Parlando in questi giorni con un giovane che sta facendo un cammino di discernimento vocazionale, mi manifestava un po’ il suo dubbio nell’abbracciare la vita salesiana, perché nella sua esperienza, a contatto con i giovani dei nostri CFP, spesso non vede corrispondenza.
È vero: spesso si cerca di fare di tutto per capirli, questi giovani, e la conclusione è che tutto sembra senza sbocco, inutile. “Arroganza, impazienza, disprezzo per tutto, pura opposizione, incolmabile insoddisfazione, incomprensibile agitazione, gusto per la trasgressione, gratuita volontà di male”. Eppure son questi i giovani prediletti da Don Bosco. Giovani che, al termine del loro percorso formativo triennale, son capaci di dirti: “In questi 3 anni mi avete cambiato la vita… Mi avete ridato l’autostima e questa è una materia che non tutti sanno insegnare”. È una delle tante testimonianze raccolte durante l’indagine sul successo formativo tra i nostri giovani, a distanza di un anno dalla loro qualifica professionale.
Son queste le “briciole di speranza che ci spingono ad andare oltre”. Oltre la fatica do ogni giorno, sostenuti dalla certezza pasquale che l’amore vince sempre.
È il messaggio che stiamo vivendo in questi giorni pasquali. Ce lo ricorda papa Francesco: “Il Signore è risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di “amare” non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno sepolcrale che non rotoli via”.
Nella Pasqua 2013, la prima del suo pontificato, papa Francesco ha detto: “La buona notizia” che Gesù è Risorto, per noi significa “che l’amore di Dio è più forte del male e della stessa morte; significa che l’amore di Dio può trasformare la nostra vita, far fiorire quelle zone di deserto che ci sono nel nostro cuore”.
La Pasqua proclama che l’amore è più forte della morte. Se Cristo è veramente risorto, tutto è possibile e nessuna realtà umana, anche la più tragica ed assoluta di male, può ritenersi irreversibile. Tutto può essere vinto dalla fede e dall’amore che scaturisce dalla risurrezione.
“Purtroppo, oggi sembra che l’uomo non abbia più fiducia nel Dio della vita e si lasci vincere dalla morte, che avanza inesorabilmente nel cuore e nella storia dell’umanità”, constatava l’Arcivescovo Nosiglia, nel suo messaggio di Pasqua. “Quando si arriva a perseguire con il terrorismo e la guerra la strage di innocenti o l’uccisione di persone malate e sofferenti, giustificandola come un atto di amore, o si sopprime la vita nascente giudicandola “non vita umana” soggetto di diritti inalienabili e universali o si discrimina tra vita e vita in spregio della dignità propria di ogni essere umano o si usa di una persona come mezzo per farne stare bene un’altra, allora si percorre una strada che scivola sempre più verso la morte legalizzata e addirittura voluta e cercata. (…) Chiunque crede nella Pasqua del Signore ha la fondata certezza che il male non prevarrà mai sul bene e nutre l’indomita speranza che l’amore, alla fine, vince sempre. Nonostante il peccato, la violenza e l’ingiustizia segnino la storia dell’umanità, la speranza pasquale imprime vigore e forza all’impegno dell’uomo, che lotta per la vita e il bene fino alla sicura vittoria. L’importante è che queste convinzioni, che derivano dalla nostra fede in Cristo, trovino concretezza nelle scelte di ogni giorno”.
“La Pasqua è aprirsi al presente pieno di futuro” ci ricorda il Papa. La festa di Pasqua è allora la festa di Cristo risorto, ma è anche la festa dell’uomo che con lui sa risorgere ad una vita nuova di amore e di impegno da testimoniare in casa, nel lavoro, nella società e nel mondo. Ciascuno di noi oggi ha bisogno di sperare in un futuro migliore, più sereno e positivo sul versante della famiglia, della scuola, della società. Credere nella risurrezione significa immettere nel tessuto delle nostre miserie quel lievito di amore che cambia e rinnova ogni cosa.
“Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo”: sì, la religione cristiana è fondata su un evento di gioia e tende alla felicità dell'uomo, al quale annuncia che Cristo è veramente risorto e la sua presenza di Vivente è garanzia di vittoria su ogni male. Questo annuncio pasquale risuoni nelle nostre coscienze e riscaldi il nostro cuore; oggi nessuno può essere triste o deluso, abbattuto e scoraggiato, perché la risurrezione del Signore dona a tutti la certezza che, malgrado il nostro peccato, Dio vince con l’amore e il perdono e rinnova profondamente la nostra vita.
C’è un’antica espressione popolare che dice: “Sono contento come una Pasqua”. Cristo risorto è fonte di gioia e di speranza, perché ci ha liberati dal peccato e dalla morte, ci dà uno sguardo ottimistico sulla nostra vita e sul mondo in cui viviamo, cioè ci fa vedere la realtà che ci circonda con gli occhi di Dio. Non più con i nostri occhi di uomini e donne peccatori, ma con gli occhi di Dio, che è Padre buono e misericordioso, ama tutti e ciascuno più di quanto noi amiamo noi stessi!
d. Gianni