L'approccio delle scuole aperte è orientato a creare una connessione più forte tra la scuola e la comunità educante, promuovendo la partecipazione e migliorando l' educativa degli studenti. Il termine "scuole aperte" può assumere vari significati a seconda del contesto, ma spesso si riferisce a una serie di pratiche e approcci che mirano a coinvolgere attivamente la comunità educante, promuovere la partecipata di genitori e studenti e aprire le scuole al territorio. L’obiettivo è quello di ampliare l’offerta extrascolastica e rendere così le scuole sempre più presidi culturali e teatri di socialità. I differenti modelli di “scuole aperte al pomeriggio” o “scuole aperte d’estate” cercano di coinvolgere attivamente la comunità locale nel processo educativo. Ciò può includere genitori, famiglie, associazioni, volontari e altre parti interessate. L'obiettivo è creare una rete tra la scuola e la comunità educante per migliorare la partecipazione e la qualità dei percorsi formativi. Ciò include la aperta e regolare con genitori, studenti e membri della stessa comunità educante. Le scuole aperte organizzano eventi e attività che coinvolgono la comunità. Ciò può includere giornate di , incontri di genitori e insegnanti, fiere scolastiche, eventi culturali e sportivi, laboratori di doposcuola ecc. creando un senso di appartenenza e partecipazione. Gli spazi della scuola possono essere utilizzati per incontri di gruppi comunitari, corsi serali per adulti o programmi culturali. La rete dei contatti e le collaborazioni con le istituzioni locali come biblioteche, centri culturali, imprese e organizzazioni non profit possono arricchire l'esperienza educativa degli studenti e promuovere la connessione tra la scuola e la comunità più ampia. Le scuole aperte cercano di essere inclusive e accoglienti per tutti gli studenti e le loro famiglie. In linea con l’Agenda europea per contrastare la povertà educativa che mira a garantire “un’educazione di qualità, inclusiva, equa, e promuovere opportunità di permanente per tutti, nell’ambito dell’impegno a non lasciare nessuno indietro, cercando di favorire coloro che sono attualmente svantaggiati - le famiglie più povere, le donne, e soprattutto i bambini”, alcune Regioni supportano l’attivazione di modelli di scuole aperte finalizzate alla lotta verso gli stereotipi e alla discriminazione, alla prevenzione della violenza di genere e al , alla prevenzione e al contrasto della povertà educativa, della dispersione e dell’abbandono scolastico. Lo spettro degli interventi può essere ampio e vario: laboratori tematici per l’approfondimento delle competenze di base linguistico/espressive e logico/matematiche e per la sperimentazione di nuovi ed efficaci approcci allo studio delle discipline umanistiche e scientifico-matematiche; laboratori tematici di arte, teatro, musica, sport, lingue straniere, cultura ambientale, enogastronomia, attiva, educazione alla pace e alla legalità, multiculturalità, ecc.; attività culturali e ricreative (teatrali, musicali, sportive ecc.). Le soluzioni dettate dall’autonomia scolastica (DPR 275/99) al dilagante problema della crisi dei sistemi scolastici occidentali non sono state né completamente praticate, almeno in Italia, né completamente capite. Di sicuro non è bastata la legge per ottenere questa capacità di autogoverno tanto auspicato fin dai primi anni Novanta e non solo per colpa delle scuole, ma perché l’apparato burocratico e verticistico non ha mollato un modo di fare arcaico e centralistico. D’altro canto, bisogna anche accettare l’idea che, anche laddove l’autonomia è stata praticata realmente e totalmente (i sistemi di quasi-mercato della Nuova Zelanda o della Svezia per esempio), i risultati non sembrano essere così esaltanti. Il successo formativo per tutti, la scuola che promuove l’inclusività e l’ non è stata ancora realizzata, né dai sistemi centralizzati, né dai sistemi di quasi-mercato. Allora rimangono i tentativi di quelle particolari risposte scolastiche e formative che funzionano in determinati luoghi e in determinati momenti. Le esperienze di scuole aperte realizzate sono dei modelli, esprimono delle idee, delle risposte. Ma all’interno di esse è possibile intercettare una precisa ratio, un trait d’union che le accomuna e che è rappresentato proprio dall’essere efficaci perché hanno saputo capire il contesto e trovare le risposte giuste ai problemi che in quel contesto si ponevano. Le scuole aperte rappresentano parte di queste risposte scolastiche e formative. Con l’Autonomia scolastica le esperienze di scuole aperte realizzate da dirigenti scolastici, insegnanti, consigli d’Istituto, si sono moltiplicate su tutto il territorio nazionale. Il paradigma che ha guidato la realizzazione di alcune di queste esperienze muove da un principio base: sono “aperte” quelle Scuole che si “aprono a sperimentare la condivisione nella progettazione delle attività e nella gestione degli spazi”. La scuola intesa come bene comune, una sfida per l’. Bibliografia Rossi a.l., Verso le scuole aperte. Un'esperienza educativa in atto, Icaro Studio, Tabula Fati, 2015. Rossi Doria M. – G. Tosoni, La scuola è mondo, Edizioni Gruppo Abele, 2016. Rossi Doria M., Rammendare. Il lavoro sociale ed educativo come leva per lo sviluppo, Donzelli, 2022. Pollo M., Manuale di pedagogia sociale, FrancoAngeli, 2015.

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