Ci ricorda il RM che “conoscere la vita di Don Bosco e la sua pedagogia non significa ancora comprendere il segreto più profondo e la ragione ultima della sua sorprendente attività”. Alla base di tutto è la sua “profonda vita interiore”, la sua “familiarità con Dio”.
“Non ci sono dubbi che in Don Bosco la santità rifulge nelle sue opere, ma è certamente vero che le opere sono solo un’espressione della sua fede”. Per comprendere bene Don Bosco occorre studiare, conoscere la sua biografia, la sua pedagogia, la sua spiritualità.

Ma in che cosa consiste la spiritualità di Don Bosco?
Data la scarsità di scritti specificatamente spirituali, non è facile individuare il nucleo della spiritualità boschiana. Potremmo trovarlo in un raro frammento della sua “storia dell’anima”, dove il santo confessa (1854) il suo segreto circa le finalità della sua azione: «Quando mi sono dato a questa parte di sacro ministero intesi consacrare ogni mia fatica alla maggior gloria di Dio e a vantaggio delle anime, intesi di adoperarmi per fare buoni cittadini in questa terra, perché fossero poi un giorno degni abitatori del cielo. Dio mi aiuti di poter continuare fino all’ultimo respiro di mia vita».
Una spiritualità che ha come centro la carità:

  • una carità pastorale “perché cerca la salvezza delle anime”,
  • una carità educativa “perché trova nell’educazione la risorsa che permette di aiutare i giovani a sviluppare tutte le loro energie di bene”.

Con la sua dedizione ai giovani Don Bosco voleva comunicare loro l’esperienza di Dio. La sua non era solo generosità o filantropia, ma carità pastorale. Interessante la testimonianza lasciataci da Don Orione: “Ora vi dirò la ragione, il motivo, la causa per cui Don Bosco si è fatto santo. Don Bosco si è fatto santo perché nutrì la sua vita di Dio, perché nutrì la vita nostra di Dio. Alla sua scuola imparai che quel santo non ci riempiva la testa di sciocchezze, o di altro, ma ci nutriva di Dio, e nutriva se stesso di Dio, dello spirito di Dio”.
La spiritualità di Don Bosco è una spiritualità attiva e popolare. “Don Bosco non ha lasciato formule di pietà, neppure una sua devozione particolare. La sua concezione è realista e pratica. Solo le preghiere del buon cristiano, facili, semplici, ma fatte con perseveranza”. È una spiritualità alimentata di Eucaristia, di confessione e di devozione alla Madonna.
Un secondo aspetto sottolineato dalla Strenna è che la spiritualità salesiana è per tutte le vocazioni. “Se è vero che la spiritualità cristiana ha elementi comuni e validi per tutte le vocazioni, è pur vero che essa è vissuta con differenze peculiari e specifiche a secondo del proprio stato di vita: il ministero presbiterale, la vita consacrata, i fedeli laici, la famiglia, i giovani, gli anziani, … hanno un loro modo tipico di vivere l’esperienza spirituale. Lo stesso vale per la spiritualità salesiana”. La spiritualità salesiana è una spiritualità valida non solo per i consacrati, ma anche per i giovani, per i laici e per le famiglie.

Per i giovani: “La spiritualità giovanile salesiana è una spiritualità adeguata ai giovani; è vissuta con e per i giovani, pensata e realizzata all'interno dell'esperienza del giovane. Essa cerca di generare un’immagine di giovane cristiano proponibile oggi a chi è inserito nel nostro tempo e vive la condizione giovanile odierna; si rivolge a tutti i giovani perché è fatta su misura dei “più poveri”, ma allo stesso tempo è capace di indicare mete a quelli che progrediscono di più; vuole anche fare del giovane il protagonista di proposte per i suoi coetanei e per l’ambiente”. Essa sta alla base del Movimento Giovanile Salesiano.

Per i laici: “Siamo consapevoli che non vi può essere un coinvolgimento pieno, se non c’è anche una condivisione dello stesso spirito. Comunicare la spiritualità salesiana ai laici corresponsabili con noi dell’azione educativa pastorale diventa un impegno fondamentale”.

Per le famiglie: “Essendo poi diventati maggiormente consapevoli che non vi può essere pastorale giovanile senza pastorale familiare, ci stiamo interrogando su quale spiritualità familiare salesiana elaborare e proporre. Ci sono esperienze di famiglie che si ispirano a Don Bosco. Qui il cammino è ancora agli inizi, ma è una strada che ci aiuta a sviluppare la nostra missione popolare, oltre che giovanile. Occorre promuovere la pastorale familiare e quindi condividere esperienze spirituali con le famiglie, con le coppie, con la preparazione dei giovani alla famiglia”. Un esempio l’abbiamo già nelle Famiglie Don Bosco.

Ci stiamo avvicinando alla ormai prossima Festa di Don Bosco, il 31 gennaio. Materiale per preparaci e preparare i nostri giovani a festeggiare “il Santo dei giovani” non manca (cfr. donboscoland e sdb.org).
Sia per tutti noi occasione per attingere alla fonte della fecondità di questo Santo educatore.
Alleghiamo testo della Strenna 2014.