Le parti sociali sono organizzazioni rappresentative dei lavoratori (dipendenti, professionisti e autonomi) e dei datori di lavoro. Le origini delle parti sociali risalgono alla rivoluzione industriale, periodo in cui i lavoratori iniziarono a organizzarsi per migliorare le condizioni di . Nel tempo, il ruolo delle parti sociali si è evoluto, coniugando le logiche di rivendicazione al protagonismo nella definizione delle condizioni di lavoro attraverso le relazioni industriali, fino al riconoscimento quali importanti attori nel dialogo sociale e nella negoziazione delle politiche pubbliche. Le loro funzioni principali includono: Contrattazione collettiva: questa funzione è cruciale per stabilire le condizioni di lavoro, i salari, gli orari, e le tutele per i lavoratori. I sindacati dei lavoratori e dei datori di lavoro negoziano per raggiungere accordi che soddisfino entrambe le parti. A livello nazionale, le parti sociali negoziano contratti collettivi nazionali che stabiliscono le condizioni di lavoro, i salari e i diritti dei lavoratori per interi settori o categorie professionali. Questi contratti forniscono un quadro di riferimento anche per le contrattazioni a livello decentrato, regionale e aziendale. A livello regionale, le parti sociali possono negoziare contratti che tengono conto delle specificità locali, come le condizioni economiche e sociali della Regione. Questi contratti possono integrare o adattare i contratti nazionali alle esigenze locali. A livello settoriale, le parti sociali negoziano contratti specifici per settori economici particolari, come settori industriali, del commercio o dei servizi. Questi contratti affrontano le esigenze e le caratteristiche uniche di ciascun settore, garantendo che le condizioni di lavoro siano adeguate e competitive. Anche a livello aziendale, le parti sociali possono negoziare contratti aziendali che regolano le condizioni di lavoro specifiche di un'azienda. Questi contratti possono includere clausole particolari riguardanti orari di lavoro, tutele dei lavoratori e incentivi per la produttività. Le relazioni industriali, inoltre, possono raggiungere accordi interconfederali, cioè accordi stipulati tra le principali organizzazioni sindacali e datoriali atto a definire regole generali che riguardano i lavoratori a prescindere dal settore merceologico di appartenenza. Questi accordi hanno un impatto su tutte le categorie di lavoratori e settori produttivi e stabiliscono principi generali che influenzano la contrattazione collettiva a tutti i livelli. La Corte costituzionale (sentenza Corte Cost. n. 34 del 7 febbraio 1985) ha però negato il valore di veri e propri contratti collettivi a questi accordi. Essi assumono un significato politico, non giuridico. È sempre necessaria, dunque, la traduzione normativa degli impegni assunti dal governo e dalle parti sociali in sede negoziale. Consultazione e dialogo: le parti sociali sono spesso coinvolte in consultazioni con le istituzioni pubbliche attraverso il processo di dialogo sociale su tematiche di interesse comune riguardanti la politica economica e sociale. È il processo attraverso il quale le parti sociali possono contribuire attivamente all’elaborazione delle politiche e delle regolamentazioni statali e comunitarie. Nel dialogo sociale il coinvolgimento degli attori tende a crescere, sia in intensità sia in articolazione. Oltre ai tradizionali attori delle relazioni industriali, generalmente ovunque protagonisti, spesso entrano nel dialogo sociale nuovi attori, rappresentanti di interessi diversi nella società. Ad esempio: organizzazioni non governative (ONG): spesso rappresentano interessi specifici come l'ambiente, i diritti umani, la salute pubblica, e altre cause sociali; gruppi di consumatori: rappresentano i diritti e gli interessi dei consumatori, cercando di influenzare le politiche che riguardano la protezione dei consumatori e la qualità dei prodotti; associazioni professionali: rappresentano interessi specifici di determinati settori professionali, come medici, ingegneri, insegnanti, e così via. Anche nell’ambito del dialogo sociale possono essere sottoscritti accordi interconfederali trilaterale, se partecipa anche il Governo. Grazie a tale metodo di relazioni industriali, caratterizzato dal confronto e dall’accordo, le parti sociali, in via negoziale, garantiscono il loro sostegno a politiche del governo particolarmente rilevanti. A livello europeo, il dialogo sociale è considerato un componente essenziale del modello sociale europeo. Ha contribuito a migliorare la governance europea attraverso il coinvolgimento delle parti sociali nella fase decisionale e nell'attuazione delle politiche pubbliche. Il dialogo sociale svolge un ruolo cruciale nella risposta alle situazioni di crisi economica, promuovendo la collaborazione tra Stati membri e parti sociali per affrontare le sfide economiche e sociali. Dal dialogo sociale europeo sono scaturiti molti importanti accordi che sono stati integrati in vario modo nel diritto comunitario. Alcuni esempi sono gli accordi intersettoriali sul congedo parentale (1995), sul lavoro a tempo parziale (1997) e sul lavoro a tempo determinato (1999), trasposti poi in Direttive del Consiglio; mentre sono stati realizzati in autonomia dalle parti sociali quelli sul telelavoro del 2002, sullo stress lavoro correlato del 2004, su prevenzione e contrasto delle molestie sul luogo di lavoro del 2007, e l’ultimo in ordine di tempo, del 2017, sull’invecchiamento attivo e la solidarietà intergenerazionale. difesa e rappresentanza, risoluzione delle controversie: i sindacati e le associazioni datoriali hanno anche il compito di difendere i diritti e gli interessi dei loro membri. Questo può significare fornire assistenza legale, supporto durante le controversie lavorative, o influenzare le leggi e le politiche a livello nazionale e internazionale. La loro rappresentanza è fondamentale per garantire che le voci dei lavoratori e dei datori di lavoro siano ascoltate nelle decisioni che li riguardano. Quando sorgono conflitti tra lavoratori e datori di lavoro, le parti sociali possono intervenire per mediare e trovare soluzioni accettabili per entrambe le parti. Questo può includere la mediazione, l'arbitrato, o altre forme di risoluzione delle controversie. L'obiettivo è evitare che i conflitti si trasformino in scioperi o altre forme di protesta che potrebbero danneggiare entrambe le parti e l'economia in generale. Bibliografia Goodger S. - m. Makay, Il dialogo sociale, Parlamento Europeo, maggio 2024: https://www.europarl.europa.eu/erpl-app-public/factsheets/pdf/it/FTU_2.3.7.pdf (ultimo accesso dicembre 2024). Welz C. - Fromm A. - Contreras R.R. - Boehmer S., Mapping key dimensions of industrial relations, Eurofound, Publications Office of the European Union, Luxembourg, 2016. Carrieri M. - T. Treu (a cura di), I rapporti di lavoro e le relazioni industriali, in Proposte di politiche pubbliche per il governo del Paese, Passigli Editori, p.178.
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