I Centri per l'Impiego (CPI) rappresentano una realtà consolidata nel panorama delle in Italia. Con una storia che affonda le radici nel secondo dopoguerra, i CPI hanno attraversato diverse fasi evolutive, adeguandosi alle mutevoli esigenze del e alle politiche socioeconomiche nazionali e comunitarie. Fondati nel 1949 come Uffici di Collocamento, avevano il compito di regolamentare il mercato del lavoro nel dopoguerra, periodo in cui l'Italia sperimentava una forte crescita economica e una conseguente domanda di manodopera. Con il passare degli anni, queste strutture si sono trasformate in risposta alle dinamiche occupazionali e alle nuove direttive europee. Negli anni '90, l'Europa esercitò una forte pressione affinché i vari Stati membri introducessero misure di politica attiva del più efficaci. Fu in questo contesto che maturò la riforma degli Uffici di Collocamento, che diventarono i Centri per l'Impiego attuali. Questi centri, la cui governance è passata negli anni dal Ministero del Lavoro alle Province, oggi è di competenza regionale, mirano a offrire servizi più vicini alle esigenze del territorio e ai bisogni individuali dei lavoratori e dei datori di lavoro. Con la riforma del lavoro nota come Jobs Act del 2015, i CPI hanno ricevuto un inedito protagonismo. La riforma ha ampliato le loro funzioni, non limitandole più solo all' e all'erogazione di servizi amministrativi, ma trasformandoli in attori chiave per l'attuazione delle politiche attive del lavoro. In questo nuovo quadro normativo, i CPI hanno il compito di favorire l'incontro tra l'offerta e la domanda di lavoro per tutti i lavoratori disoccupati, con particolare attenzione all' di categorie vulnerabili. L'organizzazione dei servizi per l'impiego è definita nell'art. 18 del D.lgs. n. 150/2015. Secondo la norma, allo scopo di costruire i percorsi più adeguati all’inserimento ed al reinserimento nel mercato del lavoro, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano assumono la responsabilità dei Centri per l'impiego, che diventano loro uffici territoriali. In quanto strutture pubbliche, i Centri per l’impiego svolgono alcune funzioni in via esclusiva, in particolare collegate al riconoscimento di sostegno al reddito dei lavoratori disoccupati. Questi, per poter accedere ai benefici devono rendere al CPI la dichiarazione di disponibilità al lavoro (DID), l’atto che determina formalmente l’inizio dello stato di disoccupazione di una persona. Chi ha dichiarato la propria disponibilità al lavoro ha dai 15 ai 30 giorni di tempo, a seconda dei casi, per stipulare con il Centro per l’impiego un Patto di Servizio Personalizzato. Si tratta di un passaggio obbligatorio per chi intende beneficiare delle prestazioni a sostegno della disoccupazione. La Naspi e la Dis-Coll (indennità di disoccupazione per collaboratori coordinati e continuativi o a progetto) sono condizionati all’attivazione della DID e all’adesione a un “percorso personalizzato per l’inserimento lavorativo” (PSP). Il PSP è un accordo tra il Centro per l’Impiego e il cittadino con il quale entrambi assumono reciproci impegni per la ricerca di una nuova occupazione e in cui vengono definite le modalità di erogazione e di utilizzo di alcuni servizi. Lo scopo dichiarato è quello di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e contrastare la disoccupazione di lunga durata. Si tratta di un percorso di individuale e di verifica delle competenze e prevede l’impegno da parte del cittadino a seguire un percorso finalizzato ad ottimizzare le modalità di ricerca attiva di lavoro, come curare la stesura di un curriculum vitae, la lettera di presentazione nella quale mettere in rilievo le esperienze e valutare l’eventuale necessità di un corso di formazione. Con tale patto il disoccupato si impegna a partecipare alle iniziative formative e di riqualificazione e ad accettare congrue offerte di lavoro. Oltre alle funzioni esclusive, i CPI erogano anche servizi sempre per i cittadini disoccupati e dei lavoratori beneficiari di ammortizzatori sociali: orientamento di base, analisi delle competenze in relazione alla situazione del mercato del lavoro locale e profilazione; ausilio alla ricerca di una occupazione, entro tre mesi dalla registrazione; orientamento specialistico, mediante bilancio delle competenze e analisi degli eventuali fabbisogni formativi, esperienze di lavoro o altre misure di politica attiva del lavoro; orientamento all'autoimpiego e tutoraggio per le fasi successive all'avvio dell'; avviamento ad attività di formazione ai fini della qualificazione e riqualificazione professionale, dell'autoimpiego e dell'immediato inserimento lavorativo; , anche attraverso l'utilizzo dell'assegno individuale di ricollocazione; promozione di esperienze lavorative ai fini di un incremento delle competenze, anche mediante lo strumento del ; gestione di incentivi all'attività di lavoro autonomo e alla mobilità territoriale; gestione di strumenti finalizzati alla conciliazione dei tempi di lavoro con gli obblighi di cura; promozione di prestazioni di lavoro socialmente utile. La legge prevede che le Regioni e le Province Autonome per le attività sopra elencate possano coinvolgere anche soggetti privati accreditati alla formazione ed al lavoro. Il ruolo dei CPI viene ulteriormente rafforzato con l'introduzione del Programma GOL. I CPI diventano così il punto di riferimento per l'attivazione dei percorsi di politica attiva del lavoro previsti dal programma, nella loro funzione esclusiva di porta d’accesso al programma GOL e di raccordo con gli altri soggetti pubblici e privati accreditati alla formazione ed al lavoro. Criticità e Sfide. La difficoltà attuale per i CPI è quella di incrementare la loro efficacia e la loro capacità di risposta alle sfide poste da un mercato del lavoro in continua evoluzione. Il dialogo con le realtà economiche locali e con i servizi accreditati è fondamentale per realizzare una strategia occupazionale più mirata e inclusiva. Nonostante le riforme e le misure adottate per rafforzarne il ruolo, i CPI in Italia affrontano diverse criticità, tra cui la carenza di risorse umane e finanziarie, che ostacolano la loro capacità operativa. Questi aspetti, uniti a una necessaria maggiore specializzazione e formazione del personale, hanno portato Regioni e Governo a procedere con diversi piani di rafforzamento dei CPI, a partire dal 2019. Il PNRR ha ulteriormente rafforzato gli investimenti per i CPI in stretta connessione con l’attuazione del Programma GOL. Complessivamente i piani di rafforzamento dei CPI hanno visto un investimento di oltre un miliardo di euro che permetterà alle Regioni di più che raddoppiare il numero di unità di personale impiegata nei centri per l’impiego: al completamento delle assunzioni, quindi, si passerà dai circa 8 mila operatori precedentemente presenti a quasi 20 mila. Si tratta di un investimento centrale perché le misure di politica attiva previste in GOL possano poi trovare una migliore attuazione territoriale. Pur essendo la piena cooperazione tra pubblico e privato uno dei principi cardine del Programma, non vi è dubbio che affinché il sistema pubblico possa operare il suo naturale ruolo di regia sul territorio, necessiti di essere adeguatamente rafforzato per superare le difficoltà accumulatesi negli anni e che notoriamente affliggono il sistema. Le principali linee di azione del piano di potenziamento dei CPI nel contesto del PNRR includono operazioni di riorganizzazione e ristrutturazione, l’incremento delle risorse umane interne, l’aumento della qualità dei servizi erogati, nonché una maggiore integrazione tra i CPI e gli altri attori del mercato del lavoro. Il monitoraggio nazionale e la situazione nel 2022 L’ultimo Rapporto di monitoraggio dei Servizi per l’impiego di ANPAL del 2022 restituisce la fotografia di un sistema che sta attraversando una fase di forte riorganizzazione al cui interno sono visibili i primi segni di interventi strutturali. Con il Decreto Gol sono stati introdotti elementi di discontinuità che incidono direttamente sull’organizzazione e sulla prassi operativa dei Centri per l'impiego a partire dalle nuove modalità di presa in carico con valutazione approfondita dell’utenza (assessment) e la conseguente razionalizzazione e diversificazione dell’offerta di servizi in base al livello di delle persone; inoltre è stata avviato un percorso di integrazione tra politiche attive e all’interno dei percorsi di politica attiva del lavoro. Ulteriore elemento di discontinuità è l’avvio del processo di assunzione di nuovo personale da inserire nei centri per l'impiego e l’avvio del programma di potenziamento infrastrutturale degli uffici. Alla fine del 2022 risultano assunte negli organici dei servizi per l’impiego 4.340 nuove unità di personale e il 60% dei CPI registra un incremento netto di personale nel corso del 2022. Il potenziamento infrastrutturale dei CPI inizia a dare risultati concretamente visibili anche nell’operatività degli uffici: il 73,6% dei CPI ha acquisito nuova dotazione informatica nel corso del 2022, mentre il 60,4% eroga abitualmente servizi da remoto alle utenze soprattutto nell’area dell’ e dell’accompagnamento al lavoro, dell’informazione e consulenza alle imprese. Permangono evidenti divari territoriali: il sistema funziona dove sono presenti le condizioni per decongestionare l’organizzazione dei CPI e compensare con un’adeguata offerta funzionale le domanda di servizi proveniente dai territori. Avvantaggiati in tal senso sono i CPI che operano dove i mercati del lavoro sono più dinamici e volumi di utenza più proporzionati. Bibliografia Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio - 2022, ANPAL. D.M. n. 59/2020 e D. Segretario Generale MLPS n. 123/2020 relativi al potenziamento infrastrutturale dei CPI. D.lgs. 14 settembre 2015, n. 150.

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