Origine e sviluppo. L’insegnamento sociale della Chiesa “trova la sua sorgente nella Sacra Scrittura, a cominciare dal libro della Genesi e, in particolare, nel Vangelo e negli scritti apostolici. Essa appartenne fin dall’inizio all’ insegnamento della Chiesa stessa, alla sua concezione dell’uomo e della vita sociale e, specialmente, alla morale sociale elaborata secondo le necessità delle varie epoche” (Laborem exercens n. 3). Ha, tuttavia, avuto una fioritura particolarmente rigogliosa in concomitanza all’insorgenza della rivoluzione industriale. In ragione del fatto che i documenti successivi alla Rerum novarum di Leone XIII sono stati promulgati in continuità tra loro, si è gradualmente costituito un corpus dottrinale aggiornato (cfr. Sollicitudo rei socialis, n. 1), abbastanza organico. Esso è sostanziato da principi di riflessione, criteri di giudizio, orientamenti pratici. Le ragioni dello sviluppo dell’insegnamento sociale della Chiesa sono molteplici. è da tener presente sia l’urgenza e la novità dei problemi legati alla suddetta rivoluzione industriale animata in senso liberista, sia la preoccupazione pastorale dei pontefici di offrire ai cattolici (e non solo a loro) punti di riferimento e di orientamento etico-culturale per la loro azione, in vista della soluzione della questione sociale secondo l’ispirazione cristiana, partendo cioè dalla lettura degli avvenimenti alla luce del Vangelo e della Tradizione. Natura. È con la Gaudium et spes, preceduta dalla Mater et magistra, in un contesto socioculturale sensibilmente mutato ed ampiamente secolarizzato, che l’insegnamento sociale della Chiesa, grazie ad un’ecclesiologia della comunione, della missione e del servizio, assume più apertamente ed autorevolmente la sua formalità di sapere teologico teorico-pratico. Ciò è avvenuto non in contrapposizione o in alternativa alla precedente strutturazione, prevalentemente filosofica, ma riequilibrandola e ricomprendendola in una formalità superiore, quella teologica, peraltro esigita connaturalmente e necessariamente dall’origine ecclesiale ed apostolica dello stesso insegnamento sociale della Chiesa. Così rigorizzato, l’insegnamento sociale della Chiesa appare chiaramente espressione del ministero di salvezza integrale che la Chiesa, come comunità-comunione di più componenti, è chiamata a svolgere nei confronti di ogni uomo, di tutto l’uomo. Derivando dall’essere apostolico della Chiesa, viene ritenuto atto a rivelare, annunciare, indicare presente e servire l’azione di Dio nel sociale, avente anch’esso, come tutte le altre realtà umane, il suo centro gravitazionale in Gesù Cristo, il nuovo Adamo, venuto per ricapitolare in sé tutte le cose (cfr. Ef 1,3-14; Col 1,15-20). Dopo il Concilio Vaticano II, dopo i tentativi maldestri che ideologizzavano l’insegnamento sociale della Chiesa o dottrina sociale della Chiesa (= DSC) scambiandolo con l’indicazione di un sistema sociale, dopo le critiche di alcune teologie della liberazione che ne rilevavano la tendenza a snaturare il cristianesimo e ad immanentizzare la salvezza, Giovanni Paolo II afferma testualmente: «La dottrina sociale della Chiesa non è una ‘terza via’ tra capitalismo liberista e collettivismo marxista, e neppure una possibile alternativa per altre soluzioni meno radicalmente contrapposte: essa costituisce una categoria a sé. Non è neppure un’ideologia, ma l’accurata formulazione dei risultati di un’attenta riflessione sulle complesse realtà dell’esistenza dell’uomo, nella società e nel contesto internazionale, alla luce della fede e della tradizione ecclesiale. Suo scopo principale è di interpretare tali realtà, esaminandone la conformità o difformità con le linee dell’insegnamento del Vangelo sull’uomo e sulla sua terrena e insieme trascendente; per orientare, quindi, il comportamento cristiano. Essa appartiene, perciò, non al campo dell’ideologia, ma della teologia e specialmente della teologia morale. L’insegnamento e la diffusione della dottrina sociale fanno parte della missione evangelizzatrice della Chiesa»” (Sollicitudo rei socialis, n. 41). Dimensione pastorale e pedagogica. Nella coscienza di Giovanni Paolo II, l’annuncio della DSC o insegnamento sociale della Chiesa è componente essenziale della nuova evangelizzazione (cfr. Centesimus annus, n. 5). In altre parole, non può essere considerato facoltativo per la comunità ecclesiale, per l’educatore alla fede e per la testimonianza. È indispensabile dal punto di vista apostolico e pedagogico. Senza il suo apporto non si può educare globalmente e far crescere alla fede matura né i singoli credenti né le comunità ecclesiali e religiose; e così, non si può servire adeguatamente l’uomo, per favorirne una promozione ed una liberazione secondo la sua vocazione trascendente. Data la natura interdisciplinare dell’insegnamento sociale della Chiesa, l’uso didattico dei testi delle encicliche e dei vari documenti sociali, compresi quelli episcopali, non può limitarsi alla dimensione teologico-morale, dimenticandone quella umanistica e pratico-progettuale. Inoltre, non si può rinserrarne la presentazione nell’astoricità o nelle mura scolastiche, senza evidenziarne l’intrinseco legame con il farsi della società passata o contemporanea. Per questo, non ci si può accontentare delle varie sintesi contenutistiche sull’insegnamento sociale della Chiesa presenti nel mercato librario e dotate solo di qualche fugace cenno storico. Tali sussidi, peraltro utili a sistematizzare un materiale a volte frammentato e inevitabilmente segnato dalla contingenza, debbono essere valorizzati e integrati all’interno di un metodo storico-teorico-pratico. Questo consente di penetrare meglio nel costruirsi progressivo dell’insegnamento sociale della Chiesa, insegnando a divenirne soggetti attivi e responsabili. In tal modo, non viene formata solo la coscienza morale, ma si perfeziona la propria sapienza teologale e pratica relativa alla concretizzazione del bene possibile della società, senza rinunce o tradimenti della visione cristiana della società, all’interno di una prospettiva del già e non ancora. Prospettive. Con l’inizio del XXI secolo nuove problematiche si sono affacciate nel campo dell’insegnamento sociale della Chiesa, al punto che – secondo molti studiosi - non sembra fuori luogo parlare una nuova stagione dell’insegnamento sociale della Chiesa che coincide con i due pontificati di Benedetto XVI, con l’Enciclica Caritas in veritate (2009) e di Papa Francesco, a partire soprattutto dalle encicliche Evangelii Gaudium (2013), Laudato sì’ (2015) e Fratelli tutti (2020). Non si tratta di un cambio di rotta, ma di un rinnovamento significativo che costringerà a rivedere il “Compendio della dottrina sociale della chiesa” (2004). La spinta deriva soprattutto dall’emergere di un tema rimasto finora soltanto sullo sfondo del magistero sociale, quello ecologico (Toso, 2021, pp. 481-518). Il secolo XXI appare, infatti, segnato dall’esigenza di un ripensamento radicale del modello di sviluppo capitalistico, in quanto è in gioco la sopravvivenza stessa del pianeta. Ciò richiede non solo di riaffermare dei principi generali, ma di sensibilizzare alle “dimensioni sociali e formative della nuova evangelizzazione del sociale”, attraverso un “accompagnamento educativo e spirituale” dei credenti (Toso, 2021). Tra queste dimensioni, alcune assumono una particolare importanza per l’ambito della dei giovani, come la promozione del bene comune in un quadro di , il nuovo significato del umano rispetto alle sfide tecnologiche, la costruzione della democrazia come sistema di valori condivisi, la ricerca della verità nel dialogo e nel rispetto delle varie culture (anche religiose), l’ e la solidarietà, come risposta ai fenomeni migratori. Bibliografia Congregazione per l’educazione cattolica, Orientamenti per lo studio e l’insegnamento della dottrina sociale nella formazione sacerdotale, Bologna, EDB, 1989. Camacho i., Doctrina social de la Iglesia, Madrid, Ediciones Paulinas, 1991. Toso M., “Welfare Society”. L’apporto dei pontefici da Leone XIII a Giovanni Paolo II, Roma, LAS, 1995. ID., Dottrina sociale oggi, Torino, SEI, 1996. Bedogni G., La dottrina sociale nella formazione del cristiano adulto, Roma, Agrilavoro, 2000. toso M., Verso quale società? La dottrina sociale della Chiesa per una nuova progettualità, Roma, LAS, 2000. ID., Umanesimo sociale. Viaggio nella dottrina sociale e dintorni, Roma, LAS, 2002. I documenti sociali della Chiesa sono reperibili in ASS = Acta Sanctae Sedis (fino al 1908) e in AAS = Acta Apostolicae Sedis (dal 1908). Una raccolta delle principali encicliche, facilmente accessibile, è quella di I documenti sociali della Chiesa. Da Leone XIII a Giovanni Paolo II, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1991. Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, Libreria editrice vaticana, Roma, 2004. Toso M., Dimensione sociale della fede. Sintesi aggiornata di Dottrina sociale della Chiesa, LAS, Roma, 2021. Campanini G., La dimensione sociale della fede. Una fondamentale ricerca di Mario Toso, in “Rassegna CNOS”, 3 (2021), pp. 74-82. Tra le ulteriori fonti consultabili, merita infine segnalare il progetto del Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che cura il trimestrale on line “Dizionario di dottrina sociale della Chiesa. Le cose nuove del XXI secolo”. Le voci del Dizionario, edito da Vita e pensiero, sono disponibili open access sul sito https://www.dizionariodottrinasociale.it (ultimo accesso dicembre 2024).
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