dati del XIII Rapporto Nazionale sulle migrazioni, elaborato dalla
Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) e presentato il 25 gennaio in collaborazione con la
Camera di Commercio di Milano.
Al convegno moderato da Walter Passerini, esperto di tematiche del lavoro, hanno partecipato, tra gli altri,
Paolo Raineri e Vincenzo Cesareo, rispettivamente Presidente e Segretario Generale della Fondazione
Ismu, Carlo Sangalli, Presidente Camera di Commercio di Milano e Presidente Unioncamere,
Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Carialo, Stefano Bertozzi, Gabinetto del Vicepresidente
Commissione Europea.
ISMU 2008/02_ISMU_08_Premiati.pdf
Direttore d’orchestra e imprenditore: i profili dei premiati Ismu
In occasione della presentazione del Tredicesimo Rapporto nazionale, l’Ismu in collaborazione
con la Camera di Commercio di Milano, ha consegnato i Riconoscimenti Ismu a due persone che
si sono distinte nel percorso verso l’integrazione.
Ecco i loro profili.
VINCITORE STRANIERO
Carlos Verduga, ecuadoriano di 39 anni, professore concertista di violino, è arrivato in Italia nel 2001. Oggi
vive a Milano: suona nella Filarmonica del Conservatorio Giuseppe Verdi e dirige il coro e l’orchestra da
camera Mediolanum, che lui stesso ha fondato nel 2005: 12 elementi tra viole, violini, violoncelli e
organista, quasi tutti italiani, a cui si aggiungono altri strumenti a seconda delle occasioni.
E’ lui lo straniero a cui va il Riconoscimento Ismu 2007 promosso dalla Fondazione Ismu, in collaborazione
con la Camera di Commercio di Milano.
Carlos Verduga viene premiato “per essere riuscito a inserirsi nel contesto italiano valorizzando le
proprie inclinazioni personali e le proprie doti artistiche”.
Carlos Verduga è un esempio positivo di immigrazione. La sua, infatti, è una storia di successo con alle
spalle, però, tante difficoltà. Appena arrivato in Italia con la famiglia (la moglie e tre figli di 12, 15 e 16 anni)
ha dovuto scontrarsi con limiti burocratici legati soprattutto al fatto che i suoi titoli di studio nel nostro paese
non sono riconosciuti. All’inizio, dunque, è stato costretto a svolgere lavori poco gratificanti per la sua
formazione e le sue attitudini relegando la sua professionalità a piccoli spazi domestici: di giorno lavorava in
un call center e la sera a casa, dopo il lavoro, suonava, quasi di nascosto. Poi è riuscito a trovare
un’occupazione da insegnante di spagnolo al liceo Manzoni. Ha avuto, così, il tempo per frequentare il
Conservatorio dove si è diplomato di nuovo nel 2003. Ha fondato l’orchestra da camera Mediolanum e ora
segue un altro corso per diventare a pieno titolo direttore d’orchestra. Per lui il sogno rimane sempre la Scala
di Milano, che definisce “il tempio della musica”.
VINCITORE ITALIANO
Filippo Giovanni Maffeis, 34 anni della provincia di Bergamo, è Direttore Generale e Amministratore
Delegato della Framar Spa, l’impresa di pulizie di Costa di Mezzate, nel bergamasco, che conta 460
dipendenti di cui un quarto è composto da immigrati, la maggior parte assunti a tempo indeterminato.
E’ lui l’imprenditore italiano a cui va il Premio all’imprenditoria etnica 2008 promosso dalla Fondazione
Ismu, in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano.
Filippo Giovanni Maffeis viene premiato premiato “perché attraverso la sua attività contribuisce in
modo significativo al processo di integrazione offrendo serie e stabili opportunità lavorative a molti
immigrati giunti in Italia”.
Il vincitore italiano guida l’azienda di famiglia fondata più di trent’anni fa dal padre Francesco
Maffeis, ora presidente della Framar. La società, che offre servizi di pulizia a 360° gradi e che tra i
numerosi clienti annovera enti pubblici, privati, banche, uffici e scuole, nel tempo è cresciuta fino a
contare oggi 460 dipendenti. Di questi 133 sono extracomunitari provenienti da 34 paesi diversi. La
maggior parte è occupata a tempo indeterminato. La Framar merita di essere segnalata oltre che per
il successo imprenditoriale anche per la costante formazione che assicura ai suoi dipendenti.
“Miriamo a formare teste, non solo braccia”, dice l’amministratore delegato, aggiungendo: “Lo
straniero non è considerato un diverso, la differenza sta nell’esperienza”. I criteri di selezione di un
immigrato alla Framar sono la conoscenza dell’italiano, la regolarità dei documenti e garanzie di
continuità legate a progetti a medio-lungo termine.
ISMU 2008/03_ISMU_08_Tabelle.pdf
TABELLE
Stranieri presenti in Italia. Anni 2006-2007
1.1.2006 1.1.2007 (a) Variazione Variazione
Migliaia percentuale
Totale regolari 3.012 3.633 621 +20,6
di cui:
- residenti 2.671 2.939 268 +10,0
- regolari non residenti 341 694 (b) 353 +103,5
Totale irregolari 650 349 -301 -46,3
Totale presenti 3.662 3.982 320 +8,7
(a) Stima; (b) Comprensivi di circa 400 mila soggetti beneficiari dei decreti flussi del 2006 e
tuttora in via di ottenimento del permesso di soggiorno e verosimilmente dell’iscrizione
Anagrafica.
Fonte: Istat e stime Fondazione Ismu
Caratterizzazione per età e sesso del flusso netto di iscritti in anagrafe per trasferimento di residenza nel
triennio 2003-2005, Italia (media annua)
Classi di età Maschi Femmine Totale M per 100 F
<18 anni 17,9 14,5 16,2 122,6
18-24 anni 16,4 16,5 16,5 98,9
25-44 anni 58,7 53,1 55,9 110,2
45-64 anni 7,0 15,9 11,4 43,6
Totale (%) 100,0 100,0 100,0 -
Totale (v.a.) 165 166 331 99,6
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat
Italia: previsioni dei residenti secondo differenti ipotesi sull’intensità del flusso netto dall’estero (valori in migliaia)
1.1.2007 1.1.2010 1.1.2015 1.1.2020
Con 250mila unità annue
<18 anni 10.085 10.083 10.080 9.962
18-24 anni 4.318 4.258 4.213 4.162
25-44 anni 17.903 17.352 16.114 14.966
45-64 anni 15.070 15.929 17.065 18.211
65 anni e più 11.755 12.093 12.998 13.691
Totale 59.131 59.714 60.470 60.992
Con 350mila unità annue
<18 anni 10.085 10.136 10.276 10.350
18-24 anni 4.318 4.294 4.283 4.258
25-44 anni 17.903 17.536 16.609 15.735
45-64 anni 15.070 15.971 17.212 18.512
65 anni e più 11.755 12.094 13.001 13.706
Totale 59.131 60.030 61.381 62.561
Con 450mila unità annue
<18 anni 10.085 10.190 10.473 10.737
18-24 anni 4.318 4.331 4.354 4.354
25-44 anni 17.903 17.719 17.104 16.504
45-64 anni 15.070 16.014 17.358 18.814
65 anni e più 11.755 12.094 13.005 13.721
Totale 59.131 60.347 62.294 64.130
Fonte: Nostre elaborazioni a partire dalla stima Istat rivista
Stima della struttura della popolazione residente in età lavorativa (18-64 anni) per classi di età e secondo differenti
ipotesi circa l’intensità del flusso netto dall’estero. Italia, anni 2007-2020
Flussi ipotizzati
(unità annue) 1.1.2007 1.1.2010 1.1.2015 1.1.2020
Giovani (18-24 anni) sul totale della popolazione in età lavorativa (%)
150mila 11,6 11,3 11,3 11,2
250mila 11,6 11,3 11,3 11,1
350mila 11,6 11,4 11,2 11,1
450mila 11,6 11,4 11,2 11,0
Giovani adulti (25-44 anni) sul totale della popolazione lavorativa (%)
150mila 48,0 46,1 42,6 39,2
250mila 48,0 46,2 43,1 40,1
350mila 48,0 46,4 43,6 40,9
450mila 48,0 46,6 44,1 41,6
Adulti maturi (45-64 anni) sul totale della popolazione lavorativa (%)
150mila 40,4 42,6 46,1 49,5
250mila 40,4 42,4 45,6 48,8
350mila 40,4 42,2 45,2 48,1
450mila 40,4 42,1 44,7 47,4
Fonte: Nostre elaborazioni a partire della stima Istat rivista
Indicatori di struttura della popolazione residente secondo differenti ipotesi circa l’intensità del flusso netto dall’estero.
Italia, anni 2007-2020
Flussi ipotizzati
(unità annue) 1.1.2007 1.1.2010 1.1.2015 1.1.2020
% di anziani (≥ 65anni)
150mila 19,9 20,4 21,8 23,0
250mila 19,9 20,3 21,5 22,4
350mila 19,9 20,1 21,2 21,9
450mila 19,9 20,0 20,9 21,4
Indice di dipendenza totale (popolazione <18 e ≥ 65 anni per ogni 100 in età 18-64)
150mila 58,6 59,3 62,4 64,3
250mila 58,6 59,1 61,7 63,3
350mila 58,6 58,8 61,1 62,5
450mila 58,6 58,5 60,5 61,6
Indice di dipendenza anziani (popolazione ≥ 65 anni per ogni 100 in età 18-64)
150mila 31,5 32,4 35,4 37,8
250mila 31,5 32,2 34,8 36,7
350mila 31,5 32,0 34,1 35,6
450mila 31,5 31,8 33,5 34,6
Indice di dipendenza giovani (popolazione <18 anni per ogni 100 in età 18-64)
150mila 27,0 26,9 26,9 26,5
250mila 27,0 26,9 27,0 26,7
350mila 27,0 26,8 27,0 26,9
450mila 27,0 26,8 27,0 27,1
Fonte: Nostre elaborazioni a partire della stima Istat rivista
Principali cittadinanze: aspetti dinamici
Primi 20
paesi
Residenti
1.1.2007
Permessi
1.1.2006
Variazione %
Anni di presenza
Regolare
Migliaia
Residenti
2006
Permessi
2005
Media % almeno
5 anni
Albania 376 257 7,7 2,3 6,46 52,5
Marocco 343 240 7,2 2,0 7,86 61,2
Romania 342 271 14,8 8,9 4,18 23,8
Cina R. P. 145 114 13,3 6,9 6,62 49,4
Ucraina 120 115 12,1 3,2 3,74 12,6
Filippine 101 75 12,2 -1,1 9,59 74,0
Tunisia 89 62 6,0 3,8 8,57 64,3
Serbia e M. 74 52 17,5 8,1 7,71 63,5
Macedonia 72 40 18,0 8,7 7,16 55,3
Ecuador 70 45 12,9 0,8 4,79 27,9
India 69 52 11,3 2,2 6,41 47,8
Polonia 67 73 13,6 11,7 5,01 31,6
Perù 66 49 11,9 2,2 7,45 54,2
Egitto 64 47 0,0 1,2 7,63 56,0
Senegal 60 47 5,3 -1,8 9,30 70,8
Sri Lanka 57 43 11,8 -0,5 8,09 64,7
Moldavia 56 45 16,7 11,9 3,33 11,6
Pakistan 50 35 19,0 6,1 6,60 50,0
Bangladesh 46 38 9,5 4,2 6,67 51,6
Ghana 37 25 8,8 2,7 8,52 66,3
I 20 paesi 2.304 1.725 - - - -
Tutti i paesi 2.939 2.286 10,0 1,8 6,47 47,1
Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat
Contingenti di lavoratori stranieri definiti dai decreti di programmazione. Valori assoluti
Lavoratori subordinati
Lavoratori
stagionali
Lavoratori
autonomi
Quote
privilegiate
Categorie
specifiche*
Ricerca
lavoro Totale
1995 15.000 10.000 - - - - 25.000
1996 10.000 13.000 - - - - 23.000
1997 20.000 - - - - 20.000
1998 54.500 - 3.500 6.000 - - 58.000
1999 54.500 - 3.500 6.000 - - 58.000
2000 66.000 2.000 18.000 - 15.000 83.000
2001 27.000 39.400 2.000 15.000 5.000 15.000 89.400
2002 14.000 60.000 3.000 63.600 2.500 - 79.500
2003 9.700 68.500 - 72.300 1.300 - 79.500
2004 46.500 66.000 - 106.400 3.000 - 115.000
2005** 115.500 45.000 - 145.500 18.500 - 179.000
2006*** 558.500 80.000 - 288.500 51.500 - 690.000
2007 167.000 80.000 3.000 127.100 112.900 -- 252.000
2008***
* 80.000 80.000
* L’assegnazione di quote a categorie specifiche ha riguardato, di volta in volta, infermieri professionali, esperti delle tecnologie informatiche, dirigenti, collaboratori domestici e assistenti agli
anziani; a volte tali quote si riferiscono a professioni da esercitare in forma autonoma.
** Le quote privilegiate comprendono quelle assegnate ai nuovi paesi dell’Unione europea.
*** Le quote per lavoro subordinato possono essere utilizzate anche per lavoro di carattere stagionale e comprendono le 350mila domande già presentate ai sensi del Dpcm del 15 febbraio
2006 e rimaste inaccolte.
**** Anticipazioni di cui al Dpcm dell’8 novembre 2007.
Fonte: Centro di Documentazione Ismu, Sezione giuridica, novembre 2007
Tassi di attività e di occupazione degli stranieri e del totale della popolazione per genere e ripartizione
geografica, I trimestre 2007
Dati riferiti agli stranieri
Dati nazionali
Maschi
Femmine Totale
Maschi
Femmine Totale
Tassi di attività 15-64enni
Nord 89,1 56,1 73,2 78,2 59,1 68,8
Centro 86,4 61,5 73,4 74,9 54,7 64,7
Mezzogiorno 78,4 53,3 64,6 67,6 36,0 51,7
Totale Italia 87,2 57,1 72,1 73,8 50,0 61,9
Tassi di occupazione 15-64enni
Nord 83,7 47,6 66,2 75,8 56,3 66,1
Centro 81,0 51,0 65,3 71,9 50,5 61,1
Mezzogiorno 72,7 48,1 59,2 61,1 30,6 45,7
Totale Italia 81,8 48,5 65,1 69,9 46,0 57,9
Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro, I trimestre 2007
Occupati stranieri per settore di attività economica, genere e ripartizione geografica (valori assoluti in
migliaia di unità), I trimestre 2007
Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Servizi Totale
M F Tot M F Tot M F Tot M F Tot M F Tot
Nord 13 (4) 17 187 50 237 144 (0) 144 203 237 440 547 292 839
Centro 12 (5) 17 44 15 59 69 (2) 71 75 117 191 199 138 337
Mezzogiorno 13 (4) 18 10 6 16 22 (0) 22 40 59 99 86 69 155
Italia 39 13 52 241 71 312 235 (2) 237 317 413 730 833 499 1.331
Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro, I trimestre 2007
Tassi di disoccupazione degli stranieri e del totale della popolazione, I trimestre 2007
Dati riferiti agli stranieri Dati nazionali
Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale
Nord 6,1 15,1 9,4 3,1 4,7 3,8
Centro 6,2 17,1 11,0 3,9 7,7 5,5
Mezzogiorno 7,3 9,9 8,5 9,5 15,0 11,4
Italia 6,2 15,0 9,7 5,3 8,0 6,4
Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro, I trimestre 2007
Valore aggiunto derivante dall’attività di occupati stranieri, per regione, 2005 (valori in milioni di euro)
Valore aggiunto % su Italia
% su valore aggiunto
di area
Piemonte 9.977,0 9,0 9,7
Valle d’Aosta 223,3 0,2 7,0
Lombardia 28.911,7 26,0 10,7
Trentino Alto Adige 2.118,9 1,9 8,0
Veneto 12.860,4 11,6 10,8
Friuli Venezia Giulia 2.824,7 2,5 9,7
Liguria 3.038,4 2,7 8,5
Emilia Romagna 11.807,9 10,6 10,8
Toscana 8.240,4 7,4 9,7
Umbria 1.901,9 1,7 10,8
Marche 3.231,2 2,9 9,8
Lazio 14.046,4 12,6 9,9
Abruzzo 1.147,9 1,0 5,1
Molise 70,4 0,1 1,4
Campania 3.622,6 3,3 4,6
Puglia 1.949,1 1,8 3,4
Basilicata 116,9 0,1 1,3
Calabria 1.369,4 1,2 4,9
Sicilia 3.031,4 2,7 4,3
Sardegna 802,8 0,7 2,9
Nord-Ovest 42.150,4 37,9 10,2
Nord-Est 29.611,9 26,6 10,4
Centro 27.419,9 24,6 9,9
Mezzogiorno 12.110,3 10,9 4,0
Totale Italia 111.292,4 100,0 8,8
Fonte: Stima Centro Studi Unioncamere, Istituto Guglielmo Tagliacarne
Alunni con cittadinanza non italiana dall’a.s. 2000/2001 all’a.s. 2006/2007
Anno scolastico Valore assoluto
% sulla popolazione
scolastica totale
2000/2001 147.406 1,8
2001/2002 181.767 2,3
2002/2003 232.766 3,0
2003/2004 282.683 3,5
2004/2005 361.576 4,2
2005/2006 424.683 4,8
2006/2007 501.494 5,6
Fonte: Elaborazioni su dati del Ministero della Pubblica Istruzione
Incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana negli a.s. 2005/2006 e 2006/2007 per ordine e grado di istruzione
Ordine e grado di istruzione
% sulla popolazione
scolastica totale 2005/06
% sulla popolazione
scolastica totale 2006/07
Dell’infanzia 5,0 5,7
Primaria 6,0 6,8
Secondaria di I grado 5,5 6,5
Secondaria di II grado 3,1 3,8
Totale 4,8 5,6
Fonte: Elaborazioni su dati del Ministero della Pubblica Istruzione
Alunni con cittadinanza non italiana nella scuola secondaria di secondo grado. Valori assoluti e percentuali.
A.s. 2006/2007
Indirizzo Valore assoluto % sul totale
Licei classici 3.596 1,2
Licei scientifici 10.212 1,7
Ex Istituti e scuole magistrali 5.300 2,4
Istituti professionali 41.893 7,5
Istituti tecnici 38.498 4,1
Istituti d’arte e licei artistici 2.936 2,9
Licei linguistici 394 2,3
Totale 102.829 3,8
Fonte: Elaborazioni su dati del Ministero della Pubblica Istruzione
Dieci cittadinanze non italiane più rappresentate nelle scuole statali e non statali per livello di scuola. A.s. 2006/2007.
Valori assoluti e percentuali sul totale degli alunni stranieri
Totale Infanzia Primaria Sec. I grado Sec. II grado
Cittadinanza di
provenienza
V.a. % % % % %
Albania 77.846 15,5 16,9 14,8 15,8 15,0
Romania 68.381 13,6 12,1 14,7 13,3 13,2
Marocco 67.820 13,5 16,7 14,7 13,0 8,7
Cina 24.361 4,9 3,7 4,2 6,2 5,4
Jugoslavia 15.954 3,2 2,7 3,6 3,6 2,1
Ecuador 15.870 3,2 2,5 2,6 3,6 4,1
Tunisia 13.346 2,7 4,3 2,9 2,0 1,2
Perù 12.662 2,5 2,0 1,7 2,3 4,6
Filippine 12.597 2,5 2,9 2,3 2,2 2,7
Macedonia 12.459 2,5 2,1 2,6 3,1 1,7
Fonte: Elaborazione su dati del Ministero della Pubblica Istruzione
Incidenza di alunni non italiani nelle diverse aree del paese per grado di scuola. Confronto a.s 2005/2006 e 2006/2007. Valori
percentuali
Infanzia Primaria Sec. I grado Sec. II grado Totale Area
territoriale
’05/06 ’06/07 ’05/06 ’06/07 ’05/06 ’06/07 ’05/06 ’06/07 ’05/06 ’06/07
Nord-Ovest 8,2 8,3 9,3 8,8 8,8 8,6 5,1 5,3 7,8 7,2
Nord-Est 8,4 8,9 10,1 10,8 9,7 10,8 5,6 6,4 8,4 9,2
Centro 6,4 8,4 7,7 9,9 7,5 9,8 4,5 5,8 6,4 8,3
Sud 1,1 1,3 1,5 1,9 1,5 2,0 0,7 1,0 1,2 1,8
Isole 1,0 1,2 1,3 1,5 1,2 1,5 0,6 0,7 1,0 1,2
Totale Italia 5,0 5,7 6,0 6,8 5,5 6,5 3,1 3,8 4,8 5,6
Fonte: Elaborazione da Ministero Pubblica Istruzione
Denunciati per cui è iniziata l’azione penale per nazionalità e genere in Italia, Veneto e Lombardia. Valori assoluti e percentuali. 2000-2005
Denunciati Denunciati stranieri
Anno
Ambito
Territoriale Totale di cui donne % donne sui denunciati Totale di cui donne
% stranieri sui
denunciati
% donne sugli
stranieri
Italia 340.234 46.116 13,6 64.479 7.455 19,0 11,6
2000 Veneto 21.507 2.950 13,7 6.506 774 30,3 11,9
Lombardia 41.037 4.944 12,0 11.847 1.176 28,9 9,9
Italia 513.112 74.269 14,5 89.390 10.591 17,4 11,8
2001 Veneto 28.136 3.861 13,7 7.844 988 27,9 12,6
Lombardia 59.278 7.331 12,4 16.934 1.695 28,6 10,0
Italia 541.507 76.518 14,1 102.675 12.105 19,0 11,8
2002 Veneto 27.692 3.679 13,3 7.866 911 28,4 11,6
Lombardia 64.456 7.824 12,1 19.223 1.865 29,8 9,7
Italia 536.287 76.808 14,3 116.392 14.562 21,7 12,5
2003 Veneto 27.512 3.810 13,8 8.722 1.136 31,7 13,0
Lombardia 65.149 8.551 13,1 21.270 2.384 32,6 11,2
Italia 549.775 82.731 15,0 117.118 15.762 21,3 13,5
2004 Veneto 29.919 4.394 14,7 10.029 1.438 33,5 14,3
Lombardia 71.145 9.290 13,1 21.327 2.656 30,0 12,5
Italia 550.773 83.541 15,2 130.131 17.461 23,6 13,4
2005 Veneto 31.252 4.527 14,5 12.023 1.821 38,5 15,1
Lombardia 63.928 9.305 14,6 21.780 2.693 34,1 12,4
Fonte: Elaborazione Transcrime di dati Istat
Condannati per nazionalità e genere in Italia, Veneto e Lombardia. Valori assoluti e percentuali. Anni 2000-2005
Condannati Condannati stranieri
Anno Ambito Territoriale Totale di cui donne % donne sui condannati Totale di cui donne
% stranieri sui
condannati
% donne sugli
stranieri
Italia 308.300 56.849 18,4 58.829 7.921 19,1 13,5
2000 Veneto 10.380 1.579 15,2 2.520 324 24,3 12,9
Lombardia 22.539 2.971 13,2 4.905 553 21,8 11,3
Italia 239.174 34.366 14,4 63.505 8.344 26,6 13,1
2001 Veneto 16.063 2.430 15,1 6.103 874 38,0 14,3
Lombardia 32.569 3.977 12,2 11.551 1.265 35,5 11,0
Italia 221.190 31.880 14,4 38.011 4.862 17,2 12,8
2002 Veneto 13.456 2.065 15,3 3.627 567 27,0 15,6
Lombardia 25.218 3.046 12,1 6.767 719 26,8 10,6
Italia 219.679 30.837 14,0 47.107 5.759 21,4 12,2
2003 Veneto 13.602 1.966 14,5 4.140 562 30,4 13,6
Lombardia 27.684 3.528 12,7 9.357 1.020 33,8 10,9
Italia 239.391 32.453 13,6 62.236 7.981 26,0 12,8
2004 Veneto 12.854 1.706 13,3 4.964 573 38,6 11,5
Lombardia 32.852 4.374 13,3 14.450 1.727 44,0 12,0
Italia 221.381 30.996 14,0 48.525 6.298 21,9 13,0
2005 Veneto 11.970 1.700 14,2 4.222 569 35,3 13,5
Lombardia 25.208 3.195 12,7 9.969 1.182 39,5 11,9
Fonte: Elaborazione Transcrime di dati Istat
Detenuti al 31 dicembre di ogni anno per nazionalità e genere in Italia, Veneto e Lombardia. Valori assoluti e percentuali. Anni 2000-2006
Detenuti Detenuti stranieri
Anno Ambito Territoriale Totale di cui donne % donne sui presenti Totale di cui donne
% stranieri
sui presenti
% donne
sugli stranieri
Italia 53.165 2.316 4,4 15.582 923 29,3 5,9
2000 Veneto 2.442 192 7,9 1.181 92 48,4 7,8
Lombardia 7.199 533 7,4 2.393 205 33,2 8,6
Italia 55.275 2.421 4,4 16.294 1.002 29,5 6,1
2001 Veneto 2.587 171 6,6 1.272 89 49,2 7,0
Lombardia 8.008 596 7,4 2.796 255 34,9 9,1
Italia 55.670 2.469 4,4 16.788 1.007 30,2 6,0
2002 Veneto 2.424 162 6,7 1.177 75 48,6 6,4
Lombardia 8.100 618 7,6 3.145 262 38,8 8,3
Italia 54.237 2.493 4,6 17.007 1.072 31,4 6,3
2003 Veneto 2.440 158 6,5 1.231 73 50,5 5,9
Lombardia 8.475 648 7,6 3.475 311 41,0 8,9
Italia 56.068 2.589 4,6 17.819 1.131 31,8 6,3
2004 Veneto 2.707 149 5,5 1.449 87 53,5 6,0
Lombardia 8.043 596 7,4 3.228 277 40,1 8,6
Italia 59.523 2.804 4,7 19.836 1.302 33,3 6,6
2005 Veneto 2.440 158 6,5 1.425 141 58,4 9,9
Lombardia 8.475 648 7,6 3.641 287 43,0 7,9
Italia 39.005 1.670 4,3 13.152 779 33,7 5,9
2006 Veneto 1.768 114 6,4 974 68 55,1 7,0
Lombardia 6.453 444 6,9 3.064 205 47,5 6,7
Fonte: Elaborazioni Transcrime di dati Dap
Percezione delle conseguenze dell’immigrazione e valutazione della politica migratoria (valori percentuali);
variazione rispetto al 2005. Valori percentuali
Affermazione Sì No
Non sa,
non risponde
Gli immigrati sono utili per alcuni lavori 81,3 (+4,6) 12,9 (-5,7) 5,8 (+1,1)
Gli immigrati aumentano la criminalità 61,2 (+2,5) 27 (-4,2) 11,8 (+1,7)
Gli immigrati ci arricchiscono culturalmente 50,7 (-3,9) 31 (-4,9) 18,3 (+8,8)
Gli immigrati sottraggono lavoro agli italiani 30,9 (-2,6) 60,8 (-0,3) 8,3 (+2,9)
La politica adottata dal governo nei confronti
degli immigrati è positiva 24,2 (-1,9) 45,3 (-1,3) 30,5 (+3,2)
Favorevole a estendere il diritto di voto agli
immigrati per le elezioni comunali 52,3 (+1,4) 37,8 (-0,8) 9,9 (-0,6)
Favorevole a estendere il diritto di voto agli
immigrati per le elezioni politiche 50,1 (+1,6) 39,4 (-2,2) 10,5 (+0,6)
Fonte: Fondazione Ismu, 2007
Percezione della funzionalità degli immigrati per il mercato del lavoro italiano. Valori percentuali
“Gli immigrati sono utili
per alcuni lavori”
“Gli immigrati sottraggono
lavoro agli italiani”
Sì No Non sa Sì No Non sa
Nord-Ovest 85,2 9,9 4,9 17,5 72,8 9,8
Nord-Est 85,5 10,0 4,6 23,7 67,6 8,7
Centro 85,1 12,7 2,2 31,3 63,3 5,4
Sud e Isole 73,8 17,0 9,2 44,8 46,5 8,7
Maschi 83,7 11,5 4,8 30,4 64,0 5,5
Femmine 79,0 14,3 6,7 31,3 57,8 10,9
Elementari 87,7 6,1 6,2 31,8 48,5 13,5
Medie inf. 75,8 16,9 7,4 34,3 57,7 7,9
Medie sup. 80,0 15,7 4,3 23,9 71,6 4,4
Laurea 91,6 7,1 1,3 11,4 83,0 5,7
Imprenditore, professionista,
lavoratore autonomo 85,8 11,9 2,3 23,1 72,9 4,0
Dirigente, impiegato, insegnante 87,1 10,5 2,4 15,8 80,7 3,5
Operaio 74,9 17,4 7,7 35,9 52,0 12,1
Casalinga 80,3 10,3 9,4 45,6 44,1 10,4
Studente 72,7 17,3 10,0 21,0 74,8 4,2
Pensionato 92,3 3,6 4,2 28,5 61,8 9,7
Disoccupato 57,0 35,7 7,3 48,6 38,3 13,1
Totali 81,3 12,9 5,8 30,9 60,8 8,3
Fonte:Fondazione Ismu, 2007
Percezione del rapporto immigrazione e criminalità. Valori percentuali
“Gli immigrati aumentano la criminalità”
Sì No Non sa
Nord-Ovest 62,0 24,9 17,6
Nord-Est 63,6 26,3 18,8
Centro 54,4 27,7 16,4
Sud e Isole 63,1 28,7 19,7
Maschi 64,2 25,6 16,7
Femmine 58,5 28,4 19,7
Elementari 72,8 14,5 12,7
Medie inferiori 56,4 29,5 14,1
Medie superiori 58,3 34,9 6,8
Laurea 54,3 31,1 14,6
Imprenditore, professionista, lavoratore
autonomo 59,1 24,7 16,2
Dirigente, impiegato, insegnante 62,5 29,3 8,2
Operaio 52,9 35,0 12,2
Casalinga 67,9 18,6 13,5
Studente 39,5 44,9 15,5
Pensionato 74,4 16,5 9,0
Disoccupato 50,2 37,8 11,9
Totali 61,2 27,0 11,8
Fonte: Fondazione Ismu, 2007
Arricchimento culturale dovuto all’immigrazione. Valori percentuali
“Gli immigrati ci arricchiscono culturalmente”
Sì No Non sa
Nord-Ovest 51,0 31,4 17,6
Nord-Est 50,8 30,5 18,8
Centro 56,4 27,2 16,4
Sud e Isole 47,3 33,1 19,7
Maschi 51,7 31,5 16,7
Femmine 49,7 30,5 19,7
Elementari 43,7 27,5 28,8
Medie inferiori 46,5 35,5 18,0
Medie superiori 59,7 30,5 9,7
Laurea 65,1 22,2 12,7
Imprenditore, professionista, lavoratore
autonomo 61,0 31,6 7,4
Dirigente, impiegato, insegnante 64,8 26,2 9,0
Operaio 52,3 21,4 26,3
Casalinga 42,9 31,0 26,0
Studente 61,5 26,6 11,9
Pensionato 38,8 37,5 23,7
Disoccupato 39,5 46,4 14,1
Totali 50,7 31,0 18,3
Fonte: Fondazione Ismu, 2007
Opinioni relative alla concessione del diritto di voto agli immigrati. Valori percentuali
Elezioni amministrative Elezioni Politiche
Sì No Non sa Sì No Non sa
Nord-Ovest 55,1 33,4 11,5 51,5 37,1 11,4
Nord-Est 49,4 42,0 8,7 40,6 46,9 12,4
Centro 54,6 36,0 9,4 57,3 38,7 4,0
Sud e Isole 50,6 39,9 9,5 50,0 37,5 12,5
Maschi 48,9 44,2 6,9 46,1 47,3 6,6
Femmine 55,6 31,9 12,6 53,6 32,2 14,2
Elementari 48,6 36,9 14,6 45,7 39,7 14,6
Medie inferiori 54,1 36,0 9,9 53,2 35,5 11,3
Medie superiori 51,8 42,1 6,0 50,9 43,9 5,1
Laurea 59,4 34,2 6,3 45,9 42,4 11,7
Imprenditore, professionista
lavoratore autonomo 56,9 35,5 7,7 58,0 38,9 3,1
Dirigente, impiegato,
insegnante 63,0 33,2 3,8 55,8 37,5 6,7
Operaio 50,9 34,9 14,2 51,4 34,1 14,5
Casalinga 50,0 34,9 15,2 48,1 36,3 15,6
Studente 48,4 46,8 4,8 51,8 39,9 8,3
Pensionato 49,3 39,3 11,4 41,1 50,1 8,9
Disoccupato 42,3 50,6 7,2 48,7 34,0 17,3
Totali 52,3 37,8 9,9 50,0 39,4 10,5
Fonte: Fondazione Ismu, 2007
Giudizio positivo nei confronti della politica governativa sugli immigrati. Valori percentuali
Sì No Non sa
Nord-Ovest 25,0 40,5 34,5
Nord-Est 22,5 50,8 26,7
Centro 24,9 45,3 29,8
Sud e Isole 24,0 46,0 30,0
Maschi 25,0 52,4 22,6
Femmine 23,4 38,8 37,8
Elementari 17,8 43,5 38,7
Medie inferiori 26,1 41,0 32,8
Medie superiori 26,2 52,6 21,2
Laurea 29,8 47,3 22,9
Imprenditore, professionista, lav. autonomo 19,6 62,7 17,7
Dirigente, impiegato, insegnante 31,1 50,3 18,6
Operaio 22,3 41,1 36,6
Casalinga 23,2 37,3 39,5
Studente 22,7 49,6 27,8
Pensionato 22,4 43,2 34,3
Disoccupato 27,2 36,1 36,7
Totali 24,2 45,3 30,5
Minori non accompagnati censiti dal Cms dal 2002 al 2007*
Anno Minori censiti dal Cms
2000 8.307
2001 8.146
2002 7.040
2003 8.194
2004 8.100
2005 7.583
2006 6.453
2007* 6.554
* Dati disponibili al 30.9.2007
Fonte: Comitato per i minori stranieri c/o Ministero del Lavoro e delle politiche sociali
Casi di competenza e non competenza del Cms al 30.9.2007 per regione
Regione Casi competenza Casi fuori
competenza
Totale %
Sicilia 24 2.109 2.133 32,55
Lombardia 486 567 1.053 16,07
Piemonte 337 271 608 9,28
Emilia-Romagna 217 341 558 8,51
Toscana 128 235 363 5,54
Lazio 58 263 321 4,90
Veneto 136 171 307 4,68
Friuli-Venezia Giulia 148 122 270 4,12
Marche 38 221 259 3,95
Puglia 15 197 212 3,23
Trentino Alto-Adige 83 56 139 2,12
Liguria 20 72 92 1,40
Campania 15 50 65 0,99
Calabria 2 50 52 0,79
Abruzzo 5 43 48 0,73
Sardegna 1 17 18 0,27
Umbria 3 14 17 0,26
Valle d’Aosta 5 12 17 0,26
Basilicata - 13 13 0,20
Molise - 9 9 0,14
Totale 1.721 4.833 6.554 100,00
Fonte: Comitato per i minori stranieri c/o Ministero del Lavoro e delle politiche sociali
ISMU 2008/04_ISMU_08_Testo.pdf
9
L’aumento dei flussi internazionali di rimesse: le ragioni e le prospettive di un
fenomeno inarrestabile
Le rimesse si possono definire, indicativamente, come trasferimenti di denaro da parte della persona
immigrata verso il paese di origine. Tale fenomeno, esistente da sempre, poiché insito nel concetto di
migrazione - specie in quella per motivi di lavoro - ha da pochi anni catalizzato l’attenzione di economisti e
policy-maker, con particolare riguardo alle conseguenze sul processo di sviluppo dei paesi di emigrazione.
Infatti, le rimesse sono molto importante per i Paesi in Via di Sviluppo (Pvs). Si tratta di una fondamentale
fonte di reddito per le famiglie che ricevono le rimesse e che, spesso, dipendono da quelle risorse per
finanziare i consumi giornalieri, affrontare improvvise emergenze e garantirsi un futuro più sicuro.
Le rimesse: aspetti quantitativi
Il valore totale delle rimesse è cresciuto stabilmente nell’ultimo decennio. La Banca Mondiale1 ha stimato
che, nel 2005, il flusso mondiale abbia raggiunto i 232 miliardi di dollari, di cui 167 miliardi verso i Pvs,
coinvolgendo circa 175 milioni di migranti. Sempre secondo la Banca Mondiale, nella regione latinoamericana e
dei Caraibi, la popolazione locale ha ricevuto nel 2006 circa 53 miliardi di dollari, oltre un quarto delle rimesse
globali, per quello che è attualmente il primo mercato internazionale di riferimento per tali flussi finanziari. Per
quanto riguarda l’Italia, secondo la Fondazione Ismu, nel 2006 le rimesse in uscita hanno sfiorato i 4,5 miliardi
di euro, un valore più che raddoppiato in soli 3 anni e un incremento di oltre il 60% nel biennio 2004/2006.
Il consenso internazionale sull’importanza delle rimesse
Negli ultimi anni la comunità internazionale ha “scoperto” le potenzialità delle rimesse per lo sviluppo dei
Pvs. Ciò è imputabile alla concomitanza di tre fattori: la scarsità di risorse finanziarie per promuovere lo
sviluppo dei Pvs, i problemi del terrorismo internazionale, e l’importanza strategica per il sistema bancario e
finanziario privato della clientela migrante, sia in termini di servizi generali verso un segmento di mass-market,
sia in termini di specifici servizi di migrant-banking, a cominciare proprio dal tema delle rimesse. La prima parte
del volume mette in contesto il fenomeno a livello globale in base a declinazioni di carattere politico, sociale e
macrofinanziario.
Le conseguenze economiche delle rimesse
Come approfondito nel volume Dagli Appennini alle Ande, che focalizza l’attenzione sull’area
sudamericana, le rimesse hanno valenza molteplice sul paese ricevente i fondi e sulla società di accoglienza. I
vantaggi delle rimesse per la società di accoglienza sono noti e ricollegabili essenzialmente alla estensione dei
servizi legati al money transfer e ai servizi finanziari specifici. Evidentemente, per sfruttare questi vantaggi deve
essere valorizzato il ruolo degli intermediari finanziari, attraverso la riduzione dei costi e il contrasto al flusso di
rimesse veicolato attraverso canali informali di intermediazione. Il tema viene analizzato nella seconda e nella terza
parte del presente volume, anche con particolare riguardo al contesto italiano.
La strada da percorrere: innovare e sperimentare meccanismi di valorizzazione delle rimesse
Dato l’incremento costante di questo fenomeno, la sua rilevanza e la complessità accennate in queste
pagine, è necessaria maggior attenzione alla gestione dei flussi già dall’origine. Ciò significa agire nel paese di
immigrazione, attraverso la creazione di progetti che da una parte, assicurino il contenimento dei costi di
trasmissione del denaro, dall’altra, migliorino il rendimento delle rimesse con la realizzazione di iniziative di
sviluppo a loro associate nei paesi di origine degli stranieri, iniziative di cui rendiamo conto con esempi di
buone pratiche internazionali e nazionali nella terza parte del presente del volume.
1. World Bank, Global Economic Prospects, 2006.
ISMU 2008/05_ISMU_08_Zamfrini.pdf
XIII Rapporto ISMU sulle Migrazioni
25 gennaio 2008
IL LAVORO
Laura Zanfrini
(laura.zanfrini@unicatt.it)
Lo scenario internazionale
Una persistente centralità della questione migratoria nell’agenda
politica di molti paesi
Una crescita della componente immigrata tra le forze di lavoro e il
timido superamento delle “politiche degli stop”
Uno scarto tra il susseguirsi dei pronunciamenti che vietano la
discriminazione e una persistente condizione di svantaggio di
immigrati e minoranze etniche
Migrazioni e internazionalizzazione delle economie nazionali:
attrazione di “materia grigia”, sviluppo imprenditoriale, mercificazione
della diversità etnica
Verso il superamento della concezione bilaterale delle migrazioni:
l’integrazione tra le politiche migratorie e le politiche di promozione
dello sviluppo dei paesi d’origine
L’Italia nel contesto internazionale:
uno straordinario polo d’attrazione per le labour migrations
Oltre 250mila ingressi programmati per motivi di lavoro, che si
sommano ai circa 700mila ammessi con la “regolarizzazione
camuffata” del 2006
La liberalizzazione degli accessi dai paesi neo-comunitari
???? gli accessi “indiretti” (familiari ricongiunti che si offrono sul m.d.l.)
Un’offerta ampiamente autonoma dai dispositivi di reclutamento,
alimentata dai push effects e dalla capacità attrattiva dell’economia
sommersa
La distanza tra la legge e la prassi come tratto “normale” del modello
italiano di governo delle labour migrations
L’iniziativa del governo per una riforma del quadro giuridico sulle
labour migrations
I numeri della programmazione
179.000--45.000115.500145.5002005
252.000--3.00080.000167.000127.1002007
690.000----80.000558.500288.5002006
115.000----66.00046.500106.4002004
79.500----68.5009.70072.3002003
79.500--3.00060.00014.00063.6002002
89.40015.0002.00039.40027.00015.0002001
83.00015.0002.00066.00018.0002000
58.000--3.50054.5006.0001999
58.000--3.50054.5006.0001998
20.000----20.000--1997
23.000----13.00010.000--1996
25.000----10.00015.000--1995
TOTALERicerca l.AutonomoStagional.Lav. Sub.Privilegiate
I caratteri dell’offerta
1.701mila i lavoratori stranieri censiti dall’Istat al 3° trimestre
2007
Un’elevata propensione degli immigrati a offrirsi sul mercato
del lavoro: il tasso di attività è del 72,3%
Un tasso di attività maschile che riflette la struttura per età
della popolazione straniera e la bassissima incidenza della
disoccupazione “volontaria”: 86,8% per gli uomini, oltre 13
punti percentuali superiore a quello complessivo
Un tasso di attività femminile che riflette l’eterogeneità dei
modelli di breadwinner: dal 26% delle marocchine al 90%
delle filippine
I caratteri dell’occupazione
1.590mila gli occupati stranieri censiti dall’Istat al 1°
trimestre 2007 (970mila uomini e 621mila donne)
È concentrata al Nord (63%, 75% degli occupati
nell’industria)
È composta in oltre la metà dei casi (53,1%) da lavoratori
con un’istruzione superiore
È concentrata nei servizi (38 immigrati su 100 e 84
immigrate su 100)
Occupati per professione, III trim. 2007
18.4%30.4%Artigiani, opera special., agricoltori
9.0%27.8%Personale non qualificato
16.3%16.0%Addetti alle vendite e servizi person.
8.7%12.5%Conduttori d’impianti
10.3%3.0%Impiegati
21.5%5.6%Professioni tecniche
9.7%2.7%Professioni intellettuali
5.0%1.8%Dirigenti e imprenditori
TotaleStranieri
Gli aspetti problematici
111mila i disoccupati stranieri censiti dall’Istat al 1° gennaio
2007 (di cui ben 68mila donne)
Una esposizione al rischio di disoccupazione solo di poco
superiore rispetto agli autoctoni (lo scarto è di 0,4 punti
percentuali per gli uomini e 1,7 per le donne)
Una disoccupazione che colpisce soprattutto le donne
ricongiunte e con famiglia, oltre che i new comers
Gli aspetti problematici
Una maggiore esposizione al rischio di infortuni sul lavoro:
116mila quelli occorsi nel 2006, con un’incidenza del 50% in
più rispetto a italiani e altri comunitari
Una persistente esposizione al rischio di occupazione
irregolare, conseguente a una dinamica dei flussi autonoma
rispetto alle politiche di programmazione degli ingressi, e
sempre più tributaria della condizione di irregolarità nel
soggiorno
Un’evidente discrasia tra i livelli di istruzione degli occupati
stranieri e i profili professionali ricoperti
Sottoinquadramento, utilizzo improprio dei contratti atipici,
sistematica assegnazione ai compiti più gravosi
I caratteri della domanda
Almeno 160mila (o 228mila nell’ipotesi di massa) le
assunzioni di immigrati nel 2007 stimate dal sistema Excelsior
Una propensione ad assumere lavoratori stranieri superiore
alla loro incidenza sulle forze di lavoro (dal 19% della stima
minima al 27% della massima) e all’incidenza registrata nel
2006
Una domanda sottodimensionata rispetto alle difficoltà di
reclutamento denunciate dalle imprese e che accentua
l’etnicizzazione del m.d.l. italiano
Una domanda che rafforza l’aspettativa che gli immigrati
siano destinati a ricoprire i ruoli privi di qualificazione
Le assunzioni previste
Nella metà dei casi richiedono un’esperienza specifica
Nei 3/4 dei casi richiedono ulteriore formazione, in genere in
affiancamento
Benché prevalentemente assorbite dai profili operai e/o a
bassa qualificazione, le assunzioni di stranieri riguardano
spesso ruoli cruciali per l’operatività aziendale
In oltre la metà dei casi richiedono un livello di istruzione pari
all’obbligo e presentano una distribuzione asimmetrica rispetto
ai capitali formativi degli stranieri, specie in corrispondenza del
livello di istruzione universitario
Tendono a riprodurre le modalità attraverso le quali la
partecipazione degli stranieri al m.d.l italiano si è finora
realizzata
I principali settori d’inserimento
27,0228.00019,0160.000TOTALE
12,99.8508,26.230Commercio al dettaglio
42,814.89020,47.110Servizi sanitari
29,015.29018,59.740Trasporti e att. postali
34,314.15028,111.580Industrie dei metalli
51,827.11025,213.170Servizi operativi
30,937.96025,431.170Costruzioni
35,036.99024,726.090Alberghi, rist., turismo
26,3134.21016,684.740TOTALE SERVIZI
28,493.37022,774.860TOTALE INDUSTRIA
%massima%minima
I principali profili
15,621,822,327,9TOTALE
1,87,768,85,6Commercio al dettaglio
0,50,165,67,7Servizi sanitari
34,31,91,637,9Trasporti e att. postali
38,749,10,15,8Industrie dei metalli
2,73,10,887,7Servizi operativi
8,357,00,132,9Costruzioni
0,10,476,518,7Alberghi, rist., turismo
7,63,637,134,7TOTALE SERVIZI
27,148,01,018,1TOTALE INDUSTRIA
Conduttori
d’impianti
Operai
specializzati
Professioni
vendite e
servizi
Personale
non
qualificato
Le assunzioni previste di donne immigrate
10.710 custodi o addette alle pulizie
9.230 addette ai servizi domestici o della ristorazione
3.710 operatrici dell’assistenza
2.510 addette alle pulizie e alle lavanderie
1.840 addette alle vendite
1.300 altre addette ai servizi personali
1.270 addette al settore tessile-abbigliamento
1.090 addette alle macchine produzione tessile/pelletteria
9.340 altri profili
L’imprenditorialità immigrata in Italia
È favorita da alcune caratteristiche del sistema
produttivo italiano, come:
la quota elevata di lavoratori autonomi,
la diffusione dell’industria manifatturiera,
la polverizzazione dei punti vendita al minuto,
la vitalità del settore della ristorazione,
l’ampio ricorso al subappalto in alcuni settori…
… ma anche dal progressivo ampliamento dei consumi
direttamente collegati alla presenza di immigrati
L’imprenditorialità immigrata in Italia
Ha conosciuto una spettacolare espansione nel volgere di
pochi anni, grazie anche alle evoluzioni legislative,
contribuendo al ricambio generazionale in diversi settori
Rappresenta una strategia di mobilità professionale per coloro
che sono in Italia da un certo numero di anni…
… ma spesso nasconde fenomeni di ricorso improprio a
soluzioni contrattuali diverse dal lavoro dipendente
configurandosi come imprenditorialità marginale e/o come
imprenditorialità “da domanda”
È ipotizzabile che sia utilizzata come strategia per ottenere il
rinnovo del permesso di soggiorno nel caso di lavoratori
precari e atipici
I problemi aperti
Il sostanziale fallimento di una politica di contrasto
all’immigrazione irregolare basata sui controlli alle frontiere e
l’imposizione di rigidi vincoli ai datori di lavoro interessati ad
assumere
Un regime particolarmente vincolistico di gestione
dell’incontro domanda/offerta di lavoro immigrato che
concorre a rendere gli immigrati particolarmente duttili alle
richieste dei datori di lavoro, trasformandoli in involontari
artefici di un processo involutivo
Un’asimmetria tra l’effettiva dimensione dei fabbisogni e la
loro distribuzione settoriale e ricezione da parte dell’agenda
politica e mass-mediatica
I problemi aperti
Un’imprenditorialità “da domanda” che non si esprime
attraverso politiche di attrazione e incentivazione
imprenditoriale, bensì nel contesto di quei processi di
individualizzazione e precarizzazione dei rapporti di impiego
che segnano il declino della “società salariale”
Resta complessivamente aperta la sfida di “deprivatizzare” le
responsabilità di cura
I rischi di un “eccesso di domandismo”
I contraccolpi sul mercato del lavoro dell’ulteriore crescita di
un “esercito post-industriale di riserva”
La sottovalutazione delle situazioni di sofferenza
occupazionale nella pianificazione dei fabbisogni di
manodopera immigrata
La sottovalutazione del carattere contingente di molti
fabbisogni: sono soprattutto le imprese “marginali” e meno
efficienti a impiegare manodopera straniera
La natura autopropulsiva delle migrazioni
L’esautorazione dei governi da un fondamentale ambito di
esercizio della sovranità
Aspetti problematici riguardo il bilancio
costi/benefici dell’immigrazione
L’irresistibile crescita della componente inattiva
La ricorrenza delle situazioni di lavoro nero e grigio
La simulazione dei rapporti di lavoro inesistenti e i rischi di
un regime migratorio più liberale
L’impatto sociale dell’immigrazione e il problema
dell’accesso ai benefici di welfare
L’illusione che una politica migratoria più liberale possa
contribuire a risolvere gli elementi disfunzionali dell’assetto
in vigore
Tutte le società producono degli stranieri,
ma ciascun tipo di società
produce il suo proprio tipo di stranieri,
e li produce in un suo proprio modo inimitabile
Z. Bauman