Per percorso formativo si intende una configurazione dinamica e progressiva di un’attività di , che conduce lo studente, tramite passi successivi di comprensione del mondo, di padronanza del sapere e di crescita personale, ad acquisire le risorse e la consapevolezza interiore connesse allo scopo dell’attività intrapresa. Ogni passo del percorso formativo è strutturato in base a obiettivi di specifici e può prevedere una varietà più o meno ampia di attività, tra cui lezioni, esercitazioni pratiche, studio di casi, discussioni di gruppo, valutazioni, scelte e ordinate in modo da favorire l'apprendimento attivo e l'applicazione pratica delle acquisite. Non sempre le attività formative prevedono un preparatorio orientato a delinearne gli aspetti di fondo: gran parte delle iniziative comprese nel mare magnum dell’attuale offerta formativa prevedono percorso formativo ingenui, basati su una successione di lezioni o esercitazioni pratiche corrispondenti all’elenco dei contenuti e delle che occorre insegnare e addestrare agli allievi di quella specifica attività. Il lavoro preliminare si limita pertanto al riempimento di caselle di una tabella in cui sono segnate le giornate previste per il corso, inserendo in ognuna di esse il nome dell’insegnante ed il tema che gli viene affidato. Negli altri casi, il percorso formativo rappresenta l’attualizzazione di un disegno preliminare, che assume una forma differente a seconda della tipologia di attività formativa: Il curricolo è il documento base di percorso formativo che si svolgono entro il sistema formativo istituzionale, articolato in tre livelli – primario, secondario e terziario – oltre che comprendente l’offerta formativa universitaria: laurea breve, laurea magistrale, master. Tale documento è composto da una parte concettuale che definisce le finalità educative e formative e delinea il disegno generale del p. in riferimento ai nuclei del sapere ed alle competenze traguardo; vi è poi la parte empirica nella quale si indicano le esperienze da proporre agli studenti nei diversi periodi didattici, svolte sia all’interno sia all’esterno dell’istituto. Solitamente i curricoli distinguono tra il p. progettato e quello esperito effettivamente dai destinatari; questa differenza è più o meno ampia a seconda della differenza tra le attività previste e quelle effettivamente espletate, ma è ricavata anche dal confronto tra i risultati perseguiti sulla carta e le acquisizioni effettivamente evidenziate dagli stessi studenti; Il progetto è la formula adottata normalmente da una varietà di organismi che offrono formazione continua, permanente, sportiva, musicale, del tempo libero, hobbistica… Si tratta di un dispositivo solitamente strutturato in cinque fasi tipiche: analisi dei bisogni, pianificazione degli interventi, dell'attività formativa, erogazione della formazione, dei risultati ottenuti dai partecipanti oltre che della qualità del modello adottato. Il progetto può essere impostato secondo un approccio meccanico che prevede la scomposizione del compito di apprendimento in fasi consequenziali, l’esecuzione una alla volta delle singole attività formative, la loro valutazione e progressiva capitalizzazione in termini di peso del punteggio finale (nei casi più diffusi viene quantificato in 50/100), la cui parte rimanente viene ricavata dai risultati della valutazione finale che può avvenire tramite una o più prove. Ma esistono progetti più attenti al mondo degli allievi, che prevedono una pluralità di modi di impostazione del percorso formativo in modo da individuare per ogni caso concreto la soluzione più appropriata. La nozione centrale di un percorso formativo è rappresentata dall’obiettivo, che viene definito in relazione all’apprendimento atteso. Anche qui possiamo ritrovare diversi approcci: quelli frammentati che considerano obiettivo ciascuna conoscenza-nozione ed abilità pratica indicata nei traguardi formativi, secondo una sequenza additiva di unità didattiche al termine di ciascuna delle quali si svolgono prove di verifica puntuali; quelli per padronanze che invece traducono i traguardi in prestazioni complesse nella forma di compiti-problema che richiedono agli allievi non solo di saper ripetere la frase o il gesto, ma di saperli combinare in vista di un risultato positivo. Quelli formativi che considerano l’apprendimento, ed il corredo di conoscenze ed abilità, non come obiettivi traguardo, bensì come strumenti che mirano ultimamente a rendere l’allievo competente, a suscitare in lui la consapevolezza del mondo e di sé, in definitiva a dar consistenza alla sua identità. Emerge da questa distinzione l’importanza decisiva del modo in cui si considera l’apprendimento visto in relazione con il cambiamento esistenziale atteso negli allievi, e quindi della modalità assunta dall’insegnante, e dall’équipe , in risposta alla domanda: cosa desidero che gli alunni acquisiscano a seguito del mio impegno formativo? quale strategia risulta più efficace? quali evidenze mi aspetto come prova della loro preparazione? La comparsa e la diffusione della cultura dell’io autocentrato ha reso necessario porsi queste domande anche da parte di insegnanti che in un primo tempo non ne sentivano l’esigenza, in quanto la varietà di mondi soggettivi entro lo stesso aggregato chiamato classe, ognuno dotato non solo di differenza ma anche di una personale ragionevolezza, ha reso problematico il nesso tra lo sforzo messo in atto dai docenti ed i risultati effettivamente conseguiti dagli allievi. Ciò ha reso sempre meno efficaci i modelli ingenui di percorso formativo centrati sull’idea che la classe sia la rappresentazione di un allievo-tipo con esigenze, condizioni e dinamismi univoci. La consapevolezza negli insegnanti e nei responsabili delle attività formative di questo nuovo assetto antropologico della classe ha portato alla ricerca di pratiche didattiche orientate al principio della personalizzazione, che hanno segnato profondamente i percorsi formativi convenzionali. Le varianti del percorso formativo connesse all’intento della personalizzazione si possono così raggruppare: formativo: è il passo preliminare del percorso formativo che consiste nel non limitarsi a comunicare agli allievi il programma e le regole di partecipazione al corso, ma nell’intavolare un confronto con la classe in modo da rilevare gli interessi e le esigenze degli allievi, allo scopo di personalizzarlo e fornire un' formativa più mirata ed efficace; approccio significativo: l’insegnante non dà corso alla lezione secondo una sequenza standard (introduzione, concetti di base, nessi con la realtà), ma utilizza un incipit stimolante (racconto, video, testimonianza…) sollecitando una reazione dalla quale ricava gli agganci a cui può riferirsi (esperienze, interessi, interrogativi…) per orchestrare il suo intervento richiamandosi costantemente ad essi; : all’inizio del percorso formativo e nei passaggi più rilevanti dello stesso, viene offerta a ciascun allievo la possibilità di un colloquio con l’insegnante o il coordinatore/, nel quale chiarire la propria posizione circa il corso, esprimere le proprie attese, riflettere sull’esito delle prove di valutazione, riconoscere i passi già compiuti e identificare i successivi miglioramenti. Una forma particolare di colloquio è quella del monitoraggio riguardante l’intera classe, chiamata a riflettere unitariamente sul suo cammino ed a fronteggiare in modo adeguato le difficoltà emergenti; progetto individualizzato: questa tecnica didattica può essere adottata per ogni singolo allievo, nell’intento di fornirgli strumenti e occasioni formative che delineano un modo di perseguire gli obiettivi traguardo rispettando le sue esigenze e . Ad esempio, favorendo una scritta quando quella orale risulta problematica. Il PEI () è invece lo strumento tramite cui consiglio di classe disegna il percorso formativo inclusivo per gli alunni con , entro un accordo con la famiglia e con gli esperti del caso; moduli integrativi: questa pratica didattica consiste nell’includere nei momenti chiave del percorso formativo dei moduli didattici di recupero o di approfondimento che possono essere svolti dai docenti curricolari oppure da altri, ed a cui partecipano – per i recuperi - gli alunni indicati dagli insegnanti mentre i moduli di approfondimento prevedono una partecipazione volontaria; : l’utilizzo di tecnologie digitali, se riferito ad un progetto formativo fondato, possiede una forte valenza di personalizzazione in quanto il mobile learning, rispetto all’apprendimento face-to-face, rende possibile all’allievo una scelta dei modi e dei tempi più favorevoli all’apprendimento, aumenta la possibilità di relazione con insegnati e compagni, fornisce feedback personalizzati circa gli apprendimenti. Risultano infine fruttuose le seguenti metodologie: l’offerta agli allievi di un curricolo fondato su nuclei del sapere veritieri, essenziali ed appropriati; l’adozione di una metodologia attiva che sappia mobilitare la loro intelligenza e il loro protagonismo e sostenga una loro disposizione positiva circa il futuro; l’assunzione dello stile della che sappia agire sulle corde che smuovono le loro forze di vita: l’amicizia, la bellezza, il corpo, la relazione con la natura, l’appartenenza alla comunità, l’alimentazione dell’anima. L’offerta di occasioni di visibilità e di riconoscimento. La parola percorso richiama il significato di viaggio: la migliore personalizzazione è l’avventura che dona il sentimento della scoperta come se si vedesse il mondo nel suo momento nascente. Un viaggio formativo strutturato e progressivo, ma pieno di meraviglia: esso offre una direzione chiara e organizzata per un cammino confidente dal quale tutte le persone coinvolte escono arricchite e trasformate. Bibliografia Baldacci M. (cur.), I modelli della didattica, Carocci, Roma, 2004. Bonaiuti G., Le strategie didattiche, Carocci, Roma, 2014. D’alonzo L., Come fare per gestire la classe nella pratica didattica. Guida base. Giunti EDU, Firenze, 2017. Demo. H., Didattica aperta e inclusione. Principi, metodologie e strumenti per insegnanti della scuola primaria e secondaria, Erickson, Trento, 2016. Frabboni F. – F. Pinto Minerva, Manuale di pedagogia e didattica, Laterza, Bari, 2013. Lipari D., Logiche di azione formativa, Guerini, Milano, 2010.

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