1. La dizione "c. c." a livello istituzionale europeo trae origine da un documento redatto nel 2002 da un gruppo di esperti europei nominati dalla Commissione europea dal titolo: "Le competenze chiave in una società fondata sulla conoscenza: un primo passo sulla via della loro selezione, della loro definizione e della loro descrizione". Il documento faceva seguito al vertice di Lisbona del 2000 e al Consiglio europeo del febbraio del 2001, secondo il quale le competenze di base costituivano uno dei tre obiettivi prioritari, sui tredici individuati. Il gruppo ha ritenuto preferibile parlare di "c.c." essenzialmente per molteplici ragioni, tra le quali il fatto che per molte persone il qualificativo "di base", ricopre un insieme limitato di competenze di lettura, di scrittura e di calcolo, e ciò dà luogo spesso a confusione nei dibattiti, mentre il termine "chiave" è più dinamico e non ha questo connotato.
2. A conclusione dei suoi lavori questo gruppo di esperti nel 2004 giungeva alle seguenti indicazioni. Le c.c. rappresentano un insieme di conoscenze, abilità e atteggiamenti trasferibili e multifunzionali, di cui tutti gli individui hanno bisogno per un completamento e sviluppo personale, l’ inclusione sociale e il lavoro. Queste c. dovrebbero essere sviluppate al termine della scuola o la formaz. obbligatoria, e dovrebbero agire come fondamento dell’ulteriore apprendimento come componente dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Per giungere a una scelta il gruppo aveva individuato tre criteri: a) compiutezza personale ed evoluzione durante tutta la vita; b) inclusione nella società; c) capacità di inserimento professionale. Inoltre, si riconosce che il concetto di competenza implica allo stesso tempo conoscenze, abilità e disposizioni interne stabili, che siano trasferibili e in qualche misura polivalenti. Nel caso delle c.c, queste dovrebbero costituire un bagaglio trasferibile e polivalente necessario al compimento o allo sviluppo personale, come anche all’inclusione e all’impiego di ognuno, che si suppone essere state acquisite alla fine del periodo di scolarità o di formaz. obbligatoria e che costituiscono il fondamento dell’ educaz. e della formaz. lungo tutta la vita. In questo contesto sono stati individuati otto ambiti di c.c. (naturalmente per ciascun ambito si è giunti a una serie di esplicitazioni più dettagliate di competenze): a) Ambito della comunicazione nella lingua madre; b) Ambito della comunicazione in lingua straniera; c) Ambito della matematica e scientifico di base; d) Ambito delle competenze digitali; e) Ambito dell’apprendere ad apprendere; f) Ambito delle competenze interpersonali e civiche; g) Ambito dell’imprenditorialità; h) Ambito dell’espressione culturale. Dalle indagini promosse nell’UE a 15 negli anni 2004-05 appariva una sostanziale convergenza nel considerare le seguenti c.c: competenza linguistica (literacy); competenza matematica (numeracy); tecnologie della comunicazione e dell’informazione; lingue straniere; competenza scientifica; competenze trasversali; competenze sociali.
3. Verso la fine del 2005 veniva pubblicato dall’OCSE un rapporto che faceva il punto sulla questione delle competenze essenziali del cittadino rileggendole sotto la dizione di "c.c.". In tale documento si evidenziavano tre fondamentali criteri per selezionarle e definirle: a) importanza dei benefici economici e sociali che ne derivano; b) ampiezza dello spettro di contesti nei quali si manifestano tali benefici; c) universalità di tali benefici, nel senso che non sono limitati a specifiche categorie di persone. L'aggregazione proposta per combinare tra loro le c. individuate su tale base utilizza concetti di interazione e di riflessività. Le categorie individuate sono le seguenti: 1) Agire in modo autonomo; 2) Servirsi di strumenti in maniera interattiva; 3) Interagire in gruppi socialmente eterogenei.
4. Alcuni contributi francesi hanno sottolineato un peculiare concetto di c.c., mettendo in evidenza soprattutto la dimensione del "saper essere". Evéquoz (2004), in particolare, ha sviluppato una analisi sistematica delle c.c. richieste da un cittadino e da un lavoratore sulla base di una definizione comprensiva di competenza che suona così: "capacità di una persona di agire con iniziativa e responsabilità in una situazione data, in funzione della prestazione attesa e mettendo in moto le sue risorse interne". Ne è derivato un quadro di riferimento o referenziale abbastanza elaborato che comprende sei ambiti generali nei quali viene definita una competenza, che poi è articolata secondo capacità specifiche e indicatori della presenza di tale capacità. Le sei competenze sono: a) Trattare l’informazione; b) Organizzare; c) Risolvere problemi; d) Lavorare in équipe; e) Inquadrare; f) Comunicare.
5. Una c. può essere dunque definita "chiave" se essa svolge un ruolo centrale nella crescita personale, culturale, sociale e professionale dei soggetti in formaz. La condizione essenziale perché tale ruolo possa essere messo in atto è che esse possano progressivamente irrobustirsi ed essere utilizzabili in contesti sempre più complessi e meno famigliari. è questa una concezione delle c.c. che possiamo definire dinamica, in contrasto con una possibile interpretazione riduttiva di tipo statico, quasi una piattaforma che può anche essere solida, ma chiusa in se stessa, che costituisce come una condizione indispensabile per poter impostare la costruzione dell’edificio conoscitivo progettato, che però presenta solo una labile continuità con gli elementi che compongono tale piattaforma. In altre parole, in tanto una c. acquisita in un processo formativo scolastico o di FP può essere considerata una c.c., in quanto gli elementi che la costituiscono (conoscenze concettuali, abilità operative intellettuali e pratiche, disposizioni interne stabili) sono aperti a un loro sviluppo e approfondimento. Essi, cioè, costituiscono un patrimonio personale posseduto a un livello di comprensione, stabilità e utilizzabilità tale da poter essere valorizzato nei processi di trasferimento e adattamento in altri contesti diversi o più impegnativi.
Bibl.: Rey B., Les compétences transversales en question, Paris, ESF, 1996. Isfol, Unità capitalizzabili e crediti formativi. I repertori sperimentali, Milano, F. Angeli, 1998. Isfol, Dalla pratica alla teoria per la formazione: un percorso di ricerca epistemologica (a cura di C. Montedoro), Milano, F. Angeli, 2001. Evequoz G., Les compétences clés, Paris, Ed. Liaisons, 2004; Pellerey M., Le competenze individuali e il portfolio, Scandicci (FI), La Nuova Italia, 2004; OECD, The definition and selection of key competencies. Executive summary , Unpublished Paper, 27 May 2005.
M. Pellerey
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