Permettetemi una domanda: a questo punto dell’anno scolastico stiamo ancora utilizzando il testo Vite di Giovani che abbiamo adottato per preparare i nostri momenti formativi, i buon giorno…?
Sfogliando le biografie scritte da Don Bosco sui tre giovani dell’Oratorio scomparsi prematuramente, non ci può di certo sfuggire la devozione particolare che questi tre protagonisti ebbero nei riguardi della Madonna.
Di Domenico Savio si dice: “Aveva una speciale devozione all’immacolato cuore di Maria”. Così di Besucco Francesco: “Nutriva un affetto speciale per Maria Santissima”.
Ma in modo particolare di Michele Magone Don Bosco volle sottolineare la sua devozione mariana, dedicando un capitolo intero a questa devozione. Il capitolo VIII si apre con questa preziosa annotazione: “Bisogna dirlo, la divozione verso la Beata vergine è il sostegno di ogni fedele cristiano. Ma lo è in modo particolare per la gioventù”.
Non a caso Don Bosco volle presentare Maria ai suoi giovani come l’Immacolata ,realizzazione piena di quella santità a cui ogni cristiano è chiamato, ma anche l’Ausiliatrice: colei che con la sua vicinanza quotidiana ci aiuta a realizzare una “misura alta” di vita cristiana.
Si dice di Magone: “Perdonava volentieri qualunque offesa in onore di Maria. Freddo, caldo, dispiaceri, stanchezza, sete, sudore e simili incomodi delle stagioni erano altrettanti fioretti che egli con gioia offriva a Dio per mano della pietosa sua madre celeste”. E ancora: “A lei sempre si raccomandava in principio di tutte le scolastiche sue occupazioni. «Io, soleva dire, se incontro difficoltà negli studi miei, ricorro alla mia divina maestra, ed ella mi spiega tutto».
Una presenza davvero materna quella di Maria  che Don Bosco seppe trasmettere ai suoi giovani in oratorio. E sappiamo come la presenza di una mamma sia fondamentale in ogni famiglia.
Così è stato nel primo oratorio di Valdocco sia con mamma Margherita, sia con Maria Santissima.
Possiamo dire che a Valdocco Maria era percepita davvero come la “mamma dei giorni feriali”, la mamma dei giovani più poveri, abbandonati e in pericolo. È questa la devozione che Don Bosco trasmetteva ai suoi ragazzi. Un incontro consueto, domestico, familiare con la “madre di tutti i giorni”.
Una devozione a Maria che si coltivava in particolare durante il mese di maggio. Così, parlando di Domenico Savio, Don Bosco racconta: “In nessun tempo Domenico appariva maggiormente infervorato verso la celeste nostra protettrice Maria,quanto nel mese di maggio. Si accordava con altri per fare ogni giorno di quel mese qualche pratica particolare oltre a quanto aveva luogo nella pubblica chiesa.
Un curioso episodio fa vedere la tenerezza del suo cuore per la divozione di Maria. Gli alunni della camera, ove egli dormiva, deliberarono di fare a spese proprie un elegante altarino, che servisse a solennizzare la chiusura del mese di Maria. Domenico era tutto in faccende per questo affare; ma venendosi alla quota che ciascuno avrebbe dovuto sborsare: «Ohimè!, esclamò, sì che stiamo bene! per questi affari ci vogliono danari; ed io non ho un quattrino in tasca. Pure voglio fare qualche cosa a qualunque costo». Andò, prese un libro, che eragli stato donato in premio, e chiestone il permesso dal superiore, ritornò pieno di gioia dicendo: «Compagni, eccomi in grado di concorrere anch’io per onorar Maria: prendete questo libro, cavatene quell’utilità che potete; questa è la mia oblazione».
Alla vista di quell’atto spontaneo e così generoso s’intenerirono i compagni, e vollero essi pure offerir libri ed altri oggetti. Con essi fu fatta una piccola lotteria, il cui prodotto fu abbondante per sopperire alle spese che occorrevano.
Terminato l’altare, i giovani desideravano di celebrare la loro festa colla massima sontuosità. Ognuno se ne dava grande sollecitudine, ma non essendosi potuto totalmente terminare l’apparato, era mestiere lavorare la notte precedente alla festa. «Io, disse il Savio, io passerò volentieri la notte lavorando». Ma i suoi compagni, perché aveva poco prima fatto una malattia, l’obbligarono di andarsi a coricare. Non voleva arrendersi, e solo andò a letto per ubbidienza. «Almeno, disse ad uno dei compagni, appena sia tutto terminato, vienmi tosto a risvegliare, affinché io possa essere dei primi a rimirare l’altare addobbato in onore della nostra cara madre».
Oggi, come ieri, come ai tempi di Don Bosco, con i grandi cambiamenti sociali e culturali che stanno avendo un così profondo impatto nella vita familiare, nel tessuto sociale e sulla concezione della vita in generale, non possiamo fare a meno dell’aiuto di Maria.
“Maria Immacolata e Ausiliatrice ci educa alla pienezza della donazione al Signore e ci infonde coraggio nel servizio dei fratelli. Nutriamo per Lei una devozione filiale e forte” : ce lo ci ricordano le Costituzioni Salesiane (Cost. 92).