Le capacità rappresentano i tratti o le caratteristiche della personalità del soggetto possedute su base innata e appresa, di natura non strettamente cognitiva, ma anche affettivo-motivazionale, socio-interpersonale, essendo coinvolte in numerosi compiti ed attività, e che delineano le sue potenzialità in ordine all’ ed allo svolgimento di compiti nelle varie situazioni di vita. Tali capacità, raramente coltivate in modo formale dalle istituzioni formative, sono attualmente considerate preziose per l’adattamento personale, interpersonale, scolastico e professionale. Esse riflettono i valori ed i contenuti propri dell’ che la persona vive specie nell’età evolutiva; si riferiscono quindi alla famiglia di appartenenza, alle agenzie educative e formative, ma anche ai legami significativi individuali e di gruppo nella vita associativa, nel , nello sport e nel tempo libero impegnato. In senso pedagogico, le capacità indicano l’insieme delle potenzialità dell’allievo che richiedono di essere riconosciute (innanzitutto a favore del destinatario stesso) e attualizzate perché diventino vere e proprie competenze e rendano chiara la direzione della propria esistenza. Prospettiva psicologica. L’espressione “capacità personali” è vista essenzialmente in una prospettiva di psicologia dell’apprendimento. L’attenzione alle capacità personali va di pari passo con l’assunzione del concetto di “intelligenze multiple” che indica l’esistenza di diversi stili di apprendimento da parte dei soggetti, in forza dei quali ciascuno delinea un proprio progetto personale di vita che è posto alla base delle azioni volte al “successo formativo”, da non intendere come un traguardo uguale per tutti, ma che, appunto, va misurato sull’effettivo perfezionamento ed arricchimento delle proprie capacità personali. La tesi dell’intelligenza multipla sollecita negli educatori ed insegnanti la capacità di cogliere la struttura individuale della personalità, da cui trarre gli aspetti peculiari del soggetto, per poi individuare le leve dei processi di e di formazione più appropriati. Vengono pertanto considerate, in questa prospettiva, talune caratteristiche in grado di influenzare il successo accademico e professionale, quali la capacità di canalizzare le proprie energie per raggiungere un obiettivo, la facilità relazionale, l’ nei confronti di situazioni impegnative, la capacità di autocontrollo, l’apertura mentale. Goleman parla a questo proposito di intelligenza emozionale intendendola come una meta-abilità che consente alla persona di esercitare un controllo sulla propria vita emotiva al fine di consentirle un controllo delle risorse in suo possesso. Un aspetto della personalità, dimensione fortemente indagata, è costituito dall’autostima che indica «[…] l’acquisizione di una realistica conoscenza di se stessi, delle proprie capacità e potenzialità, dei propri interessi e valori, ma anche dei propri limiti e difficoltà» (Castelli, 2002, 135). Becciu e Colasanti propongono una classificazione basata sulle diverse variabili coinvolte nella situazione apprenditiva e/o di lavoro: l’“Io” che include le capacità che riguardano la consapevolezza, la valutazione e la promozione della propria realtà personale; gli “Altri”, ovvero le capacità che rendono produttivo e soddisfacente il rapporto con le persone con le quali si entra i contatto; il “Compito” che include le capacità che consentono di far fronte con efficacia alle richieste e ai problemi insiti in una determinata attività; infine il “Contesto” che raggruppa le capacità che facilitano l’integrazione e l’inserimento produttivo in un ambiente organizzativo e di lavoro. Prospettiva pedagogica. In chiave pedagogica, Bertagna (2001) parla di capacità potenziali o capacità buone. Le prime si collegano al problema di far sì che ciascuno realizzi al meglio possibile sé stesso, ovvero che sviluppi e metta in atto al meglio il suo essere in potenza, rimovendo gli ostacoli che le limitino e le deformino. Le seconde indicano le capacità migliori che la persona possiede in quanto essere umano, e impegnano l’educatore a dichiarare quali sono appunto le capacità che meritano di essere promosse al meglio. Ciò significa mirare a che queste vengano trasformate in competenze tramite l’insieme delle attività e delle istituzioni educative esistenti nella società. La scuola realizza tale trasformazione in modo programmatico ed intenzionale, utilizzando a tale scopo le organizzate, ma altre istituzioni agiscono su codici differenti e con altre modalità di acquisizione di sapere anche occasionali ma non per questo meno rilevanti. Amartya Sen ci offre un contributo originale che emerge già dal termine utilizzato: le capacitazioni si pongono nel rapporto tra la persona e la felicità: esse rappresentano la possibilità realmente esercitata di poter svolgere la vita cui, ragionevolmente, attribuisce valore: «Se il nostro scopo […] è mettere a fuoco le possibilità reali che ha un individuo di perseguire e realizzare i propri obiettivi, allora si deve tener conto non solo dei beni principali in possesso di ogni singola persona, ma anche delle caratteristiche personali pertinenti, quelle che governano la conversione dei beni principali in capacità di promuovere i propri scopi» (Sen 2000, 78-79). Bibliografia Becciu M. - A.R. Colasanti, La promozione delle realtà personali. Teoria e prassi, Roma, Tipografia Pio XI, 2003. Bertagna G., Verso i nuovi piani di studio, in “Annali dell’Istruzione”, n. speciale Stati Generali, dicembre, 246-277, 2001. De Pieri S., Orientamento educativo e accompagnamento vocazionale, ElleDiCi, Leumann (TO), 2000. Gardner H., Intelligenze multiple, Milano, Anabasi, 1994. Goleman D., Lavorare con intelligenza emotiva, Milano, Rizzoli, 2000. Sen A., Lo sviluppo è libertà, Mondadori, Milano, 2000.
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