Il recente rapporto OECD pone agli operatori della scuola e della FP una riflessione importante: la lettura digitale e la lettura a stampa. Così commenta il Sole 24 ore del 15 settembre 2015: La scuola digitale non mantiene fede alle promesse della tecnologia. Almeno per ora. Perché finora non ci sono evidenze che dimostrino che l’introduzione del digitale nelle aule scolastiche porti automaticamente a un miglioramento del rendimento scolastico degli studenti.

Così i Paesi che hanno fatto grandi investimenti nelle dotazioni tecnologiche delle loro scuole non hanno risultati apprezzabili nelle performance in lettura, matematica o scienze. E la tecnologia non ha avuto neanche effetti rilevanti per quanto riguarda l’inclusione e nel recupero degli studenti più poveri e disagiati.

È una fotografia deludente per i fautori della tecnologia quella che esce dal primo rapporto compilato dall’Ocse sulle Digital skills e pubblicato il 15 settembre 2015. Anche se la stessa organizzazione consiglia prudenza e auspica una maggior attenzione nell’utilizzo del digitale in chiave di didattica innovativa. Uno studio approfondito sull’argomento è stato svolto anche dal prof. Michele Pellerey e pubblicato dal CNOS-FAP, “La valorizzazione delle tecnologie mobili nella pratica gestionale e didattica dell’Istruzione e Formazione Professionale a livello di secondo ciclo”, Anno 2015.

Si allegano il testo del Primo Rapporto e il testo del prof. Michele Pellerey.