Per permanente intendiamo tutte le attività formative avviate in un qualunque momento della vita, al fine di migliorare , e competenze in una prospettiva personale, civica, sociale oppure occupazionale. L'educazione permanente, o apprendimento lungo tutto l'arco della vita, è diventata un concetto cruciale nell'odierno panorama educativo. Nel contesto di un mondo in costante cambiamento, in cui le conoscenze e le competenze diventano obsolete rapidamente, l'educazione permanente rappresenta un mezzo per gli individui per adattarsi a tali cambiamenti e per continuare a crescere personalmente e professionalmente. Questa prospettiva, conosciuta anche con il termine lifelong learning, si è sviluppata a partire dagli anni Sessanta, per poi trovare formalizzazione nel 1972 con il Rapporto Faure dell’UNESCO che la definiva una dimensione cruciale per le politiche educative. È stata quindi oggetto di sviluppi nei decenni successivi sia dal punto di vista teorico, sia dal punto di vista operativo fino agli anni 2000, quando viene individuata come condizione determinante non solo per migliorare l’ dell’individuo, ma anche per favorirne la piena realizzazione, la attiva e la qualità della vita, nonché per promuovere la più complessiva , la convivenza interculturale, la crescita economica e sociale. Attraverso tale nozione, viene presa in considerazione, tra i momenti del processo educativo, sia la fase iniziale sia quella successiva e vengono altresì riconosciute come fonti di apprendimento, oltre a quella consueta della scuola, anche quelle offerte dalle molteplici agenzie formative nella società. I contesti di apprendimento si riferiscono infatti a tre principali ambiti: l’apprendimento 'formale', che si svolge nei contesti scolastici e di formazione; l’apprendimento non formale che, pur sviluppandosi al di fuori delle strutture di istruzione e formazione, conduce al conseguimento di qualifiche e certificazioni riconosciute; l’apprendimento informale, infine, è rappresentato dalla vita quotidiana di ciascuno e comprende anche apprendimenti non necessariamente intenzionali. L’educazione permanente è stata oggetto di rapporti da parte degli organismi internazionali, fino al Consiglio europeo di Lisbona del 2000, dove entra a far parte della cosiddetta strategia di Lisbona, la quale collega il sistema educativo e formativo con quello dell’occupazione e quindi delle questioni economico-sociali nell’ambito della cosiddetta . Tale aspetto è stato oggetto successivamente anche del programma Europa 2020, con l’obiettivo di riorganizzare e potenziare l’educazione permanente degli adulti in attesa della compiuta definizione di un sistema nazionale integrato di istruzione, e . Tale impianto, tuttavia, è tuttora assente, motivo per il quale è stata presentata la proposta di legge di iniziativa popolare Diritto all’apprendimento permanente (Gazzetta Ufficiale, 8 maggio 2009), volta alla predisposizione di una base normativa e di una cornice nazionale unitarie alle iniziative già esistenti, per la definizione di un sistema nazionale di . L'educazione permanente si basa su alcuni principi chiave; tra questi è da considerare la motivazione: gli individui dovrebbero essere incoraggiati a imparare continuamente, indipendentemente dall'età, e indirizzati alla consapevolezza della necessità personale di . Questo richiede anche una buona dose di adattabilità e di accessibilità. Per adattabilità intendiamo la possibilità di essere in grado di adattarsi alle mutevoli esigenze del e della società, acquisendo nuove competenze e conoscenze. L’accessibilità, invece, rappresenta la possibilità di consentire a tutti la possibilità di avvalersi di queste modalità educative e formative, indipendentemente dalla situazione socioeconomica o al background culturale. Nonostante l'importanza dell'educazione permanente, ci sono alcune sfide da affrontare per la sua efficace implementazione. Una trasformazione radicale delle metodologie formative richiede non solo l’adozione di metodologie innovative e adeguate al gruppo di adulti cui si fa riferimento, ma anche un impegno finanziario per far fronte all’accessibilità di cui sopra. Questo aspetto riguarda in particolare la necessità di tecnologia e infrastrutture, necessarie per l’accesso alle risorse digitali, sempre più utilizzate per consentire un accesso anche da remoto e un accesso più flessibile. La motivazione individuale può rappresentare un’arma a doppio taglio: può far leva sugli individui aperti alla possibilità di miglioramento proposto, ma può rappresentare un ostacolo quando i fruitori maturano esclusivamente una motivazione estrinseca. Un insegnamento/apprendimento di tipo collaborativo può migliorare la motivazione intrinseca, favorita dalla condivisione di conoscenze. La svolge un grande lavoro nell’ambito dell’educazione permanente grazie all’approccio che mette al centro il soggetto e alla centralità del soggetto e delle sue capacità di rispondere alle nuove richieste del mondo del lavoro quali profili poliedrici e flessibili, e persone motivate e partecipi. A tale approccio è richiesto di far fronte alle richieste del mercato mondiale, che richiede livelli più alti di formazione tecnico-scientifica. Bibliografia Ulivieri S. – L. Dozza, L’educazione permanente a partire dalle prime età della vita, FrancoAngeli, p. 1129, 2016. Aleandri G., Educazione permanente nella prospettiva del lifelong e lifewide learning, Armando editore, 2011. Mezirow J., Apprendimento e trasformazione, Raffaello Cortina Editore, 2003. Russo P., L'educazione permanente nell'era della globalizzazione, FrancoAngeli, 2011. Secci C., Apprendimento permanente e educazione. Una lettura pedagogica, FrancoAngeli, 2013.
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