
L’istruzione tecnica superiore, cioè l’offerta di percorsi “terziari” (post-diploma) a carattere non universitario, ha una storia relativamente recente in Italia, a differenza di molti altri paesi europei. I corsi professionalizzanti in Italia accolgono una percentuale ancora molto bassa di studenti e studentesse: poco meno del 2,5% del totale delle immatricolazioni all’Università (cfr. Istat, 2023). Nell’ambito di questo scenario, si è progressivamente evidenziato un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro (skill mismatch), segno di un rapporto poco efficace tra il mondo della formazione e quello del lavoro. L’esperienza degli ITS (istituti tecnici superiori) è nata proprio con l’intento di far fronte a tale divario, con l’obiettivo di sostenere gli interventi di politica industriale, con particolare riferimento ai fabbisogni di innovazione e di trasferimento tecnologico delle piccole e medie imprese. Essi sono stati recentemente riformati (2022), in vista di un rilancio che si propone di allineare il sistema
formativo italiano all’assetto esistente nei principali partner europei, anche per reggere meglio
le prossime sfide della transizione digitale ed ecologica. In questo prima sezione della rivista dedicata al “cantiere delle riforme”, vogliamo porre all’attenzione dei lettori la recente riforma degli ITS la quale, assieme alla sperimentazione della nuova “filiera tecnologico-professionale, assume una particolare rilevanza anche per il sistema della IeFP.
Attraverso alcuni contributi di analisti e di protagonisti sul campo proviamo non solo a “fare il punto” su questo cantiere, ma anche ad “incrociare gli sguardi” sulle possibili evoluzioni in atto, a partire da quelle più direttamente implicanti la formazione tecnica e professionale.