“La verità decisiva della fede cristiana è il Signore risorto. La gloria eterna è la nostra meta ultima, ma anche già fin d’ora perché si è fatta realtà nel corpo di Gesù Cristo. La spiritualità giovanile salesiana è pasquale”. Così presenta la Spiritualità Giovanile Salesiana il nuovo documento della Pastorale Giovanile Salesiana. E ricorda come “la tendenza più radicata nel cuore della persona sono il desiderio e la ricerca della felicità”. La fede cristiana è per vocazione un annuncio di felicità radicale, senza confini di spazio e di tempo.
È perfettamente in linea con l’Enciclica Evangelii gaudium di Papa Francesco, che ci ricorda che “nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore”.
Una gioia che ha il suo fondamento soprattutto nel mistero pasquale che celebriamo in questi giorni. Ce lo ricorda Papa Francesco in quest’ultima udienza generale prima della Pasqua: “La Risurrezione di Gesù non è il finale lieto di una bella favola, non è l’happy end di un film; ma è l’intervento di Dio Padre e là dove si infrange la speranza umana. Nel momento nel quale tutto sembra perduto, nel momento del dolore, nel quale tante persone sentono come il bisogno di scendere dalla croce, è il momento più vicino alla risurrezione… Nel momento più oscuro interviene Dio e risuscita”.
Certo, il sacrificio, il duro impegno quotidiano, la delusione e la sofferenza a volte mordono duro nella nostra vita. A volte ci torna pesante accettare la vita di ogni giorno. Don Bosco lo aveva sperimentato e pur riusciva a far comprendere ai suoi giovani che “impegno e gioia vanno insieme”, come vanno insieme “santità e allegria”.
È la dimensione della croce, senza la quale non c’è risurrezione, non c’è vita nuova nello Spirito.
Lo ricordava bene San Francesco di Sales: “Ogni amore che non trae origine dalla passione del Salvatore è frivolo e pericoloso”.
A volte, dice il Papa, “noi attendiamo che Dio nella sua onnipotenza sconfigga l’ingiustizia, il male, il peccato e la sofferenza con una vittoria divina trionfante. Dio ci mostra invece una vittoria umile che umanamente sembra una fallimento”. Quando tutto sembra perduto, è allora che interviene Dio con la potenza della risurrezione.
Sant’Agostino dirà: “Ucciso dalla morte, Egli (Gesù) uccide la morte”.
“Guardando Gesù nella sua passione, noi vediamo come in uno specchio le sofferenze dell’umanità e troviamo la risposta divina al mistero del male, del dolore, della morte” sottolinea il Papa.
Dopo il venerdì santo, viene la pasqua, dopo la croce viene la viene la risurrezione, perché, come affermava mons. Tonino Bello, “la croce ha sempre una collocazione provvisoria”.
La Pasqua è il cuore della nostra gioia e della nostra speranza.
La felicità è allora, “dono e impegno”. Dono di Cristo risorto e impegno di ogni cristiano perché sappiamo diffonderla attorno a noi.
Sia per tutti noi una Pasqua di gioia e di ottimismo. Buona Pasqua!
don Gianni