La “filiera professionalizzante”, anche in ragione dell’assenza di una definizione prescritta da norme giuridiche vincolanti, può essere intesa in modi assai diversi. In questa sede se ne offrono le opzioni interpretative che risultano di particolare interesse per la IEFP. In via generale, si può definire “filiera professionalizzante” quella complessiva porzione del sistema educativo nazionale di istruzione e formazione – in cui le competenze sono ripartite tra lo Stato (e, all’interno di questo, tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito, e il Ministero dell’Università e della Ricerca) e le Regioni (e Province Autonome di Trento e Bolzano) – ove sono presenti percorsi formativi tra loro coordinati in modo sequenziale o comunque oggettivamente ricostruibili “in filiera”, che sono rivolti a rilasciare titoli di vario tipo (ad esempio, qualifiche, diplomi o certificati) collegati in modo più o meno diretto a favorire l’esercizio di specifiche professioni e dunque l’inserimento – o il re-inserimento – nel mondo del . Non possono ricomprendersi in questo concetto di filiera, dunque, quei percorsi formativi che sono estranei al sistema educativo di istruzione e formazione, e che pure hanno un connotato fortemente professionalizzante, ovvero i percorsi che sono erogati nel sistema della regionale (per il conseguimento delle “qualificazioni” professionali), così come i percorsi inerenti alla formazione continua dei lavoratori, o, ancora, l’offerta di non formale. Va subito precisato che, in questo senso generale, la “filiera professionalizzante” non si presenta come un processo costituito da percorsi tassativamente predeterminati in senso unidirezionale ed esclusivo verso l’acquisizione delle competenze abilitanti per l’esercizio di specifiche attività professionali nei relativi settori economici e produttivi. Piuttosto, può soltanto parlarsi di una sommatoria di percorsi di istruzione in cui sono presenti specifici e rilevanti connotati formativi con finalità professionalizzante, e che sono tra di loro, seppure in vario modo, interrelati, se non addirittura affiancati e sovrapposti, in una sorta di puzzle ove i destinatari della complessiva offerta formativa sono chiamati ad orientarsi con non poche difficoltà di ordine conoscitivo, data la molteplicità e l’eterogeneità delle fonti informative che sono predisposte da ciascun livello di governo che regola le singole parti dell’offerta. In via sintetica, anche considerando quando risulta dall’utile ricostruzione che è fornita dal secondo “Rapporto italiano di referenziazione delle qualificazioni al quadro europeo EQF – Aggiornamento 2022 – Manutenzione 2022”, nel sistema educativo nazionale di istruzione e formazione, ovviamente a partire dal secondo ciclo, sono presenti i seguenti percorsi di istruzione aventi finalità formative con connotato spiccatamente professionalizzante: i percorsi quinquennali (o quadriennali sperimentali, in specie se sarà approvato il disegno di legge proposto dal Ministro Valditara sulla “Istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale”) erogati, nell’ambito della competenza statale, dagli Istituti tecnici e dagli Istituti professionali per il conseguimento del diploma di istruzione secondaria di secondo grado a seguito dell’esame di Stato; i percorsi triennali e quadriennali della IEFP (Istruzione e formazione professionale) che sono erogati, nell’ambito della competenza regionale, dalle istituzioni formative accreditate dalle Regioni (e Province Autonome) - e dagli Istituti professionali in regime di cd. “sussidiarietà” – per il conseguimento, rispettivamente, della qualifica professionale e del diploma professionale, ai percorsi ai quali si aggiunge l’apposito percorso annuale per accedere all’esame di Stato e conseguire, a partire dal diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore; il percorso annuale che è erogato nell’ambito dell’Istruzione e Formazione Tecnica superiore (IFTS) per il conseguimento del certificato di specializzazione tecnica superiore di livello post-secondario; i percorsi biennali e triennali di formazione tecnica superiore che sono erogati dagli (ITS ) per il conseguimento, rispettivamente, del diploma di specializzazione per le tecnologie applicate e del diploma di specializzazione superiore per le tecnologie applicate, e ai quali si accede o con il diploma di istruzione secondaria di secondo grado o con il certificato di specializzazione tecnica superiore di livello post-secondario dell’ambito della IFTS, che sia stato conseguito da coloro che hanno il diploma professionale della IEFP. Ai predetti percorsi possono aggiungersi, proprio per la specifica connotazione professionalizzante, quei percorsi triennali erogati dalle Università per il conseguimento delle cosiddette “lauree professionalizzanti” che, anche a seguito di un apposito , permettono di sostenere un apposito esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio delle professioni abbinate a ciascuna delle classi di laurea professionalizzanti (per le professioni tecniche per l'edilizia e il territorio, agrarie, alimentari e forestali, industriali e dell'informazione). Ancora, vanno considerati i percorsi universitari di “alta formazione permanente” (almeno annuali) per il conseguimento dei Master di primo e di secondo livello, a cui si accede, rispettivamente, con la laurea o con la laurea specialistica (anche detta magistrale). Infine, possono ricordarsi i percorsi dell’Alta Formazione artistica, musicale e coreutica, che hanno, anch’essi, un significativo carattere professionalizzante, e che consentono il conseguimento del diploma accademico di primo livello (al termine dei percorsi triennali), del diploma accademico di secondo livello (al termine dei successivi percorsi biennali), e dei relativi Master. All’interno della predetta filiera professionalizzante per così dire complessiva, generale e ad ampio raggio, poi, è assai diffusa l’individuazione della filiera professionalizzante per così dire in senso stretto, quella filiera, cioè, che, facendo perno sulla competenza assegnata dalla riforma costituzionale del 2001 alle Regioni in tema di “istruzione e formazione professionale” (vedi l’art. 117, comma 3, Cost.), si sviluppa a partire dai percorsi della cosiddetta IEFP iniziale, ovvero quelli inerenti all’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e formazione. In questa prospettiva, la filiera professionalizzante in senso stretto può essere considerata come uno dei due “sotto-sistemi” del sistema nazionale di istruzione e formazione, ove quindi, affianco al sotto-sistema costituito dall’offerta dei percorsi scolastici, universitari e dell’AFAM (di competenza statale), vi è il sotto-sistema costituito dalla cosiddetta “filiera lunga dell’offerta tecnico-professionale” (di competenza regionale), e cioè i percorsi della IEFP, della IFTS e degli ITS Academy (in questo senso si veda anche la prospettiva accolta da INAPP). Va ricordato, tuttavia, che rispetto a questa impostazione – di cui va comunque sottolineata la linearità anche dal punto di vista dell’assetto istituzionale - vi sono due elementi di non poco conto da considerare: da un lato, l’innovazione che sarà probabilmente introdotta mediante il predetto disegno di legge “Valditara” che intende costituire, a partire da un’apposita sperimentazione, una specifica “filiera formativa tecnologico-professionale” al cui interno sono previsti, oltre ai percorsi della IEFP, della IeFT e degli ITS Academy, anche i percorsi quadriennali sperimentali del secondo ciclo di istruzione scolastica; dall’altro lato, il fatto che sia i percorsi di IFTS che quelli degli ITS Academy, per quanto rimessi essenzialmente alla programmazione regionale, sono nello stesso tempo sottoposti a modalità di regolazione, di indirizzo e di finanziamento che vedono in prima linea anche le istituzioni statali. In altre parole, non può negarsi che la filiera professionalizzante in senso stretto tende già a connotarsi – e ancor di più lo sarà dopo l’approvazione del “Ddl Valditara” - secondo una formula che è caratterizzata da una strutturale e intrinseca interrelazione istituzionale tra Stato e Regioni, e dunque dalla compresenza di soggetti formativi che rispondono a logiche differenziate e, quindi, a ben diverse modalità di organizzazione e funzionamento. Ed è su questo piano, dunque, che vanno inevitabilmente analizzati i tanti problemi - e auspicabilmente ritrovate le possibili soluzioni – che affliggono in concreto l’attuale condizione di siffatta “filiera lunga” della italiana. Come già si è avuto modo di osservare in altre occasioni, infatti, mancano diffusamente quei caratteri di indispensabile continuità che dovrebbero consentire alla filiera professionalizzante composta dalla IEFP, dalla IFTS e dagli ITS Academy, di offrire un’effettiva progressione formativa in senso verticale per i giovani che decidono di esercitare nella IEFP il diritto-dovere all’istruzione e formazione. Nella prassi ciò avviene soltanto in pochissimi casi, in quanto è assai rarefatta la vera consequenzialità – e dunque la sostanziale coerenza - dei contenuti formativi e dei risultati di apprendimento tra le tre predetti componenti della filiera. In particolare, la forte diversità degli approcci utilizzati delle istituzioni regionali nella programmazione dell’offerta, così come la deprecabile instabilità di quest’ultima, rendono davvero ardua un’effettiva progressione verticale – e quindi sequenziale - tra i segmenti formativi della filiera. Molto deve quindi farsi, a partire dalla rivisitazione dei perimetri di pertinenza dei percorsi rispetto ai settori economico-professionali cui si riferiscono la IEFP, la IFTS e gli ITS. Se ciò avvenisse, si realizzerebbe in modo diffuso nel Paese quella continuità interna alla filiera tra IEFP-IFTS-ITS che assicurerebbe non solo la fruttuosa ed efficiente concatenazione dei rispettivi obiettivi formativi, ma anche la più adeguata corrispondenza rispetto alla domanda di competenze che proviene dal mondo del lavoro e delle imprese. Bibliografia Franceschetti M. - Giovannini F.- Santanicchia M., Continuità formativa e rispondenza ai fabbisogni di competenze nella filiera lunga IEFP-IFTS-ITS, Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (INAPP), Working Paper n. 91, Roma, 2022. Frisanco M., La IEFP guarda al futuro. Verso una filiera educativa e formativa professionalizzante di qualità, CNOS-FAP, Roma, 2021. Rapporto italiano di referenziazione delle qualificazioni al quadro europeo EQF – Aggiornamento 2022 – Manutenzione 2022. Salerno G.M., La legislazione delle istituzioni territoriali sulla IEFP, approcci e modelli, in Rassegna CNOS, 2022, n.1, pp. 145-155. Salerno G.M., Dalla IEFP agli ITS: per una filiera permeabile e verticale nella formazione professionalizzante, in Professionalità, n.8, nov-dic., pp. 29 ss, 2020. Salerno G.M., L’istituzione e la sperimentazione della filiera tecnologico-professionale: analisi e prospettive degli aspetti di sistema, in Rassegna CNOS, 2024, n.1, pp. 135-148.

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