L’esame dei finanziamenti per la (FP) richiede una preventiva definizione di quali attività vengano ricomprese nel sistema formativo, il cui ambito dovrebbe riguardare un generalmente formale che conduce a certificazioni e avviene in un contesto organizzato e strutturato. Tale formazione corrisponde, in Italia, a un corpus frammentato e diviso essenzialmente in due sottosistemi, Formazione iniziale e Formazione continua. Per semplicità si possono individuare 6 segmenti finanziati di questo sistema: Istruzione e formazione professionale (IEFP) degli Enti accreditati; Istruzione professionale a qualifica (IP e d’Arte); Istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS); (ITS ); Formazione continua e per gli adulti; Mercato privato della formazione. Sono note le difficoltà di descrizione dell’architettura istituzionale in riferimento ai sotto-sistemi e alla loro articolazione. Nella voce si adotta una definizione di Formazione iniziale che, oltre alle attività regionali, comprende anche la formazione scolastica professionalizzante con riferimento agli Istituti professionali e d’Arte coinvolti nel processo di costruzione della IEFP. Nella Formazione continua, invece, si considerano, accanto alle attività regionali, gli interventi realizzati dalle aziende e le attività di formazione individuale. In relazione alla Formazione, sia iniziale che continua, il principale motore amministrativo è costituito dalle Regioni, che gestiscono i fondi propri, dello Stato e la quota di fondi europei loro attribuita. Le decisioni di spesa vengono prese sulla base di piani formativi pluriennali e annuali. Nella formazione iniziale, accanto all’intervento regionale viene considerato quello facente capo al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS) e al Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM). Quest’ultimo amministra la formazione professionalizzante che si svolge nel sistema scolastico e nelle sue strutture. Inoltre, nella Regione autonoma della Valle d’Aosta e nelle Provincie autonome di Trento e Bolzano l’istruzione professionale non fa capo al MIM ma è di competenza delle Amministrazioni locali (rispettivamente Regione e Province Autonome. Per quanto attiene alla formazione continua, il sistema ha subito un profondo processo di riforma con ripercussioni sul livello e sulle modalità di finanziamento. Proprio questi hanno mostrato nel corso del tempo caratteristiche e strumenti mutevoli e transitori, che obbligano a presentare di questo settore uno spaccato legato al momento presente e in continua evoluzione. I paragrafi successivi offrono uno sguardo sui sottosistemi della Formazione professionale iniziale e della Formazione continua, con l’obiettivo di illustrare gli attuali meccanismi di finanziamento delle attività di formazione. I percorsi formativi di Istruzione e formazione professionale (IEFP), di durata triennale e quadriennale (almeno 990 ore all’anno), sono stati avviati con una sperimentazione nell’anno formativo 2002/03 e sono passati a regime nel 2011. Contano circa 230mila allievi (a.f. 2021/22), due terzi dei quali si formano nelle Istituzioni formative accreditate non statali. La rimanente quota di allievi che frequenta le Istituzioni scolastiche per ottenere le stesse qualifiche e diplomi di IEFP (D.lgs n. 61 del 13 aprile 2017) viene sovvenzionata dal MIM e, solo in parte residuale, dalle Regioni, generalmente attraverso azioni di sistema. Invece, le Istituzioni formative accreditate non statali sono finanziate, in ordine di entità di stanziamenti, dalle Regioni, dal MLPS e dal FSE, ma con costi per la collettività inferiori a quelli delle Istituzioni scolastiche a qualifica/diploma. L’obiettivo dei finanziamenti pubblici è quello di coprire la domanda di Istruzione e formazione professionale, creando un’offerta adeguata alle esigenze della popolazione di riferimento. La IEFP, infatti, concorre all’assolvimento dell’ fino al sedicesimo anno di età (art 1 della Legge n. 296/2006) ma attua anche il diritto-dovere di istruzione e formazione fino al diciottesimo anno (D.lgs n. 76 e 226 del 2005). Pertanto, è necessario che questa formazione sia sostenuta dallo Stato al fine di assicurare l’erogazione di quei (LEP) di cui, secondo la norma, esso è garante. Infatti, il capo III del D.lgs. n. 226/05, nel disegnare i percorsi dell’IEFP, individua i LEP che, a regime, devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale dallo Stato, anche in relazione alle indicazioni dell'Unione europea. Nell’ultimo monitoraggio INAPP (2023, riferito all’a.f. 2020/21) si evidenzia che le fonti di finanziamento per la IEFP ordinamentale e duale, al netto degli stanziamenti ordinari del MIM per la IEFP in ambito scolastico (il cui costo medio studente 2020 è di 6.694 euro secondo la circolare n. 6457 del 27 aprile 2020), sono state: a) regionali/provinciali, con il 41% di risorse impegnate e il 45% di risorse erogate; b) nazionali, attraverso il MLPS, con il 34% di risorse impegnate e il 33% di risorse erogate; c) comunitarie, con il 25% delle risorse impegnate e il 22% di risorse erogate. Dalla stessa fonte risulta che nell’anno 2020, a livello nazionale, sono stati impegnati per la IEFP 629 mln di euro, di cui 183 mln per il . Utilizzando la fonte dei bandi, si stima che il costo pro capite dei soli percorsi degli Enti accreditati nell’a.f. 2020/21 sia di poco inferiore a 5.000 euro. Con più recente riferimento all’annualità 2022, nel Dd. n. 44 del 7 aprile 2023 viene previsto uno stanziamento nazionale di risorse, a carico del Fondo sociale per occupazione e formazione, per 189 mln di euro destinati alle Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano per il finanziamento dei percorsi di IEFP ordinari finalizzati all’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione (articolo 1 comma 110, lettera a). Tale importo viene ripartito tra le amministrazioni regionali/provinciali per il 75% sulla base degli iscritti ai percorsi di IEFP realizzati dalle Istituzioni formative accreditate ai sensi del Decreto legislativo del 17 ottobre 2005, n. 226; per il 25% sulla base del numero complessivo di studenti qualificati e diplomati in esito ai percorsi di IEFP realizzati ai sensi del medesimo decreto. Inoltre, il Dd. n. 52 del 30 marzo 2023 prevede, ancora per l’annualità 2022, 175 mln di euro anche per il finanziamento dei percorsi di IEFP rivolti all'. Le risorse a disposizione per i percorsi duali sono state integrate nel periodo 2021-2025 dal - PNRR (missione 5 - componente 1 - investimento 1.4 «Sistema duale») con ulteriori 600 mln di euro. Il programma, pensato per giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni, prevede entro il dicembre 2025 la realizzazione di 135 mila percorsi individuali di IEFP in modalità duale, aggiuntivi rispetto alla base iniziale di 39mila percorsi ordinari (per un totale complessivo di 174mila percorsi). Sempre per l’annualità 2022, sono attuati gli accordi di collaborazione con tutte le amministrazioni regionali promotrici degli interventi del “Sistema duale” e sono state assegnate alle stesse una quota del 40%, pari a euro 240 mln con Dd. (nel 2021, primo anno del programma, gli stanziamenti ammontavano a 120 mln di euro con Dd. n. 54 del 22 luglio 2022). I 600 mln di euro del “Sistema duale” sono impiegati in complementarietà con le risorse nazionali per la IEFP duale, il PON e il POR FSE Plus. Rispetto al segmento della FP iniziale, una voce di spesa importante è quella relativa al finanziamento dei percorsi di Istruzione secondaria a carattere professionalizzante: essenzialmente Istituti professionali e d’arte. In Italia, il finanziamento degli Istituti professionali e d’arte non paritari (questi ultimi finanziati con le rette degli studenti) dipende essenzialmente dallo Stato e in parte dagli enti locali (art. 14 della Legge n. 142/90 e art. 3 della Legge n. 23/96). In alcuni casi, tali istituti possono beneficiare di finanziamenti provenienti dall'Unione europea, ad esempio attraverso programmi specifici dedicati all'istruzione e alla formazione. Gli studenti possono contribuire in modo residuale al finanziamento attraverso tasse scolastiche o altre forme di partecipazione finanziaria. I fondi vengono allocati per garantire il funzionamento delle scuole e coprire vari aspetti, tra cui stipendi del personale, manutenzione degli edifici, acquisto di attrezzature e materiali didattici. Con il Decreto legislativo 61 del 13 aprile 2017, per venire incontro alle esigenze e specificità territoriali, le Istituzioni scolastiche che offrono percorsi di Istruzione professionale, in via sussidiaria e previo regionale, possono attivare percorsi di IEFP per il rilascio della qualifica e del diploma professionale quadriennale, nel rispetto degli standard formativi definiti da ciascuna Regione. Le risorse destinate a questa tipologia di istituti provengono dal bilancio dello Stato e sono gestite dal MIM. La sua Direzione generale per gli ordinamenti scolastici pubblica ogni anno i valori relativi al Costo medio studente (CSM) relativi alla spesa annuale per studente. Per l’a.s. 2022/23, la Nota 2968 del 30 gennaio 2023 rileva nelle Istituzioni scolastiche della secondaria di II grado una spesa pubblica cumulata per studente di €7.129,81. La Formazione superiore è costituita da percorsi per la formazione di figure gestionali capaci di accompagnare le imprese nei processi di innovazione. Tali percorsi sono realizzati dagli  Academy e dall’Istruzione e formazione tecnica superiore. La formazione terziaria professionalizzante è realizzata soprattutto dagli Istituti Tecnici Superiori – ora denominati ITS Academy. Secondo il monitoraggio INDIRE sui percorsi conclusi nel 2020, risultano 6.874 iscritti distribuiti su 260 corsi, realizzati da 89 ITS Academy. Tali percorsi, di durata biennale o triennale si configurano come “Fondazioni di partecipazione” di gestione pubblico-privata (Legge istitutiva n. 99 del 15 luglio 2022). Il valore massimo del contributo pubblico riconoscibile è pari al 75% del costo complessivo. Il valore minimo della quota di cofinanziamento privato è pari al 25%. Tale quota rappresenta la soglia massima entro cui le ITS Academy possono ricevere rette o erogazioni liberali per il singolo percorso, oltre la quale il contributo pubblico viene riparametrato. Il Fondo per l'Istruzione tecnologica superiore è istituito nello stato di previsione del MIM. Le risorse sono utilizzate nell'ambito di un programma triennale definito con decreto del Ministro dell'Istruzione. Per l'anno formativo 2023/24, le risorse del Fondo, pari a 48 mln di euro, sono ripartite direttamente tra le regioni, ai sensi dell’articolo 14, comma 5, della Legge n. 99/2022 e smi. Resta fermo per le regioni l'obbligo di cofinanziamento dei piani triennali degli ITS Academy per almeno il 30 per cento delle risorse statali stanziate. Il finanziamento nazionale destinato ai percorsi è ripartito, secondo gli accordi in Conferenza unificata del 4 agosto 2014. Una premialità in relazione ai corsi conclusi da almeno 12 mesi si attua in base ai diplomati, agli occupati e a indicatori come partecipazione attiva, reti interregionali e attrattività, professionalizzazione in . Secondo INDIRE, i percorsi più performanti che hanno avuto diritto al 30% del contributo nazionale a titolo di premialità sono stati nel 2021 il 67,3% del totale. La quota di finanziamento che costituisce premialità, può essere destinata anche a laboratori e infrastrutture avanzate. Inoltre, con ricadute nell’a.f. 2023/24, il ripartisce ulteriori risorse pari a 450 mln di euro per la realizzazione di laboratori formativi con attrezzature e arredi innovativi per gli ITS. In attuazione della decisione del Consiglio Ue – CID che prevede “un aumento del numero di studenti iscritti a percorsi ITS e dei diplomati”, il Decreto del MIM del 26 maggio 2023, n. 96, ripartisce ulteriori 700 mln di euro in 3 anni accademici per il potenziamento dell’offerta degli ITS Academy nell’ambito della missione 4 del PNRR. Tutte le attività sono avviate dall’a.f. 2023/24 e saranno concluse dalle Fondazioni entro il 30 giugno 2026. Con D.M. (per l’a.f. 2023/24), il Ministro dell’istruzione provvede al riparto di altri 27 mln di euro per il potenziamento dei laboratori tra le Fondazioni ITS di nuova costituzione, che abbiano attivato almeno un e che non siano state inserite nel precedente decreto di riparto. L’Istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) viene indicata come "formazione terziaria professionalizzante". È un’offerta formativa di livello post secondario, non accademico, il cui obiettivo è la formazione di tecnici con competenze specialistiche. I corsi sono previsti per giovani e adulti fino ai 35 anni di età, occupati e non occupati, di norma, possessori di un diploma di istruzione secondaria superiore o che abbiano maturato in altri percorsi formativi competenze coerenti. Hanno una durata di 800/1000 ore e costituiscono un sistema articolato e condiviso d’integrazione fra i sistemi dell’Istruzione scolastica e universitaria, della Formazione professionale e del lavoro. Sono progettati e realizzati da Istituti di istruzione secondaria superiore, accreditati, Università e Imprese. Il finanziamento proviene da diverse fonti, tra cui: a) Fondi pubblici: possono ricevere finanziamenti diretti da enti pubblici a livello locale e regionale o nazionale; b) Fondi europei: possono beneficiare di finanziamenti provenienti dai programmi dell'Unione Europea, in particolare, risorse FSE+ 2021-2027. Questi fondi possono essere destinati a progetti di formazione e istruzione per migliorare la competitività e l' sul ; c) Partecipazione delle imprese: le imprese dei settori specifici per i quali sono svolti i corsi IFTS possono contribuire finanziariamente o forniscono risorse in natura per sostenere l'implementazione di tali corsi. Questa partecipazione è finalizzata a garantire che la formazione sia in linea con le competenze richieste e direttamente applicabili sul campo. I corsi sono generalmente gratuiti per gli studenti. Secondo l’INAPP, per lo svolgimento dei percorsi del Sistema duale in Italia, è stato impegnato nel 2020 un importo complessivo di 183 mln di euro, in massima parte finanziata dal MLPS. Il 6,3% di queste risorse sono state impegnate per gli IFTS. Secondo la stessa fonte, nel 2022, a realizzare i circa 200 corsi IFTS sono state un gruppo di Regioni, che hanno finanziato le attività con le seguenti risorse: Liguria (FSE e cofinanziamento), Lombardia (Fse e cofinanziamento), P. A. Trento e Friuli (Finanziamento provinciale), Venezia Giulia (FSE e cofinanziamento), Emilia-Romagna (FSE e cofinanziamento), Toscana (FSE, cofinanziamento, fondi privati), Marche (FSE, cofinanziamento e fondi nazionali), Campania (FSE e cofinanziamento). Non sono incluse in questo elenco le specializzazioni IFTS conseguite in regime di . La Formazione continua tende a configurarsi sempre più come un diritto soggettivo all’incremento permanente delle e delle competenze, anche alla luce della “Nuova Agenda europea per l’apprendimento degli adulti 2021-2030”, che sollecita gli Stati membri a finanziamenti continui e regolari, connessi e non sovrapposti agli strumenti messi in gioco dell’UE (Erasmus+, Fondo sociale europeo Plus ecc.). Il richiamo viene dal fatto che la FC è sovvenzionata da una molteplicità di soggetti, pubblici e privati, che offrono un multiforme intreccio di fonti di finanziamento. In Italia, ad esempio, il costo finanziario dei piani formativi può essere sostenuto da più attori: l’, i fondi interprofessionali, le regioni, attraverso fondi propri o del FSE, i privati. A una complessa visione unitaria di sistema, si aggiunge la frammentarietà degli interventi normativi per assicurare risorse e la difficoltà a fornire un quadro sincrono e non rapsodico dei finanziamenti. Ciononostante, al momento presente, le principali fonti di finanziamento possono essere individuate: a) nella programmazione del – PNRR (decisione del consiglio europeo, n. 10160/21 del 6 luglio 2021) e dei suoi dispositivi: in particolare, il Piano nuove competenze – PNC (D.M. 14 dicembre 2021) e, al suo interno, Garanzia occupazione per il lavoro – GOL (D.M. 5 novembre 2021), il Sistema duale (D.M. n. 139 del 2 agosto 2022), il Fondo nuove competenze – FNC (D.L. n. 34 del 19 maggio 2020) e il Piano nazionale di attuazione della raccomandazione (accordo rep. atti n. 24/cu del 2 marzo 2023); b) nella nuova programmazione europea, con particolare riferimento al FSE Plus (regolamento Ue 2021/1057 del 24 giugno 2021) e alle risorse anticrisi di React EU (regolamento Ue 2020/2221 del 23 dicembre 2020); c) nella programmazione di Enti Pubblici (Ministeri, Regioni e Provincie Autonome) che attingono ai Fondi strutturali attraverso gli strumenti dei Piani nazionali e regionali; d) nei - FPI (art. 118 della Legge n. 388/2000 e smi). Secondo l’INAPP, il 60% delle strutture accreditate per la formazione presso le amministrazioni regionali ha operato con finanziamenti pubblici derivanti da fondi europei, nazionali e regionali. Il 40% delle strutture hanno avviato corsi finanziati da fondi interprofessionali o contrattuali/settoriali (come, ad esempio, la Cassa edile). La modalità di finanziamento pubblico più utilizzata è quella dei Fondi paritetici interprofessionali (FPI), chiamati sempre più a partecipare alle politiche attive dei territori. Sono gestiti dalle e finanziati attraverso lo 0,30% del contributo integrativo per l'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria versato dai datori di lavoro all'INPS, dedotti i costi amministrativi. I FPI offrono un’opportunità formativa che contribuisce ad aumentare la competitività dell' e la professionalità dei suoi dipendenti. Sono diretti a impiegati (direttivi, amministrativi e tecnici), operai (generici e qualificati) e imprenditori e possono finanziare diverse tipologie di azioni: a) individuali, con finanziamenti per la formazione del singolo dipendente; b) aziendali, con piani singoli per aree di attività finalizzati a coprire i fabbisogni di competenze dei singoli lavoratori; c) interaziendali, realizzati in forma associata per aree di attività comuni e pensati per soddisfare la domanda di professionalità delle singole aziende; d) settoriali/territoriali, con progetti tematici condivisi e rivolti a dipendenti delle imprese del territorio. Le imprese aderenti ai Fondi sono oggi oltre 750mila, con una forza lavoro di circa 10 mln di dipendenti. Per promuovere la formazione continua, tra il 2018 e il 2022 i Fondi hanno pubblicato circa 71 avvisi all’anno con un impegno di circa 2.000 mln di euro (escludendo gli strumenti che consentono alle aziende un accesso in forma diretta al finanziamento) pari a oltre 400 mln di euro all’anno. Vi è un forte squilibrio territoriale che rimane una costante nell’erogazione dei Fondi, con una concentrazione al Nord delle attività finanziate, in modo particolare a vantaggio delle grandi imprese. Il Programma di riforma Garanzia per l’ dei lavoratori – GOL si sviluppa nell’ambito del Piano nuove competenze, che mira a riorganizzare nella Ue la formazione dei lavoratori in transizione e dei disoccupati, mediante il rafforzamento del sistema della . GOL opera nel quinquennio 2021-2025 offrendo percorsi personalizzati di ingresso o reingresso al lavoro e innalzando le competenze attraverso riqualificazione o aggiornamento professionale. È diretto soprattutto a donne, disoccupati di lunga durata, persone con , giovani under 30, lavoratori over 55 e lavoratori in condizioni di precarietà (al 2023 il 56% dei presi in carico sono donne, il 26% giovani, il 18% over 55 e il 15% stranieri). Per realizzare gli interventi previsti da GOL, 19 Regioni e Province Autonome hanno stanziato nel 2022 circa 850 mln di euro per oltre 700mila partecipanti al programma. Per ciò che riguarda la distribuzione delle risorse tra i vari percorsi GOL, si osserva un maggior peso finanziario del percorso “lavoro e ”, con 311 mln di euro. Seguono i percorsi “reskilling” (266 mln di euro), “upskilling” (204 mln di euro). Due terzi degli avvisi hanno riguardato la formazione. Nel primo anno di finanziamento assegnato alle regioni dal Decreto GOL del 5 novembre 2021, l’importo messo a bando è pari a circa 705 mln di euro, con una percentuale di utilizzo dei fondi previsti di circa l’80%. Il Fondo nuove competenze (FNC), di cui all’articolo 88 del Decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020, facilita l’adeguamento delle competenze rimborsando alle imprese il costo delle ore non lavorate dai dipendenti (comprensivo dei contributi previdenziali e assistenziali) e destinate alla frequenza dei percorsi di formazione. Per l’annualità 2022, ma con progetti che si realizzano anche nel corso dell’annualità 2023, il Fondo è finanziato per 1 miliardo di euro a valere sulle risorse dell’iniziativa React-EU affluite al Programma operativo nazionale Sistemi di politiche attive per l’occupazione - PON SPAO (avviso pubblico 2022 in Decreto interministeriale 22 settembre 2022). Amministrazioni nazionali o regionali titolari di Programmi operativi a valere sul FSE+ possono assegnare eventuali conferimenti di risorse.  si è approvato il rifinanziamento dell'avviso 2022 per ulteriori di 180 milioni di euro. Nel 2021, il Fondo aveva riguardato quasi 400mila lavoratori, per un monte ore di circa 47 mln di ore di formazione finanziate. Ridotta rimane ancora la partecipazione nelle regioni del Mezzogiorno e delle piccole imprese. Alcuni dei fondi interprofessionali cofinanziano la parte formativa del Fondo nuove competenze. Il Programma “Sistema duale” è stato già menzionato nel paragrafo sulla IEFP, tuttavia, anche se in misura residuale, esso investe la formazione continua con il finanziamento di percorsi sperimentali sulla imprenditorialità e la e sulla mobilità transnazionale per l’apprendimento in contesto di lavoro. Nel novembre 2022 l’Italia ha ricevuto risorse nell'ambito dell’iniziativa React-EU che integra le risorse ricevute nell'ambito del PNRR. In particolare, quasi 280mila euro, provenienti dal Fondo nuove competenze, contribuiscono alla formazione nel campo delle competenze verdi e digitali. Compensano, infatti, le imprese (se ne stimano 5 700) per le ore perdute dal personale che partecipa a corsi di formazione per acquisire nuove competenze verdi e digitali. In seguito all’approvazione del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 da parte del Parlamento europeo, il 30 giugno 2021 la Commissione europea ha pubblicato i nuovi regolamenti relativi ai fondi per la politica di coesione. Il regolamento 2021/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021 istituisce il Fondo sociale europeo Plus (Fse+).  L'Italia beneficia dei suoi finanziamenti che cofinanzia con risorse poste a carico del Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie. Questi finanziamenti possono essere destinati a progetti di formazione e riqualificazione professionale gestiti dalle regioni, oltre a sostenere programmi formativi per le imprese e aiutare le persone in difficoltà. Le attività specifiche finanziate dal FSE+ per la formazione continua possono includere: finanziamento di programmi di formazione per migliorare le competenze richieste nel , sostegno a programmi che combinano formazione in aula e sul campo, riconoscimento delle competenze acquisite, professionale, adattamento alle nuove tecnologie, sostegno per la riqualificazione di lavoratori che cambiano settore o ruolo a causa di cambiamenti strutturali nell'economia. Alcune Regioni utilizzano i fondi del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) per sostenere, direttamente o indirettamente, progetti di formazione continua al fine di migliorare le competenze della forza lavoro, favorire l'occupazione e stimolare lo sviluppo economico. I progetti finanziati dal FESR nel contesto della formazione continua possono includere, ad esempio, iniziative per la creazione di programmi di formazione e messa a punto di nuove tecnologie. I piani nazionali (PN) definiscono per il periodo 2021-2027 le azioni supportate dal FSE+ 2021-2027 e le risorse assegnate dal PNRR. Tra essi, il “Piano nazionale di attuazione della raccomandazione ” (accordo rep. atti n. 24/CU del 2 marzo 2023) promuove, potenzia e amplia le filiere professionalizzanti avendo come principali obiettivi i diplomati occupati (20 -34 anni) e i neodiplomati che beneficiano dell’apprendimento basato sul lavoro. Il (accordo dell’8 luglio 2021) è una proposta di interventi operativi pluriennali che intervengono su una parte consistente della popolazione adulta per colmare i deficit di competenze di base e di basse qualificazioni. Il “Piano nazionale giovani, donne e lavoro” ha tra le sue prime 3 priorità: facilitare l’ingresso al lavoro dei giovani (2.800 mln di euro), favorire il lavoro delle donne e delle persone in condizioni di vulnerabilità (850 mln di euro) e formare nuove competenze di lavoratori nel digitale e nelle transizioni ecologiche (800 mln di euro). Si tratta in totale di 4.450 mln di euro, di cui, poco meno della metà contributo nazionale. Il “Piano nazionale scuola e competenze”, alla priorità 1, obiettivo specifico ESO4.7, promuove l’apprendimento permanente tenendo conto delle competenze imprenditoriali e digitali, anticipando meglio il cambiamento e le nuove competenze richieste sulla base delle esigenze del mercato del lavoro, facilitando il riorientamento professionale e promuovendone la mobilità. Per il ciclo 2021-2027 il suo valore è di 5.089 mln di euro (2.683 mln di euro FSE+ e 2.406 mln di euro cofinanziamento nazionale). Al secondo posto, per volume di risorse finanziarie allocate nella formazione continua vi sono i piani di Regioni e Province Autonome, che gestiscono la programmazione nei loro territori con le risorse del FSE. Spesso offrono finanziamenti per la formazione continua attraverso programmi specifici, anche associati a programmi comunitari. Secondo l’INAPP, nel periodo 2018-2022, regioni e province Autonome hanno pubblicato 132 avvisi (circa 26 l’anno), con un impegno di 127 mln di euro all’anno. Molti di questi provvedimenti promuovono azioni anticrisi nelle aree territoriali più a rischio. Sono state finanziate le imprese e le transizioni dei singoli lavoratori. In alcuni casi, convergono misure attive e passive per occupati sospesi e percettori di ammortizzatori sociali. Possono beneficiare di questa programmazione anche disoccupati e inoccupati. Altri interventi finanziano la formazione di lavoratori autonomi, liberi professionisti, artigiani e apprendisti. I Piani di azione regionali (PAR) concentrano molte risorse disponibili per le all’interno dello schema GOL. Al 30 giugno 2023, secondo ANPAL, le risorse programmate nei PAR ammontano a poco più di un miliardo di euro, ripartite tra finanziamento PNRR (87%) e altre fonti (13%). Oltre alle risorse del PNRR, alcune regioni hanno allocato nei bandi ulteriori fondi a valere su altre fonti, quali il FSE+, il Fondo per il potenziamento delle competenze e altri fondi regionali ordinari, per un ammontare di 44 mln di euro. Tra gli interventi mirati a una formazione competitiva, il credito d’imposta per la formazione è stato una via alternativa per il sostegno alla formazione. Nato nel 2021, non è, tuttavia, stato confermato per il 2023 (Legge di bilancio n. 197/2022). Prevedeva che ogni azienda che investisse in formazione di alto livello potesse ricevere un credito d’imposta fino a 300.000 euro. Il canale aziendale è il principale strumento di erogazione dei finanziamenti pubblici per la formazione degli occupati, ma non raggiungono ancora la maggior parte delle imprese. Queste, pertanto, utilizzano ancora finanziamenti propri per sostenere la formazione interna, prevalentemente di breve durata e non indirizzata alle categorie più vulnerabili. Gli interventi possono configurarsi anche come apprendimenti in attività pianificate ma non esplicitamente progettate come, ad esempio, una giornata di approfondimento su un problema lavorativo. Altre attività di formazione sono offerte nel mercato privato e sono finanziate dalle aziende o dalle quote di partecipazione degli stessi allievi. Bibliografia Anpal, Collana Focus ANPAL n. 158, Programma Gol, Garanzia di occupabilità dei lavoratori, 10 luglio 2023. Angotti R. - G. Occhiocupo, L’offerta di formazione professionale in Italia. Evidenze e prospettive, Nuova Professionalità IV/3, 2023. Camera dei Deputati, Atti parlamentari. Atti di controllo e di indirizzo. XIX legislatura - allegato b) ai resoconti—seduta del 13 novembre 2023. Inapp, Ministero del lavoro e delle politiche sociali (2022), XIX Rapporto di monitoraggio del sistema di Istruzione e Formazione Professionale e dei percorsi in duale nella IEFP a.f. 2019-2020, Roma. Inapp, Ministero del lavoro e delle politiche sociali (2023) XX Rapporto di monitoraggio del Sistema di Istruzione e Formazione Professionale e dei Percorsi in Duale nella IEFP. a.f. 2020-21, febbraio 2023. Indire, Sistema terziario di Istruzione tecnologica superiore, Osservatorio sulla professionalizzazione degli ITS Academy, Istituti tecnologici superiori Monitoraggio nazionale 2023, Percorsi monitorati a un anno dal diploma 2021, Indire, Istituti Tecnologici Superiori. Monitoraggio nazionale 2023, I risultati chiave, Firenze, maggio 2023. Istat, Rapporto annuale 2023. La situazione del Paese, 2023. Mim, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Missione 4: Istruzione e ricerca, Potenziamento dell’offerta formativa degli ITS Academy, Istruzioni operative. Reg.uff. U.0129879 08-11-2023. Zagardo G., La IEFP nelle Regioni. Alla ricerca di una identità comune, Cnos-Fap/Mlps, Tip. Pio XI, 12/2023.

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