Nuovi strumenti e quadri di riferimento.

La strategia di Lisbona ha l’indubbio merito di aver posto l’Istruzione la formazione professionale al centro dell’interesse comunitario. In particolare:

  • Per la prima volta si parla di approccio integrato alle Politiche di istruzione e formazione professionale, volto ad assicurare forme strutturate di educazione continuativa. Nasce con la strategia di Lisbona e con la dichiarazione di Copenhagen il concetto di apprendimento permanente.
  •  Da Lisbona in poi si assiste ad un aumento del numero di programmi e linee di finanziamento destinate alle politiche di educazione e formazione professionale:
    • Dal 2000 in poi la Commissione ha appositamente dedicato al raggiungimento degli obiettivi posti a Lisbona una serie si programmi e linee di finanziamento specifici che aprirono la strada ad una nuova generazione di programmi europei. Il Programma comunitario Lifelong Learning viene promosso dalla Commissione Europea proprio con lo scopo di realizzare gli obiettivi posti attraverso  la Strategia di Lisbona ed il Programma Istruzione e Formazione 2010.
  •  Da Lisbona in poi si assiste ad un aumento delle risorse finanziarie destinate alle politiche di educazione e formazione professionale (bilancio EC 2005):
    • Se si esamina il bilancio del 2005 della Commissione Europea facendo particolare attenzione alle voci di spesa dedicate all’istruzione e alla cultura (Il Titolo XV del bilancio generale della Commissione è espressamente dedicato alle politiche di istruzione e cultura), si apprende che la Commissione europea ha stanziato fondi pari a più di un miliardo di euro, rispetto ai quasi 827 milioni messi a disposizione nel 2003. Dei 1.047.491.166 euro stanziati, più di 414 milioni sono stati destinati all’istruzione (a fronte dei 289.303.726,77 del 2003) e quasi 242 milioni alla formazione professionale (nel 2003 tali fondi ammontavano a poco più di 203 milioni di euro),  a testimonianza del maggiore impegno assunto dalle istituzioni europee in attuazione della strategia di Lisbona e dei vertici di Bologna, Bruges e Copenhagen. A riprova dell’enorme importanza comunitaria assunta dai nuovi programmi di educazione ed istruzione, basti dire che dei 242 milioni di euro stanziati  nel 2005 per la formazione professionale, 205.366.880 sono  stati destinati al solo Programma Leonardo da Vinci (nel 2003 la voce di spesa n. 15030102 corrispondente al programma Leonardo indicava un impegno da parte della Commissione pari a poco più di 170 milioni di euro). Il trend viene confermato anche negli ultimi anni, se si considera che la Commissione Europea ha stanziato per il periodo 2007-2013 ben 6.970 milioni di euro, esclusivamente per l’adozione del programma Lifelong Learning.
  • A partire dal Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000, le Istituzioni europee, insieme ai Paesi membri, hanno individuato e sviluppato strumenti e quadri riferimento in grado di promuovere, nello spazio europeo, la libera circolazione dei cittadini, dei loro titoli e curriculum, per fare dell'Europa "la società della conoscenza più dinamica e competitiva del mondo", spostando l’interesse comunitario verso i risultati dell’apprendimento e la qualità dei sistemi di istruzione e formazione e formazione professionale:

Le Competenze Chiave per l’apprendimento permanente:  La Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relativa alle competenze chiave, identifica 8 competenze chiave per l’apprendimento permanente. La Raccomandazione invita gli Stati membri a sviluppare, nell’ambito delle politiche educative, strategie per assicurare a tutti competenze chiave di LLL con l’obiettivo di:

1) identificare e definire le competenze chiave necessarie per la realizzazione personale, la cittadinanza attiva, la coesione sociale e l’occupabilità in una società della conoscenza;
2) coadiuvare l’operato degli Stati membri per assicurare che al completamento dell’istruzione e formazione iniziale i giovani abbiano sviluppato le competenze chiave a un livello che li renda pronti per la vita adulta e costituisca la base per ulteriori occasioni di apprendimento, come anche per la vita lavorativa e che gli adulti siano in grado di svilupparle e aggiornarle in tutto l’arco della loro vita;
3) fornire uno strumento di riferimento a livello europeo per i responsabili politici, i formatori, i datori di lavoro e i discenti stessi al fine di agevolare gli sforzi a livello nazionale ed europeo verso il perseguimento di obiettivi concordati congiuntamente;
4) costituire un quadro per un’azione ulteriore a livello comunitario sia nell’ambito del programma di lavoro «Istruzione e formazione 2010» sia nel contesto dei programmi comunitari nel campo dell’istruzione e della formazione.

Il quadro di riferimento delinea otto competenze chiave:

  • Comunicazione nella madrelingua;
  • Comunicazione nelle lingue straniere;
  • Competenza matematica e competenze di base in Scienza e tecnologia;
  •  Competenza digitale;
  •  Imparare a imparare;
  • Competenze sociali e civiche;
  • Spirito di iniziativa e imprenditorialità;
  •  Consapevolezza ed espressione culturale.

Il Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF):  Il 5 settembre 2006 la Commissione ha adottato una proposta di Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa al Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (QEQ o EQF): si tratta di uno strumento che aiuta gli Stati Membri (i datori di lavoro, le persone) a confrontare le qualifiche dei diversi sistemi di istruzione e di formazione dell’Unione Europea.

  • Il QEQ, che rappresenta uno dei risultati concreti del programma di lavoro “Istruzione e formazione 2010”, si articola in otto livelli di riferimento che descrivono le conoscenze e le capacità di chi apprende (i risultati dell’apprendimento), indipendentemente dal sistema in cui è stata acquisita la qualifica. Gli otto livelli coprono l’intera gamma delle qualifiche, da quelle ottenute al termine dell’istruzione e della formazione di base a quelle assegnate ai più alti livelli di istruzione e formazione accademica e professionale (livello 8). Il QEQ permette inoltre di migliorare la trasparenza e l’accessibilità dei sistemi di istruzione e formazione europei: da un approccio tradizionale che poneva l’enfasi sugli input dell’apprendimento (durata del percorso formativo o educativo, tipologia di percorso e istituzione) si sposta l’accento sui risultati dell’apprendimento, espressi in termine di unità di competenze. Il 23 aprile 2008 il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno formalmente ratificato la Raccomandazione. Gli Stati membri possono ora adottare, su base volontaria, questa sistema volto a promuovere l’apprendimento permanente e la mobilità. Agevolando la comprensione e il raffronto delle qualifiche delle persone in tutta Europa. Entro il 2010 i paesi membri dell’UE dovranno realizzare una correlazione dei sistemi di qualifiche dei vari paesi con il QEQ.  E, a partire dal 2012, tutte le nuove qualifiche dovrebbero recare un riferimento esplicito al QEQ  in modo che si possano identificare le conoscenze, abilità e competenze di ciascun aspirante ad una occupazione. 

Europass:  In occasione del Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000, le Istituzioni europee, insieme ai Paesi membri, hanno individuato strumenti in grado di promuovere, nello spazio europeo, la libera circolazione dei cittadini, dei loro titoli e curriculum, per fare dell'Europa "la società della conoscenza più dinamica e competitiva del mondo".
Tra questi strumenti c’è Europass (Decisione n.2241/2004/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 dicembre 2004), un insieme di documenti aggregati in un Dossier e pensati con l´obiettivo di rendere più trasparenti e leggibili i titoli, le qualifiche e le competenze acquisite nell´ambito di contesti di apprendimento formali, non formali e informali.

I documenti che al momento fanno parte del pacchetto Europass sono:

  • Europass Curriculum Vitae e Europass Passaporto delle Lingue, utili per descrivere le proprie esperienze e competenze, sono fruibili in autocompilazione;
  • Supplemento al Diploma e Supplemento al Certificato, utili per tradurre in modo trasparente i contenuti e il valore di titoli e qualifiche; sono prodotti dalle istituzioni che rilasciano i titoli originali (scuole, università e agenzie formative);
  • Europass-mobilità, utile in caso di esperienze di studio all'estero, è rilasciato dal Centro Nazionale Europass Italia.

Europass è in uso presso 32 i Paesi e il suo successo è comprovato dalla prosecuzione della sua diffusione.

L’ECTS (European Credit Transfer and Accumulation System); il Sistema europeo di accumulazione e trasferimento dei crediti è uno strumento pensato per descrivere un programma di studi attribuendo dei crediti alle sue componenti.
La definizione dei crediti nell’istruzione superiore può essere basata su diversi parametri, quali il carico di lavoro per studente, i risultati dell’apprendimento e le ore di contatto. L’ECTS è un sistema incentrato sullo studente e basato sul carico di lavoro richiesto a uno studente per raggiungere gli obiettivi di un corso di studio, obiettivi preferibilmente espressi in termini di risultati dell’apprendimento e di competenze da acquisire.

  • L’ECTS è stato introdotto nel 1989 nell’ambito del programma Erasmus, oggi parte del programma Lifelong Learning. È l’unico sistema di crediti che sia stato testato ed usato con successo in Europa. È stato inizialmente concepito per il trasferimento dei crediti. Il sistema facilitava il riconoscimento di periodi di studio all’estero, aumentando così la qualità e il volume della mobilità studentesca in Europa. Negli ultimi anni, l’ECTS si è evoluto in un sistema di accumulazione di crediti, da utilizzare a livello istituzionale, regionale, nazionale ed europeo, realizzando uno dei principali obiettivi della Dichiarazione di Bologna del giugno 1999.

L’ECVET - Il Sistema europeo dei crediti nella formazione professionale: gli Stati Membri UE insieme alla Commissione stanno sviluppando anche un sistema per facilitare il riconoscimento delle qualifiche ottenute da individui in diversi contesti educativi o in percorsi di formazione professionale. Entro il 2012 verrà creato un quadro comune che descrive le qualifiche in termini di unità di learning outcomes (risultati di apprendimento), prevedendo procedure specifiche per la loro valutazione, trasferimento, accumulazione e riconoscimento: ogni unità è associata ad un numero di punti ECVET sviluppati sulla base di standard comuni (60 punti per un anno di corso VET standard full-time).  L’ECVET esige ancora sforzi di armonizzazione e ingenti investimenti ma rappresenterà sicuramente in futuro la chiave per aumentare la mobilità intereuropea e anche internazionale e per costruire percorsi di apprendimento permanente in grado di facilitare la validazione ed il riconoscimento dei titoli acquisiti  in diversi contesti. Il 18 giugno 2009 l’ECVET è stato adottato dal Parlamento e dal Consiglio. L’implementazione dell’ECVET nei paesi membri rimarrà volontaria (nei prossimi anni il quadro verrà testato a livello europeo).

Compatibilità e complementarietà con gli altri strumenti:

  • ECVET e EQF: condividono lo stesso approccio basato sui learning outcomes; i diversi livelli EQF costituiranno un punto di riferimento per il quadro ECVET;
  • ECVET e Europass: i documenti Europass (Europass certificate supplement e Europass mobility) integreranno il quadro ECVET descrivendo in particolare le qualifiche ed i crediti acquisiti da ogni singolo learner;
  • ECVET e ECTS: saranno complementari: hanno lo stesso funzionamento ma l’ECTS è riferito all’istruzione superiore;
  •  ECVET e Recognition of prior learning (formal and non-formal): attribuendo punti e crediti, l’ECVET faciliterà il processo di riconoscimento dell’apprendimento formale o non formale per l’ottenimento delle qualifiche.

Il Quadro di riferimento europeo per la qualità nella VET (EQAVET ex EQARF): Sistema approvato nel giugno del 2009 con l’obiettivo di  promuovere e monitorare i continui miglioramenti raggiunti nei sistemi nazionali di istruzione e formazione professionale in tema di qualità.
Gli stati membri sono incoraggiati a sviluppare per metà 2011 un approccio comune per i sistemi di qualità, consultandosi con tutti gli stakeholder (entro il 18 giugno 2011 verranno creati dei punti di contatto nazionali per la qualità).
L’EQAVET e’ uno strumento di riferimento che offre suggerimenti metodologici ai responsabili delle politiche di IFP (i policy maker) per verificare se le misure necessarie per migliorare i sistemi nazionali di IFP sono state messe in atto, ed è costituito da:

  • Un ciclo qualitativo diviso in 4 fasi (definizione e pianificazione degli obiettivi, realizzazione, valutazione e review).
  • Criteri qualitativi e indicatori descrittivi per ogni fase del ciclo.
  • Indicatori comuni per misurare e valutare obiettivi, metodologie, procedure e risultati formativi.