“Non devastate né la terra, né il mare, né le piante”, è il messaggio fatto da Papa Francesco nei giorni scorsi, riprendendo un brano dell’Apocalisse. “Noi - sottolineava, infatti - siamo capaci di devastare la terra meglio degli angeli. E questo lo stiamo facendo, questo lo facciamo: devastare il Creato, devastare la vita, devastare le culture, devastare i valori, devastare la speranza. E quanto abbiamo bisogno del Signore perché ci sigilli con il suo amore, e con la sua forza, per fermare questa pazza corsa di distruzione!”.
La radice di tutto ciò è che “l’uomo si impadronisce di tutto, si crede Dio, si crede il Re”. Una devastazione frutto di “questa cultura dello scarto”, dice il Papa. 
Parole forti che ci aiutano a preparare a distanza la nostra partecipazione all’Expo 2015 attraverso un percorso formativo, che ci porti a riflettere con i nostri ragazzi sui diritti-doveri verso il cibo e verso l’ambiente. 
Verso il cibo: “per combattere l’ingiustizia alimentare, eliminando le cause della cronica malnutrizione”. Vogliamo tratteggiare con i nostri giovani un particolare stile di vita “misurato e sobrio”, coinvolgendo in questo anche le famiglie. “La famiglia è la chiave nella lotta alla fame” perché essa “svolge un ruolo centrale per ottenere il futuro sostenibile che vogliamo” ed è “una componente centrale dei sistemi alimentari di cui abbiamo bisogno per condurre una vita più sana”, sottolineava l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’ONU nella recente Conferenza internazionale sulla nutrizione.
Un invito a ripensare e rinnovare i nostri sistemi alimentari, in una prospettiva solidale, superando la logica dello sfruttamento selvaggio del creato ed orientando meglio il nostro impegno a coltivare e custodire l’ambiente e le sue risorse per garantire la sicurezza alimentare e per camminare verso una nutrizione sufficiente e sana per tutti.
Verso l’ambiente: per far emergere la consapevolezza di come noi siamo in grado di alterare gli equilibri uomo-natura attraverso una  cattiva gestione delle energie della terra. 
“L’influenza umana sul sistema climatico è chiara; dobbiamo agire rapidamente e in modo decisivo, e abbiamo i mezzi per limitare cambiamenti climatici e costruire un futuro migliore”. Queste le affermazioni del segretario generale dell’ONU Ban KI-moon, durante la presentazione del recente rapporto sul riscaldamento globale della terra. L’ambiente deve essere percepito come il Creato da custodire.
Penso sia importante far leva su una pedagogia della responsabilità, partendo dall’esperienza della “meraviglia” per la creazione che ci circonda. Dobbiamo ricuperare l’amor creationis e riconciliare l’uomo con se stesso e il creato in un’“armonia naturale”.
Pensiamo a Mamma Margherita quando, nelle calde sere d’estate, prendeva i suoi tre ragazzi e li portava nel cortiletto davanti a casa sua e, alzando li occhi al cielo, contemplava il cielo stellato ed esclamava: “Quanto deve essere grande il Creatore, che ci regala queste meraviglie!”.
Se siamo grati a Dio per i doni che abbiamo ricevuto in custodia, scatterà in noi e nei nostri ragazzi il senso della responsabilità. Le risorse che abbiamo ricevuto in eredità non sono inesauribili. Di qui l’importanza di salvaguardare le risorse idriche, custodire il suolo, risparmiare l’energia, rispettare gli alberi.
È un bel campo dove coinvolgere attivamente i nostri giovani. Il rispetto per l’ambiente è un argomento affascinante, che responsabilizza le giovani generazioni e li aiuta ad essere cittadini migliori e protagonisti consapevoli del mondo in cui viviamo.
Per coinvolgere tutti su queste tematiche, stiamo preparando un Bando per i nostri CFP. Sarà anche questa un’occasione per rendere i giovani protagonisti e stimolare le loro capacità creative attraverso espressioni artiche, manufatti, progetti che promuovano uno sviluppo sostenibile. 
 
d. Gianni