L’espressione famiglia professionale, sinonimo di comunità professionale, ed assimilabile a quello di comunità di pratiche, indica un aggregato di figure professionali che condividono un insieme omogeneo (e dinamico in relazione al tempo) di fattori quali la cultura, i processi di ed i compiti che vi si svolgono, il contesto organizzativo, infine un itinerario di formazione coerente e progressivo che si svolge a partire dal percorso degli studi necessario all’acquisizione del titolo di studi corrispondente (qualifica, diploma, diploma tecnico superiore, laurea) e comprendente ulteriori percorsi formali (abilitazioni, specializzazioni, master) o non formali (aggiornamenti). Tale espressione soddisfa la necessità di delineare una nuova classificazione delle occupazioni, tenendo conto delle trasformazioni che hanno portato al superamento delle vecchie nomenclature: a) quella basata sui settori, che enfatizza esclusivamente gli aspetti economici e tecnologici e che presenta una particolare cecità rispetto ad altri aspetti decisivi quali la funzione, il livello di responsabilità e di autonomia nei processi decisionali; b) quella centrata sulla categoria di gruppo professionale che, se pure supera i limiti della classificazione a matrice economica, non consente di spiegare ed accompagnare adeguatamente le dinamiche che hanno investito la nuova struttura occupazionale quali la diffusione delle nuove tecnologie informatiche e telematiche, la rilevanza crescente delle competenze e delle , infine il processo di professionalizzazione che ha investito buona parte delle attività di lavoro qualificante. Tramite questa classificazione, è possibile ricondurre l’insieme delle figure professionali (sono ben 800 quelle presenti nella classificazione ISTAT) a sole 12 famiglie professionali definite sulla base del valore che apportano alla società e della propria struttura: cura della natura, cura del cibo e delle bevande, cura dell’abitare, cura della persona, cura del sapere, gestione delle risorse finanziarie, gestione dell’energia e dell’acqua, gestione dei sistemi tecnologici, gestione dei trasporti, gestione del commercio, cura del turismo, artigianato artistico. Rispetto alle tradizionali distinzioni delle occupazioni per settori e gruppi professionali, il concetto di famiglia professionale individua un aggregato a forte valenza culturale che disegna un campo d’azione nel quale le persone che vi appartengono, accomunate da fattori distintivi (attitudini, valori, doti e vocazioni), sono in grado di apportare, nello specifico ambito in cui si svolge la loro opera, dei benefici ai destinatari cui si rivolgono ed al territorio in cui agiscono. Ciò rende questa classificazione maggiormente fruibile: dal punto di vista formativo: consente di costruire curricoli che rifuggono sia dall’eccessivo specialismo sia dalla genericità, puntando su una formazione fondata sugli aspetti stabili della cultura professionale evitando di cadere in una prospettiva funzionalistica che considera la formazione come un processo di adattamento della persona alle esigenze del mondo economico e dell’ in particolare; dal punto di vista orientativo: favorisce una presa di decisione consapevole e personale, poiché ricerca la corrispondenza tra il mondo dell’individuo e la realtà sociale, essendo ancorata su un’alleanza costituita dal valore, inteso come beneficio, di ciò che il soggetto può apportare agli altri ed alla società. In questo senso, si evita che gli «[…] individui diventino delle risorse che devono venir sviluppate, piuttosto che essere considerati come degli esseri umani che valgono in quanto tali e che dovrebbero essere incoraggiati a scegliersi e a costruirsi il proprio futuro» (Morgan 1999, 101). La prospettiva della famiglia professionale consente pertanto di disegnare in modo nuovo il rapporto tra persona, aggregazione professionale ed organizzazione, individuando una consonanza tra la dotazione delle capacità personali, le risorse (, ) apprese tramite percorsi formali o informali, infine le competenze concepite come dotazione del soggetto umano in uno specifico contesto che ne realizzi le potenzialità. Si tratta di una visione a carattere antropologico, che delinea uno spazio mediante il quale il soggetto organizza il suo progetto personale di vita e di lavoro in base all’immagine che ha di sé stesso ed alla corrispondenza tra i valori e le pratiche che riscontra nelle figure professionali della specifica f.p. cui fa riferimento. Le scelte professionali che disegnano la carriera della persona vengono elaborate lungo un processo evolutivo mosso dal desiderio di realizzare le proprie potenzialità a favore degli altri e della società, in una sequenza di esperienze che gradualmente tessono la trama del suo cammino di perfezionamento. Bibliografia: Grisolia A. – L. manzolini, Dalle competenze alle professioni aziendali, in Boldizzoni D. - L. Manzolini (cur.), Creare valore con le risorse umane, Guerini & Associati, Milano, pp. 35-38, 2000. Morgan G., Images: le metafore dell’organizzazione, FrancoAngeli, Milano, 1999. Reyneri E., Sociologia del mercato del lavoro, Bologna, Il Mulino, 2017. Trentin G., Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze: ruoli, dinamiche e tecnologie delle comunità professionali online, FrancoAngeli, Milano, 2004. Wenger E., Communities of practice. Learning, meaning, and identity, Cambridge University Press, Cambridge MA, 1998.
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