La scuola dell’infanzia italiana costituisce un esempio di “pluralismo culturale e istituzionale” per la presenza, in relazione alla istituzione, alla gestione e al finanziamento, di tre tipi di iniziative: le scuole statali e a carattere statale, le scuole promosse da enti privati in gran parte religiosi, le scuole sorte per iniziativa degli enti locali. Con il tempo la scuola dell’infanzia italiana si è imposta nel panorama internazionale con un “gradimento ed un rispetto superiori a quelli che toccano agli altri ordini di scuola” .

Cenni storici
La scuola dell’infanzia ha origini lontane.
Le prime esperienze risalgono all’800, quando veniva identificata nell’asilo con una funzione pret-tamente assistenziale. Il primo asilo fu fondato a Cremona da Ferrante Aporti nel 1829. Un’esperienza fondamentale fu quella di Maria Montessori che, nel 1907, aprì a Roma la “Casa dei bambini” nella quale realizzò il metodo educativo che porta ancora oggi il suo nome.

La “riforma Gentile” del 1923 e il Testo Unico del 1928 diedero, a questa particolare offerta, una regolamentazione precisa nel quadro dell’istruzione pubblica: venne denominata scuola del grado preparatorio all’insegnamento primario.   
Lo Stato ha assunto la completa responsabilità nell’educazione prescolare nel 1968 con la legge 144, riconoscendo anche la funzione svolta da istituzioni non statali e assegnando loro contributi finanziari. Con questa legge ha iniziato anche un percorso che ha portato questa scuola a perdere i connotati assistenziali che l’avevano caratterizzata in precedenza e ad assumere non solo una valenza prevalentemente educativa ma anche una completa autonomia didattica, oltre che una dimensione nazionale.

Sperimentazioni condotte negli ultimi anni e l’esperienza di Reggio children nei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali di Reggio Emilia sono un patrimonio che costituisce da anni un punto di riferimento di qualità nazionale e internazionale .
La legge 53/2003 e la successiva decretazione hanno inserito a pieno titolo l’educazione pre-primaria nel sistema educativo di istruzione e formazione con la denominazione di “scuola dell’infanzia”.
Anche se non esiste l’obbligo giuridico di frequentarla, alla scuola dell’infanzia si iscrive ormai oltre il 95% della popolazione interessata.

Elementi di ordinamento
La scuola dell’infanzia ha come obiettivi l’educazione e lo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale dei bambini promuovendone le potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento ed assicurando un’effettiva eguaglianza delle opportunità educative. Nel rispetto della primaria responsabilità educativa dei genitori, la scuola dell’infanzia contribuisce alla formazione integrale dei bambini e, nella sua autonomia e unitarietà didattica e pedagogica, realizza la continuità educativa con la scuola primaria (art. 2, legge 53 del 28 marzo 2003).
Mentre spetta al Ministero dell’Istruzione definire i piani educativi, alle scuole nella loro autonomia e responsabilità spetta il compito di darvi attuazione secondo contenuti e criteri didattici liberamente assunti.
Le attività educative che i bambini svolgono nella scuola dell’infanzia si possono ricondurre, orientativamente, ai seguenti “campi di esperienza”:

  • il sé e l’altro: le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme ;  
  • il corpo in movimento: identità, autonomia, salute;
  • linguaggi, creatività, espressione: gestualità, arte, musica, multimedialità;
  • i discorsi e le parole: comunicazione, lingua, cultura;
  • la conoscenza del mondo: ordine, misura, spazio, tempo, natura;  
  • la religione cattolica: i traguardi relativi all’IRC distribuiti nei vari campi di esperienza.  

La scuola dell’infanzia è aperta a tutti i bambini italiani e stranieri che abbiano un’età compresa tra i 3 e i 5 anni compiuti entro il 31 dicembre, ha una durata triennale e non è obbligatoria.
A determinate condizioni possono iscriversi anche anticipatamente coloro che compiono 3 anni entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento.
L’orario di funzionamento della scuola dell’infanzia è stabilito in 40 ore settimanali. Le famiglie possono richiedere di estendere l’orario fino a 50 ore oppure chiedere un orario ridotto per complessive 25 ore settimanali.

Servizi integrativi delle “SEZIONI PRIMAVERA”
Dal 2007-2008 sono stati previsti, in via sperimentale, nuovi servizi educativi per bambini più pic-coli. Questi particolari servizi, a cui possono accedere bambini di 24 - 36 mesi compiuti entro il 31 dicembre, sono stati denominati “Sezione primavera”.
Prima del 2007 in alcune regioni e province italiane l’esperienza di questo servizio educativo, che si colloca tra l’asilo nido e la scuola dell’infanzia, era già in atto sotto denominazioni diverse, come, ad esempio “Sezioni primavera” e “Sezioni ponte”.
Attualmente i servizi integrativi delle sezioni primavera, pur aumentati in qualità e quantità, non sono ancora generalizzati su tutto il territorio nazionale. Le iscrizioni avvengono secondo modalità definite nelle singole realtà territoriali in base ad intese tra gli uffici Scolastici regionali e le Regioni.