Il Piano Educativo Individuale (PEI), a differenza del (vedi relativa voce nel Glossario), prevede la pianificazione di mete derivanti dal profilo funzionale della persona con o Bisogni Educativi Speciali, puntando alla maggiore autonomia possibile, nell’ottica longitudinale del Progetto di Vita. Pertanto, la gamma degli obiettivi dovrebbe essere selezionata all’interno delle categorie dell’ICF (es. verbale, attenzione, memoria, etc.), prevedendo un miglioramento della performance entro i livelli del qualificatore (ad esempio passando da una difficoltà grave - es. d130.3 - ad una difficoltà media - es. d130.2). Un altro modo di differenziare le due tipologie di progetto riguarda la platea dei destinatari: il Piano Educativo Individuale riguarda gli alunni e gli studenti con disabilità, mentre il PDP riguarda gli alunni e gli studenti con Disturbi di Apprendimento. Questa distinzione risente di tutte le aporie descritte nel Glossario a proposito delle definizioni di Disabilità (intesa come conseguenza di menomazione certificabile) e Disturbo di Apprendimento (cfr. voce “certificazione della Disabilità e dei Disturbi di Apprendimento). Il riferimento all’ICF, previsto dai due Decreti Legislativi n. 66/17 (Norme per la promozione dell' scolastica degli studenti con disabilità) e n°96 del 7 agosto 2019 (Decreto inclusione) richiede dunque un ancoraggio progettuale altamente individualizzato, non in primo luogo fondato sugli Standard Nazionali, ma sulle specifiche difficoltà dell’alunno e dello studente, misurate secondo la logica del classificatore, con una logica di intervento educativo che ne preveda il miglioramento. In questa direzione assume un ruolo decisivo il cosiddetto Profilo di Funzionamento, come atto valutativo propedeutico al Piano Educativo Individuale, che sostituisce la Diagnosi Funzionale, superando il concetto di “conseguenza di menomazione”, per rappresentare direttamente il funzionamento dell’alunno e dello studente, in tutte le categorie ICF rilevanti per il contesto scolastico. Per costruire il Profilo, infatti, occorre selezionare da ICF tutti gli elementi di Funzioni e Strutture Corporee, di Attività e Partecipazione, che sono determinanti per la crescita della persona, in relazione all’età, alla condizione di salute, ai fattori personali ed alle determinanti di contesto. Costruito sulla base del Profilo di Funzionamento, il Piano Educativo Individuale dovrà riportare gli obiettivi progettati per la persona con disabilità, gli interventi e le azioni concrete, i materiali e gli ambienti da predisporre, le risorse da coinvolgere, etc. Inoltre, il documento, redatto dal Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione, oltre a tutti gli strumenti, le strategie e gli interventi educativi e didattici, deve contenere una quantificazione delle ore e delle risorse necessarie per il sostegno. Infine, esso deve esplicitare le modalità di valutazione in relazione agli obiettivi individualizzati. Inteso in questo modo, il Piano Educativo Individuale fa parte a tutti gli effetti del Progetto di Vita, definito dal recentissimo Decreto Attuativo come “progetto della persona con disabilità che, partendo dai suoi desideri aspettative e preferenze, è diretto ad individuare, in una visione esistenziale unitaria, gli interventi, i servizi, i sostegni, formali e informali, per consentire alla persona stessa di migliorare la qualità della propria vita, di sviluppare tutte le sue potenzialità, di poter scegliere i contesti di vita e partecipare in condizioni di pari opportunità rispetto agli altri”. Il Piano Educativo Individuale si inserisce in questo ampio scenario esistenziale, assicurando la continuità sia trasversale (tra soggetti coinvolti nei vari contesti di vita, come scuola, tempo libero, famiglia, lavoro, etc.) che longitudinale (transizione tra le diverse fasi evolutive). Proprio riguardo alla cura delle transizioni assume particolare importanza la definizione del percorso di alternanza scuola-lavoro, da ritenersi strumento formativo particolarmente efficace in vista di un’effettiva inclusione anche oltre il raggio temporale della frequenza scolastica. Il Piano Educativo Individuale, infine, deve essere aggiornato all’inizio di ogni anno scolastico, a partire dalla scuola dell'infanzia, ed ogni volta che sopravvengono cambiamenti nel funzionamento della persona. Inoltre, esse deve essere soggetto a verifiche periodiche anche nel corso dell’anno scolastico, al fine di accertare il raggiungimento degli obiettivi e apportare eventuali modifiche ed integrazioni. Bibliografia Centro Studi per la Scuola Cattolica, Includere la disabilità. 25° rapporto 2023, Scholè, Brescia, 2023. Cottini L., Didattica Speciale e Inclusione scolastica, Carocci, Firenze, 2017. Fogarolo F., Costruire il Piano Didattico Personalizzato. Indicazioni e strumenti per una stesura rapida ed efficace, Erickson, Trento, 2014. Franchini R., Valutare i Bisogni Educativi Speciali. Per una personalizzazione possibile, CNOS-SCUOLA, Roma, 2015. Ianes D. - Cramerotti S.- Scapin C., Profilo di funzionamento su base ICF-CY e Piano educativo individualizzato per competenze, Erickson, Trento, 2019. Ianes D. - Cramerotti S. - Fogarolo F., Il nuovo PEI in prospettiva bio-psico-sociale ed ecologica I modelli e le Linee guida del Decreto interministeriale n. 182 29/12/2020 commentati e arricchiti di strumenti ed esempi, Erickson, Trento, 2021.

Footer: in quest'area va inserito il testo con le specifiche di gestione del glossario