3.1. Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni
La Legge del 13 luglio 2015 n. 107 ha istituito il “Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni”, non obbligatorio, della durata complessiva di 6 anni.
Il D.Lgs. 65/2017, attuativo della legge, illustra l’organizzazione del sistema integrato che è costituito dai servizi educativi per l’infanzia e dalle scuole dell’infanzia statali e paritarie.
I servizi educativi per l’infanzia sono articolati in:
- nidi e micronidi (per i bambini da 3 a 36 mesi);
- sezioni primavera che accolgono bambini dai 24 ai 36 mesi;
- servizi integrativi a supporto delle famiglie: spazi gioco, centri per bambini e famiglie, servizi educativi in contesto domiciliare.
La scuola dell’infanzia (nata come “asilo” e successivamente denominata “scuola materna”) ruota attorno ad un percorso prescolastico, generalmente rivolto ai bambini dai 3 ai 6 anni d’età sulla base di un preciso progetto educativo. La scuola dell’infanzia opera in continuità con i servizi educativi per l’infanzia e prepara al primo ciclo di istruzione.
Attualmente il punto di forza del sistema integrato è, soprattutto, la scuola dell’infanzia, istituzione educativa che si è sviluppata nei decenni, è distribuita in tutto il territorio italiano ed è caratterizzata da specifiche Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (2012) che la inseriscono all’interno del sistema di istruzione di base (3-14 anni).
Il 22 febbraio 2018, inoltre, il Ministero dell’Istruzione ha proposto un nuovo documento: Indicazioni nazionali e nuovi scenari, documento a cura del Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. Il documento non è una integrazione né una riscrittura delle Indicazioni nazionali. Il documento ha ricalibrato i contenuti esistenti, rileggendo le Indicazioni del 2012 alla luce dei nuovi spunti offerti che guideranno le scuole nella predisposizione della loro offerta formativa, della loro progettazione, con riferimento, in particolare, all’educazione al rispetto e alla cittadinanza consapevole, ad una più sicura padronanza delle competenze di base (comprese le competenze linguistiche e quelle digitali), all’incontro con saperi e discipline che rispondono all’esigenza di uno sviluppo orientato alla sostenibilità in tutte le sue dimensioni, con l’acquisizione dei contenuti dell’Agenda 2030.
Una ulteriore novità del sistema integrato zero-sei è rappresentata dalla istituzione, in via sperimentale, dei poli per l’infanzia che dovrebbero diventare “laboratori permanenti di ricerca, innovazione, partecipazione e apertura al territorio, anche al fine di favorire la massima flessibilità e diversificazione per il miglior utilizzo delle risorse, condividendo servizi generali, spazi collettivi e risorse professionali” (art. 3, comma 1, del D.Lgs. 13.04. 2017, n. 65).
La gestione dei servizi educativi è attuata dagli Enti locali (in forma diretta o indiretta) e anche da soggetti privati. Le sezioni primavera possono essere gestite da privati, dagli Enti locali e anche dallo Stato.
Alla realizzazione del sistema integrato concorrono, con ruoli specifici, Stato, Regioni e Comuni.
- allo Stato compete la definizione dei LEP, degli ordinamenti, delle risorse, la formazione del personale, il monitoraggio e la valutazione del sistema in sinergia con Regioni e Comuni.
- alla Regione compete programmare e sviluppare il sistema, definire le linee guida, promuovere il coordinamento territoriale, definire gli standard dei servizi, istituire i Poli.
- al Comune compete gestire i servizi, autorizzare, accreditare e controllare i soggetti privati che gestiscono proprie strutture, coordinare i servizi del territorio, facilitare l’integrazione con la scuola primaria[1].
Il Ministero ripartisce le risorse disponibili tra le Regioni e individua i criteri per l’acquisizione delle manifestazioni di interesse degli enti locali per la costituzione di poli innovativi per l’infanzia. Alle Regioni spetta selezionare i migliori progetti da un minimo di 1 a un massimo di 3 progetti di polo sul proprio territorio.
La scuola dell’infanzia italiana costituisce un esempio di “pluralismo culturale ed istituzionale”.
3.2. Primo ciclo
Il primo ciclo di istruzione è costituito dalla scuola primaria e dalla scuola secondaria di primo grado. Ha la durata di otto anni e costituisce il primo segmento in cui si realizza il diritto-dovere all’istruzione e formazione.
Le scuole statali appartenenti al primo ciclo possono essere aggregate tra loro in istituti comprensivi anche comprendenti le scuole dell’infanzia esistenti sullo stesso territorio.
Scuola primaria
La scuola primaria, prima denominata “Scuola elementare”, ha rappresentato per un lungo periodo, dalla costituzione dello Stato italiano unitario (1860), l’unica struttura pedagogica e didattica rivolta a tutti[2]. Fu concepita come il principale strumento per “fare gli italiani”, secondo una nota espressione di Massimo D’Azeglio, poi ripresa da Francesco De Sanctis, il primo ministro della Pubblica Istruzione del Regno d’Italia.
Nel 1961, con l’introduzione della “Scuola media”, la “Scuola elementare” perse il suo carattere di “unicità” e di “terminalità” nell’ambito dell’istruzione obbligatoria.
Pace Salvatore scrive: La vecchia “scuola elementare” sul piano didattico e pedagogico si è mostrata di gran lunga la più attiva e solerte nella ricerca e nell’attuazione di strategie sempre nuove e attuali, mostrando una vitalità sconosciuta ai gradi scolastici superiori e costituendo il fiore all’occhiello dell’Italia nelle ricerche internazionali.[3]
Circa la durata della scuola primaria le famiglie possono scegliere tra varie opzioni: 24, 27, 30, 40 ore settimanali (tempo pieno). La legge di bilancio 2022 prevede l’introduzione dell’educazione motoria nella scuola primaria che sarà affidata a docenti appositamente formati.
Scuola secondaria di primo grado
La scuola media ora si chiama scuola secondaria di I grado e rappresenta la parte conclusiva del primo ciclo di istruzione. La scuola italiana fu la prima in Europa ad offrire il completamento dell’obbligo mediante un corso secondario, gratuito e uguale per tutti fino al quattordicesimo anno di età[4]. Sulla sua identità scrive Pace Salvatore: La scuola secondaria di I grado si trova in una situazione particolare. Da un lato non rappresenta più il momento terminale assoluto dell’istruzione obbligatoria; dall’altro è confermato che alla sua conclusione avviene un esame di Stato che certifica una tappa percorsa. Con l’innalzamento dell’obbligo di istruzione questo segmento è chiamato a ridefinire il suo ruolo e la sua strutturazione ma, dopo il tentativo di radicale ripensamento operato nel 2000 dalla riforma Berlinguer e non andato a regime, la discussione non è stata ripresa e le uniche modifiche apprezzabili apportate dalla legislazione successiva hanno riguardato sostanzialmente l’articolazione dell’orario[5].
L’orario annuale obbligatorio delle lezioni nella scuola secondaria di 1° grado è di 30 ore settimanali estendibili a 36 (tempo prolungato) in base alla disponibilità dei posti e dei servizi attivati e di 40 ore su richiesta della maggioranza delle famiglie.
I corsi a indirizzo musicale prevedono lo studio dello strumento musicale e della pratica musicale.
La scuola primaria fa riferimento alle Indicazioni Nazionali del primo ciclo (ultima stesura del 2012) che tengono conto anche delle competenze chiave di cittadinanza (Raccomandazione europea del 2018) rideclinate dalle Indicazioni nazionali e nuovi scenari (22 febbraio 2018).
Nelle scuole di ogni ordine e grado vige l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” (Legge 30 ottobre 2008, n. 168). Dall’anno scolastico 2020/2021, a seguito dell’approvazione della legge 20 agosto 2019, n. 92, entra in vigore l’insegnamento dell’educazione civica.
3. Secondo ciclo
A normativa vigente, il sistema educativo di istruzione e formazione italiano si articola, nel secondo ciclo, in due (sotto)sistemi:
a. l’Istruzione Secondaria Superiore ove agiscono istituzioni scolastiche statali o paritarie per lo svolgimento di percorsi quinquennali liceali, tecnici e professionali;
- Per tutte le scuole secondarie di secondo grado la Legge 107/2015 ha introdotto insegnamenti opzionali negli ultimi tre anni del percorso quinquennale (es. promozione della cultura umanistica) e reso obbligatoria l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro, ora denominata “Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento” PCTO). Il primo provvedimento sottolinea l’importanza della cultura classica nella società italiana ed il peso che essa deve assumere in tutto il sistema formativo: “È compito del sistema nazionale d’istruzione e formazione promuovere lo studio, la conoscenza storico-critica e la pratica delle arti, quali requisiti fondamentali del curricolo” (art. 1, c. 2, del D.Lgs. 13 aprile 2017, n. 60). Nel secondo provvedimento si ridefiniscono gli obiettivi, la durata ed il rispettivo impegno economico dei “Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento” che è inserito anche nel colloquio dell’esame di Stato.
b. l’Istruzione e Formazione Professionale ove agiscono istituzioni formative accreditate (CFP) e, in via sussidiaria, gli Istituti Professionali di Stato accreditati dalle Regioni, per lo svolgimento di percorsi formativi di durata triennale e quadriennale o formazione nell’istituto dell’apprendistato (ai sensi dell’art. 43 de D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 81). I percorsi formativi, dall’anno 2015, possono essere svolti anche nella modalità duale.
- Avviato con un Accordo del 24 settembre 2015, a normativa vigente il Sistema duale è un modello formativo integrato tra scuola e lavoro che, creando un rapporto continuativo e coerente tra i sistemi dell’Istruzione, della Formazione Professionale e il mondo del lavoro, punta a ridurre il divario di competenze tra istituzioni formative e impresa con il fine ultimo di diminuire la dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile e di facilitare l’ingresso dei giovani nel lavoro. Gli strumenti adottati dal “sistema duale” sono l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), l’alternanza scuola-lavoro (oggi Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), l’impresa formativa simulata.
c. avvio dall'anno 2024-2025 della Filiera formativa tecnologico-professionale 4+2
- Programmata dal Ministro dell'Istruzione e del Merito (MIM), Giuseppe Valditara, la filiera tecnologico-professionale 4+2 sarà avviata in via sperimentale dal settembre 2024.
I giovani, all’interno del secondo ciclo, sono tenuti ad assolvere al diritto-dovere all’istruzione e alla formazione finalizzato al conseguimento di un titolo di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale entro il 18° anno di età, qualifica che viene rilasciata dalle istituzioni formative accreditate (CFP) dalle Regioni, nel rispetto di livelli essenziali delle prestazioni stabiliti dallo Stato (D. Lgs. 226/05) o dagli Istituti Professionali di Stato, previo accreditamento regionale.
L’obbligo di istruzione fino al 16° anno di età, introdotto nel 2007, può essere soddisfatto nel (sotto)sistema dell’Istruzione Secondaria Superiore (comma 622 della Legge 296/2006), in quello dell’Istruzione e Formazione Professionale (Accordi interistituzionali),[6] nell’istituto dell’apprendistato a partire dal 15° anno di età (D.Lgs. 81/2015, art. 43), attraverso l’istruzione parentale (art. 23 del D.Lgs. 62/2017).
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A. ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
LICEI
Il percorso liceale punta a fornire allo studente:
“gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità e le scelte personali e adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro” (Regolamento n. 89 del 15 marzo 2010, art. 2, comma 2).
Il liceo ha una durata di cinque anni. Di norma il liceo contempla 891 ore per ciascun anno del primo biennio e 990 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno, prolungato a 1023 ore nel secondo biennio e nell’ultimo anno per il liceo classico. L’orario annuale è articolato in attività e insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti e in insegnamenti eventualmente previsti dal PTOF coerenti con il Profilo Educativo, culturale e professionale dello studente (Pecup). I percorsi dei licei si concludono con un esame di Stato con il rilascio del diploma liceale indicante la tipologia del liceo e l’eventuale indirizzo, opzione o sezione seguita dallo studente e dalla certificazione delle competenze. Il Diploma consente l’accesso all’Università ed agli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica, agli Istituti Tecnici Superiori e ai percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (DPCM 25.01.2008).
Sono previsti sei percorsi, alcuni dei quali si articolano in indirizzi, oppure prevedono un’opzione, cioè un piano di studi diverso rispetto a quello principale:
- Liceo artistico - Al secondo biennio sono previsti 6 indirizzi: Arti figurative - Architettura e ambiente - Scenografia - Design - Audiovisivo e multimediale - Grafica
- Liceo classico
- Liceo linguistico
- Liceo musicale e coreutico
- Liceo scientifico - Liceo scientifico con opzione scienze applicate - Liceo scientifico con sezione a indirizzo sportivo
- Liceo scienze umane - Liceo scienze umane opzione economico-sociale
- Liceo Made in Italy
News 2024: Liceo Made in Italy Il liceo del made in Italy consente di approfondire lo studio dell’economia e del diritto, dedicando attenzione anche alle scienze matematiche, fisiche e naturali e all’analisi degli scenari storici, geografici, artistici e culturali che sono alla base del tessuto produttivo del nostro Paese. Gli studenti potranno così conoscere l’evoluzione storica e industriale dei settori produttivi del made in Italy e acquisire competenze e conoscenze relative alla gestione d’impresa, alle strategie di mercato, allo sviluppo dei processi produttivi e organizzativi delle imprese del made in Italy.
Potrà imparare a:
A settembre 2024 partirà una prima classe che assorbirà l’opzione economico-sociale presente nel Liceo delle Scienze Umane. Per le classi successive alla prima si proseguirà, fino ad esaurimento, con l’opzione economico – sociale. |
ISTITUTI TECNICI
Il Regolamento dell’istruzione tecnica così ne definisce l’identità:
“L’identità degli istituti tecnici si caratterizza per una solida base culturale di carattere scientifico e tecnologico in linea con le indicazioni dell’Unione europea, costruita attraverso lo studio, l’approfondimento e l’applicazione di linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico ed è espressa da un limitato numero di ampi indirizzi, correlati a settori fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del Paese, con l’obiettivo di far acquisire agli studenti, in relazione all’esercizio di professioni tecniche, i saperi e le competenze necessari per un rapido inserimento nel mondo del lavoro, per l’accesso all’università e all’istruzione e formazione tecnica superiore” (Regolamento n. 88 del 15 marzo 2010, art. 2, comma 1).
Tutti gli Istituti Tecnici hanno la durata di cinque anni.
Nel primo biennio sono previste 1056 ore annuali (articolate in 660 ore di attività e insegnamenti di istruzione generale e 396 ore di attività e insegnamenti di indirizzo). Nel secondo biennio e quinto anno sono previste 1056 ore annuali (articolate in 495 ore di attività e insegnamenti di istruzione generale e 561 ore di attività e insegnamenti di indirizzo). Gli Istituti Tecnici collaborano con le istituzioni formative accreditate dalle Regioni nei poli tecnico-professionali. Possono costituire dipartimenti e dotarsi di un Comitato tecnico scientifico al fine di rendere sempre aggiornata la propria offerta formativa. I percorsi degli Istituti Tecnici si concludono con un esame di Stato con il rilascio del diploma di istruzione tecnica. Il Diploma consente l’accesso all’Università ed agli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica, agli Istituti Tecnici Superiori e ai percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (DPCM 25.01.2008).
Gli Istituti tecnici si ripartiscono in due settori:
Settore ECONOMICO
Indirizzo |
Articolazione |
Opzioni |
Amministrazione, finanza e marketing (biennio) |
1. Amministrazione, finanza e marketing (triennio) |
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2. Relazioni internazionali |
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3. Sistemi informativi aziendali |
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Turismo |
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Settore TECNOLOGICO
Indirizzo |
Articolazione |
Opzioni |
Meccanica, meccatronica ed energia (biennio) |
1. Meccanica e meccatronica |
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2. Meccanica e meccatronica |
Ø Tecnologia dell’occhiale Ø Tecnologie delle materie plastiche Ø Tecnologie del legno |
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3. Energia |
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Trasporti e logistica (biennio) |
1. Costruzione del mezzo |
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2. Costruzione del mezzo |
Ø Costruzioni aeronautiche Ø Costruzioni navali |
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3. Conduzione del mezzo |
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4. Conduzione del mezzo |
Ø Conduzione del mezzo Aereo Ø Conduzione del mezzo Navale Ø Conduzione di apparati ed impianti marittimi |
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5. Logistica |
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Elettronica ed elettrotecnica (biennio) |
1. Elettronica |
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2. Elettrotecnica |
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3. Automazione |
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Informatica e telecomunicazioni (biennio) |
1. Informatica |
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2. Telecomunicazioni |
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Grafica e comunicazioni (biennio) |
1. Grafica e comunicazione (triennio) |
Ø Tecnologie cartarie |
Chimica, materiali e biotecnologie (biennio) |
1. Chimica e materiali |
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2. Chimica e materiali |
Ø Tecnologia del cuoio |
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3. Biotecnologie ambientali |
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4. Biotecnologie sanitarie |
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Sistema moda (biennio) |
1. Tessile, abbigliamento e moda |
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2. Calzature e moda |
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Agraria, agroalimentare e agroindustria (biennio) |
1. Produzioni e trasformazioni |
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2. Gestione dell’ambiente e del territorio |
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3. Viticoltura ed enologia |
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4. Viticoltura ed enologia |
Ø Enotecnico (percorso di specializzazione post-diploma) |
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Costruzioni, ambiente e territorio (biennio) |
1. Costruzione ambiente e territorio |
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2. Costruzione ambiente e territorio |
Ø Tecnologie del legno nelle costruzioni |
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3. Geotecnico |
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News 2024 Il rilancio degli Istituti Tecnici nella riforma: alternanza, flessibilità, internazionalizzazione
A settembre 2024 partirà anche la sperimentazione dei percorsi di 4 anni + 2 anni di ITS Academy. Anche gli Istituti Tecnici sono coinvolti. |
ISTITUTI PROFESSIONALI
Gli Istituti Professionali sono stati oggetto di due radicali riforme nel giro di pochi anni: il DPR 87/2010 e il D.Lgs. 61/2017. In questa fase sono attivi entrambi gli ordinamenti. Il D.Lgs. 61/2017 ha ridisegnato i percorsi didattico/formativi degli Istituti Professionali apportando importanti modifiche rispetto alla precedente riforma del 2010. I profili di uscita e i risultati di apprendimento degli studenti vengono ora declinati secondo criteri che li rendono più aderenti alle nuove figure professionali richieste dal mondo del lavoro. Si punta tutto sulla crescita di “scuole territoriali dell’innovazione, aperte e concepite come laboratori di ricerca, sperimentazione e innovazione didattico”.
A normativa vigente, tutti gli Istituti Professionali hanno la durata di cinque anni. Nel biennio sono previste 2112 ore (1056 ore annuali) articolate in 1188 ore di attività e insegnamenti di istruzione generale e 924 ore di attività e insegnamenti di indirizzo. Nell’ambito delle 2112 ore, una quota non superiore a 264 ore è destinata alla personalizzazione degli apprendimenti e alla realizzazione del Piano formativo individuale (PFI). Nel triennio - per ciascun anno - sono previste 1056 ore annuali (articolate in 462 ore di attività e insegnamenti di istruzione generale e 594 ore di attività e insegnamenti di indirizzo.
Gli Istituti Professionali attuano un “raccordo” strutturale con i percorsi della IeFP attraverso la costituzione di una “Rete nazionale delle scuole professionali”. I percorsi degli Istituti Professionali si concludono con un esame di Stato con il rilascio del diploma di Istruzione Professionale. Il nuovo ordinamento si avvia con le prime classi dell’anno scolastico 2018/2019. Il Diploma consente l’accesso all’Università ed agli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica, agli Istituti Tecnici Superiori e ai percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (DPCM 25.01.2008). Il Decreto interministeriale del 17 maggio 2018, che recepisce l’Intesa Stato-Regioni sulla definizione dei passaggi tra i percorsi di Istruzione Professionale e i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (Rep. Atti n. 100, SR del 10 maggio 2018), disciplina le fasi del passaggio tra i percorsi di IP e quelli di IeFP, compresi nel Repertorio nazionale dell’offerta di Istruzione e Formazione Professionale.
La Legge 107/2015 ed il D.Lgs. 61/2017 hanno riformato gli Istituti Professionali che propongono 11 indirizzi:
- Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane
L’indirizzo è «Agricoltura e sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane». Ci sono materie tecnico professionali come agronomia, tecniche di allevamento, silvicoltura
- Pesca commerciale e produzioni ittiche
Nell’indirizzo “Pesca commerciale e produzioni ittiche”, le materie di settore che caratterizzano il biennio sono integrate, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, laboratori tecnologici, ecologia applicata alla pesca e all’acquacoltura.
- Industria e artigianato per il Made in Italy
Particolare rilievo nell’indirizzo “Industria e artigianato per il made in ltaly” è posto sulle discipline di area tecnologica (tecnologie applicate ai materiali e ai processi produttivi) e tecnico professionale (laboratori tecnologici, tecniche di produzione).
- Manutenzione e assistenza tecnica
L’indirizzo è “Manutenzione e assistenza tecnica”. Le materie con vocazione più strettamente professionale sono quelle di area scientifico tecnologica (tecnologie meccaniche, elettriche) e tecnico professionale (installazione e manutenzione, laboratori tecnologici).
- Gestione delle acque e risanamento ambientale
L’indirizzo “Gestione delle acque e risanamento ambientale” è caratterizzato dalle discipline di area scientifica (biologia, chimica) e tecnico professionale.
- Servizi commerciali
“Servizi commerciali” si caratterizza, come indirizzo, per gli insegnamenti “pratici”, quali quelli di area giuridica ed economica (diritto, economia) e tecnico professionale.
- Enogastronomia e ospitalità alberghiera
Nell’indirizzo “Enogastronomia e ospitalità alberghiera” le materie professionalizzanti sono scienza degli alimenti, seconda lingua straniera, diritto e tecniche amministrative e i laboratori di settore quali secondo la scelta da farsi al terzo anno - enogastronomia, pasticceria, sala e vendita, accoglienza turistica.
- Servizi culturali e dello spettacolo
Per l’indirizzo “Servizi culturali e di spettacolo”, gli insegnamenti più caratterizzanti sono comunicazione audiovisiva, laboratori tecnologici, tecniche di produzione e post-produzione, laboratori fotografici e dell’audiovisivo.
- Servizi per la sanità e l’assistenza sociale
L’indirizzo “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale” propone materie quali diritto, economia e l’area scientifica e tecnico professionale (scienze umane e sociali, cultura medico - sanitaria, psicologia).
- Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: Odontotecnico
Le discipline professionalizzanti dell’indirizzo “Arti ausiliarie delle professioni sanitarie Odontotecnico” sono quelle di area scientifica e tecnico professionale (anatomia, gnatologia, diritto e legislazione, scienze dei materiali, modellazione odontotecnica e esercitazioni di laboratorio).
- Arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico
L’indirizzo “Arti ausiliarie delle professioni sanitarie - Ottico” è caratterizzato dalle discipline di area scientifica e tecnico professionale (ottica, discipline sanitarie, esercitazioni di lenti oftalmiche).
News 2024 Il rilancio degli Istituti Professionali
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[1] Pace S., Elementi di legislazione scolastica. Legislazione e Ordinamenti – Autonomia e Organizzazione. - Europa, 4° ed. Tecnodid editrice, p. 223
[2] Calidoni P., Mauro E., Scurati C. (a cura di), Le scuole di base di tutti e per tutti, Las, Roma 2011, p. 67.
[3] Pace S., Elementi di legislazione scolastica. Legislazione e ordinamenti Autonomia e Organizzazione – Europa, Tecnodid editrice, 2019, p. 223.
[4] Dei M., La scuola in Italia, Il Mulino 2000, p. 60.
[5] Pace S., Elementi di legislazione scolastica. Legislazione e Ordinamenti – Autonomia e Organizzazione – Europa, 4° ed. Tecnodid Editore, 2019, p. 228.
[6] Accordo Stato-Regioni 27 luglio 2011; Accordo Stato-Regioni 19 gennaio 2012; Accordo Stato-Regioni 1 agosto 2019.