Da Diesse – 6 maggio 2013
Il Servizio statistico del MIUR ha pubblicato il Focus sulle iscrizioni al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione per l’a.s. 2013/14. Tornano a crescere i licei, mentre calano i professionali; costante il trend positivo dei tecnici; balzo in avanti della formazione professionale.

Questo è stato il primo anno delle iscrizioni alle prime classi delle scuole secondarie realizzate esclusivamente on line, quasi tutte effettuate direttamente dalle famiglie.
Su 558.672 allievi in uscita dal primo ciclo di istruzione (circa 1.500 in meno dell’anno scorso)
-    522.665 – il 93,6% del totale – si sono iscritti nelle scuole statali
-    11.186 (2,0%) nelle corrispondenti paritarie
-    24.821, il 4,4%, hanno scelto i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale presso le strutture formative accreditate dalle Regioni (IeFP), con un incremento di oltre il 40% rispetto allo scorso anno.

Dei 533.851 iscritti alle prime classi della secondaria di secondo grado il 48,9% ha scelto i licei, il 31,2% gli istituti tecnici e il 19,9% i professionali.
Mentre i tecnici con un +0,2% restano in modesta crescita rispetto all’anno precedente, le parti si invertono tra i licei, che tornano a crescere (+1,5%, ma sono ancora lontani del 49,9% del 2011/12), e i professionali, che invece riprendono a calare (-1,7%), scontando in parte l’incremento dell’IeFP regionale.

Tra i licei continua a fare la parte del leone è lo scientifico tradizionale (16,4% del totale), che però perde quasi due punti percentuali a favore dell’opzione “scienze applicate” la quale, con un significativo +2,2%, recupera abbondantemente la perdita verificatasi lo scorso anno.
Seguono il liceo linguistico (8,3%), che continua a crescere rapidamente (+1,1%), e il classico (6,1%), che però perde ancora mezzo punto percentuale, così come il liceo delle scienze umane tradizionale (4,6%) che cede uno 0,7% a favore della sua opzione “economico sociale” (2,1%). Lievi incrementi per liceo artistico (4,0%) e gli altri indirizzi liceali.

Stabili le iscrizioni al settore tecnologico dell’istruzione tecnica (18,5%) con travasi interni tra i vari indirizzi, mentre cresce quella del settore economico (12,7%) con l’indirizzo turistico che compie un balzo in avanti di mezzo punto.

Per i professionali l’articolazione è più complessa, dato che oltre al settore industria e artigianato (4,1%), che perde mezzo punto percentuale nell’indirizzo delle produzioni artigianali e industriali, e il grande settore dei servizi (14,4%) che, seppure generalmente in leggera flessione, vede incrementato l’indirizzo per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, c’è la parte relativa alla IeFP sussidiaria complementare (1,4%) ora quasi dimezzata, probabilmente a favore di quella regionale.

La maggior parte delle ragazze ha scelto i licei, con picchi più alti nel liceo delle scienze umane e nel musicale. I ragazzi hanno privilegiato il settore tecnologico dei tecnici, mentre nei professionali, pur sempre a prevalenza maschile, la distribuzione è più equilibrata; nel settore dei servizi è quasi paritetica.

Il 93% degli iscritti all’IeFP regionale si concentra in cinque Regioni, con la Lombardia in testa a raccoglierne quasi il 41%; seguono nell’ordine Veneto (15,9%), Piemonte (13,4%), Sicilia (12,9%) e Lazio (10,2%); in cinque Regioni i percorsi sono del tutto assenti.

Oltre ai 24mila iscritti all’IeFP regionale, altri 44mila hanno chiesto di conseguire la qualifica professionale al terzo anno presso l’istruzione professionale statale, per poi proseguire fino al conseguimento del diploma quinquennale, mentre 7.502 hanno scelto di raggiungere la qualifica triennale di IeFP presso gli stessi istituti in regime di sussidiarietà complementare (e poi magari il diploma al termine del quarto anno); il percorso di qualifica più richiesto (un terzo del totale) è quello di “operatore della ristorazione”.
In sostanza, il 5,8% dei ragazzi in uscita dal primo ciclo ha deciso di assicurarsi almeno una qualifica professionale triennale, per potersi inserire immediatamente nel mondo del lavoro, mentre un altro buon 8% ha deciso di mettersi al sicuro con lo stesso titolo, pur senza precludersi la possibilità di raggiungere il diploma quinquennale.

Per maggiori informazioni si allega un focus del MIUR.