Il PNRR, cioè il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” dell’Italia, approvato dal Governo nell’aprile 2021 e poi dal Consiglio europeo nel luglio 2021, rappresenta l’attuazione nazionale del NGEU, e cioè del programma “NextGeneration” dell’Unione europea (e del relativo “Dispositivo per la Ripresa e Resilienza”) che è stato introdotto nel 2021 essenzialmente per due obiettivi: favorire il rilancio economico e sociale nei Paesi dell’Unione a seguito della grave crisi determinata dalla pandemia da COVID-19, e avviare due transizioni, quella “verde”, rivolta alla tutela dell’ambiente, e quella “digitale” concernente i processi di digitalizzazione. L’Unione UE ha messo a disposizione 750 miliardi di euro, cui vanno aggiunti altri 50 miliardi di euro per il programma di “Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa” (REACT-EU). Si tratta di prestiti e sussidi destinati agli Stati membri per realizzare, dal 2021 al 2026, investimenti e riforme coerenti con gli obiettivi e l’impostazione di NGEU. In ogni caso, l’erogazione dei prestiti e dei sussidi è collegata all’impegno assunto dagli Stati di procedere alle riforme e agli investimenti definiti nei Piani nazionali così come approvati dagli organi dell’Unione. Spetta a questi ultimi verificare - con periodicità̀ semestrale - l’osservanza di queste “condizionalità” alle quali è quindi subordinata la definitiva assegnazione delle risorse finanziarie. In caso di inadempimento nel rispetto degli impegni assunti, è prevista la cessazione delle assegnazioni e la restituzione di quanto già attribuito in via di anticipazione. L’Italia, a differenza di quasi tutti gli altri Stati dell’Unione, ha chiesto l’erogazione sia dei prestiti che dei sussidi nella quantità massima disponibile, e, più esattamente, di 191,5 miliardi di euro, di cui più di 122 miliardi in prestiti e quasi 69 miliardi in sussidi. Dopo il “prefinanziamento” di quasi 25 miliardi (il 13% dell’intera quota stabilita per l’Italia) avvenuto nell’agosto 2021, nell’aprile del 2022 è avvenuto il versamento della prima tranche di 21 miliardi (10 in sussidi e 11 in prestiti) a seguito della verifica del raggiungimento dei 51 obiettivi stabiliti per il 2021, tra i quali rientravano anche alcuni collegati alle . Il 30 giugno del 2022 è poi scaduto il termine per il conseguimento di altri 45 obiettivi cui è stata collegata l’erogazione della seconda tranche di 24,1 miliardi. Successivamente, a fine dicembre 2022 è scaduto il termine per il conseguimento di altri 55 obiettivi cui è stata collegata l’erogazione della terza tranche di 21,8 miliardi. Attualmente, è in via di erogazione la quarta tranche di 18,4 miliardi in relazione al conseguimento di ulteriori 27 obiettivi. Nel PNRR italiano concordato con l’Unione vi sono alcuni interventi – sia come riforme che come investimenti – che concernono le materie collegate all’istruzione professionalizzante e alle politiche attive del lavoro. A tal riguardo, questi interventi sono inclusi nella Missione 5 (“ e coesione”) “Componente 1” (Politiche attive e del lavoro), e nella Missione 4 (“Istruzione e ricerca”) “Componente 1” (Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione dall’asilo nido all’Università). Non sussiste, invece, una specifica “Componente” del PNRR destinata alla IEFP, sicché può dirsi che quest’ultima, eccezion fatta per l’investimento straordinario sul , è coinvolta per così dire in modo trasversale e soltanto indiretto dalle riforme e dagli investimenti previsti nei predetti punti del PNRR. In particolare, nel PNRR vi sono interventi destinati a promuovere le politiche per il , soprattutto a favore dei giovani e delle donne, anche attraverso il potenziamento della e l’agevolazione delle “transizioni occupazionali”. In specie, vi è il “Programma nazionale per la garanzia di occupabilità̀ dei lavoratori” (cd. Programma GOL) e il connesso “Piano nazionale nuove competenze”, ai quali si collegano il rafforzamento dei , del Sistema duale e dell’. Per il Sistema duale, tra l’altro, sono previsti circa 600 milioni, mentre per le politiche attive del lavoro è destinato un finanziamento complessivo di 4,4 miliardi. Va segnalato che nell’attuazione del Programma GOL sono stati previsti nuovi LEP () concernenti gli interventi che le Regioni devono realizzare per l’aggiornamento, la qualificazione e la ri-qualificazione professionale, soprattutto mediante l’erogazione di servizi personalizzati, con spendibili sul , e integrando le politiche della formazione con le politiche attive del lavoro. È un progetto piuttosto ambizioso che tuttavia incontra non pochi ostacoli operativi, soprattutto con riferimento all’apprestamento di servizi formativi davvero efficaci ed efficienti. Circa il potenziamento dei Centri per l’impiego, poi, vi è un finanziamento di 600 milioni, di cui 400 sono già stati ripartiti tra le Regioni al fine di rafforzare il ruolo di controllo e monitoraggio dei Centri per l’impiego. In relazione agli interventi previsti dal PNRR in relazione all’istruzione professionalizzante, è stato rispettato il termine del dicembre 2022 per l’approvazione della legge di riforma concernente il sistema di formazione professionale terziaria (ovvero la legge sugli ITS- n. 99/2022), e, entro lo stesso termine, sono state adottate alcune normative di principio sulla riforma degli Istituti tecnici e professionali (vedi artt. 26-28 del D.L. n. 144/2022). Tuttavia, la riforma degli ITS richiede numerosi atti di attuazione, che tuttora non sono stati adottati, così come le norme di principio dettate per la riforma degli Istituti tecnici e professionali attendono la predisposizione dei conseguenti regolamenti di attuazione. Infine, va segnalato che nella definizione delle non poche misure previste dal PNRR per ridurre i divari territoriali in materia di istruzione (e concernenti, ad esempio, le infrastrutture, i laboratori, la avanzata, il tempo pieno, le mense, e l’) si è fatto espresso riferimento al solo settore scolastico. Tuttavia, è evidente che tali previsioni risultano contrastanti con il diritto costituzionale all’istruzione e formazione, in quanto trascurano del tutto uno dei due ambiti nei quali si articola il nostro sistema nazionale di istruzione e formazione dopo il primo ciclo di istruzione, e dunque violano, nello stesso tempo il principio di eguaglianza e il principio di pari dignità del sistema della IEFP rispetto a quello della IP (come sanzionato, tra l’altro, nel D.lgs. n. 61/2017). A questo proposito appare dunque necessario che il legislatore intervenga per correggere il tiro. Bibliografia Cerlini S., Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e la Missione 5 visti in controluce, in Rassegna CNOS, n. 2, 2021. Gotti E., Piano nuove competenze: un nuovo equilibrio nella governance Stato-Regioni?, in Rassegna CNOS, n. 1, 2022. Gotti E., Il programma GOL, tra unitarietà nazionale e attuazione regionale, in Rassegna CNOS, n. 3, 2022. Gotti E., L'andamento della prima attuazione di GOL, in Rassegna CNOS, n. 1, 2023. Salatin A., Le principali riforme del sistema scolastico previste dal PNRR. Una panoramica aggiornata, in Rassegna CNOS, n.1, 2023. Salerno G.M., L’istruzione professionalizzante e il PNRR : una prima analisi, in Rassegna CNOS, n. 1, 2021. Salerno G.M, Formarsi nel cambiamento: Next Generation UE e PNRR, Inserto di Rassegna CNOS, n. 2, 2022.
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