Il Reddito di Cittadinanza (RdC) è una misura di contrasto alla povertà e di sociale, istituita in Italia con il Decreto Legge n. 4/2019, convertito dalla Legge n. 26/2020, e successivamente modificata dalla legge 30 dicembre 2021, n. 234. La misura è finalizzata al reinserimento nel mondo del e all'inclusione sociale dei soggetti beneficiari. La legge di Bilancio 2023 ha introdotto ulteriori modifiche, riducendo il periodo massimo di fruizione del Reddito di Cittadinanza a 7 mensilità per l'anno 2023, con alcune eccezioni per nuclei familiari con componenti disabili, minorenni o persone con almeno sessant'anni di età. Il Reddito di Cittadinanza è una misura di portata rilevante, sia per il suo significato simbolico sia perché mette alla prova le ancora giovani affidandole una platea ben più complessa da gestire rispetto ad altri programmi, quali ad esempio Garanzia Giovani. Se la definizione teorica del Reddito di Cittadinanza lo descrive come una misura di welfare che porta lo Stato a garantire a chiunque, indipendentemente dalla sua condizione, di poter vivere al di sopra della soglia di povertà assoluta, molti analisti internazionali, tendenzialmente favorevoli all’introduzione di un reddito minimo, evidenziano tuttavia che se il suo ammontare è troppo alto, avvicinandosi al livello dei salari minimi, scoraggia il reinserimento della persona nel , creando la cosiddetta “trappola della povertà”. Dall’altro lato l’applicazione italiana del Reddito di Cittadinanza lo connota come una misura temporanea, finalizzata al reinserimento lavorativo. Infatti, il sussidio ha limiti temporali definiti (18 + 18 mesi) ed è concesso a condizione che i beneficiari si attivino nella ricerca del lavoro, supportati dalla rete dei , nonché si mettano al servizio della collettività con attività di pubblica utilità, organizzate dai Comuni. Il Reddito di Cittadinanza è erogato tramite una carta di pagamento elettronica, la Carta Reddito di Cittadinanza, e l'importo spettante può essere suddiviso tra i componenti maggiorenni del nucleo familiare. La misura è condizionata alla al lavoro (DID) e all'adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all'inserimento lavorativo e all'inclusione sociale, noto come Patto per il lavoro o Patto per l'inclusione sociale. Per accedere al Reddito di Cittadinanza il richiedente deve soddisfare specifici requisiti di cittadinanza, residenza e reddito. È necessario essere cittadini italiani, di un Paese dell'Unione Europea, o cittadini di Paesi terzi con permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. La residenza in Italia deve essere di almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Inoltre, il nucleo familiare deve avere un ISEE inferiore a 9.360 euro, un patrimonio immobiliare inferiore a 30.000 euro (esclusa la casa di abitazione), e un patrimonio mobiliare inferiore ad un limite variabile tra i 6.000 ed i 10.000 euro in base alla dimensione del nucleo familiare. I beneficiari del Reddito di Cittadinanza devono rispettare specifici obblighi, tra cui la partecipazione a percorsi di e l'accettazione di offerte di lavoro congrue. La mancata adesione a tali obblighi può comportare la decadenza dal beneficio. Inoltre, la presentazione di dichiarazioni false o l'omissione di informazioni rilevanti può portare a sanzioni penali e alla revoca del beneficio. La normativa del Reddito di Cittadinanza ha subito diverse modifiche nel tempo. La legge di Bilancio 2023 ha ridotto il periodo massimo di fruizione a 7 mensilità per l'anno 2023. Nel 2023, il Decreto-Legge n. 48 ha introdotto modifiche significative al programma, sostituendo il Reddito di Cittadinanza con il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) e l'Assegno d'Inclusione (ADI), orientati più chiaramente verso l'inserimento lavorativo attivo. Il Reddito di Cittadinanza è stato oggetto di dibattito riguardo alla sua capacità di ridurre effettivamente la povertà e favorire l'occupazione. Sono state evidenziate criticità nella gestione delle politiche attive del lavoro e nella capacità delle politiche attive del lavoro nel gestire i piani di reinserimento lavorativo, anche considerando che INPS e l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL) hanno stimato che solo il 30% della platea dei beneficiari avesse le caratteristiche richieste per l’accesso al percorso di collocazione lavorativa, quindi nelle condizioni di reinserirsi nel mercato del lavoro. Bibliografia Decreto-Legge 28 gennaio 2019 n. 4 convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n. 26. Vincieri M., Reddito di cittadinanza come strumento di contrasto al lavoro povero, in Rivista del diritto della sicurezza sociale A. 22 n. 1, 2022, pp. 29-49. Sgritta G., Politiche e misure della povertà: il reddito di cittadinanza, Politiche Sociali, Social Policies, 2020, pp. 39-56. Saraceno C., Politiche per le famiglie e disuguaglianze, Politiche Sociali, Social Policies, 2020, pp. 103-124. Gotti E., Reddito di Cittadinanza: il rischio di perdere un’occasione per combattere la povertà, Bene Comune, aprile 2019. Tiraboschi M., La sfida del reddito di cittadinanza tra economia di mercato ed economia del sussidio. in Scritti in onore di Oronzo Mazzotta, Cacucci, 2022, pp. 1373-1384.
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