Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) Individuale, a differenza del Piano Educativo Individuale (vedi relativa voce nel Glossario), parte dagli obiettivi contenuti nelle Indicazioni o Standard di riferimento (competenze), prevedendo una personalizzazione delle metodologie, o una semplificazione degli obiettivi standard, o una dispensa dagli stessi. Pertanto, gli obiettivi rimangono entro l’alveo delle mete comuni a tutti gli studenti, mentre la personalizzazione riguarda soltanto le modalità di raggiungerli, o persino l’esenzione dal doverlo fare. Un altro modo di differenziare le due tipologie di progetto riguarda la platea dei destinatari: il Piano Didattico Personalizzato riguarda gli alunni e gli studenti con Disturbi di Apprendimento, mentre il PEI riguarda gli alunni e gli studenti con . Questa distinzione risente di tutte le aporie descritte nel Glossario a proposito delle definizioni di Disabilità (intesa come conseguenza di menomazione certificabile) e Disturbo di Apprendimento (cfr. voce “certificazione della Disabilità e dei Disturbi di Apprendimento). Poiché l’ancoraggio del Piano Didattico Personalizzato rimane quello degli Standard di riferimento dello specifico ciclo scolastico e formativo, esso deve declinarsi in primo luogo come un insieme di strategie di semplificazione degli obiettivi, riducendone la complessità e/o scomponendoli in sotto-obiettivi che facilitino l’. La realizzazione delle sequenze di sotto-obiettivi facilitanti è, a titolo esemplificativo, raggiungibile grazie all’utilizzo di diversi metodi: ridurre le difficoltà dell’obiettivo semplificando i criteri di esecuzione. L’obiettivo può essere portato più vicino ai livelli di della persona riducendone la difficoltà che si esprime nei criteri di corretta esecuzione, quali ad esempio l’accuratezza, la velocità di azione, l’intensità, la durata e la frequenza ottimale di emissione di una determinata performance; ridurre la difficoltà dell’obiettivo attraverso gli aiuti necessari e sufficienti (prompt). Un obiettivo può essere reso più accessibile anche attraverso l’uso accorto e pianificato di aiuti, che deve essere gestito in modo tale da non creare dipendenza e passività, sostanzialmente mediante l’attenuazione progressiva dell’aiuto stesso (fading); agevolare il raggiungimento degli obiettivi mediante l’utilizzo dei cosiddetti strumenti compensativi (con riferimento privilegiato alle tecnologie per l’apprendimento). A questo proposito è bene sottolineare che un utilizzo più ampio delle tecnologie nel contesto scolastico, nel contesto del cosiddetto educativo digitale, può rendere meno o per nulla stigmatizzante l’impiego di un dispositivo da parte di uno studente in difficoltà di apprendimento; ridurre la difficoltà dell’obiettivo attraverso l’analisi del compito (task analysis). L’analisi del compito permette di scomporre un obiettivo sia in senso sequenziale-descrittivo, elencando la serie di risposte singole che compongono quel compito, sia in senso strutturale-gerarchico, individuando le più semplici che ne sono prerequisito. La task analysis consente di apprezzare la struttura di base dell’obiettivo, permettendo di individuare le abilità che vanno costruite per prime in ordine cronologico o gerarchico. Infine, se nessuna di queste strategie si rivelasse efficace nel favorire il raggiungimento degli standard di apprendimento, occorrerà fare riferimento alle strategie dispensative, che consistono nel consentire all’alunno e allo studente l’esenzione dal raggiungimento di determinate competenze. Poiché quest’ultimo è da ritenersi un provvedimento “estremo”, una sorta di rinuncia a educare, l’utilizzo della dispensa deve essere preceduto da un’accurata valutazione della situazione educativa, e se possibile dal previo ricorso a tutte le strategie appena descritte, o altre ritenute utili in funzione degli obiettivi. Nell’ambito del PDP Il ricorso frettoloso, o addirittura automatico alle strategie dispensative in presenza di Disturbi di Apprendimento va ritenuto una prassi non accettabile, che contrasta con i principi dell’ speciale. Bibliografia Centro Studi per la Scuola Cattolica, Includere la disabilità. 25° rapporto 2023, Scholè, Brescia, 2023. Cottini L., Didattica Speciale e Inclusione scolastica, Carocci, Firenze, 2017. Fogarolo F., Costruire il Piano Didattico Personalizzato. Indicazioni e strumenti per una stesura rapida ed efficace, Erickson, Trento, 2014. Franchini R., Valutare i Bisogni Educativi Speciali. Per una personalizzazione possibile, CNOS-SCUOLA, Roma, 2015. Ianes D. - Cramerotti S.- Scapin C., Profilo di funzionamento su base ICF-CY e Piano educativo individualizzato per competenze, Erickson, Trento, 2019. Ianes D. - Cramerotti S.- Fogarolo F., Il nuovo PEI in prospettiva bio-psico-sociale ed ecologica. I modelli e le Linee guida del Decreto interministeriale n. 182 29/12/2020 commentati e arricchiti di strumenti ed esempi, Erickson, Trento, 2021.

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