L’espressione soft skills spesso viene assimilata a quella di competenze personali e sociali. Si tratta, infatti, in genere di competenze trasversali proprie della persona umana necessarie per poter per agire in maniera autonoma e responsabile, capace di auto-direzione e auto-regolazione, sia sul piano cognitivo, sia su quello affettivo, sia su quello comportamentale. La diffusione dell’espressione soft skills è stata utilizzata inizialmente in relazione al mondo del contrapponendola a quella di hard skills, competenze di natura tecnico professionale. Questa distinzione indica il bisogno di descrivere due componenti diverse ma entrambi necessarie della capacità di operare in ambito lavorativo. La prima espressione riguarda, quindi, qualità più propriamente della persona in quanto tale, ma essenziali per portare a termine gli impegni professionali, come il gusto di far bene il proprio lavoro con precisione e puntualità, la capacità di lavorare insieme e comunicare validamente. La seconda concerne più direttamente il compito tecnico-pratico da svolgere. Il termine appare così più comprensivo delle necessarie per portare a termine in maniera valida ed efficace i vari compiti (di studio, di lavoro, di sport, etc.), mentre il secondo fa riferimento più specificatamente a un ambito lavorativo e per questo appare di significato più ristretto. Nel mondo del lavoro anglosassone si preferisce di conseguenza parlare di soft skills, invece che di personal competencies, attribuendo loro alcuni caratteri specifici che ben difficilmente caratterizzerebbero le competenze personali, come una più agevole possibilità di sviluppo, di misurazione, di articolazione secondo i compiti da svolgere, i progetti da elaborare, le regole da seguire. Inoltre, esse sembrano essere più facilmente trasferibili. In coerenza con quanto sopra precisato circa l’utilizzazione dell’espressione soft skills nel mondo del lavoro, recentemente sono state evidenziate alcune nuove esigenze formative derivanti dagli sviluppi della . Così si parla oggi di digital soft skills, cioè di competenze personali necessarie per sapersi muovere nel contesto tecnologico digitale. Alcune di queste sono nuove e riguardano l’ambito della riservatezza e dell’attenzione alla sicurezza e alla . L’accedere a un cloud o piattaforma aziendale per svolgere le proprie mansioni deve rendere gli impiegati consapevoli dell’importanza di tale dimensione personale ed etica della propria attività. Da parte del management certamente vanno indicate chiare e valide norme procedurali, ma da parte del lavoratore precisione e sistematicità nel seguirle. Ciò vale anche per una delle competenze personali più considerate, la capacità di collaborare, il saper dare il proprio contributo in vista di un obiettivo comune insieme al saper comunicare con gli altri membri del gruppo e saper coordinare e integrare con essi il proprio apporto. La novità che viene dall’uso delle tecnologie digitali sta nel fatto che sia la , sia la collaborazione non solo vengono attuate in presenza, ma sempre più a distanza in quanto mediate da mezzi di interazione di natura tecnologica. Di conseguenza si allarga notevolmente lo spettro di possibili attuazioni concrete delle attività e delle relazioni tra i diversi membri di un gruppo di lavoro.
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