Il 15 maggio 2014 l'Aula della Camera, in seconda lettura, dopo le modifiche del Senato, ha convertito in legge il decreto Lavoro. Il provvedimento è destinato ad entrare in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La legge modifica la disciplina dei contratti a termine e dell'apprendistato. Tra le varie misure, si estende l'acausalità dei contratti a termine fino a 36 mesi, ma si introduce un tetto del 20% di utilizzo del lavoro a tempo.

In allegato l'articolo ed uno schema riassuntivo delle misure tratti dal Sole24ore del 16 maggio.

Con la conversione del decreto 34/14 in legge, entra a regime la riforma del lavoro a termine. L'innovazione più grande della riforma è la norma che cancella, per tutti i rapporti a tempo determinato, l'obbligo di indicare le esigenze di carattere tecnico, organizzativo, produttivo che hanno indotto il datore di lavoro ad apporre una scadenza al contratto.

In allegato l'intero articolo e due focus riguardanti la causale del contratto e i limiti quantitativi del numero di contratti a termine (Sole24ore 16 maggio).

Per quanto riguarda il contratto di apprendistato, la legge 34/2014 apporta varie modifiche alla normativa finora vigente, tra cui la riduzione dello stipendio per le ore di studio (per i contratti di primo tipo) e la rinnovata collaborazione con le Regioni per quanto riguarda la formazione di base e trasversale (nei contratti professionalizzanti).

In allegato l'articolo completo e due focus riguardanti il piano formativo e la stabilizzazione tratti dal Sole24ore del 16 maggio.

Tra le varie misure contenute nella legge a vantaggio delle imprese, appaiono interessanti i provvedimenti con cui si interviene sulla disciplina del documento unico di regolarità contributiva (Durc) e sull'impianto a sostegno degli incentivi connessi ai contratti di solidarietà (Cds).

Vengono riportati l'articolo intero e due focus riguardanti il Durc e i Cds.