In senso giuridico, i diritti educativi e formativi definiscono l’insieme delle prestazioni che assicurano il raggiungimento di un risultato in campo educativo, istruttivo e formativo; mentre, da un punto di vista pedagogico, si riferiscono al complesso delle misure rivolte a garantire l’ di ogni uomo, di tutto l’uomo, per tutta la vita. Incomincio con il delineare il quadro di riferimento a livello internazionale e la sua evoluzione, utilizzando l’impostazione ora prevalente nell’UNESCO, quella dell’educazione di base per tutti (UNESCO et alii, 2015). Nella seconda metà del XX secolo i concetti di istruzione elementare e fondamentale, presenti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (ONU, 10 dicembre 1948), sono stati gradualmente sostituiti da quello di educazione di base (Delors et alii, 1996). Un altro aspetto importante dell’evoluzione che ha avuto luogo in questo ambito è consistito nello spostamento dell’attenzione dall'insegnamento (da ciò che la società dovrebbe offrire) all' (a ciò che i membri della società domandano). Più in particolare, i settanta anni circa appena trascorsi possono essere articolati in quattro fasi: dalla fine della decade '40 agli inizi di quella ''impegno a livello internazionale si è concentrato sull'eliminazione dell’analfabetismo e sull'espansione dell’istruzione elementare; dalla metà degli anni '60 all’inizio degli ‘80 l'accento è stato messo sull' funzionale e di nuovo sull'espansione dell’istruzione elementare; dalla decade '80 fino al 2000 le preoccupazioni si sono spostate sulle esigenze di apprendimento e sull'educazione di base; fare di quest’ultima l’educazione per tutti è stato l’impegno di questi ultimi venti anni (Malizia, 2019). A questo punto penso che sia più utile offrire una visione prospettica degli orientamenti del programma “Education 2030” che in questo ambito sono stati assunti dalla “Agenda 2030” (Unesco et alii, 2015). La meta a cui puntare entro il 2030 consiste nel «[…] garantire che tutti i ragazzi e le ragazze completino l’istruzione primaria e secondaria che deve essere gratuita, equa e di qualità e portare a rilevanti ed effettivi» (Unesco et alii, 2015, p. 35). Nonostante i miglioramenti ottenuti con il programma dell’“Educazione per Tutti”, la situazione nel 2013 presentava numerose carenze. Anzitutto, 59 milioni di bambini in età per l’istruzione primaria e 65 milioni di ragazzi in quella della secondaria di primo grado non frequentavano la scuola e si trattava soprattutto di femmine. Inoltre, parecchi di quanti andavano a scuola non stavano apprendendo le e le abilità di base: più precisamente, nel mondo almeno 250 milioni in età della primaria, di cui oltre la metà aveva frequentato la scuola per quattro anni, non sapeva né leggere, né scrivere, né fare di conto a un livello standard minimo. Passando agli obiettivi da raggiungere, la finalità generale consiste nell’assicurare 12 anni di scolarizzazione che dovranno essere gratuiti, finanziati con denaro pubblico, inclusivi, equi, garantiti a tutti e in grado di portare ad esiti di apprendimento significativi: di essi 9 saranno anche obbligatori. La sfida maggiore è quella di eliminare gli ostacoli all’accesso, rappresentati soprattutto dai costi per la frequenza. L’istruzione primaria e secondaria dovrebbe garantire a tutti l’acquisizione delle competenze di base nella lettura, nella scrittura e nel fare di conto. Si tratta anche di assicurare una serie di risultati di apprendimento rilevanti, definiti e misurati in riferimento a programmi e criteri standardizzati di natura ufficiale. L’insegnamento dovrà essere di qualità e rispettare anche le esigenze dell’eguaglianza mediante la previsione di politiche e strategie adeguate. Nei contesti in cui si parlano diverse lingue dovranno essere incoraggiati processi di apprendimento nella lingua madre di ognuno; in ogni caso dovrà essere previsto anche lo studio di una . Se si deve garantire che gli alunni ricevano una formazione rilevante e di qualità, bisognerà organizzare in ogni Paese un sistema di valutazione efficiente ed efficace dei risultati di apprendimento in tutte le materie del curricolo, compresa anche l’. Ciò richiede una raccolta sistematica, affidabile e aggiornata di dati che dovrebbero essere ottenuti ricorrendo a valutazioni formative. Non viene neppure dimenticata la dimensione amministrativa e organizzativa. Si raccomandano, infatti, forme efficienti di gestione degli insegnanti, di governance, di rendicontazione e di finanziamento. Venendo poi alle strategie per realizzare gli obiettivi previsti, si incomincia con il raccomandare l’attivazione delle normative e delle politiche necessarie in materia. In secondo luogo, si tratta di potenziare l’efficacia e l’efficienza delle istituzioni scolastiche e formative e delle loro leadership e governance mediante il rafforzamento della partecipazione delle comunità, degli studenti, dei genitori e del management delle scuole. Fondamentale è anche assegnare le risorse necessarie, assicurando il massimo dell’ nel senso, tra l’altro, di tener conto delle aree svantaggiate e di quelle ricche in modo da realizzare le necessarie compensazioni. Molto importante è la strategia di organizzare forme alternative di educazione per bambini e adolescenti che non hanno frequentato l’istruzione primaria e/o secondaria e prevedere passerelle ed equivalenze riconosciute e accreditate dallo Stato. Nei passaggi critici dei percorsi di istruzione e di formazione vanno promosse modalità solide e inclusive di valutazione con particolare riguardo alle competenze di base nel leggere, scrivere e far di conto e a quelle non cognitive e facendo ricorso a modalità di natura formativa. Nel nostro Paese il diritto-dovere all’istruzione e formazione è stato introdotto nell’ordinamento dalla Legge n. 53/03 (art. 2, 1° comma, lett. c) e dai successivi Decreti Legislativi (n. 76/05 e n. 226/05). (Malizia, Nanni, Cicatelli e Tonini, 2022). La cosiddetta “Riforma Moratti” assicura a tutti “il diritto all’istruzione e alla formazione per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età” nel quadro della promozione dell’“apprendimento in tutto l’arco della vita” - art. 2., co. 1, lettera a). Inoltre, la Legge costituzionale n. 3/01 all’art. 117, lettera m, colloca la formazione tra quei diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale e per i quali lo Stato è chiamato a determinare i . Il salto di qualità realizzato in materia dalla riforma Moratti ha trovato la sua attuazione concreta con l’approvazione del D.lgs. n. 76/05 che definisce le norme generali sul diritto-dovere all’istruzione e alla formazione. Nel quadro dell’apprendimento per tutto l’arco della vita, esso ribadisce l’impegno della Legge n. 53/03 a garantire a tutti eguali opportunità di conseguire livelli culturali elevati e di sviluppare capacità e competenze adeguate a una transizione soddisfacente nella società e in particolare nel mondo del . In Italia, la norma base sull’ è contenuta nell’art. 34, 2° comma, della Costituzione: «L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita» (Malizia, Nanni, Cicatelli e Tonini, 2022). Successivi interventi ne hanno ampliato la durata. La Legge n. 296/2006 ha innalzato tale obbligo di ulteriori due anni. Tale obbligo, tuttavia, è collocato all’interno del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione; non ha, quindi, carattere di terminalità e non è caratterizzato da un proprio ordinamento. È solo un passaggio obbligato e funzionale per l’attuazione del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione. A normativa vigente, l’obbligo di istruzione si assolve, quindi, dopo l’esito positivo dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo, secondo le seguenti modalità; frequenza del primo biennio di uno dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado nelle scuole statali e paritarie (Licei, Tecnici, Professionali), compresi i percorsi di istruzione e formazione professionale triennali e quadriennali erogati dai Centri di Formazione Professionale accreditati dalle Regioni e dagli Istituti professionali in regime di sussidiarietà; sottoscrizione e successivo adempimento, a partire dal quindicesimo anno di età, di un di , ai sensi dell’articolo 43 del Decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, fermi restando i compiti e le responsabilità che gravano in capo al datore di lavoro e all’istituzione formativa previsti dal Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 12 ottobre 2015, attuativo dell’articolo 46, comma 1, del Decreto legislativo n. 81 del 15 giugno 2015; istruzione parentale. In questo caso, ai sensi dell’articolo 23 del D.lgs. n. 62/2017, gli studenti sostengono annualmente l’esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva in qualità di candidati esterni presso una scuola statale o paritaria, fino all’assolvimento dell’obbligo di istruzione. L’obbligo di istruzione mira a garantire a tutti gli studenti l’acquisizione delle competenze necessarie per l’esercizio dei diritti di e coinvolge, pertanto, la responsabilità dei seguenti soggetti: i genitori, chi esercita la responsabilità genitoriale, il o l’affidatario, cui competono le scelte tra i diversi percorsi formativi e le opzioni del tempo scuola; le istituzioni scolastiche, dalle quali dipende l’adozione delle strategie più efficaci e coerenti, atte a garantire elevati livelli di apprendimento e di formazione. In proposito, assumono particolare rilievo le metodologie didattiche finalizzate all’ della scelta dei percorsi di studio e di lavoro; l’Amministrazione scolastica, cui è affidato il compito di definire i criteri, gli indirizzi e i presupposti per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione; le Regioni e gli Enti locali, cui spetta assicurare le condizioni più idonee per la piena fruizione del diritto allo studio da parte di ciascun alunno/studente e di garantire le dotazioni e i supporti strutturali necessari allo svolgimento dell’attività . La Legge n. 159 del 13 novembre 2023, all’art. 12 adotta nuove misure per garantire il rispetto dell’obbligo di istruzione e inasprisce le sanzioni per i genitori o gli esercenti la responsabilità genitoriale che non vi provvedono. Bibliografia Onu, Dichiarazione universale dei diritti umani, Parigi, 10 dicembre 1948. Delors J. et alii, L'éducation. Un trésor est caché dedans, Paris, Editions Unesco/Editions Odile Jacob, 1996. Unesco et alii, Education 2030. Incheon Declaration and Framework for Action. Towards inclusive and equitable education and lifelong for all, Incheon (Korea), 2015. Malizia G., Politiche educative di istruzione e di formazione, Tra descolarizzazione e riscolarizzazione. La dimensione Internazionale, Milano, FrancoAngeli, 2019. Malizia G. – Nanni C.– Cicatelli S. – Tonini M., Il sistema educativo italiano di istruzione e di formazione, Roma, LAS, 2022.

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