Semplificando, si può affermare che l’architettura del nostro sistema educativo, così com’è oggi, oltre che della richiesta di competenze del mercato del lavoro, sia il risultato di due elementi principali. Il primo, di carattere culturale, riguarda il pensiero pedagogico che ha orientato le scelte formative dei decisori; il secondo è invece legato alla storia stessa del sistema di istruzione, che si è trasformato a seguito di successive stratificazioni senza rivoluzioni traumatiche, procedendo per aggiustamenti progressivi, talvolta in una logica lineare, altre volte attraverso rimodulazioni delle scelte di policy effettuate dai governi precedenti”. 

  • Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni

La Legge del 13 luglio 2015 n. 107 ha istituito il “Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni”, non obbligatorio, della durata complessiva di 6 anni.

Sono soprattutto tre gli obiettivi che il legislatore si è proposto di raggiungere con questo provvedimento:

  • soddisfare le direttive europee (Lisbona 2000, Europa 2020) che punta a servire almeno il 33% della popolazione in età prescolare e coinvolgere almeno il 75% dei Comuni italiani;
  • integrare e armonizzare l’intervento delle politiche educative del Ministero dell’Istruzione con il sistema di welfare per le famiglie dei Comuni e con le pianificazioni strategiche delle Regioni;
  • riqualificare il personale educativo e creare le condizioni di una reale accoglienza di bambini disabili o provenienti da contesti deprivati.

Il D.Lgs. 65/2017, attuativo della legge, illustra l’organizzazione del sistema integrato che è costituito dai servizi educativi per l’infanzia e dalle scuole dell’infanzia statali e paritarie.

I servizi educativi per l’infanzia sono articolati in: 

  • nidi e micronidi (per i bambini da 3 a 36 mesi);
  • sezioni primavera che accolgono bambini dai 24 ai 36 mesi;
  • servizi integrativi a supporto delle famiglie: spazi gioco, centri per bambini e famiglie, servizi educativi in contesto domiciliare.

La scuola dell’infanzia (nata come “asilo” e successivamente denominata “scuola materna”) ruota attorno ad un percorso prescolastico, generalmente rivolto ai bambini dai 3 ai 6 anni d’età sulla base di un preciso progetto educativo. La scuola dell’infanzia opera in continuità con i servizi educativi per l’infanzia e prepara al primo ciclo di istruzione.

Attualmente il punto di forza del sistema integrato è, soprattutto, la scuola dell’infanzia, istituzione educativa che si è sviluppata nei decenni, è distribuita in tutto il territorio italiano ed è caratterizzata da specifiche Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (2012) che la inseriscono all’interno del sistema di istruzione di base (3-14 anni).

Il 22 febbraio 2018, inoltre, il Ministero dell’Istruzione ha proposto un nuovo documento: Indicazioni nazionali e nuovi scenari, documento a cura del Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. Il documento non è una integrazione né una riscrittura delle Indicazioni nazionali. Il documento ha ricalibrato i contenuti esistenti, rileggendo le Indicazioni del 2012 alla luce dei nuovi spunti offerti che guideranno le scuole nella predisposizione della loro offerta formativa, della loro progettazione, con riferimento, in particolare, all’educazione al rispetto e alla cittadinanza consapevole, ad una più sicura padronanza delle competenze di base (comprese le competenze linguistiche e quelle digitali), all’incontro con saperi e discipline che rispondono all’esigenza di uno sviluppo orientato alla sostenibilità in tutte le sue dimensioni, con l’acquisizione dei contenuti dell’Agenda 2030.

Una ulteriore novità del sistema integrato zero-sei è rappresentata dalla istituzione, in via sperimentale, dei poli per l’infanzia che dovrebbero diventare “laboratori permanenti di ricerca, innovazione, partecipazione e apertura al territorio, anche al fine di favorire la massima flessibilità e diversificazione per il miglior utilizzo delle risorse, condividendo servizi generali, spazi collettivi e risorse professionali” (art. 3, comma 1, del D.Lgs. 13.04. 2017, n. 65). 

La gestione dei servizi educativi è attuata dagli Enti locali (in forma diretta o indiretta) e anche da soggetti privati. Le sezioni primavera possono essere gestite da privati, dagli Enti locali e anche dallo Stato.

Alla realizzazione del sistema integrato concorrono, con ruoli specifici, Stato, Regioni e Comuni.

  • allo Stato compete la definizione dei LEP, degli ordinamenti, delle risorse, la formazione del personale, il monitoraggio e la valutazione del sistema in sinergia con Regioni e Comuni.
  • alla Regione compete programmare e sviluppare il sistema, definire le linee guida, promuovere il coordinamento territoriale, definire gli standard dei servizi, istituire i Poli.
  • al Comune compete gestire i servizi, autorizzare, accreditare e controllare i soggetti privati che gestiscono proprie strutture, coordinare i servizi del territorio, facilitare l’integrazione con la scuola primaria.

Il Ministero ripartisce le risorse disponibili tra le Regioni e individua i criteri per l’acquisizione delle manifestazioni di interesse degli enti locali per la costituzione di poli innovativi per l’infanzia.

Alle Regioni spetta selezionare i migliori progetti da un minimo di 1 a un massimo di 3 progetti di polo sul proprio territori.

La scuola dell’infanzia italiana costituisce un esempio di “pluralismo culturale ed istituzionale”.

  • Primo ciclo

Il primo ciclo di istruzione è costituito dalla scuola primaria e dalla scuola secondaria di primo grado. Ha la durata di otto anni e costituisce il primo segmento in cui si realizza il diritto-dovere all’istruzione e formazione.

Le scuole statali appartenenti al primo ciclo possono essere aggregate tra loro in istituti comprensivi anche comprendenti le scuole dell’infanzia esistenti sullo stesso territorio.

Scuola primaria

La scuola primaria, prima denominata “Scuola elementare”, ha rappresentato per un lungo periodo, dalla costituzione dello Stato italiano unitario (1860), l’unica struttura pedagogica e didattica rivolta a tutti. Fu concepita come il principale strumento per “fare gli italiani”, secondo una nota espressione di Massimo D’Azeglio, poi ripresa da Francesco De Sanctis, il primo ministro della Pubblica Istruzione del Regno d’Italia.

Nel 1961, con l’introduzione della “Scuola media”, la “Scuola elementare” perse il suo carattere di “unicità” e di “terminalità” nell’ambito dell’istruzione obbligatoria.

Pace Salvatore scrive: La vecchia “scuola elementare” sul piano didattico e pedagogico si è mostrata di gran lunga la più attiva e solerte nella ricerca e nell’attuazione di strategie sempre nuove e attuali, mostrando una vitalità sconosciuta ai gradi scolastici superiori e costituendo il fiore all’occhiello dell’Italia nelle ricerche internazionali.

Circa la durata della scuola primaria le famiglie possono scegliere tra varie opzioni: 24, 27, 30, 40 ore settimanali (tempo pieno). La legge di bilancio 202 prevede l’introduzione dell’educazione motoria nella scuola primaria che sarà affidata a docenti appositamente formati.

Scuola secondaria di primo grado

La scuola media ora si chiama scuola secondaria di I grado e rappresenta la parte conclusiva del primo ciclo di istruzione. La scuola italiana fu la prima in Europa ad offrire il completamento dell’obbligo mediante un corso secondario, gratuito e uguale per tutti fino al quattordicesimo anno di età. Sulla sua identità scrive Pace Salvatore: La scuola secondaria di I grado si trova in una situazione particolare. Da un lato non rappresenta più il momento terminale assoluto dell’istruzione obbligatoria; dall’altro è confermato che alla sua conclusione avviene un esame di Stato che certifica una tappa percorsa. Con l’innalzamento dell’obbligo di istruzione questo segmento è chiamato a ridefinire il suo ruolo e la sua strutturazione ma, dopo il tentativo di radicale ripensamento operato nel 2000 dalla riforma Berlinguer e non andato a regime, la discussione non è stata ripresa e le uniche modifiche apprezzabili apportate dalla legislazione successiva hanno riguardato sostanzialmente l’articolazione dell’orario. 

L’orario annuale obbligatorio delle lezioni nella scuola secondaria di 1° grado è di 30 ore settimanali estendibili a 36 (tempo prolungato) in base alla disponibilità dei posti e dei servizi attivati e di 40 ore su richiesta della maggiornanza delle famiglie.

I corsi a indirizzo musicale prevedono lo studio dello strumento musicale e della pratica musicale.

La scuola primaria fa riferimento alle Indicazioni Nazionali del primo ciclo (ultima stesura del 2012) che tengono conto anche delle competenze chiave di cittadinanza (Raccomandazione europea del 2018) rideclinate dalle Indicazioni nazionali e nuovi scenari (22 febbraio 2018).

Nelle scuole di ogni ordine e grado vige l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” (Legge 30 ottobre 2008, n. 168). Dall’anno scolastico 2020/2021, a seguito dell’approvazione della legge 20 agosto 2019, n. 92, entra in vigore l’insegnamento dell’educazione civica.

  • Secondo ciclo

A normativa vigente, il sistema educativo di istruzione e formazione italiano si articola, nel secondo ciclo, in due (sotto)sistemi:

a. quello dell’Istruzione Secondaria Superiore ove agiscono istituzioni scolastiche statali o paritarie per lo svolgimento di percorsi quinquennali liceali, tecnici e professionali;

  • Per tutte le scuole secondarie di secondo grado la Legge 107/2015 ha introdotto insegnamenti opzionali negli ultimi tre anni del percorso quinquennale (es. promozione della cultura umanistica) e reso obbligatoria l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro, ora denominata “Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento” PCTO).

Il primo provvedimento sottolinea l’importanza della cultura classica nella società italiana ed il peso che essa deve assumere in tutto il sistema formativo: “È compito del sistema nazionale d’istruzione e formazione promuovere lo studio, la conoscenza storico-critica e la pratica delle arti, quali requisiti fondamentali del curricolo” (art. 1, c. 2, del D.Lgs. 13 aprile 2017, n. 60).

Nel secondo provvedimento si ridefiniscono gli obiettivi, la durata ed il rispettivo impegno economico dei “Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento” che è inserito anche nel colloquio dell’esame di Stato. 

b. quello dell’Istruzione e Formazione Professionale, ove agiscono istituzioni formative accreditate (CFP) e, in via sussidiaria, gli Istituti Professionali di Stato accreditati dalle Regioni, per lo svolgimento di percorsi formativi di durata triennale e quadriennale o formazione nell’istituto dell’apprendistato (ai sensi dell’art. 43 de D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 81). I percorsi formativi, dall’anno 2015, possono essere svolti anche nella modalità duale.

  • Avviato con un Accordo del 24 settembre 2015, a normativa vigente il Sistema duale è un modello formativo integrato tra scuola e lavoro che, creando un rapporto continuativo e coerente tra i sistemi dell’Istruzione, della Formazione Professionale e il mondo del lavoro, punta a ridurre il divario di competenze tra istituzioni formative e impresa con il fine ultimo di diminuire la dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile e di facilitare l’ingresso dei giovani nel lavoro.

Gli strumenti adottati dal “sistema duale” sono l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), l’alternanza scuola-lavoro (oggi Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), l’impresa formativa simulata.

I giovani, all’interno del secondo ciclo, sono tenuti ad assolvere al diritto-dovere all’istruzione e alla formazione finalizzato al conseguimento di un titolo di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale entro il 18° anno di età, qualifica che viene rilasciata dalle istituzioni formative accreditate (CFP) dalle Regioni, nel rispetto di livelli essenziali delle prestazioni stabiliti dallo Stato (D. Lgs. 226/05) o dagli Istituti Professionali di Stato, previo accreditamento regionale.

L’obbligo di istruzione fino al 16° anno di età, introdotto nel 2007, può essere soddisfatto nel (sotto)sistema dell’Istruzione Secondaria Superiore (comma 622 della Legge 296/2006), in quello della Istruzione e Formazione Professionale (Accordi interistituzionali), nell’istituto dell’apprendistato a partire dal 15° anno di età (D.Lgs. n. 81/2015, art. 43), attraverso l’istruzione parentale (art. 23 del D.Lgs. n. 62/2017).

A. Istruzione secondaria superiore

Cfr. sito: https://www.miur.gov.it/scuola-secondaria-di-secondo-grado

  • LICEI

Il percorso liceale punta a fornire allo studente:

gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità e le scelte personali e adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro” (Regolamento n. 89 del 15 marzo 2010, art. 2, comma 2).

Il liceo ha una durata di cinque anni.

Di norma il liceo contempla 891 ore per ciascun anno del primo biennio e 990 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno, prolungato a 1023 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno per il liceo classico.

L’orario annuale è articolato in attività e insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti e in insegnamenti eventualmente previsti dal PTOF coerenti con il Profilo Educativo, culturale e professionale dello studente (Pecup).

I percorsi dei licei si concludono con un esame di Stato con il rilascio del diploma liceale indicante la tipologia del liceo e l’eventuale indirizzo, opzione o sezione seguita dallo studente e dalla certificazione delle competenze.

Il Diploma consente l’accesso all’Università ed agli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica, agli Istituti Tecnici Superiori e ai percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (DPCM 25.01.2008).   

Sono previsti sei percorsi, alcuni dei quali si articolano in indirizzi, oppure prevedono un’opzione, cioè un piano di studi diverso rispetto a quello principale:

  1. Liceo classico
  2. Liceo linguistico
  3. Liceo scientifico
  • Con opzione scienze applicate
  • Con sezione a indirizzo sportivo
  1. Liceo scienze umane

Con opzione economico-sociale

  1. Liceo artistico

Al secondo biennio sono previsti 6 indirizzi: Arti figurative - Architettura e ambiente - Scenografia - Design - Audiovisivo e multimediale - Grafica

  1. Liceo musicale e coreutico
  • ISTITUTI TECNICI

Cfr. sito. https://www.miur.gov.it/web/guest/istituti-tecnici

Il Regolamento dell’istruzione tecnica così ne definisce l’identità:

L’identità degli istituti tecnici si caratterizza per una solida base culturale di carattere scientifico e tecnologico in linea con le indicazioni dell’Unione europea, costruita attraverso lo studio, l’approfondimento e l’applicazione di linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico ed è espressa da un limitato numero di ampi indirizzi, correlati a settori fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del Paese, con l’obiettivo di far acquisire agli studenti, in relazione all’esercizio di professioni tecniche, i saperi e le competenze necessari per un rapido inserimento nel mondo del lavoro, per l’accesso all’università e all’istruzione e formazione tecnica superiore” (Regolamento n. 88 del 15 marzo 2010, art. 2, comma 1).

Tutti gli Istituti Tecnici hanno la durata di cinque anni.

Nel primo biennio sono previste 1056 ore annuali (articolate in 660 ore di attività e insegnamenti di istruzione generale e 396 ore di attività e insegnamenti di indirizzo). Nel secondo biennio e quinto anno sono previste 1056 ore annuali (articolate in 495 ore di attività e insegnamenti di istruzione generale e 561 ore di attività e insegnamenti di indirizzo).

Gli Istituti Tecnici collaborano con le istituzioni formative accreditate dalle Regioni nei poli tecnico-professionali. Possono costituire dipartimenti e dotarsi di un Comitato tecnico scientifico al fine di rendere sempre aggiornata la propria offerta formativa. 

I percorsi degli Istituti Tecnici si concludono con un esame di Stato con il rilascio del diploma di istruzione tecnica. Il Diploma consente l’accesso all’Università ed agli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica, agli Istituti Tecnici Superiori e ai percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (DPCM 25.01.2008).   

Gli Istituti tecnici si ripartiscono in due settori:

Settore ECONOMICO

Indirizzo

Articolazione

Opzioni

Amministrazione, finanza e marketing (biennio)

1. Amministrazione, finanza e marketing (triennio)

 

 

2. Relazioni internazionali

 

 

3. Sistemi informativi aziendali

 

Turismo

 

 

Settore TECNOLOGICO

Indirizzo

Articolazione

Opzioni

Meccanica, meccatronica ed energia (biennio)

1. Meccanica e meccatronica

 

2. Meccanica e meccatronica

-  Tecnologia dell’occhiale

-  Tecnologie delle materie plastiche

-  Tecnologie del legno

3. Energia

 

Trasporti e logistica

(biennio)

1. Costruzione del mezzo

 

2. Costruzione del mezzo

-  Costruzioni aeronautiche

-  Costruzioni navali

3. Conduzione del mezzo

 

4. Conduzione del mezzo

-  Conduzione del mezzo Aereo

-  Conduzione del mezzo Navale

-  Conduzione di apparati ed impianti marittimi

5. Logistica

 

Elettronica ed elettrotecnica

(biennio)

1. Elettronica

 

2. Elettrotecnica

3. Automazione

Informatica e telecomunicazioni

(biennio)

1. Informatica

 

2. Telecomunicazioni

Grafica e comunicazioni

(biennio)

1. Grafica e comunicazione (triennio)

 

 

-  Tecnologie cartarie

Chimica, materiali e biotecnologie (biennio)

1. Chimica e materiali

 

2. Chimica e materiali

-  Tecnologia del cuoio

3. Biotecnologie ambientali

 

4. Biotecnologie sanitarie

 

Sistema moda (biennio)

1. Tessile, abbigliamento e moda

 

2. Calzature e moda

Agraria, agroalimentare e agroindustria (biennio)

1. Produzioni e trasformazioni

 

2. Gestione dell’ambiente e del territorio

 

3. Viticoltura ed enologia

 

4. Viticoltura ed enologia

Enotecnico (percorso di specializzazione post-diploma)

Costruzioni, ambiente e territorio (biennio)

1. Costruzione ambiente e territorio

 

2. Costruzione ambiente e territorio

- Tecnologie del legno nelle costruzioni

3. Geotecnico

 

  • ISTITUTI PROFESSIONALI

Cfr. sito: https://www.miur.gov.it/web/guest/istituti-professionali

Gli Istituti Professionali sono stati oggetto di due radicali riforme nel giro di pochi anni: il DPR 87/2010 e il D.Lgs. 61/2017. In questa fase sono attivi entrambi gli ordinamenti.  Il D.Lgs. 61/2017 ha ridisegnato i percorsi didattico/formativi degli Istituti Professionali apportando importanti modifiche rispetto alla precedente riforma del 2010.

I profili di uscita e i risultati di apprendimento degli studenti vengono ora declinati secondo criteri che li rendono più aderenti alle nuove figure professionali richieste dal mondo del lavoro. Si punta tutto sullo crescita di “scuole territoriali dell’innovazione, aperte e concepite come laboratori di ricerca, sperimentazione e innovazione didattico”.

A normativa vigente, tutti gli Istituti Professionali hanno la durata di cinque anni.

Nel biennio sono previste 2112 ore (1056 ore annuali) articolate in 1188 ore di attività e insegnamenti di istruzione generale e 924 ore di attività e insegnamenti di indirizzo. Nell’ambito delle 2112 ore, una quota non superiore a 264 ore è destinata alla personalizzazione degli apprendimenti e alla realizzazione del Piano formativo individuale (PFI).

Nel triennio - per ciascun anno - sono previste 1056 ore annuali (articolate in 462 ore di attività e insegnamenti di istruzione generale e 594 ore di attività e insegnamenti di indirizzo.

Gli Istituti Professionali attuano un “raccordo” strutturale con i percorsi della IeFP attraverso la costituzione di una “Rete nazionale delle scuole professionali”. 

I percorsi degli Istituti Professionali si concludono con un esame di Stato con il rilascio del diploma di Istruzione Professionale. 

Il nuovo ordinamento si avvia con le prime classi dell’anno scolastico 2018/2019. Il Diploma consente l’accesso all’Università ed agli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica, agli Istituti Tecnici Superiori e ai percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (DPCM 25.01.2008).  

Il Decreto interministeriale del 17 maggio 1018, che recepisce l’Intesa Stato-Regioni sulla definizione dei passaggi tra i percorsi di Istruzione Professionale e i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (Rep. Atti n. 100(SR del 10 maggio 2018), disciplina le fasi del passaggio tra i percorsi di IP e quelli di IeFP, compresi nel Repertorio nazionale dell’offerta di Istruzione e Formazione Professionale.

La Legge 107/2015 ed il D.Lgs. 61/2017 hanno riformato gli Istituti Professionali che propongono 11 indirizzi:

  1. Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane

L’indirizzo è «Agricoltura e sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane».

Ci sono materie tecnico professionali come agronomia, tecniche di allevamento, silvicoltura

  1. Pesca commerciale e produzioni ittiche

Nell’indirizzo “Pesca commerciale e produzioni ittiche”, le materie di settore che caratterizzano il biennio sono integrate, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, laboratori tecnologici, ecologia applicata alla pesca e all’acquacoltura     

  1. Industria e artigianato per il Made in Italy

Particolare rilievo nell’indirizzo “Industria e artigianato per il made in ltaly” è posto sulle discipline di area tecnologica (tecnologie applicate ai materiali e ai processi produttivi) e tecnico professionale (laboratori tecnologici, tecniche di produzione)

  1. Manutenzione e assistenza tecnica

L’indirizzo è “Manutenzione e assistenza tecnica”. Le materie con vocazione più strettamente professionale sono quelle di area scientifico tecnologica (tecnologie meccaniche, elettriche) e tecnico professionale (installazione e manutenzione, laboratori tecnologici)

  1. Gestione delle acque e risanamento ambientale

L’indirizzo “Gestione delle acque e risanamento ambientale” è caratterizzato dalle discipline di area scientifica (biologia, chimica) e tecnico professionale

  1. Servizi commerciali

“Servizi commerciali” si caratterizza, come indirizzo, per gli insegnamenti “pratici”, quali quelli di area giuridica ed economica (diritto, economia) e tecnico professionale

  1. Enogastronomia e ospitalità alberghiera

Nell’indirizzo “Enogastronomia e ospitalità alberghiera” le materie professionalizzanti sono scienza degli alimenti, seconda lingua straniera, diritto e tecniche amministrative e i laboratori di settore quali secondo la scelta da farsi al terzo anno - enogastronomia, pasticceria, sala e vendita, accoglienza turistica

  1. Servizi culturali e dello spettacolo

Per l’indirizzo “Servizi culturali e di spettacolo”, gli insegnamenti più caratterizzanti sono comunicazione audiovisiva, laboratori tecnologici, tecniche di produzione e post-produzione, laboratori fotografici e dell’audiovisivo

  1. Servizi per la sanità e l’assistenza sociale

L’indirizzo “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale” propone materie quali diritto, economia e l’area scientifica e tecnico professionale (scienze umane e sociali, cultura medico - sanitaria, psicologia)

  1. Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: Odontotecnico

Le discipline professionalizzanti dell’indirizzo “Arti ausiliarie delle professioni sanitarie Odontotecnico” sono quelle di area scientifica e tecnico professionale (anatomia, gnatologia, diritto e legislazione, scienze dei materiali, modellazione odontotecnica e esercitazioni di laboratorio)

  1. Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico

L’indirizzo “Arti ausiliarie delle professioni sanitarie - Ottico” è caratterizzato dalle discipline di area scientifica e tecnico professionale (ottica, discipline sanitarie, esercitazioni di lenti oftalmiche).

B. Istruzione e Formazione Professionale (IeFP)

Crf. sito: https://www.miur.gov.it/web/guest/istruzione-e-formazione-professionale

A normativa vigente, i percorsi di IeFP hanno una durata di tre o quattro anni.

La frequenza di questi percorsi formativi permette, all’allievo, di assolvere all’obbligo di istruzione fino a 16 anni e al diritto-dovere fino a 18 anni.

Il percorso prevede, in tutte le Regioni, una durata minima annuale di 990 ore, articolata in ore destinate alle competenze di base (di norma tra il 35% e il 45%) e in ore destinate alle competenze tecnico-professionali (di norma tra il 55% e il 65%). Durante il secondo, il terzo e il quarto anno l’allievo fa esperienza nelle imprese, di norma, attraverso lo stage o, secondo il modello duale, fa formazione in apprendistato o in alternanza rafforzata (il 60% al primo e al secondo anno, il 50% al terzo e quarto anno della durata annuale complessiva) preceduto da esperienza di impresa formativa simulata al primo anno, quando autorizzata dalla Regione.

Istituti professionali e istituzioni formative accreditate attuano un “raccordo” strutturale attraverso l’adesione ad una “Rete nazionale delle scuole professionali”. 

I percorsi della IeFP si concludono con un esame al termine del terzo anno con il rilascio di una qualifica professionale, con il rilascio di un diploma professionale al termine del quarto anno. A normativa vigente l’allievo in possesso di un diploma professionale può accedere ai percorsi di Istruzione Tecnica Superiore, quando ha integrato la sua formazione con un percorso di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) oppure ha effettuato il passaggio dal sistema della IeFP all’Istruzione Professionale (Repertorio Atti n. 100/SR del 10 maggio 2018) o, infine, ha frequentato un quinto anno nel sistema della IeFP.

Il (sotto)Sistema di IeFP, nell’Accordo Stato-Regioni del 1 agosto 2019 (Rep. Atti 155/CS del 1 agosto 2019) ha ridisegnato l’intera offerta formativa. Nella seduta della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 18 dicembre 2019 è stato approvato l’Accordo che regolamenta la confluenza delle figure IeFP di operatore in quelle di tecnico e disciplina le dimensioni personali, sociali, di apprendimento e imprenditoriali, le cosiddette soft skills.

In data 18 dicembre 2019 è stato siglato l’accordo fra le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano relativo alla tabella di confluenza tra qualifiche e diplomi professionali e per l’assunzione delle dimensioni personali, sociali, di apprendimento e imprenditoriali nell’ambito dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale. In data 10 maggio 2018 la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano ha siglato un accordo per la definizione dei passaggi tra i percorsi di istruzione professionale e i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale compresi nel Repertorio nazionale dell’offerta di Istruzione e Formazione Professionale. Un Accordo di pari livello del 10 settembre 2020 conferma e rafforza la definizione dei passaggi (cfr. art. 3 in particolare) mediante la descrizione contenuta in una specifica tabella. 

L’offerta formativa vigente ad oggi è la seguente:

MAPPA OPERATORI – ASR 2019

FUGURE: 26

INDIRIZZI:36

1. OPERATORE AGRICOLO

1. Gestione di allevamenti

2. Coltivazione di piante erbacee, orticole e legnose in pieno campo e in serra

3. Produzione di piante ornamentali e fiori in vivaio

4. Costruzione e manutenzione di aree verdi, parchi e giardini

5. Gestione di aree boscate e forestali

2. OPERATORE AI SERVIZI DI PROMOZIONE E ACCOGLIENZA

 

3. OPERATORE AI SERVIZI DI IMPRESA

 

4. OPERATORE AI SERVIZI DI VENDITA

 

5. OPERATORE ALLA RIPARAZIONE DEI VEICOLI A MOTORE

1. Manutenzione e riparazione delle parti e dei sistemi meccanici ed elettromeccanici

2. Manutenzione e riparazione della carrozzeria

3. Manutenzione e riparazione di macchine operatrici per l’agricoltura e l’edilizia

4. Riparazione e sostituzione di pneumatici

6. OPERATORE ALLE LAVORAZIONI DEI MATERIALI LAPIDEI

 

7. OPERATORE ALLE LAVORAZIONI DELL’ORO, DEI METALLI PREZIOSI O AFFINI

 

8. OPERATORE ALLE LAVORAZIONI DEI PRODOTTI DI PELLETTERIA

 

9. OPERATORE DEI SISTEMI E DEI SERVIZI LOGISTICI

 

10. OPERATORE DEL BENESSERE

1. Erogazione di trattamenti di acconciatura

2. Erogazione dei servizi di trattamento estetico

11. OPERATORE DEL LEGNO

 

12. OPERATORE DEL MARE E DELLE ACQUE INTERNE

 

13. OPERATORE DELL’ABBIGLIAMENTO E DEI PRODOTTI TESSILI PER LA CASA

 

14. OPERATORE DELLA RISTORAZIONE

1. Preparazione degli alimenti e allestimento piatti

2. Allestimento sala e somministrazione piatti e bevande

15. OPERATORE DELLE CALZATURE

 

16. OPERATORE DELLE PRODUZIONI ALIMENTARI

1. Lavorazione e produzione di pasticceria, pasta e prodotti da forno

2. Lavorazione e produzione lattiero e caseario

3. Lavorazione e produzione di prodotti a base di vegetali

4. Lavorazione e produzione di prodotti a base di carne

5. Lavorazione e produzione di prodotti ittici

6. Produzione di bevande

17. OPERATORE DELLE PRODUZIONI CHIMICHE

 

18. OPERATORE DELLE PRODUZIONI TESSILI

 

19. OPERATORE DI IMPIANTI TERMOIDRAULICI

 

20. OPERATORE EDILE

1. Lavori generali di scavo e movimentazione

2. Costruzione di opere in calcestruzzzo armato

3. Realizzazione opere murarie e di impermeabilizzazione

4. Lavori di rivestimento e intonaco

5. Lavori di tinteggiatura e cartongesso

6. Montaggio di parti in legno per la carpenteria edile

21. OPERATORE ELETTRICO

1. Installazione e cablaggio di componenti elettrici/elettronici e fluidici

2. Installazione/manutenzione di impianti elettrici civili

3. Installazione/manutenzione di impianti elettrici industriali e del terziario

4. Installazione/manutenzione di impianti speciali per la sicurezza e per il cablaggio strutturato

22. OPERATORE GESTIONE DELLE ACQUE E RISANAMENTO AMBIENTALE

 

23. OPERATORE GRAFICO

1. Impostazione e realizzazione della stampa

2. Ipermediale

24. OPERATORE INFORMATICO

 

25. OPERATORE MECCANICO

1. Lavorazioni meccanica, per asportazione e deformazione

2. Saldatura e giunzione dei componenti

3. Montaggio componenti meccanici

4. Installazione e cablaggio di componenti elettrici, elettronici e fluidici

5. Fabbricazione e montaggio/installazione di infissi, telai e serramenti

26. OPERATORE MONTAGGIO E MANUTENZIONE IMBARCAZIONI DA DIPORTO

 

 

MAPPA TECNICI PROFESSIONALI – ASR 2019

FUGURE: 29

INDIRIZZI: 54

1. TECNICO AGRICOLO

1. Gestione di allevamenti

2. Coltivazione di piante erbacee, orticole e legnose in pieno campo e in serra

3. Produzione di piante ornamentali e fiori in vivaio

4. Costruzione e manutenzione di aree verdi, parchi e giardini

5. Gestione di aree boscate e forestali

2. TECNICO COMMERCIALE DELLE VENDITE

1. Vendita a libero servizio

2. Vendita assistita

3. TECNICO DEGLI ALLESTIMENTI E DELLA PREDISPOSIZIONE DEGLI IMPIANTI NEL SETTORE DELLO SPETTACOLO

1. Allestimento del sonoro

2. Allestimento luci

3. Allestimenti di scena

4. TECNICO DEI SERVIZI DI ANIMAZIONE TURISTICO-SPORTIVA E DEL TEMPO LIBERO

 

5. TECNICO DEI SERVIZI DI IMPRESA

1. Amministrazione e contabilità

2. Gestione del personale

6. TECNICO DEI SERVIZI DI PROMOZIONE E ACCOGLIENZA

1. Ricettività turistica

2. Agenzie turistiche

3. Convegnistica ed eventi culturali

7. TECNICO DEI SERVIZI DI SALA E BAR

 

8. TECNICO DEI SERVIZI LOGISTICI

1. Logistica esterna (trasporti)

2. Logistica interna e magazzino

9. TECNICO DEI TRATTAMENTI ESTETICI

 

10. TECNICO DEL LEGNO

1. Seconda trasformazione del legno e produzione di pannelli

2. Fabbricazione di parti in legno per la carpenteria e l’edilizia

3. Produzione, restauro e riparazione di mobili e manufatti in legno

4. Intarsiatura di manufatti in legno

5. Decorazione e pittura di manufatti in legno

11. TECNICO DELL’ACCONCIATURA

 

12. TECNICO DELL’ABBIGLIAMENTO E DEI PRODOTTI TESSILI PER LA CASA

1. Abbigliamento

2. Prodotti tessili per la casa

13. TECNICO DELLE ENERGIE RINNOVABILI

1. Produzione energia elettrica

2. Produzione energia termica

14. TECNICO DELLE LAVORAZIONI DEI MATERIALI LAPIDEI

 

15. TECNICO DELLE LAVORAZIONI DEL FERRO E METALLO NON NOBILI

1. Fabbricazione, montaggio, installazione di manufatti e oggetti di lattoneria

2. Lavorazione artigianale/artistica in ferro e/o altri metalli non nobili

16. TECNICO DELLE LAVORAZIONI DELL’ORO E DEI METALLI PREZIOSI

 

17. TECNICO DELLE LAVORAZIONI DI PELLETTERIA

 

18. TECNICO DELLE LAVORAZIONI TESSILI

1. Produzione

2. Sviluppo prodotto

19. TECNICO DELLE PRODUZIONI ALIMENTARI

1. Lavorazione e produzione di pasticceria, pasta e prodotti da forno

2. Lavorazione e produzione lattiero e caseario

3. Lavorazione e produzione di prodotti a base di vegetali

4. Lavorazione e produzione di prodotti a base di carne

5. Lavorazione e produzione di prodotti ittici

6. Produzione di bevande

20. TECNICO DI CUCINA

 

21. TECNICO DI IMPIANTI TERMICI

1. Impianti di refrigerazione

2. Impianti civili/industriali

22.  TECNICO EDILE

1. Costruzioni architettoniche e ambientali

2. Costruzioni edili in legno

23. TECNICO ELETTRICO

1. Building automation

2. Impianti elettrici civili/industriali

24. TECNICO GRAFICO

 

25. TECNICO INFORMATICO

1. Sistemi, reti e data management

2. Sviluppo soluzioni ICT

26. TECNICO MECCATRONICO DELLE AUTORIPARAZIONI

1. Manutenzione e riparazione delle parti e dei sistemi meccanici, elettrici, elettronici

2. Manutenzione e riparazione di carrozzeria, telaio e cristalli

3. Riparazione e sostituzione di pneumatici e cerchioni

27. TECNICO MODELLAZIONE E FABBRICAZIONE DIGITALE

1. Modellazione e prototipazione

2. Prototipazione elettronica

28. TECNICO PER LA PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI IMPIANTI DI PRODUZIONE

1. Sistemi a CNC

2. Sistemi CAD e CAM

3. Conduzione e manutenzione impianti

29. TECNICO PER L’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE

1. Programmazione

2. Installazione e manutenzione impianti

I soggetti che agiscono nel (sotto)Sistema di IeFP sono le Istituzioni formative accreditate e, in via sussidiaria, gli Istituti Professionali dello Stato accreditati dalle Regioni. Uno specifico Accordo tra Regione e Ufficio Scolastico Regionale ne disciplina l’apporto.

  • Istruzione superiore universitaria e non universitaria

Dopo la formazione generale o tecnico-professionale allo studente si aprono due strade:

  • la formazione superiore universitaria
  • la formazione superiore non universitaria

A. Istruzione superiore universitaria

Dall’ambiente al digitale: ecco le novità dell’offerta delle lauree universitaria 2021/2022.

Sono 5.122 i corsi di laurea proposti e così ripartiti: 2.370 corsi di laurea triennale; 2.428 i corsi di laurea magistrale; 324 i corsi magistrali a ciclo unico. Il ventaglio delle proposte si arricchisce nel corrente anno di circa 200 novità soprattutto nel campo della transizione ecologica e digitale: 27 novità intitolate ad “ambiente” o “sostenibilità” e 20 alle “competenze digitali”.

In un mondo del lavoro sempre più esigente e selettivo, un titolo doppio o double degree può dare una marcia in più. Si parla quindi di titolo di studio “multipli” (nel caso in cui sono coinvolti più di due Atenei partner) o “congiunti” (nel caso in cui si ottiene un diploma singolo ma riconosciuto anche nei Paesi degli atenei esteri).

Anche la digitalizzazione forzata ha spinto più di mille università in tutto il mondo a puntare sul Mooc (Massive open online courses). 

Si conferma la crescita di Erasmus+ “misto” (virtuale e reale) il cui budget per gli anni 2021 – 2027 è raddoppiato (quasi 28 miliardi!). Erasmus+ punta sempre più sui temi del green. Del digitale e dell’inclusione sociale e con progetti in modalità blended (ovvero viaggi sia in presenza che virtuali) rivolti a studenti che potranno studiare, fare tirocinio o lavorare in un paese europeo o extra europeo. L’Italia si colloca tra i principali paesi Ue per numero di giovani in partenza verso città europee. Dal 2014 al 2020 sono stati 242 mila gli universitari italiani partiti con Erasmus. Ma dal 1987, sono quasi 580 mila, un numero che mette l’Italia al terzo posto in Europa (dietro a Spagna e Francia) per numero di partenze. Le mete più richieste sono, in ordine decrescente, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Portogallo, Belgio, Polonia, Paesi Bassi, Svezia, Austria, Irlanda, ecc.

Per chi vuole studiare in Italia ma in un contesto internazionale ci sono le proposte di corsi in inglese. Sono circa 450 in tutta Italia: uno su dieci. Un numero che supera la soglia dei 600 se si considerano i corsi misti in italiano e inglese e addirittura 1000 se si considerano anche tutti i corsi con insegnamenti in lingua straniera (non solo inglese).

Oltre alla laurea il MASTER

Dall’area umanistica a quella scientifica, passando per economia, management, finanza e medicina: sono 2.766 i master post-laurea programmati per l’anno 2021/2022. Si tratta di 1.388 programmi di primo livello, a cui si sommano 1.229 di secondo livello, a cui si sommano 106 corsi per executive (studiati per chi ha già qualche anno di lavoro) e 43 Mba, i master in business administration, che solitamente prevedono periodi di studio all’estero.

  • Domanda e offerta di laureati

Fabbisogno previsto di laureati e offerta di neolaureati per indirizzo nel periodo 2021 – 2025:

(escluso il settore agricoltura, silvicoltura e pesca. Fonte: Unioncamere – Anpal)   

 

Domanda imprese

Offerta neolaureati

Economico-statistico

39.800

31.500

Giuridico e politico - sociale

39.400

28.800

Medico-sanitario

35.300

22.600

Ingegneria

34.600

23.800

Formazione e sc. Motorie

25.000

25.400

Area umanistica

13.500

13.200

Architettura

13.000

6.200

Linguistico

9.000

10.200

Scientifico e fisico

8.800

6.500

Psicologico

6.900

7.700

Geo-biologico e biotech

5.700

7.400

Chimico – farmaceutico

4.600

5.900

Agroalimentare

3.100

4.500

Totale laureati

238.600

192.700

B. Istruzione superiore non universitaria

Oggi l’offerta di Formazione Professionale superiore non universitaria è duplice:

  • la formazione degli Istituti Tecnici Superiori
  • la formazione delle Università attraverso le lauree professionalizzanti
  1. La formazione erogata dagli Istruzione Tecnica Superiore (ITS)

Sito: ITS – Istituti Tecnici Superiori – Indire

Accesso

A normativa vigente, possono accedere ai percorsi di Istruzione Tecnica Superiore (ITS) i giovani e gli adulti che sono in possesso di:

  • di un diploma di istruzione secondaria superiore;
  • di un diploma professionale conseguito con percorsi quadriennali di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) seguito da un percorso IFTS di durata annuale.

Una buona conoscenza dell’informatica e della lingua inglese costituisce requisito preferenziale per l’ammissione ai percorsi.

Aree

Gli ITS sono percorsi di specializzazione tecnica superiore su aree considerate prioritarie per lo sviluppo economico e la competitività del Paese, realizzati con il modello organizzativo della Fondazione di partecipazione in collaborazione con le imprese, università/centri di ricerca scientifica e tecnologica, enti locali, sistema scolastico e formativo. Gli ITS coprono 6 settori:

I numeri

ITS 116
Soggetti partner    2.932
Percorsi attivi 713
Iscritti percorsi attivi 18.273

(dati aggiornati a ottobre 2021)

AREA 1: Efficienza energetica

Ambito                  Approvvigionamento e generazione di energia

Figura                    Tecnico superiore per l’approvvigionamento energetico e la costruzione di impianti

Ambito                  Processi e impianti a elevata efficienza e a risparmio energetico

Figura                    Tecnico superiore per la gestione e la verifica di impianti energetici

Figura                    Tecnico superiore per il risparmio energetico nell’edilizia sostenibile

AREA 2: Mobilità sostenibile

Ambito                  Mobilità delle persone e delle merci

Figura                    Tecnico superiore per la mobilità delle persone e delle merci

Ambito                  Produzione e manutenzione di mezzi di trasporto e/o relative infrastrutture

Figura                    Tecnico superiore per la produzione e manutenzione di mezzi di trasporto e/o relative infrastrutture

Ambito                  Gestione infomobilità e infra-strutture logistiche

Figura                    Tecnico superiore per l’infomobilità e le infrastrutture logistiche

AREA 3: nuove tecnologie della vita

Ambito                  Biotecnologie industriali e ambientali

Figura                    Tecnico superiore per la ricerca e lo sviluppo di prodotti e processi a base biotecnologica

Figura                    Tecnico superiore per il sistema qualità di prodotti e processi a base biotecnologica

Ambito                  Produzione di apparecchi, dispositivi diagnostici e biomedicali

Figura                    Tecnico superiore per la produzione di apparecchi e dispositivi diagnostici, terapeutici e riabilitativi

AREA 4: nuove tecnologie del made in Itay

Ambito                  Sistema agro-alimentare

Figura                    Tec. sup. respons. produzioni e trasformazioni agrarie, agro-alimentari e agro-industriali

Figura                    Tec. Sup. controllo, valorizzazione e marketing produzioni agrarie, agro-alimentari e agro-industriali

Figura                    Tecnico superiore per la gestione dell’ambiente nel sistema agro-alimentare

Ambito                  Sistema casa

Figura                    Tecnico superiore per l’innovazione e la qualità delle abitazioni

Figura                    Tecnico superiore di processo, prodotto, comunicazione e marketing per il settore arredamento

Ambito                  Sistema meccanica

Figura                    Tecnico superiore per l’innovazione di processi e prodotti meccanici

Figura                    Tecnico superiore per l’automazione ed i sistemi meccatronici

Ambito                  Sistema moda

Figura                    Tec. Sup. coordinamento processi di progettazione, comunicazione e marketing del prodotto moda

Figura                    Te. Sup. di processo, prodotto, comunicazione e marketing settore tessile - abbigliamento - moda

Figura                    Tec. Sup di processo e prodotto per la nobilitazione degli articoli tessili - abbigliamento - moda

Figura                    Tecnico superiore di processo, prodotto, comunicazione e marketing per il setto

Ambito                  Servizi alle imprese

Figura                    Tecnico superiore per il marketing e l’internazionalizzazione delle imprese

Figura                    Tecnico superiore per la sostenibilità dei prodotti (design e packaging)

AREA 5: Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali –Turismo

Ambito                  Turismo e Attività culturali

Figura                    Tecnico superiore per la promozione e il marketing delle filiere turistiche e delle attività culturali

Figura                    Tecnico superiore per la gestione di strutture turistico-ricettive

Ambito                  Beni culturali e artistici

Figura                    Tecnico superiore per la conduzione del cantiere di restauro architettonico

Figura                    Tecnico superiore per la produzione/riproduzione di artefatti artistici

AREA 6 Tecnologie della informazione e della comunicazione

Ambito                  Metodi e tecnologie per lo sviluppo di sistemi software

Figura                    Tecnico superiore per i metodi e le tecnologie per lo sviluppo di sistemi software

Ambito                  Organizzazione e fruizione dell’informazione e della conoscenza

Figura                    Tecnico superiore per l’organizzazione e la fruizione dell’informazione e della conoscenza

Ambito                  Architetture e infrastrutture per i sistemi di comunicazione

Figura                    Tecnico superiore per le architetture e le infrastrutture per i sistemi di comunicazione

  1. La formazione universitaria con Lauree professionalizzanti

A partire dal mese di ottobre 2018, accanto ai percorsi degli Istituti Tecnici Superiori, c’è anche l’offerta dei percorsi di laurea professionalizzante. Il provvedimento è il risultato del lavoro fatto da una Cabina di regia per armonizzare l’offerta formativa degli atenei con quella degli Istituti Tecnici Superiori.

Con l’avvio delle lauree professionalizzanti e la loro armonizzazione con l’offerta degli ITS l’Italia si dota di un proprio modello di formazione terziaria professionalizzante.

Si tratta di corsi che:

  • prevedono due anni di studio tradizionale e l’ultimo anno “sul campo” presso studi professionali o aziende;
  • hanno l’obiettivo di formare i professionisti che saranno necessari alle nuove esigenze dell’industria 4.0 o a settori come l’edilizia, la gestione del territorio e l’agroalimentare,
  • nascono in stretta correlazione con il mondo del lavoro e gli ordini professionali

Grazie alle convenzioni obbligatorie con gli Ordini, il titolo ottenuto con le lauree professionalizzanti sarà anche abilitante per svolgere la relativa professione, senza dover più sostenere l’Esame di Stato.

L’Unione Europea ha difatti previsto che, entro il 2020, chiunque vorrà esercitare una professione tecnica dovrà prima ottenere un diploma di laurea.

Oggi sono attivi i seguenti corsi di laurea professionalizzante (fonte: Quali sono le lauree professionalizzanti? L’elenco dei corsi di studio - Alpha Test Magazine 2 dicembre 2021)

Essi sono:

Area Ingegneria

  • Ingegneria Meccatronica c/o Un. di Bologna e Un di Napoli Federico II
  • Ingegneria per l’industria intelligente c/o Università di Modena
  • Ingegnerie delle tecnologie industriali ad orientamento professionale c/o Università del Salento
  • Ingegneria del Legno c/o Università di Bolzano

Area Edilizia e Territorio

  • Gestione del territorio c/o Università di Napoli Vanvitelli
  • Gestione del territorio c/o Politecnico di Bari
  • Trasformazioni avanzate per il settore legno, arredo ed edilizia c/o Università di Firenze
  • Tecniche e gestione dell’edilizia e del territorio c/o Università di Padova
  • Tecnico della costruzione e gestione del territorio c/o Università Politecnica delle Marche
  • Tecniche dell’edilizia e dell’ambiente c/o Università di Udine
  • Agribusiness c/o Università di Siena

Area Energia e Trasporti

  • Energie, ingegneria dell’Informazione e modelli matematici c/o Università di Palermo
  • Gestione energetica e sicurezza c/o Università di Sassari
  • Conduzione del mezzo navale c/o Università di Napoli Parthenope

Lauree professionalizzanti e percorsi ITS: quali differenze?

Gli Istituti Tecnici Superiori

  • sono organizzati in 4 semestri (in pochi casi 6) e si svolgono per il 30% del monte ore lavorando in azienda, con un contratto di apprendistato;
  • al termine del corso si ottiene il Diploma di Tecnico Superiore, titolo che permette di trovare occupazione nel sistema economico e produttivo del territorio in tempi brevi;
  • riguardano in tutto sei settori: efficienza energetica; mobilità sostenibile; nuove tecnologie della vita; nuove tecnologie del Made in Italy; tecnologie innovative per i beni e le attività cutlurali - turismo; tecnologie della informazione e della comunicazione.

Le lauree professionalizzanti sono invece corsi di laurea veri e propri, che danno il titolo di dottore. Queste lauree: 

  • hanno l’obiettivo di formare figure subito inquadrabili nelle realtà aziendali, con un’elevata competenza operativa e le capacità necessarie per affrontare attività progettuali di media/alta complessità;
  • durano 3 anni (come le lauree di primo livello), ma non consentono di accedere direttamente ai corsi di laurea magistrale (nel caso si volesse proseguire, bisognerà prima svolgere degli esami integrativi);
  • hanno un percorso di studio (180 crediti formativi in tutto, 60 per anno) basato su metodi formativi orientati al “learning by doing” e “learning by thinking”, mentre l’ultimo anno sarà riservato al tirocinio in azienda e a un project work.

FOCUS: Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS)

I percorsi IFTS si inseriscono nel sistema nazionale dell’Istruzione Tecnica Superiore e formano tecnici specializzati per rispondere a fabbisogni formativi strettamente collegati alle esigenze locali. L’attivazione dei percorsi IFTS è programmata dalle Regioni, nell’ambito delle loro competenze esclusive in materia di programmazione dell’offerta formativa.

A livello nazionale viene definito il sistema di standard minimi delle competenze proprie di ciascuna figura di tecnico specializzato.

A livello regionale, sulla base dell’analisi dei fabbisogni professionali locali e attraverso la concertazione con istituzioni e parti sociali, vengono individuate dalle Regioni competenze aggiuntive che danno luogo a specifici profili professionali regionali.

I percorsi quindi, secondo quanto contenuto nel decreto interministeriale 91 del 7 febbraio 2013 e nel successivo Accordo 11 in Conferenza Stato Regioni del 20 gennaio 2016, fanno riferimento a venti specializzazioni tecniche superiori. Tali specializzazioni sono poi descritte in termini di standard minimi formativi e possono ulteriormente articolarsi, a livello regionale, rispetto a specificità territoriali del mercato del lavoro. La fisionomia dei percorsi si completa con competenze comuni relative agli ambiti relazionali e gestionali.

Hanno di regola una durata di due semestri, che comprendono ore di attività teorica, pratica e di laboratorio, per complessive 800/1000 ore. I percorsi includono uno stage obbligatorio (minimo 30% del monte ore) che può essere realizzato anche all’estero. I docenti provengono almeno per il 50% dal mondo del lavoro e delle professioni.

Sono progettati e realizzati da istituti di istruzione secondaria superiore, Enti di Formazione Professionale accreditati, università e imprese.

Si rivolgono a giovani e adulti che intendono qualificarsi per il mercato del lavoro o reinserirsi con l’acquisizione di nuove competenze.

Per accedere ai percorsi IFTS occorre, di norma, essere in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore. L’accesso è consentito anche a coloro che non hanno conseguito il diploma di istruzione secondaria superiore, previo accreditamento delle competenze acquisite in precedenti percorsi di istruzione, formazione e lavoro.

I percorsi si concludono con verifiche finali delle competenze acquisite a opera di commissioni d’esame costituite secondo le indicazioni delle Regioni e composte anche da rappresentanti della scuola, dell’università, della Formazione Professionale e del mondo del lavoro.

Consentono di conseguire il Certificato di Specializzazione Tecnica Superiore, titolo spendibile in ambito nazionale e comunitario, oltre che il riconoscimento di crediti formativi da spendere anche nel sistema accademico.

Nell’ambito della frequenza dei percorsi IFTS è possibile realizzare un percorso di alto apprendistato.

I percorsi IFTS sono progettati per rispondere a fabbisogni formativi secondo cinque filiere produttive e venti specializzazioni nazionali:

Nei siti istituzionali delle Regioni è possibile consultare l’offerta formativa in corso di attivazione e quella già realizzata.

Le specializzazioni tecniche superiori che costituiscono l’elenco nazionale sono in complesso 20, articolate in 5 aree professionali: 

 

Area professionale

Specializzazioni tecniche di riferimento nazionale

Manifattura e artigianato

1. Tecniche per la realizzazione artigianale di prodotti del made in Italy

Meccanica impianti e costruzioni

2. Tecniche dei sistemi di sicurezza ambientali e qualità dei processi industriali

3. Tecniche di disegno e progettazione industriale

4. Tecniche di industrializzazione del prodotto e del processo

5. Tecniche di installazione e manutenzione di impianti civili e industriali

6. Tecniche di manutenzione, riparazione e collaudo degli apparecchi dispositivi diagnostici

7. Tecniche di monitoraggio e gestione del territorio e dell’ambiente

8. Tecniche per la programmazione della produzione e la logistica

9. Tecniche di organizzazione e gestione del cantiere edile

10. Tecniche innovative per l’edilizia

Cultura, informatica e tecnologie informatiche

11. Tecniche di allestimento scenico

12. Tecniche di informatica medica

13. Tecniche di produzione multimediale

14. Tecniche per l’integrazione dei sistemi e di apparati TLC

15. Tecniche per la progettazione e gestione di database

16. Tecniche per la progettazione e lo sviluppo di applicazioni informatiche

17. Tecniche per la sicurezza delle reti e dei sistemi

Servizi commerciali

18. Tecniche per l’amministrazione economico-finanziaria

Turismo e sport

19. Tecniche di progettazione e realizzazione di processi artigianali e di trasformazione agroalimentare con produzioni tipiche del territorio e della tradizione enogastronomica

20. Tecniche per la promozione di prodotti e servizi turistici con attenzione alle risorse, opportunità ed eventi del territorio

  • Apprendimento permanente

L’apprendimento permanente consiste in “qualsiasi attività intrapresa dalle persone in modo formale, non formale, informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale” (legge 92 del 28.06.2012, articolo 4, comma 51).

Tra le infrastrutture strategiche per implementare il sistema dell’apprendimento permanente svolgono un ruolo fondamentale le reti territoriali per l’apprendimento permanente (RETAP).

Il CPIA, in quanto Rete Territoriale di Servizio del sistema di istruzione, deputata a realizzare sia attività di istruzione per gli adulti che attività di RS&S in materia di istruzione degli adulti, è soggetto pubblico di riferimento per costituire le reti territoriali per l’apprendimento permanente.

A. Il sistema di istruzione degli adulti in Italia

L’istruzione degli adulti è promossa dai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA) istituiti con il decreto del Presidente della Repubblica 263 del 29 ottobre 2012. Costituiscono una tipologia di istituzione scolastica autonoma dotata di un proprio organico e di uno specifico assetto didattico e organizzativo.

I CPIA sono articolati in “reti territoriali di servizio” strutturate su tre livelli:

  • Livello A: unità amministrativa

Il CPIA si articola, dal punto di vista amministrativo, in una sede centrale e in punti di erogazione di primo livello (sedi associate) dove si realizzano percorsi di primo livello e percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana; tali punti di erogazione di primo livello sono individuati dalle Regioni.

  • Livello B: unità didattica

Il CPIA, dal punto di vista organizzativo-didattico, si riferisce alle istituzioni scolastiche di secondo grado che erogano percorsi di istruzione degli adulti di secondo livello; tali punti di erogazione di secondo livello sono “incardinati” nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado (sedi operative) individuate dalle Regioni stipulando specifici accordi di rete.

  • Livello C: unità formativa

Il CPIA può ampliare l’offerta formativa stipulando accordi con gli enti locali e altri soggetti pubblici e privati, con particolare riferimento alle strutture formative accreditate dalle Regioni; si tratta di iniziative per potenziare le competenze di cittadinanza e quindi l’occupabilità della popolazione.

B. La Formazione continua

La formazione continua migliora il livello di qualificazione e le competenze professionali delle persone adulte occupate. Per la formazione dei propri dipendenti, le imprese possono scegliere di aderire ad uno dei Fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione continua.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali svolge funzioni autorizzative, di monitoraggio e vigilanza sui Fondi.

In Italia la gran parte delle risorse arriva dai fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua.

Come orientarsi fra i fondi interprofessionali

La formazione aziendale è da sempre un tema centrale e negli ultimi anni, con le sfide del digitale e dell’Industry 4.0, se ne parla sempre di più.

In Italia la gran parte delle risorse arriva dai fondi interprofessionali. I fondi interprofessionali esistono ormai da una quindicina di anni ma non è semplice capire quali sono le differenze fra un fondo e un altro e come sceglierne uno.

  • Cosa sono i fondi interprofessionali

Si tratta di organismi di natura associativa fondati attraverso accordi fra le organizzazioni sindacali e altre organizzazioni di rappresentanza delle parti sociali.

Questi fondi - che per esteso si chiamano fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua - sono stati istituiti nel 2000 con la legge 388 e i primi organismi associativi si sono costituiti un paio di anni più tardi.

La legge 388 stabilisce che le aziende possono scegliere di destinare la quota dello 0,30% dei contributi versati all’INPS - il cosiddetto “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria” - a uno dei fondi interprofessionali. I contributi versati al fondo verranno poi utilizzati per finanziare la formazione aziendale.

  • Le finalità dei fondi interprofessionali

Lo scopo di questi fondi è quello di finanziare i piani formativi aziendali, individuali e tutte le attività connesse alle iniziative formative destinate ai propri dipendenti. E dal 2011 queste attività possono coinvolgere anche i lavoratori con contratti di apprendistato e a progetto.

  • Come si aderisce a un fondo

Per aderire a un fondo professionale bisogna compilare le parti apposite del flusso UNIEMENS che va trasmesso all’INPS. Una volta scelto il fondo a cui aderire, l’azienda dovrà selezionare l’opzione “Adesione” nella sezione “FondoInterprof” e dovrà poi indicare il codice del fondo e il numero dei dipendenti. Ogni impresa può aderire a un solo fondo, ma l’adesione ha validità annuale ed è revocabile.

In caso di revoca e adesione a un nuovo fondo, l’azienda può traferire a quello nuovo il 70% del totale delle somme confluite nel triennio antecedente a quello precedente.

Ricordiamo però che:

  • il trasferimento dei fondi non può riguardare micro e piccole imprese;
  • l’importo da trasferire deve essere di almeno 3.000 euro;
  • le quote da trasferire non possono essere riferite a periodi antecedenti il 1° gennaio 2009.

Le imprese che non aderiscono ai fondi interprofessionali devono versare all’INPS il contributo dello 0,30% di cui scrivevamo all’inizio. Quindi il vantaggio di aderire a un fondo è quello di poter reinvestire questo contributo direttamente nella propria azienda organizzando attività di formazione.

  • Quadro attuale dei fondi interprofessionali

Oggi i fondi operativi sono 19, dei 22 autorizzati dal Ministero del Lavoro, di cui 3 dedicati ai dirigenti. A questi si aggiunge il Forma.Temp. dedicato a formazione e sostegno al reddito dei lavoratori in somministrazione.

A solo titolo esemplificativo nel 2015 le risorse ammontavano a 634 milioni di euro, ovvero circa l’80% del totale delle risorse dello 0,30% per la formazione.

I fondi interprofessionali quindi sostengono la gran parte delle azioni di formazione continua. E questo anche oggi, nonostante i tagli e i prelievi che hanno fatto sì che lo 0,30% sia diventato lo 0,19%.

Attraverso i fondi si possono finanziare 4 tipi diversi di piani formativi:

  • piani territoriali, che prevedono azioni di formazione che coinvolgono imprese di settori produttivi diversi che operano sullo stesso territorio;
  • piani settoriali, rivolti a più imprese dello stesso settore;
  • piani aziendali, dedicati ai lavoratori delle singole azienda;
  • piani individuali, ovvero dei percorsi formativi volti alla riqualificazione delle competenze di uno o più lavoratori.
  • Come scegliere il fondo interprofessionale a cui aderire

Si può legare la decisione al settore di appartenenza, perché i fondi coprono la maggior parte dei settori aziendali. Ma si può anche fare una scelta diversa, magari legata al tipo di contratto applicato ai dipendenti.

Nella decisione pesano anche le modalità di erogazione dei finanziamenti. Le principali sono 3.

  • La prima sono gli avvisi a cui l’azienda deve rispondere presentando il proprio piano formativo entro il termine indicato nel bando. In questo caso la formazione viene finanziata se il progetto supera la valutazione della commissione;
  • Un’altra modalità è il Conto Formazione Aziendale, ovvero un conto nel quale l’impresa può accantonare le somme versate. In questo caso l’azienda può disporre delle quote che ha versato quando e come meglio crede, rimanendo nei limiti di finanziamento stabiliti dal fondo a cui aderisce;
  • La terza modalità è il Conto Formazione Aggregato che si ha quando diverse imprese decidono di cumulare i versamenti in un conto comune. La gestione delle risorse può essere affidata a una delle imprese oppure a un ente di formazione.

E qui entra in gioco anche la classe dimensionale dell’azienda. Le grandi aziende infatti tendono a privilegiare i fondi che prevedono i conti aziendali perché è molto probabile che riescano a finanziare la formazione solo con i propri accantonamenti.

Per le PMI invece è più facile lavorare con gli avvisi.

La scelta dipende da diversi fattori ma in ogni caso deve tenere conto dei fabbisogni formativi dell’azienda.

  • Focus su tre fondi

Senza raccontarvi uno per uno tutti e 19 i fondi, vi diamo qualche informazione in più sui tre che raccolgono il maggior numero di aziende e lavoratori, secondo quanto gli stessi fondi hanno dichiarato al Sole 24 Ore a gennaio.

Fondimpresa

A Fondimpresa aderiscono 185.000 aziende per un totale di 4,46 milioni di lavoratori. È il fondo interprofessionale per la formazione continua di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil ed è aperto ad aziende di ogni settore e dimensione.

Le imprese aderenti hanno a disposizione tre canali di finanziamento:

  • il Conto di Sistema che è un conto collettivo ai cui stanziamenti si accede tramite avviso e finanzia piani formativi settoriali o territoriali;
  • il Conto Formazione, ovvero il conto aziendale di cui dispone ogni aderente;
  • il Contributo Aggiuntivo, a cui si accede rispondendo ad avvisi specifici e che consente alle PMI di avvalersi di risorse integrative per realizzare il proprio piano formativo.

Fondo For.Te.

Il secondo fondo più “popolato” è il Fondo For.Te., con più di 1.200.000 lavoratori di oltre 118.000 aziende. È promosso da CONFCOMMERCIO, CONFETRA e CGIL, CISL, UIL e copre il settore terziario, in particolare commercio, turismo, servizi, logistica, spedizioni e trasporti.

Il Fondo For.Te. consente agli aderenti di scegliere un Conto Aziendale o un Conto Aggregato oppure di rispondere agli avvisi anche senza optare per i conti. Ci sono 4 tipologie di avvisi:

  • l’Avviso di Sistema che ha finalità generali ed è destinato a finanziare piani aziendali, settoriali e territoriali;
  • l’Avviso per Progetti tematici;
  • l’Avviso per Progetti speciali/innovativi di tipo sperimentale;
  • l’Avviso per la fruizione dei voucher formativi.

FonARCom

Ultimo fondo che prendiamo in esame è FonARCom, costituito da CONF.S.A.L. e CIFA e dedicato alle PMI del terziario e dell’artigianato. FonARCom conta oltre 170.000 aziende aderenti per un totale di 1.150.00 lavoratori. Gli strumenti di finanziamento sono il Conto Aziendale, il Conto Aggregato e gli avvisi, che si suddividono in 5 tipologie:

  • l’Avviso generale, ovvero un bando annuale e fruibile con modalità a finestra per la presentazione dei piani formativi articolati anche in più d’una attività;
  • gli Avvisi tematici, dedicati a specifiche tipologie di aziende o operatori di un determinato settore;
  • l’Avviso Detto/Fatto! Aziende, ovvero uno strumento flessibile per soddisfare, con tempi ristretti e modalità semplificate, le esigenze formative di singoli lavoratori o piccoli gruppi;
  • l’Avviso per dirigenti, anche questo con modalità semplificate, per formare singoli dirigenti o piccoli gruppi;
  • gli Avvisi per studi professionali per formare il personale degli studi, appunto.

Fra tutti i fondi interprofessionali ci sono molte caratteristiche simili ma anche tante sfumature diverse.

Dal sito dell’ANPAL (www.anpal.gov.it/fondi-interprofessionali-bilaterali) si possono visionare i fondi interprofessionali operativi.

Sono 19, dei 22 autorizzati dal Ministero del Lavoro, di cui 3 dedicati ai dirigenti.

A questi si aggiunge il Forma.Temp. dedicato a formazione e sostegno al reddito dei lavoratori in somministrazione.

Fondi interprofessionali operativi

1. Fapi - Fondo formazione piccole medie imprese

2. Fba - Fondo Banche Assicurazioni

3. FonARCom

4. Fon.Coop

5. FondArtigianato

6. Fond.E.R. - Fondo Enti Religiosi

7. Fondimpresa

8. Fondir

9. Fondirigenti

10. FondItalia - Fondo Formazione Italia

11. Fondo conoscenza

12. Fondo Dirigenti PMI

13. Fondolavoro

14. Fondoprofessioni

15. Fonservizi – Fondo formazione servizi pubblici industriali

16. Fonter

17. Foragri

18. FormAzienda

19. For.Te.

20. Forma.Temp

Fondi interprofessionali non operativi

1. Fon.In.Coop

2. FondAgri

3. Fondazienda

Soggetti che operano per la formazione continua

Sono tutti i soggetti accreditati dalle Regioni per la Formazione Continua; tra questi le Agenzie per il Lavoro (APL).

Cosa sono

Prima di spiegare cosa sono, bisogna fare una distinzione tra Agenzia per il lavoro e la vecchia Agenzia Interinale. Infatti, molti soggetti che sono alla ricerca di una nuova occupazione, associano alle due tipologie di Agenzie le stesse funzioni. Anche se possono sembrare uguali, sono due realtà totalmente differenti la prima è il superamento dell’altra. L’attività dell’agenzia del lavoro è disciplinata dal decreto legislativo del 10 settembre 2003, n. 27 e attuato con DM 10 aprile 2018, recante i requisiti necessari per poter operare in questo ambito.

L’Agenzia del lavoro è quell’ente privato che ha come scopo quello di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Infatti, essa fornisce alle aziende strumenti e servizi di:

  • Intermediazione;
  • Ricerca e selezione del personale;
  • Supporto alla ricollocazione professionale;
  • somministrazione di personale a tempo determinato o indeterminato.

Quindi l’agenzia da una parte serve le aziende clienti a trovare personale adeguato alle proprie esigenze, dall’altro assiste i candidati fornendo supporto per loro la formazione adeguata e per la ricerca di un impiego adeguato alle loro competenze e aspirazioni.

Quanti tipi esistono

Esistono diverse tipologie di Agenzie per il lavoro:

  • Somministrazione di tipo specialista:

Questa tipologia di Agenzia si differenzia dalle altre per il fatto che possono somministrare i propri lavoratori solo attraverso contratti a tempo indeterminato;

  • Agenzie di somministrazione generalista:

Sono quelle che svolgono attività di somministrazione di manodopera, di intermediazione, ricerca e selezione del personale, attività di supporto alla ricollocazione professionale.

  • Intermediazione:

E’ quella tipologia di Agenzia che svolge principalmente le seguenti attività: Pubblicare annunci di lavoro, raccogliere i Cv, effettuare colloqui preliminare. Inoltre, può svolgere anche l’intera fase di assunzione e formazione di un dipendente idoneo a ricoprire la mansione richiesta dall’azienda;

  • Ricerca e selezione del personale:

Svolgono principalmente attività di consulenza alle aziende che sono alla ricerca di una dipendente. Infatti, esse cercano di individuare i candidati migliori per ricoprire una delle posizioni lavorative ricercate dall’azienda committente;

  • Per la ricollocazione professionale:

Svolge esclusivamente attività finalizzate alla ricollocazione nel mercato del lavoro.

Per un elenco completo ed aggiornato delle Agenzie per il Lavoro autorizzate ad operare in Italia ed iscritte all’albo degli operatori del Ministero del Lavoro:

Un elenco esemplificativo

Adecco è un’agenzia per il lavoro nata in Svizzera specializzata nei servizi di somministrazione di lavoro, apprendistato in staff leasing e outsourcing. Le aree di specializzazioni sono davvero tante. Infatti, sul proprio portale sarà possibile candidarsi per qualsiasi tipologia di posizione lavorativa. Inoltre, a differenza delle due precedenti Agenzie, essa da la possibilità di vedere quali sono attualmente le aziende che sono alla ricerca di personale.

  • Articolo 1 – articolo1.it

È una società italiana di Servizi HR, autorizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Nel 2016 questa società viene acquisita da Idea Lavoro S.p.A. con l’obiettivo di realizzare un progetto di sviluppo  in Italia e, soprattutto, all’estero. Sul portale sarà possibile inserire spontaneamente il proprio Cv oppure candidarsi per una posizione lavorativa presente già sul sito web.

È un’Agenzia per il lavoro generalista autorizzata dal Ministero e iscritta nella sezione I dell’apposito albo informatico. Essa è considerata una dei migliori 10 agenzie per il lavoro di Italia. Per i candidati in cerca di lavoro offre la possibilità di trovare posizioni lavorative presso aziende di una certa importanza, mentre per le aziende da la possibilità assumere candidati con le giuste competenze per lo svolgimento della posizione lavorativa. Tutto questo è dovuto principalmente grazie al personale esperto e sempre aggiornato.

Generazione Vincente è una Agenzia per il Lavoro presente sul mercato da più di 20 anni. Ogni giorno sul proprio portale web vengono inseriti tantissimi annunci di lavoro provenienti da tutta Italia. L’utilizzo di questo portale è davvero molto semplice, infatti, tutto quello che dovrà fare l’utente che è alla ricerca di un lavoro, è inserire una parola chiave della mansione che intende ricoprire, selezionare il luogo dove si intende lavorare ed infine la categoria della mansione. Inoltre, se non ci sono posizioni lavorative interessanti sarà sempre possibile caricare il proprio CV spontaneamente nel Database dell’Agenzia.

È sicuramente la prima agenzia di somministrazione e selezione del personale in Italia. Essa si occupa principalmente nei campi della somministrazione, nella selezione di personale e nella formazione del singolo lavoratore. Trovare lavoro su questa piattaforma è davvero molto semplice ed intuitivo.

Hays è considerata una delle Agenzie per il lavoro leader mondiali nel Recruitment. Essa è specializzata in ambito del Middle e Senior Management. In Italia è presente a: Milano, Roma, Bologna e Torino.

Humangest si occupa di diversi servizi come ad esempio: amministrazione del personale in outsourcing per piccole, medie e grandi aziende, formazione, Somministrazione e tanto altro. Attualmente conta più di 43 filiali sparse su tutto il territorio italiano e collabora con più di 1600 aziende italiane e non. La politica di utilizzo di questo portale è molto simile a quelli precedentemente elencati.

LavoroPiù è un’Agenzia per il Lavoro con più di 65 sedi presenti in 6 Regioni italiane: Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto. Essa è specializzata in diversi settori come: La sanità, agricoltura, moda, farmaceutica, grande distribuzione e hotel.

È una Agenzia di Somministrazione di lavoro di tipo generalista molto conosciuta. Attualmente ManpowerGroup Italia garantisce occupazione a oltre 110mila persone stipulando più di 400mila contratti con 15mila aziende clienti e conta decine di filiali su tutto il territorio nazionale. È possibile trovare lavoro oppure trovare candidati direttamente sul proprio portale web oppure direttamente in sede con consulenti specializzati.

È una Multinazionale di origini olandesi. Il punto di forza di questa Agenzia per il Lavoro è quello di poter trovare posizioni lavorative in tutto il mondo. Nel 2017 Randstad ha acquisito anche la famosissima agenzia Obiettivo Lavoro SPA. La funzionalità per trovare lavoro su questo portale è molto simile a Generazione Vincente.

Un elenco completo delle Agenzie per il lavoro autorizzate attraverso l’apposito Albo Informatico è presente sul sito dell'ANPAL.