La corresponsabilità educativa tra microsistemi presenti all’interno di una specifica comunità è una realtà in progress molto teorizzata e, forse, ancor poco praticata. Ragioni di natura storica, culturale, giuridica e pedagogica se da una parte rafforzano tale concetto, dall’altra possono ostacolarne una piena attuazione (Becciu M., Colasanti A.R., 2004). Da un punto di vista storico, l’ dei figli da sempre è stata considerata di esclusiva pertinenza genitoriale con sciagurate parentesi di statalizzazione di tale prerogativa tipica dei regimi dittatoriali ancora oggi presenti in troppe aree geografiche del mondo. A livello legislativo, nel nostro Paese tale tema è stato codificato nella Carta costituzionale che ne attribuisce titolarità e obblighi alla componente genitoriale e lo pone come uno dei compiti specifici della famiglia. In particolare, gli artt. 29-31 della Costituzione trattano dei diritti e dei rapporti etico-sociali relativi alla famiglia con l’attribuzione ai genitori del diritto-dovere di mantenere, istruire e educare i figli. Mutate condizioni storiche e culturali evidenziano sempre più che i genitori insieme ad altri attori protagonisti dell’educazione e della formazione dei figli realizzano la corresponsabilità educativa all’interno di una comunità sempre più ampia. Ciò, però, non più con l’attivazione di processi di delega ad altri sistemi educativi, ma con la partecipazione attiva anche all’interno del sistema scolastico divenuto sempre più rilevante per la vita dei figli. Ma quali sono i principi ispiratori di un cambio così deciso di prospettiva che riconosce ai genitori il pieno diritto dovere di educare i propri figli andando ben oltre i rapporti di delega ad altre istituzioni o la semplice rappresentatività? I cambiamenti sono, essenzialmente, dovuti, da una parte, all’impulso di teorie e prassi pedagogiche e dei risultati di ricerche in ambito di psicologia evolutiva concernenti il ruolo fondamentale dei genitori nella promozione dello sviluppo armonico della personalità dei figli, dall’altra, alle mutate condizioni istituzionali e ordinamentali dell’ultimo decennio. In particolare, l’accentuarsi di una concezione poliarchica in sostituzione di una visione gerarchica dello stato ha favorito un processo di riequilibrio tra le istituzioni ‘statali’ e quelle ‘sociali’. La modifica del Titolo V della Costituzione con i principi di sussidiarietà, , solidarietà e responsabilità fa acquistare alla famiglia “un differente e significativo peso giuridico e democratico” (Cannarozzo, 2004). Il principio della sussidiarietà orizzontale, infatti, determina che il ruolo educativo esigito dalla famiglia, in qualità di ‘istituzione sociale’, non può essere avocato da altre istituzioni nel territorio, ma comporta una sinergia tra enti per la realizzazione della corresponsabilità educativa. Nella scuola della riforma, la famiglia si propone sempre di più come soggetto protagonista, come interlocutore significativo e diretto con il quale stabilire un rapporto di cooperazione e corresponsabilità nel complesso e irrinunciabile compito di educare le nuove generazioni. Infatti, la Legge n. 53/2003 (art. 1) afferma che la valorizzazione di ogni singolo studente avviene “[…] nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla Costituzione[…]”. È conferito, pertanto, ai genitori un ruolo di marcato coinvolgimento in molteplici aspetti della attività educativa che va ben oltre le forme codificate di partecipazione e responsabilità previste nella legislazione precedente. Inoltre, tale prospettiva è anche in linea con la risoluzione del Consiglio Europeo del 25 novembre 2003 che ribadisce l’urgenza di valorizzare il contributo educativo dei setting di . Tra questi, i luoghi formali, non formali e informali dovrebbero contribuire, in una ottica di rete e di educativa territoriale, a promuovere il senso di appartenenza e di per lo sviluppo della convivenza civile delle nuove generazioni. Nel 2020, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha promosso il patto di corresponsabilità. Questo documento, firmato da genitori e studenti all’atto dell’iscrizione a scuola, stabilisce i principi e i comportamenti condivisi tra scuola, famiglia e alunni. Il Patto serve come strumento di base per l’interazione tra scuola e famiglia, delineando gli impegni reciproci e promuovendo la partecipazione attiva di tutte le componenti della comunità scolastica. Bibliografia Becciu M. – A.R. Colasanti, I genitori nei Centri di Formazione Professionale: verso la corresponsabilità. Rassegna CNOS, 3, pp. 13-22, 2004. Cannarozzo G., Essere genitori nella scuola della riforma, Scuola e Didattica, 11, pp. 49-64, 2004. Colasanti A.R., Genitori e insegnanti come coeducatori, Scuola Italiana Moderna, 19, pp. 13-15, 1991. Christenson S.L. – S.M. Sheridan, Schools and Families, The Guildford Press, 2001. Centro Studi per la Scuola Cattolica, Genitori oltre la partecipazione, Quinto Rapporto, Ed. La Scuola, 2004. Fogarolo F. – G. Onger, La nuova legge sull'inclusione. Come cambia la scuola con la modifica del D.lgs 66, Erikson, 2020. Lucidi D., Genitorialità, Voci della Scuola, Tecnodid, pp. 199-207, 2004. Malizia G. - Pieroni V. - Stenco B., Oltre la partecipazione. Genitori a confronto con la scuola cattolica e coi CFP di ispirazione cristiana, Rassegna CNOS, 1, pp. 41-55, 2004. Nanni C., La riforma della scuola, le idee, le leggi, LAS, 2003. Cnos-Fap, Partecipazione dei genitori alla vita dei CFP e innovazione organizzativa, CNOSFAP. 20, pp. 1-2, 1995.
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