- In evidenza: Alunni stranieri e sistema educativo di Istruzione e Formazione
- I nostri numeri: CNOS-FAP a Didacta 2025: un successo di partecipazione e condivisioni
- Focus formativo: Ripensare e potenziare i quarti anni IeFP
- Success Story: Dalle pentole ai libri: il percorso formativo di Melissa Verbo, nostra ex-allieva
- Innovazione didattica:
Definizione di un modello di competenze strategiche (key skills) dei formatori nel contesto della IeFP - Osservatorio digitale
I NEET: una comprensione più profonda
Alunni stranieri e sistema educativo di Istruzione e Formazione
È opinione largamente condivisa che l'inclusione scolastica sia una grande conquista per il nostro Paese. L’inclusione cerca, infatti, di favorire per le studentesse e gli studenti il raggiungimento del personale successo formativo nel rispetto delle potenzialità di ciascuno. Questo impegno della scuola è rivolto non solo agli studenti italiani ma anche agli alunni stranieri.
Così si scrive sul sistema scolastico.
Ma una domanda è d’obbligo. Il sistema formativo di competenza regionale, che accoglie anche alunni stranieri, è altrettanto inclusivo?
Prima di rispondere alla domanda con il presente contributo, è utile precisare l’espressione “alunni stranieri”.
A giudizio degli esperti l’espressione è molto generica e rimanda ad una gamma di situazioni diversificate. Manca, comunque, una classificazione ufficiale e la situazione, tra l’altro, è in continua evoluzione a seguito delle politiche migratorie.
Vari esperti hanno classificato le situazioni in alcune categorie. Si parla di “alunni stranieri nati all’estero” quando si è in presenza di alunni che sono nati all’estero ma che sono poi emigrati in Italia insieme alla loro famiglia. Si parla, ancora, di “alunni stranieri nati in Italia da genitori stranieri” quando si è in presenza di alunni che sono nati in Italia ma che hanno genitori stranieri e che, quindi, potrebbero avere difficoltà a padroneggiare la lingua italiana. Si parla, inoltre, di “alunni rifugiati” quando si è in presenza di alunni che sono fuggiti dal loro Paese d’origine a causa di guerre, persecuzioni politiche o altre situazioni di grave pericolo per la propria vita e che hanno chiesto asilo in Italia. Continuando nelle esemplificazioni si parla di “alunni richiedenti asilo” quando si fa riferimento ad alunni che hanno presentato domanda di asilo in Italia ma che non hanno ancora ottenuto lo status di rifugiato; di “alunni appartenenti a minoranze linguistiche” quando si fa riferimento ad alunni che appartengono a minoranze linguistiche presenti sul territorio italiano, come ad esempio gli alunni di lingua ladina o sarda; di “alunni figli di immigrati regolari” quando si è in presenza di alunni che sono figli di immigrati regolari, cioè che hanno ottenuto il permesso di soggiorno per motivi di lavoro, di studio o familiari e di “alunni figli di immigrati irregolari” quando si fa riferimento ad alunni che sono figli di immigrati che non hanno regolarizzato la propria posizione in Italia. Questi alunni potrebbero essere soggetti a diverse problematiche, tra cui la mancanza di documenti, la precarietà abitativa e la difficoltà di accesso ai servizi scolastici.
CNOS-FAP a Didacta 2025: un successo di partecipazione e condivisioni
Il 14 marzo si è conclusa la 3 giorni dell'undicesima edizione di Didacta Italia, evento di riferimento per il mondo della scuola e della formazione, che ha visto quasi 20mila visitatori affollare gli spazi della Fortezza da Basso di Firenze. L'evento ha confermato il suo ruolo centrale nel panorama educativo italiano.
CNOS-FAP e CNOS-SCUOLA hanno partecipato attivamente con un ricco programma di attività che ha attirato numerosi visitatori al nostro stand, creando un ambiente di scambio proficuo e stimolante. Il nostro spazio e le nostre proposte di attività come rete salesiana, sono diventate un punto di riferimento per docenti, dirigenti scolastici e professionisti del settore, interessati alle metodologie innovative nell’educazione e formazione professionale.
Grande interesse ha suscitato il nostro convegno "Intelligenza artificiale in classe: un cantiere aperto", durante il quale abbiamo presentato i risultati della sperimentazione nazionale sull'Intelligenza Artificiale con Google Gemini che ha coinvolto quasi 1000 docenti provenienti da scuole e centri di formazione professionale appartenenti alla rete Salesiana. Gli interventi, attraverso il racconto di esperienze pratiche, hanno raccontato come l'IA generativa possa essere utilizzata per personalizzare i percorsi formativi, potenziare le didattiche e preparare i giovani alle competenze richieste dal mercato del lavoro.
L’alta partecipazione al convegno ha testimoniato quanto il tema dell'integrazione dell'IA nei processi formativi sia cruciale e attuale, offrendo spunti concreti su come questa tecnologia possa supportare una didattica sempre più personalizzata e inclusiva.
Grande interesse c’è stato anche per i workshop organizzati, che hanno spaziato tra diverse tematiche:
- l'esplorazione interdisciplinare del Sistema Solare ha dimostrato come le barriere tra le diverse materie possano essere superate per un apprendimento più integrato e coinvolgente
- la music production con iPad ha mostrato come la tecnologia possa diventare strumento di creatività ed espressione personale
- il gioco educativo "Mostrilli" ha rivelato le potenzialità del gaming come strumento didattico per l'apprendimento della matematica
- l'impresa formativa simulata "Centro del Riuso" ha illustrato percorsi concreti di formazione orientata alla sostenibilità
- "I tesori incantati di Sanber" ha evidenziato come la didattica digitale possa contribuire alla salvaguardia del patrimonio culturale locale
Nei tre giorni di fiera, abbiamo vissuto un clima di energia e positività. I nostri spazi sono diventati luoghi di scambio dove la passione educativa ha trovato espressione in un confronto tra metodologie, esperienze e visioni.
La nostra partecipazione a Didacta rappresenta la volontà di costruire un percorso didattico e formativo che, fedele ai valori della centralità della persona, prepari i giovani ad essere protagonisti consapevoli nel mondo del lavoro. L'entusiasmo e l'interesse riscontrati nei nostri workshop e nel convegno confermano che la strada intrapresa, fondata sull'integrazione tra innovazione tecnologica e attenzione alla persona nella sua integralità, risponde alle reali esigenze formative dei giovani di oggi.
Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso possibile questa esperienza, dai relatori ai partecipanti, dal team organizzativo ai partner che ci hanno supportato.
Verso nuovi orizzonti: ripensare e potenziare i quarti anni IeFP
La Fondazione CNOS-FAP ha avviato un importante progetto di revisione e potenziamento dei percorsi formativi dei quarti anni IeFP (Istruzione e Formazione Professionale), rispondendo proattivamente alle nuove opportunità offerte dalla recente legge 121 dell'8 agosto 2024 che ridisegna il panorama della formazione professionale in Italia.
Una svolta per la formazione professionale
Il progetto nasce dalla volontà di contribuire in modo costruttivo al disegno del Ministero dell'Istruzione e del Merito per la strutturazione di una filiera tecnologico-professionale unitaria e pluralistica secondo il modello 4+2. Un'innovazione che amplifica le possibilità per i giovani diplomati dei percorsi IeFP, aprendo la strada all'accesso ai nuovi corsi ITS biennali che verranno attivati con il completamento della prima fase della sperimentazione.
In questo nuovo scenario, il quarto anno IeFP, che fino a poco tempo fa rappresentava il punto di arrivo dell'offerta formativa, assume oggi un ruolo strategico e diventa un vero e proprio snodo che offre molteplici opportunità:
- inserimento diretto nel mondo del lavoro
- proseguimento degli studi in un percorso ITS biennale
- passaggio a un istituto secondario di secondo grado per il conseguimento del diploma di Stato
- specializzazione attraverso un percorso IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore)
Gli obiettivi e la struttura del progetto
Il progetto, che si svilupperà nell'arco di due anni, si articola in tre obiettivi fondamentali:
- analisi approfondita dei modelli esistenti: una ricerca dettagliata sugli approcci e le modalità di progettazione e realizzazione dei quarti anni IeFP nei Centri di Formazione Professionale della Fondazione CNOS-FAP, per mappare i modelli presenti e la loro diffusione territoriale e settoriale.
- raccolta e studio delle prassi significative: l'identificazione e l'esame delle buone pratiche sotto il profilo progettuale e metodologico, considerando anche le interconnessioni con l'ecosistema formativo di riferimento (scuola, impresa, servizi per l'orientamento e politiche del lavoro), e individuando eventuali criticità da risolvere.
- proposte concrete per l'integrazione curricolare verticale: lo sviluppo di strategie per un allineamento dei percorsi IeFP a partire dal secondo anno, con l'obiettivo di offrire agli studenti una formazione coerente con le loro aspettative e con i principi educativi che da sempre caratterizzano il nostro approccio formativo.
Metodologia e strumenti di ricerca
Per raggiungere questi obiettivi, la sede nazionale ha avviato una ricerca strutturata basata su tre strumenti complementari:
- Un questionario completo rivolto a tutti i partecipanti ai percorsi formativi
- Un'analisi approfondita di casi particolarmente significativi e rappresentativi
- Interviste a testimoni privilegiati, appartenenti ad altri enti delle reti CONFAP e FORMA
Il fine ultimo è fornire un quadro chiaro e dettagliato della situazione attuale, per delineare un allineamento verticale dei quarti anni attraverso l'identificazione di "nuclei essenziali" nei contenuti curricolari e lo sviluppo di moduli integrativi mirati.
Un impegno per il futuro dei giovani
Questo progetto rappresenta un passo significativo verso un sistema formativo più integrato e rispondente alle esigenze del mondo del lavoro, in cui la formazione professionale assume un ruolo sempre più centrale e strategico. La Fondazione CNOS-FAP, fedele alla propria tradizione educativa che pone al centro la persona e la sua crescita integrale, rinnova così il proprio impegno per offrire ai giovani opportunità concrete di formazione e realizzazione professionale.
I risultati di questa ricerca saranno fondamentali per progettare percorsi formativi sempre più efficaci, capaci di valorizzare i talenti di ciascuno e di rispondere alle sfide di un mercato del lavoro in continua evoluzione, contribuendo alla crescita di professionisti competenti e di cittadini consapevoli e responsabili.
Dalle pentole ai libri: il percorso formativo di Melissa Verbo, nostra ex-allieva
"Il CNOS-FAP è diventato molto più di una semplice scuola. Questo luogo è stato un rifugio, una comunità di persone appassionate e dedite al loro lavoro."
Era il 2014 quando, di fronte alla scelta cruciale della scuola superiore, Melissa Verbo decise di seguire la sua passione per la cucina iscrivendosi al CNOS-FAP di San Benigno Canavese. Quella che sembrava essere semplicemente una scelta formativa si è rivelata l'inizio di un percorso di crescita personale e professionale che l'ha portata a scoprire nuove passioni e a intraprendere strade inaspettate.
"I tre intensi anni trascorsi presso l'Istituto San Benigno hanno plasmato la mia abilità in cucina, fornendomi una formazione pratica e approfondita nel mondo della gastronomia," racconta Melissa. "Ma il CNOS-FAP mi ha dato molto di più delle competenze tecniche."
Al termine dei tre anni di formazione professionale, Melissa si è trovata di fronte a un bivio: iniziare subito a lavorare o continuare gli studi. Scelse la strada più impegnativa, iscrivendosi a un istituto alberghiero per gli ultimi due anni di superiori e conseguendo il diploma. Ma qualcosa dentro di lei stava cambiando: la passione per la cucina, pur rimanendo importante, lasciava spazio a un nuovo interesse per lo studio e l'apprendimento.
"La decisione di iscrivermi all'università è stato un passo significativo," confida Melissa. Dopo aver superato il test di ingresso, ha intrapreso un percorso triennale in Scienze dell'Educazione, laureandosi dopo tre anni. La passione per lo studio si è ulteriormente approfondita, portandola a iscriversi al corso di laurea magistrale in Scienze Pedagogiche, che sta per completare.
Questo viaggio attraverso la formazione rappresenta un esempio concreto di come i percorsi formativi non siano mai lineari, ma possano evolversi seguendo la crescita personale e la scoperta di nuove passioni. La storia di Melissa è una testimonianza preziosa di come la formazione professionale possa rappresentare non solo l'acquisizione di competenze specifiche, ma anche un trampolino di lancio per percorsi di studio e carriere diverse.
"Dal punto di vista umano, il CNOS-FAP è diventato molto più di una semplice scuola," sottolinea Melissa. "Questo luogo è stato un rifugio, una comunità di persone appassionate e dedite al loro lavoro. Gli insegnanti non erano solo mentori, ma anche guide che hanno nutrito il mio amore per la cucina e mi hanno insegnato importanti lezioni di vita."
L'atmosfera inclusiva e di supporto che ha caratterizzato l'esperienza di Melissa al CNOS-FAP ha contribuito a plasmare la sua identità e a farle sentire di far parte di qualcosa di più grande. L'amicizia con i compagni di classe e di istituto ha creato legami che durano ancora oggi, testimoniando il valore di una formazione che va ben oltre le competenze tecniche.
Guardando alla sua esperienza, Melissa offre un consiglio a chi si trova di fronte alla scelta della scuola superiore: "Rifletti sulle tue passioni e interessi, cercando un istituto che offra programmi in sintonia con le tue aspirazioni. Esplora le diverse opzioni partecipando a giornate di orientamento e consultando insegnanti e consulenti scolastici."
L'esperienza di Melissa dimostra che ogni scelta formativa, anche quando sembra portarci in una direzione specifica, può aprire porte inaspettate e condurci a scoprire nuovi talenti e passioni. L'importante è approcciarsi al percorso formativo con apertura mentale e disponibilità a crescere, non solo professionalmente ma anche umanamente.
Come lei stessa afferma: "Questo viaggio attraverso la formazione è stato un mix di esperienze culinarie, scoperte personali e trasformazioni accademiche. Ogni tappa ha contribuito a modellare il mio percorso e a farmi crescere come persona."
La storia di Melissa Verbo incarna perfettamente i valori della formazione integrale della persona che da sempre contraddistinguono l'approccio educativo del CNOS-FAP, dove ogni studente è considerato nella sua interezza e accompagnato in un percorso di crescita completo.
Definizione di un modello di competenze strategiche (key skills) dei formatori nel contesto della IeFP
È stata avviata l’attività del progetto commissionato da Inapp che vede la partecipazione della RTI composta da CNOS-FAP ETS, ISRE, CIOFS-FP ETS e SCF.
Si tratta di un percorso di ricerca che intende definire un modello di competenze strategiche dei formatori (mappatura con descrittivi e relativi indicatori), che consenta di rappresentare e declinare le diverse aree di competenza da considerarsi essenziali per l’efficacia della loro azione professionale. Il modello verrà validato e costituirà la base su cui andare a costruire e sperimentare un dispositivo di valutazione formativa delle competenze strategiche dei formatori tramite questionari, interviste semi-strutturate e osservazione sul campo della pratica professionale. Tale lavoro consentirà successivamente di andare a definire strategie e modalità sostenibili per formulare ed implementare piani di sviluppo formativo delle competenze strategiche, ovvero opportunità di miglioramento, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo professionale.
Il progetto ha una durata di 24 mesi e vede il coinvolgimento di 2 CFP e 8 formatori per ogni Ente di Formazione Professionale della Rete (CNOS-FAP ETS, CIOFS-FP ETS, SCF), per un totale di 6 CFP e 24 formatori appartenenti a diversi settori professionali ed aree trasversali. Il gruppo di lavoro è coordinato da un responsabile scientifico, un direttore di progetto, tre esperti ricercatori in materia.
Ad oggi è partita la prima fase delle tre fasi del progetto che ha visto anche la realizzazione di una visita studio a fine febbraio a Bruxelles della durata tre giorni durante la quale il gruppo ha incontrato i referenti di:
- DG Education, Youth, Sport and Culture;
- DG Employment, Social Affairs and Inclusion;
- Reti europee di Enti di Formazione Professionale (EFVET, EVBB);
- Associazioni FOREM e EARLALL.
L’incontro con tali esperti internazionali ha permesso un dibattito tecnico scientifico volto ad approfondire sistemi, metodologie e strumenti per la valutazione delle competenze dei formatori.
A breve i 24 formatori individuati nelle Regioni Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, saranno coinvolti nella validazione del questionario, strumento di auto-valutazione. Una volta validato, verrà fatta un’indagine quantitativa tramite la somministrazione dello stesso questionario a 200 formatori.
Il progetto è pensato nello spirito di supportare i singoli e le organizzazioni a crescere e a migliorare la propria professionalità. Per raggiungere questo scopo, è fondamentale il contributo dei 24 formatori, chiamati a mettersi in gioco, collaborando con il gruppo dei ricercatori, fornendo riscontri sugli elaborati prodotti e facendosi osservare nella loro attività formativa da esperti valutatori esterni.
I NEET: una comprensione più profonda
Alcuni dati significativi sul fenomeno dei NEET in Italia (giovani che non studiano e non lavorano), emersi dal Bollettino CNEL 2025 e dalle recenti ricerche della Fondazione Marco Fileni.
Nel 2024, l'Italia conta circa 1,34 milioni di NEET tra i 15-29 anni, un dato che rimane preoccupante anche se in calo del 4,8% rispetto al 2023. Un'analisi più dettagliata rivela che:
- il 33,6% dei NEET è in cerca di occupazione, mentre il 66,4% è inattivo
- esiste un forte divario territoriale: l'incidenza dei NEET nel Sud è più che doppia rispetto al Nord
- il titolo di studio rappresenta un fattore protettivo: i laureati hanno un'incidenza di NEET più bassa, anche se nel Sud il problema persiste anche tra i giovani con formazione universitaria
Contrariamente a quanto spesso si crede, molti NEET non sono semplicemente "fermi" o disimpegnati. La ricerca della Fondazione Marco Fileni sui NEET del Centro Italia evidenzia che:
- numerosi NEET hanno esperienze lavorative pregresse (spesso precarie)
- mantengono interessi, hobby e aspirazioni per il futuro
- percepiscono la formazione più positivamente del lavoro, vedendo quest'ultimo principalmente in termini di necessità e dovere
Le cause che portano un giovane a diventare NEET sono intrecciate e coinvolgono:
- fattori individuali: percezione negativa del lavoro, scarsa fiducia nel futuro, mancanza di orientamento
- contesto familiare: livello di istruzione dei genitori, difficoltà economiche, qualità del dialogo familiare
- sistema scolastico: grado di proattività dei docenti, collegamento con il mondo del lavoro
- territorio: opportunità locali, presenza di lavoro sommerso, possibilità di mobilità
Per affrontare efficacemente questo fenomeno è necessario:
- sviluppare politiche personalizzate basate sull'ascolto dei giovani
- promuovere un'immagine più positiva del lavoro, valorizzando talento e passione
- considerare le specificità territoriali negli interventi
- rafforzare il ruolo della famiglia e della scuola nell'orientamento
Scuole, enti formativi, istituzioni e imprese, siamo tutti chiamati a contribuire al superamento di questo problema strutturale con approcci innovativi e multidimensionali.